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Stefano Castello

Stefano Castello

Tra la fine del XII secolo e il XIII, le obedientiae dei frati di Altopascio si diffusero lungo la via “francigena” che portava a Roma alla tomba di San Pietro, e lungo le vie europee “Tolosana”, “Lemovicense” e “Turonense” disposte nei... more
Tra la fine del XII secolo e il XIII, le obedientiae dei frati di Altopascio si diffusero lungo la via “francigena” che portava a Roma alla tomba di San Pietro, e lungo le vie europee “Tolosana”, “Lemovicense” e “Turonense” disposte nei punti nodali dei cammini compostellani diretti alla tomba galiziana di San Giacomo Maggiore.
In Italia le mansioni si diffusero soprattutto lungo l’asse di pellegrinaggio per Roma, giungendo fino a Capua ed alle isole maggiori, Sicilia e Sardegna.
Con la sua posizione centrale nel Mediterraneo, la Sardegna costituì un utile punto di appoggio lungo le vie marittime che portavano i pellegrini ed i militari in Terrasanta, ed avendo essa stessa una grande tradizione cristiana e mariana, ebbe i suoi percorsi di pellegrinaggio costellati da una miriade di piccole chiese e di alcune splendide cattedrali con annessi monasteri.
La realtà dell’istituzione ospedaliera – già presente in Sardegna nelle infermerie-ospizio monastiche dell’alto Medioevo – nei primi due secoli del secondo millennio diviene un fenomeno di consistenza notevole tanto che, lungo gli itinerari di grande percorso o in prossimità di centri urbani, Ordini prettamente militari come quello dei Cavalieri del Tempio , ed ospedalieri come quelli di San Giovanni di Gerusalemme , di San Giacomo di Altopascio  e di San Lazzaro , organizzano nuove strutture di accoglienza, dove viandanti e pellegrini possono ricevere un’assistenza anche terapeutica, e determinano così la nascita e lo sviluppo di villaggi rurali, come quelli di Bangius presso San Vero Congius, Settefontane presso Santulussurgiu e Seve presso Banari.
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Questo articolo è la sintesi dei contributi presentati in occasione dei convegni di studio tenutisi a Norbello nel 2001 e a Fordongianus il 2 luglio 2004, quest’ultimo facente parte della rassegna “Eventi Culturali d’Arte e di Costume”... more
Questo articolo è la sintesi dei contributi presentati in occasione dei convegni di studio tenutisi a Norbello nel 2001 e a Fordongianus il 2 luglio 2004, quest’ultimo facente parte della rassegna “Eventi Culturali d’Arte e di Costume” promosso dal comune di Fordongianus ed organizzato dalla cooperativa “Forum Traiani” di Fordongianus.
Restituire alla storia isolana ed alla memoria collettiva una delle poche testimonianze arrivate integre fino ai giorni nostri è un evento degno di nota. Soprattutto se tali testimonianze giacciono dimenticate da tanto tempo nel retro dei vari musei, senza possibilità di valorizzazione e di esposizione al pubblico.
Stiamo parlando di una serie di sigilli di vario genere, donati nel 1859 dal Canonico Giovanni Spano al Museo archeologico di Cagliari, trafugati maldestramente dieci anni fa e recuperati recentemente grazie all’intervento del Nucleo dei Carabinieri che si occupa della tutela del patrimonio culturale e ritornati quindi in possesso della Soprintendenza Archeologica di Cagliari ed Oristano.
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L’idea e lo stimolo per la ricerca e la catalogazione dei segni lapidari in Sardegna è nata dalla mancanza di uno studio organico in merito, dovuta soprattutto a un lavoro di datazione, analisi e identificazione dei monumenti eseguito... more
L’idea e lo stimolo per la ricerca e la catalogazione dei segni lapidari in Sardegna è nata dalla mancanza di uno studio organico in merito, dovuta soprattutto a un lavoro di datazione, analisi e identificazione dei monumenti eseguito purtroppo ancora in modo assai troppo superficiale.
Lo studio dei numerosi monumenti religiosi e civili costruiti in Sardegna è stato quasi sempre realizzato con l’analisi di poche conoscenze separate tra di loro, e senza che queste abbiano potuto poi specificare tutti i punti di vista che esistono all'interno di ognuna di esse.
Nel caso delle chiese romaniche, ad esempio, per quanto si debba indubbiamente partire con lo studio delle strutture architettoniche e delle loro variabili tipologiche, questo non può prescindere dalla decorazione plastica, pittorica e musiva che evidenzia l'esigenza tutta medioevale di accostare alla conoscenza della religione cristiana una comunità di fedeli, per lo più incapaci di leggere.
Nonostante in questi ultimi anni ci sia stato un ampliamento nel campo di indagine resta ancora l’esigenza di approfondire non solo la conoscenza sugli aspetti araldici ed iconografici ma anche l’analisi di tutti i segni lapidari: questo mio contributo vuol essere quindi soprattutto uno stimolo per l’utilizzo e l’approfondimento di uno strumento che, a mio avviso, può caratterizzare ancora di più la conoscenza delle realtà emergenti in tutto il territorio isolano.
"... la codifica dei segni lapidari rilevati, unitamente all’analisi architettonica e stilistica dei monumenti, e al riferimento ad un quadro storico ed istituzionale isolano e mediterraneo, possono consentire oggi di mettere in relazione... more
"... la codifica dei segni lapidari rilevati, unitamente all’analisi architettonica e stilistica dei monumenti, e al riferimento ad un quadro storico ed istituzionale isolano e mediterraneo, possono consentire oggi di mettere in relazione le vicende strettamente collegate all’attività delle maestranze con i principali avvenimenti storici sardi, in una prospettiva più ampia, al fine di cogliere così tutto il valore politico e culturale dell’operatività di tali maestranze.
In questo senso, potremo definire la gliptografia una disciplina che,  utilizzando metodiche di studio archeologico, può rivelarsi un utile strumento di lettura a supporto di altre discipline quali l’Architettura, la Storia dell’Arte, nonché la stessa storia istituzionale ed etnografica ...".
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