Padre Salas
Di Enrique Laso
5/5
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Info su questo ebook
Il personaggio più carismatico del romanzo Dall'Inferno (ed. or., Desde el Infierno), il best seller adattato al cinema da Luis Endera, che ha conquistato migliaia di lettori in tutto il mondo.
In questa sorta di spin-off, scopriremo cosa portò Padre Salas a fuggire dal Messico per rifugiarsi a Madrid.
Conosceremo il terrificante caso delle molteplici possessioni di varie bambine in alcuni villaggi dei dintorni di Guadalajara (Messico). Un romanzo carico di momenti di emozione, tensione e molta paura, che affascinerà gli amanti di questo genere.
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Anteprima del libro
Padre Salas - Enrique Laso
Questo romanzo breve è dedicato a tutti coloro che hanno apprezzato la lettura di Dall'Inferno e che attraverso decine di messaggi di posta elettronica e Twitter, hanno manifestato il desiderio che scrivessi una storia narrando cosa costrinse padre Salas a fuggire dal Messico ed espatriare in Spagna.
Per tutti voi, con caloroso affetto.
I. Periferia di Guadalajara, Stato di Jalisco, Messico
La bambina aveva trascorso la notte intera gemendo. Era una sorta di rumore gutturale sprigionato dal ventre di un animale anziché dall'esiguo, quasi scarno, corpicino di una creatura di appena dieci anni.
Se ne stava rannicchiata in un giaciglio composto da sacchi di paglia distribuita in modo non uniforme. I genitori – ben più motivati dalla disperazione che dal risentimento o dal timore – l'avevano relegata in un piccolo capanno che usavano per riparare dalla pioggia gli attrezzi agricoli e qualche oggetto personale di scarso valore, ereditato da parenti vari nel corso degli anni.
Il dottore si avvicinò con apprensione alla piccola, che sembrava sonnecchiare, nonostante il suo respiro si accompagnasse a continue scosse non proprie di un essere umano.
«Da quanti giorni si trova in questo stato di prostrazione?»
«Una... una settimana...» osò rispondere la madre, sicura che all'istante avrebbe ricevuto un rimprovero da parte del medico.
Il dottore fece un sospiro di rassegnazione e, prendendo la manina della fanciulla, cercò di misurarne il polso. Fu scosso da un intenso brivido quando si rese conto che il cuore della piccina batteva a malapena... poco più di 20 battiti al minuto! Era assolutamente impossibile.
I genitori permanevano in un angolo della scura baracca, stretti l'uno all'altra, preoccupati e un po' in imbarazzo. Tenevano gli occhi puntati sul dottore, con la speranza che – anche a costo di una considerevole parte dei loro scarsi risparmi – quell'uomo, che pareva buono e saggio, facesse finalmente riemergere la loro Magdalena dall'isolamento in sé stessa in cui era improvvisamente sprofondata.
Il medico misurò la temperatura della piccola e, di nuovo, un fremito invase le su viscere: 31° centigradi; ancora un parametro assolutamente incompatibile con la vita. Ma la bambina... stava respirando!
«Non riesco a capire...» borbottò il dottore a sé stesso.
Tutto a un tratto la bimba si voltò, come se avesse recuperato le forze. Il dottore, speranzoso, le si avvicinò un po'. La bambina aprì le palpebre, e l'uomo poté scorgere, con orrore, delle pupille completamente nere e a forma di croce invertita, che contrastavano tenebrosamente con il resto dei suoi occhi, di color porpora intenso, come se tutto il sangue di quel corpo emaciato vi si fosse raggrumato e putrefatto dentro.
«Ma che diavolo!» esclamò il medico, terrorizzato, scostandosi da quella creatura.
Quindi la piccola, come fosse sotto l'impulso di una molla, si sollevò improvvisamente e spalancò in modo sproporzionato la bocca, emettendo un bramito violento e inintelligibile. Poi si accasciò, quasi che avesse esalato il suo ultimo alito di vita.
II. Città del Messico (D.F.), redazione del giornale Las Noticias
José Antonio Sancho camminava pesantemente tra i tavoli della redazione del giornale presso cui lavorava negli ultimi cinque anni. Dopo molto tempo girovagando tra i vari media, finalmente qualcosa di stabile, ma tuttavia... il suo posto di lavoro adesso vacillava. Da mesi non metteva a segno un'esclusiva: i giornali si vendevano sempre di meno, e neanche la versione digitale aveva una grande audience. Risultato: gli introiti pubblicitari erano crollati e ciò presupponeva tagli di personale. Tutti lo sapevano.
Ma per José Antonio era ancor peggio. Egli era giunto dalla Spagna, di dov'era oriundo, con la speranza di lasciarsi alle spalle un passato macchiato da due clamorosi fallimenti: uno professionale e l'altro sentimentale. Se lo avessero licenziato da Las Noticias, si sarebbe trovato in un paese che non era il suo e per di più, disoccupato. Non voleva nemmeno pensarci, anche se adesso risultava quasi inevitabile farlo.
Raggiunse il suo tavolo e svogliatamente accese il computer. Sfogliò l’agenda per individuare a chi potesse telefonare quella mattina. Dietro un nuovo omicidio, un sequestro o una disputa tra bande mafiose, forse poteva nascondersi quella storia che da tempo stava cercando: una che desse impulso alla sua carriera e che risvegliasse nel cittadino medio la passione di ricominciare a leggere, di seguire di nuovo un caso dal punto di vista indipendente di un giornalista maturo che ormai non aveva niente da perdere. In quel momento, lo squillo del telefono sul suo tavolo lo fece sobbalzare.
«Pronto, parla Sancho, chi è?»
José Antonio