Location via proxy:   [ UP ]  
[Report a bug]   [Manage cookies]                

Infiammazione

meccanismo di difesa non specifico innato
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

L'infiammazione o flogosi (pronuncia: /floˈɡɔzi/ o /ˈflɔgozi/[1]) è un meccanismo di difesa non specifico innato, che costituisce una risposta protettiva all'azione dannosa di agenti fisici, chimici e biologici, il cui obiettivo è l'eliminazione della causa iniziale di danno cellulare o tissutale, nonché l'avvio del processo riparativo.

Caratteristiche

modifica

L'infiammazione consiste in una sequenza dinamica di fenomeni che si manifestano con un'intensa reazione vascolare. Questi fenomeni presentano caratteristiche relativamente costanti nonostante l'infinita varietà di agenti lesivi, in quanto sono determinati non solo e non tanto dall'agente, quanto soprattutto dal rilascio di sostanze endogene: i mediatori chimici della flogosi. È una reazione dell'organismo per lo più locale, pertanto la maggior parte della sua fenomenologia più evidente si svolge, ed è osservabile, nella regione (o nelle regioni) in cui sono localizzati gli agenti eziologici responsabili della sua comparsa. L'infiammazione può variare nelle sue manifestazioni in base alla sede, alla natura dell'agente che l'ha scatenata e all'entità del danno provocato. I fenomeni elementari della risposta infiammatoria quali la vasodilatazione e l'aumento di permeabilità portano al passaggio di liquidi dal letto vascolare al tessuto leso (edema) e infiltrazione leucocitaria nell'area di lesione. L'infiammazione serve dunque a distruggere, diluire e confinare l'agente lesivo, ma allo stesso tempo mette in moto una serie di meccanismi che agevolano la riparazione o la sostituzione del tessuto danneggiato. Le cause che inducono la risposta infiammatoria sono numerose: traumi (meccanici, fisici, chimici), microrganismi (virus, parassiti, batteri, ecc.), necrosi tissutale, reazioni autoimmunitarie, tumori maligni, ecc.[2][3]

Clinicamente i segni cardine dell'infiammazione sono, in questo ordine preciso: calore della parte infiammata, arrossamento, tumefazione, dolore, alterazione funzionale (calor, rubor, tumor, dolor, functio laesa). Sono manifestazioni delle modificazioni tissutali che consistono in vasodilatazione, aumento della permeabilità dei capillari, stasi circolatoria, infiltrazione leucocitaria (con marginazione, rotolamento e adesione sulla superficie endoteliale di leucociti attraverso l'espressione di molecole di adesione, fase finale di extravasazione leucocitaria attraverso l'endotelio, chemiotassi per risposta dei leucociti presenti nello spazio interstiziale agli agenti chemiotattici, i quali li indirizzano verso la sede del danno). Per valutare le condizioni infiammatorie si usano diversi metodi di campionamento (ad es., la citometria a flusso) e molteplici indici, soprattutto estratti dal sangue[3][4]. Fra questi, ad esempio, le citochine, un vasto insieme di proteine prodotte da cellule del sistema immunitario (come macrofagi – compresi quelli interni al sistema nervoso centrale, ovvero la microglia – e cellule natural killer) che modulano la risposta infiammatoria fungendo da mezzo di comunicazione per le cellule del sistema immunitario[3][4], e la proteina C-reattiva (C-reactive protein o CRP), sintetizzata nel fegato dalle cellule di Kupffer in risposta a un incremento dello stato pro-infiammatorio[3][4]. Le citochine possono essere suddivise in vari modi; alcune stimolano l'infiammazione (dette "pro-infiammatorie"), come le interleuchine (IL)-1β e -6, il fattore di necrosi tumorale α (Tumor Necrosis Factor o TNF-α) o l'interferone (IFN-)γ, altre la riducono (le "anti-infiammatorie"), come la IL-10[4][5][6].

Classificazione

modifica

L'infiammazione viene classificata secondo un criterio temporale in acuta e cronica. Quest'ultima può poi essere distinta secondo un criterio spaziale in diffusa (infiammazione cronica interstiziale) o circoscritta (infiammazione cronica granulomatosa).

Infiammazione acuta

modifica

L'infiammazione acuta è un processo flogistico rapido che coinvolge i tessuti, caratterizzato da un inizio repentino e violento, al quale segue una rapida (da qualche minuto a qualche ora o giorno) successione di avvenimenti contraddistinti dalla preponderanza di fenomeni vascolo-ematici, responsabili della comparsa dei caratteristici sintomi cardinali.

Inizia con la fase di riconoscimento dell'agente che ha causato la flogosi, attraverso recettori posti sulle cellule dell'immunità innata. Tra questi i TLR, i quali una volta attivati danno il via a un programma genetico pro-infiammatorio. Avendo un dominio TIR, questi recettori mediano una cascata di trasduzione pro-infiammatoria che ha come esito finale l'attivazione del complesso NF-κB, che è il principale meccanismo di regolazione trascrizionale alla base di un programma pro-infiammatorio. In questo complesso hanno il ruolo chiave le proteine P50 e P65, abitualmente legate a un inibitore chiamato IκB. Arrivato il segnale, una chinasi fosforila IκB con il conseguente distacco di P50 e P65; IκB verrà degradato da una proteasi, mentre le proteine andranno a migrare verso il nucleo dove si legheranno ai siti di consenso di NF-κB, inducendo l'attivazione di geni che codificano citochine infiammatorie, chemochine pro-infiammatorie, molecole di adesione e molecole costimolatrici che mediano la risposta immunitaria.

Infiammazione cronica

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Infiammazione cronica .

L'infiammazione cronica è un processo flogistico di lunga durata (mesi o anni) in cui coesistono l'infiammazione attiva, la distruzione tissutale e i tentativi di riparazione. Durante l'evoluzione può conseguire oscillazioni della sua gravità e fenomeni di acutizzazione[2][5]. Le infiammazioni croniche possono derivare da una persistenza degli antigeni flogogeni in seguito a un'infiammazione acuta non completamente risolta; è possibile che tali agenti non siano raggiungibili dai sistemi di difesa, oppure che le sostanze litiche non siano in grado di digerirli. L'indice di cronicità dell'infiammazione è dato dalla quantità di tessuto di granulazione formato dai fibroblasti e dal livello della linfocitosi sviluppatasi.

L'infiammazione nei disturbi mentali

modifica

È stato scientificamente provato che l'infiammazione cronica colpisce il cervello e che vi è un legame diretto tra l'infiammazione e la malattia mentale.

L'infiammazione nei disturbi del neurosviluppo

modifica

I disturbi del neurosviluppo (DNS)[7] sono un gruppo di condizioni con esordio nell'età dello sviluppo caratterizzate da deficit che compromettono funzioni personali, sociali, scolastiche o lavorative. Essi subiscono l'influenza dell'infiammazione che si presenta nelle donne in gravidanza. Si rileva infatti un aumento del rischio di sviluppo neurologico dall'esito negativo nei bambini se nelle madri incinte si manifesta uno stato infiammatorio[8]. Quindi variazioni dell'ambiente immunitario gestazionale incidono sul neurosviluppo del feto[9][10]. Il rischio di comparsa di DNS nella prole è dato sia dalle infezioni materne TORCH (Toxoplasma gondii, altre infezioni, rosolia, Citomegalovirus, herpes simplex), che possono contagiare il bambino, sia dalle infezioni non trasmissibili (ad es. influenza, infezioni del tratto urinario). L'infezione durante la gravidanza innesca l'attivazione immunitaria materna (MIA) che ha effetti sui processi cerebrali del feto che causano disturbi dello sviluppo neurale[11][12]. Han e colleghi[8] hanno rilevato che un possibile collegamento tra l'infiammazione materna durante la gravidanza e la comparsa nei bambini di DNS consiste nella via del recettore Toll-like (TLR).

La disregolazione immunitaria innata innescata da TLR è risultata essere un potenziale percorso comune implicato in diversi stati infiammatori nei soggetti con DNS[8]. La disregolazione dopo la nascita potrebbe derivare da modificazioni epigenetiche della segnalazione del TLR, prodotte dall'esposizione all'infiammazione durante la gravidanza[13]. Invece un'iper-reattività del TLR è stata riscontrata nello spettro autistico (ASD)[8]. Nella MIA sono implicati altri fattori materni che causano l'infiammazione cronica[14][15][16] legata a fattori ambientali a cui viene esposto l'individuo (esposoma), che includono basso livello socioeconomico, stress psicosociale, inquinamento, insufficienza di sonno, esercizio inadeguato, fumo, dieta malsana, disbiosi microbica[15], tutti associati a DNS nella prole[17]. Negli stati infiammatori cronici la disregolazione del TLR è coinvolta soprattutto nell'obesità in adulti, gravidi o meno[18][19][20][21].

Sembra che l'infiammazione abbia a che fare anche con lo spettro autistico. In particolare, essa pare interagire direttamente o indirettamente con il sistema nervoso centrale (SNC) attraverso i neuroni, il sistema immunitario o il sistema neuroendocrino[22][23]. Studi clinici hanno identificato profili di citochine anormali nei pazienti con ASD[24][25][26][27]. Un ruolo nel collegamento tra infiammazione e ASD sembra essere svolto dalla CRP, la proteina C-reattiva utilizzata per valutare il grado di infiammazione e il rischio futuro di disturbi psichiatrici[28][29]. È stata rilevata un'alta concentrazione di CRP periferica in bambini con ASD rispetto a bambini sani[30]; Brown e colleghi[31] hanno rilevato un'associazione dell'aumento nel siero della CRP nelle madri con un maggiore rischio di ASD nei figli.

Si riscontrerebbe un nesso causale tra i livelli periferici di CRP e la presenza di ASD in quanto questa proteina, entrando nel SNC, influenza l'attivazione della microglia, la quale ha un effetto rilevante sulla neurotrasmissione glutammatergica e sulla maturazione sinaptica nel cervello, che sono processi in parte responsabili dello sviluppo dell'ASD[32][33][34][35][36]. Tuttavia, la CRP può anche agire come fattore protettivo contro il danno infiammatorio nei pazienti con ASD[30][37]. Sono necessari ulteriori studi sull'associazione tra infiammazione e disturbi del neurosviluppo, sul ruolo del TLR e della CPR.

L'infiammazione nello spettro della schizofrenia

modifica

La schizofrenia è un disturbo mentale cronico dall'eziologia complessa e in gran parte ancora sconosciuta. Comprende fattori sia congeniti sia ambientali e implica alterazioni neurodegenerative del sistema nervoso centrale (SNC), oltre che una significativa compromissione del funzionamento sociale, e comporta un quadro sintomatologico molto grave con la presenza di sintomi positivi (deliri, allucinazioni), negativi (anedonia, ritiro sociale) e affettivi, nonché disfunzioni cognitive (alterazione della memoria di lavoro)[7].

Un numero crescente di studi[38] indica che l'infiammazione subclinica nel SNC e la disregolazione immunitaria possono avere un ruolo nel meccanismo eziopatologico della schizofrenia. La neuroinfiammazione può portare alla patologia della materia bianca, alla disconnessione tra aree cerebrali e quindi all'insorgenza dei sintomi della schizofrenia[39].

Le citochine svolgono un ruolo critico nel coordinamento della risposta infiammatoria, in quanto agiscono principalmente sulle cellule immunitarie regolandone la proliferazione e l'attivazione: numerose meta-analisi[40][41] dimostrano alterazioni nei livelli di citochine nel sangue dei pazienti schizofrenici rispetto ai controlli sani (HC). In genere, essi tendono a manifestare un'aumentata espressione dell'mRNA dei geni delle citochine nei linfociti rispetto agli HC, e ciò potrebbe derivare da meccanismi epigenetici alla base della relazione tra schizofrenia e stress nella prima infanzia[42].

Si ipotizza una certa alterazione dell'equilibrio tra citochine pro-infiammatorie, come l'interleuchina-6 (IL-6) o l'IL-1β, e citochine anti-infiammatorie, come l'interleuchina 10 (IL-10)[42][43]. Questa ipotesi è supportata dall'effetto protettivo delle citochine Th2 e delle citochine antinfiammatorie, i cui elevati livelli prenatali nel sangue materno possono ridurre il rischio di schizofrenia nella prole. Inoltre, una meta-analisi condotta da Brown e colleghi[44] suggerisce un'influenza notevole dello squilibrio delle citochine sul rischio di schizofrenia nella prole durante le prime fasi della gravidanza. Livelli elevati di citochine proinfiammatorie possono causare l'iperattivazione di astrociti e microglia e la stimolazione presinaptica dei recettori dopaminergici nel mesencefalo[45]. Le citochine proinfiammatorie sono anche note per influenzare la regolazione della via della chinurenina e disturbare la trasmissione glutammatergica[46].

Considerata una delle principali citochine pro-infiammatorie, l'interleuchina-1β (IL-1β) è secreta principalmente da monociti, macrofagi, microglia e linfociti in risposta al lipopolisaccaride (LPS), ad altre citochine e a frammenti di complemento[47]. È noto che attiva l'espressione di numerosi geni e aumenta la secrezione di adrenocorticotropina (ACTH); è stato riferito che le variazioni dei suoi livelli disturbano la migrazione neuronale[48]. I livelli periferici di IL-1β correlano con la gravità dei sintomi positivi e negativi e con la presentazione psicopatologica complessiva[49].

L'interleuchina 6 (IL-6) è una delle citochine più studiate nella ricerca sulla schizofrenia. È prodotta da macrofagi, monociti e microglia e la sua secrezione è indotta da IL-1β, interferoni, fattore di necrosi tumorale-α (TNF-α), lipopolisaccaridi e infezioni virali[50]. L'IL-6 aumenta la sintesi di proteine della fase acuta, tra cui la CRP, che può influenzare la proliferazione della microglia[51]. Le variazioni dei livelli di IL-6 possono interrompere la neurogenesi e ridurre la ricaptazione del glutammato[48]. Il recettore solubile dell'IL-6 (sIL-6R) può legarsi a questa citochina, aumentandone ulteriormente l'attività biologica. Le meta-analisi di Miller e colleghi[41] e di Goldsmith e collaboratori[52] hanno mostrato una riduzione dei livelli periferici di IL-6 in risposta agli antipsicotici senza una stratificazione per farmaci specifici o popolazioni di pazienti.

Esiste una correlazione positiva tra la concentrazione di IL-6 nel sangue e i sintomi negativi e positivi, nonché la presentazione psicopatologica complessiva e i deficit cognitivi[53].

L'interleuchina (IL-10) è una delle citochine antinfiammatorie primarie secreta soprattutto dai linfociti T (Treg), Th2 e B regolatori attivati[54]. Riduce la produzione di specie reattive dell'ossigeno e contribuisce a diminuire lo stress ossidativo[55]. Riduce inoltre la secrezione di IFN-γ e IL-2 da parte dei linfociti Th1 e di citochine pro-infiammatorie da parte dei macrofagi[50]. È stata trovata una correlazione positiva tra i livelli periferici di IL-10 e la gravità dei sintomi negativi, la presentazione psicopatologica generale, i deficit di attenzione e l'incidenza di comportamenti aggressivi, e una correlazione negativa con i deficit cognitivi[53].

Le meta-analisi disponibili, in cui non è stata applicata alcuna stratificazione per trattamento o popolazione di pazienti, non suggeriscono alcun effetto dei farmaci antipsicotici sui livelli periferici di IL-10[56].

L'infiammazione nel disturbo bipolare

modifica

Il disturbo bipolare (BD)[7] è caratterizzato da ricorrenti alternanze dell'umore, che comprendono gli episodi ipomaniacali (caratteristici del Bipolare II), maniacali (che identificano il Bipolare I) e depressivi (obbligatoriamente presenti nel BD-II, spesso – ma non per forza – presenti nel BD-I), occasionalmente intervallati da episodi di umore stabile (eutimia)[7]. Sempre più studi, che analizzano sia il disturbo nel suo complesso sia i singoli episodi dell'umore, indicano un ruolo dell'infiammazione anche in questo disturbo[57][58][59].

Ad esempio, la meta-analisi di Solmi e colleghi[59] dimostra che indicatori pro-infiammatori come la proteina c-reattiva (CRP), l'interleuchina IL-6 e il fattore di necrosi tumorale alpha (TNF-α) sono più elevate nei soggetti bipolari durante un episodio dell'umore rispetto a soggetti sani, e l'interleuchina IL-6 rimane significativamente più elevata nei soggetti bipolari persino nei periodi di umore stabile. Ciò potrebbe essere legato al fatto che nel disturbo bipolare lo stress e l'ansia hanno impatto elevato, data la stretta relazione tra il sistema immunitario e i sistemi di regolazione dello stress come l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene[58][59]. Questi dati sono in linea con altra letteratura[57][58], che riscontra che i marcatori più elevati nei soggetti bipolari sono CRP, IL-6, sTNF-R1 (un recettore per il TNF- α) e TNF-α, parallelamente a una ridotta secrezione di cortisolo (dato in linea con la letteratura, per esempio, sul disturbo da stress post-traumatico[60]). Di conseguenza, i pazienti affetti da BD-I mostrano una risposta immunomodulatoria cortisolo-dipendente attenuata agli stimoli stressanti conseguendo a un aumento di cellule T pro-infiammatorie e alla diminuzione delle cellule T regolatorie anti-infiammatorie[58]. Inoltre, nei soggetti BD in fase maniacale è stata rilevata una diminuzione di cellule natural killer (NK) e un aumento di IL-6, IL-2 e IL-4, IL-1RA (recettore antagonista per l'interleuchina-1), mentre negli stati depressivi vi è l'aumento dell'IL-4 e la diminuzione dell'IL-1β e dell'IL-6. Infine nei pazienti eutimici solo IL-4 è risultato in aumento. In tutte le fasi sono stati riscontrati aumenti di sIL-2R, sIL-6R, CRP, sTNF-R1, recettore della p-selectina e proteina chemiotattica dei monociti-1 (MCP1)[57].

Ormai è noto che l'infiammazione può influenzare le strutture cerebrali e avere un effetto sempre più negativo con l'avanzamento della malattia, ragion per cui il rilevamento di alti livelli infiammatori nel disturbo bipolare è di notevole importanza clinica[57][58].

L'infiammazione nei disturbi depressivi

modifica

L'aumento dell'infiammazione periferica è stato costantemente riportato in pazienti con disturbo depressivo maggiore (MDD), caratterizzato dalla persistenza per almeno due settimane di umore deflesso e anedonia[7]. Ad esempio, la meta-analisi di Enache e colleghi[61] ha riscontrato nel liquido cerebrospinale di pazienti depressi livelli molto più alti di IL-6 e di TNF-α rispetto ai controlli sani. Inoltre, all'interno della corteccia cingolata anteriore e nella corteccia temporale erano più alti anche i livelli di proteina translocatrice, un marcatore della presenza di infiammazione centrale usato negli studi di neuroimmagine. In uno studio longitudinale di Boufidou e colleghi[62] su donne incinte sono stati riscontrati alti livelli di IL-6 e TNF-α nel CSF al momento del parto, positivamente associati alla comparsa di sintomi depressivi post-partum a quattro giorni e sei settimane dopo il parto.

Questi dati suggeriscono la presenza di neuroinfiammazione nei pazienti con MDD, caratterizzata essenzialmente da un aumento dei livelli di citochine pro-infiammatorie nel CSF, una maggiore attivazione della microglia e una diminuzione della densità di astrociti e oligodendrociti della corteccia prefrontale (PFC). Tutto questo può contribuire all'alterazione della comunicazione tra il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale e alle alterazioni della via della chinurenina e della funzione glutammatergica, compromettendo l'integrità della barriera ematoencefalica con conseguente cascata di effetti negativi sull'integrità strutturale e funzionale del cervello, che includono alterazioni nella connettività tra le varie aree cerebrali, assottigliamento corticale e difetti nel problem-solving[63].

L'infiammazione nei disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo

modifica

Pochi studi cercano di scoprire se esiste una correlazione fra l'infiammazione immunitaria e il disturbo ossessivo compulsivo (DOC), ma una meta-analisi[64] ha confrontato il sistema immunitario di un gruppo di soggetti sani con uno di soggetti con diagnosi di DOC.

Nonostante abbia analizzato i livelli di diverse citochine (TNF-α, IL-6, IL-1β, IL-4, IL-10, e interferone-γ), ovvero piccole molecole di natura proteica che dotano le cellule di alcune precise istruzioni, la ricerca non ha riscontrato risultati significativi per poter correlare l'infiammazione immunitaria con il DOC[64]. Gli studi in merito dovranno considerare alcuni fattori confondenti, come la presenza di disturbi mentali in comorbidità (ad esempio la depressione), l'uso di farmaci, di tabacco. Anche se il presunto ruolo delle infiammazioni immunitarie nella fisiopatologia del DOC è stato compreso, questa meta-analisi indica che l'associazione fra questi due elementi deve ancora essere stabilita.

Sulla stessa scia, uno studio longitudinale più recente[65] ha messo in correlazione il cambiamento neurale e neurochimico in pazienti con DOC a seguito della psicoterapia. Dopo 2-3 mesi di psicoterapia ospedaliera i sintomi diminuivano notevolmente, così come si riduceva significativamente l'attività della corteccia cingolata anteriore, del precuneo e del putamen, la cui iperattività patologica è legata alla diagnosi di DOC. Tuttavia, non è stato rilevato alcun cambiamento a livello neurochimico (ovvero nelle concentrazioni di cortisolo, serotonina, dopamina e nei parametri immunologici come la IL-6, la IL-10 e il TNF-α).

Uno studio[66] ha indagato l'espressione genetica dei monociti periferici in pazienti pediatrici con DOC. I ricercatori hanno esaminato l'espressione genica dei monociti periferici dei partecipanti in condizioni normali e dopo l'esposizione al lipopolisaccaride (LPS) col fine di stimolare risposta immunitaria. Pur in assenza di differenze significative tra il gruppo di controllo e quello sperimentale, sono state osservate forti correlazioni tra l'espressione di alcuni geni e i marcatori infiammatori. I risultati forniscono ulteriori prove del coinvolgimento della disregolazione dei monociti nel DOC a esordio precoce, indicando una predisposizione pro-infiammatoria e una risposta immunitaria migliorata grazie all'ambiente in cui si trova il soggetto.

Le ricerche svelano un nesso fra il sistema immunitario e il disturbo ossessivo compulsivo. In futuro si dovrà scoprire il ruolo predisponente o precipitante del sistema immunitario.

L'infiammazione post-traumatica: disturbi trauma-correlati, disturbi dissociativi e disturbi da sintomi somatici

modifica

L'esposizione a un evento traumatico ha devastanti conseguenze a livello cerebrale da molti punti di vista[67]. Tra le principali è uno stato pro-infiammatorio cronico[67], cruciale in particolar modo nei pazienti con diagnosi di disturbo da stress post-traumatico (DSPT)[7], una delle più gravi sequele psicopatologiche di un trauma in età adulta o infantile[68][69]. Recenti meta-analisi comprovano uno stato pro-infiammatorio cronico negli individui con questa diagnosi che potrebbe oltretutto avere un ruolo causale nell'insorgenza del disturbo[60][70][71][72][73][74]. Ad esempio, Yang e Jiang[73] rilevano livelli più alti di IFN-γ, TNF-α e CRP nei pazienti con DSPT, anche confrontati con controlli esposti a traumi. Questi dati concordano con quanto riscontrato da Peruzzolo e colleghi[72], che hanno rilevato alti livelli di CRP, TNF-α e IL-6 (risultata alta anche nell'analisi di Yang e Jiang[73], ma non in modo significativo nei successivi confronti con controlli sani ma esposti a traumi) nei pazienti con DSPT rispetto a controlli sani. Tale stato infiammatorio cronico, tra le molteplici alterazioni fisiologiche implicate nel DSPT[75][76], potrebbe essere uno dei fattori che spiega la riduzione del volume corticale in aree cerebrali critiche (come amigdala, ippocampo e corteccia prefrontale) e le alterazioni di connettività funzionale riscontrate nei pazienti con questa diagnosi, che a loro volta si pensa siano alla base dei deficit di regolazione emotiva e di problem-solving tipici di questo disturbo[60][70]. Questi aspetti immunitari e neurodegenerativi potrebbero contribuire a spiegare l'elevato tasso di comportamenti suicidari nei pazienti con DSPT[77] e in generale negli individui esposti a traumi, soprattutto in età infantile[6][67][78][79][80].

Un altro esempio di disturbi psichiatrici strettamente legati a esperienze traumatiche è costituito dai disturbi dissociativi[7] o disturbi da sintomi somatici come il disturbo da sintomi neurologici funzionali, annoverato tra le possibili patologie legate a eventi di vita fortemente stressanti[81][82]. Indicazioni di squilibri immunitari sono presenti anche in questi disturbi; tuttavia, gli studi sono ancora troppo pochi per considerare questi dati conclusivi[83][84].

L'infiammazione nei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione

modifica

I disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (DNA)[7] si contraddistinguono per una duratura alterazione dell'alimentazione o dei relativi comportamenti, che sfocia in un consumo o assorbimento irregolare di cibo e una compromissione della salute fisica e del funzionamento psicosociale, e comprendono disturbi quali anoressia nervosa (AN) e bulimia nervosa (BN).

Negli ultimi due decenni, il ruolo delle citochine nei DNA è stato preso in considerazione da diverse fonti[7][85][86][87][88][89]. Una meta-analisi ha mostrato concentrazioni circolanti di citochine pro-infiammatorie TNF-α, IL-1β e IL-6 elevate nelle persone con AN; la concentrazione di esse non cambiava con l'aumento di peso[90]. Mentre le prime ricerche davano risultati contrastanti e vaghi[91], la meta-analisi di Dalton e colleghi[92], che ha studiato la concentrazione di citochine in tutti i DNA, ha raccolto le informazioni in modo sistematico.

Come è stato dimostrato da tempo, nelle persone con DNA le citochine sono alterate.[91] Sono di particolare interesse nelle patologie alimentari poiché gli studi di associazione sul genoma hanno identificato il primo locus significativo a livello genomico associato all'AN che è strettamente legato al funzionamento immunitario e alla segnalazione delle citochine[93]. Le citochine giocano un ruolo importante sia nel sistema immunitario sia nello sviluppo e nel funzionamento del cervello, e di conseguenza negli stati mentali e nel comportamento. Sono implicate nei DNA proprio a causa dei loro effetti sulla salute psicologica, peso corporeo e appetito[92]. Per esempio, è stato dimostrato che i livelli plasmatici della citochina pro-infiammatoria IL6 sono correlati positivamente all'indice di massa corporea (IMC)[94]. Inoltre, le citochine sono coinvolte nella regolazione dell'assunzione di cibo[95] e dell'appetito[96], il che può essere dovuto a interazioni con segnali oressigeno e anoressigeno[92].

Dall'ultima meta-analisi di Dalton e colleghi emergono TNF-α e IL-6 più elevate nei partecipanti con AN rispetto ai controlli sani (HC), mentre non differiscono tra le persone con BN e HC. IL-1β e TGF-β rimangono uguali tra HC e qualsiasi gruppo con DNA. Pertanto l'AN sembra essere associata a concentrazioni elevate di TNF-α e IL-6[97].

Considerando il legame tra le citochine e l'appetito, regolazione dell'umore e ansia, queste citochine pro-infiammatorie potrebbero essere un potenziale bersaglio di un futuro farmaco destinato ai casi di AN, aumento di peso, anche in presenza di problemi psicologici coesistenti[92].

L'infiammazione nei disturbi neurocognitivi

modifica

I disturbi neurocognitivi[7] sono un insieme di disturbi (tra cui, ad esempio, il morbo di Alzheimer (AD), morbo di Parkinson e malattia di Huntington) primariamente caratterizzati da un declino in diverse capacità cognitive (attenzione, memoria, ecc.). L'eziologia e la patologia, diversamente da tutti gli altri disturbi mentali, in questo caso sono solitamente identificabili e consentono la diagnosi specifica. Ultimamente si scopre sempre più rilevante il ruolo dell'infiammazione in questi disturbi, ruolo che certi studi presumono causale. Ad esempio, una recente revisione sistematica[98] ha identificato mutazioni nelle proteine regolatrici del complemento in studi genetici sull'Alzheimer. Lo stesso studio nota un aumento della concentrazione di clusterina nel fluido cerebrospinale (CSF) e un aumento meno consistente di concentrazione di C3 nel liquor di pazienti con Alzheimer rispetto ai soggetti senza, come conferma il confronto delle concentrazioni di proteine del complemento nel liquido cerebrospinale CSF o nel sangue periferico tra pazienti con AD e soggetti sani. È stata identificata attività più elevata del complemento nelle persone con Alzheimer rispetto ai controlli sani, dato in linea con le rilevazioni di uno stato pro-infiammatorio sistemico in pazienti con Alzheimer di un'altra meta-analisi[99]. Tuttavia, la ricerca è molto eterogenea, quindi è ancora difficile ricavare risultati conclusivi.

L'infiammazione nel rischio suicidario

modifica

Sempre più autori stanno definendo il rischio suicidario come un quadro psicologico a sé stante e trasversale a ogni diagnosi psichiatrica, in quanto sembra essere caratterizzato da fattori causali e patogenetici distinti da quelli delle diagnosi a cui è tipicamente associato, come la depressione o il disturbo borderline di personalità[100][101][102]. Tra questi fattori hanno importanza primaria gli indici infiammatori (sia periferici come la CRP, interleuchine e TNF-α, sia centrali come quelli relativi all'attività della microglia), che risultano elevati negli individui suicidari, anche tenendo conto della presenza di depressione, e sembrano strettamente connessi alle alterazioni strutturali e funzionali del cervello e di conseguenza alle difficoltà nel problem-solving e nell'auto-regolazione emotiva degli individui a rischio di suicidio[6][79][80][103][104][105][106][107].

  1. ^ Luciano Canepari, flogosi, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
  2. ^ a b Giuseppe Mario Pontieri, Elementi di patologia generale & fisiopatologia generale, 4. ed, Piccin, 2018, ISBN 978-88-299-2912-2, OCLC 1047940654. URL consultato il 13 giugno 2022.
  3. ^ a b c d (EN) Rasheed Ahmad, Anfal Al-Mass e Valerie Atizado, Elevated expression of the toll like receptors 2 and 4 in obese individuals: its significance for obesity-induced inflammation, in Journal of Inflammation, vol. 9, n. 1, 2012, pp. 48, DOI:10.1186/1476-9255-9-48. URL consultato il 13 giugno 2022.
  4. ^ a b c d John T. Cacioppo, Louis G. Tassinary e Gary G. Berntson, Handbook of psychophysiology, 3rd ed, Cambridge University Press, 2007, ISBN 978-0-511-27907-2, OCLC 166506595. URL consultato il 13 giugno 2022.
  5. ^ a b Andrew H. Lichtman e Shiv Pillai, Basic immunology : functions and disorders of the immune system, Fifth edition, 2016, ISBN 978-0-323-39082-8, OCLC 915152931. URL consultato il 13 giugno 2022.
  6. ^ a b c (EN) Gianluca Serafini, Valentina Maria Parisi e Andrea Aguglia, A Specific Inflammatory Profile Underlying Suicide Risk? Systematic Review of the Main Literature Findings, in International Journal of Environmental Research and Public Health, vol. 17, n. 7, 1º aprile 2020, pp. 2393, DOI:10.3390/ijerph17072393. URL consultato il 13 giugno 2022.
  7. ^ a b c d e f g h i j American Psychiatric Association, DSM-5 : Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, 5th ed, R. Cortina, 2014, ISBN 978-88-6030-660-9, OCLC 897980839. URL consultato il 13 giugno 2022.
  8. ^ a b c d (EN) Velda X Han, Hannah F Jones e Shrujna Patel, Emerging evidence of Toll-like receptors as a putative pathway linking maternal inflammation and neurodevelopmental disorders in human offspring: A systematic review, in Brain, Behavior, and Immunity, vol. 99, 2022-01, pp. 91–105, DOI:10.1016/j.bbi.2021.09.009. URL consultato il 13 giugno 2022.
  9. ^ (EN) Velda X. Han, Shrujna Patel e Hannah F. Jones, Maternal acute and chronic inflammation in pregnancy is associated with common neurodevelopmental disorders: a systematic review, in Translational Psychiatry, vol. 11, n. 1, 2021-06, pp. 71, DOI:10.1038/s41398-021-01198-w. URL consultato il 13 giugno 2022.
  10. ^ (EN) Irene Knuesel, Laurie Chicha e Markus Britschgi, Maternal immune activation and abnormal brain development across CNS disorders, in Nature Reviews Neurology, vol. 10, n. 11, 2014-11, pp. 643–660, DOI:10.1038/nrneurol.2014.187. URL consultato il 13 giugno 2022.
  11. ^ (EN) Urs Meyer, Neurodevelopmental Resilience and Susceptibility to Maternal Immune Activation, in Trends in Neurosciences, vol. 42, n. 11, 2019-11, pp. 793–806, DOI:10.1016/j.tins.2019.08.001. URL consultato il 14 giugno 2022.
  12. ^ (EN) Cynthia M. Solek, Nasr Farooqi e Myriam Verly, Maternal immune activation in neurodevelopmental disorders: Maternal Immune Activation, in Developmental Dynamics, vol. 247, n. 4, 2018-04, pp. 588–619, DOI:10.1002/dvdy.24612. URL consultato il 14 giugno 2022.
  13. ^ (EN) Suhas Sureshchandra, Randall M. Wilson e Maham Rais, Maternal Pregravid Obesity Remodels the DNA Methylation Landscape of Cord Blood Monocytes Disrupting Their Inflammatory Program, in The Journal of Immunology, vol. 199, n. 8, 15 ottobre 2017, pp. 2729–2744, DOI:10.4049/jimmunol.1700434. URL consultato il 14 giugno 2022.
  14. ^ (EN) Staci D. Bilbo, Carina L. Block e Jessica L. Bolton, Beyond infection - Maternal immune activation by environmental factors, microglial development, and relevance for autism spectrum disorders, in Experimental Neurology, vol. 299, 2018-01, pp. 241–251, DOI:10.1016/j.expneurol.2017.07.002. URL consultato il 14 giugno 2022.
  15. ^ a b (EN) David Furman, Judith Campisi e Eric Verdin, Chronic inflammation in the etiology of disease across the life span, in Nature Medicine, vol. 25, n. 12, 2019-12, pp. 1822–1832, DOI:10.1038/s41591-019-0675-0. URL consultato il 14 giugno 2022.
  16. ^ (EN) Lydia L. Shook, Sezen Kislal e Andrea G. Edlow, Fetal brain and placental programming in maternal obesity: A review of human and animal model studies, in Prenatal Diagnosis, vol. 40, n. 9, 2020-08, pp. 1126–1137, DOI:10.1002/pd.5724. URL consultato il 14 giugno 2022.
  17. ^ (EN) Velda X. Han, Shrujna Patel e Hannah F. Jones, Maternal immune activation and neuroinflammation in human neurodevelopmental disorders, in Nature Reviews Neurology, vol. 17, n. 9, 2021-09, pp. 564–579, DOI:10.1038/s41582-021-00530-8. URL consultato il 14 giugno 2022.
  18. ^ (EN) Rasheed Ahmad, Anfal Al-Mass e Valerie Atizado, Elevated expression of the toll like receptors 2 and 4 in obese individuals: its significance for obesity-induced inflammation, in Journal of Inflammation, vol. 9, n. 1, 2012, pp. 48, DOI:10.1186/1476-9255-9-48. URL consultato il 14 giugno 2022.
  19. ^ (EN) Cesar Octavio De Loera-Rodriguez, Vidal Delgado-Rizo e Anabell Alvarado-Navarro, Over-expression of TLR4-CD14, pro-inflammatory cytokines, metabolic markers and NEFAs in obese non-diabetic Mexicans, in Journal of Inflammation, vol. 11, n. 1, 2014-12, pp. 39, DOI:10.1186/s12950-014-0039-y. URL consultato il 14 giugno 2022.
  20. ^ (EN) Vincent P.W. Scholtes, Dik Versteeg e Jean-Paul P.M. de Vries, Toll-like receptor 2 and 4 stimulation elicits an enhanced inflammatory response in human obese patients with atherosclerosis, in Clinical Science, vol. 121, n. 5, 1º settembre 2011, pp. 205–214, DOI:10.1042/CS20100601. URL consultato il 14 giugno 2022.
  21. ^ (EN) Xiaohua Yang, Ming Li e Maricela Haghiac, Causal relationship between obesity-related traits and TLR4-driven responses at the maternal–fetal interface, in Diabetologia, vol. 59, n. 11, 2016-11, pp. 2459–2466, DOI:10.1007/s00125-016-4073-6. URL consultato il 14 giugno 2022.
  22. ^ (EN) Michael R. Irwin e Steven W. Cole, Reciprocal regulation of the neural and innate immune systems, in Nature Reviews Immunology, vol. 11, n. 9, 2011-09, pp. 625–632, DOI:10.1038/nri3042. URL consultato il 14 giugno 2022.
  23. ^ (EN) Andrew H. Miller, Ebrahim Haroon e Charles L. Raison, CYTOKINE TARGETS IN THE BRAIN: IMPACT ON NEUROTRANSMITTERS AND NEUROCIRCUITS: Review: Cytokine Targets in the Brain, in Depression and Anxiety, vol. 30, n. 4, 2013-04, pp. 297–306, DOI:10.1002/da.22084. URL consultato il 14 giugno 2022.
  24. ^ (EN) A. Masi, D. S. Quintana e N. Glozier, Cytokine aberrations in autism spectrum disorder: a systematic review and meta-analysis, in Molecular Psychiatry, vol. 20, n. 4, 2015-04, pp. 440–446, DOI:10.1038/mp.2014.59. URL consultato il 14 giugno 2022.
  25. ^ (EN) Margherita Prosperi, Letizia Guiducci e Diego G. Peroni, Inflammatory Biomarkers are Correlated with Some Forms of Regressive Autism Spectrum Disorder, in Brain Sciences, vol. 9, n. 12, 11 dicembre 2019, pp. 366, DOI:10.3390/brainsci9120366. URL consultato il 14 giugno 2022.
  26. ^ (EN) Amene Saghazadeh, Bahar Ataeinia e Kimia Keynejad, A meta-analysis of pro-inflammatory cytokines in autism spectrum disorders: Effects of age, gender, and latitude, in Journal of Psychiatric Research, vol. 115, 2019-08, pp. 90–102, DOI:10.1016/j.jpsychires.2019.05.019. URL consultato il 14 giugno 2022.
  27. ^ (EN) Amene Saghazadeh, Bahar Ataeinia e Kimia Keynejad, Anti-inflammatory cytokines in autism spectrum disorders: A systematic review and meta-analysis, in Cytokine, vol. 123, 2019-11, pp. 154740, DOI:10.1016/j.cyto.2019.154740. URL consultato il 14 giugno 2022.
  28. ^ (EN) Robert Dantzer e Keith W. Kelley, Twenty years of research on cytokine-induced sickness behavior, in Brain, Behavior, and Immunity, vol. 21, n. 2, 2007-02, pp. 153–160, DOI:10.1016/j.bbi.2006.09.006. URL consultato il 14 giugno 2022.
  29. ^ (EN) Jennifer C. Felger, Ebrahim Haroon e Trusharth A. Patel, What does plasma CRP tell us about peripheral and central inflammation in depression?, in Molecular Psychiatry, vol. 25, n. 6, 2020-06, pp. 1301–1311, DOI:10.1038/s41380-018-0096-3. URL consultato il 14 giugno 2022.
  30. ^ a b (EN) Fangna Yin, Hongbing Wang e Zeya Liu, Association between peripheral blood levels of C-reactive protein and Autism Spectrum Disorder in children: A systematic review and meta-analysis, in Brain, Behavior, and Immunity, vol. 88, 2020-08, pp. 432–441, DOI:10.1016/j.bbi.2020.04.008. URL consultato il 14 giugno 2022.
  31. ^ (EN) A S Brown, A Sourander e S Hinkka-Yli-Salomäki, Elevated maternal C-reactive protein and autism in a national birth cohort, in Molecular Psychiatry, vol. 19, n. 2, 2014-02, pp. 259–264, DOI:10.1038/mp.2012.197. URL consultato il 14 giugno 2022.
  32. ^ (EN) Bernadette Basilico, Francesca Pagani e Alfonso Grimaldi, Microglia shape presynaptic properties at developing glutamatergic synapses, in Glia, vol. 67, n. 1, 2019-01, pp. 53–67, DOI:10.1002/glia.23508. URL consultato il 14 giugno 2022.
  33. ^ James Gilbert e Heng-Ye Man, Fundamental Elements in Autism: From Neurogenesis and Neurite Growth to Synaptic Plasticity, in Frontiers in Cellular Neuroscience, vol. 11, 20 novembre 2017, pp. 359, DOI:10.3389/fncel.2017.00359. URL consultato il 14 giugno 2022.
  34. ^ (EN) Hung Hsuchou, Abba J. Kastin e Pramod K. Mishra, C-Reactive Protein Increases BBB Permeability: Implications for Obesity and Neuroinflammation, in Cellular Physiology and Biochemistry, vol. 30, n. 5, 2012, pp. 1109–1119, DOI:10.1159/000343302. URL consultato il 14 giugno 2022.
  35. ^ (EN) Hung Hsuchou, Abba J. Kastin e Weihong Pan, Blood-Borne Metabolic Factors in Obesity Exacerbate Injury-Induced Gliosis, in Journal of Molecular Neuroscience, vol. 47, n. 2, 1º giugno 2012, pp. 267–277, DOI:10.1007/s12031-012-9734-4. URL consultato il 14 giugno 2022.
  36. ^ (EN) Xiuling Wang, Zhongchun Liu e Peigang Wang, Syncytin-1, an endogenous retroviral protein, triggers the activation of CRP via TLR3 signal cascade in glial cells, in Brain, Behavior, and Immunity, vol. 67, 1º gennaio 2018, pp. 324–334, DOI:10.1016/j.bbi.2017.09.009. URL consultato il 14 giugno 2022.
  37. ^ (EN) O. Zerbo, M. Traglia e C. Yoshida, Maternal mid-pregnancy C-reactive protein and risk of autism spectrum disorders: the early markers for autism study, in Translational Psychiatry, vol. 6, n. 4, 2016-04, pp. e783–e783, DOI:10.1038/tp.2016.46. URL consultato il 14 giugno 2022.
  38. ^ (EN) Bartosz Dawidowski, Adrianna Górniak e Piotr Podwalski, The Role of Cytokines in the Pathogenesis of Schizophrenia, in Journal of Clinical Medicine, vol. 10, n. 17, 27 agosto 2021, pp. 3849, DOI:10.3390/jcm10173849. URL consultato il 14 giugno 2022.
  39. ^ (EN) Souhel Najjar e Daniel M. Pearlman, Neuroinflammation and white matter pathology in schizophrenia: systematic review, in Schizophrenia Research, vol. 161, n. 1, 2015-01, pp. 102–112, DOI:10.1016/j.schres.2014.04.041. URL consultato il 14 giugno 2022.
  40. ^ (EN) Nuray Çakici, Arjen L. Sutterland e Brenda W.J.H. Penninx, Altered peripheral blood compounds in drug-naïve first-episode patients with either schizophrenia or major depressive disorder: a meta-analysis, in Brain, Behavior, and Immunity, vol. 88, 2020-08, pp. 547–558, DOI:10.1016/j.bbi.2020.04.039. URL consultato il 14 giugno 2022.
  41. ^ a b (EN) Brian J. Miller, Peter Buckley e Wesley Seabolt, Meta-Analysis of Cytokine Alterations in Schizophrenia: Clinical Status and Antipsychotic Effects, in Biological Psychiatry, vol. 70, n. 7, 2011-10, pp. 663–671, DOI:10.1016/j.biopsych.2011.04.013. URL consultato il 14 giugno 2022.
  42. ^ a b (EN) Ghanshyam N. Pandey, Xinguo Ren e Hooriyah S. Rizavi, Proinflammatory cytokines and their membrane-bound receptors are altered in the lymphocytes of schizophrenia patients, in Schizophrenia Research, vol. 164, n. 1-3, 2015-05, pp. 193–198, DOI:10.1016/j.schres.2015.02.004. URL consultato il 14 giugno 2022.
  43. ^ (EN) Henry Barron, Sina Hafizi e Ana Andreazza, Neuroinflammation and Oxidative Stress in Psychosis and Psychosis Risk, in International Journal of Molecular Sciences, vol. 18, n. 3, 17 marzo 2017, pp. 651, DOI:10.3390/ijms18030651. URL consultato il 14 giugno 2022.
  44. ^ (EN) Alan S. Brown, Jonathan Hooton e Catherine A. Schaefer, Elevated Maternal Interleukin-8 Levels and Risk of Schizophrenia in Adult Offspring, in American Journal of Psychiatry, vol. 161, n. 5, 2004-05, pp. 889–895, DOI:10.1176/appi.ajp.161.5.889. URL consultato il 14 giugno 2022.
  45. ^ (EN) Tertia D. Purves-Tyson, Ulrike Weber-Stadlbauer e Juliet Richetto, Increased levels of midbrain immune-related transcripts in schizophrenia and in murine offspring after maternal immune activation, in Molecular Psychiatry, vol. 26, n. 3, 2021-03, pp. 849–863, DOI:10.1038/s41380-019-0434-0. URL consultato il 14 giugno 2022.
  46. ^ (EN) Bruno Pedraz-Petrozzi, Osama Elyamany e Christoph Rummel, Effects of inflammation on the kynurenine pathway in schizophrenia — a systematic review, in Journal of Neuroinflammation, vol. 17, n. 1, 2020-12, pp. 56, DOI:10.1186/s12974-020-1721-z. URL consultato il 14 giugno 2022.
  47. ^ (EN) Milena Sokolowska, Li-Yuan Chen e Yueqin Liu, Prostaglandin E 2 Inhibits NLRP3 Inflammasome Activation through EP4 Receptor and Intracellular Cyclic AMP in Human Macrophages, in The Journal of Immunology, vol. 194, n. 11, 1º giugno 2015, pp. 5472–5487, DOI:10.4049/jimmunol.1401343. URL consultato il 14 giugno 2022.
  48. ^ a b (EN) Dana M Allswede, Robert H Yolken e Stephen L Buka, Cytokine concentrations throughout pregnancy and risk for psychosis in adult offspring: a longitudinal case-control study, in The Lancet Psychiatry, vol. 7, n. 3, 2020-03, pp. 254–261, DOI:10.1016/S2215-0366(20)30006-7. URL consultato il 14 giugno 2022.
  49. ^ (EN) Haozhe Li, Qinting Zhang e Ningning Li, Plasma levels of Th17-related cytokines and complement C3 correlated with aggressive behavior in patients with schizophrenia, in Psychiatry Research, vol. 246, 2016-12, pp. 700–706, DOI:10.1016/j.psychres.2016.10.061. URL consultato il 14 giugno 2022.
  50. ^ a b (EN) Mübeccel Akdis, Alar Aab e Can Altunbulakli, Interleukins (from IL-1 to IL-38), interferons, transforming growth factor β, and TNF-α: Receptors, functions, and roles in diseases, in Journal of Allergy and Clinical Immunology, vol. 138, n. 4, 2016-10, pp. 984–1010, DOI:10.1016/j.jaci.2016.06.033. URL consultato il 14 giugno 2022.
  51. ^ (EN) Sora Park e Brian J. Miller, Meta-analysis of cytokine and C-reactive protein levels in high-risk psychosis, in Schizophrenia Research, vol. 226, 2020-12, pp. 5–12, DOI:10.1016/j.schres.2019.03.012. URL consultato il 14 giugno 2022.
  52. ^ (EN) D R Goldsmith, M H Rapaport e B J Miller, A meta-analysis of blood cytokine network alterations in psychiatric patients: comparisons between schizophrenia, bipolar disorder and depression, in Molecular Psychiatry, vol. 21, n. 12, 2016-12, pp. 1696–1709, DOI:10.1038/mp.2016.3. URL consultato il 14 giugno 2022.
  53. ^ a b Sara Momtazmanesh, Ameneh Zare-Shahabadi e Nima Rezaei, Cytokine Alterations in Schizophrenia: An Updated Review, in Frontiers in Psychiatry, vol. 10, 6 dicembre 2019, pp. 892, DOI:10.3389/fpsyt.2019.00892. URL consultato il 14 giugno 2022.
  54. ^ (EN) Wenjun Ouyang e Anne O’Garra, IL-10 Family Cytokines IL-10 and IL-22: from Basic Science to Clinical Translation, in Immunity, vol. 50, n. 4, 2019-04, pp. 871–891, DOI:10.1016/j.immuni.2019.03.020. URL consultato il 14 giugno 2022.
  55. ^ (EN) María Álvarez-Satta, Alejandro Berna-Erro e Estefania Carrasco-Garcia, Relevance of oxidative stress and inflammation in frailty based on human studies and mouse models, in Aging, vol. 12, n. 10, 27 maggio 2020, pp. 9982–9999, DOI:10.18632/aging.103295. URL consultato il 14 giugno 2022.
  56. ^ (EN) Bruno Romeo, Marine Brunet-Lecomte e Catherine Martelli, Kinetics of Cytokine Levels during Antipsychotic Treatment in Schizophrenia: A Meta-Analysis, in International Journal of Neuropsychopharmacology, vol. 21, n. 9, 1º settembre 2018, pp. 828–836, DOI:10.1093/ijnp/pyy062. URL consultato il 14 giugno 2022.
  57. ^ a b c d (EN) George Anderson e Michael Maes, Bipolar Disorder: Role of Immune-Inflammatory Cytokines, Oxidative and Nitrosative Stress and Tryptophan Catabolites, in Current Psychiatry Reports, vol. 17, n. 2, 2015-02, p. 8, DOI:10.1007/s11920-014-0541-1. URL consultato il 14 giugno 2022.
  58. ^ a b c d e (EN) L.F. Saccaro, Z. Schilliger e A. Dayer, Inflammation, anxiety, and stress in bipolar disorder and borderline personality disorder: A narrative review, in Neuroscience & Biobehavioral Reviews, vol. 127, 2021-08, pp. 184–192, DOI:10.1016/j.neubiorev.2021.04.017. URL consultato il 14 giugno 2022.
  59. ^ a b c (EN) Marco Solmi, Manu Suresh Sharma e Emanuele F. Osimo, Peripheral levels of C-reactive protein, tumor necrosis factor-α, interleukin-6, and interleukin-1β across the mood spectrum in bipolar disorder: A meta-analysis of mean differences and variability, in Brain, Behavior, and Immunity, vol. 97, 2021-10, pp. 193–203, DOI:10.1016/j.bbi.2021.07.014. URL consultato il 14 giugno 2022.
  60. ^ a b c (EN) Dong-Hun Lee, Ji-Young Lee e Dong-Yong Hong, Neuroinflammation in Post-Traumatic Stress Disorder, in Biomedicines, vol. 10, n. 5, 20 aprile 2022, pp. 953, DOI:10.3390/biomedicines10050953. URL consultato il 14 giugno 2022.
  61. ^ (EN) Daniela Enache, Carmine M. Pariante e Valeria Mondelli, Markers of central inflammation in major depressive disorder: A systematic review and meta-analysis of studies examining cerebrospinal fluid, positron emission tomography and post-mortem brain tissue, in Brain, Behavior, and Immunity, vol. 81, 2019-10, pp. 24–40, DOI:10.1016/j.bbi.2019.06.015. URL consultato il 14 giugno 2022.
  62. ^ (EN) Fotini Boufidou, Irini Lambrinoudaki e John Argeitis, CSF and plasma cytokines at delivery and postpartum mood disturbances, in Journal of Affective Disorders, vol. 115, n. 1-2, 2009-05, pp. 287–292, DOI:10.1016/j.jad.2008.07.008. URL consultato il 14 giugno 2022.
  63. ^ Marco Pagani e Sara Carletto, Il cervello che cambia : neuroimaging : il contributo alle neuroscienze, Mimesis, 2019, ISBN 978-88-575-5510-2, OCLC 1127258890. URL consultato il 14 giugno 2022.
  64. ^ a b (EN) Theodore D. Cosco, Toby Pillinger e Hadeer Emam, Immune Aberrations in Obsessive-Compulsive Disorder: a Systematic Review and Meta-analysis, in Molecular Neurobiology, vol. 56, n. 7, 2019-07, pp. 4751–4759, DOI:10.1007/s12035-018-1409-x. URL consultato il 14 giugno 2022.
  65. ^ (EN) Kathrin Viol, Günter Schiepek e Martin Kronbichler, Multi-level assessment of obsessive-compulsive disorder (OCD) reveals relations between neural and neurochemical levels, in BMC Psychiatry, vol. 20, n. 1, 2020-12, pp. 559, DOI:10.1186/s12888-020-02913-5. URL consultato il 14 giugno 2022.
  66. ^ (EN) Natalia Rodríguez, Luisa Lázaro e Ana E. Ortiz, Gene expression study in monocytes: evidence of inflammatory dysregulation in early-onset obsessive-compulsive disorder, in Translational Psychiatry, vol. 12, n. 1, 2022-12, pp. 134, DOI:10.1038/s41398-022-01905-1. URL consultato il 14 giugno 2022.
  67. ^ a b c (EN) Elizabeth T.C. Lippard e Charles B. Nemeroff, The Devastating Clinical Consequences of Child Abuse and Neglect: Increased Disease Vulnerability and Poor Treatment Response in Mood Disorders, in American Journal of Psychiatry, vol. 177, n. 1, 1º gennaio 2020, pp. 20–36, DOI:10.1176/appi.ajp.2019.19010020. URL consultato il 14 giugno 2022.
  68. ^ (EN) C. Benjet, E. Bromet e E. G. Karam, The epidemiology of traumatic event exposure worldwide: results from the World Mental Health Survey Consortium, in Psychological Medicine, vol. 46, n. 2, 2016-01, pp. 327–343, DOI:10.1017/S0033291715001981. URL consultato il 14 giugno 2022.
  69. ^ (EN) B. Forresi, F. Soncini e E. Bottosso, Post-traumatic stress disorder, emotional and behavioral difficulties in children and adolescents 2 years after the 2012 earthquake in Italy: an epidemiological cross-sectional study, in European Child & Adolescent Psychiatry, vol. 29, n. 2, 2020-02, pp. 227–238, DOI:10.1007/s00787-019-01370-0. URL consultato il 14 giugno 2022.
  70. ^ a b (EN) Tammy D. Kim, Suji Lee e Sujung Yoon, Inflammation in Post-Traumatic Stress Disorder (PTSD): A Review of Potential Correlates of PTSD with a Neurological Perspective, in Antioxidants, vol. 9, n. 2, 26 gennaio 2020, pp. 107, DOI:10.3390/antiox9020107. URL consultato il 14 giugno 2022.
  71. ^ (EN) Ives Cavalcante Passos, Mirela Paiva Vasconcelos-Moreno e Leonardo Gazzi Costa, Inflammatory markers in post-traumatic stress disorder: a systematic review, meta-analysis, and meta-regression, in The Lancet Psychiatry, vol. 2, n. 11, 2015-11, pp. 1002–1012, DOI:10.1016/S2215-0366(15)00309-0. URL consultato il 14 giugno 2022.
  72. ^ a b (EN) Tatiana Lauxen Peruzzolo, Jairo Vinícius Pinto e Thiago Henrique Roza, Inflammatory and oxidative stress markers in post-traumatic stress disorder: a systematic review and meta-analysis, in Molecular Psychiatry, 27 aprile 2022, DOI:10.1038/s41380-022-01564-0. URL consultato il 14 giugno 2022.
  73. ^ a b c (EN) Juan-Juan Yang e Wei Jiang, Immune biomarkers alterations in post-traumatic stress disorder: A systematic review and meta-analysis, in Journal of Affective Disorders, vol. 268, 2020-05, pp. 39–46, DOI:10.1016/j.jad.2020.02.044. URL consultato il 14 giugno 2022.
  74. ^ (EN) Lyndon J. Zass, Stephanie A. Hart e Soraya Seedat, Neuroinflammatory genes associated with post-traumatic stress disorder: implications for comorbidity, in Psychiatric Genetics, vol. 27, n. 1, 2017-02, pp. 1–16, DOI:10.1097/YPG.0000000000000143. URL consultato il 14 giugno 2022.
  75. ^ (EN) Arieh Shalev, Israel Liberzon e Charles Marmar, Post-Traumatic Stress Disorder, in Dan L. Longo (a cura di), New England Journal of Medicine, vol. 376, n. 25, 22 giugno 2017, pp. 2459–2469, DOI:10.1056/NEJMra1612499. URL consultato il 14 giugno 2022.
  76. ^ (EN) Rachel Yehuda, Charles W. Hoge e Alexander C. McFarlane, Post-traumatic stress disorder, in Nature Reviews Disease Primers, vol. 1, n. 1, 17 dicembre 2015, pp. 15057, DOI:10.1038/nrdp.2015.57. URL consultato il 14 giugno 2022.
  77. ^ (EN) Verity Fox, Christina Dalman e Henrik Dal, Suicide risk in people with post-traumatic stress disorder: A cohort study of 3.1 million people in Sweden, in Journal of Affective Disorders, vol. 279, 2021-01, pp. 609–616, DOI:10.1016/j.jad.2020.10.009. URL consultato il 14 giugno 2022.
  78. ^ (EN) Hildur G. Ásgeirsdóttir, Unnur A. Valdimarsdóttir e Þórdís K. Þorsteinsdóttir, The association between different traumatic life events and suicidality, in European Journal of Psychotraumatology, vol. 9, n. 1, 2018-01, pp. 1510279, DOI:10.1080/20008198.2018.1510279. URL consultato il 14 giugno 2022.
  79. ^ a b (EN) Asara Vasupanrajit, Ketsupar Jirakran e Chavit Tunvirachaisakul, Suicide attempts are associated with activated immune-inflammatory, nitro-oxidative, and neurotoxic pathways: A systematic review and meta-analysis, in Journal of Affective Disorders, vol. 295, 2021-12, pp. 80–92, DOI:10.1016/j.jad.2021.08.015. URL consultato il 14 giugno 2022.
  80. ^ a b (EN) Asara Vasupanrajit, Ketsupar Jirakran e Chavit Tunvirachaisakul, Inflammation and nitro-oxidative stress in current suicidal attempts and current suicidal ideation: a systematic review and meta-analysis, in Molecular Psychiatry, vol. 27, n. 3, 2022-03, pp. 1350–1361, DOI:10.1038/s41380-021-01407-4. URL consultato il 14 giugno 2022.
  81. ^ (EN) Ellert R. S. Nijenhuis, Dissociation in the DSM–5: Your View S’Il Vous Plaît, Docteur Janet?, in Journal of Trauma & Dissociation, vol. 15, n. 3, 27 maggio 2014, pp. 245–253, DOI:10.1080/15299732.2014.894427. URL consultato il 14 giugno 2022.
  82. ^ Giuseppe Craparo, Onno van der Hart e Francesca Ortu, Riscoprire Pierre Janet : trauma, dissociazione e nuovi contesti per la psicoanalisi, Angeli, 2020, ISBN 978-88-917-9073-6, OCLC 1206445294. URL consultato il 14 giugno 2022.
  83. ^ (EN) Sara Paredes-Echeverri, Julie Maggio e Indrit Bègue, Autonomic, Endocrine, and Inflammation Profiles in Functional Neurological Disorder: A Systematic Review and Meta-Analysis, in The Journal of Neuropsychiatry and Clinical Neurosciences, vol. 34, n. 1, 2022-01, pp. 30–43, DOI:10.1176/appi.neuropsych.21010025. URL consultato il 14 giugno 2022.
  84. ^ (EN) Monika I. Roydeva e Antje A.T.S. Reinders, Biomarkers of Pathological Dissociation: A Systematic Review, in Neuroscience & Biobehavioral Reviews, vol. 123, 2021-04, pp. 120–202, DOI:10.1016/j.neubiorev.2020.11.019. URL consultato il 14 giugno 2022.
  85. ^ (EN) Rhonda F. Brown, Roger Bartrop e C. Laird Birmingham, Immunological disturbance and infectious disease in anorexia nervosa: a review, in Acta Neuropsychiatrica, vol. 20, n. 3, 2008-06, pp. 117–128, DOI:10.1111/j.1601-5215.2008.00286.x. URL consultato il 14 giugno 2022.
  86. ^ (EN) Maurice Corcos, Olivier Guilbaud e Gérard Chaouat, Cytokines and Anorexia Nervosa:, in Psychosomatic Medicine, vol. 63, n. 3, 2001-05, pp. 502–504, DOI:10.1097/00006842-200105000-00021. URL consultato il 14 giugno 2022.
  87. ^ (EN) R.J. Holden e I.S. Pakula, The role of tumor necrosis factor-α in the pathogenesis of anorexia and bulimia nervosa, cancer cachexia and obesity, in Medical Hypotheses, vol. 47, n. 6, 1996-12, pp. 423–438, DOI:10.1016/S0306-9877(96)90153-X. URL consultato il 14 giugno 2022.
  88. ^ (EN) Ascensión Marcos, The immune system in eating disorders: An overview, in Nutrition, vol. 13, n. 10, 1997-10, pp. 853–862, DOI:10.1016/S0899-9007(97)00272-4. URL consultato il 14 giugno 2022.
  89. ^ Sylwia Małgorzata Słotwińska e Robert Słotwiński, Immune disorders in anorexia, in Central European Journal of Immunology, vol. 3, 2017, pp. 294–300, DOI:10.5114/ceji.2017.70973. URL consultato il 14 giugno 2022.
  90. ^ (EN) Marco Solmi, Nicola Veronese e Angela Favaro, Inflammatory cytokines and anorexia nervosa: A meta-analysis of cross-sectional and longitudinal studies, in Psychoneuroendocrinology, vol. 51, 2015-01, pp. 237–252, DOI:10.1016/j.psyneuen.2014.09.031. URL consultato il 14 giugno 2022.
  91. ^ a b (EN) M. Corcos, O. Guilbaud e S. Paterniti, Involvement of cytokines in eating disorders: a critical review of the human literature, in Psychoneuroendocrinology, vol. 28, n. 3, 2003-04, pp. 229–249, DOI:10.1016/S0306-4530(02)00021-5. URL consultato il 14 giugno 2022.
  92. ^ a b c d (EN) Bethan Dalton, Savani Bartholdy e Lauren Robinson, A meta-analysis of cytokine concentrations in eating disorders, in Journal of Psychiatric Research, vol. 103, 2018-08, pp. 252–264, DOI:10.1016/j.jpsychires.2018.06.002. URL consultato il 14 giugno 2022.
  93. ^ (EN) Laramie Duncan, Zeynep Yilmaz e Helena Gaspar, Significant Locus and Metabolic Genetic Correlations Revealed in Genome-Wide Association Study of Anorexia Nervosa, in American Journal of Psychiatry, vol. 174, n. 9, 2017-09, pp. 850–858, DOI:10.1176/appi.ajp.2017.16121402. URL consultato il 14 giugno 2022.
  94. ^ (EN) Frank M. Schmidt, Julia Weschenfelder e Christian Sander, Inflammatory Cytokines in General and Central Obesity and Modulating Effects of Physical Activity, in Juergen Eckel (a cura di), PLOS ONE, vol. 10, n. 3, 17 marzo 2015, pp. e0121971, DOI:10.1371/journal.pone.0121971. URL consultato il 14 giugno 2022.
  95. ^ (EN) Hubertus Himmerich e Abigail J. Sheldrick, TNF-α and Ghrelin: Opposite Effects on Immune System, Metabolism and Mental Health, in Protein & Peptide Letters, vol. 17, n. 2, pp. 186–196, DOI:10.2174/092986610790225941. URL consultato il 14 giugno 2022.
  96. ^ Elsa Dent, Solomon Yu e Renuka Visvanathan, Inflammatory cytokines and appetite in healthy people, in Journal of Aging Research & Clinical Practice, vol. 1, n. 1, pp. "40-43".
  97. ^ (EN) Bethan Dalton, Savani Bartholdy e Lauren Robinson, A meta-analysis of cytokine concentrations in eating disorders, in Journal of Psychiatric Research, vol. 103, 1º agosto 2018, pp. 252–264, DOI:10.1016/j.jpsychires.2018.06.002. URL consultato il 14 giugno 2022.
  98. ^ (EN) Saffire H. Krance, Che-Yuan Wu e Yi Zou, The complement cascade in Alzheimer’s disease: a systematic review and meta-analysis, in Molecular Psychiatry, vol. 26, n. 10, 2021-10, pp. 5532–5541, DOI:10.1038/s41380-019-0536-8. URL consultato il 14 giugno 2022.
  99. ^ (EN) Cen Su, Kangren Zhao e Haiping Xia, Peripheral inflammatory biomarkers in Alzheimer's disease and mild cognitive impairment: a systematic review and meta-analysis: A systematic review and meta-analysis, in Psychogeriatrics, vol. 19, n. 4, 2019-07, pp. 300–309, DOI:10.1111/psyg.12403. URL consultato il 14 giugno 2022.
  100. ^ Kara B. Fehling e Edward A. Selby, Suicide in DSM-5: Current Evidence for the Proposed Suicide Behavior Disorder and Other Possible Improvements, in Frontiers in Psychiatry, vol. 11, 4 febbraio 2021, pp. 499980, DOI:10.3389/fpsyt.2020.499980. URL consultato il 14 giugno 2022.
  101. ^ (EN) Joseph H. Obegi, Is suicidality a mental disorder? Applying DSM-5 guidelines for new diagnoses, in Death Studies, vol. 45, n. 8, 14 settembre 2021, pp. 638–650, DOI:10.1080/07481187.2019.1671546. URL consultato il 14 giugno 2022.
  102. ^ (EN) Maria A. Oquendo e Enrique Baca-Garcia, Suicidal behavior disorder as a diagnostic entity in the DSM-5 classification system: advantages outweigh limitations, in World Psychiatry, vol. 13, n. 2, 2014-06, pp. 128–130, DOI:10.1002/wps.20116. URL consultato il 14 giugno 2022.
  103. ^ Paria Baharikhoob e Nathan J. Kolla, Microglial Dysregulation and Suicidality: A Stress-Diathesis Perspective, in Frontiers in Psychiatry, vol. 11, 11 agosto 2020, pp. 781, DOI:10.3389/fpsyt.2020.00781. URL consultato il 14 giugno 2022.
  104. ^ (EN) Ralf Brisch, Szymon Wojtylak e Arthur Saniotis, The role of microglia in neuropsychiatric disorders and suicide, in European Archives of Psychiatry and Clinical Neuroscience, 30 settembre 2021, DOI:10.1007/s00406-021-01334-z. URL consultato il 14 giugno 2022.
  105. ^ (EN) Alessandro Miola, Veronica Dal Porto e Tal Tadmor, Increased C‐reactive protein concentration and suicidal behavior in people with psychiatric disorders: A systematic review and meta‐analysis, in Acta Psychiatrica Scandinavica, vol. 144, n. 6, 2021-12, pp. 537–552, DOI:10.1111/acps.13351. URL consultato il 14 giugno 2022.
  106. ^ (EN) Eve K. Mościcki e John C. Umhau, Environmental Stressors May Drive Inflammation and Alter Neurocircuitry to Promote Suicidal Behavior, in Current Psychiatry Reports, vol. 21, n. 4, 2019-04, pp. 21, DOI:10.1007/s11920-019-1007-2. URL consultato il 14 giugno 2022.
  107. ^ (EN) Reza Rahimian, Marina Wakid e Liam Anuj O’Leary, The emerging tale of microglia in psychiatric disorders, in Neuroscience & Biobehavioral Reviews, vol. 131, 2021-12, pp. 1–29, DOI:10.1016/j.neubiorev.2021.09.023. URL consultato il 14 giugno 2022.

Bibliografia

modifica

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
Controllo di autoritàThesaurus BNCF 23332 · LCCN (ENsh85066108 · GND (DE4014975-4 · BNF (FRcb119720196 (data) · J9U (ENHE987007550727905171 · NDL (ENJA00562014
  Portale Medicina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di medicina