1gruppi Anelli Campi
1gruppi Anelli Campi
1gruppi Anelli Campi
e = e, poiche
e
e = e
.
ii) Sia a un elemento di G che ammette due inversi b e c. Dunque a b = b a = e e anche
a c = c a = e. Per lassociativit` a delloperazione in G si ha: b (a c) = (b a) c, cio`e
b e = e c, da cui b = c.
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3. Anelli e Campi
Vogliamo denire una nuova nozione per insiemi dotati di due operazioni che si comportano
come la somma e il prodotto di Z.
3.1. Denizione. Sia (A, +, 0
A
, , 1
A
) un insieme dotato di due operazioni binarie, dette somma
(denotata con +) e prodotto (denotato con ), e di due elementi 0
A
e 1
A
, tali che :
a) (A, +, 0
A
) `e un gruppo commutativo ;
b) il prodotto `e associativo;
c) 1
A
`e elemento neutro rispetto al prodotto;
d) a (b + c) = a b + a c , per ogni a, b, c A.
In tal caso A si dice anello. Se inoltre il prodotto `e commutativo, A si dice anello commutativo.
Notazione. Se A `e un anello, con A
si indica A\ {0
A
}.
3.1.1. Esempio. (Z, +, 0, , 1) `e ovviamente un anello commutativo.
Un altro esempio fondamentale di anello `e dato dai polinomi a coecienti interi.
Denizione 3.2. Con Z[X] si denota linsieme dei polinomi in una variabile X a coecienti in Z,
cio`e linsieme delle espressioni:
Z[X] :=
_
n
i=0
a
i
X
i
= a
n
X
n
+ a
n1
X
n1
+ . . . + a
1
X + a
0
n N, a
i
Z
_
.
Se p(X) = a
n
X
n
+ a
n1
X
n1
+ . . . + a
1
X + a
0
diremo che a
0
, . . . , a
n
sono i coecienti di p(X),
a
i
X
i
si dice monomio e i `e detto grado di tale monomio.
Inne diremo grado del polinomio p(X) il massimo grado dei suoi monomi non nulli, cio`e se p(X)
`e come sopra, diremo che il grado di p(X) `e n, purche a
n
= 0. Scriveremo deg(p(X)) = n.
Ricordiamo le usuali operazioni in Z[X]. Siano p(X), q(X) Z[X] due polinomi qualunque:
p(X) =
n
i=0
a
i
X
i
, q(X) =
m
i=0
b
i
X
i
.
Supponendo n m si denisce:
p(X) + q(X) :=
m
j=0
c
j
X
j
,
ove c
j
= a
j
+ b
j
per 0 j n e c
j
= b
j
per n < j m; inoltre
p(X) q(X) =
m+n
h=0
d
h
X
h
ove d
h
=
i+j=h
a
i
b
j
.
5
3.3. Proposizione. Con le precedenti operazioni Z[X] `e un anello commutativo, detto anello dei
polinomi a coecienti interi.
Dimostrazione. Siano 0
Z[X]
il polinomio nullo (cio`e il polinomio costante uguale a 0
Z
) e 1
Z[X]
il
polinomio identico (cio`e il polinomio costante uguale a 1
Z
).
Ci limitiamo a provare che (Z[X], +, 0
Z[X]
) `e un gruppo commutativo.
- Associativit` a della somma. Comunque scelti tre polinomi in Z[X]:
p(X) =
n
i=0
a
i
X
i
, q(X) =
m
i=0
b
i
X
i
, r(X) =
p
i=0
c
i
X
i
proviamo che
_
p(X) + q(X)
_
+ r(X) = p(X) +
_
q(X) + r(X)
_
.
Per semplicit` a supponiamo n = m = p (il caso generale `e analogo). Dalla denizione di somma
segue:
I :=
_
p(X) + q(X)
_
+ r(X) =
n
i=0
(a
i
+ b
i
)X
i
+
n
i=0
c
i
X
i
=
n
i=0
[(a
i
+ b
i
) + c
i
]X
i
.
Daltra parte
II := p(X) +
_
q(X) + r(X)
_
=
n
i=0
a
i
X
i
+
n
i=0
(b
i
+ c
i
)X
i
=
n
i=0
[a
i
+ (b
i
+ c
i
)]X
i
.
I coecienti dei polinomi I e II sono, per ogni i = 0, . . . , n dati da
[(a
i
+ b
i
) + c
i
] e [a
i
+ (b
i
+ c
i
)]
che risultano uguali in quanto la somma, in Z, `e associativa. Pertanto I = II, come volevamo.
- Il polinomio nullo 0
Z[X]
`e elemento neutro rispetto alla somma: ovvio.
- Ogni polinomio p(X) =
n
i=0
a
i
X
i
Z[X] ammette opposto.
Infatti, sia p
(X) =
n
i=0
(a
i
)X
i
, dove a
i
`e lopposto in Z dellintero a
i
. Pertanto
p(X) + p
(X) =
n
i=0
a
i
X
i
+
n
i=0
(a
i
)X
i
=
n
i=0
(a
i
a
i
)X
i
dove lultima uguaglianza segue dalla denizione di somma tra polinomi. Ma a
i
a
i
= 0
Z
per
ogni i, dunque p(X) + p
(X) = 0
Z[X]
. Pertanto p
i=0
(a
i
+ b
i
)X
i
e II := q(X) + p(X) =
n
i=0
(b
i
+ a
i
)X
i
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I coecienti dei polinomi I e II sono, per ogni i = 0, . . . , n dati da
a
i
+ b
i
e b
i
+ a
i
che risultano uguali in quanto la somma, in Z, `e commutativa. Pertanto I = II, come
volevamo.
Omettiamo le dimostrazioni delle propriet` a b), c), d) della denizione di anello.
Ricordiamo le seguenti semplici propriet` a dei polinomi:
3.4. Proposizione. Siano f(X), g(X) Z[X]; allora:
i) deg(f(X) + g(X)) max{deg(f(X)), deg(g(X))};
ii) deg(f(X) g(X)) = deg(f(X)) + deg(g(X)).
Come per linsieme dei numeri interi, anche (Q, +, 0, , 1) `e un anello commutativo. Per` o Q
rispetto a Z ha una struttura pi` u ricca: ogni elemento non nullo `e invertibile rispetto al prodotto.
Infatti se a/b = 0, cio`e a = 0, esiste b/a Q e (a/b) (b/a) = 1; quindi b/a = (a/b)
1
.
3.5. Denizione. Se K `e un anello commutativo tale che ogni elemento non nullo ammette
inverso moltiplicativo, allora K si dice campo.
Equivalentemente K `e un campo se e solo se (K, +, 0
K
) e (K
, , 1
K
) sono gruppi abeliani e il
prodotto `e distributivo rispetto alla somma.
3.5.1. Esempio. Da quanto visto prima, si deduce che Q `e un campo, mentre Z non lo `e.
Per questo corso, lesempio fondamentale di campo `e quello dellinsieme R dei numeri reali con le
usuali operazioni di somma e prodotto.
In modo del tutto analogo a quanto visto per Z[X], si possono denire gli insiemi dei polinomi
a coecienti razionali o reali. Per entrambi vale lanalogo della 3.3 e precisamente:
3.6. Proposizione. Con le usuali operazioni, gli insiemi Q[X] e R[X] sono due anelli commutativi,
detti, rispettivamente, anello dei polinomi a coecienti razionali e anello dei polinomi a coecienti
reali.
Per Q[X] e R[X] vale la stessa nozione di grado denita per Z[X] e le analoghe propriet` a di 3.4.
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4. Numeri complessi
Intuitivamente aggiungiamo a R una radice del polinomio a coecienti reali X
2
+ 1; de-
notiamo tale numero con i. Se consideriamo il pi` u piccolo campo che contenga R ed i, esso
deve sicuramente contenere tutte le possibili somme e prodotti di tali elementi. Diamo dunque la
seguente
4.1. Denizione. Un numero complesso `e unespressione formale del tipo
z = a + ib , dove a, b R.
Il numero reale a si dice parte reale e il numero reale b si dice parte immaginaria di z; in simboli:
a = Re(z), b = Im(z).
Si dice coniugato di z il numero complesso z = a ib.
Linsieme di tutti i numeri complessi si denota con C, cio`e
C = {a + ib | a, b R}.
Lasciamo al lettore la verica del seguente risultato:
4.2. Proposizione. Si deniscano in C le seguenti operazioni:
(a + ib) + (c + id) := (a + b) + i(c + d)
(a + ib) (c + id) := (ac bd) + i(bc + ad).
Rispetto a tali operazioni, (C, +, , 0
C
, 1
C
) `e un campo, dove 0
C
= 0
R
+ i0
R
e 1
C
= 1
R
+ i0
R
.
4.2.1. Esempio. Calcoliamo le seguenti operazioni in C:
(2 + 3i) + (1 2i) = 3 + i; (2 + 3i) (1 2i) = 8 i.
Inoltre, nella dimostrazione di 4.2 si prova che ogni elemento non nullo z = a + ib C ammette
inverso. Si cerca infatti un numero x + iy C tale che (a + ib)(x +iy) = 1. Vediamo i conti in un
esempio numerico: calcoliamo (2 + 3i)
1
. Imponiamo
1 = (2 + 3i)(x + iy) = 2x + 2iy + 3ix 3y = (2x 3y) + i(3x + 2y) =
_
2x 3y = 1
3x + 2y = 0
.
Si ottiene x = 2/13 e y = 3/13 e quindi (2 + 3i)
1
= (2/13) i(3/13). In generale, vale
(a + ib)
1
=
a
a
2
+ b
2
i
b
a
2
+ b
2
=
1
a
2
+ b
2
(a ib).
4.3. Proposizione. Per ogni numero complesso z = a + ib valgono le seguenti propriet` a:
i) z = z;
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ii) z = z se e solo se z R;
iii) zz = a
2
+ b
2
;
iv) z + z = 2Re(z).
4.4. Osservazione. E evidente che il polinomio X
2
+1 C[X] si pu` o scomporre in un prodotto
di polinomi, in quanto i e i sono sue radici; dunque
X
2
+ 1 = (X + i)(X i).
Questo non sorprende, in quanto si `e ampliato R ad un campo che contiene anche una radice di
tale polinomio. Ma il fatto sorprendente `e che questo nuovo campo dei numeri complessi contiene
tutte le radici di ogni polinomio a coecienti reali. Ricordiamo questo importante risultato:
4.5. Teorema fondamentale dellalgebra. Sia f(X) un polinomio a coecienti reali. Allora f
ammette almeno una radice complessa. Pi` u precisamente, se n = deg(f), allora esistono n radici
di f in C; quindi, poste z
1
, . . . , z
n
tali radici, il polinomio f si fattorizza completamente in C:
f(X) = a(X z
1
)(X z
2
) (X z
n
).
, +, 0
G
) sono due gruppi, unapplicazione f : G G
`e un omomorsmo
di gruppi se
f(x + y) = f(x) + f(y)
per ogni x, y G.
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ii) se (A, +, 0
A
, , 1
A
) e (B, +, 0
B
, , 1
B
) sono due anelli, unapplicazione f : A B `e un omo-
morsmo di anelli se
f(x + y) = f(x) + f(y), f(x y) = f(x) f(y)
per ogni x, y A.
5.1.1. Esempio. Le inclusioni canoniche Z Q, Q R, Z Z[X] sono omomorsmi di anelli.
5.1.2. Esempio. Lapplicazione f : Z Z denita da n 2n `e un omomorsmo di gruppi
(additivi) ma non di anelli.
Proviamo le seguenti semplici propriet` a degli omomorsmi di gruppi:
5.2. Proposizione. Siano (G, +, 0
G
) e (G
, +, 0
G
) due gruppi e sia f : G G
un omomorsmo
di gruppi. Allora:
i) f(0
G
) = 0
G
, cio`e limmagine dellelemento neutro di G `e lelemento neutro di G
;
ii) per ogni g G si ha f(g) = f(g), cio`e limmagine dellopposto di un elemento `e lopposto
dellimmagine dellelemento stesso.
Dimostrazione.
i) Per denizione di elemento neutro si ha:
f(0
G
) = f(0
G
+ 0
G
) = f(0
G
) + f(0
G
)
dove lultima uguaglianza segue dal fatto che f `e un omomorsmo di gruppi. Poiche f(0
G
) `e un
elemento di G
, ammette opposto in G