Jean-Baptiste Jourdan
Jean-Baptiste, conte Jourdan (Limoges, 29 aprile 1762 – Parigi, 3 novembre 1833) è stato un generale francese, Maresciallo dell'Impero con Napoleone Bonaparte.
Jean-Baptiste Jourdan | |
---|---|
Nascita | Limoges, 29 aprile 1762 |
Morte | Parigi, 3 novembre 1833 |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Francia Regno di Francia (1791-1792) Prima Repubblica francese Primo Impero francese Regno di Napoli Restaurazione borbonica |
Forza armata | Reale esercito francese Guardia nazionale francese Esercito rivoluzionario francese Grande Armata |
Anni di servizio | 1778 - 1813 |
Grado | Maresciallo dell'Impero |
Guerre | Guerra d'indipendenza americana Guerre rivoluzionarie francesi Guerre napoleoniche |
Battaglie | Battaglia di Jemappes Battaglia di Neerwinden Battaglia di Hondschoote Battaglia di Wattignies Battaglia di Fleurus Battaglia di Höchst Battaglia di Altenkirchen Battaglia di Amberg Battaglia di Würzburg |
Comandante di | Armata del Nord Armata delle Ardenne Armata della Mosella Armata della Sambre e Mosa Armata del Danubio |
fonti nel testo | |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Biografia
modificaFiglio di un chirurgo, entrò nell'esercito francese all'età di 16 anni e partecipò alla guerra di indipendenza americana inquadrato nel reggimento francese. Tornato in Francia nel 1782, si sposò e si stabilì mettendosi in affari come mercante di seta a Limoges.[1]
Si arruolò nuovamente nel 1789 come capitano della Guardia nazionale e fu eletto tenente colonnello del 2º battaglione dell'Haute-Vienne che fu inquadrato nell'armata del Nord. Partecipò alla campagna del Belgio sotto il generale Dumouriez, combattendo a Jemappes (6 novembre 1792) ed a Neerwinden (18 marzo 1793) e, distintosi pure in combattimenti sporadici presso Namur, fu promosso nello stesso anno prima generale di brigata (27 maggio) e quindi generale di divisione (30 giugno).
Generale e politico della Rivoluzione
modificaFerito nella Battaglia di Hondschoote mentre dava l'assalto ai trinceramenti nemici, fu chiamato da Lazare Carnot a sostituire il generale Jean Nicolas Houchard nel comando delle armate delle Ardenne e del Nord e riportò il 16 ottobre 1793 una brillante vittoria sulle truppe austriache del principe di Coburgo a Wattignies. Oppostosi al piano del Comitato di Salute Pubblica, che voleva riprendere l'iniziativa contro gli austriaci, Jourdan fu da questo richiamato a Parigi.
Qui spiegò che l'armata, costituita prevalentemente da reclute prive di esperienza e persino di armi ed equipaggiamento, non sarebbe stata in grado di affrontare una campagna d'inverno, proponendo il rinvio dell'offensiva alla primavera successiva. Il Comitato accettò le spiegazioni ma non dimenticò l'opposizione di Jourdan ed in primavera lo sostituì al comando con Jean-Charles Pichegru.
Fu chiesto in effetti anche il suo arresto ma l'opposizione dei rappresentanti del popolo presso l'esercito gli valse la libertà, ma non riuscì a risparmiargli la destituzione nel gennaio 1794, per cui egli riprese la sua attività mercantile. Ma già nella primavera di quell'anno veniva richiamato in servizio e posto al comando dell'armata della Mosella.[1] Dopo aver battuto gli austriaci ad Arlon, ricevette l'ordine di attraversare le Ardenne e di riunire un corpo di 40.000 effettivi davanti a Charleroi, all'ala destra dell'armata del Nord. Eseguita brillantemente l'operazione, la sua armata divenne l'armata della Sambre-et-Meuse.
Attraversata la Sambre con l'armata riportò il 26 giugno 1794 a Fleurus una brillante vittoria sulle truppe austriache di Coburgo e di Beaulieu, vincendo anche i successivi scontri minori di Ourthe e dell'Arvaille il 18 settembre ed ancora quello di La Roèr il successivo 2 ottobre. Poté quindi riprendere le piazze di Landrecies, di Le Quesnoy, di Valenciennes e di Condé e conquistò poi Charleroi, Namur, Juliers e Maastricht giungendo fino a Kleve ed a Coblenza. Il 7 giugno 1795 conquistò la fortezza di Lussemburgo (da quella data, benché ufficialmente solo da due anni dopo, il Lussemburgo farà parte del territorio francese fino alla caduta di Napoleone Bonaparte).
Iniziò quindi l'avanzata in collaborazione con l'armata del Nord agli ordini di Pichegru. Passato il Reno ai primi di settembre, Jourdan si impadronì di Düsseldorf, mentre il Clerfait rimaneva a nord del fiume Lahn ripiegando oltre il Meno, ma Pichegru esitò ad approfittarne limitandosi a portare un corpo di 10.000 uomini ad Heidelberg ove venne subito sopraffatto dalle truppe del Clerfait, il quale, rassicurato dall'attendismo dell'avversario e ricevuti rinforzi dall'armata austriaca dell'Alto Reno, passò la linea di neutralità sopra Francoforte e manovrò in modo da accerchiare l'armata della Sambre e Meuse nel triangolo fra il Lahn, il Meno ed il Reno. Ciò costrinse Jourdan ad arretrare ma l'11 ottobre fu sconfitto dal conte di Clerfait a Höchst e dovette riattestarsi sulla riva sinistra del Reno e sottoscrivere con il Clerfait un armistizio per il periodo invernale.
Nella primavera del 1796 iniziò la campagna che avrebbe dovuto chiudere l'Austria in una morsa: Napoleone avrebbe attaccato da Sud attraverso l'Italia mentre le armate di Jourdan e quella di Moreau (che aveva sostituito Pichegru) avrebbero attaccato da ovest attraverso il Reno. Riprese le ostilità e riportatosi sulla riva sinistra del Reno, Jourdan occupò Francoforte spingendosi fino a Ratisbona. Qui l'arciduca d'Austria Carlo lo batté ad Amberg ed a Würzburg costringendolo a riattraversare il Reno. Non potendo i capi del Direttorio riconoscere gli errori commessi nell'imporre la condotta militare ai loro generali, Jourdan funse da capro espiatorio e non fu più utilizzato per un paio di anni.[1] Presentatosi candidato alle elezioni per il dipartimento dell'Alta Vienne, fu eletto nel marzo 1797 al Consiglio dei Cinquecento, divenendone in seguito presidente e poi segretario. In questo periodo formulò le norme del 1798 per la coscrizione obbligatoria, chiamate poi Legge Jourdan-Delbrel.[2]
A settembre di quell'anno rientrò nell'esercito e ricevette il comando dell'Armata del Danubio, forte di soli 38.000 effettivi, con l'ordine, da parte del Direttorio, di attaccare nuovamente, ma il 25 marzo 1799 fu sconfitto dall'arciduca Carlo d'Austria-Teschen a Stockach, al comando di un'armata di consistenza quasi doppia, il che costrinse anche Moreau ad una ritirata. Caduto in disgrazia, amareggiato ed ammalato, Jourdan lasciò il 10 aprile il comando al generale Massena e riprese l'attività politica. Rieletto a maggio nel Consiglio dei Cinquecento, tentò invano di opporsi al colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre 1799) e verrà per questo escluso dal Bonaparte dal corpo legislativo e costretto a risiedere obbligatoriamente nella Charente inferiore.[1]
Il periodo dell'Impero
modificaTuttavia Napoleone lo richiamò presto in servizio ed a giugno 1800 lo nominò ispettore della fanteria e della cavalleria, quindi ambasciatore presso la Repubblica Cisalpina, amministratore generale del Piemonte e consigliere di Stato. Nel gennaio 1803 fu eletto candidato conservatore al Senato per il collegio della Haute-Vienne e quindi nominato comandante in capo dell'armata d'Italia. Nel maggio dell'anno successivo fu creato Maresciallo di Francia ed insignito del Gran cordone della Legion d'Onore.
Fu uno dei marescialli massoni[3].
Il 26 maggio 1805 partecipò all'incoronazione di Napoleone Re d'Italia, dove ebbe l'onore di portare, come simbolo degli onori di Carlo Magno la spada durante la cerimonia. Successivamente fu rimpiazzato al comando dell'armata nuovamente dal Massena, si lamentò presso Napoleone che nel 1806 lo inviò a Napoli come governatore della città, ove si legò a Giuseppe Bonaparte, che seguì in Spagna nel 1808 come consigliere militare.
Disgustato chiese di essere richiamato in Francia e fu accontentato alla fine del 1809. Qui visse tranquillo con la famiglia finché Napoleone, deciso a portare guerra alla Russia, gli ordinò di tornare in Spagna a fianco del fratello. Dopo la ritirata di Madrid e la sconfitta dei francesi nella Battaglia di Vitoria ad opera di sir Arthur Wellesley il 20 giugno 1813, Jourdan si ritirò nuovamente in Francia.[4] Qui fu nominato l'anno successivo comandante della 19ª divisione militare, comando che gli fu riconfermato con l'avvento della Restaurazione.
La Restaurazione
modificaDurante la seconda restaurazione nel 1815 fu nominato presidente del Tribunale Militare ma quando fu chiamato a giudicare il Maresciallo Ney si dichiarò incompetente a giudicarlo. L'anno successivo ricevette il comando della settima divisione militare e nel 1819 Luigi XVIII lo chiamò alla Camera dei Pari. Nel 1830 si dedicò con entusiasmo alla rivoluzione di luglio e fu per alcuni mesi Ministro degli affari esteri, dopo di che divenne Governatore dell'Hôtel des Invalides dove passò gli ultimi anni e dove fu sepolto.[1]
Onorificenze
modificaOnorificenze estere
modificaAraldica
modificaStemma | Descrizione | Blasonatura | |
Jean-Baptiste Jourdan Conte Jourdan |
Ornamenti esteriori da conte maresciallo dell'impero francese, cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'onore. | ||
Jean-Baptiste Jourdan Conte Jourdan |
Ornamenti esteriori da conte maresciallo di Francia, cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'onore. |
Note
modifica- ^ a b c d e Chisholm, p. 524
- ^ La legge prescriveva l'obbligo per tutti i francesi maschi dai 20 ai 25 anni di età di prestare servizio militare per una durata di 5 anni
- ^ (FR) Les Francs-maçons de la Grande armée sul sito Histoire pour tous
- ^ Questa sconfitta fu imputata a lui ma egli non ne aveva responsabilità essendo privo sia del comando di fatto che di quello di diritto
Bibliografia
modifica- Michael Glover, Jourdan: The True Patriot.
- David G. Chandler, Napoleon's Marshals., New York, Macmillan, 1987, ISBN 0-02-905930-5.
- B. H. Liddell Hart, 'Strategy', New York, Praeger Publishers, 1967.
- Digby Smith, The Napoleonic Wars Data Book, Londra, Greenhill, 1998, ISBN 1-85367-276-9.
- (FR) Gaston Cougny, Dictionnaire des parlementaires français, Parigi, 1891.
- Pierre Lanfrey, The History of Napoleon the First, vol. 1, Macmillan and Company, 1871.
- Micheal Broers, The Napoleonic Empire in Italy, 1796-1814, 2004, ISBN 9780230005747.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Jean-Baptiste Jourdan
Collegamenti esterni
modifica- Jourdan, Jean-Baptiste, conte, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Pompilio Schiarini, JOURDAN, Jean-Baptiste, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933.
- Jourdan, Jean-Baptiste, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Jourdan, Jean-Baptiste, cónte, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Jean-Baptiste, Count Jourdan, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Jean-Baptiste Jourdan, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Jean-Baptiste Jourdan, su Open Library, Internet Archive.
- (FR) Jean-Baptiste Jourdan, su Sycomore, Assemblea nazionale.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 54254049 · ISNI (EN) 0000 0000 8132 9510 · SBN NAPV041543 · CERL cnp00972475 · LCCN (EN) nr92041552 · GND (DE) 119024284 · BNE (ES) XX1308669 (data) · BNF (FR) cb12511814n (data) · J9U (EN, HE) 987007284132805171 |
---|