Comunicazione Efficace
Comunicazione Efficace
Comunicazione Efficace
EFFICACE
E PERSUASIVA
I concetti chiave per diventare convincenti ed assertivi
Eros Tugnoli
CUPER Srl
Sommario
- Comunicare con il cuore
(pag. 3)
(pag. 7)
(pag. 25)
(pag.40)
(pag. 51)
(pag. 50)
(pag. 61)
(pag. 79)
(pag. 93)
- Bibliografia
(pag. 102)
COMUNICARE
CON IL CUORE
Lory Wood
I FONDAMENTALI
DELLA
COMUNICAZIONE
Eros Tugnoli - Francesco Bosio - Lina Di Lascio
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L AZ NA
C O
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M
R
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C T
IN
Che cos la comunicazione? E cosa significa comunicare?
Comunicare significa trasmettere, trasferire, far conoscere, inviare,
partecipare, unire, mettere in comune con gli altri ci che nostro. Comunicare
significa, quindi, tante cose e pu non significare nulla, dipende dallo scopo che
vogliamo raggiungere e dal comportamento che teniamo per raggiungerlo.
Per comodit affermeremo che comunicare significa trasmettere.
Secondo la definizione pi classica la comunicazione il trasferimento
d'informazioni da un'emittente ad un ricevente.
Chi comunica FONTE DI TRASMISSIONE
Il mezzo che usiamo per comunicare il VEICOLO DI
COMUNICAZIONE
La strada attraverso cui passa la comunicazione il CANALE DI
COMUNICAZIONE
Loggetto della comunicazione il MESSAGGIO. Il messaggio il
contenuto della comunicazione, l'oggetto stesso del fenomeno di cui stiamo
parlando. Se io entro in ufficio, dico "Buongiorno" al mio collega e questi mi
risponde "Buongiorno!": ecco, il "buongiorno" il messaggio. Nel primo caso,
inoltre, io sono il trasmettitore di tale messaggio e il mio collega il ricevente.
La persona cui indirizziamo il nostro messaggio il DESTINATARIO
A volte, tra la fonte di trasmissione e il destinatario, s'interpone
lINTERFERENZA che pu ostacolare la trasmissione e la ricezione di un
messaggio; in pratica un messaggio riesce a giungere al destinatario senza
distorsioni se non incontra interferenze o se, incontrandole, riesce a
neutralizzarne gli effetti d'influenzamento.
COMUNICAZIONE E...
...il trasferimento di informazioni da un
Emittente ad un Ricevente
mettere qualcosa in comune
...lessenza della nostra vita
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PERCEZIONE
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IMPRINTING
LA PRIMA VOLTA NON SI DIMENTICA MAI
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= ANGOLO DI DISTORSIONE
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TECNICO:
I FILTRI
rumori
interruzioni
condizioni tecniche di colloquio:
ambiente, luce, temperatura, posizione
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SOCIALE:
barriere sociali e di status
(appartenenza a gruppi sociali o a classi sociali in
conflitto o portatori di valori tra loro incompatibili)
PSICOLOGICO:
situazioni di conflitto (intense emozioni)
pregiudizi
Logica Win/Lose (atteggiamenti di prevaricazione)
Logica Lose/Win (atteggiamenti di difesa)
incoerenza tra messaggi verbali e non verbali
Simpatia / Antipatia
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COMUNICAZIONE MONO-DIREZIONALE
messaggio
EMITTENTE
RICEVENTE
COMUNICAZIONE BI-DIREZIONALE
messaggio
EMITTENTE
RICEVENTE
FeedFeed-back
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COMUNICAZIONE
MONO-DIREZIONALE
PIU VELOCE
PIU EFFICIENTE
(se chiara)
TENDE AD ESSERE
RELATIVAMENTE EFFICACE
DERESPONSABILIZZANTE
La comunicazione mono-direzionale pi veloce: prevede un solo
passaggio dallemittente al ricevente. Se chiara pi efficiente, ma se non lo ,
non neanche efficace. (A proposito della differenza tra le spesso confuse
efficacia ed efficienza: LEFFICACIA un fattore qualitativo; consiste nella
propriet di ottenere leffetto voluto. LEFFICIENZA un fattore quantitativo;
consiste nella propriet di ottenere la pienezza delle prestazioni).
Ritornando alla comunicazione mono-direzionale, se chiara pu
raggiungere i migliori risultati, ma se non lo , pu non produrre alcun effetto.
E deresponsabilizzante sia per lemittente sia per il ricevente, poich sono
sollevati da ogni responsabilit nel caso in cui il primo non abbia comunicato in
modo efficace, e il secondo non abbia percepito in modo efficace. Si rischia che
tra i due nascano delle forti incomprensioni e delle antipatiche reazioni.
Questo tipo di comunicazione pu anche essere chiamata discendente o
ascendente se fra le due diverse entit, la persona che parla e il gruppo che
ascolta, vi un rapporto non paritario: se chi parla viene investito di un'autorit
(pi teorica che effettiva, data dal fatto di stare magari seduto dietro un tavolo di
presidenza o una cattedra) si parler di comunicazione discendente; viceversa, se
chi parla si rivolge all'autorit, si tratter di comunicazione ascendente.
La comunicazione monodirezionale una comunicazione diretta, che non
ammette repliche, che non si preoccupa particolarmente del risultato ottenuto in
quanto non verificabile. La speranza per chi subisce questo tipo di
comunicazione che il messaggio sia esposto in maniera chiara e comprensibile.
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COMUNICAZIONE
BI-DIREZIONALE
PIU LENTA
EFFICIENTE
(anche se relativamente chiara)
TENDE AD ESSERE PIU EFFICACE
RESPONSABILIZZANTE E FORMATIVA
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C. NON VERBALE:
LA GESTUALITA: mimica facciale, braccia, gambe, corpo
GLI OGGETTI: vestito, ornamenti, strumenti utilizzati
7% CV
38% CPV
55% CNV
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ASCOLTO
TACETE!
PRENDETE APPUNTI
FIDUCIA:
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LE BASI E LE TEORIE
DELLA
COMUNICAZIONE NON
VERBALE
Eros Tugnoli
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"... il termine deve includere le posizioni del corpo, i gesti, l'espressione del
viso, le inflessioni della voce, la sequenza, il ritmo e la cadenza delle stesse
parole, e ogni altra espressione non verbale di cui l'organismo sia capace, come
pure i segnali di comunicazione immancabilmente presenti in ogni contesto in
cui ha luogo un'interazione..."
(Watzlavick ed altri, Pragmatica della comunicazione umana, Ubaldini,
Roma, 1971)
Altri ricercatori invece tendono a limitare la definizione di comunicazione agli
elementi intenzionali del comportamento non verbale, non accettando il termine
comunicazione per i segnali emessi in modo inconsapevole. Questa posizione
ormai desueta ed anacronistica, specie dopo gli studi e le esperienze "costruite"
in laboratorio da Argyle, Bateson, Knapp ed altri.
Si pu osservare che i problemi e i disturbi della comunicazione interpersonale
sono in stretta relazione con i sistemi di formazione e i processi di sviluppo del
comportamento non verbale, ci che abitualmente viene definita come
l'educazione, ossia nient'altro che la storia dell'interazione dell'individuo con
l'ambiente a partire dalla sua nascita. Ci riferiamo particolarmente alle norme
sociali e alle convenzioni culturali che regolano e inibiscono il comportamento
dell'individuo fin dalla sua nascita.
A questo proposito Goffman sottolinea che: "... in realt la repressione delle
emozioni non appropriate cos generale che dobbiamo guardare alle
violazioni di questa regola per renderci conto del suo normale funzionamento..."
(Goffman, Espressione e identit, Mondadori, Milano, 1979)
Fondamentale a questo proposito stato il contributo di Freud per l'analisi degli
atti mancati, casuali e sintomatici, soprattutto nella sua "Psicopatologia della
vita quotidiana".
Di fatto, avviene che tentiamo di controllare la nostra capacit espressiva in
modo da non lasciar trapelare attraverso il comportamento informazioni e
segnali "compromettenti", che potrebbero mettere a disagio noi o gli altri,
turbando i precari equilibri stabiliti da un'ipotetica "norma sociale". Per poter
attuare questo processo continuo di controllo del nostro corpo e delle nostre
emozioni l'individuo si affida a quel meccanismo di difesa chiamato
razionalizzazione.
Giancarlo Trentini definisce cos questo meccanismo:
"... l'individuo che razionalizza colui che trova delle giustificazioni di fronte a
s e agli altri, operando una distorsione delle percezioni, delle idee, delle
motivazioni..."
(Trentini, Manuale del colloquio e dell'intervista, Isedi, Milano, 1980).
Per concludere riteniamo opportuno soffermarci su alcune distinzioni proposte
da Argyle che ci permettono di chiarire alcuni termini fondamentali della
problematica posta dalla CNV.
Egli distingue tra comunicazione propriamente detta, in cui i segnali sono
intenzionali e diretti ad un fine, e i segni, che sono semplicemente risposte
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CLASSIFICAZIONE
PSICOTERAPEUTICI
RIFERITA
AI
PROCESSI
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IL METODO PRAGMATICO
A differenza di questi approcci che hanno luogo per lo pi in situazioni di
laboratorio, l'approccio pragmatico tende a ricercare il significato comunicativo
del comportamento non verbale sulla base degli effetti che esso produce. In
questo caso l'obiettivo non pi codificare o decodificare dei significati costanti
di determinati aspetti del comportamento, ma piuttosto si cerca di individuare gli
effetti pragmatici ridondanti e ripetitivi.
Si mira perci ad individuare delle regole e dei modelli di comportamento, senza
farne delle categorie stereotipate.
Watzlavick, Beavin e Jackson hanno illustrato questo approccio servendosi del
concetto di scatola nera: la mente umana viene considerata come una scatola
nera di cui impossibile esaminare la struttura interna. Ne consegue che si
dovranno studiare esclusivamente i suoi rapporti specifici di ingresso-uscita. Si
studier quindi la funzione del dispositivo, cio della scatola nera, nel sistema
pi grande di cui fa parte.
Il vantaggio euristico che questo metodo presenta viene sottolineato dai
pragmatici in questi termini: "... non abbiamo bisogno di ricorrere ad alcune
ipotesi intrapsichica (che fondamentalmente inverificabile) e possiamo
limitarci ad osservare i rapporti di ingresso-uscita, cio la comunicazione... lo
studio del comportamento umano, sulla base del concetto di scatola nera, ci
porta a considerare l'uscita di una scatola come l'ingresso di un'altra... "
(Watzlavick ed altri, opera citata).
Il metodo proposto in questo caso l'osservazione diretta della comunicazione
tra l'individuo e le persone che contano nella sua vita, osservando le interazioni
delle coppie come uno spettatore che cerca di scoprire le regole del gioco degli
scacchi assistendo ad alcune. Attraverso questo metodo quindi non si ricercano
significati simbolici, n si cerca di risalire a cause legate al passato o a
motivazioni inconsce, ma piuttosto ad osservare i modelli di interazione nel loro
svolgimento presente, "qui ed ora".
GESTI E MOVIMENTI
Convenzionali
Emotivi
Espressivi della personalit
Rituali
Collegati al discorso
4.
POSTURA
Atteggiamenti interpersonali
Emozioni e personalit
5.
CONTATTO CORPOREO
Nelle relazioni interpersonali e in contesti sociali
6.
IL COMPORTAMENTO SPAZIALE
7.
LASPETTO ESTERIORE
8.
I FENOMENI PARALINGUISTICI:
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Imitazione
Secondo quanto affermano Canestrari e Ricci Bitti, le ricerche sull'imitazione
nell'interazione tra due persone hanno dimostrato che alcune modalit e
caratteristiche comportamentali dell'intervistato sono da attribuire al fatto che
questi si adegua e fa propri alcuni comportamenti dell'intervistatore: "... in
particolare tale rilievo stato verificato per alcuni elementi comportamentali:
la durata dell'espressione verbale; l'uso delle interruzioni e dei silenzi; il tipo di
espressioni verbali usate; le parole utilizzate; i gesti e le posture ecc..."
(Canestrari, Ricci Bitti, Il colloquio clinico, Il manuale del colloquio e
dell'intervista, Isedi, Milano, 1980).
E' stato rilevato anche che i comportamenti non verbali di assenso
dell'intervistatore alle risposte dei soggetti sollecitano analoghi comportamenti
da parte dell'intervistato.
Argyle ha dimostrato che l'imitazione si verifica con pi probabilit in
particolari condizioni: quando il soggetto che imita premiato per questo suo
comportamento; quando il soggetto che viene imitato occupa una posizione di
potere rispetto all'altro o appare gratificato dalla imitazione; quando il soggetto
che imita piuttosto incerto sul comportamento da adottare.
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Rinforzo
L'effetto del rinforzo stato evidenziato sul piano sperimentale in numerose
ricerche con particolare riferimento a quelle sul comportamento nel corso
dell'intervista. E' stato rilevato che se un certo atto o comportamento del
soggetto intervistato seguito da un rinforzo o un premio da parte
dell'intervistatore, il primo produrr quel particolare tipo di comportamento con
pi intensit e frequenza.
Secondo Argyle l'effetto del rinforzo si dimostrato pi rilevante in rapporto al
tipo di rinforzo usato. In particolare i segnali non verbali si sono rivelati pi
efficaci di quelli verbali: sorriso, cenni di assenso col capo, sguardo attento ed
interessato, ecc... possono influenzare numerosi aspetti del comportamento
dell'interlocutore quali l'ammontare dell'eloquio, il tipo di opinioni espresse, la
verbalizzazione su specifici argomenti, le risposte di movimento, ecc...
Altre variabili che aumentano l'effetto del rinforzo sono legate allo status
dell'intervistatore, al sesso (si ottiene un effetto maggiore quando soggetto ed
intervistatore sono di sesso opposto) e alla personalit del soggetto (l'effetto
maggiore in soggetti ansiosi e con alto bisogno di approvazione sociale).
Da quanto detto il rinforzo appare come un processo di influenzamento usato da
soggetti che adottano uno stile di comportamento dominante con soggetti che
assumono un comportamento di tipo subordinato.
Equilibrio
Numerosi autori hanno applicato ai processi di interazione la teoria
dell'equilibrio, secondo la quale per ogni relazione interpersonale esiste un punto
di equilibrio che risulta dall'integrazione armonica di tutte le componenti che
intervengono nel processo.
Quando una coppia di individui, o un piccolo gruppo sociale, hanno elaborato
tecniche sociali sincronizzate in grado di soddisfare in una certa misura i bisogni
di ciascuno, allora si svilupper una resistenza a qualsiasi cambiamento di
questo stato di cose. Ogni modificazione di questa situazione di equilibrio
produrr una condizione di instabilit accompagnata da uno stato di tensione,
finch non verr trovato un nuovo punto di equilibrio. Ad esempio se A si
comporta in modo pi aggressivo e meno amichevole del solito, ci dar luogo a
reazioni negative da parte di B, finch A comincer a temere di venir respinto ed
escluso da futuri incontri. Cos A sar portato a modificare il suo
comportamento mostrandosi per un certo periodo di tempo insolitamente
simpatico e cordiale. Ancora si pu osservare che se A parla troppo e pi del
solito, ci dar luogo ad interruzioni e reazioni negative da parte di B, in
seguito alle quali egli osserver per qualche tempo il silenzio, a meno che non
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CONCLUSIONI
Dall'analisi dei processi di influenzamento emerge il fatto che il comportamento
di un soggetto varia in risposta alla situazione, ma la situazione stessa consiste
nel comportamento del secondo soggetto interagente che, a sua volta, dipende
dal comportamento del primo e cos via.
Cogliere questo aspetto circolare dei processi di influenzamento quanto mai
importante per comprenderne le dinamica.
La scelta delle strategie di influenzamento dipender necessariamente dal
contesto interattivo. Infatti se A controlla formalmente la situazione potr usare
espliciti segnali verbali per dire a B come vuole che si comporti. In altre
situazioni i segnali verbali possono essere inaccettabili o controproducenti: non
facile dire ai propri amici o colleghi di parlare meno o di essere meno
dominanti.
E' in tali situazioni che Argyle sottolinea l'efficacia della comunicazione non
verbale: "... in queste situazioni vengono usati normalmente segnali non verbali
di contrattazione; questi hanno il vantaggio di essere degli accenni, dei tentativi
che si possono facilmente ritirare o a cui si pu ricorrere per saggiare altre
possibili relazioni senza imbarazzo; essi inoltre, operano eludendo l'attenzione
cosciente di entrambi i soggetti interagenti..." (Argyle, Il comportamento
sociale, Il Mulino, Bologna, 1979).
Si pu quindi affermare che la comunicazione non verbale gioca un ruolo
primario e fondamentale nei processi di influenzamento che avvengono durante
le interazioni sociali.
L'obiettivo di comunicare nel modo pi efficace possibile passa quindi per la
non facile strada di una sempre pi ampia presa di consapevolezza del
comportamento non verbale nostro e altrui.
Il metodo per espandere questa consapevolezza duplice: osservare i processi
comunicativi nel loro svolgersi "qui ed ora" e trovare una maggior confidenza
col nostro corpo permettendogli di esprimersi al meglio delle sue possibilit.
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GLI INSEGNAMENTI
DEI GRANDI
SEDUTTORI
Eros Tugnoli
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Diapositiva 1
IL GRANDE SEDUTTORE...
1 HA FIDUCIA IN SE STESSO
2 E AUTOREVOLE E RASSICURANTE
3 SA IMPERSONARE VARI RUOLI
4 QUANDO E INTERESSATO A QUALCUNO GLI SI
DEDICA COMPLETAMENTE
5 CREA SITUAZIONI PER FAR SENTIRE BELLA E
AMMIRATA LA PERSONA DA SEDURRE
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Diapositiva 2
IL GRANDE SEDUTTORE...
6 FA RIDERE E DIVERTIRE LINTERLOCUTORE
7 CREA SITUAZIONI CHE ESCONO DALLA
ROUTINE, MAGARI REALIZZANDO I DESIDERI
PROIBITI DELLALTRO
8 NON SI FERMA DI FRONTE ALLE DIFFICOLTA
MA INVENTA NUOVI MODI PER CONTINUARE IL
RAPPORTO SEDUTTIVO
9 TRASMETTE EMOZIONI, SOPRATTUTTO
POSITIVE: GIOIA, ESULTANZA, ENTUSIASMO;
MA ANCHE TORMENTO, COMPRENSIONE
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LA FORZA SOTTILE
DEI COMPLIMENTI
Eros Tugnoli
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L'ARTE DELLA
MENZOGNA
Eros Tugnoli
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Le posture generali del corpo possono aprire qualche falla, perch egli non
sempre del tutto conscio del proprio grado di rigidezza, rilassamento o
tensione da vigilanza; tuttavia il loro valore fortemente ridotto dalle regole
sociali che associano a determinati contesti certe pose abbastanza stereotipate.
Dall'imputato di un processo per omicidio, per esempio, ci si aspetta che
stia in piedi o seduto in maniera piuttosto rigida, sia esso colpevole o innocente,
e ci pu facilmente agire da blocco del segnale posturale.
Indizi pi utili ci vengono dati dai movimenti e dalle posture delle mani,
perch il nostro assassino ne sar meno consapevole e di solito non esistono
regole che possano soffocarne l'espressivit. Certo, se si trattasse di un
interrogatorio davanti ad una corte militare, i segnali manuali dell'imputato
sarebbero bloccati dalla rigida etichetta militare: il dover stare sull'attenti fa s
che ad un soldato sia pi facile mentire che ad un civile. In ogni caso vi saranno
delle gesticolazioni che, se guardate con attenzione, possono smascherare
l'inganno.
Di particolare interesse sono le gambe e i piedi, perch questa la parte
del corpo delle cui azioni il soggetto meno consapevole. Spesso per
rimangono nascosti alla vista, cos che, in pratica, la loro utilit ne risulta
fortemente limitata. Mobilio permettendo, sono comunque zone importanti per
quanto riguarda la "fuga" di informazioni.
E' uno dei motivi per cui in un colloquio di lavoro, in una trattativa d'affari
o di vendita, ci si sente molto pi a nostro agio dietro a un tavolo o una scrivania
che faccia da schermo alla parte inferiore del corpo. Questo fatto talora viene
sfruttato nelle assunzioni competitive ponendo la sedia del candidato da
esaminare in mezzo alla stanza, cos che il corpo della "vittima" sia
completamente visibile.
Riassumendo, il modo migliore per ingannare consiste nel limitare i nostri
segnali alle parole e alle espressioni del viso. A questo scopo dobbiamo
nascondere il resto del corpo, oppure tenerlo cos occupato in complicate
procedure meccaniche che tutte le possibili "fughe" siano bloccate dalla
necessit di destrezza fisica. In altre parole, se dovete mentire, fatelo per
telefono od occhieggiando da sopra un muretto; oppure mentre mostrate un
folder di vendita o parcheggiando l'auto in garage.
Se gran parte del vostro corpo visibile e non avete alcun compito
meccanico da assolvere, allora dovete cercare di coinvolgere nell'inganno
l'intero corpo, non soltanto il viso e la voce.
Mentire con il corpo riesce difficile alla maggior parte di noi, perch
manchiamo di pratica. Nella vita di tutti i giorni raramente siamo costretti a
inganni deliberati e continuati.
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chi non tiri un sospiro di sollievo quando se ne va, permettendo agli altri di
rilassarsi e far congetture sul suo problema.
La nostra riluttanza a smascherare apertamente le menzogne degli altri fa s
che la qualit delle comuni menzogne sociali non sia quella che potrebbe essere.
Non solo non facciamo abbastanza pratica, ma quando la facciamo non
siamo sottoposti a prove abbastanza severe. Il risultato che, in maggioranza,
siamo dei cattivi mentitori che avrebbero molto da imparare da quei gruppi che
si possono definire i professionisti della finzione.
Questi ultimi sono persone che sanno mentire senza fughe di informazioni
non-verbali, le cui attivit implicano inganni ripetuti, prolungati e, ci che pi
importante, aperti alla smentita. A meno che non siano capaci di mentire bene e
di sostenere tali menzogne, sono destinati all'insuccesso nelle loro professioni;
quindi devono diventare abilissimi nella manipolazione contestuale (scegliere il
momento giusto per mentire) e nel coinvolgere tutto il corpo nell'inganno.
Ci pu richiedere anni di addestramento, ma alla fine, nei pi abili si pu
davvero vedere la finzione elevata ad arte. Non mi riferisco solo agli esempi pi
ovvi, come i grandi attori, ma anche quei super bugiardi che sono i diplomatici e
i politici di professione, gli avvocati, i maghi, gli illusionisti, gli ingannevoli
dispensatori di fortuna e i venditori di automobili usate. Per tutti costoro mentire
un sistema di vita, una superba abilit che viene continuamente perfezionata e
rifinita, finch diviene cos splendida che il resto della gente gode a farsi
ingannare.
L'abisso tra i bugiardi comuni e i professionisti enorme, molto maggiore
di quanto creda il non-professionista medio.
Spesso lo sentiamo dire che "chiunque potrebbe fare del cinema" o che "i
diplomatici non hanno nient'altro da fare che bere champagne e andare avanti a
ricevimenti".
Ma mettetelo alla prova e mostrer subito la sua inettitudine. Chiedetegli
per esempio di camminare lentamente con naturalezza da un capo all'altro di un
palcoscenico, sotto gli occhi di un vasto pubblico, e state a vedere cosa succede.
Poi confrontate la sua andatura rigida e goffa con il modo di camminare che
normalmente tiene per strada in compagnia di un amico, e la bravura dell'attore
professionista salter immediatamente agli occhi.
Osservato da un vasto pubblico, il non-professionista tutto tranne che
tranquillo e, per quanto si sforzi, non pu costringere il suo corpo a trasmettere
segnali di tranquillit. Anzi, pi si sforza, peggiore il risultato.
Passando dal soggetto che mente a quello che scopre la menzogna, quali
sono le chiavi specifiche che gli permettono di mangiare la foglia?
Una serie di esperimenti effettuati da ricercatori americani ha permesso di
individuare alcune risposte.
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CAPACITA DI PERSUASIONE
RISPONDETE ALLE DOMANDE SCEGLIENDO TRA LE SEGUENTI QUATTRO
LOPZIONE CHE MEGLIO DESCRIVE IL VOSTRO COMPORTAMENTO:
A = MAI
B = A VOLTE
C = SPESSO
D = SEMPRE
1. Mentre sono intento a persuadere, fornisco esempi di persone che in passato hanno riposto fiducia
in e /o nella mia organizzazione?
B = 2 PUNTI
DA
50
A
DA
40
A
DA
30
A
MENO DI 30
60
50
40
C = 3 PUNTI
D = 4 PUNTI
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FATTO O DEDUZIONE ?
LEGGETE CON ATTENZIONE QUESTO EPISODIO
Bianchi, capo servizio della MAXI s.p.a., ha in programma, alle ore 10,
una riunione nell'ufficio di Rossi, per discutere di una grave questione
sindacale.
Recandosi alla riunione, Bianchi scivola su un pavimento incerato di
fresco e si sloga malamente un'articolazione.
Nel momento in cui Rossi viene avvertito dell'incidente, Bianchi sta
gi andando all'ospedale per farsi fare una radiografia. Rossi
telefona all'ospedale per avere notizie, ma nessuno sembra sapere
alcunch di Bianchi.
Pu darsi che Rossi abbia telefonato all'ospedale sbagliato.
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COMUNICAZIONE
INTERNA
E GESTIONE
DEI GRUPPI DI LAVORO
Stefano Donati
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COMUNICAZIONE INTERNA
Quali sono gli obiettivi della comunicazione interna? Le sue finalit si possono
sintetizzare in due concetti fondamentali:
1) far conoscere e spiegare gli obiettivi della vostra impresa, soprattutto nelle
fasi di cambiamento delle strutture organizzative (ad esempio in una grande
azienda: fusioni, ristrutturazioni, acquisizioni)
2) promuovere e tutelare un buon clima organizzativo. Accertatevi che tra i
vostri dipendenti regni l'armonia, infatti, come si pu lavorare bene nel
malumore e nella disorganizzazione?
Le tecniche di comunicazione interna sono fondamentali nel contesto
organizzativo dell'impresa come premessa di qualit globale. Ma attenzione,
perch "tra il dire e il fare c' di mezzo il mare": infatti, sviluppare un'efficace
comunicazione aziendale non cos facile come potrebbe sembrare.
Come migliorare la comunicazione interna? Motivazione: la forza di un'azienda
vincente.
Per prima cosa, convincete i dipendenti della qualit dei prodotti/servizi offerti
dall'azienda, solo in tal modo riuscirete a comunicarla anche all'esterno.
Soprattutto se la vostra azienda opera nel settore commerciale, non vi siete mai
chiesti l'importanza della motivazione di un venditore e quanto questa incida sul
risultato della vendita?
Trasmettete, allora, a tutti i dipendenti gli obiettivi generali e i progetti strategici
dell'impresa, al fine di sviluppare spirito di coesione, rafforzare coinvolgimento
e motivazione, consentire a tutto il personale di identificarsi nella vostra
azienda. La comunicazione interna va in due direzioni:
1) Top-down: cio comunicare informazioni dall'alto (manager, dirigenti,
quadri) verso il basso (impiegati, dipendenti, collaboratori). Come? Servitevi di
cartelli, Intranet e organizzate riunioni che rendano possibile l'incontro diretto
tra manager e collaboratori. Lo scopo di diffondere le informazioni e di
condividere gli obiettivi tra tutti i soggetti che danno vita ad una societ.
2) Bottom-up: cio un ritorno della comunicazione dal basso verso l'alto
(feedback). Allora formulate questionari, sollecitate colloqui individuali per
ascoltare eventuali richieste. Dunque non solo informare, ma anche ascoltare:
infatti, coinvolgere tutti intorno ad un progetto rappresenta un grande beneficio
per la vostra azienda.
Nelle piccole e medie imprese la comunicazione dall'alto verso il basso (e
viceversa) pi diretta. In una piccola azienda, che conta ad esempio una
ventina di dipendenti, potete comunicare con un vostro dipendente seduti
comodamente davanti ad un caff senza ricorrere a riunioni o questionari.
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METODOLOGIA
Quando si parla di comunicazione interna opportuno seguire le stesse norme
utilizzate a livello di marketing, al fine di minimizzare la possibilit di errore
nell'elaborazione del messaggio, nell'individuazione del/i mezzi da utilizzare,
nella determinazione della audience e degli obiettivi da conseguire.
Ecco perch risulta opportuno ricorrere alle procedure proprie di un processo
circolare che approssimi sempre pi il risultato delle azioni poste in essere al
raggiungimento delle finalit prospettate. Ecco un modello di riferimento:
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Riunioni
Telefonate
Posta elettronica
Fax
Lettere
Annotazioni scritte
Formazione
Questionari
Report
Bacheca
Conferenze
Convention
House organ
Circolari
News
Videocassette
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Fase 1:
problem finding - rendersi conto del disagio;
problem setting - definire il problema;
problem analysis - scomporre il problema principale in problemi secondari.
Fase 2:
problem solving - eliminare le cause;
decision making - decidere come agire;
decision taking - passare all'azione.
Ma come si pu procedere in modo corretto nell'implementazione quotidiana di
questa metodologia?
Dove e come acquisire le informazioni e i dati che possano mettere in
condizione l'impresa di auto-comprendere e apprendere in tempo reale le
necessit del cambiamento o della revisione di alcuni processi o del proprio
posizionamento di mercato?
tramite il corretto reperimento e gestione delle informazioni che il processo di
riorganizzazione pu ottenere il suo massimo scopo di efficienza.
Parte del processo fondamentale e prioritaria costituito dunque dal knowledge
management. Il knowledge management gode ormai di una fama internazionale
ed al centro delle attivit di molte aziende, anche se una vera e propria
definizione ben lontana dall'essere data.
infatti la stessa natura del knowledge management a renderne difficile una
formalizzazione efficace.
Un punto d'inizio per cercare di spiegare in cosa consiste questa nuova disciplina
pu essere una delle definizioni date da Karl Wiig in LIEBOWITZ (1999):
Il knowledge management la sistematica, esplicita e deliberata
organizzazione, applicazione e rinnovamento della conoscenza interna di un
azienda al fine di massimizzarne l'efficacia della base conoscitiva e i relativi
benefici.
Nella realt dei fatti quello che il knowledge management si pone come
obiettivo rendere esplicita, e quindi fruibile ai pi, la conoscenza tacita ed
implicita che ogni figura professionale all'interno dell'azienda ha maturato con il
suo lavoro, affinch l'impresa ne tragga un vantaggio economico.
Il concetto di conoscenza, nonostante la sua intangibilit, stato al centro di
molte ricerche che hanno portato a diverse formalizzazioni dei suoi concetti. Se
infatti consideriamo la conoscenza dal punto di vista dell'accessibilit possiamo
arrivare a queste tre definizioni:
implicita: accessibile attraverso alcuni quesiti e colloqui mirati, ma deve prima
68
69
COMUNICAZIONE ASSERTIVA
La comunicazione stata studiata da molti punti di vista, e molte sono le
classificazioni che sono state fatte dai diversi approcci (analisi transazionale,
programmazione neurolinguistica, teoria dei sistemi, teoria dellinformazione,
ecc.).
L'approccio della comunicazione assertiva propone una classificazione che
comprende tre stili di comunicazione.
Lo stile assertivo si basa sulla presa di distanze da comportamenti sia aggressivi
sia passivi, e sulla volont di cooperare nella comunicazione per ottenere
risultati "a somma variabile" cio che prevedano un successo personale non
basato sulla "sconfitta" altrui bens sulla valorizzazione dell'interlocutore.
Occorre precisare che ognuno si adegua ad uno dei tre stili a seconda delle
situazioni e degli interlocutori. Non si tratta quindi di caratteristiche personali,
ma di caratteristiche dei comportamenti di comunicazione.
E' naturale che alcune inclinazioni di personalit possano portare a produrre pi
frequentemente l'uno o l'altro comportamento, ma ci non deve trarre in
inganno, poich se una persona ha uno stile - ad esempio - aggressivo, pu
imparare a monitorare i propri comportamenti ed essere pi assertivo.
E' utile apprendere la distinzione fra comportamenti di comunicazione
aggressiva, passiva ed assertiva, poich riconoscendo, in noi stessi o negli altri,
lo stile di quel momento e di quella occasione, possiamo meglio governare la
comunicazione.
Lassertivit prende le distanze dai comportamenti aggressivi e da quelli passivi;
la voglia di collaborare, di generare valore per tutti gli interlocutori, ci che
caratterizza lo stile assertivo.
Quali sono le caratteristiche dello stile aggressivo?
Il presupposto su cui si basa il comportamento aggressivo quello della ridotta
importanza dell'altro; esiste quindi un egocentrismo che porta ad una malintesa, eccessiva - autostima.
La comunicazione aggressiva si basa su un "gioco a somma zero" (solo uno dei
due pu vincere, se io vinco tu perdi).
Vi quindi un marcata tendenza a sopravvalere sull'altro, a condizionarne - o
manipolarne - i comportamenti.
Generalmente laggressivo si manifesta tale per acquisire un potere sociale ricevere conferme ed influenzare gli altri -, apparire forte, incutere soggezione.
Talvolta la volont di apparire forte nasconde una fondamentale insicurezza o
timidezza.
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I comportamenti tipici dello stile aggressivo sono molti; tra di loro, i seguenti
sono molto frequenti:
comandare, imporre la leadership in un gruppo
non mettere in discussione in proprio modo di vedere
sminuire i meriti altrui
criticare, emettere sentenze
interrompere, non lasciare esprimere
essere violenti
Quali sono le caratteristiche dello stile passivo?
Lo stile passivo ha il seguente presupposto implicito: io sono meno importante
agli altri - o voglio manifestarmi come tale. In base a questo presupposto si
tende quindi ad imitare e conformarsi agli altri, a lasciarsi condizionare, ad
evitare di prendere posizione e di decidere; nei contenuti della comunicazione, il
protagonista laltro, cui va la maggior parte dellattenzione.
Chi adotta uno stile passivo pu farlo perch ha la necessit di essere accettato da una persona o da un gruppo - e pensa che la maggiore attenzione allaltro o
agli altri possa aiutarlo in questo.
Oppure pu trattarsi di una volont di evitare di essere oggetto di aggressivit da
parte degli altri, o della paura di essere coinvolto in un conflitto; oppure ancora
di una mancata conoscenza dei propri diritti, che porta ad accettare supinamente
ci che gli altri dettano; o ancora del sentirsi inadeguato ad una situazione.
Comportamenti passivi sono ad esempio:
lasciare che altri decidano
non assumersi dei rischi
stare in disparte
dare ragione al pi forte
cercare lapprovazione altrui
non reagire alle critiche
Che cosa caratterizza lo stile assertivo?
Lo stile assertivo prende le distanze sia dai comportamenti aggressivi, sia da
quelli passivi. Lattenzione dei contenuti della comunicazione spazia sia al s,
ritenuto importante, sia allaltro, ritenuto altrettanto importante.
Se entrambi gli interlocutori rivestono la stessa importanza, coerente ricercare
vantaggi per entrambi nella comunicazione; latteggiamento quindi
collaborativo, tendente ad impostare un gioco a somma variabile.
Lo stile assertivo si distingue anche per la propositivit e lessere rivolto al
futuro; i vantaggi per entrambi non risiedono infatti nel rivangare il passato, ma
nellessere rivolti al futuro.
Chi manifesta comportamenti assertivi generalmente lo fa per manifestare stima
dell'altro senza sminuire l'autostima, e per ottenere un successo di s assieme
agli altri.
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Stile passivo
Rinuncia, accetta decisioni
altrui
Evita il conflitto, non
manifesta il dissenso
Subisce
Non affronta i problemi, ne
rimanda la soluzione
Stile assertivo
Si assume le proprie
responsabilit
Rispetta i diritti altrui e
propri Esprime desideri,
dissenso, sentimenti, ecc
Ragiona sulla base di fatti
Ammette i propri errori
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73
75
76
Cooperazione
La Cooperazione mettere su un piatto comune parte delle proprie risorse ed
interessi per un vantaggio collettivo (positivo anche per il singolo).
L'armonia si realizza pi semplicemente quando interessi e scopi si integrano.
l'altruismo differente dal cooperare
l'egoismo non corrisponde all'individualismo
si pu essere egoisti e cooperativi.
I conflitti sono normalmente caratterizzati dal legame tra processi cooperativi e
processi competitivi.
La cooperazione un elemento molto interessante: essa propone soluzioni
creative ai problemi, generando nuova "ricchezza" a volte inaspettata.
Se concepita in modo spontaneo ancor pi interessante in quanto pu unire gli
elementi di libert e realizzazione del singolo in una logica di utilit a breve, ma
anche a lungo periodo.
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Fiducia
La fiducia un certo grado di sicurezza nella propria previsione del
comportamento di un altro agente o del mondo esterno.
La fiducia svolge un ruolo importante nella cooperazione. Riesce spesso a
sostituire l'effetto delle norme e delle punizioni previste nel caso di
contravvenzione.
Si realizza in modo pi elastico ed efficace. Le condizioni perch si possa
parlare di fiducia sono:
non controllabilit
assenza di coercizione
libert
La fiducia comunque caratterizzata da un certo fattore di rischio.
I giochi ripetuti
Nella realt le interazioni sociali non sono eventi sporadici e con soggetti
sempre diversi. Si parla quindi di giochi ripetuti.
Simulando la realt e semplificandola alquanto ne risulta che le migliori
strategie sono caratterizzate dai seguenti comportamenti:
correttezza: il primo passo cooperativo e si defeziona solo come risposta a
una defezione
perdonanti: la rappresaglia punitiva non continua se l'altro ricomincia a
cooperare
Queste strategie sono considerate strategie evolutive stabili (ESS), ossia sono
destinate a sopravvivere nel tempo se a loro attribuita una possibilit di
sopravvivenza pari ai loro risultati relativi.
Le strategie defezionatrici rovinano l'ambiente stesso da cui traggono vantaggio,
succhiandone le risorse e non permettendo ai soggetti che attuano altre strategie,
e quindi successivamente anche a chi defeziona, di sopravvivere.
Le strategie che guadagnano cooperando favoriscono l'instaurarsi di un ambiente
a loro favorevole e stabile nel tempo.
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E
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Eros Tugnoli
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Diapositiva 2
COMUNICAZIONE E...
80
Diapositiva 3
PERCEZIONE
81
Diapositiva 4
NELLA COMUNICAZIONE
LIMPORTANTE E IL RISULTATO
IL RISULTATO
DETERMINA LA RELAZIONE
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Diapositiva 5
IMPRINTING
LA PRIMA VOLTA NON SI DIMENTICA MAI
83
Diapositiva 6
= ANGOLO DI DISTORSIONE
84
Diapositiva 7
COMUNICAZIONE MONOMONO-DIREZIONALE
messaggio
EMITTENTE
RICEVENTE
COMUNICAZIONE BIBI-DIREZIONALE
messaggio
EMITTENTE
RICEVENTE
FeedFeed-back
85
Diapositiva 8
COMUNICAZIONE
MONO-DIREZIONALE
PIU VELOCE
PIU EFFICIENTE
(se chiara)
TENDE AD ESSERE
RELATIVAMENTE EFFICACE
DERESPONSABILIZZANTE
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Diapositiva 9
COMUNICAZIONE
BI-DIREZIONALE
PIU LENTA
EFFICIENTE
(anche se relativamente chiara)
TENDE AD ESSERE PIU EFFICACE
RESPONSABILIZZANTE E FORMATIVA
87
Diapositiva 10
C. NON VERBALE:
LA GESTUALITA: mimica facciale, braccia, gambe, corpo
GLI OGGETTI: vestito, ornamenti, strumenti utilizzati
88
Diapositiva 11
A PROPOSITO: COME SIETE ORGANIZZATI CON
LASSISTENZA?
89
Diapositiva 12
Spero di riuscire
Cercher di preparargliela in tempo
Forse riusciremo a consegnargliela
oggi
TERMINI DI DUBBIO
SE, FORSE, MAGARI, SFORZO
90
Diapositiva 13
91
Diapositiva 14
ASCOLTO
TACETE!
SE NON CE LA FATE A TACERE, LIMITATE LA VOSTRA
CONVERSAZIONE
PRENDETE APPUNTI
"AMATE" LINTERLOCUTORE, DATEGLI FIDUCIA: SARA'
VOSTRO IN BREVE TEMPO...
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LA
L
DE NE
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Eros Tugnoli
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Diapositiva 2
Er
os
Tu
gn
oli
SIMPATIA
CONTRACCAMBIO
RIPROVA SOCIALE
SCARSITA
CONFRONTO
AUTORITA
COERENZA
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Diapositiva 3
S
I
M
P
A
T
I
A
APPLICAZIONI
RAPPORTI
INTERPERSONALI
ATTENZIONE A:
BELLEZZA
SOMIGLIANZA
COMPLIMENTI
FAMILIARITA
Er
os
Tu
gn
oli
SOLUZIONI
SEPARARE I
CONTENUTI
DALLINTERLOCUTORE
CONCENTRARSI SU
VANTAGGI E
SVANTAGGI DELLA
PROPOSTA
___________________________________________________________________________
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___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
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___________________________________________________________________________
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Diapositiva 4
Er
os
C
O APPLICAZIONI
N
T
VENDITA E SOLUZIONI
R
OMAGGI
A
(senza impegno) DECLINARE
C
SMASCHERARE
C
FAVORI
VALUTARE IL
A
M (politici, mafiosi, PESO DEI FAVORI
arbitri, ecc.)
B
I
O
Tu
gn
oli
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
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Diapositiva 5
Er
o
sT
ugn
R
oli
APPLICAZIONI
I
P
R COMPRA-VENDITA
O MOTIVAZIONE DEI
V
COLLABORATORI
A MODA
SOLUZIONI
S
O
C
I
A
L
E
PERSONALIZZARE
PER TUTTI, FORSE:
MA PER ME?
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
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___________________________________________________________________________
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Diapositiva 6
S
C
A
R
S
I
T
A
Er
os
APPLICAZIONI
Tu
gn
oli
...NUMERO LIMITATO
..SOLO ENTRO IL...
...LO STANNO
PRENOTANDO GIA ALTRI LO DIA PURE
SOLUZIONI
AGLI ALTRI.
PRENDERE SEMPRE
IL TEMPO PER
RIFLETTERE
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Diapositiva 7
Er
os
C APPLICAZIONI
O
N COMPRA-VENDITA SOLUZIONI
F
INFORMARSI SUL
R TECNICA SANDWICH
REALE VALORE
O
VALUTARE SOLO
N
LULTIMA PROPOSTA
T
O
Tu
gn
oli
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
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Diapositiva 8
Er
os
Tu
gn
oli
A APPLICAZIONI
U MARKETING
SOLUZIONI
T IMMAGINE
VEDERE OLTRE LABITO
O VENDITA
POLITICA
R
E VERAMENTE UN?
I
EVITARE LA
T
SOTTOMISSIONE
A
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___________________________________________________________________________
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___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
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100
Diapositiva 9
Er
os
C APPLICAZIONI
O COMPRA-VENDITA
SOLUZIONI
E
DI
R RICHIESTA
ATTENZIONE AI
FAVORI
PICCOLI REGALI O
E
QUANTITATIVI
N
VALUTARE SOLO
Z
LULTIMA PROPOSTA
A
Tu
gn
oli
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
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___________________________________________________________________________
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101
COMUNICAZIONE PERSUASIVA
Bibliografia
-
R.B. Cialdini
LE ARMI DELLA PERSUASIONE
Giunti Firenze
Eros Tugnoli
VA DOVE TI PORTA IL BUDGET
Full Vision
A. Conquet
SAPER ASCOLTARE
Gribaudi
M. Argyle
IL CORPO E IL SUO LINGUAGGIO
Zanichelli
Eric Berne
A CHE GIOCO GIOCHIAMO
Bompiani
Manuela Pompas
I POTERI DELLA MENTE
Rizzoli
Christian H. Godefroy
LA DINAMICA MENTALE
Sugar
Oberto Airaudi
IPNOSI E AUTOIPNOSI
Gr. Ed. Muzzio
M. Cundiff
KINESICA: IL POTERE DEL COMANDO SILENZIOSO
Siad
J. Kirschner
L'ARTE DI INFLUENZARE GLI ALTRI
Acanthus
H. Cohen
COME OTTENERE QUELLO CHE VUOI
Arnoldo Mondadori
A. Schopenhauer
L'ARTE DI OTTENERE RAGIONE
Adelphi
102