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Il Tesoretto
Il Tesoretto
Il Tesoretto
E-book111 pagine2 ore

Il Tesoretto

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Info su questo ebook

Il poemetto, composto di settenari a rima baciata, dalla struttura visionario allegorica, narra di Brunetto Latini che al suo rientro dalla Spagna incontra uno studente bolognese, il quale lo informa della sconfitta dei guelfi a Montaperti. Per il dolore Brunetto si smarrisce in una selva, dove incontra la Natura personificata, che lo consola e lo istruisce sulla creazione e sui principi di filosofia naturale; lo accompagna nel regno delle Virtù, che lo informano sul comportamento cortese; poi nel regno di Amore, dalle cui insidie Ovidio lo mette in guardia. Brunetto si pente e sale in Olimpo; il trattato si interrompe dopo l’incontro con Tolomeo, che si accinge a esporre i principi dell’astronomia.
LinguaItaliano
Data di uscita2 ott 2018
ISBN9788829520015
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    Il Tesoretto - Brunetto Latini

    Intro

    Il poemetto, composto di settenari a rima baciata, dalla struttura visionario allegorica, narra di Brunetto Latini che al suo rientro dalla Spagna incontra uno studente bolognese, il quale lo informa della sconfitta dei guelfi a Montaperti. Per il dolore Brunetto si smarrisce in una selva, dove incontra la Natura personificata, che lo consola e lo istruisce sulla creazione e sui principi di filosofia naturale; lo accompagna nel regno delle Virtù, che lo informano sul comportamento cortese; poi nel regno di Amore, dalle cui insidie Ovidio lo mette in guardia. Brunetto si pente e sale in Olimpo; il trattato si interrompe dopo l’incontro con Tolomeo, che si accinge a esporre i principi dell’astronomia.

    IL TESORETTO

    I.

    Al valente segnore,

    di cui non so migliore

    sulla terra trovare:

    ché non avete pare

    né ’n pace né in guerra;

    sì ch’a voi tutta terra

    che ’l sole gira il giorno

    e ’l mar batte d’intorno

    san’ faglia si convene,

    ponendo mente al bene

    che fate per usaggio,

    ed a l’alto legnaggio

    donde voi sete nato;

    e poi da l’altro lato

    potén tanto vedere

    in voi senno e savere

    a ogne condizione,

    un altro Salamone

    pare in voi rivenuto;

    e bene avén veduto

    in duro convenente,

    ove ogn’altro semente,

    che voi pur migliorate

    e tuttora afinate;

    il vostro cuor valente

    poggia sì altamente

    in ogne benananza

    che tutta la sembianza

    d’Alesandro tenete,

    ché per neente avete

    terra, oro ed argento;

    sì alto intendimento

    avete d’ogne canto,

    che voi corona e manto

    portate di franchezza

    e di fina prodezza,

    sì ch’Achilès lo prode,

    ch’aquistò tante lode,

    e ’l buono Ettòr troiano,

    Lancelotto e Tristano

    non valse me’ di voe,

    quando bisogno fue;

    e poi, quando venite

    che voi parole dite

    o ’n consiglio o ’n aringa,

    par ch’aggiate la lingua

    del buon Tulio romano

    che fu in dir sovrano:

    sì buon cominciamento

    e mezzo e finimento

    sapete ognora fare,

    e parole acordare

    secondo la matera,

    ciascuna in sua manera;

    apresso tutta fiata

    avete acompagnata

    l’adorna costumanza,

    che ’n voi fa per usanza

    sì ricco portamento

    e sì bel reggimento

    ch’avanzate a ragione

    e Senica e Catone;

    e posso dire insomma

    che ’n voi, segnor, s’asomma

    e compie ogne bontate,

    e ’n voi solo asembiate

    son sì compiutamente

    che non falla neente,

    se non com’ auro fino:

    io Burnetto Latino,

    che vostro in ogne guisa

    mi son sanza divisa,

    a voi mi racomando.

    Poi vi presento e mando

    questo ricco Tesoro,

    che vale argento ed oro:

    sì ch’io non ho trovato

    omo di carne nato

    che sia degno d’avere,

    né quasi di vedere,

    lo scritto ch’io vi mostro

    illettere d’inchiostro.

    Ad ogn’altro lo nego,

    ed a voi faccio priego

    che lo tegnate caro,

    e che ne siate avaro:

    ch’i’ ho visto sovente

    viltenere a la gente

    molto valente cose;

    e pietre prezïose

    son già cadute illoco

    che son grandite poco.

    Ben conosco che ’l bene

    assai val men, chi ’l tene

    del tutto in sé celato,

    che quel ch’è palesato,

    sì come la candela

    luce men, chi la cela.

    Ma i’ ho già trovato

    in prosa ed in rimato

    cose di grande assetto,

    e poi per gran sagretto

    l’ho date a caro amico:

    poi, con dolor lo dico,

    lu’ vidi in man d’i fanti,

    e rasemprati tanti

    che si ruppe la bolla

    e rimase per nulla.

    S’aven così di questo,

    si dico che sia pesto,

    e di carta in quaderno

    sia gittato in inferno.

    ____________________

    II.

    Lo Tesoro comenza.

    Al tempo che Fiorenza

    froria, e fece frutto,

    sì ch’ell’era del tutto

    la donna di Toscana

    (ancora che lontana

    ne fosse l’una parte,

    rimossa in altra parte,

    quella d’i ghibellini,

    per guerra d’i vicini),

    esso Comune saggio

    mi fece suo messaggio

    all’alto re di Spagna,

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