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Statura

distanza tra la pianta dei piedi e la cima della testa nel corpo umano

La statura (dal latino statura[m], da status, "stato", "condizione")[2] o altezza è la misura di lunghezza del corpo umano tra la pianta dei piedi e il vertex (o vertice, il punto più alto della testa). La sua rilevazione si effettua posizionando il capo in maniera da rendere orizzontale un piano ideale che passa per i forami uditivi e per il margine inferiore dell'orbita oculare sinistra.[3]

Un gigante del Kashmir, alto 236,22 cm (93 in). Alla sua sinistra un europeo, due nani acondroplasici e un nano ateleiotico di Patiala (città del Punjab), alto 71,12 cm (28 in).[1]

Carattere somatico che esprime l'ordine di grandezza del parametro massimale del corpo umano, la statura è costituzionale, dovuta a fattori genetici e ambientali multipli: varia in rapporto all'etnia, agli individui, alle ore del giorno, alle fasi della vita ed è espressione dell'accrescimento somatico, al termine del quale in condizioni fisiologiche varia tra i limiti di circa 145 cm a circa 200 cm, con oscillazioni estesissime a seconda dell'etnia: il limite inferiore può essere ampiamente superato, come per esempio nei pigmei.[4] Pertanto, limiti antropologici più analitici della norma umana sono quelli compresi nell'intervallo 125 cm-199 cm.[N 1]

Piano tra meato uditivo esterno e orbita oculare nel cranio di un adulto e di un infante.

Misurazione

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Un antropometro (o statimetro) per la misurazione della statura umana.

La misurazione della statura può essere ottenuta con le unità del sistema metrico decimale (metro, centimetro o millimetro)[5] o del sistema imperiale britannico. In passato erano adoperate altre forme di misurazione, quali i piedi e i pollici, dai valori diversi a seconda del luogo in cui erano in uso.[6]

Detta misura si ottiene con uno statimetro (o antropometro), strumento composto da una barra verticale graduata e da una branca mobile perpendicolare alla barra e su questa scorrevole, che viene appoggiata sul vertex. Altri metodi di misurazione si effettuano a ridosso di una parete verticale priva di battiscopa, utilizzando un metro ripiegabile o a nastro avvolgibile e una squadra ad angolo retto (che sostituisce la branca mobile), fatta scivolare parallelamente alla parete.[5] Il soggetto va misurato scalzo; la misurazione, inoltre, non considera la capigliatura e va effettuata dopo aver permesso alle vertebre della spina dorsale del soggetto di rilassarsi e dilatarsi, lasciando che questi dorma per le necessarie ore e comodamente, dunque la mattina (altezza reale); la statura non è infatti costante: varia a seconda dell'ora del giorno (mattino o sera) o dell'affaticamento del soggetto. Poiché si tratta di differenze di qualche centimetro (fino a 3 cm)[N 2], è bene ricordare le circostanze del rilevamento.[5]

La misura sui documenti individuali viene approssimata al centimetro: un valore maggiore di 164,5 cm e minore di 165,5 cm si approssima a 165 cm.[7]

Indice scelico

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L'indice scelico (o schelico), in antropometria e in medicina costituzionalistica (quel ramo della medicina che ha per oggetto la costituzione individuale e le malattie a essa connesse),[8] esprime il rapporto tra la statura e la lunghezza del busto dal piano ischiatico al vertice della testa, quindi indirettamente la lunghezza degli arti inferiori. Tale misura si ottiene come rapporto percentuale tra la statura seduta e la statura complessiva del soggetto in esame, come espresso nella formula:

 [9]

dove la statura seduta, che corrisponde alla misura del tronco, si calcola misurando la distanza tra il vertice della testa e il piano d'appoggio dello sgabello sul quale si è seduti, con i piedi poggiati a terra, collo e busto eretti, perpendicolari alle cosce. Le due lunghezze devono essere espresse nella stessa unità di misura. Ottenuto l'indice scelico, è quindi possibile capire a quale tipo il soggetto misurato appartenga: se longilineo, normolineo o brevilineo, come illustrato nella seguente tabella (nella quale   è il valore dell'indice scelico approssimato alla prima cifra decimale):[9]

Uomo Donna
 : Longilineo  : Longilinea
 : Normolineo  : Normolinea
 : Brevilineo  : Brevilinea
  • I soggetti longilinei (o macrocormici) sono caratterizzati dal fatto che la lunghezza degli arti inferiori è maggiore di quella del busto.
  • I soggetti normolinei (o mesaticormici) hanno gli arti inferiori di lunghezza eguale a quella del busto.
  • I soggetti brevilinei (o brachicormici) hanno la lunghezza degli arti inferiori minore rispetto a quella del busto.

Tali caratteristiche non sono legate necessariamente a una statura alta o bassa.[10][11]

Caratteristiche biologiche

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Fra le varie popolazioni viventi altezza e peso variano notevolmente. Le grandi dimensioni corporee potevano in passato presentare dei vantaggi. A livello di storia antropologica, un uomo grande incuteva infatti rispetto, risultando avvantaggiato nel combattimento corpo a corpo e nella caccia di grossi animali. Un uomo robusto, occupando più spazio, era in genere più resistente e poteva pertanto intraprendere cacce che richiedessero un uso rilevante della forza, contribuendo con una maggior quantità di carne all'alimentazione familiare. Altezza e massiccia costituzione possono tuttavia risultare svantaggiosi: una mole corporea considerevole richiede più calorie, anche soltanto per mantenersi in vita, particolarmente durante la crescita; un bambino di notevole mole corporea per costituzione genetica si trova in condizioni di svantaggio quando il cibo è scarso. Nei periodi di carestia, gli individui di piccola taglia hanno maggiori probabilità di sopravvivere rispetto a quelli di taglia medio-grande. Esiste poi una relazione, anche se non chiara e dimostrata, in parte dovuta ad adattamento fisiologico e in parte all'azione della selezione naturale fra dimensioni corporee relative e distribuzione geografica in relazione alle temperature.[12]

Va infine ricordato che l'altezza umana può costituire un elemento decisivo al momento della scelta amorosa del partner da parte degli esseri umani e divenire, in ogni sua estensione, elemento di feticismo.[13]

L'invenzione dell'"uomo medio"

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L'introduzione del concetto di "uomo medio" si deve a Adolphe Quetelet (1796-1874)[14] considerato uno dei padri della statistica. Quetelet sosteneva che la collettività umana sia regolata da leggi simili a quelle che regolano i fenomeni fisici e chiamò il complesso di tali leggi "fisica sociale". Oltre alla teoria dell'uomo medio, al suo nome è legata anche la teoria binomiale dei caratteri umani: secondo lo studioso, il tipo fisico, morale e intellettuale di una popolazione è identificato dalla media aritmetica dei valori di tali caratteri dei suoi componenti. Inoltre, in una popolazione omogenea, i valori di un carattere comune ai suoi componenti si distribuiscono secondo una curva le cui ordinate sono proporzionali ai successivi termini di sviluppo del binomio di Newton.

Teoria di Quetelet

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Secondo la teoria dell'"uomo medio" di Quetelet, considerando le altezze in un gruppo d'individui omogenei per origine, sesso ed età, si noterà che tutte le stature sono diverse fra loro. Quando gli individui vengono riuniti in classi di statura di uguale ampiezza si può notare che:

  1. esiste una classe di stature in cui gli individui misurati sono più numerosi;
  2. tale classe è circa equidistante dalla statura massima e da quella minima, osservate nel gruppo d'individui;
  3. la frequenza diminuisce man mano che dalla classe di frequenza massima si discende verso le stature inferiori o si sale verso le superiori;
  4. le frequenze corrispondenti alle classi di statura superiori o inferiori ed equidistanti (simmetriche) dalla classe di frequenza massima risultano circa uguali;
  5. la media di tutte le stature è teoricamente uguale alla statura centrale della classe di massima frequenza e può essere assunta come tipo di tutte le stature dei componenti del gruppo.[15]

Critiche

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Il concetto di "uomo medio" e relativi corollari sono stati contestati in ogni tempo. Alla sua critica più severa ha contribuito inconsapevolmente lo stesso Quetelet: si credeva infatti che i pesi umani crescessero in rapporto al quadrato delle stature; dato questo vincolo tra la serie delle stature e quella dei pesi, risultava che la media aritmetica delle stature non fosse compatibile con la media aritmetica dei pesi, e pertanto, un uomo che avesse avuto una statura uguale alla media, per tale motivo avrebbe avuto in realtà un peso diverso da quello medio. Poiché era verosimile che la stessa incompatibilità fra altezze e pesi potesse avere luogo anche per altri caratteri, l'uomo medio risultava una costruzione incongruente, da abbandonare.[15] Nonostante questa obiezione, in apparenza definitiva, la dottrina dell'uomo medio ha avuto un'accoglienza universale nella pratica scientifica, non esente da critiche,[16] facendo indagare mediante l'uso delle medie i caratteri delle popolazioni e confrontando fra loro i diversi gruppi umani, a ciascuna età.[15]

Consultando una tabella che riporta i valori di grandezza del corpo nelle varie età, in relazione con i diversi pesi, ci può capitare di constatare che i nostri valori antropometrici non corrispondono a quelli della tabella; siamo sempre o troppo piccoli o troppo alti, o troppo pesanti o troppo leggeri. Questa constatazione non ci deve affliggere; dobbiamo ricordare piuttosto che gli uomini non sono fatti tutti su misura e che soltanto una esigua schiera ha misure corporee concordanti con quelle riportate nelle tabelle. Il fatto è che i numeri delle tabelle sono valori medi calcolati su molte migliaia di misure, cosicché l'altezza di un uomo di una certa età viene stabilita e riportata in tabella come misura di 1,50 m, quando su mille uomini di quella età sia stata riscontrata una altezza di 1,55 m e su altri mille una misura di 1,45 m. A che cosa serve in genere una simile tabella? Essa ha la stessa utilità e funzione delle altre tabelle basate su medie numeriche, cioè fornisce un confronto di valori medi, per esempio fra diverse classi di leva. [...] I dati della tabella permettono infine di stabilire se i valori antropometrici di un determinato soggetto deviano o no dalla media, e ciò può costituire, accanto ad altri dati, il sintomo di un'alterazione organica. La tua salute. Enciclopedia medica per tutti, p. 402.

Contraffazioni statistiche

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Le misure medie possono essere fuorvianti a causa della diffusione non uniforme dei dati: la media non mostra infatti la loro diffusione. Se si vuole osservare l'altezza degli studenti in una classe, per esempio, può risultare che la statura media è la stessa nelle classi A, B e C: ma le altezze dei singoli studenti sono fra loro molto diverse in A, B e C. I risultati sono distribuiti uniformemente sopra e sotto la media: tuttavia, non è sempre così. Il risultato di una singola persona può avere un grande peso sulla media dell'intero gruppo. È questo un esempio di media fuorviante poiché due persone con risultati estremi alzano o abbassano la media. Il valore medio non rappresenta quindi la popolazione nel suo insieme. Ed esistono diversi altri modi in cui il risultato medio può risultare fuorviante, fra cui l'arrotondamento dei valori: se la diffusione dei risultati non è uniforme, la media può essere influenzata da risultati estremi.[17] A ciò vanno aggiunti gli errori di misura nella metodologia di confronto dei dati.[18]

Numeri e nonsense — Spesso, in ogni caso, calcoli e misure esatti sono impossibili. Non possiamo calcolare ogni singola stella nel misurabile universo per giungere alla stima di circa un trilione di miliardi. Analogamente accade affidandoci a stime nel considerare quantità come le stature medie di adulti nelle nazioni. Se si suppone che gli uomini dei Paesi Bassi siano mediamente i più alti al mondo [...], ciò non è però il risultato della misurazione di ogni singolo olandese o la considerazione della media dell'intera popolazione. Piuttosto, i ricercatori hanno preso campioni casuali di uomini della nazione, misurato i membri di quel campione, ed estrapolato i dati da lì. Inoltre vi sono problemi nelle procedure di misurazione. Per esempio, i ricercatori possono domandare ai soggetti di riferire le proprie stature, ma gli uomini comunemente esagerano le proprie altezze — e gli uomini meno alti le esagerano maggiormente di quelli più alti. Altre fonti d'errore, come il bias nel modo in cui un campione viene selezionato, sono più perniciose.[19]

Uno studio pubblicato nel 2022 per "BMC Medical Research Methodology", con l'intento di aumentare l'accuratezza della misurazione di statura e peso autodichiarati, ha evidenziato che i dati riferiti dai soggetti, adoperati nelle statistiche, e quelli clinici effettivi, risultano discrepanti: in genere, l'altezza è sovrastimata, il peso sottostimato. Ciò ha un ruolo determinante nell'alterazione dei valori delle statistiche mediche.[20][21]

Anche un successivo studio del giugno 2023 pubblicato da "SSM – Population Health" si è accuratamente occupato del problema dei dati nelle misure delle altezze autoriferite dalle persone rispetto a quelli reali delle misurazioni. Partendo dal presupposto che nei paesi ad alto reddito le persone conoscano la propria altezza e siano in grado di segnalarla in un contesto di sondaggio, un confronto tra l'altezza autodichiarata in punti temporali diversi, in ampi sondaggi sociali, ha rilevato tuttavia un alto grado d'incoerenza. La scarsa affidabilità dei rapporti sull'altezza nel tempo indica una mancanza di conoscenza della stessa da parte delle persone. Esiste anche una sostanziale variazione transnazionale nell'affidabilità dei rapporti staturali: per esempio anziani e persone con un livello d'istruzione inferiore hanno maggiori probabilità di riportare due diverse altezze: che variano di 5 cm o più. Poiché le misure di stature autodichiarate vengono sempre più incluse nei sondaggi su larga scala per misurare l'Indice di massa corporea, continua lo studio, sono recentemente emerse preoccupazioni circa la validità delle stesse. Ampie indagini sono state condotte pertanto in Australia, Stati Uniti, Regno Unito ed Europa (14 paesi). Agli intervistati è stato chiesto di segnalare la propria altezza in più periodi di tempo diversi al fine di misurare il grado di coerenza dei rapporti. Il livello complessivo di segnalazioni staturali incoerenti risultava maggiore in Australia e in Europa. Gli individui con livelli d'istruzione più bassi avevano una probabilità assai maggiore di fornire due rapporti sull'altezza che differivano di 5 cm o più. In tutti i paesi analizzati, le segnalazioni incoerenti con grandi differenze di altezza erano più comuni tra le persone più anziane. I risultati indicano che sottogruppi della popolazione mostrano una mancanza di conoscenza riguardo alla propria statura. Per esempio, cita il saggio, una comparazione fra Italia, Paesi Bassi e Nord America ha evidenziato che gli italiani tendevano a sovrastimare maggiormente la propria altezza, in media: 2,6 cm; le persone del Nord America la sovrastimavano in media: 1,2 cm; i Paesi Bassi la sovrastimavano in media: 1,0 cm. Sono state condotte meno ricerche nei paesi a basso reddito, ma un confronto circa le differenze nelle stature autodichiarate in Cina, India, Russia e Sudafrica ha rilevato che in Cina l'altezza era sovrastimata mediamente: 0,93 cm; in Russia era sovrastimata mediamente: 0,42 cm; in India era sottostimata mediamente: 5,88 cm; in Sudafrica era sottostimata mediamente: 3,24 cm. In base ai dati degli intervistati secondo un'indagine longitudinale transnazionale incentrata su salute, invecchiamento e pensionamento in Europa (SHARE) la statura più bassa risultava in Spagna, Italia, Francia e Israele. La più alta in Danimarca, Svezia, Germania, Austria e Lussemburgo. Sia per gli uomini che per le donne, la statura meno elevata si è riscontrata fra i rispondenti in Spagna, maschi: 170,1 cm; femmine: 159,4 cm. I rispondenti dalla statura più alta erano gli uomini in Danimarca: maschi: 178,3 cm; femmine: 159,4 cm. Nella ricerca si concludeva che — sebbene le analisi sulla validità dei dati staturali rilevino che le misure tendono a essere sovrastimate — c'è ancora poca comprensione sulle ragioni. La desiderabilità sociale è una possibilità, ma in alcuni casi la mancanza di conoscenza è un altro fattore importante.[22]

Mutamenti

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Mutamenti staturali sono avvenuti nel corso dell'evoluzione: la statura calcolabile su scheletri d'alcuni esemplari maschili d'Homo sapiens è molto alta. Per esempio, come scrive l'antropologo Carleton Stevens Coon a proposito dei resti di sei Uomini dell'Aurignaziano in Africa Orientale:

In generale, questi esemplari appartengono alla categoria puramente sapiens, rappresentata da Galley Hill, Kanjera, Grimaldi, Combe Capelle e Afalou #28. Allo stesso tempo, tuttavia, differiscono da tutti quelli nominati per un aspetto importante: sono estremamente alti, con stature di 177 cm, 179 cm e 180 cm, che superano persino le figure di Cro-Magnon e successivamente di Afalou, ma la grande statura non è accompagnata dalle spalle larghe e dalla mole corporea caratteristiche degli ibridi europei e nordafricani. Le ossa lunghe sono molto sottili e le mani e i piedi piccoli e stretti.[23]

Con l'epoca moderna, ovvero dal XVIII al XX secolo, si è assistito secondo alcune fonti a un progressivo aumento del valore delle stature medie in determinate aree, e ciò grazie allo sviluppo economico, all'attento trattamento dei bambini, alla vita sportiva.[4] Si ricordano però dei significativi casi (Polonia e altri paesi) di aumento delle medie nelle popolazioni contadine che vissero lungo tempo in condizioni immutate. È poi dubbio che l'attuale tenore di vita, specie quello alimentare, rappresenti un progresso rispetto a quello del passato. Maggior credito va dato forse all'ipotesi che si rifà all'aumentato numero di scambi di popolazione, di spostamenti individuali, avvantaggiato dal miglioramento delle comunicazioni, specie intercomunali, che ha permesso un sempre maggior numero di matrimoni in eterogamia. Comunque la generalità del fenomeno ha fatto piuttosto pensare agli effetti di un dinamismo biologico reversibile, come già avvenuto nel corso dell'evoluzione.[24]

Nel 2021, sono state analizzate le variazioni di peso e altezza tra i bambini cinesi in età prescolare, durante la chiusura delle scuole dovuta alle misure restrittive legate alla pandemia di COVID-19. I dati relativi a 124603 bambini provenienti da più asili hanno dimostrato che la crescita dell'altezza è diminuita, risultando di circa 1 cm inferiore rispetto allo stesso periodo dell'anno 2020 e dell'anno precedente.[25]

Nel 2022 è stato pubblicato il più vasto studio sul genoma umano, condotto su un campione di 5000000 milioni d'individui estratti da 281 studi, laddove il precedente studio più esteso era basato su una popolazione di 700000 persone. In base ai dati desunti, il 20% del genoma umano contiene la maggior parte dei geni che possono condizionare la statura corporea.[26]

Nel 2023 uno studio pubblicato dal Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell'Università degli Studi di Milano e apparso su "Scientific Reports" ha analizzato i resti di 549 maschi e femmine sepolti a Milano in quasi 2000 anni di storia: i periodi di tempo comprendevano l'epoca romana, l'alto medioevo, il tardo medioevo, l'epoca moderna e l'epoca contemporanea). Da questo è emerso che il valore medio staturale di maschi e femmine è rimasto stabile in un arco molto lungo non risultando diverso nelle varie epoche: il contrario della tesi sull'innalzamento delle medie nel tempo. Questi i dati riscontrati:[27]

Stature maschili in circa 2000 anni: dall'età romana a quella contemporanea
Minima 152,0 cm
Massima 195,4 cm
Media costante 168,5 cm
Stature femminili in circa 2000 anni: dall'età romana a quella contemporanea
Minima 143,5 cm
Massima 177,6 cm
Media costante 157,8 cm

Classificazioni delle stature

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Misure antropometriche durante la seconda esposizione internazionale di eugenetica che si tenne dal 22 settembre al 22 ottobre 1921, in connessione con il Secondo Congresso Internazionale di Eugenetica nell'American Museum of Natural History di New York (Baltimora: William & Wilkins Co., 1923).

Diversi studiosi si sono dedicati nel corso degli anni alla classificazione delle stature umane, proponendo delle rigorose classi intervallari che costituiscono parametri orientativi antropometrici di riferimento nel tempo, tenendo presente la differenza fra soggetti maschili e femminili. Di seguito, alcune delle classificazioni principalmente usate in antropometria proposte da autorità scientifiche,[28] con indici forniti in base al sistema metrico-decimale e a quello imperiale. Le misure di un soggetto vanno considerate con l'antropometro e l'applicazione del goniometro alla barra scorrevole, calcolate con la massima accuratezza.[29]

Classificazione di Topinard

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Secondo l'antropologo Paul Topinard (1830-1911),[30] le stature sono disposte nelle seguenti classi di valori[31][32] considerando uno scarto medio di 12 cm fra le stature maschili e quelle femminili, con un rapporto determinato dallo studioso di  :[33]

Stature maschili
Stature nanoidi (Pygmy) < 50 centimetri (1 ft 7,69 in)[N 3]
Stature basse (Short) 150–160 centimetri (4 ft 11,06 in–5 ft 2,99 in)
Stature sotto la media (Under Average) 160–165 centimetri (5 ft 2,99 in–5 ft 4,96 in)
Stature sopra la media (Above Average) 165–170 centimetri (5 ft 4,96 in–5 ft 6,93 in)
Stature alte (High) ≥ 170 centimetri (5 ft 6,93 in)
Stature femminili
Stature nanoidi (Pygmy) < 38 centimetri (1 ft 2,96 in)[N 4]
Stature basse (Short) 138–148 centimetri (4 ft 6,33 in–4 ft 10,27 in)
Stature sotto la media (Under Average) 148–153 centimetri (4 ft 10,27 in–5 ft 0,24 in)
Stature sopra la media (Above Average) 153–158 centimetri (5 ft 0,24 in–5 ft 2,20 in)
Stature alte (High) ≥ 158 centimetri (5 ft 2,20 in)

Classificazione di Haddon

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La scala proposta dall'antropologo inglese Alfred Cort Haddon (1855-1940) segue questi intervalli:[34]

Stature nanoidi (Pygmy) < 148 centimetri (4 ft 10,27 in)
Stature basse (Short) 148–158 centimetri (4 ft 10,27 in–5 ft 2,20 in)
Stature medie (Medium) 158–168 centimetri (5 ft 2,20 in–5 ft 6,14 in)
Stature alte (Tall) 168–172 centimetri (5 ft 6,14 in–5 ft 7,72 in)
Stature molto alte (Very Tall) ≥ 172 centimetri (5 ft 7,72 in)

Classificazione di Sergi

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A partire da un'accurata analisi antropologica, lo scienziato italiano Sergio Sergi (1878-1972),[35] fra i più importanti studiosi d'antropometria e in particolare di sistematica antropologica, dedicò la propria esistenza all'introduzione di nuovi metodi nell'analisi comparativa, specialmente nella craniometria.[36]

Dalle sue analisi della paleontologia umana e dai suoi rilevamenti antropometrici confluiti in saggi monografici sul tema, giunse a una classificazione basata sui tipi umani distinguendole come segue, considerando che per le donne i valori vanno diminuiti mediamente di 10 cm:[37]

Stature maschili
Stature piccole < 148 centimetri (4 ft 10,27 in)
Stature basse 148–153 centimetri (4 ft 10,27 in–5 ft 0,24 in)
Stature medio-basse 153–158 centimetri (5 ft 0,24 in–5 ft 2,20 in)
Stature medie 158–163 centimetri (5 ft 2,20 in–5 ft 4,17 in)
Stature medio-alte 163–168 centimetri (5 ft 4,17 in–5 ft 6,14 in)
Stature alte 168–173 centimetri (5 ft 6,14 in–5 ft 8,11 in)
Stature molto alte 173–178 centimetri (5 ft 8,11 in–5 ft 10,08 in)
Stature altissime > 178 centimetri (5 ft 10,08 in)
Stature femminili
Stature piccole < 138 centimetri (4 ft 6,33 in)
Stature basse 138–143 centimetri (4 ft 6,33 in–4 ft 8,30 in)
Stature medio-basse 143–148 centimetri (4 ft 8,30 in–4 ft 10,27 in)
Stature medie 148–153 centimetri (4 ft 10,27 in–5 ft 0,24 in)
Stature medio-alte 153–158 centimetri (5 ft 0,24 in–5 ft 2,20 in)
Stature alte 158–163 centimetri (5 ft 2,20 in–5 ft 4,17 in)
Stature molto alte 163–168 centimetri (5 ft 4,17 in–5 ft 6,14 in)
Stature altissime > 168 centimetri (5 ft 6,14 in)

Classificazione di Biasutti

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Secondo la classificazione dovuta all'antropologo italiano Renato Biasutti (1878-1965), gli intervalli medi sono compresi, come per Haddon, nella classe:

Classe delle stature medie di Biasutti 158–168 centimetri (5 ft 2,20 in–5 ft 6,14 in)

Biasutti arriva a considerare ben otto classi: una che si riferisce alle nanoidi, una alle altissime e due per ognuna delle suddivisioni tradizionali in basse, medie, alte. Va premesso allo studio della distribuzione geografica delle seguenti classi che esistono fattori di ordine sociale capaci di pesare sensibilmente sulle medie. I valori si riferiscono ai dati maschili: quelli femminili risulterebbero inferiori di una decina di centimetri ai corrispondenti maschili. Ciò solo come regola generale, poiché si riscontrano differenze in più o in meno:[38]

Stature maschili
Stature nanoidi ≤ 147,9 centimetri (4 ft 10,23 in)
Stature basse di classe inferiore 148,0–152,9 centimetri (4 ft 10,27 in–5 ft 0,20 in)
Stature basse di classe superiore 153,0–157,9 centimetri (5 ft 0,24 in–5 ft 2,17 in)
Stature medie di classe inferiore 158,0–162,9 centimetri (5 ft 2,20 in–5 ft 4,13 in)
Stature medie di classe superiore 163,0–167,9 centimetri (5 ft 4,17 in–5 ft 6,10 in)
Stature alte di classe inferiore 168,0–172,9 centimetri (5 ft 6,14 in–5 ft 8,07 in)
Stature alte di classe superiore 173,0–177,9 centimetri (5 ft 8,11 in–5 ft 10,04 in)
Stature altissime ≥ 178,0 centimetri (5 ft 10,08 in)
Stature femminili
Stature nanoidi ≤ 137,9 centimetri (4 ft 6,29 in)
Stature basse di classe inferiore 138,0–142,9 centimetri (4 ft 6,33 in–4 ft 8,26 in)
Stature basse di classe superiore 143,0–147,9 centimetri (4 ft 8,30 in–4 ft 10,23 in)
Stature medie di classe inferiore 148,0–152,9 centimetri (4 ft 10,27 in–5 ft 0,20 in)
Stature medie di classe superiore 153,0–157,9 centimetri (5 ft 0,24 in–5 ft 2,17 in)
Stature alte di classe inferiore 158,0–162,9 centimetri (5 ft 2,20 in–5 ft 4,13 in)
Stature alte di classe superiore 163,0–167,9 centimetri (5 ft 4,17 in–5 ft 6,10 in)
Stature altissime ≥ 168,0 centimetri (5 ft 6,14 in)

Classificazione di Martin-Saller

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Secondo un'eminente classificazione dovuta all'antropologo tedesco Rudolf Martin (1864-1925)[39] — antecedente tuttavia a quella stilata da Biasutti — la classe dei valori medi risulta la seguente:

Classe delle stature medie di Martin 160–170 centimetri (5 ft 2,99 in–5 ft 6,93 in)

Più precisamente, Martin e Karl Saller (1902-1969) forniscono per uomini e donne i valori di seguito riportati. Tale scala delle stature è quella oggi largamente in uso nella vita pratica ("pragmatic life"):[31][40][41]

Stature maschili
Nanismo (Pygmyes) < 130,0 centimetri (4 ft 3,18 in)
Stature molto basse (Very Short) 130,0–149,9 centimetri (4 ft 3,18 in–4 ft 11,02 in)
Stature basse (Short) 150,0–159,9 centimetri (4 ft 11,06 in–5 ft 2,95 in)
Stature sotto la media (Lower Medium) 160,0–163,9 centimetri (5 ft 2,99 in–5 ft 4,53 in)
Stature medie (Medium) 164,0–166,9 centimetri (5 ft 4,57 in–5 ft 5,71 in)
Stature sopra la media (Upper Medium) 167,0–169,9 centimetri (5 ft 5,75 in–5 ft 6,89 in)
Stature alte (Tall) 170,0–179,9 centimetri (5 ft 6,93 in–5 ft 10,83 in)
Stature molto alte (Very Tall) 180,0–199,9 centimetri (5 ft 10,87 in–6 ft 6,70 in)
Gigantismo (Giants) ≥ 200,0 centimetri (6 ft 6,74 in)
Stature femminili
Nanismo (Pygmyes) < 121,0 centimetri (3 ft 11,64 in)
Stature molto basse (Very Short) 121,0–139,9 centimetri (3 ft 11,64 in–4 ft 7,08 in)
Stature basse (Short) 140,0–148,9 centimetri (4 ft 7,12 in–4 ft 10,62 in)
Stature sotto la media (Lower Medium) 149,0–152,9 centimetri (4 ft 10,66 in–5 ft 0,20 in)
Stature medie (Medium) 153,0–155,9 centimetri (5 ft 0,24 in–5 ft 1,38 in)
Stature sopra la media (Upper Medium) 156,0–158,9 centimetri (5 ft 1,42 in–5 ft 2,56 in)
Stature alte (Tall) 159,0–167,9 centimetri (5 ft 2,60 in–5 ft 6,10 in)
Stature molto alte (Very Tall) 168,0–186,9 centimetri (5 ft 6,14 in–6 ft 1,58 in)
Gigantismo (Giants) ≥ 187,0 centimetri (6 ft 1,62 in)

Distribuzione delle stature

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Da sinistra a destra, un europeo di statura molto alta: 190,50 cm (75 in), un indiano di 48 anni di statura nanoide: 91,44 cm (36 in) e un fachiro di statura sopra la media-alta: 170,18 cm (67 in).[1]

Secondo la classificazione di Basu Roy, le stature sono distribuite come illustrato nella seguente tabella.[40] Considerando, come scrive Cleto Corrain (1921-2007), che:

Va premesso allo studio della distribuzione geografica [...] come esistano fattori di ordine sociale in grado di pesare sensibilmente sulle medie.[42]

Stature alte Stature medie Stature basse
Caratteristiche dei sikh e dei rajput dell'India, degli europei nord-occidentali.

Si riscontrano anche in altre parti d'Europa e fra i cinesi del nord, fra i nilotici e i patagonici.

Mediterranei, alpini, armeni, dravidi, ainu sono caratterizzati da stature medie.

Anche taluni mongoli ed eschimesi rientrano in questa categoria.

vedda, kadar, melanesiani.

I gruppi più bassi dell'umanità sono rappresentati da andamanesi, aeta, tapiro, aka, ba twa, ba mbute o bambuti.

In Tibet, i maschi Khampa sono noti per la loro statura molto alta, un po' al di sotto di 180 cm,[43] con soggetti oltre tale valore:[44]

For centuries, outsiders have been terrorized by the tall Khampa men—many are over 6 ft (1,8 m) in height.

Per secoli, gli stranieri sono stati terrorizzati dagli alti uomini Khampa—molti sopra i 6 ft (1,8 m).[45]

Fattori ambientali

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Durante la metà degli anni novanta sono state misurate le altezze e i pesi di 2233 immigrati nilotici adulti selezionati casualmente dal Sudan meridionale (50,8% Dinka, 43,8% Nuer, 3,4% Anuak e 2,0% Shilluk) che si sono stabiliti a Itang, città nella regione di Gambela, situata nell'Etiopia sudoccidentale. L'altezza media maschile era 175,9 cm ± 9 cm e quella femminile 169,0 cm ± 7 cm. L'altezza media degli uomini Dinka (176,4 cm ± 9 cm) e degli uomini Nuer (175,7 cm ± 9 cm) era considerevolmente più alta di quella degli uomini Anuak (171,7 cm ± 8 cm) e degli uomini Shilluk (172,6 cm ± 6,1 cm). Questo studio conferma che i Nilotici del Sudan del Sud sono tra i più alti del mondo, e possono raggiungere altezze maggiori se favorevoli condizioni ambientali, durante la prima infanzia e l'adolescenza, ne consentono la piena espressione del materiale genetico.[46]

Le dimensioni e le proporzioni del corpo umano sono interpretate come: indicatori etnici, adattamento alla temperatura, storia nutrizionale e stato socioeconomico. Alcuni studi enfatizzano solo uno di questi fattori, mentre altri considerano combinazioni degli stessi. Per comprendere meglio la natura bioculturale delle dimensioni e delle proporzioni umane, nel 1999 e nel 2000 è stato intrapreso uno studio sulla crescita dei giovani Maya-americani. Scopo della ricerca era valutare i cambiamenti nelle proporzioni corporee tra i Maya che crescono negli Stati Uniti e i Maya cresciuti in Guatemala. Sono state misurate l'altezza e l'altezza seduta di ragazzi e ragazze (360 soggetti) di 6-12 anni. Tali dati sono stati confrontati con un campione (1297 soggetti) di Maya della stessa età residenti in Guatemala e misurati nel 1998. I bambini Maya-americani risultavano 10,24 cm più alti, in media, e presentavano un rapporto tra altezza seduta significativamente inferiore (cioè gambe relativamente più lunghe, in media 7,02 cm in più) rispetto ai Maya del Guatemala. I bambini Maya-americani avevano proporzioni corporee più simili a quelle dei bambini bianchi negli Stati Uniti che a quelle dei bambini Maya in Guatemala. I miglioramenti nell'ambiente di crescita, in termini di nutrizione e salute, sembravano spiegare sia la tendenza a una maggiore statura che gambe relativamente più lunghe nei Maya-americani. Questi risultati vennero applicati al problema delle origini umane valutate dagli scheletri fossili. È stato ipotizzato che l'Homo sapiens proveniente dall'Africa, con gambe relativamente lunghe, adattatosi al clima caldo, abbia sostituito l'Homo neanderthalensis, con gambe relativamente corte, adattatosi al freddo, del Levante e dell'Europa. I campioni scheletrici di adulti Maya provenienti dalle zone rurali del Guatemala hanno proporzioni corporee simili ai Neanderthal adulti e ai campioni scheletrici provenienti dall'Europa con prove di stress nutrizionale e patologico. Proprio come la nutrizione e lo stato di salute spiegherebbero le differenze nelle proporzioni corporee dei bambini Maya viventi, questi fattori, insieme all'adattamento al clima, potrebbero anche spiegare gran parte delle differenze tra i campioni di ominidi africani e di Neanderthal.[47]

Crescita

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Stima di crescita staturale maschile in 39 soggetti, con e senza alterazione della curva (The Berkeley Growth Study).[48]
 
Sviluppo staturale femminile fino al termine della pubertà, dai 4 ai 16 anni (Frank Kayley Shuttleworth, The Adolescent Period, 1951).[49]

Lo studio della crescita umana è noto come auxologia. La crescita è regolata da diversi ormoni (fra i quali l'IGF-1), secreti nel corso di tutta la vita, ma che agiscono soprattutto nella fase dell'infanzia e dell'adolescenza: contribuiscono all'allungamento osseo e all'aumento di riproduzione cellulare nei vari tessuti, determinando l'altezza del soggetto.[50]

Il periodo più significativo dell'aumento staturale è nei primi 2 e 3 anni di vita, mentre quello più costante si verifica durante l'adolescenza. Un incremento può verificarsi nei soggetti maschili tra i 12 e i 17 anni, con un picco tra i 13 e i 15 anni, in genere. Nell'anno di maggiore sviluppo si può prevedere innalzamenti fino a circa 10 cm. L'aumento di statura può verificarsi nei soggetti femminili fra i 9 anni e mezzo e i 13 e mezzo, generalmente con picco tra gli 11 e i 12 e mezzo. Nell'anno di maggiore sviluppo si possono rilevare incrementi fino a 9 cm. I soggetti femminili all'epoca della pubertà tendono a essere più alti di quelli maschili. Durante la gioventù l'andamento dello sviluppo non è proporzionato: il tronco si accresce con ritmo diverso da quello delle gambe, mentre la crescita in larghezza, con la quale aumenta il peso del corpo, segue in ritardo quella in lunghezza. Quest'ultima termina a 18 anni nella donna e a 25 anni nell'uomo, in generale. La circonferenza toracica e il peso del corpo raggiungono invece soltanto a circa 35 anni nell'uomo e a circa 50 anni nella donna il loro valore massimo.[51]

La crescita infantile veniva prevalentemente monitorata attraverso il calcolo dei percentili, curve di riferimento (dette di Tanner-Whitehouse) riferite ai valori di peso e altezza.[52] Nel 2014 i percentili sono stati però messi in discussione da uno studio dell'Università di Oxford coordinato da José Villar che ha proposto una nuova metodologia relativa alla previsione della crescita: con le nuove tabelle cambia il modo di studiare la crescita del bambino, reso universale in tutto il mondo con l'utilizzo di una sola tabella invece di cento, sostitutivo delle vecchie tabelle percentili; gli standard dell'OMS per i bambini inferiori ai cinque anni già esistenti sono stati usati in 140 Paesi del globo. Nuovi standard internazionali possono essere applicati anche per il feto in sviluppo e il neonato, in modo da aiutare a identificare segni di malnutrizione, deperimento e sovrappeso a uno stadio più precoce e mettere in atto azioni preventive mirate a ridurre problemi di salute a lungo termine, come diabete e ipertensione.[53]

Ereditarietà

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Secondo alcuni calcoli espressi in equazioni da diversi studiosi (Tanner, Cole, Hermanussen-Cole e altri), in base alle misure staturali dei genitori è possibile prevedere, con un margine d'approssimazione, quella che potrebbero avere da adulti i figli, maschi o femmine. Tale calcolo si basa sulla media della somma delle altezze dei genitori, con la sommatoria di un valore che porta a stabilire un'approssimazione minima o massima dell'altezza possibile. Definendo altezza paterna "AP" e altezza materna "AM" e come margine la variabile X in centimetri, si può esprimere il calcolo secondo l'equazione di Tanner:

 

dove il margine X può variare da −6,5 cm nella femmina a +6,5 cm nel maschio, con un intervallo di ±10 cm nel maschio, ±9 cm nella femmina.[54]

 
Variazione della statura di tre uomini dall'età di 12 anni fino al termine della crescita.

In ogni caso l'altezza è ereditaria nonché legata a fattori imponderabili: chi ha una bassa o alta statura solitamente la eredita dai genitori, che a loro volta l'hanno ereditata dalle precedenti generazioni. Tuttavia, nel 1886 l'antropologo inglese Francis Galton (1822-1911), ideatore dell'eugenetica, si accorse che questo processo ha comunque un limite: i figli più alti della media avevano genitori più bassi di loro e i figli più bassi della media avevano genitori più alti. Galton chiamò questo fenomeno, che ricorre costantemente, "regressione verso la media".[55]

Uno studio di associazione genome-wide su oltre 180000 individui ha identificato centinaia di varianti genetiche in almeno 180 loci associati all'altezza umana adulta;[56] i casi sono stati ampliati a 253288 individui: il numero di varianti genetiche identificate era 697, in 423 loci genetici. I risultati indicavano un'architettura genetica dell'altezza umana, caratterizzata da un numero molto ampio ma finito (migliaia) di varianti causali.[57]

In uno studio separato sulle proporzioni corporee utilizzando l'altezza vertice-ischiatica, si riporta che queste 697 varianti possono essere suddivise in 3 classi specifiche:

  • varianti che determinano principalmente la lunghezza dell'arto inferiore;
  • varianti che determinano principalmente la lunghezza della colonna vertebrale e della testa;
  • varianti che influenzano le dimensioni complessive del corpo.

Ciò fornisce informazioni sui meccanismi biologici alla base del modo in cui queste 697 varianti genetiche influenzano l'altezza complessiva.[58]

I loci non determinano solo l'altezza, ma anche altre caratteristiche. Per esempio, 4 dei 7 loci identificati determinanti il volume intracranico erano stati precedentemente correlati all'altezza umana.[59]

Decrescita

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Il processo naturale della diminuzione staturale umana inizia attorno ai 30 anni d'età, negli individui d'entrambi i sessi. Secondo una ricerca condotta dal Gerontology Research Center di Baltimora, il tasso di diminuzione dell'altezza risulta maggiore nelle donne che negli uomini. Per entrambi i sessi la perdita di statura accelera con il trascorrere del tempo: la perdita complessiva negli uomini dai 30 ai 70 anni è in media di circa 3 cm; per le donne di circa 5 cm. Dall'età di 80 anni, la diminuzione aumenta a circa 5 cm per gli uomini e a circa 8 cm per le donne.[60]

Questa conseguenza del processo d'invecchiamento può trovarsi in relazione a vari fattori più o meno patologici: invecchiando, i dischi tra le vertebre si disidratano tendendo ad assottigliarsi, con il risultato di una compressione della colonna vertebrale; chi soffre di osteoporosi può, senza avvedersene, andare incontro a microfratture da compressione dei corpi vertebrali, il che può comportare accorciamento o incurvatura della colonna. Avviene anche l'appiattimento dell'arcata plantare, con il trascorrere del tempo.[60]

Secondo altre fonti l'altezza rimarrebbe invece stazionaria fino a circa 50 anni, per poi declinare lentamente.[61]

Proliferazione e differenziazione cellulare nei diversi tessuti sono processi passibili di alterazioni patologiche a carico:

  • dell'apparato endocrino, che agisce soprattutto attraverso l'ipofisi e le ghiandole da questa dipendenti; conseguentemente di quelle sostanze ormonali prodotte dalle cellule, agli inizi del secolo scorso definite caloni (così designate da Edward Albert Sharpey-Schäfer nel 1913)[62] che inibiscono la proliferazione cellulare;
  • di fattori non specifici quali, per esempio, l'apporto sanguigno e di sostanze nutritizie e l'impegno funzionale del tessuto;
  • del sistema nervoso, attraverso il quale avviene il controllo delle attività motorie.[61]

Alterazioni

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Problemi dell'accrescimento staturale

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Nanismo e Gigantismo.

Esistono patologie di una certa rarità quali il gigantismo e il nanismo, le cui cause sono molteplici, che risultano un'alterazione rilevante dell'altezza dell'individuo rispetto alla norma. Se la pubertà è ritardata, la crescita può rallentare in modo significativo. Se il ritardo non è patologico, il picco di crescita dell'adolescenza si verifica più tardi e si può avere un recupero. All'età di 18 anni, è possibile registrare una crescita di circa 2,5 cm per i maschi e di poco meno per le femmine, per le quali essa risulta completa al 99%. Nelle ragazze con pubertà precoce (prima degli 8 anni), una crescita anticipata si presenta insieme al menarca in giovane età e determina una bassa statura per via della precoce chiusura delle cartilagini di accrescimento.[63]

Modifiche non biologiche della statura

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Nella vita quotidiana sono ampiamente utilizzati: la scarpa con tacco, oggi d'uso prevalentemente femminile, ma in passato tipica di alcune professioni (dei macellai per non sporcarsi i piedi o dei cavalieri per mantenere il piede saldo alla staffa, per esempio)[64] o con plateau; gli zatteroni, scarpe con zeppa, le piattaforme; le scarpe rialzanti maschili, di larga tendenza,[65] atte all'alterazione non visibile esteriormente dell'altezza: impiego spesso legato a fattori psicologici nonché di natura sociale. Tale consuetudine è frequente nell'ambito attoriale.[66][N 5]

Un caso eccezionale di accrescimento staturale non dovuto a fattori biologici si è registrato nella seconda metà del XX secolo: l'attore circense americano Clarence E. Willard (1882-1969) riuscì, nel periodo in cui era più in forma, ad aumentare la propria altezza di circa 16 cm. Grazie a una singolare manipolazione muscolare della zona vertebrale, dalla sua precedente alta statura, di circa 177 cm, raggiunse infatti quella molto alta di circa 193 cm.[67][68]

In ambito ortopedico, per scopi chirurgici legati all'allungamento degli arti inferiori affetti da eterometria (o dismetria: differenza di lunghezza tra i due arti[69]), casi di nanismo congenito o altri problemi staturali, possono essere adoperati gli apparati di Ilizarov[70] e successive evoluzioni degli stessi, quali il recente dispositivo a magneti interni sempre basato sulla distrazione osteogenetica, computerizzato. Tale metodo viene utilizzato anche per motivi estetici, seppur limitati a situazioni con parametri clinici molto ristretti.[71]

La statura nello sport

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L'altezza può assumere un ruolo di un certo rilievo nella pratica di alcune discipline sportive come pallacanestro e pallavolo in cui gli atleti sono in genere di statura sopra la media-alta-molto alta (vedere le classificazioni sopra). Ciò però non è una regola d'esclusività ed esistono diverse eccezioni.[72] In discipline come la ginnastica sono invece favoriti atleti di bassa o medio-bassa statura.[73] I corridori di Formula 1 hanno spesso stature basse.[74] Nel rugby, altezza e costituzione fisica variano a seconda dei ruoli: tradizionalmente gli atleti più alti sono i piloni, i tre-quarti e le seconde e terze linee. È comunque da osservare che in una squadra di rugby la diversità fisica interessa misure che variano da diversi centimetri al di sotto di 170 cm[75] fino a circa 200 cm, il che contribuisce a identificare tale sport come accessibile a molti.[76] Nel pugilato, a parità di peso, una maggiore altezza costituisce un vantaggio nella lunga distanza ma un possibile svantaggio negli scontri ravvicinati: per i pugili più bassi o brevilinei una minore lunghezza delle braccia e, di conseguenza, un minore allungo possono rappresentare un vantaggio nel corpo a corpo.[77] Nel calcio, pur non esistendo precise norme in merito, si ritene però tradizionalmente che il portiere debba avere una statura maggiore rispetto ai compagni di squadra, onde sfruttare al massimo l'elevazione e la lunghezza delle braccia. Uno studio dell'Università del Queensland, diretto dal dottor Robbie Wilson e presentato alla riunione della Società di biologia sperimentale inglese svoltasi sul finire di giugno a Glasgow nel 2010, illustrava che tra talento calcistico e altezza non ci sarebbe alcuna correlazione.[78]

Discriminazioni sociali

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È stato osservato da alcuni studi che bambini bassi tendono a subire atteggiamenti discriminatori fin dall'età adolescenziale all'interno del contesto sociale in cui sono inseriti.[79]

Fra gli esempi di discriminazione, si ricorda il caso di Trenitalia, condannata nel 2019 dalla Cassazione per aver prescritto un minimo di 160 cm di altezza nell'assunzione di donne alla mansione di capotreno. La previsione fu giudicata "discriminazione indiretta", in quanto il limite non risultava oggettivamente giustificato né comprovato rispetto alle mansioni previste.[80] La sentenza rappresentò un importante passo avanti contro la generale discriminazione legata alla statura che talora penalizza le donne nell'ambito dell'assunzione lavorativa.[81] Sempre in Italia, nel 2015, con una modifica dell'articolo 635 del Codice dell'Ordinamento militare, fu cancellato il criterio dell'altezza minima per accedere alle forze armate o al corpo di polizia. I limiti minimi discriminanti, precedentemente fissati erano i seguenti: per le forze armate e polizia, uomini: 165 cm e donne: 161 cm. Per gli ufficiali carabinieri, uomini 170 cm e donne: 165 cm. Per la marina il limite massimo era stabilito a 190 cm.[82][83][84][85]

Uno studio pubblicato nel 2023 ("Frontiers in Psychiatry") basato su 6261 adolescenti (12-18 anni) in Sud Corea ha evidenziato come la bassa statura e l'obesità percepita, non l'obesità reale, siano associate all'ideazione del suicidio tra i soggetti analizzati.[86]

Elemento piuttosto evidente nella caratterizzazione del corpo umano, l'altezza è storicamente oggetto d'interesse per quanto riguarda i record che possano verificarsi in determinati soggetti, tanto nella sua estensione in alto quanto in quella in basso.

Il libro del Guinness dei primati dedica fin dalle sue prime edizioni una sezione dedicata agli uomini o alle donne più alti o più bassi del mondo.[87][88]

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  88. ^ (EN) Guinness dei primati – sito ufficiale, su guinnessworldrecords.com. URL consultato il 30 luglio 2022.
Annotazioni
  1. ^

    Le misure della norma umana son comprese fra i limiti di 125,0 cm e 199,0 cm (Joseph Deniker).

    Da Accame-Agazzi.
  2. ^

    La misura staturale effettiva presa al risveglio può diminuire fino a ben 3 cm la sera (Deniker).

    Da Accame-Agazzi.
  3. ^ Tra i nani più bassi è il nano ateliotico: il suo scheletro tende a rimanere allo stadio infantile e di rado supera i 100 cm. Un celebre nano di questo tipo fu Józef "Conte" Boruwlaski, nato in Polonia nel 1739. Alla nascita la sua statura era di 20,5 cm. Raggiunse a 30 anni i 99 cm e morì in Inghilterra, a Durham a 97 anni. Un altro caso degno di nota fu Max Taborsky (noto come "Principe Colibrì"), nato a Vienna nel 1863. Alto 35 cm alla nascita, cessò di crescere a 9 anni. Morì a 25 nel 1888, avendo raggiunto i 69 cm. Cfr. Il Guinness dei primati, cap. I: Gli esseri umani, § "Le dimensioni".
  4. ^ Pauline Musters ("Principessa Paolina"), olandese nata a Ossendrecht il 26 febbraio 1876, misurava 30,5 cm. Morì a 19 anni a New York, il 1° marzo 1895, avendo raggiunto la statura di 55 cm a 9 anni. La sua statura ufficiale dichiarata era di 48,25 cm. L'italiana Carolina Crachami, nata a Palermo nel 1815, quando morì a Londra a 9 anni era alta 51,3 cm. Alla nascita misurava 17,8 cm. Il suo scheletro, lungo 48,5 cm, fa parte della Hunterian Collection nel Museo del Collegio Reale dei Medici a Londra. Cfr. Il Guinness dei primati, cap. I: Gli esseri umani, § "Le dimensioni".
  5. ^

    (EN) There are also some things you can do to maximize your height: adjust your posture, stand up to your full height, and don't slouch. Wear lifts in your shoes, which will add a couple of inches to your stature.

    (IT) Vi sono anche talune cose che si possono fare per massimizzare la statura: regolare la postura, ergersi in tutta la propria altezza senza piegarsi. O indossare dei rialzi all'interno delle scarpe, che aggiungeranno un paio di pollici (5-6 cm) alla statura.

    Da (EN) Eric Morris, Freeing the Actor, a cura di Carin Galsett, Los Angeles, Emor Enterprises, 2011, p. 72, ISBN 9780962970962.

Bibliografia

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  • Nuovo dizionario di sessuologia, traduzione di Paola Brambilla, Milano, Longanesi & C., 1969-1970 [1967], SBN IT\ICCU\CFI\0464001.
  • (EN) Ram Nath Sharma e Rajendra K. Sharma, Anthropology, New Delhi, Atlantic Publishers and Distibutors, 1997, ISBN 8171566731.

Voci correlate

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