Età Dei Flavi
Età Dei Flavi
Età Dei Flavi
◆ CAPITOLO 7
Il contesto storico-culturale
◆ CAPITOLO 8
Plinio il Vecchio
◆ CAPITOLO 9
Quintiliano
◆ CAPITOLO 10
Stazio
◆ CAPITOLO 11
Marziale
L’età dei Flavi (68-96 d.C.)
C APITOLO
7 Il contesto storico-culturale
Quali importanti opere architettoniche furono costruite durante l’età dei Flavi?
Gli imperatori della casa flavia si impegnarono nel potenziamento dell’assetto urbanistico, a Roma
come nelle province, incentivando il sorgere sia di strutture di comune utilità (acquedotti, granai etc.),
che di edifici monumentali e grandiosi. A questo periodo, ad esempio, risale la costruzione del famo-
so Anfiteatro flavio, o Colosseo, edificato per volontà dell’imperatore Vespasiano, ma completato solo
nell’80 d.C. sotto l’imperatore Tito. Fu, invece, l’imperatore Domiziano a erigere il celebre Arco di Tito
nel 90 d.C., dedicato al fratello per ricordarne la vittoria nella guerra giudaica.
Perché gli imperatori della dinastia flavia rivelarono una forte avversione nei
confronti dei filosofi?
Nel generale clima di appoggio e collaborazione che gli imperatori flavi manifestarono verso il mon-
do intellettuale va notata una strana eccezione: tutti, infatti, beneficiarono della benevolenza da loro
accordata eccetto i filosofi. Per spiegare le cause di questo fenomeno bisognerà ricordare quanto era
avvenuto nell’età precedente: lo stoicismo, infatti, aveva costituito lo strumento ideologico dell’op-
posizione degli intellettuali al dispotismo di età giulio-claudia. I nuovi imperatori, così, adottarono
delle misure di cautela per schivare la genesi di «scomode» forme di dissenso attraverso l’espulsione
dei filosofi, la prima avvenuta nel 74 d.C. per opera di Vespasiano, e successivamente nell’89 e nel 95
d.C. per opera di Domiziano.
Inoltre circolava l’idea che alla filosofia fosse stato da sempre accordato un primato che non aveva
motivo di essere: Plinio il Vecchio, ad esempio, negò a tale disciplina quell’efficienza pragmatica che
solo lo studio delle scienze poteva offrire, mentre Quintiliano respinse l’idea della superiorità della
filosofia conferendo maggiore importanza alla retorica, essenziale nella formazione dell’individuo.
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C APITOLO
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L’età dei Flavi
signare il carattere scientifico ed enciclopedico dell’opera. Va detto, però, che tale scritto non aveva
nelle intenzioni dell’autore una destinazione circoscritta alla ristretta cerchia degli esperti del settore,
ma era concepito per una fruizione molto ampia. Con le sue trattazioni, insomma, Plinio il Vecchio
intendeva fornire delle conoscenze pratiche e concretamente valide e non fare dell’opera uno stru-
mento di indottrinamento fine a se stesso.
Karl Briullov, L’ultimo giorno di Pompei, 1830-1833, San Pietroburgo, Museo russo.
Una rappresentazione della distruzione di Pompei per opera del pittore russo Briullov, vissuto nella prima metà dell’800.
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L’età dei Flavi
Quale metodo adotta Plinio nella selezione dei dati da inserire nell’opera?
L’interesse per i più svariati aspetti della natura induce Plinio a comporre un’opera ricchissima di
notizie relative ai fenomeni naturali: il criterio mediante il quale viene selezionato il materiale, infatti,
si fonda sull’utilità pratica che tali notizie possono avere nei confronti del lettore. Anche nel caso di
dati incerti Plinio sostiene che «è necessario che essi siano tramandati perché sono stati tramandati»
(prodenda quia sunt prodita, II, 85).
Quali sono le varie parti della retorica trattate da Quintiliano nella sua opera?
Nei libri III-VI Quintiliano tratta della inventio, ossia del reperimento del materiale da impiegare nel-
l’orazione. A partire dal VII libro viene invece spiegata la tecnica della dispositio, ossia della distribu-
zione del materiale all’interno dell’orazione. Nei libri VIII-IX Quintiliano si sofferma sulla terza parte
dell’ars dicendi, l’elocutio: in questa sezione vengono dunque trattati problemi di tipo stilistico relativi
alla chiarezza espositiva, all’uso delle figure retoriche e agli aspetti ornamentali dell’orazione. Infine
Quintiliano ritorna sulla suddivisione delle varie parti della retorica nell’XI libro quando tratta della
memoria e dell’actio: la prima, pur essendo ritenuta una dote naturale, può essere continuamente
potenziata mediante l’applicazione e l’esercizio; la seconda, invece, riguarda le tecniche inerenti la
gestualità e la modulazione vocale necessarie per una buona performance oratoria.
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L’età dei Flavi
soliti chiamare pubblico, e un’altro basato, invece, sull’insegnamento individuale. Anche in questo
aspetto possiamo rintracciare un tratto di forte modernità nella teoria pedagogica di Quintiliano: egli
infatti preferisce l’insegnamento pubblico collettivo a quello privato individuale affinché, in un clima
di sana competitività, l’allievo acquisisca sicurezza e grinta ed emuli i compagni migliori. Quintiliano,
inoltre, sottolinea l’importanza di alternare lo svago allo studio e rifiuta ogni forma di punizione cor-
porale come strumento educativo.
Nel XII libro dell’Institutio oratoria viene delineato il concetto di vir bonus atque
dicendi peritus: cosa si intende con tale espressione?
Quintiliano fa propria questa espressione, coniata da Catone il Censore (234-149 a.C.), al fine di met-
tere in evidenza che il modello del perfetto oratore si deve fondare su una piena integrazione tra le
doti dell’eloquenza (dicendi peritus) e le qualità morali (vir bonus): richiamando così l’attenzione
sull’importanza di aderire al mos maiorum, l’oratore ideale non è per Quintiliano un semplice profes-
sionista della parola, ma un uomo attivamente impegnato nella società, modello da emulare dal punto
di vista etico e comportamentale.
Tale pensiero attraversa l’intera opera dello scrittore ed è alla base dell’elevato valore che Quintiliano
conferisce alla retorica nella formazione complessiva dell’uomo. Così, infatti, si esprime nel proemio
del primo libro: «Intendiamo formare l’oratore perfetto, e questo non può non essere anche un uomo
onesto; perciò esigiamo che egli non sia soltanto straordinariamente eloquente, ma che abbia tutte le
virtù morali» (I, prooem., 9).
Quali intellettuali dell’età dei Flavi, oltre a Stazio, si dedicarono alla poesia
epica?
Oltre ai due poemi staziani, in età flavia va ricordata la
composizione delle Argonautiche ad opera di Valerio
Flacco: si tratta di un poema in otto libri, dedicato al-
l’imperatore Vespasiano, mutilo nell’ultima parte. In esso
vengono narrate le avventurose vicende di Giasone e di
altri eroi greci in viaggio alla ricerca del Vello d’oro. Flacco
prende a modello il poeta greco Apollonio Rodio, vissuto
in età ellenistica, il quale aveva narrato le medesime vi-
cende mitologiche in un’opera dall’omonimo titolo.
Alla stessa epoca appartengono i Punica («Le guerre pu-
niche») di Silio Italico: si tratta di un poema epico-storico
diviso in diciassette libri, che narra le vicende della se-
conda guerra punica e in cui si avverte un forte richiamo
all’epica virgiliana.
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L’età dei Flavi
di carattere complessivo. Tuttavia, limitandoci a fare delle considerazioni sulla parte dell’opera con-
servata, si può affermare che nell’Achilleide la prospettiva dalla quale l’autore narra le vicende è ben
diversa rispetto a quella riscontrabile nella Tebaide.
Nel primo poema staziano, infatti, viene presentata una guerra catastrofica che sfocia nel tragico an-
nientamento di entrambi i protagonisti, vale a dire Eteocle e Polinice: tutto pare immerso, pertanto, in
un’atmosfera cupa e tragica. Tale aspetto non si ricava, invece, dall’Achilleide, poema in cui l’autore
delinea le vicende della giovinezza di Achille sottolineandone i tratti più umani e sentimentali (si
pensi al rapporto di Achille con la madre Teti o all’innamoramento dell’eroe per Deidamia).
In quale occasione venne composto il Liber de spectaculis? Cosa sono gli Xenia e
gli Apophoreta?
Il Liber de spectaculis, dedicato all’imperatore Tito, comprende 33 carmi in distici elegiaci composti
in occasione dell’inaugurazione dell’Anfiteatro flavio (80 d.C.), denominato successivamente Colos-
seo, avvenuta durante il principato di Tito.
Le raccolte di Xenia («doni per gli ospiti») e di Apophoreta («doni da portare via») comprendono,
invece, epigrammi di accompagnamento ai doni: in particolare, gli Xenia erano composizioni di
accompagnamento ai doni che i Romani erano soliti scambiarsi in occasione delle feste in onore di
Saturno, ossia i Saturnalia; gli Apophoreta, invece, erano abbinati a quei doni che alla fine di un ban-
chetto venivano estratti in un sorteggio e portati via dai commensali.
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L’età dei Flavi
L’interno del Colosseo in una incisione di Giovanni Battista Piranesi (ca 1750).
Il Liber de spectaculis di Marziale fu composto proprio in occasione dell’inaugurazione dell’Anfiteatro flavio, avvenuta nell’80 d.C.
ad opera dell’imperatore Tito. La costruzione del Colosseo, il più grande anfiteatro romano, in grado di contenere 50.000 spettatori, fu
iniziata nel 72 d.C. per volontà di Vespasiano..
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morte di una bambina di sei anni, Erotion, che così si conclude: «non ricopra le sue tenere ossa una
zolla dura, e non pesare su di lei, o terra: ella non pesò su di te» (V, 34 vv.9-10).
In quale epigramma Marziale sviluppa il tema del rapporto tra città e campagna?
In quali termini affronta tale argomento?
Nell’epigramma XII, 18, tornato nella propria terra d’origine, Marziale si rivolge al poeta satirico Gio-
venale e confronta la vita di Roma e quella della Spagna; la descrizione, pregna di elementi fortemen-
te espressivi e incisivi, sfocia così nel tradizionale motivo della contrapposizione tra città e campagna.
In quest’ultima, infatti, Marziale ritrova finalmente la pace e la libertà, per tanto tempo negate dagli
impegni e dai doveri della città («qui, pigro, me ne sto piacevolmente indaffarato / … / mi godo un
sonno enorme e smisurato / … / è ignota qui la toga»)
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SCHEDE DI SINTESI
A lato:
l’imponente Arco di Tito, monumento dedicato
dall’imperatore Domiziano al padre Vespasiano ed al
fratello Tito, edificato dopo la morte di quest’ultimo
(81 d.C.).
Sotto:
Francisco Hayez, La distruzione del Tempio di Geru-
salemme, 1867, Galleria d’arte moderna, Venezia.
Il Tempio di Gerusalemme fu distrutto dall’imperato-
re Tito nel 70 d.C. durante la guerra giudaica.
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SCHEDE DI SINTESI
Politica estera
Guerra giudaica
Espugnazione di Gerusalemme e distruzione
del Tempio (70 dC.)
Inizio della diaspora ebraica
Guerra contro i Britanni conclusa nell’84 d.C.
Guerra contro i Daci (85-88 d.C.)
fia
Ra
Vespasiano (69-79 d.C.)
Lo stoicismo era stato strumento di opposizione
so
ppo
Politica di risanamento
filo
rto
Lex de imperio Vespasiani: potere al di sopra
un impegno propagandistico
incremento della letteratura
del senato e dei comizi
tra int
disimpegnata e apolitica
espulsione dei filosofi
ma
ellettual
Tito - figlio di Vespasiano (79-81 d.C.)
Consolidamento della pace
e del benessere dell’impero
Giudizio dei posteri molto positivo (Svetonio)
ione
i e
Governo fortemente autocratico
p
s
ot
r
ve
Clima di terrore e
A
Letteratura:
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SCHEDE DI SINTESI
Plinio il Vecchio
durante l’eruzione del
appartiene ad partecipa alle Ricopre incarichi pubblici Vesuvio, si reca nella
nasce a si dedica alla guerre
una famiglia di carriera contro i durante il principato di zona di Stabia: muore
Como militare
rango equestre Germani Vespasiano per le esalazioni
vulcaniche
23-24 dC.
79 dC.
Naturalis Historia
Libro I: premessa
Libri II-VI: cosmologia e geografia
Opera tecnico-scientifica LibroVII: antropologia
Struttura Inmensus labor Libri VIII-XIX: zoologia, botanica, agricoltura
37 libri Libri XX-XXXII: medicina
Libri XXXIII-XXXVII: mineralogia e metallurgia
Excursus sulla storia dell’arte
Temi:
Elogio dei sovrani di Roma, Amarezza per come il benessere
rapporto tra Pericoli per il progredire
che hanno consentito abbia intorpidito le menti e
potere della ricerca
lo sviluppo della civiltà arrestato l’indagine critica
e scienza
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SCHEDE DI SINTESI
Quintiliano
Modello del perfetto oratore
Vir bonus
atque dicendi
peritus
Actio
Gestualità
e modulazione
vocale • Modello
ciceroniano
Memoria nello stile
Dote naturale
da potenziare • Rifiuto di ogni
con esercizio forma di punizione
corporale
Elocutio
Stile: • Alternare lo svago
chiarezza espositiva; allo studio
figure retoriche;
aspetti ornamentali • Predilizione
per l’insegnamento
Dispositio pubblico collettivo
Distribuzione del materiale
nell’orazione • Desiderio di apprendere
è istintivo e innato nell’uomo
Inventio
Reperimento del materiale • Educazione, una funzione
da impiegare nell’orazione di eccezionale rilievo
Institutio oratoria
Decadenza dell’oratoria
Carenza della scuola
Metodi di insegnamento
Esercizi su contenuti fittizi
Degenerazione
morale dell’epoca
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SCHEDE DI SINTESI
Stazio
Silvae
32 componimenti
in 5 libri
Silvae («Selve»): varietà ed eterogeneità
della propria produzione poetica;
spontaneità e improvvisazione
Poetica di Stazio: poesia spontanea ed estemporanea
Arte dell’improvvisazione
Documento storico-culturale
Poesia d’occasione legata ad eventi mondani
(matrimoni, nascite, funerali, viaggi, celebrazioni)
Genere lirico
Genere epico
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SCHEDE DI SINTESI
Marziale
• Dedicato all’imperatore Tito • «Doni per gli ospiti» • «Doni da portare via»
• 33 carmi • Composizioni • Composizioni abbinate
in distici elegiaci di accompagnamento ai doni ai doni che alla fine
che i Romani si scambiavano di un banchetto venivano
• Composto in occasione in occasione delle feste sorteggiati e portati via
dell’inaugurazione in onore di Saturno dai commensali
dell’Anfiteatro flavio (Saturnalia)
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