Traviata PDF
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Musica di
GIUSEPPE VERDI
CARRO DI TESPI - Circuito 2010
E’, infatti, quella il cui titolo è il primo che viene alla mente anche
a coloro che non frequentano abitualmente la lirica, o addirittu-
ra non la conoscono affatto. Questo vuol dire che la storia di
Violetta, e soprattutto, la musica immortale che la racconta, sono
ormai entrate nell’immaginario popolare e costituiscono un
patrimonio culturale irrinunciabile non soltanto per il nostro
Paese, ma per ognuno di noi. Forse dipende dal fatto che la sua
storia ha da sempre affascinato gli spettatori di tutte le età pro-
prio per il su leit motiv: Violetta Valéry, brillante donna monda-
na parigina, che partecipa a tutte le feste del bel mondo, è un po’
il simbolo di un’epoca, è cioè una dama delle camelie, trasforma-
ta in Traviata da Verdi. Ella è giovane e bella, ma è destinata -
irrimediabilmente come tutte le eroine romantiche - ad una fine
tragica seppur per amore. Nella stessa direzione il successo di
quest’opera lo si può attribuire allo stesso motore narrativo del
melodramma e cioè l'eterno conflitto tra destino e desideri.
Nella "Traviata" il desiderio di Violetta è l'amore, il destino è l'es-
sere cortigiana. Violetta è realmente esistita, anche se con un
nome diverso. La bella dama aveva il vezzo di appuntarsi una
camelia sul vestito. Violetta identifica un personaggio ambiguo,
un riuscito incrocio tra volgarità e raffinatezza. Un’ombra tutta-
via oscura la vita di quest’affascinante personaggio senza tempo:
Violetta, proprio durante una delle feste che è solita organizzare
si sente male a causa di una grave malattia che la sta torturando,
la tisi, e si congeda dagli ospiti per superare la crisi. Durante la
suddetta festa conosce, tramite un amico, il giovane Alfredo, che
la soccorre e svela di esserne innamorato da lungo tempo. I due
danzano insieme e promettono di rivedersi, ma alla fine del
ballo, la frivola Violetta si accorge di una cosa per lei incredibile:
T
prima donna alla fine del primo atto” così scrisse il famoso criti-
co veneziano Tommaso Locatelli, ricensore de La Gazzetta Uffiziale
R A V I A T A
di Venezia. In quanto a Salvini, che Verdi non apprezzò totalmen-
te, si scrisse: “Entusiasmò il pubblico che la annaffiò di applausi”.
La recensione continua: “La musica è magnificamente suonata
dall’orchestra, così tanto che il preludio al terzo atto ricevette
un’ondata di applausi unanimi...il pubblico fu sottomesso alle
melodie più deliziose che si siano sentite da tempo...chiunque
non veda la bellezza di Un dì, quando le venerì; chiunque non fosse
emozionato da Piangi, non suonato né cantato, bensì parlato dal-
l’orchestra; chiunque non sentì il cuore tremare quando udì Pietà,
gran Dio, di me; chiunque non fu emozionato da questi momenti,
non ha nessun diritto di parlare di musica.” Il critico nota anche
il seguente: “Vi è bisogno di tre cose nell’arte musicale: voce,
voce, e voce. Verdi ha creato una cosa splendida, e purtroppo non
ha trovato degli artisti che capiscono o possono rappresentare ciò
che lui ha creato. Ieri sera il signor Verdi ebbe la sfortuna di man-
care delle tre cose menzionate, e tutti i pezzi non cantati da
Madame Salvini-Donatelli mancarono di panache.” Alcuni pezzi
per il tenore e baritono furono inferiori al resto. Di Provenza il mar
fu cantato nella versione originale e fu dunque troppo lunga. Il
tenore non aveva la voce per l’aria molto difficile all’inizio del
secondo atto. A parte questi pochi momenti, dove il pubblico
rimase un po’ freddo, le rappresentazioni non furono così male.
Niente fischi, né lamentele. Infatti La Traviata fu rappresentata
dieci volte nella stessa stagione alla Fenice, sole quattro di meno
di Rigoletto nel 1851.
musicisti.
In quanto alla storia dei costumi e del fondo de La Traviata, per
anni critici e musicologi sono stati convinti che fossero troppo
contemporanei per i gusti dell’epoca. In realtà, i fondi ed i costu-
mi alla Fenice erano dell’epoca di Luigi XIV, e disegnati dal famo-
so Bertoja, come lo dimostrano le locandine ed i giornali dell’epo-
ca. Quando fu rappresentata al Teatro Gallo, si utilizzarono gli
stessi costumi e gli stessi fondi. Quando La Traviata arrivò a
Milano il 10 settembre 1856, fu rappresentata al Teatro
A
Valentina Coluccia
A
L
R A V I A T A
LA TRAMA
Atto primo
Atto secondo
(«Di Madride noi siam mattadori»). E tutti sanno già che i due
amanti rifugiatisi in campagna si sono separati. Tuttavia l’arrivo
alla festa di Alfredo coglie di sorpresa i presenti. Poco dopo arri-
va anche Violetta, al braccio di Douphol. L’incontro è imbaraz-
zante, la tensione è estrema. Alfredo vince al gioco tutti, perfino
il suo rivale barone. Viene annunciata la cena e i convitati si reca-
no in sala da pranzo. Violetta chiama in disparte Alfredo, cerca di
giustificare il suo comportamento ma, per non svelare la trama
A
Per quanto riguarda la scenografia prevarranno grandi tele dipinte che caratterizzano gli
interni della casa di Violetta, della casa di campagna e di quella di Flora, con messaggi ico-
nografici motivati. I dipinti simuleranno un'ambientazione degli anni Trenta dell'Ottocento
francese; pertanto, filologicamente si riferiranno al Romanticismo d'oltralpe ed, in partico-
lar modo, al contributo letterario di Alexandre Dumas figlio, autore del romanzo breve inti-
tolato "La signora delle camelie", punto di partenza dell'elaborazione musicale.
Il primo atto verterà sulla dimora di Violetta, caratterizzato da grandi tele che suggellano il
momentaneo successo in società della protagonista, rappresentanti figure femminili tratte
dalla contemporaneità ottocentesca, dalla tradizione mitologica antica e da qualche sogget-
to esotico (come ad esempio le odalische). Sullo sfondo si noterà una grande veranda che
lascia intravedere una Parigi notturna, evocata da uno skyline di tetti e camini. Nel secon-
do atto, la prima parte dello stesso prevede un interno di casa di campagna, con tele dai sog-
getti consoni all'ambiente (paesaggi naturali, scene di caccia...) ed una veranda sullo sfondo
prospiciente un giardino ed un bosco dalle caratteristiche primaverili ed estive. La seconda
scena è dedicata alla casa di Flora, laddove il destino gioca le sue "carte" anche iconografi-
camente. Il terzo ed ultimo atto è ambientato nella camera di Violetta: le pareti saranno rico-
perte da bianche tele tirate, come se si trattasse di un ambiente ormai in "disarmo", ossia un
"pendant" della vita di Violetta che va sfumando inesorabilmente (quindi, un'anticamera
della morte).
TUTTI GASTONE
Sì, la vita s'addoppia al gioir. Non v'inganno.
MARCHESE VIOLETTA
Caro Alfredo.. Ed ei solo da qualche minuto.
TUTTI ALFREDO
O ciel!... ch'è questo! Ridete!... e in voi v'ha un core?...
VIOLETTA VIOLETTA
Un tremito che provo... or là passate. Un cor?... Sì... forse... e a che lo richiedete?...
(indica l'altra sala)
Tra poco anch'io sarò... ALFREDO
Oh, se ciò fosse non potreste allora celiar...
TUTTI
Come bramate. VIOLETTA
(tutti passano all'altra sala, Dite davvero?...
meno Alfredo che resta indietro)
ALFREDO
Io non v'inganno.
Scena terza
VIOLETTA
Violetta, Alfredo, e Gastone a tempo. Da molto è che mi amate?...
VIOLETTA TUTTI
Amor dunque non più... vi garba il patto? Si ridesta in ciel l'aurora,
e n'è forza ripartir;
ALFREDO mercé a voi, gentil signora,
Io v'obbedisco... Parto. di sì splendido gioir.
(per andarsene) La città di feste è piena,
volge il tempo dei piacer;
VIOLETTA nel riposo ancor la lena
A tal giungeste? si ritempri per goder.
(si toglie un fiore dal seno) (partono alla destra)
Prendete questo fiore.
AT T O S E C O N D O ANNINA
Per alienar cavalli, cocchi,
Scena prima e quanto ancor possiede...
ALFREDO VIOLETTA
Oh mio rimorso! Oh infamia!... (Ah! sarà lui che attendo...)
e vissi in tale errore!... (accenna a Giuseppe d'introdurlo)
ma il turpe sogno a frangere
il ver mi balenò. GERMONT
Per poco in seno acquetati, Madamigella Valéry?...
o grido dell'onore;
m'avrai securo vindice, VIOLETTA
quest'onta laverò. Son io.
(esce)
GERMONT
D'Alfredo il padre in me vedete.
Scena quarta
Violetta ch'entra con alcune carte, parlando con VIOLETTA (sorpresa gli accenna di sedere)
Annina, poi Giuseppe a tempo. Voi!
VIOLETTA GERMONT
Di due figli!... È grave il sacrifizio,
ma pur tranquilla udite...
GERMONT Bella voi siete e giovane...
Sì. col tempo...
GERMONT VIOLETTA
Pura siccome un angelo Ah, più non dite
iddio mi diè una figlia; v'intendo... m'è impossibile...
se Alfredo nega riedere lui solo amar vogl'io...
in seno alla famiglia,
l'amato e amante giovane, GERMONT
cui sposa andar dovea, Sia pure... ma volubile sovente è l'uom...
or si ricusa al vincolo
che lieti ne rendea... VIOLETTA (colpita)
deh, non mutate in triboli Gran dio!
le rose dell'amor.
Ai preghi miei resistere GERMONT
non voglia il vostro cor. Un dì, quando le veneri
il tempo avrà fugate,
VIOLETTA fia presto il tedio a sorgere...
Ah, comprendo... dovrò per alcun tempo che sarà allor? Pensate...
da Alfredo allontanarmi... Per voi non avran balsamo
doloroso fora per me... pur... i più soavi affetti;
poiché dal ciel non furono
GERMONT tai nodi benedetti...
Non è ciò che chiedo...
VIOLETTA GERMONT
È vero!... Or che pensate?
GERMONT VIOLETTA
Ah, dunque sperdasi Sapendol, v'opporreste al pensier mio.
tal sogno seduttore,
siate di mia famiglia GERMONT
l'angiol consolatore... Generosa!... e per voi che far poss'io?...
Violetta, deh, pensateci,
ne siete in tempo ancor... VIOLETTA (tornando a lui)
È dio che ispira, o giovine Morrò!... la mia memoria
tai detti a un genitor. non fia ch'ei maledica,
se le mie pene orribili
VIOLETTA vi sia chi almen gli dica.
(Così alla misera ~ ch'è un dì caduta, Conosca il sacrifizio
di più risorgere ~ speranza è muta!... ch'io consumai d'amor
se pur benefico ~ le indulga iddio, che sarà suo fin l'ultimo
l'uomo implacabile ~ per lei sarà...) sospiro del mio cor.
(a Germont, piangendo)
Dite alla giovine ~ sì bella e pura GERMONT
ch'avvi una vittima ~ della sventura, No, generosa, vivere,
cui resta un unico ~ raggio di bene... e lieta voi dovrete;
che a lei il sacrifica ~ e che morrà! mercé di queste lagrime
dal cielo un giorno avrete;
GERMONT premiato il sacrifizio
Sì, piangi, o misera... ~ supremo, il veggo, sarà del vostro cor;
è il sacrifizio ~ ch'or io ti chieggo... d'un opra così nobile
Sento nell'anima ~ già le tue pene... andrete fiera allor.
coraggio e il nobile ~ cor vincerà.
Silenzio. VIOLETTA
Qui giunge alcun, partite!...
VIOLETTA
Or imponete. GERMONT
Ah, grato v'è il cor mio!...
GERMONT
Non amarlo ditegli. VIOLETTA
Non ci vedrem più forse...
VIOLETTA (s'abbracciano)
No 'l crederà.
VIOLETTA E GERMONT
GERMONT Felice siate... Addio!...
Partite. (Germont esce per la porta del giardino)
VIOLETTA
Seguirammi. Scena sesta
VIOLETTA ALFREDO
Silenzio... va' all'istante. Oh, quanto!... perché piangi?...
(Annina parte)
VIOLETTA
Di lagrime avea d'uopo... or son tranquilla.
VIOLETTA (sforzandosi)
Ed ora si scriva a lui... Lo vedi? ti sorrido sarò là, tra quei fior
che gli dirò?... Chi me n' darà il coraggio! presso a te sempre...
(scrive e poi suggella) (entrando) Amami, Alfredo, quant'io t'amo... Addio.
(corre in giardino)
ALFREDO
Violetta che fai?...
Scena settima
VIOLETTA (nascondendo la lettera)
Nulla. Alfredo, poi Giuseppe, indi un Commissionario
a tempo.
ALFREDO
Scrivevi? ALFREDO
Ah, vive sol quel core all'amor mio!...
VIOLETTA (confusa) (siede, prende a caso un libro, legge alquanto,
No... sì... quindi si alza guarda l'ora sull'orologio
sovrapposto al camino)
ALFREDO È tardi: ed oggi forse
Qual turbamento!... a chi scrivevi?... più non verrà mio padre.
VIOLETTA ALFREDO
No, per ora... Il so, ti calma...
ALFREDO GIUSEPPE
Mi perdona... son io preoccupato. (Che vuol dir ciò?)
(parte)
VIOLETTA (alzandosi)
Che fu!... ALFREDO
Va forse d'ogni avere
ALFREDO ad affrettar la perdita... ma Annina la impedirà...
Giunse mio padre... (si vede il padre attraversare in lontananza
il giardino)
VIOLETTA Qualcuno è nel giardino!...
Lo vedesti? Chi è là?
(per uscire)
ALFREDO
No, no, severo scritto mi lasciava... COMMISSIONARIO (alla porta)
ma verrà, t'amerà in vederti... Il signor Germont?
ALFREDO
Scena ottava (Ah, fu Douphol!)
ALFREDO ALFREDO
Di Violetta!... Perché son io commosso?... No.
A raggiungerla forse ella m'invita...
Io tremo!... Oh ciel!... Coraggio!... GERMONT
(apre e legge) Dunque invano trovato t'avrò!
«Alfredo, al giungervi di questo foglio»...
(come fulminato grida)
Ah!... GERMONT
(volgendosi si trova a fronte del padre, nelle cui No, non udrai rimproveri;
braccia si abbandona esclamando:) copriam d'oblio il passato;
Padre mio! l'amor che m'ha guidato,
sa tutto perdonar.
GERMONT Vieni, i tuoi cari in giubilo
Mio figlio!... con me rivedi ancora;
Oh, quanto soffri... tergi, ah, tergi il pianto, a chi penò finora
ritorna di tuo padre orgoglio e vanto. tal gioia non negar.
Alfredo, disperato, siede presso il tavolino col volto Un padre ed una suora
tra le mani. t'affretta a consolar.
ALFREDO FLORA
Mille serpi divoranmi il petto... Avrem lieta di maschere la notte;
(respingendolo) n'è duce il viscontino...
Mi lasciate... Violetta ed Alfredo anco invitai...
GERMONT MARCHESE
Lasciarti! La novità ignorate?...
Violetta e Germont sono disgiunti.
DOTTORE E FLORA TUTTI
Fia vero?... Su via, si stenda un velo
sui fatti del passato;
MARCHESE già quel ch'è stato è stato,
Ella verrà qui col Barone. badiamo all'avvenir.
(Flora ed il Marchese si stringono la mano)
DOTTORE
Li vidi ieri ancor... parean felici.
(s'ode rumore a destra) Scena undicesima
TUTTI TUTTI
Alfredo!... Voi!... È sempre vincitore!...
ALFREDO ALFREDO
Sì, amici... Oh, vincerò stasera; e l'oro guadagnato
poscia a goder fra' campi ritornerò beato.
FLORA
Violetta? FLORA
Solo?
ALFREDO
Non ne so. ALFREDO
No, no, con tale che vi fu meco ancor,
TUTTI poi mi sfuggìa...
Ben disinvolto!... Bravo!... Or via, giocar si può.
(Gastone si pone a tagliare, Alfredo ed altri puntano) VIOLETTA
(Violetta entra al braccio del Barone) (Mio dio!)
BARONE (puntando)
Cento luigi a destra... Scena tredicesima
TUTTI ALFREDO
Ancora!... Ah, comprendo!... Basta... basta...
E sì vile mi credete?...
ALFREDO
Pur la vittoria è mia! VIOLETTA
Ah, no, mai...
CORO
Bravo davver!... la sorte è tutta per Alfredo!... ALFREDO
Ma che temete?...
FLORA
Del villeggiar la spesa farà il Baron, già il vedo. VIOLETTA
Tremo sempre del Barone...
ALFREDO (al Barone)
Seguite pur... ALFREDO
È tra noi mortal quistione...
DOMESTICO s'ei cadrà per mano mia
La cena è pronta. un sol colpo vi torrìa
coll'amante il protettore...
CORO (s'avviano) V'atterrisce tal sciagura?
Andiamo.
(tra loro a parte) VIOLETTA
Ma s'ei fosse l'uccisore?...
ALFREDO Ecco l'unica sventura
Se continuar v'aggrada... ch'io pavento a me fatale.
BARONE ALFREDO
Per ora no 'l possiamo. La mia morte!... che ve n' cale?
Più tardi la rivincita.
VIOLETTA
ALFREDO Deh, partite, e sull'istante.
Al gioco che vorrete.
ALFREDO
BARONE Partirò, ma giura innante
Seguiam gli amici; poscia... che dovunque seguirai
i miei passi...
ALFREDO
Sarò qual mi vorrete.
VIOLETTA ALFREDO
Ah, no, giammai. No.
ALFREDO ALFREDO
No!... giammai!... Ogni suo aver tal femmina
per amor mio sperdea...
VIOLETTA io cieco, vile, misero,
Va', sciagurato. tutto accettar potea.
Scorda un nome ch'è infamato... Ma è tempo ancora, tergermi
Va'... mi lascia sul momento... da tanta macchia bramo...
di fuggirti un giuramento qui testimoni vi chiamo,
sacro io feci... ch'ora pagata io l'ho.
Getta con furente sprezzo una borsa ai piè di
ALFREDO Violetta, che sviene tra le
E chi potea?... braccia di Flora e del Dottore.
In tal momento entra il Padre.
VIOLETTA
Chi diritto pien ne avea.
Scena quindicesima
ALFREDO
Fu Douphol?... Detti, ed il signor Germont ch'entra
all'ultime parole.
VIOLETTA (con supremo sforzo)
Sì. TUTTI
Oh, infamia orribile
ALFREDO tu commettesti!...
Dunque l'ami? Un cor sensibile!
Così uccidesti!...
VIOLETTA Di donne ignobile
Ebben... l'amo. insultator,
di qua allontanati,
ALFREDO (corre furente a spalancare la porta ne desti orror.
e grida)
Or tutti a me. GERMONT (con dignitoso fuoco)
Di sprezzo degno sé stesso rende
chi pur nell'ira la donna offende...
Scena quattordicesima Dov'è mio figlio?... più non lo vedo;
in te più Alfredo ~ trovar non so.
Detti, e tutti i precedenti che confusamente ritornano. (Io sol fra tanti so qual virtude
di quella misera il sen racchiude...
TUTTI io so che l'ama, che gli è fedele;
Ne appellaste?... Che volete?... eppur, crudele, tacer dovrò!)
(additando Violetta che abbattuta si appoggia
al tavolino) ALFREDO
(Ah sì!... che feci! ne sento orrore!...
ALFREDO gelosa smania, deluso amore
Questa donna conoscete? mi strazian l'alma... più non ragiono...
da lei perdono ~ più non avrò.
TUTTI Volea fuggirla non ho potuto...
Chi?... Violetta? dall'ira spinto son qui venuto!...
or che lo sdegno ho disfogato,
ALFREDO me sciagurato!... rimorso io n'ho!)
Che facesse non sapete?
VIOLETTA (riavendosi)
VIOLETTA Alfredo, Alfredo, di questo core
Ah, taci. non puoi comprendere tutto l'amore...
tu non conosci che fino a prezzo
del tuo disprezzo ~ provato io l'ho. ANNINA
Ma verrà giorno, in che il saprai... Son sett'ore.
com'io t'amassi conoscerai...
dio dai rimorsi ti salvi allora... VIOLETTA
io spenta ancora ~ pur t'amerò. Dà accesso a un po' di luce.
(apre le imposte e guarda nella via)
BARONE (piano ad Alfredo)
A questa donna l'atroce insulto ANNINA
qui tutti offese, ma non inulto Il signor di Grenvil!...
fia tanto oltraggio... provar vi voglio
che tanto orgoglio ~ fiaccar saprò. VIOLETTA
Oh, il vero amico!...
TUTTI (a Violetta) Alzar mi vo': m'aita...
Ahi quanto peni... ma pur fa core... (si alza e ricade; poi, sostenuta da Annina, va lenta-
qui soffre ognuno del tuo dolore; mente verso il canapè, ed il Dottore entra in tempo
fra cari amici qui sei soltanto, per assisterla ad adagiarvisi. Annina vi aggiunge dei
rasciuga il pianto ~ che t'inondò. cuscini)
(il signor Germont trae seco il figlio, il Barone li
segue. Violetta è condotta in altra stanza dal Dottore
e da Flora, gli altri si dispedono) Scena seconda
Dette ed il Dottore.
AT T O T E R Z O VIOLETTA
Quanta bontà!... pensaste a me per tempo!...
Scena prima
DOTTORE (le tocca il polso)
Camera da letto di Violetta. Nel fondo è un letto con Or, come vi sentite?
cortine mezze tirate; una finestra chiusa da imposte
interne; presso il letto uno sgabello su cui una botti- VIOLETTA
glia di acqua, una tazza di cristallo, diverse medicine. Soffre il mio corpo, ma tranquilla ho l'alma.
A metà della scena una toilette, vicino un canapè; Mi confortò iersera un pio ministro.
più distante un altro mobile, sui cui arde un lume da Religione è sollievo a' sofferenti.
notte, varie sedie ed altri mobili. La porta è a sinistra;
di fronte v'è un caminetto con fuoco acceso. DOTTORE
Violetta dorme sul letto. Annina, seduta presso il E questa notte?
caminetto, è pure addormita.
VIOLETTA
[N. 8 - Scena e Aria] Ebbi tranquillo il sonno.
Violetta, sola.
Scena quinta
VIOLETTA (trae dal seno una lettera e legge)
«Teneste la promessa... la disfida ebbe luogo! Detta ed Annina, che torna frettolosa.
il Barone fu ferito, però migliora... Alfredo
è in stranio suolo; il vostro sacrifizio [N.10 - Duetto]
io stesso gli ho svelato.
Egli a voi tornerà pe 'l suo perdono; ANNINA (esitando)
io pur verrò... Curatevi... mertate Signora...
un avvenir migliore; Giorgio Germont.»
(desolata) VIOLETTA
È tardi! (Si alza) Che t'accadde?
Attendo, attendo... né a me giungon mai!...
(si guarda allo specchio) ANNINA
Oh, come son mutata!... Quest'oggi, è vero?... vi sentite meglio?...
Ma il dottore a sperar pure m'esorta!...
Ah, con tal morbo ogni speranza è morta!...
VIOLETTA VIOLETTA Ch'io ti perdoni?... la rea son io:
Sì, perché? ma solo amore tal mi rendé...
Insieme
ANNINA
D'esser calma promettete? VIOLETTA
Null'uomo o demone, angelo mio,
VIOLETTA mai più staccarti potrà da me.
Sì, che vuoi dirmi?... Parigi, o caro noi lasceremo,
la vita uniti trascorreremo:
ANNINA Prevenir vi volli... de' corsi affanni compenso avrai,
una gioia improvvisa... la mia salute rifiorirà.
Sospiro e luce tu mi sarai,
VIOLETTA tutto il futuro ne arriderà.
Una gioia!... dicesti?... ALFREDO
Null'uomo o demone, angelo mio,
ANNINA mai più staccarti potrà da me.
Sì, o signora... Parigi, o cara noi lasceremo,
la vita uniti trascorreremo:
VIOLETTA de' corsi affanni compenso avrai,
Alfredo!... Ah, tu il vedesti?... ei vien!... la tua salute rifiorirà.
l'affretta... Sospiro e luce tu mi sarai,
(Annina afferma col capo, e va ad aprire la porta) tutto il futuro ne arriderà.
VIOLETTA
Scena sesta Ah, non più, a un tempio... Alfredo, andiamo,
del tuo ritorno grazie rendiamo...
Violetta, Alfredo e Annina. (vacilla)
ALFREDO ALFREDO
Scorda l'affanno, donna adorata, Adesso!... Attendi...
a me perdona e al genitor.
VIOLETTA (alzandosi)
No... voglio uscire.
(Annina le presenta una veste ch'ella fa per indossare ALFREDO
e impedita dalla debolezza, esclama:) Mio padre!...
Gran dio non posso!...
(getta con dispetto la veste e ricade sulla sedia) VIOLETTA
Non mi scordaste?
ALFREDO (ad Annina)
(Cielo!... che vedo!...) GERMONT
Va' pe 'l dottore... La promessa adempio...
(Annina parte) A stringervi qual figlia vengo al seno,
o generosa.
VIOLETTA (ad Annina)
Digli... che Alfredo VIOLETTA
è ritornato all'amor mio... Ohimè, tardi giungeste!...
Digli che vivere ancor vogl'io... Pure, grata ven sono...
(Annina parte) (lo abbraccia)
Grenvil, vedete?... tra le braccia io spiro
VIOLETTA (ad Alfredo) di quanti ho cari al mondo...
Ma se tornando non m'hai salvato,
a niuno in terra salvarmi è dato. GERMONT
Che mai dite!
VIOLETTA (sorgendo impetuosa) (osservando Violetta)
Gran dio!... morir sì giovane, (Oh cielo!... è ver!)
io che penato ho tanto!...
Morir sì presso a tergere ALFREDO
il mio sì lungo pianto! La vedi, padre mio?
Ah, dunque fu delirio
la credula speranza; GERMONT
invano di costanza Di più non lacerarmi...
armato avrò il mio cor! Troppo rimorso l'alma mi divora...
Alfredo... oh, il crudo termine Quasi fulmin m'atterra ogni suo detto...
serbato al nostro amor!... Oh, malcauto vegliardo!...
Ah, tutto il mal ch'io feci ora sol vedo!
ALFREDO
Oh mio sospiro, oh palpito, VIOLETTA
diletto del cor mio!... (frattanto avrà aperto a stento un ripostiglio della
Le mie colle tue lagrime toilette, e toltone un medaglione dice:)
confondere degg'io... Prendi, quest'è l'immagine
Or più che mai, nostr'anime de' miei passati giorni;
han d'uopo di costanza, a rammentar ti torni
ah! tutto alla speranza colei che sì t'amò.
non chiudere il tuo cor. Se una pudica vergine
Violetta mia, deh, calmati, degli anni suoi nel fiore
m'uccide il tuo dolor... a te donasse il core...
(Violetta s'abbandona sul canapè) sposa ti sia... lo vo'.
Le porgi questa effigie:
dille che dono ell'è
Scena ultima di chi nel ciel tra gli angeli
prega per lei, per te.
Detti, Annina, il signor Germont ed il Dottore.
ALFREDO
[N. 11 - Finale ultimo] No, non morrai, non dirmelo
déi viver, amor mio...
GERMONT (entrando) a strazio così terribile
Ah, Violetta!... qui non mi trasse iddio.
Sì presto, ah no, dividerti
VIOLETTA morte non può da me...
Voi, signor!... Ah, vivi, o un solo feretro
m'accoglierà con te.
GERMONT
Cara, sublime vittima
d'un generoso amore,
perdonami lo strazio
recato al tuo bel core.
TUTTI
Che!
VIOLETTA
Cessarono
gli spasmi del dolore,
in me rinasce... m'anima
insolito vigore!...
Ah! io ritorno a vivere!...
(trasalendo)
Oh gioia!...
(ricade sul canapè)
TUTTI
O cielo!... muor!...
ALFREDO
Violetta?...
ANNINA E GERMONT
Oh dio, soccorrasi...
TUTTI
Oh mio dolor!
FINE
LINDA KAZANI Arts di Tirana. Ha debuttato nel 1990 come
soprano soprano con il compositore albanese K. Laro
alla National Opera di Tirana. Tra le partecipa-
Nasce a Tirana (Albania) zioni più importanti si annovera il ruolo di
e fin da piccola inizia gli Bestienne nell’opera “Basiten und Bastienne”
studi di musica e piano- di Mozart, Violetta in Traviata di G. Verdi. Dal
forte che perfeziona alla 1999 lavora presso la Stadttheater di Klagenfurt
Music High School dove ha ricoperto il ruoli di Norina nel Don
“Jordan Misja” di Tirana e Pasquale, di Adian ne L’elisir d’amore, Gilda
poi all’Academy of Fine nel Rigoletto.
CORO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA gine di sperimentare nuove forme di espressione.
Significative anche le collaborazioni con cantanti
pop quali Andrea Bocelli, Edoardo De Angelis e
Il Coro del Friuli Venezia Giulia è nato nel 2001. Al Tosca. È stato diretto da E. Rojatti, P. Paroni, F. Belli,
fianco dell´Orchestra Sinfonica del Friuli Venezia D. Pitis, P. Faldi, H. Moody, E. Hoetzel, A. Barchi, D.
Giulia ha tenuto numerosi concerti in Regione con De Lucia, R. Gessi, V. Sivilotti, A. Marchiol, M.
trasferte a Roma e Vienna. La collaborazione con Lessky, C. Coin, D. Cantalupi. Degne di nota le col-
l´orchestra ha prodotto anche la registrazione di laborazioni e l'amicizia instaurate con il Maestro
quattro dischi (Cori verdiani, Requiem di Mozart, IX Gustav Leonhardt, che ha diretto un ciclo di Cantate
Sinfonia di Beethoven e brani sacri del giovane bachiane. Ha collaborato inoltre con solisti del cali-
Mozart).Tiene numerosi concerti con l´orchestra bro di Emma Kirkby, al fianco della quale è com-
barocca ungherese capella Savaria, L´Ensemble parso in un documentario inglese andato
L´Aura Soave, la Junge Philarmonie Wien, la Società in onda più volte in Inghilterra, e
Filarmonìa ecc. Ha inoltre preso parte, spesso inau- Luisa Castellani. Il coro tiene circa 25 con-
gurandole, a stagioni musicali tra cui Carniarmonie, certi all´anno e, fin dalla sua fondazione, è diretto
Nei Suoni dei luoghi, Festival di Cremona, Stagione da Cristiano. Nell’allestimento dell’opera Don
del Comunale di Modena, Musica e Poesia a S. Pasquale il coro sarà diretto da Fabiana Noro.
Maurizio di Milano, Talos Festival di Ruvo di Puglia,
Musikverein di Klagenfurt, Stadttheater di
Klagenfurt, Mittelfest, Wien Musikwoche, Amici
della Musica di Padova ecc.. Le performances, inol-
tre, con celebri esponenti del Jazz quali Kenny
Wheeler, John Surman, John Taylor, Markus
Stockhausen, Enrico Rava, Andrea Tofanelli, Klaus
Gesing e Glauco Venier hanno permesso alla compa-
LA FVG NEW SPACE BALLET COMPANY L'anno 2006 ha visto la Compagnia impegnata ne "Il
segreto della tredicesima luna", una fantasia poetica
scritta e diretta da Renato Stroili Gurisatti, con musi-
La Compagnia nasce nel 2004 ed è composta da gio- che originali di Carrara, D'Andrea e Terranova e le
vani talenti della danza classica e moderna, di nazio- coreografie di N. Josifescu. In occasione della ricor-
nalità diverse ed operanti in regione, scelti per le renza dei 250 anni dalla nascita di W. A. Mozart, la
loro capacità tecniche e per la loro sensibilità artisti- New Space Ballet Company ha omaggiato il grande
ca. La direzione artistica è affidata alla coreografa genio con lo spettacolo "Serata Viennese", su musi-
Nicoleta Josifescu, artista di grande esperienza e già che di J. Strauss e W. A. Mozart e coreografie di N.
prima ballerina del Teatro dell'Opera di Bucarest, la Josifescu. Nel 2007 la Compagnia ha messo in scena
quale si avvale della collaborazione di maestri e pro- "El tango de la vida", spettacolo in due atti su musi-
fessionisti, italiani e stranieri, di lunga esperienza che di A. Piazzolla e regia di N. Josifescu. Primo atto,
teatrale. La Compagnia ha portato i suoi spettacoli "Le quattro Stagioni?" su coreografie di D. Heuline;
nei teatri di Udine, Gorizia, Pordenone, Casarsa secondo atto "Una noche en la Taverna" su coreogra-
della Delizia, Zoppola, Macerata, Montagnana, fie di N. Josifescu, F. Comello e J. Rizzardi. Nello
Fagagna, S. Giorgio di Nogaro, S. Vito al stesso anno ha debuttato lo spettacolo di teatro-
Tagliamento, Cormons, S. Michele al Tagliamento, danza "Don Quixote, un sogno" in collaborazione
Lignano Sabbiadoro, Tolmezzo, Artegna, Portorose con il "Gruppo teatrale Sipario!", su musiche di
(SLO), Kapodistria (SLO). Per ben due volte inoltre Minkus, coreografie di repertorio e rielaborate da N.
la Compagnia è stata inserita nel calendario degli Josifescu, regia e drammaturgia di T. Pecile e sceno-
spettacoli del Teatro della "Casa de Cultura a muni- grafie di P. Caneparo. Questo spettacolo è stato il
cipiului" di Sibiu, città scelta quale Capitale Europea vincitore della 13^ Rassegna teatrale nazionale "Un
della Cultura per il 2007, nell'ambito dei festeggia- castello di Musical & Risate!", organizzata dal
menti in onore dell'ingresso della Romania Collettivo Terzo Teatro in collaborazione con
nell'Unione Europea. Nel 2008 ha avuto l'onore di l'Assessorato al Parco culturale del Comune di
poter mettere in scena due dei suoi spettacoli presso Gorizia. Nel 2008 è stato portato in scena "Il violini-
il Teatro Nazionale di Opera e Balletto di Constanza sta sul tetto", spettacolo di danza ispirato alla favola
e presso l'Opera Nazionale di Bucarest. omonima, nonché dai colori dell'omonimo quadro
Il debutto ha avuto luogo il 25 Aprile 2004 con lo di Marc Chagall, su musiche di H. Berlioz, D.
spettacolo "Nuove magiche Gorizie", in occasione Shostakovich, C. Pugni, coreografie di N. Josifescu e
dell'entrata della Slovenia nella Comunità Europea, scenografie di P. Caneparo. Il 2008 è stato anche l'an-
con le coreografie di N. Josifescu, in collaborazione no di "Hyades", coreografia ispirata dalla mitologia
con il Piccolo Teatro di Capodistria (Koper, Slovenia) greca trascritta da Omero, su musiche di Debussy e
diretto da L. Krevatin. Sempre nel 2004 la coreografie di J. Rizzardi. Il 2009 si è aperto con la
Compagnia ha portato in scena "Paquita", musiche collaborazione della New Space Ballet Company con
di Minkus, coreografie di repertorio e rielaborate da il Teatro Nazionale di Opera e Balletto di Constanza
N. Josifescu. Nel 2005 la Compagnia ha collaborato (Romania) nella realizzazione de "Sulle Ali
con l'Orchestra della Società Filarmonia e con il Coro dell'Operetta", spettacolo che ha visto in scena i
del Friuli Venezia Giulia per la messa in scena di nostri ballerini assieme ad una compagine di cantan-
"Cagion d'Honore" al Teatro Nuovo Giovanni da ti lirici rumeni. Attualmente la Compagnia è impe-
Udine, con regia di C. Mezzelani e la partecipazione gnata nella realizzazione dell'Opera "Don Pasquale",
straordinaria di Franco ed Antonellina Interlenghi. in collaborazione con Società Filarmonia e del ballet-
Con lo spettacolo "Tra la danza e la poesia" la to "Coppelia", su coreografie di F. Maatescu (prima
NewSpace Ballet Company è partner artistico per la assoluta, ottobre 2009).
danza con il Piccolo Teatro di Capodistria (Slovenia).
CAV. RAFFAELE GUERRA del balletto “Giselle”, interpretato dai primi Ballerini
impresa lirica del teatro dell’Opera di Roma. Dal 1980 è Direttore
Artistico del Concorso Internazionale per Cantanti
Iscritto nell’elenco delle Lirici e organizza il Premio ”Mattia Battistini” dal
imprese liriche istituito pres- quale sono usciti i più grandi interpreti oggi in car-
so il Ministero per i Beni e le riera. Inizia così l’attività di produzione lirica in
Attività Culturali il 26 marzo Italia e all’estero realizzando le opere di repertorio
1983. L’ attività di Direttore più conosciute e rappresentate.
Artistico ed Organizzatore
Teatrale nel settore balletto
classico e della lirica ha ini-
zio nel 1976 con una tournée,
di 30 spettacoli in tutta Italia,
GIANPAOLO ZENNARO degli allestimenti del Festival Internazionale del
regia Balletto di Nervi.
Fa seguito una carriera europea ed internazionale
Regista internazionale, rea- che lo porta in breve tempo ai grandi Teatri del
lizza le sue produzioni nei mondo, dal Colon di Buenos Aires all’Opera di
Teatri d'Opera più importan- Madrid, Barcellona, alle capitali francesi, al Teatro di
ti del mondo, con proposte Lipsia, alle capitali dell'Est, alle grandi scene italia-
attuali, che ne esaltano il ne, alla Fujara Opera Di Tokio ed all’Opera
contenuto musicale, in una Metropolitan di Seoul; numerose regie sono state
ricerca storico emozionale, e riprese e trasmesse in televisione.
traducono in immagini E' stato Direttore Artistico di diversi Teatri Lirici di
attraverso interpretazioni Tradizione, in Italia e all'estero, nominato membro
gestuali l'intimo umano, in spazi scenici e architettu- ad onore dell'Unione Europea di Relazioni
re affascinanti di interesse e ricerca culturale, provo- Pubbliche a Bruxelles (U.E.R.P.).
cando nuove letture, che seguono l'evolversi di Durante la sua carriera, accanto a Direttori d’orche-
un’esperienza maturata nel Teatro lirico d’oggi e la stra prestigiosi , ha diretto la maggior parte dei più
conoscenza profonda della partizione. Nato a famosi interpreti lirici del mondo. Ha ideato e realiz-
Venezia, ha studiato architettura, scenografia e zato moltissime scenografie, sia per produzioni pro-
coreografia all'accademia Diaghilev diretta Serge prie che per allestimenti di Enti Lirici.
Lifar, teatro drammatico, e cinematografia a Roma.
Inizia l’attività di regista nei Teatri Emiliani ATER
nel 1967 per poi proseguire verso gli altri Enti Lirici
Italiani e l'Opera di Genova, Teatro ove per dieci
anni ricopre l'incarico di regista stabile firmando
molte regie di nuove produzioni, prestigiose inau-
gurazioni e tournée internazionali.
Sempre a Genova assume per tre anni la direzione