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Situazioni Italiane
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Situazioni Italiane
E-book270 pagine3 ore

Situazioni Italiane

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Info su questo ebook

Con un piede ancora a terra l'auto dell'agente immobiliare si stava già allontanando. Solo tirando rapidamente la gamba all'interno e sbattendo la portiera ho potuto evitare un incidente.
L'agente immobiliare aveva fretta! Dovevamo visionare ancora due case nell'Oltrepò Pavese, dall'altro lato del grande fiume Po, che attraversa trasversalmente il Nord Italia. A circa mezz'ora di macchina da Pavia, la nostra residenza temporanea. Ero seduto nel sedile anteriore dell'auto e l'agente chiacchierava in italiano velocemente. Capivo solo una parte di quello che diceva, anche perché ero distratto dal tipico modo italiano di procedere a zig zag nel traffico.
Una volta a sud di Pavia con la viabilità più tranquilla, riuscii a capire che Nicola Olita parlava soprattutto della sua competenza e dell'ottimo stato delle case che andavamo a visionare.
E tutto quello che non sarebbe stato di nostro gradimento poteva essere modificato facilmente, senza costi aggiuntivi, come aveva già concordato con i venditori. Non ci sono problemi, disse. Le trattative per la vendita erano già iniziate. Se non ci piaceva il colore della casa, poteva essere ridipinta, anche prima della consegna, in qualsiasi, davvero qualsiasi colore desiderato, persino in viola! Non ci sono problemi! E ancora, i giardini sarebbero stati ripuliti da tutte le erbacce, poteva garantirlo. Beh, avrebbe fatto il possibile.
Il paesaggio a sud di Pavia era principalmente piatto, con risaie, campi e piantagioni di pioppi. Lungo la strada provinciale sorgevano tanti edifici, un continuo alternarsi di case e capannoni di ogni forma e dimensione. Piccoli paesini con negozi, ristoranti e bar. In lontananza, si profilava il paesaggio collinare, dove avrebbe dovuto essere situata la casa dei nostri sogni.
Olita sussultò.

LinguaItaliano
Data di uscita9 mag 2021
ISBN9781071599730
Situazioni Italiane
Autore

Stef Smulders

Dutch expat, living the good life in Italy since 2008 where he runs Bed & Breakfast Villa I Due Padroni www.duepadroni.itAuthor of the book Italiaanse Toestanden (2014), a collection of short stories in Dutch about emigration, buying a house, living in Italy. The English translation is available from November 2016 as "Living in Italy: the Real Deal - How to survive the Good Life".

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    Anteprima del libro

    Situazioni Italiane - Stef Smulders

    SITUAZIONI ITALIANE

    VIVERE E SOPRAVVIVERE IN ITALIA

    Stef Smulders

    Giulia Favino

    (Traduzione)

    Versione 2.0

    Titolo: Situazioni Italiane

    Autore: Stef Smulders

    Titolo originale: Italiaanse Toestanden

    Traduzione: Giulia Favino

    Copyright © 2014 by Stef Smulders

    Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta e/o resa pubblica, per mezzo di stampa, fotocopia, microfilm o in qualsiasi altro modo, senza il previo consenso scritto dell'autore, ad eccezione di brevi citazioni nelle recensioni e per scopi non commerciali, come consentito dalla legge sul diritto d'autore.

    Stef Smulders

    Frazione Spagna 9

    27047 Montecalvo Versiggia (PV), Italia

    www.duepadroni.it

    Tipografia: ©2013 BookDesignTemplates.com

    Per Nico

    Il mio padrone di fiducia

    Ho sempre pensato che si potesse scrivere dell'Italia semplicemente elencando tutte quelle parole italiane che sono intraducibili, o le cui traduzioni non ti dicono nulla, per poi aggiungere dozzine di aneddoti per illustrare e spiegare come usarle.

    Un'educazione italiana – Tim Parks

    Novembre 2008

    Quando abbiamo acquistato la casa nove mesi fa era immediatamente abitabile. E adesso?

    Accampati nella cucina dell'appartamento al piano di sotto, tutto il giorno. Uno schermo in pellicola di plastica nel passaggio alla zona giorno avrebbe dovuto fermare la maggior parte della polvere provocata dai lavori di ristrutturazione. Durante tutta la giornata si sentono urla, rumori fastidiosi, martellate. Qualche ora fa l'energia elettrica si è interrotta e ultimamente inizia a fare piuttosto freddo. La sera ci spostiamo al piano superiore salendo una scala ricoperta di polvere e detriti per cercare un po’ di distrazione guardando la TV nel nostro futuro soggiorno. Anche il soggiorno è separato da un telo di plastica dalla cucina, dalla camera da letto e dallo studio. Settimane fa hanno fatto delle aperture nei muri di questi tre spazi, dove verranno realizzate portefinestre ed una finestra. Ora vento e freddo soffiano indisturbati. Esausti e storditi dall'ennesima inquieta giornata restiamo silenziosi e fissiamo il vuoto con sguardo vitreo. Non ci rendiamo nemmeno conto del palinsesto programmato in televisione...

    IN CHE SITUAZIONE CI SIAMO CACCIATI?

    I

    Pavia

    Settembre 2007 – Febbraio 2008

    Non ci sono problemi

    Con un piede ancora a terra l'auto dell'agente immobiliare si stava già allontanando. Solo tirando rapidamente la gamba all'interno e sbattendo la portiera ho potuto evitare un incidente. L'agente immobiliare aveva fretta! Dovevamo visionare ancora due case nell'Oltrepò Pavese, dall'altro lato del grande fiume Po, che attraversa trasversalmente il Nord Italia. Ero seduto nel sedile anteriore dell'auto e l'agente chiacchierava in italiano velocemente. Capivo solo una parte di quello che diceva, anche perché ero distratto dal tipico modo italiano di procedere a zig-zag nel traffico.

    Da diverse settimane vivevamo nella tranquilla, storica città universitaria di Pavia. Volevo frequentare un master in Cultura medievale per sei mesi e il mio partner Nico si sarebbe goduto un meritato anno sabbatico. Così lui si sarebbe occupato di passare l'aspirapolvere, fare la spesa e cucinare, mentre io mi perdevo nel passato. Ma segretamente ci solleticava un desiderio, appena sussurrabile: non dovremmo ..., se provassimo..., ti immagini …?

    E così, poco dopo l'inizio del nostro soggiorno pavese, decidemmo di andare a vedere qualche casa! In cui vivere definitivamente! E per avviare un bed and breakfast. Subito dopo esserci trasferiti a Pavia, avevamo scoperto la regione vinicola dell'Oltrepò Pavese, una regione a mezz'ora di macchina a sud di Pavia. Ce ne innamorammo subito. Che zona meravigliosa! E così il nostro desiderio segreto cominciò a prendere forma: se avessimo potuto trovare una casa adatta in questa zona, in cima a una collina, con vista panoramica! In una delle riviste gratuite delle tante agenzie immobiliari, i nostri occhi avidi avevano velocemente trovato una casa che sembrava soddisfare tutte le nostre esigenze. E ci stavamo dirigendo proprio ora verso quella casa, con un agente immobiliare che sembrava specializzato in chiacchierate superficiali e guida sportiva.

    Una volta a sud di Pavia con la viabilità più tranquilla, riuscii a seguire meglio l'italiano di Italo, il nostro agente immobiliare. Parlava soprattutto della sua competenza e dell'ottimo stato delle case che andavamo a visionare. E tutto quello che non sarebbe stato di nostro gradimento poteva essere modificato facilmente, senza costi aggiuntivi. Come aveva già concordato con i venditori. Non ci sono problemi disse entusiasta. Se non ci fosse piaciuto il colore della casa, avrebbe potuta essere ridipinta, anche prima della consegna, in qualsiasi, davvero, qualsiasi colore desiderato, persino in viola, aggiunse Italo. Non ci sono problemi! E ancora, i giardini trasformati in giungle da mesi (o anni?) di abbandono sarebbero stati ripuliti da tutte le erbacce apposta per noi.

    Il paesaggio che circondava il sud di Pavia era principalmente piatto, con risaie (per il famoso risotto italiano), campi e piantagioni di pioppi. Lungo la strada provinciale sorgevano tanti edifici: un continuo alternarsi di case e capannoni di ogni forma e dimensione. Guidava a tutta velocità attraverso paesini con negozi, ristoranti e bar. Italo ignorava stoicamente i cartelli bianchi che indicavano la presenza di autovelox elettronici. Il suo datore di lavoro pagava forse le multe? O ci sarebbero state addebitate indirettamente? Sapevamo già che avremmo dovuto pagare una commissione ad Italo se avessimo comprato una casa tramite lui. Ci eravamo già preparati nei Paesi Bassi a tutte le avversità che avremmo dovuto affrontare come potenziali acquirenti di una casa in Italia. Dovevamo fare attenzione! Ignaro della mia sfiducia, Italo proseguiva a tutta velocità. In diversi punti lungo il percorso ai bordi della strada c'erano targhe commemorative erette dai parenti per onorare i pirati della strada amati e tragicamente uccisi da uno schianto. Italo apparentemente non aveva paura di finire così perché sorpassava veicoli più lenti che lo precedevano, senza pietà, incurante della striscia continua o tratteggiata. In seguito, vivendo da alcuni mesi in Oltrepò, abbiamo persino scoperto un santuario, una cappella commemorativa nelle vicinanze, per le tante vittime del traffico che pare siano morte in questa zona. Il modo di dire caratteristico della guida spericolata degli italiani era probabilmente basato su una verità. In ogni caso, Italo fece del suo meglio per confermare questo stereotipo. Di tanto in tanto due veicoli si incrociavano fianco a fianco, ma fortunatamente tre auto potevano facilmente transitare sulla doppia carreggiata. Non ci sono problemi.

    Avevamo appena raggiunto il Ponte della Becca, il ponte in ferro lungo un chilometro costruito nel 1912, che attraversa la confluenza del Po e del Ticino. Dall'altro lato c’è la zona dell'Oltrepò, prima pianeggiante, e poi le colline. Là in lontananza avremmo trovato la casa dei nostri sogni. I primi vigneti erano già visibili. Su uno sperone sulle colline era visibile la torre di un suggestivo castello, così chiedemmo informazioni al nostro esperto della regione di nome Italo. Che castello è quello? chiedemmo con curiosità. Non lo sapeva. Ma Non ci sono problemi avrebbe chiesto e ci avrebbe fatto sapere, disse. Forse la nostra casa non sarebbe stata dipinta di viola, dopotutto…

    Ben presto divenne chiaro il motivo per cui Italo aveva fretta: non conosceva la strada e guidava a zig-zag tra le colline alla ricerca di punti di riferimento. Miracolosamente trovammo la casa selezionata, che si rivelò non adatta come invece avevamo sperato, qualunque fosse il colore in cui sarebbe stata dipinta. Da un lato era contro un terrapieno, dall'altro una brutta tettoia bloccava la vista. Il giardino aveva il formato di un francobollo. Peccato. Per fortuna dalle offerte dell'agenzia di Italo avevamo preso in considerazione anche un’altra casa sulla base del prezzo favorevole. Nella foto dell'annuncio, questa casa non sembrava attraente: un blocco di cemento grigio senza fascino o gusto. Ma sì avevamo deciso comunque di vederla, visto che eravamo in zona.

    La seconda parte del tragitto, nel labirinto per cercare la casa più economica, aveva provocato molte bestemmie e mormorii da parte di Italo. In realtà l'esterno non prometteva niente di buono e nessun colore dell'arcobaleno avrebbe potuto cambiare qualcosa in quella situazione. Ma l'interno! La casa era composta da due appartamenti di 100 mq ciascuno. L'appartamento inferiore era stato completamente ristrutturato all'interno e aveva nuovi pavimenti, un riscaldamento centralizzato, una cucina completa, un salotto con divani e un bagno rimodernato. L'appartamento era da subito abitabile, bisognava solo allacciare il gas e l'elettricità. Eravamo entusiasti.

    Dopo aver visionato questo primo appartamento, Italo ci condusse nell'appartamento al primo piano e lì aprì le persiane della camera da letto situate sul lato della valle. Si aprì dinnanzi ai nostri occhi una vista favolosa su dolci colline e vigneti con i colori di un quadro impressionista. In lontananza si poteva ammirare il caratteristico ma ancora sconosciuto castello. E più avanti un altro castello. E ancora uno. Eravamo certi. Non ci sono problemi! Di quello ne eravamo adesso convinti.

    Via Moruzzi

    La nostra base nel periodo in cui cercavamo una casa da acquistare era l'appartamento di Giorgio e Franco a Pavia, trovato con un po’ di fortuna. Nell'estate del 2007 eravamo venuti a Pavia per una settimana a cercare un appartamento per il mio soggiorno durante il master di sei mesi ed il periodo sabbatico di Nico. All'inizio quella settimana sembrò essere un fallimento totale perché gli alloggi che avevamo trovato su internet dai Paesi Bassi erano risultati non adatti. Ad esempio, avevamo visionato un appartamento da noi selezionato, ma non era ancora certo che gli attuali inquilini se ne sarebbero effettivamente andati. Perché il proprietario non l'aveva detto prima, ci chiedemmo irritati. Che senso aveva vedere un appartamento che non era (ancora) disponibile? Il proprietario non aveva avuto il coraggio di deluderci e per questo motivo non aveva cancellato l'appuntamento? Ma adesso eravamo molto più delusi! Usanze italiane certamente, pensammo, infastiditi da una condotta così strana.

    Dovevamo quindi sperare che ci sarebbe piaciuto l'ultimo appartamento selezionato e che fosse ancora disponibile. Anche se avevamo un appuntamento per questo appartamento in serata, eravamo andati lì in anticipo per vedere la zona alla luce del giorno. Notammo che sui campanelli e sulle targhette dei numeri civici quella relativa a questo appartamento era vuota. Apparentemente l'appartamento era sfitto, il che offriva una possibilità piena di speranza! Così la sera ritornammo e con propositi positivi suonammo al campanello. Ma cosa trovammo? Con nostro grande stupore, improvvisamente un nome era apparso sulla targhetta con il numero dell'appartamento! A malincuore concludemmo che questo poteva significare solo una cosa: l'appartamento era già stato affittato. Ma il proprietario non ci avrebbe fatto venire per nulla? Avevamo guardato bene durante la nostra visita precedente? Non era per caso il nome del precedente inquilino? Sperammo che tutto andasse a finire bene e suonammo al campanello.

    Il cancello d'ingresso si aprì e noi entrammo pieni di dubbi. Una giovane coppia aprì la porta dell'appartamento, ma non sapevano nulla dell'appuntamento. Ci mostrarono l'intero appartamento, con tutti i pro e i contro accompagnati da una spiegazione esaustiva. La casa era piuttosto spoglia, arredata in modo moderno e non troppo spaziosa, ma dato che non avevamo altre alternative, avevamo detto alla coppia dopo il tour che eravamo comunque interessati ad affittarla. Mah rispose la ragazza molto timidamente c'è un problemino. L'appartamento era già stato affittato. Dopo l'inesorabile annuncio crollammo psicologicamente perché non sapevamo più cosa fare in quella situazione. Nella settimana ancora a disposizione per la ricerca di un alloggio, non saremmo mai riusciti a trovare un posto dove stare. La ragazza notato il nostro sgomento ne era rimasta molto turbata. All'improvviso si ricordò che un suo amico aveva un appartamento ammobiliato che forse avrebbe voluto affittare. Si, si, siamo molto interessati" gridammo entrambi cogliendo al volo l'occasione data dalla ragazza. Così chiamò l'amico, Giorgio, e prese accordi per incontrarlo alla stazione di Pavia per mostrarci il suo appartamento di Via Moruzzi.

    In stazione non c'era nessun italiano che mostrasse di essere alla ricerca di persone con cui avesse un appuntamento. Quindi aspettammo all'ingresso. Dopo qualche minuto, il mio cellulare suonò. Sono qui disse una voce e contemporaneamente vidi qualcuno avvicinarsi: quello doveva essere Giorgio. Ci aveva osservati da lontano per valutare se fossimo persone serie. Fortunatamente, decise che lo eravamo e lo seguimmo all'appartamento che doveva liberarci dai problemi. Con nostro grande sollievo, l'appartamento dei suoi genitori (perché non era il suo) era il più bello che avessimo visto. La nostra ricerca ebbe comunque successo, non grazie alla nostra attenta preparazione, ma per le capacità di improvvisazione di un italiano, che aveva un conoscente che … Era questo un esempio di quello che sarebbe accaduto vivendo in Italia?

    Vista sui tetti di Pavia

    Con grandi occhiali da sole (lenti rotonde scure e bordo in plastica spessa) che aveva appena estratto dalla borsa per proteggere gli occhi dal feroce sole estivo italiano, la Nagel, la ricercatrice di astrologia medievale con cui avrei dovuto collaborare all'Università di Pavia, sembrava un po’ la Loren ai tempi d'oro. I suoi capelli lisci, tinti nero corvino, esaltavano l'illusione: forse aveva a che fare con qualcosa del passato, sorprendente da oh-la-la e vai a capire. Ma le scale dei vecchi palazzi universitari spesso le causavano affanno ed evitava il più possibile i ciottoli così caratteristici delle vie storiche di Pavia: le sue scarpe alla moda ed i suoi piedi delicati non erano adatti a questo.

    Viveva a Milano, come quasi tutti gli altri dipendenti della facoltà e veniva a Pavia in treno tutti i giorni. In macchina era troppo pericoloso perché in autunno la pianura padana era spesso avvolta da nebbia fitta e persistente per giorni e giorni. Il dipartimento di Filosofia medievale era diretto dalla professoressa Crisciani ed era composto da cinque ricercatori, tutte donne. Qualche mese prima avevo convinto la professoressa che il suo gruppo di ricerca sarebbe stato ideale per il mio tirocinio. Ma quando avevo incontrato il gruppo per la prima volta la scorsa estate, la sorpresa fu grande perché pensavano che anche questa stagista fosse una donna. Anche se in una foto del profilo inviata fossi chiaramente calvo e avessi la barba, non era apparentemente una prova conclusiva della mia mascolinità. Apparentemente altri elementi venivano applicati nella filosofia medievale!

    L'accoglienza era stata comunque calorosa e il mio arrivo era stato festeggiato con un pranzo in uno dei rinomati ristoranti del centro di Pavia, l'Osteria alle Carceri. Mhm, cosa presagiva questo nome per il mio soggiorno? Su consiglio della dottoressa Nagel ordinai un risotto bianco, che avrebbe dovuto essere super delizioso. Ma a mio gusto, il risotto, riso con burro e formaggio senza altri ingredienti, era troppo semplice e in realtà insapore. Alla inaspettata domanda come fosse il riso, ovviamente avevo risposto buono per non inimicarmi le studiose del Medioevo. Per fortuna Giorgio in seguito mi vietò di frequentare quel ristorante, perché era un luogo con troppe pretese!

    Dopo pranzo, la professoressa era andata via in fretta. Non all'università, ma a casa per prendersi cura di una vecchia zia malata che aveva avuto un ictus. La professoressa trovò fastidioso salutarmi così velocemente, ma senza dubbio mi assicurò ci saremmo rivisti spesso nei prossimi mesi. La Nagel mi avrebbe accompagnato in una visita di questa storica università. E così visitai con il mio supervisore gli edifici universitari, l'aula di anatomia e la biblioteca. Ad un certo punto, la conversazione si era spostata su quale sarebbe stato il miglior luogo dove alloggiare a Pavia nei miei sei mesi di permanenza. La mia dottoressa non aveva proprio idea quanta fatica fosse costata negli ultimi giorni trovare un alloggio e innocentemente mi diede un consiglio con tante buone intenzioni: Dovreste prendere un appartamento con vista sui tetti di Pavia!

    Persone serie

    Questa fu l'ultima goccia! Giorgio era furioso per il commento fatto dal fratello Franco, scherzando Siete quasi clan­destini! Come poteva dire una cosa simile, come poteva essere così maleducato, scortese con persone così rispettabili come eravamo noi agli occhi di Giorgio. Persone serie, brave persone. Dato che Giorgio aveva tanto enfatizzato ciò, avevamo avuto l'impressione che pensasse che persone del genere non si vedessero così spesso in Italia. Ci sono troppe persone in Italia che non possono essere prese sul serio, che promettono cose e poi fanno qualcosa di completamente diverso? Probabilmente lo avremmo scoperto in seguito. Per fortuna, secondo Giorgio, non rientravamo in quella categoria.

    Anche se erano fratelli, Giorgio e Franco erano persone completamente diverse. Giorgio era basso e tozzo come un giocatore di rugby, con i capelli scuri e ricci, la barba e gli occhiali, e tutto ciò che faceva o diceva sembrava ben ponderato; il suo sguardo era sempre rivolto all'interno delle persone. Franco era invece alto e magro, calvo e non portava né barba né occhiali (questi ultimi per un motivo scoperto poi in seguito). Franco era anche nervoso, agile e impulsivo: sbottava subito quello che pensava e ti guardava con aria di sfida come se cercasse di provocarti. I fratelli sembravano rappresentare ognuno un aspetto diverso dell'italiano medio: Franco, l'italiano gioviale, spensierato, allegro, poco serio, il proverbiale italiano come ogni straniero lo immagina; Giorgio la versione preoccupante, pessimista e un po’ depressa dell'italiano, che spesso incontri in questa zona. Non a caso molti italiani alla domanda come stai? non rispondono bene, bene ma non c’è male, si sopravvive. Franco salutava sempre con un assordante Tutto bene? Una domanda intesa retoricamente perché la ripeteva ogni volta che tacevi per qualche secondo: Tutto bene? Non ascoltava davvero. Tuttavia, con Giorgio potevi essere velocemente coinvolto in una conversazione profonda e seria sulle mancanze dell'Italia e dei suoi abitanti e sulla loro disperazione. L'Italia sembrava avere due predisposizioni completamente diverse. Erano gli Italiani per caso maniaco-depressivi?

    Tra questi fratelli così diversi sorse una disputa che rischiò (secondo noi) di trasformarsi in un enorme litigio. Comunque, avevamo capito ben poco e avevamo afferrato solo le parole Schengen (pronunciato:sjenghèn) e soprattutto Sei pazzo! Litigio? Ah, bene, era solo il solito modo di esprimersi adatto al temperamento italiano. Un tipico caso di tutto fumo e niente arrosto. Dopo, alla fine del litigio, Giorgio aveva continuato ringhiando nella compilazione di un elaborato documento da stilare ai sensi della legge antiterrorismo. Avevamo affittato il suo appartamento come stranieri, residenti temporanei e il governo italiano voleva sapere i motivi.

    L'appartamento di Giorgio e Franco faceva parte di un cosiddetto condominio, un complesso di appartamenti. Li trovi spesso nelle periferie dei paesi e delle città del Nord Italia: edifici alti tre o quattro piani, circondati da un giardino, dotati di parcheggio e protetti da una recinzione. Il cancello d'ingresso con cui viene delimitato il perimetro attorno ad un condominio (sicurezza innanzitutto!) non è un cancello qualunque, ma un cancello con un telecomando! Ed ha sempre una luce lampeggiante, perché una casa o un condominio senza una recinzione simile e senza una luce lampeggiante giallo-arancio è come un re senza corona. Sei una persona di successo nella vita solo se sei riuscito a trasferirti in una casa con il cancello automatico, telecomandato e con lampeggiante. Cartelli di segnalazione sono anche indispensabili per evitare che i bambini restino intrappolati accidentalmente durante la chiusura tra il muro ed il cancello e vengano schiacciati come insetti. Sicurezza innanzitutto.

    Gli appartamenti nel condominio di Giorgio e Franco erano raggiungibili

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