Rossore
Il rossore è l'aumento del normale colorito della cute, nonché di mucose e di organi, dovuto a un aumento del flusso sanguigno nei capillari superficiali di taluni o tutti tali distretti corporei oppure a un aumento della quantità di emoglobina contenuta negli eritrociti o del numero degli eritrociti, anche in presenza di normale flusso sanguigno[1][2]. Rappresenta un segno clinico dello stato di sanguificazione[2].
Rossore | |
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Rossore conseguente all'assunzione di alcolici | |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
MeSH | D005483 |
Patogenesi
modificaSi possono distinguere due tipologie di rossore[2]:
- rossore a insorgenza rapida
- da vasodilatazione endogena, come avviene nell'allergia, che si presenta una scarica di molecole vasoattive, come l'istamina, che dilatano le arteriole cutanee, generando inoltre ipotensione; può essere localizzato, in particolar modo a viso, collo e torace, in situazioni emozionali (imbarazzo, vergogna, ira), nelle vampate di calore che caratterizzano la menopausa e nei flush dovuti a carcinoide (tipicamente di color violaceo) o a carcinoma midollare della tiroide; si tratta anche di uno dei segni cardine dell'infiammazione (rubor)
- da vasodilatazione esogena, per somministrazione o assunzione di composti chimici, come avviene con Acido nicotinico, nitroglicerina, nitrati, nitrito di amile, calcioantagonisti, oppure piuttosto tipicamente con il consumo di etanolo; può essere localizzato, soprattutto al volto, in caso di febbre di importante entità
- rossore a insorgenza lenta
- da vasodilatazione, come nel caso dell'ipertiroidismo o della chetoacidosi diabetica
- da poliglobulia primitiva o secondaria
Note
modificaBibliografia
modifica- Ranuccio Nuti, Angelo Caniggia, Metodologia clinica, Torino, Minerva Medica, 2005, ISBN 88-7711-410-X.
- Douglas M. Anderson, A. Elliot Michelle, Mosby’s medical, nursing, & Allied Health Dictionary sesta edizione, New York, Piccin, 2004, ISBN 88-299-1716-8.