Germania. In latino, english, italiano
Di Tacito
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Anteprima del libro
Germania. In latino, english, italiano - Tacito
Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo.
goWare 2015, Firenze, prima edizione digitale italiana
ISBN 978-88-6797-427-6
Redazione: goWare
Copertina: Lorenzo Puliti
Sviluppo ePub: Elisa Baglioni
goWare è una startup fiorentina specializzata in digital publishing
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Description
Christopher Krebs, a classicist from Stanford University, defined Germania by Tacitus as a most dangerous book
in literature. Krebs himself studied the fortune of this classic from Latin historiography in a book of over 300 pages based on a piece barely 30 pages long. Actually Germania can be read in a half an hour.
Through history Germania has been a constant source of tropes. Heine, Herder, Grimm all wrote extensively about it. Tommaso Marinetti translated it as a futurist text and Antonio Gramsci mocked his translation. Germania became a sort of bible for the Nazis. Himmler was so obsessed with it that in 1943 he dispatched a commando to Italy in an unsuccessful attempt to steal the manuscript. The superb paradox is Tacitus never stepped foot in Germany. For Tacitus, history was only an abstraction.
Once again we find Germany in the spotlight. German leaders arouse strong emotions and feelings. Reading this book today would serve us all well. It can help us to untangle the European puzzle. In any case The Germania is a classic. A first example of an anthropological monograph written in Latin at the peak of conciseness and poignancy.
This ebook contains the Latin text, English, and Italian translations linked and intertwined.
Historia magistra vitae, otherways, in Hegel’s words: Those who forget the past are doomed to repeat it
.
Presentazione
Christopher Krebs, un classicista dell’Università di Stanford, ha definito Germania di Tacito un libro molto pericoloso
e ha dedicato alla fortuna di questo classico della storiografia latina, di appena 30 pagine, un libro di oltre 300 pagine. Lo scritto di Tacito è divenuto una miniera di tropi. Heine, Herder, Grimm se ne sono occupati ampiamente. Marinetti lo tradusse come un testo futurista e Gramsci si beffò della sua traduzione. Il nazismo ne fece la sua bibbia. Himmler ne era ossessionato al tal punto da mandare nel 1943 un commando delle SS in Italia a trafugare il manoscritto, vanamente. Il paradosso più grande è che Tacito ha scritto Germania senza aver mai conosciuto, né visitato quei luoghi. Ma lui vedeva la storia come un’astrazione.
Oggi la Germania è tornata in primo piano nella politica e nella storia europea. Il volto dei suoi leader suscita sentimenti forti. Rileggere oggi questa sintetica monografia antropologica, fuori dalle passate querelle e dagli innumerevoli tropi che l’hanno piagata, può essere un buon impiego del proprio tempo.
Oltre al testo originale, un latino che raggiunge i suoi più alti vertici di sinteticità e pregnanza, offriamo al lettore la traduzione italiana e quella inglese. Conoscere la storia è magistrale, altrimenti, come dice Hegel, chi dimentica il passato lo ripete.
Publius Cornelius Tacitus
Tacitus (c.55—c.117 ad) was one of the most distinguished of all Latin historians. He had had a full career as politician and army commander, and he was also the son-in-law of the great Julius Agricola, governor of Britain. This put him in a good position to write detailed histories of the various peoples against whom Rome fought in his time. Tacitus’ main works were his Histories, an account of the political, domestic and military affairs of the Emperors from Galba (68 ad) to Domitian (81-96), Germania, and finally the life of his father-in-law, Agricola.
C
Tacito (c.55—c.117 dc) è uno dei maggiori storici latini. Ha avuto una brillante carriera come politico e capo militare ed era genero del grane Giulio Agricola governatore della Britannia, fatto che lo ha messo nella condizione di scrivere nei dettagli le vicende dei diversi popoli contro cui Roma stava combattendo in quell’epoca. Le sue opere maggiori sono le Storie, un resoconto delle faccende politiche interne e delle campagne militari degli imperatori da Galba (68 dc) a Galba (81-96 dc), Germania e infine la biografia del suocero, Agricola.
Leggi un estratto
da
Un libro molto pericoloso. La «Germania» di Tacito dall’impero romano al Terzo Reich
di Christopher B. Krebs nella traduzione italiana di di Maria Luisa De Seta, edito nel 2012 dalla casa editrice il lavoro editoriale, Ancona
C
Leggi anche
[1] I predatori della Germania perduta
di Bruno Ventavoli
La Stampa
[2] La Germania di Tacito da Engels al nazismo
di Luciano Canfora
estratto dall’omonimo libro edito da Liguori, 1979
C
Read also the following reviews of
A Most Dangerous Book. Tacitus’s Germania
From the Roman Empire to the Third Reich
by Christopher B. Krebs, 2011, W. W. Norton & Company
[1] The Idea of Germany, From Tacitus to Hitler
by Cullen Murphy
New York Times
(Sunday Book Review)
[2] Ideas Are Viruses. How Tacitus’ Germania became the bible of German nationalism
by Adam Kirsch
slate.com
[3] Hitler’s Golden Book. The unexpected consequences of Tacitus’s little treatise about some troublesome northern tribes
by Ferdinand Mount
The Wall Street Journal
[4] A Most Dangerous Book’? Only in the eye of the reader
by Michael Dirda
The Washington Post
C
Publius Cornelius Tacitus
De origine et situ Germanorum
(Germania)
[in latino]
1
[EN] C [IT]
Germania omnis a Gallis Raetisque et Pannoniis Rheno et Danuvio fluminibus, a Sarmatis Dacisque mutuo metu aut montibus separatur: cetera Oceanus ambit, latos sinus et insularum inmensa spatia complectens, nuper cognitis quibusdam gentibus ac regibus, quos bellum aperuit. Rhenus, Raeticarum Alpium inaccesso ac praecipiti vertice ortus, modico flexu in occidentem versus septentrionali Oceano miscetur. Danuvius molli et clementer edito montis Abnobae iugo effusus pluris populos adit, donec in Ponticum mare sex meatibus erumpat: septimum os paludibus hauritur.
2
[EN] C [IT]
Ipsos Germanos indigenas crediderim minimeque aliarum gentium adventibus et hospitiis mixtos, quia nec terra olim, sed classibus advehebantur qui mutare sedes quaerebant, et inmensus ultra utque sic dixerim adversus Oceanus raris ab orbe nostro navibus aditur. Quis porro, praeter periculum horridi et ignoti maris, Asia aut Africa aut Italia relicta Germaniam peteret, informem terris, asperam caelo, tristem cultu adspectuque, nisi si patria sit? Celebrant carminibus antiquis, quod unum apud illos memoriae et annalium genus est, Tuistonem deum terra editum. Ei filium Mannum, originem gentis conditoremque, Manno tris filios adsignant, e quorum nominibus proximi Oceano Ingaevones, medii Herminones, ceteri Istaevones vocentur. Quidam, ut in licentia vetustatis, pluris deo ortos plurisque gentis appellationes, Marsos Gambrivios Suebos Vandilios adfirmant, eaque vera et antiqua nomina. Ceterum Germaniae vocabulum recens et nuper additum, quoniam qui primi Rhenum transgressi Gallos expulerint ac nunc Tungri, tunc Germani vocati sint: ita nationis nomen, non gentis evaluisse paulatim, ut omnes primum a victore ob metum, mox etiam a se ipsis, invento nomine Germani vocarentur.
3
[EN] C [IT]
Fuisse apud eos et Herculem memorant, primumque omnium virorum fortium ituri in proelia canunt. Sunt illis haec quoque carmina, quorum relatu, quem barditum vocant, accendunt animos futuraeque pugnae fortunam ipso cantu augurantur. Terrent enim trepidantve, prout sonuit acies, nec tam vocis ille quam virtutis concentus videtur. Adfectatur praecipue asperitas soni et fractum murmur, obiectis ad os scutis, quo plenior et gravior vox repercussu intumescat. Ceterum et Ulixen quidam opinantur longo illo et fabuloso errore in hunc Oceanum delatum adisse Germaniae terras, Asciburgiumque, quod in ripa Rheni situm hodieque incolitur, ab illo constitutum nominatumque; aram quin etiam Ulixi consecratam, adiecto Laertae patris nomine, eodem loco olim repertam, monumentaque et tumulos quosdam Graecis litteris inscriptos in confinio Germaniae Raetiaeque adhuc exstare. Quae neque confirmare argumentis neque refellere in animo est: ex ingenio suo quisque demat vel addat fidem.
4
[EN] C [IT]
Ipse eorum opinionibus accedo, qui Germaniae populos nullis aliis aliarum nationum conubiis infectos propriam et sinceram et tantum sui similem gentem exstitisse arbitrantur. Unde habitus quoque corporum, tamquam in tanto hominum numero, idem omnibus: truces et caerulei oculi, rutilae comae, magna corpora et tantum ad impetum valida: laboris atque operum non eadem patientia, minimeque sitim