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Controcorrente
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E-book236 pagine1 ora

Controcorrente

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“Il testo ripercorre dapprima la storia dei Social Media, per poi analizzare tre piattaforme, quelle con maggiore forza comunicativa: Facebook, Instagram e Tiktok. La seconda parte del lavoro si occupa, invece, di analizzare come la comunicazione sui Social cambia durante i vari momenti storici di un paese. Come caso storico è stata portata la crisi sanitaria mondiale da Covid-19. Infine, attraverso il progetto editoriale “Controcorrente”, capiremo come è possibile comunicare sui Social Media contenuti di valore senza sminuirne il significato ma sfruttando le potenzialità offerte dalle piattaforme di riferimento, tenendo sempre a mente che chi si fa notare crea emozioni.” Con un linguaggio accessibile a tutti, l’autrice ci propone un saggio pratico e interessante anche per chi, inesperto, voglia addentrarsi nel mondo dei Social, per comprenderne certe dinamiche.

Sara Verrecchia nasce a Roma nel 1997, si laurea a 23 anni con lode in Fashion Editor, Styling & Communication presso l’accademia Costume & Moda di Roma. Durante il percorso di studi universitari si appassiona al mondo dei Social Media e alle dinamiche socio culturali che lo caratterizzano, interessandosi principalmente alle nuove generazioni. Si sperimenta su Instagram con diversi progetti rivolti principalmente alle nuove generazioni. Con la sua prima opera Controcorrente – pionieri di linguaggi generazionali per i Social Media cerca di analizzare i cambiamenti sempre più repentini del mondo dei Social, raccontandoli come risorse vantaggiose per la formazione del tessuto culturale degli utenti. Aspira a diventare una Art Director di successo che, attraverso il suo giovane punto di vista, possa rivoluzionare il mondo della comunicazione valorizzando le potenzialità dei Social.
LinguaItaliano
Data di uscita31 lug 2021
ISBN9788830647299
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    Anteprima del libro

    Controcorrente - Sara Verrecchia

    LQpiatto-Controcorrente.jpg

    Sara Verrecchia

    Controcorrente

    Pionieri di nuovi linguaggi generazionali

    per i Social Media

    © 2020 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-3821-1

    I edizione luglio 2021

    Finito di stampare nel mese di luglio 2021

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    Controcorrente

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di Lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    A me stessa,

    colei che mi ha permesso

    di rimanere in vita.

    Alla mia storia,

    ostacolo e ispirazione di questo percorso.

    A tutti gli artisti,

    che si fanno carico di accogliere il disagio

    rendendolo qualcosa di utile e di bello.

    INTRODUZIONE

    Con il termine Social Media, per la prima volta nella storia dell’avanzamento tecnologico, si va a dare rilievo per lo più alla componente comunicativa delle nuove piattaforme, rimarcando la funzione della mediazione piuttosto che quella di tecnologie informatiche che si occupano dell’organizzazione delle informazioni.

    Lo sviluppo e l’assestamento definitivo di queste piattaforme, fino a diventare come sono oggi, ha coinciso con gli anni di formazione di generazioni di giovani che vivono sempre di più in un universo fluido, in continua oscillazione, caratterizzati da una sfuggente definizione del sé.

    Il testo si propone di ripercorrere dapprima la storia dei Social Media, per compiere un’analisi di contesti all’interno dei quali poter collocare poi riflessioni sulle pratiche mediali e sui linguaggi.

    In particolare vengono ampiamente analizzati e sviscerati nella loro interezza, tre piattaforme, ritenute quelle che nel

    panorama mediale hanno maggiore forza comunicativa: Facebook, Instagram e Tiktok. Di queste sono stati affrontati i linguaggi e la semantica utilizzata nella narrazione dello storytelling, il quale sui Social assume un doppio significato di senso: il primo legato al racconto della propria vita che gli utenti forniscono alla piattaforma; il secondo collegato a quello che la piattaforma, presa visione del primo, fornisce all’utente.

    La seconda parte del lavoro si occuperà di analizzare come la comunicazione sui Social cambia durante i momenti storici di break down. Come caso storico è stato portato ad esempio la crisi sanitaria mondiale da Covid-19 scoppiata alla fine del 2019. L’analisi è stata arricchita da uno studio condotto su un campione di 584 individui, il quale ha dimostrato che il periodo di Pandemia, ha modificato l’utilizzo delle piattaforme sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. Inoltre, gran parte degli utenti ha mutato la percezione, spesso negativa, dei Social, in quanto di questi si è fatta un’esperienza nuova.

    A dimostrazione dell’importanza del Web 2.0 durante un periodo di forte break down, sono stati esaminati alcuni casi study, di diversa natura. I loro format e la positiva risposta da parte degli utenti dimostrano come, in momenti di forte crisi, si accelerano o fanno nascere progetti innovativi, in quanto con

    l’amplificarsi dell’instabilità del tessuto sociale, si amplificano i bisogni e le necessità degli utenti.

    Infine, attraverso il progetto editoriale Controcorrente, ci occuperemo di capire come è possibile comunicare sui Social Media contenuti di valore senza sminuirne il contenuto ma sfruttando le potenzialità offerte dalle piattaforme di riferimento, tenendo sempre a mente che nel Web 2.0 si fa notare chi crea emozioni.

    In conclusione, il testo si propone di sviscerare la relazione dei Social con contesti, generazioni e linguaggi, guardando sempre verso un futuro mediale che si sta formando, che creerà nuove opportunità e nuovi stimoli, per sviluppare nuovi metodi comunicativi che cercano di anticipare quali saranno i fenomeni che coinvolgeranno la società e l’atteggiamento degli utenti.

    1.

    MEDIA VECCHI, MEDIA NUOVI E CULTURA DIGITALE

    È davvero essenziale sapere come e se i nuovi media siano davvero nuovi? È forse fondamentale inquadrare le direttive entro le quali i Nuovi Media operano, ovvero: quella personale e quella collettiva.

    Nel 2007 Sonia Livingstone propone una delle più chiare definizioni di Social Media. Sostiene infatti, che i social media siano composti da tre elementi e che solo guardandoli da tutte e tre le loro dimensioni si possa avere una visione completa: «gli artefatti o dispositivi, utilizzati per comunicare o trasmettere il significato; le attività e le pratiche, in cui gli individui comunicano o condividono le informazioni; l’organizzazione

    sociale o le forme organizzative, che si sviluppano intorno ai dispositivi e alle pratiche»

    ¹.

    Per capire da dove nasce la definizione di Livingstone bisogna ripercorrere la storia dei vecchi media e della loro sostituzione a favore dei nuovi media.

    Quando nel mondo della comunicazione emerge un nuovo medium, come ci ricorda McLuhan (1990), questo generalmente assorbirà, tra le sue funzioni, quelle dei media antecedenti alla sua nascita. L’assorbimento delle funzioni non è sufficiente per affermare che i nuovi media sostituiscano interamente i vecchi media, dove per "sostituzione" si intende la totale o quasi scomparsa di questi ultimi.

    Recentemente, con la comparsa dei supporti digitali per la lettura e l’informazione, ci si è interrogati a lungo su quale fosse il destino dei supporti cartacei, come ad esempio libri, giornali, riviste e, di conseguenza, quale fosse il destino dell’editoria. Tuttavia, se un medium diventa tecnologicamente predominante, assorbendo gli altri, occorre tenere presente quali trasformazioni avvengono per ciascun medium, sia vecchio che nuovo.

    Infatti, possiamo affermare che i tre elementi che possono definire nuovo un medium rispetto al suo precedente sono:

    • i supporti;

    • l’organizzazione dei linguaggi e dei contenuti;

    • l’accessibilità e la produzione;

    Quindi al di là dell’innovazione tecnologica, i nuovi media funzionano in un certo modo anche perché sono esistiti i media vecchi che hanno aperto la strada a un sempre maggior coinvolgimento di pubblici e consumatori nell’elaborazione dei propri contenuti. Con gradi di libertà diversi e con esiti diversi, ma anche da questa prospettiva la -novità- dei new media appare storicamente collocata².

    Come abbiamo precedentemente affermato, il passaggio da vecchio media a new media non si esplica con una sostituzione/assorbimento, ma possiamo dire che sia più corretto utilizzare il termine affiancamento. Con l’avvento di ciascun nuovo medium però abbiamo assistito a un momento di crisi e ad una conseguente ristrutturazione e riadattamento delle caratteristiche del medium che lo precedeva, creando una sinergia di media che lavorano a stretto contatto, l’uno in funzione delle peculiarità dell’altro.

    Ad esempio, con l’avvento della televisione alcune funzioni del cinema (vecchio medium) sono state assorbite ed espletate da quest’ultima, iniziando a produrre e trasmettere serie tv, comedy e fiction. Il cinema ha iniziato a produrre film

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