Tesina Mauro
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Tesina Mauro
Chomsky
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INDICE
Introduzione .....................................................................................................................3
Bibliografia.....................................................................................................................12
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Introduzione
altresì delle acquisizioni della ricerca in tutta una serie di discipline più o meno affini.
Tale articolazione non sarebbe stata possibile senza il monumentale lavoro teoretico e
Chomsky. La breve dissertazione che qui segue tenta di focalizzare i punti cardinali,
altresì agli sviluppi cui tali correnti hanno dato luogo. Alcuni aspetti delle due teorie
dell’importanza che tuttora rivestono ai fini della prosecuzione della ricerca linguistica.
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Premesse dello sviluppo della Linguistica
Ferdinand De Saussure che, con il suo Corso di Linguistica Generale, inaugura la prima
in senso lato, inserendola tra l’altro nel più generalizzato ed esteso ambito della
semiotica. Ponendosi in aperta rottura con i metodi del secolo passato (“Sono
sbalorditive le idee fantastiche, mitologiche, degli studiosi tra il 1840 e il 1860 sulla
natura dell’oggetto della linguistica”, “La generazione [...] verso il 1875 è ben lungi
dall’aver trovato una sfera di luce”1), Saussure pone immediatamente l’accento sulla
dimensione sociale del mezzo comunicativo: “[...] solo dalla vita sociale la lingua riceve
mutamenti (si tratta comunque di processi involontari che sfuggono al controllo diretto
del singolo individuo) che però diventano sociali, a costituire una dualità inscindibile tra
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F. De Saussure, Introduzione al secondo corso di Linguistica generale (a cura di R. Simone), Ubaldini,
Roma, 1970, pag. 29
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Ivi, pag. 31
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individuo e società quali fattori costituenti ed essenziali di qualsiasi sistema linguistico.
delle convenzioni necessarie adottate dal corpo sociale per permettere l’uso della facoltà
del linguaggio agli individui”, la seconda va intesa come “l’atto dell’individuo che
realizza la sua facoltà per mezzo della convenzione sociale che è la lingua” 3. La
lingua rispetto ad altri sistemi semiologici è la totale arbitrarietà del segno; i segni
linguistici, in effetti, non possiedono alcun grado di simbolismo quale potrebbe essere,
ad esempio, il gesto del cinese che si prosterna nove volte al cospetto del suo
ciò che conta è il valore autarchico della lingua, che “ammette solo il proprio ordine”,
confronto con il gioco degli scacchi, più di una volta chiamato in causa nel Corso, in cui
il valore dei singoli pezzi scaturisce dal complesso sistema di relazioni tra i diversi pezzi
di cui sono costituiti i pezzi -e dunque, fuor di metafora, l’evoluzione storica della
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F. De Saussure, Introduzione al secondo corso di Linguistica generale (a cura di R. Simone), Ubaldini,
Roma, 1970, pag. 32
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Ivi, pag. 60
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lingua, i rapporti con l’etnologia, la politica, le istituzioni in genere, etc.-. Tra gli
semplicemente l’esigenza di chiarire che non fa parte del sistema “semiologico”: gli
apparati vocali sono solo degli strumenti, e in effetti “se ottenessi il suono diversamente
che mediante la gola, sarebbe la stessa cosa”5. Nella prosecuzione del suo iter
linguistico, individuare delle unità ben definite. Mentre, infatti, gli individui di altri
ambiti scientifici hanno caratteri comuni ed essenziali ben più importanti delle
come risulta in modo lampante dagli esempi saussuriani dei termini francesi moi e mois
linguistica in senso moderno. Attraverso una nutrita serie di casi esemplificativi tratti
dalle lingue moderne o classiche (basti pensare al je n’irai pas funzionale alla
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percepisce un altro valore, inserito in un altro sistema), Saussure arriva a chiarire, nella
parte conclusiva del corso, l’assoluta necessità di distinguere lo studio dei fatti
diacronici e dei fatti sincronici, perché “non c’è che il sincronico che formi il sistema”,
mentre i fatti diacronici, pur modificando in ogni momento tale sistema, “non formano
nessun sistema tra di loro7”. Non si tratta dunque di una priorità, a livello di importanza,
diacronico, pur avendo la stessa importanza ai fini dello studio delle lingue, andrà
collocato in quegli elementi “esterni” alla linguistica cui nelle lezioni precedenti
Saussure faceva riferimento. La parte conclusiva del Corso raggruppa sotto il termine di
grammatica tutti gli aspetti sincronici di una lingua, dai fenomeni morfologici alle
cosiddetta “grammatica storica” che, alla luce di quanto esplicitato prima, rientra
coerente e completo, argomentando su tutti gli ambiti relativi alla linguistica che era
Bloomfield) o indirettamente gli studiosi dei decenni successivi. Alla fine degli anni 50,
invece, una nuova prospettiva metodologica si affacciò grazie agli studi di un altro
7
elaborare un sistema di regole ben precise che chiariscono quali combinazioni di
In essa è possibile assegnare qualsivoglia valore alle variabili x e y, generando così una
serie infinita di valori corretti. Allo stesso modo “un insieme finito di mezzi, quali sono
capacità di “generare” (donde il nome della teoria) un numero infinito di strutture ben
più volte nella generazione di una struttura”9, ad esempio con sintagmi locativi (il libro
era sul tavolo / vicino alla finestra / nell’atrio ... ). A queste basi vanno aggiunte però
altre considerazioni metodologiche e teoriche, necessarie per spiegare aspetti che non
rientrerebbero nello schema di base fin qui prospettato. Esistono, infatti, frasi costruite
frasi equivalenti, rispettivamente nella diatesi attiva e passiva (Carlo legge il giornale –
Il giornale è letto da Carlo). Ancora, esistono delle ambiguità strutturali che la pura
sintassi della struttura superficiale non sarebbe in grado di sciogliere, come nella frase
“Annie picchiò un uomo con un ombrello”, che offre due differenti interpretazioni a
quello sintattico.
8
A. Bonomi, Le immagini dei nomi, Milano, Garzanti, 1987, pag. 35
9
G. Yule, Introduzione alla linguistica, Il Mulino, Bologna, 2001, cap. X passim
8
Questioni aperte e sviluppi recenti delle teorie chomskiane
effetti dagli anni 60 ad oggi sono fioriti diversi e talora contrastanti sottoindirizzi e
cosiddetta “teoria standard estesa”, in cui l’interpretazione semantica di una frase non è
livello superficiale, come nella frase ambivalente “una vecchia porta la sbarra”.10 Il
modelli strutturali generativi, che a volte vengono resi in regole a struttura sintagmatica
rappresentati linearmente:
SN SV F SN SV *11
Il procedimento delle trasformazioni, cui si riferisce la seconda parte del nome della
spostamento di un avverbio in frasi del tipo “Giorgio ha aiutato Maria ieri” / “Ieri
“Giorgio non legge”). In ogni caso, le evoluzioni recenti della linguistica generativo-
ancora in fieri e fortemente avversati da altre scuole di pensiero (il riferimento è anche
alla polemica tra Chmosky, Pinker e Jackendoff originatasi dagli articoli pubblicati nel
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unico schema le diverse strutture di lingue “lontane” tra loro, quali il giapponese e
l’italiano, ma d’altra parte è molto generale e dice poco sulla natura costitutiva di quel
“linguaggio che il programma chomskiano vuole portare in luce” 12. Resta da trattare
Partendo dalla considerazione che gli stimoli linguistici che un bambino riceve dai
genitori sono relativamente poveri (per quantità e qualità, ma anche e soprattutto per il
sostiene che la capacità di apprendere una lingua è geneticamente innata, e lo è solo per
gli esseri umani. In realtà numerose esperienze di ricerca sembrano smentire gli assunti
troppo oltre. Ci limitiamo a fare riferimento solo alla pubblicazione di Vyvyan Evans, le
cui tesi sono radicalmente opposte rispetto a quelle chomskiane ed accolgono le teorie
di quegli studiosi secondo i quali il linguaggio umano deve essersi evoluto a partire da
un sistema gestuale, con gesti vocali che gradualmente avrebbero sostituito quelli
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Manuel Barbera, Introduzione alla linguistica generale, Materiali integrativi al corso di Didattica
delle lingue moderne, all’indirizzo www.bmanuel.org (3 gennaio 2018)
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Artemij Keidan, Natura innata del linguaggio secondo Noam Chomsky,
http://www.academia.edu/17651069/Natura_innata_del_linguaggio_secondo_Noam_Chomsky, 28
novembre 2017
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manuali, in quanto più economici14 (ipotesi che sembrerebbero sostenute dalle recenti
chomskiano si configura come decisamente più analitico e specialistico, con una netta
teoriche e delle preferenze “filosofiche” dei diversi indirizzi linguistici odierni, a noi
posizioni inconciliabili.
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Stefano Rastelli, La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, in LEGS -
Linguistica e glottodidattica sperimentale, n° 1, Pavia University Press, 2013
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Vyvyan Evans, The Language Myth: Why Language Is Not an Instinct, Cambridge University Press,
2014, p. 50
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Bibliografia
Vyvyan Evans, The Language Myth: Why Language Is Not an Instinct, Cambridge
University Press, 2014
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