Visioni e incubi
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Riccardo De Col, nato il 21 marzo 1997 in provincia di Verona, dove risiede, è appassionato di fantasy, horror, e fantascienza e di tutto ciò che riguarda la cultura e la musica pop, specialmente straniera. Cura l’Angolo di Richard – un blog incentrato sulla musica – e scrive testi per canzoni (tra cui “Questione di Tempo” dei TES). Con la casa editrice Albatros il Filo ha già pubblicato Racconti sugli Hutt.
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Anteprima del libro
Visioni e incubi - Riccardo De Col
Riccardo De Col
Visioni e incubi
Racconti horror
© 2021 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-2574-7
I edizione gennaio 2021
Finito di stampare nel mese di gennaio 2021
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Visioni e incubi
Racconti horror
Prefazione
I Racconti horror di Riccardo De Col sono ipnotici. Ricordano il ben noto format di Creepypasta, sono pillole di inquietudine, bocconi di paura che si divorano senza interruzioni, uno dietro l’altro. È il lettore stesso a non voler riprendere fiato, dopo essersi immerso in questo labirinto intricato e oscuro, dal quale prendono vita le paure più viscerali e radicate nel profondo dell’anima.
Storie che nascono da scenari più o meno quotidiani, familiari, nelle quali ci si può ritrovare senza difficoltà. Come nei migliori horror si scorgono degli indizi sinistri, pur non individuandoli con precisione, talvolta si provano ansia e paura, ma il più delle volte si viene trascinati incontro al pericolo da un protagonista spregiudicato e incosciente, che sottovaluta le conseguenze rischiose delle proprie azioni. Il lettore, quando meno se lo aspetta, viene abbandonato a scivolare in un buco nero di inquietudine fino alla conclusione, al colpo di scena, che lo spaventa e lo costringe a guardarsi le spalle. A volte il finale rimane sospeso, lasciando soltanto immaginare a che cosa siano andati incontro i poveri malcapitati.
Rimane inevitabilmente una sensazione di disagio che però ci rapisce, ci ipnotizza e ci trasporta negli abissi dei nostri peggiori incubi. Le fobie sono uno dei temi più amati dall’autore, che ci lascia da soli ad affrontare dei ragni giganti e assetati di sangue, pietrificati mentre le formiche carnivore corrono veloci sul nostro corpo, angosciati da una morte paziente, in attesa, che si prenderà ciò che le appartiene quando meno ce lo aspettiamo.
Non manca niente ai racconti di Riccardo De Col, nessuno ha scampo, prima o poi la ruota girerà per tutti. Ad animare i suoi personaggi sono le più diaboliche passioni umane, la vendetta, l’ira, la gelosia, delle quali vediamo persino la nascita sotto le sembianze di sette donne sensuali e mortifere. Non solo efferati omicidi ed eventi sovrannaturali, ma anche i dispetti di esserini fantastici che giurano morte e vendetta, droidi ribelli, cannibali bramosi di sangue fresco. L’ispirazione dell’autore nasce dalla propria cultura di origine e dalle esperienze quotidiane, ma tende anche ad ampliare i suoi orizzonti e ad affacciarsi sulle leggende tradizionali delle popolazioni orientali e delle tribù esotiche, costellate di streghe e stregoni, maledizioni e sciamani. Le forze oscure sono sempre in agguato e desiderano qualcosa che loro non avranno mai: la purezza. Sono i personaggi dal cuore puro e ingenuo i più funestati, quelli che più degli altri non avranno via di scampo.
Questi racconti sono il frutto di un’attenta ricerca, della cura per il dettaglio linguistico e di una costruzione ritmata e incalzante, mai banale. Il lessico, nonostante ciò, non è astruso: il lettore ne fruisce con agilità, non rimane incagliato in strutture complicate e altisonanti, ma scivola da un capo all’altro del racconto in un batter d’occhio. Non è tutto: De Col, appassionato cultore di fantascienza, è anche autore di testi musicali, e in questa raccolta compie un notevole esercizio di bravura alternando la narrativa al verso, in un esperimento da considerarsi pienamente riuscito. Nei brani di carattere musicale riesce ancora una volta a mescolare passato, presente e futuro, sembrano le leggende di un’epoca al di là del tempo, nelle quali però si trattano tematiche modernissime.
Non c’è pace per l’uomo moderno, tormentato da una moltitudine di mostri ed entità terrificanti. La chiave di lettura forse la fornisce un membro della tribù dei Blemmi, creature mostruose dalle sembianze umane, ma senza testa e con il volto incastonato nel torso: Non tutti i mostri sono cattivi. Alcuni vogliono solo essere lasciati in pace
. Si rimane spiazzati davanti a un’affermazione del genere, che suona come il ribaltamento di quanto creduto fino a questo istante. In fondo, è sempre l’uomo che per la sua incontenibile curiosità e ricerca dell’estremo si avventura in luoghi proibiti e desolati, si caccia in situazioni pericolose, ignora le ammonizioni di chi lo invita ad essere giusto un pizzico meno audace. Siamo sempre alla ricerca della paura per esasperarla ed esorcizzarla, ma bisogna fare attenzione: prima o poi rischiamo di trovarla davvero.
Claudia Laganà
Alla Ricerca della Paura
Terry, 16 anni, era ancora molto scossa da quello che era avvenuto un mese prima, solo pensarci le metteva i brividi.
In un certo senso, era privilegiata: era stata in un posto dove pochi mortali potevano accedere, e si era salvata.
Ma cos’era successo esattamente?
Tutto era da ricondurre ad un essere maligno, di nome Tarantula, ed al Circo degli Orrori di Jeba.
Il Circo degli Orrori di Jeba era un circo itinerante, che mostrava cose spaventose. Jeba, un uomo basso e grasso, era il proprietario del circo. Nel circo si esibivano diversi artisti, tutti dai tratti terrificanti.
Terry e la sua amica Alba volevano vedere questo spettacolo, così acquistarono due biglietti.
Tutte eccitate, la sera dello show entrarono nel tendone per vedere le meraviglie terrificanti che Jeba ha raccolto per il mondo
, come recitava la scritta sull’opuscolo.
Si erano date appuntamento presso la struttura sportiva cittadina, non lontana dal circo, e lo avevano raggiunto a piedi.
Era estate, faceva caldo e le scuole erano da poco terminate. Coetanee e compagne di classe, Terry ed Alba si erano recate al circo per provare una scarica di adrenalina e di… paura. Non erano maggiorenni, quindi non avrebbero potuto assistere allo spettacolo, ma poiché non era richiesto un documento all’ingresso pensarono bene di mentire sulla loro età.
Nel circo il primo ad apparire fu Jeba. Benvenuti a questa terrificante serata nel Circo degli Orrori di Jeba! Io sono Jeba, proprietario del circo, e ho trovato queste persone terrificanti durante i miei viaggi attorno al mondo! Ma bando alle ciance, qui non ci sono trucchi! Scaldiamo subito la serata con Ratamaja, la donna mangia-acido direttamente dall’India!
Jeba sparì dietro le quinte, ed una donna indiana alta, magra e molto affascinante si presentò sul palco, vestita con un lungo abito dorato.
La donna batté le mani e due assistenti le portarono un grande pentolone, e accesero del fuoco per riscaldarlo.
Uno dei suoi assistenti le diede un pezzo di carne. La donna lo mise nel pentolone per pochi secondi, poi lo estrasse. La carne era lacerata e bucata.
Lì dentro dev’esserci dell’acido!
disse Terry eccitata ad Alba.
La donna poi vi immerse la sua mano, e la estrasse dopo due minuti abbondanti, mostrando che non accadeva nulla. Quindi prese un mestolo metallico, si portò l’acido alle labbra e lo bevve.
Tutto il pubblico applaudì. Ratamaja, a quel punto, alzò un piede, poi l’altro, ed entrò nel pentolone pieno di acido bollente.
Terry spalancò la bocca per lo sconcerto. Poco dopo, ne uscì girandosi di schiena, e mostrandosi completamente nuda. Gli assistenti portarono un accappatoio, mentre lei dava ancora le spalle al pubblico, in modo che potesse coprirsi davanti senza esporre al pubblico le sue parti più intime. Un uomo spense il fuoco, poi si spostò velocemente. La donna gettò a terra il pentolone, l’acido bollente rovinò il terreno sabbioso circostante, e da esso uscì anche ciò che rimaneva del suo abito. La donna alzò le mani e Terry ed Alba applaudirono, come tutti.
Chissà che trucco ha usato!
chiese Alba a Terry.
Non lo so, ma non mi sembra così horror
le rispose l’amica.
Vediamo come prosegue la serata!
incitò Alba.
Comparve un uomo che mangiava insetti velenosi vivi, un altro che si trafiggeva il corpo con delle lame senza far uscire una goccia di sangue, e questi sì che furono più impressionanti. Poi apparve lui, Tarantula.
Jeba lo presentò così: Ed ecco a voi Tarantula e le sue tarantole messicane, viene direttamente dal Messico, ed è capace di influenzare il pensiero dei ragni!
.
Che schifo, ragni!
brontolò Alba.
Potrebbe essere la svolta della serata!
le disse Terry.
Tarantula era un uomo alto, con dei capelli neri raccolti in un ciuffo sulla testa. Non aveva la pelle scura come i messicani, non sembrava nemmeno di origini ispaniche, ma l’accento era spagnolo.
L’uomo presentò la sua tarantola e la pose per terra. Questa si guardò in giro, ma era immobile, eccetto la testa che ruotava.
Mygal, trova una chica che abbia paura de los ragnos!
Il grosso aracnide alzò la testa, poi avanzò verso il pubblico, che era disposto in semicerchio; Terry ed Alba erano in prima fila. La tarantola avanzò, poi si fermò proprio sotto il bancone davanti ad Alba.
Tu nombre, chica!
I-Io?
Sì, tu!
Alba.
Muy bien. Ahora vieni qui!
Alba scese e mentre si avvicinava a Tarantula, la grossa tarantola messicana iniziò a seguirla.
Prendi in tua mano Mygal!
Mygal?
Sì, mio ragno!
No, ho paura!
Tarantula scoppiò a ridere, raccolse il ragno e lo mise in mano alla ragazzina. Il grosso aracnide iniziò a camminarle lungo il corpo, le risalì il braccio, la spalla, le andò nei capelli, mentre Alba piangeva e strillava. Ma non era in grado di muoversi. Il pubblico in sala rideva, mentre Terry era terrorizzata.
Tarantula riprese in mano Mygal, quando il grosso aracnide era sulla testa di Alba.
Alba, Mygal dice che tu eres bugiarda!
Io sono bugiarda?
Sì, tu menti sulla tua età per entrare nel circo, tu e la tua amica Terry! Voi non siete diciottenni, voi siete sedicenni, via da qui!
Tarantula chiamò la sicurezza e le due ragazze vennero scortate fuori in malo modo, sotto gli occhi di tutti.
Come faceva a conoscere il mio nome?!
chiese Terry furiosa.
Non lo so ma è stato orribile… Quel ragno era più grande della suola della mia scarpa, ma io la farò pagare a Tarantula!
le rispose Alba.
Il circo sarebbe stato aperto ancora per cinque giorni, Alba voleva proprio vendicarsi.
Così, il pomeriggio successivo, chiamò Terry: Terry, oggi pomeriggio voglio vendicarmi di Tarantula. Ho trovato una vecchia parrucca riccia in soffitta e mi sono truccata per andare a cercarlo al circo. Ho una parrucca uguale anche per te, potrebbe piacerti!
.
Non vengo
disse Terry.
Ma guarda che fifona!
le rispose Alba.
Non voglio guai.
Se ci ripensi, sai dove trovarmi.
Terry decise di andare comunque, anche se di nascosto, così uscì di casa e si avviò verso il circo. Il sesto senso, però, le disse di portarsi un piccolo insetticida tascabile.
Alba viveva in un quartiere vicino ed era già arrivata, quindi cercò la tenda di Tarantula ed entrò.
L’uomo era seduto, non si girò nemmeno e fece il nome della ragazza: Alba, bienvenida. Vuoi vendetta, vero?
.
La ragazza, presa in contropiede, gli rispose velocemente: Sì, brutto bastardo figlio di cagna!
.
Tu eri venuta al circo per provare puro terrore. Non l’hai provato con Mygal? Non era abbastanza? Ora ne avrai di più!
Si alzò e girandosi di scatto disse: Mr. Scott dà alla chica un assaggio di morte!
.
Immediatamente, attorno