??focus Storia - Dicembre 2020
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??focus Storia - Dicembre 2020
n °
170
dicembre
MENSILE –Austria € 9,20 - Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna € 8 - MC, Côte d’Azur € 8,10 - Germania € 12,00 - Svizzera CHF 10,80 - Svizzera Canton Ticino CHF 10,40 - USA $ 11,50
VIVERE
E MORIRE
A
I RIVALI DI ATENE NON ERANO SOLO GUERRIERI
FORMIDABILI: AMAVANO LA LIBERTÀ, RISPETTAVANO
LE DONNE E SAPEVANO GODERSI LA VITA
17 NOVEMBRE 2020 - MENSILE
€ 4,90 IN ITALIA QUATTROCENTO CINEMA TRAME ITALIANE
DANZE, BATTUTE DI LA GRANDE AVVENTURA CINQUANT’ANNI FA
CACCIA, GIOCHI: ALLA DEL SONORO, FRA IL GOLPE FERMATO
Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona
CORTE DEGLI SFORZA POLITICA E PRIME DIVE ALL’ULTIMO ISTANTE
Storia
CI TROOVI ANCHE SUU:
E IN PIÙ...
RUBRICHE 44
Taras la polis d’Italia
L’artista inquieto e
geniale celebrato in
una grande mostra.
Fu un gruppo di coloni spartani a fondare Taranto,
4 LA PAGINA DEI LETTORI che presto divenne ricca e potente. Tanto da tenere testa
per un po’ anche a Roma.
84 Vedove
PERSONAGGI
arrabbiate
6 NOVITÀ & SCOPERTE La sete di vendetta di
9 BIOGRAFIE D’AUTORE
50 sei spose in nero.
A scuola di guerra
10 UNA GIORNATA DA... Gli spartiati erano destinati alle armi fin da piccoli
e venivano cresciuti secondo regole spietate. Ma l’educazione
88 LaCOONFLITT
TI
guerra dei trent’anni
12 MICROSTORIA Fra azeri e armeni del
era pubblica, collettiva e obbligatoria. Nagorno-Karabakh è
14 CHI L’HA INVENTATO?
54 ancora scontro.
Ecco tutti i fronti, da quello antipersiano alla guerra Il golpe Borghese del
contro Atene. 7 dicembre 1970.
3
LA PAGINA DEI LETTORI
Inviateci opinioni, idee, proposte, critiche. Pubblicheremo le più interessanti oltre a una selezione dei commenti alla nostra pagina Facebook
(www.facebook.com/FocusStoria). Scrivete a Focus Storia, via Mondadori 1, 20054 Segrate o all’e-mail redazione@focusstoria.it
4
S
LA VOCE DI FOCUS STORIA
I NOSTRI PODCAST
S iete appassionati
di re, regine e
principesse? Allora
giornalista ed esperta
di “affari reali” Enrica
Roddolo. La prima
invece arriva ai giorni
nostri, ai cosiddetti
new royals di Casa
siamo sicuri che sarete puntata è dedicata ai Windsor, con una lunga
incollati alla quarta primi tempi del regno di digressione dedicata
stagione di The Crown, Elisabetta II, la seconda anche alle residenze
la serie televisiva che proprio all’era di Lady reali.
racconta su Netflix il Diana. La terza e ultima Sempre in ascolto.
fidanzamento e i primi Per seguirci visitate
anni di matrimonio la pagina www.focus.
tra il principe Carlo it/storia/podcast
d’Inghilterra e Diana ma cercateci anche
Spencer. Proprio alla su Spotify (bit.ly/
casa reale inglese VoceDellaStoria) e su
abbiamo dedicato una Apple Podcasts.
Diamo un nome serie di puntate della Il podcast è a cura del
al Risorgimento “Voce di Focus Storia” giornalista Francesco
in cui ci accompagna la de Leo.
Vorrei far conoscere ai lettori di Focus Storia
un grande progetto di digitalizzazione della
memoria, affidato a insegnanti e studenti delle
scuole: il Progetto Torelli (sopra, la homepage), dal
I NOSTRI ERRORI
nome del fondatore e primo presidente della ABBONATI A FOCUS
Società Solferino e San Martino. Si tratta di oltre
680mila nomi, dal 1848 al 1870, da tutta Italia, che
Su Focus Storia n° 168, a pag. 33,
nel riquadro “Punizione austriaca”
STORIA DIGITALE
un centinaio di ragazzi e alcuni preziosi volontari abbiamo scritto erroneamente che il
da mezza Italia stanno continuando a trascrivere, Patto di Londra fu siglato il 26 aprile
nonostante il Covid 19, perché il lavoro si svolge del 1916, invece che nel 1915.
tutto da remoto. La missione è titanica: dare un
nome a tutto il Risorgimento. Su Focus Storia n° 166, a pagina 97, Vai su www.abbonamenti.it/
Il progetto di archiviazione è aperto a chiunque nell’articolo “Francesco d’Assisi - In Storiadigitale e scopri tutte le
voglia aderire. Quei nomi che stiamo trascrivendo Sogno, La Voce Di Dio”, a proposito offerte: puoi abbonarti alla
sono anche i “mattoni” con cui fu edificata la Torre della prigionia di San Francesco versione digitale a partire da
di San Martino, sorta grazie ai contributi di tante viene citata erroneamente la data 7,99 euro per tre numeri e
famiglie di reduci dalle campagne risorgimentali. del 1154, invece fu fatto prigioniero leggere la rivista direttamente
I nomi di tutti i soldati del Risorgimento nel 1202. sul tuo tablet o smartphone.
vennero allora trascritti in archivi cartacei dalla
Società Solferino e San Martino; abbiamo già Le gemelle dei mari
provveduto a fotografare ogni singola pagina
Ho apprezzato l’articolo relativo al
e ora stiamo procedendo con la trascrizione di
transatlantico Andrea Doria pubblicato su
quelle pagine e con la loro messa online. Sono
Focus Storia n° 166. Pochi sanno che l’Andrea Doria
disponibili, in un grande database digitale, già la Scarica gratis l’applicazione
aveva una gemella, la Cristoforo Colombo (sotto),
metà dei nomi, ecco il link per accedervi: www. da AppStore o Google Play e
praticamente identica, rimasta in attività fino al
solferinoesanmartino.it/progetto-torelli/ricerca. porta Focus Storia sempre con
1977. Nel corso della sua esistenza venne riverniciata
Abbiamo inoltre avviato collaborazioni importanti, te! Potrai sfogliare le copie
di bianco, poi ceduta al Venezuela, infine
con enti come le Civiche Raccolte Storiche di incluse nel tuo abbonamento
smantellata nel 1983. Tra i suoi “passeggeri” più
Palazzo Moriggia a Milano, l’Accademia di Belle effettuando il login con le tue
illustri la Pietà di Michelangelo prestata per una
Arti di Firenze e il Museo del Risorgimento credenziali oppure acquistare un
mostra a New York.
di Bologna per questo progetto. Per ciascun abbonamento o le copie singole
Filippo Inzani
nome viene generato un diploma come quello direttamente dall’app, dove trovi
che nell’Ottocento veniva rilasciato dalla anche gli speciali di Focus Storia:
Società Solferino e San Martino ai soldati che Collection, Wars, D&R e Viaggi nel
parteciparono alle campagne risorgimentali. Tempo.
Gaetano Montalto, Roma
5
S
NOVITÀESCOPERTE
A cura di Anita Rubini
MEDIOEVO
G
quanto riportato nel recente studio, le rida, violenza, applausi: ottomila
analisi condotte sul cranio rivelano che persone affollano gli spalti,
apparteneva a un’adolescente tra i 15 e incitando i gladiatori che
i 18 anni, vissuta tra il 776 e l’899 e non combattono nell’arena. Chissà quanti
originaria della regione. spettacoli come questo avrà ospitato il
I profondi tagli furono eseguiti con una piccolo Colosseo del I secolo d.C. che,
lama di ferro affilata e quello del naso, dopo due millenni, sta riemergendo
ricco di arterie, le causò una rapida morte praticamente intatto a Volterra, in
forse per soffocamento, dato che le ferite Toscana. «È la scoperta del secolo»,
non fecero in tempo a guarire. assicurano molti esperti. E nessuno se
Sul motivo della terribile punizione ci l’aspettava, nel 2015, quando i lavori
sono solo ipotesi, tenuto conto che la alla fognatura ne hanno riportato in
mutilazione facciale veniva inflitta in caso luce le prime pietre, alle pendici del
di devianza sessuale (o percepita tale), cimitero comunale.
adulterio o comportamenti gravemente Nell’Urbe toscana. Dopo due
trasgressivi. Solo più tardi il re Canuto campagne di scavo dirette dal
il Grande (994-1035) avrebbe stabilito funzionario della Soprintendenza
proprio il taglio di naso e labbra per le Elena Sorge, da sotto dieci metri di
accusate di adulterio. Giuliana Lomazzi terra dilavata dal fianco della collina
sovrastante gli archeologi hanno tirato
fuori l’ingresso principale all’arena,
parte delle gradinate e il corridoio
coperto usato dagli spettatori per
Il teschio della giovane donna
raggiungere i posti a sedere.
anglosassone (VIII-IX secolo):
«La presenza di un anfiteatro, oltre
le furono mutilati naso e labbra.
al teatro riportato alla luce a metà
del secolo scorso, dimostra che in
epoca romana la città di Volterra ebbe
un ruolo molto più importante di
quanto si sia creduto finora», spiega
l’archeologo responsabile, Domenico
Barreca. «Abbiamo scavato poco più
di un quarto della struttura: siamo
appena all’inizio, ma siamo sicuri che il
meglio debba ancora venire». •
Maria Leonarda Leone
Si fa presto
a dire “vichingo”
I Vichinghi non erano tutti uguali,
e certamente non erano tutti alti
e biondi con gli occhi azzurri, come
spesso sono stati raffigurati. Le regioni
della Scandinavia erano abitate da
popolazioni diverse e identificabili,
e si potrebbe dire che la qualifica
Monumentale di “vichingo” fosse più che altro un
In basso, lo scavo di Volterra che ha rilevato indicativo di “professione”: si trattava
la presenza di un anfiteatro di epoca romana. cioè di guerrieri e razziatori delle coste
Sopra, un corridoio per il passaggio degli
scandinave, con uno stile di vita che
spettatori e, a destra, la galleria di servizio da
cui morti e feriti venivano portati fuori. accomunava popolazioni diverse. È
quanto emerge dal più grande studio
del Dna condotto a livello internazionale
con la partecipazione anche di studiosi
italiani e pubblicato sulla prestigiosa
rivista Nature. È stato sequenziato il
genoma di 442 scheletri risalenti all’età
vichinga, ovvero circa tra il 750 e il 1050
d.C., e provenienti dalla Scandinavia
e da sepolture di altre zone d’Europa,
compresa la Puglia.
Razzie di famiglia. Da quanto
emerso c’erano grandi differenze che
permettevano di distinguere i Vichinghi
danesi, svedesi e norvegesi. Molti
avevano capelli scuri, per la precisione
castani, e un bagaglio genetico
che dimostrava legami anche con
l’Europa Meridionale e l’Asia. L’analisi
ha permesso di ricostruire anche gli
spostamenti dei Vichinghi: alcune
popolazioni erano partite dalle loro terre
(nell’attuale Norvegia) per muoversi
verso Groenlandia, Irlanda, Islanda e
Scozia. Altre migrarono dall’attuale
Danimarca verso l’Inghilterra, e altre
ancora dall’attuale Svezia verso il Baltico.
Sempre la genetica ha dimostrato anche
che le razzie erano condotte da bande
composte da parenti o da uomini dello
stesso villaggio. Aldo Bacci
MONDADORI PORTFOLIO/FOTOTECA GILARDI
SEICENTO
La battaglia da cui
“nacque” la Svezia
A l largo delle coste danesi presso
Rødbyhavn è stato rinvenuto il
relitto della Delmenhorst, una delle
prime imbarcazioni al mondo a
essere stata costruita seguendo un
progetto disegnato. Si trattava di
una nave da guerra danese del XVII
secolo, affondata nel 1644 durante
la battaglia di Fehmarn, il cui esito fu
il passaggio dell’egemonia sull’area
dalla Danimarca alla Svezia che
SETTECENTO divenne per oltre un secolo una
DOV’È LA CAMERA
grande potenza. La nave è stata
ritrovata al largo delle coste danesi
durante lavori off-shore per costruire
D’AMBRA?
un ponte fra Danimarca e Germania.
Ciò che resta del relitto è sprofondato
nel fondo marino.
Annientata. La Delmenhorst fu
affondata da un’imbarcazione
Forse trafugata dai nazisti, potrebbe essere... nemica che fu data alle fiamme
È
uno dei tesori scomparsi più ricercati al mondo. La Bernsteinzimmer, la Camera dagli stessi svedesi e lanciata contro
d’ambra, era una stanza del palazzo di Caterina di Russia a Tsarskoe Selo, vicino a la nave per propagare l’incendio.
San Pietroburgo: grande 55 metri quadrati e ricoperta da pannelli rivestiti da circa Centrata anche da un colpo di
100mila pezzi della preziosa resina (sei tonnellate d’ambra in tutto), ma anche da foglie cannone, la nave danese fu distrutta
d’oro e specchi (nella foto, la ricostruzione). La camera fu realizzata a inizio ’700, dono dalle fiamme. Da allora la Danimarca
del re di Prussia Federico Guglielmo allo zar di Russia, Pietro il Grande. E oggi nessuno sa smise di essere una potenza europea
dove sia. Recentemente un gruppo di sommozzatori polacchi ha scoperto nel Baltico, a 88 di primo piano. Aldo Bacci
metri di profondità, il relitto di una nave mercantile nazista, il Karlsruhe, salpato nel 1945
da Königsberg (l’odierna Kaliningrad, in Russia). All’interno, non solo materiale militare, Al lavoro sul relitto della nave danese
ma anche vasi preziosi e moltissime cassette ancora sigillate. Il sospetto degli scopritori è Delmenhorst affondata nel 1644.
che con quella nave i nazisti avrebbero tentato di portar via proprio i tesori della Camera
d’ambra.
Da recuperare. Sul destino di quella che molti hanno definito l’ottava meraviglia ci sono
state svariate teorie: c’è chi dice sia andata distrutta durante la Seconda guerra mondiale; chi
ritiene che sia rimasta sepolta in qualche cunicolo sotto castelli e depositi della Germania
nazista; chi dice sia custodita in qualche caveau privato, dato che alcuni frammenti sono
emersi nel tempo presso collezionisti e aste. Ora c’è un nuovo filone di indagine. •
Aldo Bacci
ANSA
RINASCIMENTO
Un Machiavelli inedito
L avorando alla catalogazione del Corpus Palatino, alcuni archivisti della Biblioteca nazionale centrale di Firenze
hanno rinvenuto un centinaio di carte, divise in due fascicoli: all’interno di questi c’erano numerosi Frammenti
storici fin qui del tutto sconosciuti e attribuibili a Niccolò Machiavelli (a sinistra, uno di questi). Non furono redatti
di suo pugno, ma trascritti (probabilmente dall’originale) in un’officina di copisti.
Il nipote Giuliano de’Ricci, erede di Machiavelli, rimise in ordine le carte del nonno, buona
parte delle quali confluirono nel codice“Apografo Ricci”, parte del Corpus Palatino che
non era mai stato catalogato nella sua interezza con i suoi 1.500 manoscritti.
Persi negli archivi. Questo nuovo codice, simile al Ricci, fu allestito nella seconda
MONDADORI PORTFOLIO
“Anche se non militava in alcun partito, in presidente della Banca nazionale, direttore
quell’epoca aveva già idee marxiste”, scrisse della Giunta di pianificazione, ministro
Castro. Mentre si trovava in Guatemala ci dell’Industria, comandante di distretti militari”.
fu“l’invasione di quel Paese diretta dalla Cia Nel 1965 lasciò Cuba per l’Africa e finì poi
[...]. I cubani, insieme ad altri latinoamericani a sostenere la guerriglia in Bolivia, dove fu
che si trovavano lì, furono costretti a lasciare ucciso.
il Paese e si trasferirono in Messico. Alcune Il nome: un simbolo. Sull’origine di quel
“
T
settimane dopo arrivammo noi [...] e in soprannome Fidel ha scritto: “All’inizio era
utti noi che conosciamo il Che
calle Emparán (a Città del Messico, ndr) Ernesto. Da argentino aveva l’abitudine di
sappiamo che non c’è modo di
incontrammo il Che. Ci conoscemmo lì”. rivolgersi agli altri con la locuzione ‘che’, e così
catturarlo vivo, a meno che non
Guevara aderì al movimento rivoluzionario iniziammo a chiamarlo
sia incosciente, a meno che non sia messo
per abbattere il dittatore cubano noi cubani”. Un
completamente fuori combattimento da
Fulgencio Batista. Dopo la fuga nome entrato
qualche ferita, a meno che non gli si rompa
del despota, all’inizio del 1959, nella leggenda.
l’arma, infine a meno che non abbia nessuna
Castro prese il potere a Cuba. E Roberto Graziosi
possibilità di evitare di finire prigioniero
togliendosi la vita [...]. Arrivati a questo
punto la discussione o i dubbi che possono
sussistere non si riferiscono più al fatto della
morte in sé [...] quanto al modo in cui la morte L’ARGENTINO
è avvenuta”. Così l’allora primo ministro Ernesto Guevara,
cubano Fidel Castro dava, il 15 ottobre 1967, detto “Che”, nacque
la conferma della morte del rivoluzionario (e in Argentina nel 1928
compagno di lotta) Ernesto “Che”Guevara. e morì in Bolivia il 9
Fu con queste parole che il líder máximo, ottobre del 1967.
morto a 90 anni nel 2016, raccontò la fine Le sue spoglie
dell’eroe della rivoluzione cubana. Le stesse furono traslate
che, insieme a numerosi altri documenti, a Cuba nel 1997.
Sopra, Fidel Castro
sono riportate nel libro firmato dallo (1926-2016).
stesso Castro, Io e il Che. Un’amicizia che ha
cambiato il mondo (Mondadori, 2007). Il
discorso che pronunciò alla televisione di
Stato poneva fine al rincorrersi di voci. Da
poco meno di una settimana, infatti, dalla
Bolivia, il Paese dove il Che si trovava da circa
un anno per addestrare i guerriglieri locali,
giungevano notizie preoccupanti sulla sua
cattura e ferimento in un’imboscata delle
truppe governative. Col passare dei giorni,
nuove informazioni e alcune foto giunte a
Cuba non lasciarono dubbi: il Che era morto,
Castro ne diede notizia al Paese e proclamò
tre giorni di lutto.
MONDADORI PORTFOLIO
9
S
UNA GIORNATA DA...
A cura di Maria Leonarda Leone. Illustrazione di Claudio Prati
I
l pubblico rumoreggia, ma quando fangose, e il fetido odore del Tamigi: mi Dannazione, non sono sicuro, ma in mezzo
esco dalla porta di legno sul fondo e sento legato più che mai a questo luogo, alla gente mi pare di aver visto Shakespeare.
mi faccio avanti, cala per un attimo il forse perché l’hanno costruito nel 1576, Quel tizio si accompagna alla peggiore
silenzio. Guardo i contadini, le donne con i proprio l’anno in cui sono nato. gentaglia dei bassifondi, arrotonda le
loro bambini, i soldati e i padri di famiglia, “Tom, tocca a te, muoviti!”, bisbiglia proprie entrate prestando denaro, ma è
tutti in piedi, ammassati intorno al palco inferocito l’impresario. Sobbalzo, lui mi uno dei migliori autori che conosca. E sa
dove svetto io. Alzo lo sguardo e butto spinge, inciampo nell’orlo del vestito e far bene anche l’attore... Magari era venuto
un’occhiata anche agli spettatori seduti finisco a faccia in giù: dal pubblico un a vedermi: ho sentito che cerca giovani
in alto, dietro le balconate. Da una parte soldato mi chiede a voce alta se sia stato il per i ruoli femminili delle sue tragedie. Mi
vestiti rattoppati, mani sporche e centinaia fantasma a trattenermi... Tutti scoppiano piacerebbe tanto indossare la livrea dei suoi
di facce stanche, dall’altra colletti bianchi, a ridere, ma io faccio finta di niente, mi “uomini del Lord Ciambellano”.
corpetti e cappelli: il bello è proprio questo, rimetto in piedi e dico le mie battute. Dietro le quinte. Nel cortile l’atmosfera
chiunque può permettersi di venire a teatro, Poi torno mortificato dietro la scena. si surriscalda. Siamo al gran finale: la
basta un penny per entrare, due se si vuol
stare in galleria.
Tour de force sul palco. Sono le due del
pomeriggio e fa un caldo terribile. Faccio
un respiro profondo e comincio a recitare,
sudando ogni volta che devo tirarmi dietro
lo strascico dell’ingombrante abito di
scena. Interpreto Bellimperia, una donna:
capita spesso, perché sono giovane, esile e
senza barba. E sì, anche perché alle donne
è vietato recitare. Seguo il copione e lancio
un grido non appena compare, dalla botola
nel palco, il fantasma del mio amato. Il
pubblico ridacchia.
È da quattro mesi che recito sei giorni alla
settimana. Mi sono esibito in 23 opere
diverse, ma una cosa è certa: La tragedia
spagnola di Thomas Kyd resta il nostro
successo più grande. Questa è la decima
volta che la rappresentiamo. È zeppa di
violenza, colpi di scena e amore: insomma,
un successo annunciato! Mentre aspetto in
disparte il momento che tocchi di nuovo a
me, rifletto: oggi è giusto un anno che lavoro
nella compagnia dei Lord Strange’s Men.
No, il nostro non è un nome d’arte: siamo
davvero “uomini al servizio di Lord Strange”.
Tasche vuote. Nel nostro mestiere, solo
chi indossa la livrea di un nobile casato
può evitare l’arresto e la condanna per
empietà. Mi ci mancherebbe solo questa: il
mio salario è così basso che a stento riesco
a mettere insieme il pranzo con la cena,
le cose peggiorerebbero se avessi il viso
marchiato a fuoco. E poi adoro davvero il
teatro e questo, The Rose, in particolare:
amo l’odore che emana il legno di cui è
fatto, amo i suoi scricchiolii e il modo in cui
la luce del sole penetra dal tetto scoperto
e illumina tutto al mattino presto, quando
arriviamo per le prime prove. Qua dentro
dimentico le strade londinesi, affollate e
10
S
IL PALCOSCENICO, CHE PASSIONE
■ Tra il 1558 e il 1625, durante i ■ Quella del drammaturgo era opera. Se il testo veniva accettato, ■ Sotto l’influenza dei puritani,
regni di Elisabetta I e di Giacomo una professione impegnativa gli autori potevano ricevere particolarmente ostili a questo
I, il teatro britannico conobbe un e tutt’altro che redditizia. Gli anche i proventi di una giornata genere d’arte, nel 1642 il
grande sviluppo. Anche grazie alle impresari retribuivano anche di rappresentazione. Non Parlamento mise al bando gli
opere di William Shakespeare e i migliori scrittori con la paga godevano, però, di alcun diritto spettacoli teatrali (permessi di
Christopher Marlowe. minima di sei o sette sterline a d’autore. nuovo solo 18 anni dopo).
11
S
MICROSTORIA
A cura di Marta Erba, Paola Panigas e Daniele Venturoli
IL MITO
Cassandra
F iglia di Priamo, il re di
Troia, Cassandra (sotto, in
un’illustrazione moderna) riceve
in dono da Apollo la facoltà della
preveggenza, ma poiché non
si concede al dio, riceve anche
la condanna a restare sempre
inascoltata. Infatti nessuno le
crede quando profetizza il ruolo
del fratello Paride nella distruzione
della sua città, né quando invita i
Troiani a lasciare il cavallo di legno
fuori dalle mura. Catturata dal
greco Agamennone, ne profetizza
la triste fine, ma di nuovo non
viene creduta: lo ucciderà la moglie
Clitennestra, episodio durante il
quale la stessa Cassandra perderà
LA VIGNETTA
la vita.
DELITTO (IM)PERFETTO
Sindrome.“Cassandra”è
l’appellativo oggi riservato a chi
annuncia eventi spiacevoli senza
essere creduto, mentre la“sindrome
G
di Cassandra”identifica chi formula iacomo Matteotti (1885-1924), oltre a essere il segretario del Partito Socialista Unitario
sempre previsioni pessimistiche (formazione nata da una scissione del Partito Socialista Italiano), era il nemico
senza dare soluzioni o speranze. pubblico numero uno del fascismo. Il politico, di fronte al diffondersi dello squadrismo
nelle campagne italiane, fu tra i primi ad animare la resistenza delle organizzazioni contadine
nella sua terra d’origine, il Polesine (Ro). Questa vignetta, illustrata dal caricaturista Gabriele
Galantara (1865-1937), pubblicata sul giornale satirico il Becco Giallo, sottolinea la palese
complicità di Benito Mussolini (1883-1945) nel sequestro e nell’assassinio di Matteotti, di
cui il duce si assunse la responsabilità con il discorso in parlamento del 3 gennaio 1925, che
segnò il definitivo passaggio al regime dittatoriale.
Condanna a morte. Era il 30 maggio 1924 quando il deputato socialista Matteotti firmò, con
una durissima requisitoria pronunciata alla Camera contro le violenze compiute dai fascisti in
occasione delle elezioni politiche, la sua condanna a morte.
MEMENTO/MONDADORI PORTFOLIO
Dopo aver contestato pubblicamente la validità del voto, disse ai colleghi in maniera
profetica: “Io il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me”.
Aveva ragione. Pochi giorni dopo il fatidico discorso, il 10 giugno 1924, venne rapito e
assassinato mentre si recava in parlamento. L’assassinio politico, maturato in ambienti vicini
al capo del governo, ebbe grande risonanza in tutto il Paese, e segnò il più grande momento
di crisi nell’ascesa di Mussolini al potere.
PAROLE DIMENTICATE
4 LIRE
IL NUMERO
P A S C I B I E T O L A
Composto di pascere Il prezzo di un quotidiano
in Italia nel 1946 (circa
e bietola, indica una persona sciocca, 0,12 centesimi di
stupida, inetta.
euro attuali).
12
S
CHI L’HA DETTO?
10
TO P T E N
AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO
epico Pharsalia
Marco Anneo Lucano De bello civili).
lla testa del mondo.
spressione stava a indicare
e Roma era“capitale del
ondo”, dal momento che,
uando scriveva Lucano,
Impero romano aveva
MEMENTO/MONDADORI PORFOLIO
13
S
CHI L’HA INVENTATA?
A cura di Matteo Liberti. Illustrazioni di Giampietro Costa
DINAMITE
L’evoluzione dell’esplosivo:
dal “fuoco greco” usato dai Bizantini
nel VII secolo passando per la
nitroglicerina di Sobrero fino alla
dinamite brevettata da Nobel.
C
on la macchina a vapore, la ferrovia, il telegrafo e l’energia
elettrica, è stata una delle invenzioni che, nel contesto della
Rivoluzione industriale, ha plasmato il mondo moderno.
Grazie al suo utilizzo, è stato infatti possibile tracciare nuove vie di
comunicazione e sfruttare preziose miniere anche nei luoghi più
impervi. Stiamo parlando della dinamite, innovativo esplosivo usato Il fuoco greco, in uso tra i Bizantini, era una miscela esplosiva di calce
in ambito civile prima ancora che militare la cui nascita si deve al viva, pece, zolfo che non si spegneva a contatto con l’acqua.
chimico svedese Alfred Bernhard Nobel (1833-1896), il cui nome è
celebre per il prestigioso premio da lui ideato, assegnato ogni 10
dicembre in memoria del giorno della sua scomparsa. Il brevetto della
dinamite fu depositato nel 1867 e faceva riferimento a un candelotto
ripieno di materiale assorbente
intriso di nitroglicerina
(composto esplosivo inventato
vent’anni prima dal chimico
italiano Ascanio Sobrero) e
collegato a un detonatore.
Questo dispositivo consentì
di mettere a punto una
nuova tipologia di esplosioni
“controllate”che rivoluzionò il
mondo dell’ingegneria civile,
Alfred facilitando la costruzione
Bernhard di strade e gallerie nonché
In epoca medievale, in Cina, si diffuse la “polvere nera”, una miscela di
Nobel l’accesso alle risorse celate
nelle cavità delle montagne. carbone, salnitro e zolfo che produceva esplosioni difficili da controllare.
I l chimico svedese,
tormentato dalle possibili
applicazioni belliche delle
Nel corso dei secoli sono
quindi subentrati nuovi tipi di
esplosivo più efficaci e sicuri,
sue scoperte, indicò in un ma anche prima della dinamite
testamento d’investire il non erano mancati i tentativi di
suo patrimonio e donare gli “dominare”gli agenti esplosivi
interessi sotto forma di un forniti dalla natura.
premio economico a coloro Dalla Grecia alla Cina. I primi
che si fossero distinti per il antenati degli esplosivi erano
benessere dell’umanità. in realtà semplici materiali
Segno di pace. Divise incendiari, in uso soprattutto
i fondi in cinque premi: nell’antica Grecia. Si trattava
fisica, chimica, medicina, di miscugli realizzati con
letteratura e pace. Ogni resine, grassi, carbone e altri
anno, a ottobre, vengono resi materiali a cui veniva dato
noti i nomi dei vincitori e la fuoco prima di gettarli contro
consegna dei premi avviene i nemici in battaglia. Da
il 10 dicembre, anniversario questi esperimenti nacque il Nel Settecento la “polvere nera” venne impiegata anche come svago,
della sua morte. cosiddetto“fuoco greco”in uso contribuendo alla nascita dell’arte pirotecnica, ovvero i fuochi d’artificio.
14
tra i Bizantini (a partire dal VII secolo), che aveva la peculiarità di non
spegnersi neanche con l’acqua. Veniva usato per attaccare le navi
avversarie – lanciandolo sui ponti e attendendo che le indomabili
fiamme si propagassero – e consisteva in una miscela di calce viva,
pece, zolfo e altri elementi. Il trucco per spegnerlo? Farvi pipì sopra
oppure gettarvi dell’aceto o della sabbia. Pur efficace in battaglia, il
fuoco greco non ebbe mai applicazioni in ambito civile, così come
i primi composti esplosivi, che inaugurarono un nuovo settore del
sapere oggi noto come “esplosivistica”. Al principio di tutto vi fu la
“polvere nera”, diffusasi in epoca medievale nella remota Cina e poi
presso altre popolazioni asiatiche e arabe. Si trattava di una miscela
di carbone, salnitro e zolfo che, una volta detonata, produceva
potenti esplosioni difficili da addomesticare, tanto che si dovrà
attendere qualche secolo prima di produrre efficaci armi da fuoco
(convogliando le detonazioni in apposite canne metalliche). Nel
frattempo, la polvere nera aveva contribuito però alla nascita dell’arte
pirotecnica, ovvero dei fuochi d’artificio.
Nel 1847 l’italiano Ascanio Sobrero sintetizzò la nitroglicerina derivata dal
Sviluppi chimici. Dopo l’anno Mille, le conoscenze sulla polvere
glicerolo, un composto organico meglio noto come glicerina.
nera iniziarono a giungere in Europa, dove dal Quattrocento l’arte
metallurgica ne perfezionò l’uso per scopi bellici. Conobbe quindi
crescenti successi nei secoli seguenti, in ambito militare, ma anche
per scavare gallerie e miniere. Il suo utilizzo, tuttavia, rilasciava
nel sottosuolo fumi letali per i minatori. Le cose cambiarono nel
XIX secolo, con l’affermarsi della chimica moderna e la scoperta di
nuove sostanze deflagranti. Tra il 1845 e il 1847 videro per esempio
la luce la nitrocellulosa – o fulmicotone, composto a base di acido
solforico e acido nitrico perfezionato nel 1845 dal chimico Christian
Friedrich Schönbein – e la nitroglicerina, messa a punto dal nostro
Ascanio Sobrero, derivata dal glicerolo. Per dimostrarne le proprietà,
sembra che Sobrero usasse metterne una goccia sopra a un’incudine
battendoci poi un martello. Si sviluppava così una detonazione che
faceva volare via quest’ultimo, sbalordendo gli astanti. Tra coloro che
si appassionarono a questo composto, Alfred Nobel, che partendo
dal suo studio iniziò a creare la rivoluzionaria dinamite. Quest’ultima,
fin dall’esordio nel 1867, risultò più semplice da usare, consentendo
di superare l’epoca del piccone e della polvere nera nelle operazioni
di scavo. Negli anni seguenti venne utilizzata per la realizzazione di
Alfred Nobel depositò il brevetto della dinamite nel 1867: si trattava di un molte imponenti opere (come il traforo del San Gottardo, avviato nel
candelotto ripieno di materiale assorbente intriso di nitroglicerina. 1872), presso i cui cantieri si recava ogni tanto lo stesso Nobel per
spiegare come sfruttarla al meglio.
Svolte “plastiche” e “inesplosive”. Guadagnata grande notorietà
con la propria scoperta (nonché molteplici critiche per i suoi possibili
utilizzi bellici), Nobel inaugurò una nuova tipologia di esplosivi,
detti “plastici”. Il primo fu la gelignite, composto ottenuto lavorando
nitrocellulosa, nitroglicerina, polpa di legno e nitrato di potassio
(perfezionati di decennio in decennio, gli esplosivi al plastico non
hanno bisogno di contenitori, possono essere plasmati adattandosi
a qualsiasi cavità e sono insensibili all’acqua). Per tutto il Novecento,
l’esplosivistica ha fatto passi da gigante con la creazione di composti
sempre più raffinati, continuando ad avere ampie ricadute in ambito
militare e civile, dove i campi di applicazione spaziano dai congegni
degli airbag alla demolizione di edifici fino alle indagini sismiche.
Per spaccare massi e calcestruzzi, sono peraltro oggi utilizzati anche
particolari prodotti “non detonanti”. Si tratta di composti chimici che,
racchiusi in piccole cartucce da inserire in appositi fori praticati sulla
pietra da frantumare, vengono attivati tramite detonatori elettronici a
La dinamite rivoluzionò l’ingegneria civile, permettendo la costruzione di distanza. A quel punto sprigionano elevati volumi di gas non nocivi la
trafori ferroviari e gallerie. cui pressione favorisce la rottura della roccia.
15
LIBERI di
SOCIETÀ
di Biagio Picardi
GETTY IMAGES
È
il primo dicembre del 1970. “L’Italia è
un Paese moderno”, titolano i giornali
in caratteri cubitali. E ancora: “Ha vinto
la libertà”, e poi “Vittoriosa conclusione
di una giusta battaglia”. O, più semplicemente:
“Il divorzio è legge”. Perché è il giorno in cui,
nonostante l’opposizione della Chiesa e della
Democrazia Cristiana, viene introdotta in Italia
con il numero 898/1970 la “Disciplina dei casi
di scioglimento del matrimonio”, la legge sul
divorzio. Al traguardo si è arrivati grazie al
lavoro dei deputati Loris Fortuna (socialista) e
Antonio Baslini (liberale), che hanno intercettato
i bisogni della società italiana. Dai titoloni si
capisce che siamo di fronte a un evento epocale:
l’Italia è il Paese che ospita il papa, e per la
Chiesa il matrimonio è un “vincolo indissolubile
tra marito e moglie”. E infatti appena 4 anni
dopo le forze cattoliche promuovono un
referendum per la repentina abrogazione della
legge. I tempi, però, sono ormai maturi per
rendere scindibile il vincolo matrimoniale e
per questo, alle urne del 1974, il 59,26% degli
italiani dice no, promuovendo definitivamente il
nuovo istituto giuridico. La legge 898 consente
a marito e moglie di dirsi addio: per decisione
reciproca, su richiesta di uno dei coniugi, e in
casi particolari, come per esempio la condanna
penale di uno dei partner per reati gravi.
A cinquant’anni
lei potevano accordarsi sul divorzio, anche
senza una particolare motivazione. A patto
dall’introduzione della
che il marito restituisse la dote all’ex consorte
e si tenesse i figli. Condizioni, specialmente
“prima” a liberarsi di un
il marito mentre poteva venire cacciata di casa
e privata delle chiavi (“claves ademit, exegit”)
coniuge scomodo.
anche per futili motivi: assistere ai giochi
pubblici senza permesso, chiacchierare con altre
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S
LASCIARSI
La battaglia
Manifestazione a
Roma della Lega
per il divorzio, luglio
1970. Sopra, un
manifesto della Dc
per il referendum
MONDADORI PORTFOLIO/PINO MONTISCI
abrogativo della
legge. A destra,
l’onorevole Loris
Fortuna alza la mano
in segno di vittoria
dopo i risultati del
referendum (1974).
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S
MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE
La Chiesa di
Roma è sempre
stata contraria.
Annullamento sì,
vincolo spezzato no
AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO
donne di dubbia fama, uscire in strada senza diritto romano, alcuni Paesi contemplarono La Sacra Rota
velo. Le cose cambiarono ancora con Augusto per esempio il divorzio “a mensa et thoro”, Sopra, da sinistra: il
Tribunale del papa,
e la Lex Iulia de maritandis ordinibus del 18 letteralmente dalla tavola e dal letto: marito
miniatura dal Libro dei
a.C., che imponeva ci fossero sette testimoni e la e moglie vivevano fisicamente separati ma giuramenti dei giudici della
notifica di un liberto per divorziare, ribadendo non potevano risposarsi e formalmente la loro Sacra Rota (XVIII secolo);
che alla divorziata bisognava restituire la dote. relazione matrimoniale era ancora in corso. Una altare funerario romano
Ma se questa aveva tradito il marito, finiva sorta di quella che oggi è la “separazione legale”. che mostra il momento
esiliata su un’isola, in base alla Lex Iulia de clou del matrimonio, la
adulteriis coercendis. IL PRIMATO INGLESE. La scappatoia della junctio dextrarum.
separazione in Inghilterra restò in vigore fino
FINCHÉ ACCUSA NON CI SEPARI. al 1857, quando fu approvato il Matrimonial
Con l’indissolubilità sancita dal cattolicesimo, Causes Act (poi aggiornato nel 1878 e
invece, i mariti che volevano cambiare moglie nel 1973), che considerava il matrimonio
dovettero inventarsi stratagemmi più o come un affare della società e non della
valentiniano i
meno fantasiosi. Un gioco che riusciva bene Chiesa e andava quindi discusso nei
soprattutto fra le fasce sociali più elevate e tribunali civili. Non più un sacramento, e maria severa
ancora meglio ai sovrani, che ci mettevano un quindi, ma un contratto. Procedura Perché ripudiare una moglie
niente a considerare improvvisamente “vecchia” costosa, certo, ma ora accessibile se posso averne due, deve
la consorte al cospetto di nuove ancelle, più anche alla borghesia. Restavano però avere pensato nel 370 d.C.
Valentiniano I, uno dei
convenienti alleate o affascinanti cortigiane. le limitazioni per la donna, di fatto primi concubini legittimati
La malcapitata di turno, così, veniva ripudiata, proprietà del marito. Quest’ultimo dalla Chiesa. Secondo lo
rinchiusa in convento o anche giustiziata con poteva infatti chiedere il divorzio storico Socrate Scolastico,
le peggiori scuse: falsa accusa di adulterio, per adulterio, mentre la donna oltre l’imperatore, conquistato
presunta incapacità di dare un erede al re, al tradimento doveva aver subìto la dall’ancella Giustina, decise
tradimento. diserzione, l’incesto o la crudeltà. di sposarla senza ripudiare
A partire dal X secolo si svilupparono Era stato un re inglese, tre secoli prima, Maria Severa. S’inventò che
era stata lei a sponsorizzare
nell’Europa Occidentale scappatoie legali per a opporsi fermamente all’intransigenza la perfezione del corpo della
evitare problemi sotto lo stesso tetto (nei casi del “vincolo indivisibile”: era il 1524 ragazza, fino a convincerlo a
di marito violento), che però non davano ed Enrico VIII, pur di cambiare moglie, fare una legge che consentiva
l’agognata libertà. Rifacendosi proprio al arrivò a proclamare lo scisma anglicano. il concubinato agli imperatori.
18
S
MONDADORI PORTFOLIO/DE AGOSTINI PICTURE LIBRARY
ottavia e nerone
Nerone le studiò proprio tutte
per liberarsi della moglie
Ottavia e sposare Poppea. Alla
fine, temendo una sommossa
del popolo schierato al fianco
dell’imperatrice, si accordò
con il liberto Aniceto affinché
s’inventasse di essere l’amante
di Ottavia, confessandolo
in un pubblico processo. La
malcapitata fu così esiliata da
innocente nell’isola Pandataria
(oggi Ventotene) e, accusata
anche di“procurato aborto”, le
furono aperte le vene affinché
si dissanguasse, quindi fu
immersa in un bagno bollente
e infine decapitata nel 62 d.C.
La storia è nota, ma vale la pena ricordarla per LA RIVOLUZIONE RUSSA. Il vincolo Metodi spicci
Sopra, Poppea si fa
l’enorme impatto che ebbe a livello politico, matrimoniale imposto dalla Chiesa, insomma,
portare la testa di Ottavia,
sociale e religioso in tutto il mondo cristiano, non è mai stato un grande affare per le donne, prima moglie di Nerone
già in fermento per la Riforma luterana. Tutto specie se di nobile o reale lignaggio. Dalle nozze assassinata perché il
cominciò da una concessione papale, firmata da celebrate davanti a Dio, era difficile per le mogli famigerato imperatore
Giulio II per consentire a Enrico VIII di sposare uscirne libere o almeno vive. Al contrario, potesse risposarsi con
Caterina d’Aragona, vedova di suo fratello. laddove il concetto di matrimonio laico si fece la sua amante (da
L’obiettivo era che Caterina desse un erede finalmente strada, le donne iniziarono a essere L’Illustrazione Italiana, 9
gennaio 1897).
maschio al trono. Purtroppo, però, i due bimbi maggiormente tutelate.
partoriti dalla regina morirono subito dopo la È il caso ad esempio della Russia all’indomani
nascita e il re s’invaghì della più giovane e si della Rivoluzione del 1918. Attiviste come
sperava fertile Anna Bolena. Aleksandra Michajlovna Kollontaj si batterono
Enrico VIII scrisse quindi nuovamente al per riscattare le donne da una
pontefice, che nel frattempo era diventato condizione pessima, come quella
Clemente VII, per ottenere una nuova dispensa. raccontata da Lev Tolstoj nel romanzo Lucrezia Borgia e
Non ricevendo risposta prese l’iniziativa, Anna Karenina, ambientato tra il 1875 giovanni Maria Sforza
sposando il 25 gennaio del 1533 la Bolena. e il 1877. Benché la Chiesa ortodossa Nel 1497 Alessandro VI, il
Quando poi la Chiesa bocciò quell’unione e lo ammettesse il divorzio, all’epoca papa Borgia, decise di trovare
scomunicò, l’impaziente sovrano proclamò lo si poteva sciogliere un matrimonio un nuovo marito per la
figlia Lucrezia, sposata con
scisma da Roma e fondò la Chiesa anglicana. soltanto in caso di difetti fisici di uno
Giovanni Maria Sforza. Così
Tanto rumore per nulla, direbbe Shakespeare: dei coniugi, mancata procreazione accusò il giovane d’impotenza,
perché neppure Anna riuscì a dargli un erede e adulterio, comunque affrontando motivazione all’epoca
maschio (ma “solo” una bimba, la futura sempre un processo lungo, costoso accettata per annullare le
Elisabetta I) e lui pensò bene di ripudiare anche e soprattutto umiliante. Tanto che il nozze. Ludovico il Moro
lei. Nonostante avesse ormai riscritto le leggi tradito o la tradita di turno spesso consigliò al cugino di mostrare
sull’annullamento di “alcuni” matrimoni, decise preferivano “salvare le apparenze” la sua virilità esibendosi in un
rapporto sessuale pubblico con
di togliere ogni dubbio sulla legittimità della piuttosto che esporsi al pubblico la moglie o altre donne. Ma il
sua nuova unione con la giovane Jane Seymour, ludibrio. giovane si rifiutò: l’impotenza
condannando a morte Anna Bolena, con false Nel 1918, invece, vennero stabiliti fu allora confermata e le nozze
accuse di stregoneria, incesto e ingiuria. alcuni punti innovativi per il Paese: annullate.
19
S
Sotto il Codice
Napoleonico si
potevano sciogliere
almeno le unioni
civili, se genitori e
nonni delle coppie
erano d’accordo
HISTORIC COLLECTION/ALAMY/IPA
La serial killer
dei mariti
S e a ricorrere a espedienti poco leciti
per liberarsi del coniuge sono stati, nei
secoli, soprattutto i mariti, nell’Italia del
’600 le mogli hanno potuto contare su una
formidabile alleata di nome Giulia Tofana
(a destra, l’immagine simbolica di una
maga mentre prepara una pozione). La
donna, bellissima, viveva a Palermo in totale
povertà, sola e con una figlia da mantenere
quando decise di mettersi in commercio
perfezionando il veleno utilizzato dalla
zia per uccidere il consorte: un micidiale
cocktail di arsenico, piombo e belladonna.
Inventò così quella che poi è passata alla
storia come“Acqua Tofana”, una pozione che
l’affascinante palermitana, spacciandola
ufficialmente per un prodotto cosmetico,
vendeva alle mogli vessate dai mariti e desiderose di liberarsene.
Soluzione definitiva. Bastava infatti versarne poche gocce al giorno,
nella minestra o nelle bevande per provocare dopo un po’una morte
apparentemente naturale, senza sintomi. Giulia Tofana vendette
tantissime pozioni, salvo poi essere tradita da una moglie maldestra,
che si fece scoprire dal marito. Per sfuggire a una condanna certa fu
quindi costretta a fuggire a Roma, dove visse protetta dall’amante
di turno con la figlia (e socia in affari) Girolama. Passò poco, però,
che un’altra maritata infelice bussasse alla sua nuova porta,
“persuadendola”a rimettersi in affari. Che furono numerosi e lucrosi,
sino a quando un’altra cliente sbagliò dosaggio e, costretta dai parenti
del malcapitato, fece il suo nome. La“killer dei mariti”fu così arrestata
e giustiziata nel 1659, a 39 anni, non prima di aver confessato, sotto
tortura, di aver causato la morte di circa 600 uomini.
Grazie, Stalin
Da sinistra, un giornale
inglese del 1891 si interroga
sul fallimento dei matrimoni;
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S
CULTURA
Fidelio: W la libertà! 1
I n un’epoca in cui il melodramma era il genere di spettacolo più seguito in Europa, Beethoven
compose (1803-1805) una sola opera per il teatro musicale: Fidelio. Si tratta di un Singspiel, cioè di
uno spettacolo in parte recitato e in parte cantato, in tedesco. La trama è ambientata in Spagna, ma è
ispirata a una storia vera accaduta durante il Terrore, nel corso della Rivoluzione francese: Leonore si
traveste da uomo e con il falso nome di Fidelio (“il fedele”) cerca di liberare l’amato marito Florestan,
ingiustamente imprigionato. Dopo varie peripezie il bene trionfa, il governatore corrotto viene
punito e Leonore può liberare Florestan.
Libertario. Il Fidelio ebbe un buon successo, ma Beethoven rimaneggiò per ben due volte la
partitura e non scrisse altri lavori per il teatro. L’opera riassumeva gli ideali in voga all’epoca e vicini al
compositore: la lotta per la giustizia e la libertà, la speranza in un avvenire migliore.
22
S
BEET
2
MONDADORI PORTFOLIO
Un inno per l’Europa
non sapevate su
sinfonia di Ludwig van Beethoven
(16 dicembre 1770-26 marzo 1827),
THOVE
con uno dei cornetti acustici che
aiutavano il compositore man mano
che la sua sordità progrediva.
di Aldo Carioli
23
S
Quali misteri (veri e presunti)
nasconde la vita del grande
musicista tedesco?
MONDADORI PORTFOLIO
MONDADORI PORTFOLIO
5
“Nove e non più
nove”: le sinfonie
che cambiarono la
musica
M ozart (1756-1791) scrisse una
cinquantina di sinfonie in 35 anni,
Haydn (1732-1809) ben 104 in 77 anni,
Beethoven soltanto 9, in 57 anni. E
dopo di lui, per oltre un secolo nessuno
superò il fatidico numero nove. Tanto
che si mormorava di una “maledizione
6
della Nona”: Gustav Mahler, nel 1911,
morì mentre stava lavorando alla sua
decima sinfonia e solo il russo Dmitrij
Šostakovič, nel 1953, supererà quel
confine invisibile, arrivando poi a 15
Perché l’Eroica si chiama così?
sinfonie.
Banco di prova. Non fu certo
la presunta “maledizione di
Beethoven” a provocare un crollo
L ’Eroica (1802-1804) è la terza delle nove sinfonie di Beethoven e segnò un
grosso passo avanti rispetto alle due precedenti. Anzi, fu una rivoluzione.
Inizialmente Beethoven l’aveva dedicata a Napoleone Bonaparte (sopra, in un
nella produzione sinfonica. Fu invece quadro di Jacques-Louis David). Beethoven, che era di idee libertarie, tra i venti
la conseguenza della rivoluzione e i trent’anni aveva accolto con favore sia la Rivoluzione francese, sia l’ascesa di
musicale beethoveniana, che trasformò Bonaparte. Ma quando Napoleone si fece incoronare imperatore lui, deluso dalla
un genere “di consumo” e spesso piega monarchica che stava prendendo il bonapartismo, stracciò il frontespizio
convenzionale come la sinfonia in con la dedica, che cambiò in un più generico“Sinfonia grande Eroica composta per
banco di prova e di sperimentazione festeggiare il sovvenire di un grand’uomo”.
del linguaggio musicale e Monumento in musica. Nessuno fino ad allora aveva scritto una sinfonia (una
dell’orchestrazione (cioè dell’arte di composizione per orchestra in genere divisa in quattro movimenti) di quella
mettere insieme i diversi strumenti di lunghezza e così impegnativa: quasi un’ora di musica. Il piglio“eroico”si deve
un’orchestra). Dopo di lui le sinfonie soprattutto al secondo movimento che, invece di essere un brano cantabile come
diventarono più complesse, spesso previsto dalla tradizione, è una monumentale e drammatica Marcia funebre.
accompagnate da un coro o da solisti Nessuno aveva mai ascoltato niente del genere fino a quel momento, e infatti
(come nella Nona, sopra, la “prima” del dopo la prima esecuzione pubblica (1805) uscirono recensioni di questo tono:“Il
7 maggio 1824 a Vienna). Insomma, un nuovo lavoro di Beethoven possiede grandi e audaci idee, ma il tutto guadagnerebbe
tipo di musica che richiedeva tempo se l’autore si decidesse ad abbreviare la sinfonia”. Insomma, una bella sforbiciata
e ricerca creativa continua: più arte e avrebbe reso più digeribile il capolavoro, evidentemente troppo avanti per
meno mestiere. l’epoca.
24
S
La sordità influenzò la sua musica?
8
N el 1820, Beethoven era del tutto sordo: i capolavori dei suoi ultimi sette anni di vita
nacquero nel silenzio assoluto (a parte tinniti e acufeni che lo tormentavano). La sordità
progressiva, iniziata verso il 1796, probabilmente a causa di un’infezione, peggiorò l’umore
di un giovane già provato dalla vita. Ma non rappresentò un vero handicap per la sua arte
(a sinistra, un episodio tratto da una biografia: dopo un concerto la contralto Caroline
Unger lo avvisa dell’applauso del pubblico che il musicista non ha sentito).
Orecchio assoluto. Beethoven, infatti, possedeva il cosiddetto “orecchio assoluto”,
era cioè in grado di identificare esattamente l’altezza delle note e aveva un’intonazione
perfetta. Quando scorreva una partitura o componeva al pianoforte, strumento per il quale
MONDADORI PORTFOLIO
scrisse 32 sonate che ne rivoluzionarono la tecnica, non aveva bisogno di “ascoltarsi” con
le orecchie. Nel suo cervello, le note risuonavano all’esatta altezza e con il giusto timbro,
grazie anche all’esperienza accumulata fin da ragazzo.
Beethoven. Ritratto di un
genio, Jan Caeyers (Mondadori).
Recentissima ed esaustiva
biografia, dalla penna del direttore
d’orchestra e musicologo belga.
Che cos’è il Testamento
di Heiligenstadt? 9
I l 6 ottobre 1802 Beethoven prese penna e
calamaio e scrisse (ma non spedì) una lunga
divertimenti.
Milano.
La d a degli
SF
di Silvia Büchi
ZA
I
l matrimonio di Beatrice d’Este e Ludovico
Maria Sforza, celebrato nel 1491, portò una
ventata di allegria alla corte milanese: lei
aveva 16 anni contro i 39 del duca di Bari:
uno stangone che la sovrastava con il suo metro
BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORIPORTFOLIO
e novanta di altezza. Più che bella Beatrice
era graziosa: un naso all’insù come sua madre
Eleonora d’Aragona, guance pienotte, occhi
neri e una lunga treccia di capelli castani. Il suo
punto debole era la linea: “piccola di persona,
ma grossa e grassa” la descrisse l’ambasciatore
Jacopo Trotti. Al Moro piaceva così com’era:
“lieta de natura et molto piacevolina”. Certo non
poteva competere con l’amante Cecilia Gallerani
che abitava ancora nel castello di Porta Giovia
(oggi il Castello Sforzesco), in attesa di partorire
il figlio di Ludovico.
27
S
SI APRANO
PAINTERS/ALAMY/IPA
LE DANZE…
CAVALLI, CACCIA
E TORNEI
Gli Sforza
dono alla duchessa di Savoja e alla marchesa
Lo sport più diffuso tra i nobili dell’epoca del Monferrato. I duchi, accompagnati dal loro
ospitarono
era la battuta di caccia. Fin dal 1485 la corte seguito, cavalcavano anche nel parco del castello
sforzesca si approvvigionava in Ungheria, (ai tempi molto più ampio dell’attuale), che
a corte le
famosa per la bellezza dei suoi cavalli: si estendeva a nord fino a Villapizzone e alla
“Mapheo cancellero”, scrisse il Trotti il 29 Certosa di Garegnano.
menti più
settembre 1485, “è tornato de Ongaria cum dui Ricchi premi. Quanto ai tornei, era uno
cavali bianchi bellissimi et gran corredori, che spettacolo a cui partecipavano i cavalieri più
brillanti
hanno le crine sino ali ginochi, li quali non se valenti del tempo: memorabile rimase la giostra
poteriano dipingere più belli per alcuno pictore, del 23 e 24 settembre 1489, in cui Galeazzo
della loro
et dui cavalli grossi da giostra, etiam boni et Sanseverino, splendido nella sua preziosa
belli et sopra il tuto legeri”. Anche Beatrice veste, meravigliò tutti rompendo 19 lance e
epoca
d’Este condivideva la passione del marito e disarcionando l’avversario: in premio, una pezza
mostrava con orgoglio i suoi 14 cavalli. Nel di broccato d’oro. I tornei di questo periodo
1494 il duca e la duchessa parteciparono a una non erano però cruenti come una volta, perché
battuta di caccia a Vigevano, dove catturarono venivano usate armi spuntate e i cavalieri, di
alcuni cinghiali che vennero poi mandati in solito, se la cavavano solo con qualche livido.
MONDADORI PORTFOLIO/DE AGOSTINI PICTURE LIBRARY
28
S Il Cassone dei duchi, dipinto tra il 1479 e il 1494, rappresenta i tre duchi Sforza a cavallo: Ludovico il Moro, Galeazzo Maria e Gian Galeazzo.
Un genio
a corte
L eonardo da Vinci
si occupò anche di
feste e divertimenti
per la corte sforzesca:
Ludovico il Moro, nel
1490, lo incaricò di creare
un evento memorabile
in onore del grandioso
matrimonio di Gian
Galeazzo Sforza e Isabella
d’Aragona, la famosa
Festa del Paradiso,
di cui si parlò a lungo
con grande ammirazione
e che diede lustro alla
signoria. Per questa
rappresentazione
teatrale, che doveva
esaltare le virtù della
sposa, Leonardo ideò
macchine colossali,
ingegnosi automi e
costumi per maschere,
il tutto accompagnato
con musiche, danze
e versi di Bernardo
Bellincioni (1452-1492), il
poeta di corte.
Travestimenti. L’anno
dopo, nel 1491, in
occasione di una grande
giostra per festeggiare
Ludovico e Beatrice
d’Este, organizzò un
corteo composto dagli
IL GIOCO GLI SCACCHI staffieri del marchese
DELLA PALLA E LE CARTE Galeazzo Sanseverino,
travestiti “da omini
Già da ragazzo Ludovico era un tifoso del gioco Il gioco degli scacchi aveva contagiato le corti selvatichi” con costumi e
maschere da lui ideati.
della palla: assisteva alle partite nella splendida rinascimentali, compresa quella degli Sforza. A A guidare, tra canti e
Sala della Balla allestita nel castello, ma giocava Milano il conte Galeotto Belgioioso era considerato musica, il pittoresco
anche con suo fratello Galeazzo Maria, duca invincibile, tanto che Galeazzo Maria Sforza corteo diretto al castello,
di Milano, puntando denaro per rendere più raccomandò, in una lettera inviata al fratello era il Sanseverino, il cui
eccitante il divertimento. A quei tempi non Ascanio: “Guardatevi bene dal giocare a scachi cavallo era ricoperto di
esisteva ancora il gioco del calcio come lo con lui perché è fatto così bon magistro che squame d’oro iridescenti
intendiamo noi: quello più in voga tra i nobili era vincerà ad ogni partito”. In primavera, nei palazzi come occhi di pavone.
Enigmistica. A cavallo
il “pallone a bracciale”, che consisteva nel colpire fuori porta, era di moda organizzare partite a tra il 1487 e il 1490
la palla per mandarla nel campo avversario, con scacchi, intramezzate da poesie e novelle, a cui Leonardo si divertì anche
un pugno o con un bracciale di legno che copriva partecipavano anche Ludovico e Beatrice d’Este. a inventare rebus (di cui
l’avambraccio. Beatrice assisteva volentieri alle Partite notturne. Ma era il gioco delle carte il più fu il maestro assoluto)
partite, anche se trovava più divertente giocare diffuso, a partire dallo “scartino” e dal “trentuno”, per divertire la corte:
insieme alle sue damigelle con la racchetta o la tuttora praticati, e ad altri giochi come quello del in tutto, i rebus sono
171, prevalentemente
paletta, più adatte alle signore. “butino” e del “fluso” di cui sembra scomparsa la
conservati alla Royal
Calcetto ante litteram. Oltre che a corte, il memoria. Gli splendidi tarocchi, dorati e miniati Library di Windsor e
gioco della palla era molto popolare anche tra i da artisti eccellenti, tra cui il Bembo, erano rivolti decifrati da Augusto
milanesi che si radunavano a giocare negli ai nobili più abbienti, non solo per il costo, ma Marinoni nel 1954.
spazi a disposizione nella città, di solito vicini anche per la difficoltà del regolamento. Quanto ai L’artista li disegnò, come
alle chiese, come in Santa Maria Incoronata, duchi, sappiamo che amavano passare molte ore al solito al rovescio,
lungo l’attuale corso Garibaldi. Ma i padri con le persone più intime, in una stanza appartata, anticipando le regole
dei rebus così come le
agostiniani, stufi del rumore e preoccupati “trastulandose e giocando a scartino”, come scrisse conosciamo oggi.
dei danni recati ai muri della chiesa, li fecero il medico Lodovico Carri in una lettera del 1492, Anche i suoi indovinelli
sloggiare rapidamente, grazie a una “grida” mentre nel grande e silenzioso castello tutto taceva erano molto apprezzati
del 1494. e centinaia di ospiti dormivano. dalla corte.
GHIGO ROLI/BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORIPORTFOLIO
Beatrice d’Este,
schiava della
moda
S e Beatrice d’Este (sotto, in
una litografia del 1865)
fosse nata ai nostri tempi,
probabilmente sarebbe
una influencer di moda: solo
nel castello di Vigevano
conservava, accuratamente
distesi, 84 abiti sfarzosi che
mostrò con orgoglio alla
madre Eleonora d’Aragona
nel 1493.
Ma era solo una parte del suo
patrimonio,“ne haveva de le
altre a Milano”, ordinate dopo
le nozze con Ludovico il Moro,
Arte, musica e poesia a corte scrisse Bernardino Prosperi
Il dettaglio dell’affresco di a Isabella D’Este, che doveva
Benvenuto Tisi da Garofalo, che si invidiare parecchio questa
trova a Palazzo Costabili a Ferrara, sorella così fortunata.
rappresenta la passione per la Stilista. Dai documenti degli
musica nelle corti rinascimentali. archivi riemergono anche i
nomi dei sarti di fiducia di
Beatrice: maestro Beltramo
e maestro Gabriello, poi
Giovanni Pietro da Gerenzano,
La morte di Beatrice d’Este segnò il declino il ricamatore dalle mani d’oro,
e infine Vitaliano da Lomazzo
di Milano e del Rinascimento lombardo e Bernardino da Lecco che le
fornivano i tessuti.
Ma l’ideatrice di questi
capolavori era sempre la
LA SAI SCHERZI duchessa e i sarti al suo
L’ULTIMA? DA DUCA servizio si limitavano ad
eseguire i suoi diktat.
La vita di corte poteva essere noiosa, soprattutto Ludovico il Moro incuteva a tutti un certo
AKG-IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO
d’inverno, quando il tempo inclemente non timore, se non altro per la sua stazza; ma
invogliava ad uscire. A tenere allegri i castellani ci quando era in vena, si divertiva a fare scherzi,
pensavano i buffoni, con giochi, scherzi e battute talvolta pesanti. Una delle sue vittime preferite
salaci: gli unici ad avere questa licenza. A loro era l’ambasciatore di Ferrara Jacopo Trotti:
volta, dovevano però essere pronti a sopportare le un tipo permaloso che non amava gli animali
beffe dei signori, spesso anche crudeli. che “mordeno, puzano et sono bruttissimi”.
Nani e buffoni. Francesco Sforza, oltre al nano I contadini, tutte le volte che il Moro si recava
Biasio, teneva con sé anche Marchesino, che a Vigevano, gli portavano volpi, lupi e gatti
assomigliava come una goccia d’acqua al signore selvatici, che il duca pagava con dieci soldi
di Rimini Sigismondo Malatesta. Bona di Savoia ognuno. Un giorno di maggio del 1492, però,
si divertiva alle battute di Calcagno, che veniva invece di tenerli per la caccia, Ludovico
spesso richiesto in prestito da Eleonora d’Aragona ordinò agli staffieri di portarli a casa del Trotti.
per rallegrare la corte di Ferrara. Diodato giunse Per il poveretto fu un incubo: gli animali
alla corte del Moro nel 1491, al seguito di Beatrice saltavano, andavano sotto i letti e ovunque ci
d’Este: di lui sappiamo che l’accompagnava fosse un “cantone et un buso”. Solo dopo ore la
nelle scampagnate, perché sapeva cantare servitù riuscì a liberarsi delle bestiole. Ma ormai
molto bene. Il Frittella, invece, non resistette a tutta la corte rideva alle spalle dell’ambasciatore.
lungo con la duchessa, che criticava per la sua Lady monella. Beatrice non era da meno. La
“superbia e pe’ suoi istinti felini”. Su Tapone e sua specialità era cavalcare a briglia sciolta e far
Pernigone abbiamo notizie grazie a Bernando cadere le cavallerizze; sapeva difendersi e menar
Bellincioni, poeta di corte, che dedicò loro alcuni le mani: insomma, una tipa tosta. Nel 1497, però,
versi: il primo era uno scroccone dall’appetito non ancora ventiduenne, morì di parto, forse
formidabile, e l’altro invece un logorroico dovuto al freddo che prese un giorno d’inverno
insopportabile. e per le danze che seguirono fino a tardi. Con lei
Quanto a Ludovico il suo preferito era Mariolo, si chiuse il periodo più spensierato della corte di
il solo che potesse sedersi alla sua tavola e Milano: nel 1499 la città fu invasa dai francesi di
accompagnarlo nelle frequenti feste e cacce. Luigi XII e il Moro deportato in Francia. •
PRIMO PIANO
■ Leggi storiche
MITICA Il leggendario
SUPERPOTENZA legislatore Licurgo,
pag. 32 in un quadro
ottocentesco.
■
SPARTA VS ATENE
IL DERBY DI GRECIA
pag. 38
■
TARAS
LA POLIS D’ITALIA
pag. 44
■
A SCUOLA
DI GUERRA
pag. 50
■
INVINCIBILI
pag. 54
L’IRRIDUCIBILE
SPARTA
31
S
PRIMO PIANO
Le leggi di Sparta
Sparta immaginata in
un quadro dell’800 e, a
sinistra, Licurgo in una
statua bronzea del ’900.
Non esistette veramente,
ma a lui è attribuita una
fondamentale riforma
legislativa del VII secolo a.C.
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ERPOTENZA
Leoriginiel’inarrestabileascesadiSparta,lapolische
2500annifadominavailPeloponneso.Ecometramontò,
diventando immortale. di Maria Leonarda Leone
D
ici Sparta e la prima cosa
che viene in mente sono le
Termopili, con i suoi 300
valorosi guerrieri pronti al
sacrificio e quel molòn labé, “vieni
a prenderle”, sussurrato in tono
di sfida dal re Leonida, in risposta
al sovrano persiano Serse che gli
chiedeva di consegnare le armi. Sobri,
spicci, laconici di nome e di fatto,
gli Spartani. Proprio come la loro
città, “simile a un accampamento
militare” secondo il retore ateniese
Isocrate: una città epica, tutta
frugalità, addestramento militare
e vita in comune, priva di templi
preziosi e costruzioni imponenti.
33
S
Dèi ed eroi
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Una maschera votiva
proveniente da Sparta
e, in basso, un eroe
divinizzato in un rilievo
del VI secolo a.C.
Una “polis senza mura”, perché a Al fianco di queste genti, che avevano
difenderla bastavano gli indomiti occupato la Laconia cacciandone la
abitanti e la sua invidiabile posizione popolazione achea, ci sarebbero stati
geografica, nella fertile piana del fiume gli Eraclidi, i discendenti del semidio
Eurota, delimitata e protetta da due Eracle, tornati a riconquistare il territorio
catene montuose: quella del Taigeto a da cui li aveva espulsi Euristeo, il re
occidente e del Parnone a oriente. Così di Micene e Tirinto», afferma Jessica
le fonti antiche descrissero questa città Piccinini, docente di Storia greca
dall’aura leggendaria, sorta in Laconia, all’Università di Macerata. Oggi molti
una regione storica del Peloponneso storici ritengono che gli Spartani
Meridionale, in un momento imprecisato discendessero dall’unione di quelle
tra l’XI e il IX secolo a.C. Ma, oltre nuove genti che si erano insediate
ogni idealizzazione, quanto sappiamo nella regione con la scarsa popolazione
realmente della superpotenza che per indigena. Eppure definirsi di stirpe
secoli ricoprì un ruolo di primissimo dorica e dire di aver preso possesso
piano nel mondo ellenico? di quella terra con la forza delle armi
era un punto d’onore per gli abitanti
LEGGENDARIA. «Secondo la di Sparta, che legittimavano la loro
tradizione, la sua nascita risaliva conquista autodefinendosi Eraclidi. Per
all’arrivo nel Peloponneso dei Dori. questo motivo, pur sottolineando la forte
discontinuità tra la Sparta degli antichi
discon
Achei e la loro città dorica, gli Spartani
tenevaano in gran considerazione il
proprio passato leggendario.
Nel prequel acheo, il fondatore della
ALAMY/IPA
città sarebbe stato il re della Laconia, fondatori della Sparta dorica e capostipiti
Laacedemone, uno dei numerosi delle famiglie degli Agiadi e degli
figli nati dalle voglie di una Europontidi che, da allora e fin quasi alla
notte di Zeus. In origine il fine del III secolo a.C., avrebbero fornito
sovrano aveva dato il proprio a Sparta due re, incaricati di governare
nome alla città, che solo in in coppia.
seguito avrebbe preso quello di
sua moglie: Sparta. Sul trono, CON I PIEDI PER TERRA. Nella
intorno al XIII-XII secolo a.C. si realtà, invece, come andarono le cose?
sarebbe seduto tra gli altri anche «Da un punto di vista storico, furono
Menelao, il marito della famosa due i momenti cruciali della storia
Elena che, fuggita a Troia con costitutiva di Sparta», nota Piccinini. «Il
l’aitante principe Paride, avrebbe primo fu l’unione dei quattro villaggi
ccausato la guerra narrata da Omero della piana dell’Eurota: Limna, Pitane,
neell’Iliade. E i Dori? Sarebbero Mesoa e Cinosura, a cui in un secondo
arrrivati durante il regno del nipote momento fu accorpata anche la più
di Menelao, Tisameno, spodestato distante Amicle. Il secondo, l’opera del
daai gemelli Euristene e Procle, leggendario legislatore Licurgo. È a lui
Conquistata
I resti del teatro di
Sparta, sul versante
meridionale della collina
dell’acropoli. Risale
all’inizio del periodo
romano (II secolo a.C.),
quando anche Sparta
finì sotto il dominio
dell’Urbe.
ALAMY/IPA
legislativo del mitico Licurgo
che venne attribuita la Grande rhetra, il
corpus di norme ricevuto dall’oracolo di
Delfi che regolava le istituzioni politiche
e la vita sociale di Sparta». Idolo di rivoluzionari, risorgimentali
Pare fosse all’incirca il VII secolo a.C.:
la città, le cui leggi, secondo Erodoto,
e anche nazisti
erano “le peggiori della Grecia”, era
agitata da disordini interni, ma la A eccezione forse della sola Roma,
nessuna città dell’antichità è stata
idolatrata come Sparta. Tanto che
portavano a esempio l’equa divisione
delle terre fra gli spartiati (in realtà
un’invenzione delle fonti). Il suo
costituzione di Licurgo la salvò. “Un
giorno riflettevo su come Sparta, una molti, nei secoli, ne hanno fatto un glorioso passato militare e il presunto
modello da seguire. I gruppi oligarchici totalitarismo dello Stato fecero presa
delle città meno popolose, sia divenuta greci idealizzarono fin dal V secolo a.C. invece sui nazisti, che immaginarono
una delle più potenti e celebri città della la morale spartana, imitando persino una parentela tra la “razza spartana” e
Grecia e mi stupivo di come ciò potesse il taglio di capelli, la barba lunga e gli quella ariana. Forse senza sapere che
essere avvenuto. Poi pensai alle istituzioni abiti modesti dei suoi cittadini. persino la Bibbia, nel Primo libro dei
degli spartiati e finii di stupirmi”, scrisse Esemplare. I rivoluzionari francesi, Maccabei, parla di un legame fra Ebrei
intorno al 380 a.C. lo storico ateniese che fra ’700 e ’800 inneggiavano e Spartani, accomunati dallo stesso
Senofonte. E come lui la pensavano all’abolizione della proprietà privata, progenitore: Abramo.
molti dei suoi contemporanei, che X
35
S
BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO
Forza lavoro
Uno spartano indica ai
suoi figli uno schiavo
ubriaco in un quadro del
1900. Gli iloti erano gli
schiavi pubblici
di Sparta.
ellenica. Ironia della sorte, a legittimare IL TRAMONTO. Che cos’era Significa che da circa 40mila cittadini (di
la sua gloria fu una sconfitta: quella, successo? Gli Spartani non avevano cui almeno un quarto erano uomini in
famosissima, di Leonida alle Termopili. più la forza necessaria per subentrare grado di combattere) a Sparta non erano
La débâcle del re, a cui seguì comunque ad Atene nella gestione dell’impero rimasti più di mille guerrieri. Impossibile,
la vittoria greca sui Persiani, ottenuta al ereditato dal disfacimento della Lega con questi numeri, far la voce grossa,
comando degli Spartani sulla terraferma delio-attica. Nel giro di poco più di 30 persino nel solo Peloponneso.
e degli Ateniesi sul mare, venne anni, secondo le parole del filosofo
rivenduta dalla propaganda come il Aristotele, “Sparta non fu in grado di SENZA FINE. Persa buona parte
successo degli eroici valori di Sparta e resistere a una sola sconfitta”: nello della Messenia, la terra a cui doveva
della legge che ordinava di “non sottrarsi specifico, quella inflittale a Leuttra dai la sua fortuna, incapace di adattarsi
alla battaglia [...], ma di vincere o morire Tebani del generale Epaminonda (371 a un mondo commerciale sempre più
rimanendo al proprio posto”. a.C.). Fu un evento epocale: pareva dinamico, Sparta si isolò, uscendo di
Ad Atene, però, non era sfuggita la incredibile che gli Spartani fossero stati scena senza troppo clamore. Nel 146
ritrosia spartana a inviare i propri uomini umiliati in una battaglia campale. Ma a.C., neanche mezzo secolo dopo
a combattere per la salvezza di tutta la è anche vero che, se bastò una sola che le legioni del generale Flaminino
Grecia. Lo scontro ideologico fra le due sconfitta a mettere fine all’egemonia le avevano sottratto il controllo delle
potenze si trasformò presto in aperto spartana, era perché la crisi attraversata città perieciche, una cintura di piccole
conflitto: la Guerra del Peloponneso dalla sua società aveva raggiunto comunità dislocate intorno al territorio
(431-404 a.C.) fu inevitabile e si concluse un punto di non ritorno. Aristotele spartano, la patria di Leonida entrò a
con la sconfitta della città del Partenone. in effetti precisava anche che, dopo far parte dei domini dell’Impero romano
«Per Sparta cominciò una nuova Leuttra, Sparta andò in rovina “per come una qualunque polis greca. Ma
fase storica, che la vide primeggiare, mancanza di uomini”. La sua crescita proprio nel momento in cui la potenza
militarmente e politicamente, sulle altre demografica, che aveva raggiunto spartana tramontò, il mito della città si
poleis della Grecia continentale. Eppure, l’apice nel VI secolo a.C., si era infatti cristallizzò: la sua immagine austera,
proprio all’acme della sua potenza, la ridotta, segnata, oltre che dalle guerre, politicamente assennata, guerriera ma
città andò incontro a un rapido declino», anche dal grave terremoto del 464 a.C. non guerrafondaia, trionfò. E la rese
conclude Piccinini. e dalla conseguente rivolta degli iloti. immortale. •
37
S
PRIMO PIANO
SPARTA
Il derby di Grecia
S
e Atene-Sparta fosse una partita
di calcio finirebbe in un pareggio.
A dar retta alla propaganda
ateniese invece non ci sarebbe
stata proprio partita per il più classico
dei derby dell’antica Grecia. La tesi era
semplice: Atene era democratica, Sparta
un’oligarchia controllata da pochissimi;
Atene difendeva la libertà e la esportava,
Sparta non faceva che soggiogare i
suoi vicini di casa; i cittadini di Atene
amavano le arti e la filosofia, quelli di
Sparta erano rozzi e capaci solo di fare
a botte. Ma è tutto vero? Mica tanto, a
leggere le fonti storiche. Anzi, Sparta fu
la principale garante della libertà greca,
si oppose all’imperialismo ateniese e
fu tra le prime città a darsi una forma
di governo in cui ogni cittadino era
uguale di fronte alla legge. Non solo:
unica nell’antica Grecia, metteva le
donne sullo stesso piano degli uomini
(v. riquadro nelle pagine successive).
Ma mettiamole alla prova, queste
contrapposizioni.
Lo scontro di
civiltà tra la
democratica
Atene e
l’oligarchica
Sparta fu
frutto della
propaganda.
Si trattò di
una lotta per
la supremazia
tra due città
entrambe
straordinarie.
ALAMY /IPA
Campioni
Pericle (495-429 a.C.) che guidò Atene per
32 anni quasi consecutivi e, nella pagina
accanto, il busto attribuito a Leonida, re
di Sparta dal 490 al 480 a.C. ed eroe delle
Guerre persiane.
39
S
ALAMY/IPA
fu però “una democrazia solo a parole, Licurgo. Da allora gli a un piccolo grup ppo di
ma di fatto una forma di principato”. uomini liberi iniziaronooa famiglie nobili.
Da questo sistema “democratico” eleggere i 28 membri deella «Nel pensiero
c’erano infatti molti esclusi: le donne, Gherusia, il consiglio p litico antico
po o ebbe a
per esempio, insieme ai residenti degli anziani che facevaa lungo fortuna n una
stranieri e agli schiavi. La politica, da cuscinetto tra l’assemmblea e i teoria chee lodava
insomma, rimaneva un affare per re, con autorità legislativa e l’ordinamm
mento
maschi liberi e adulti. giudiziaria. Erano infattti gli spartano o e la
E Sparta? Era veramente governata da uomini di Sparta, riuniti sua stabbilità»,
pochi a discapito di molti? Sparta, nel in una rumorosissima spiegaa
40
S
Scenari opposti
La lotta delle spartane
in un quadro dell’800: le
bambine erano istruite
nella corsa, nella lotta e
nel lancio del disco e del
giavellotto. Nella pagina
accanto, Atena, dea
protettrice di Atene: qui
le donne erano relegate
ai margini della vita
pubblica.
MONDADORI PORTFOLIO
Marcello Lupi nel suo libro Sparta.
Storia e rappresentazioni di una città
Il ruolo di primo piano delle donne
greca (Carocci Editore). «Si riteneva
che la “costituzione mista” fosse il
miglior ordinamento politico poiché
A tene contro Sparta: se una società si giudica anche in base alla condizione della
donna, la gara la vincerebbe a mani basse la seconda. Qui le donne erano un tassello
fondamentale: a loro spettava partorire figli sani e forti, e per questo dovevano crescere
era quello in grado di mischiare e nutrendosi bene e allenando il corpo. Partecipavano ai giochi ginnici, le Gimnopedie, e
fin da piccole gareggiavano con i coetanei maschi nella lotta e nelle corse a cavallo
bilanciare al proprio interno aspetti
(a sinistra, nella pagina accanto, un’atleta spartana in una statuetta dell’epoca).
dei regimi monarchici, oligarchici Si sposavano intorno ai 17-20 anni, più tardi rispetto alle donne delle altre città greche,
e democratici. Aristotele vi fa Atene compresa, che andavano in spose anche a 13-14 anni. Nessuna donna greca si
riferimento in più occasioni: osserva sceglieva il marito, ma mentre le ateniesi erano cedute dai padri ai mariti e passavano di
che alcuni elogiavano gli Spartani mano dopo un accordo economico, le spartane venivano rapite dal futuro consorte e,
“asserendo che l’istituzione dei re è con il capo rasato e le vesti maschili, si appartavano con lui per concepire un figlio. Una
espressione della monarchia, il potere volta sposate, la fedeltà alla polis era però più importante di quella al consorte: potevano
riprodursi anche fuori dal matrimonio specie se il marito non era più nel fiore degli anni.
degli anziani lo è dell’oligarchia, Libertà vigilata. Le spartane sapevano anche leggere e scrivere, a differenza delle
mentre l’esercizio della democrazia donne ateniesi. E siccome gli uomini erano sempre in guerra e i ragazzi erano impegnati
risiede nel potere degli èfori perché gli nell’agoghé, le case erano gestite dalla matriarca, circondata dalle figlie. Ad Atene, invece,
èfori sono di estrazione popolare”». la donna era reclusa nel gineceo, a filare la tela e a occuparsi dei figli e dei lavori di casa, o
al massimo a dare ordini alla servitù, mentre il marito si accompagnava con le concubine.
IN TRASFERTA. Guardiamo invece Le uniche uscite pubbliche le faceva alle cerimonie religiose.
la politica estera delle due città-Stato. La dimensione pubblica era, al contrario, ben presente nella vita delle spartane, che
si esibivano in canti e balli nelle feste e nei banchetti. Praticavano il culto della mitica
Sparta – molto prima che Atene Elena di Troia (che poi era la regina di Sparta, in quanto moglie di Menelao) e, da valenti
si mettesse in testa di esportare la cavallerizze, partecipavano anche a gare di equitazione in onore di Cinisca, figlia del
libertà tra i suoi alleati, a tutti gli re Archidamo II e sorella dello zoppo Agesilao, la prima donna ad aver vinto i Giochi
effetti controllandoli e frenando ogni X olimpici. Lidia Di Simone
41
S
A Sparta vigeva loro percorso autonomo – cercò di
convivere pacificamente con i propri
l’invasore persiano furono il vero
cardine: guidarono e spronarono
l’austerità e vicini. E questo nonostante vantasse
l’esercito più forte del tempo. Nel VI
le altre città greche anche perché
i discendenti di Licurgo non
solo Atene secolo a.C. l’espansione territoriale accettavano l’idea che la Grecia fosse
della città si fermò proprio perché governata da un solo uomo, Serse
era capitale invece di sottomettere i popoli in quel caso, al di sopra della legge.
confinanti si preferì stringere Proprio la loro resistenza, tuttavia,
della cultura alleanze che avrebbero finito per spianò la strada ad Atene, che
inglobare l’intero Peloponneso. diventò la potenza che conosciamo.
e del lusso? Sparta seppe dunque essere E fu di nuovo a quel punto che
innovativa, instaurando una relativa Sparta, paladina delle libertà, fu
Nient’affatto democrazia anche nella politica chiamata in causa, questa volta per
estera. «Il tessuto connettivo della contrastare l’imperialismo ateniese.
cosiddetta Lega peloponnesiaca va Sparta rispose di nuovo all’appello
individuato nei legami di ospitalità vincendo la lunga Guerra del
tra le oligarchie delle città alleate, Peloponneso nel 404 a.C.
in molti casi liberate dai tiranni
grazie all’intervento di Sparta, e COSÌ DIVERSE, COSÌ UGUALI.
le famiglie preminenti di Sparta, a Il processo democratico promosso
partire da quelle dei re», spiega da Pericle, assieme all’egemonia
Marcello Lupi. E fu una scelta marittima, aveva generato un
provvidenziale: quando nel enorme afflusso di ricchezze ad
480 a.C. i Persiani del re Atene, facendone il cuore politico
Serse si presentarono alle della Grecia e mettendo solide basi
porte della Grecia con il più al suo sviluppo anche culturale. Ma
grande esercito mai visto è sbagliato pensare agli Spartani
(forse 120mila soldati supportati solo come a guerrieri pronti a fare a
da una flotta di 10mila navi), non scazzottate.
fu per niente facile mettere insiemee «La propensione a “normalizzare”
un’alleanza tra città greche pronte Sparta, cioè a decostruirne
a combattere fianco a fianco. Ma l’immagine di città irrimediabilmente
tra le poche disposte a farlo diversa dalle altre, è il più rilevante
c’erano proprio le alleaaate aspetto di molti dei contributi recenti
di Sparta. alla storia della sua società», spiega
Gli Spartani in n l’esperto. Tra l’altro non ci sono
quella lottaa prove archeologiche che esistesse
HERITAGE IMAGES
ALBUM/MONDADORI PORTFOLIO
Massimo splendore
Fidia mostra ad alcuni amici (tra cui
Pericle) il fregio del Partenone in un
quadro di Lawrence Alma-Tadema
del 1868. Fidia fu lo scultore più
famoso dell’età d’oro di Atene.
43
S
TARAS
PRIMO PIANO
AKG-IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO
LA POLIS D’ITALIA
Inutile vittoria
In un disegno moderno
il re dell’Epiro Pirro
guida i Tarantini contro
i Romani: è la battaglia
di Ascoli di Puglia del
279 a.C. Fu vinta, ma
con troppe perdite.
Nella pagina accanto,
un guerriero in bronzo
del V secolo a.C.
proveniente da Taranto:
era il supporto di uno
specchio.
F un gruppo di coloni
Fu
S
e non ci fosse stata Roma, forse sarebbe
stata Taranto a svolgere il ruolo di prima
spartani a fondare potenza guida delle terre italiche. Non
molti, del resto, potevano permettersi di
Taranto, che pr
presto
resto vantare tra i lloro antenati gli Spartani.
S Anzi, tra
le rare colonie con questo n nob bilissimo pedigree,
divenne ricca e potente.
pote te. spicca proprio Taranto, una ciittà i cui guai
della cronaca recente a volte fanno
f dimenticare
Tanto da teneree testa per il passato gloriosissimo. Il pporrto pugliese fu
infatti la capitale di fatto dellaa Magna Grecia, e
un po’ anche a Roma.
R divenne la principale sfidan nte di Roma nell’Italia
Meridionale.
di Aldo Bacci
ESULI. Fatto deel tutto eccezionale
nell’antichiità, a fondare la città
sul Mar IIon nio furono dunque
coloni sspaartani. Secondo
l dataa trradizionale era il
la
7 6 aa.C
70 C. (agli inizi della
45
S
precedente insediamento In nome degli dèi
Il numero dei templi
di Saturo. Qui, stremato
costruiti a Taras era
dalle avversità, secondo la elevato: la maggior parte
leggenda si addormentò era situata sull’acropoli
sul grembo della moglie della città. Orazio avrebbe
Etro (che guarda caso definito Taranto
significa “cielo sereno”). “città santa”.
La donna, anch’essa
provata, pianse, e le sue
CORBIS/GETTY IMAGES
all’occhiello erano gli atleti, più volte trionffatori superpoten nza della Magna Grecia, ma siceliota,
nelle diverse gare panelleniche, a partire daai Taranto maantenne rapporti alterni: il periodo
Giochi olimpici (v. riquadro nella pagina a cruciale fu quello tra la fine del V e l’inizio del IV
AKG-IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO
Tracce
A sinistra, le colonne
superstiti del tempio
di Poseidone, oggi
nel centro storico di
Taranto.
A destra, statua
in bronzo di Zeus
nell’atto di scagliare
un fulmine. È del
V secolo a.C. e
proviene da Ugento
(Le).
Le antiche genti
del Tacco d’Italia
L a Puglia antica era abitata da diversi popoli
italici piuttosto sviluppati e potenti, nati da una
probabile mescolanza tra gruppi preistorici autocton ni e
immigrati dai Balcani. C’è confusione sull’uso esatto dei nomi per
identificarli, ma fondamentalmente i Greci chiamavaano“Iapigi”l’insieme
MONDADORI PORTFOLIO/DE AGOSTINI PICTURE LIBRARY
delle popolazioni della Puglia che poi i Romani chiam marono“Apuli”. Più
nello specifico c’erano i Dauni, ad abitare l’attuale provincia di Foggia,
Murge. Nel Salento
e i Peucezi, a occupare il territorio del Barese e delle M
c’erano invece i Messapi.
Conflitti. Gli Appennini Meridionali erano abitati dai Sanniti, contro i
quali arrivarono addirittura a coalizzarsi Tarantini, Ro omani e Iapigi. La
zona dell’attuale Basilicata era dominio dei Lucani. A oriente infine si
trovava un altro popolo italico contro cui si scontrò TTaranto con alterne
vicende, quello dei Bruzi che abitavano le alture dell’’attuale Calabria.
48
S
mise alle corde sia i Romani sia i Cartaginesi. Ascoli di Puglia, ma per quest’ultimo successo L’amico
A quel punto Taranto era rimasta l’ultima polis
indipendente della Magna Grecia, ma il patto
pagò un prezzo così alto in vite umane che
nacque il detto “vittoria di Pirro”. Il condottiero
di Platone
di non aggressione con Roma non resse: una passò in Sicilia a combattere i Cartaginesi,
flotta romana violò il Golfo di Taranto, ci fu una
battaglia e i Tarantini vinsero. Roma cercò di
arrivando a un passo dalla conquista dell’intera
isola. Ma il suo esercito era ormai ridotto all’osso
F u amico personale di
Platone e per Cicerone
fu “uomo fra i più
chiarire l’equivoco inviando l’ambasciatore Lucio e in Italia venne definitivamente sconfitto dai grandi e illustri”. Nato a
Postumio. Ma i Tarantini erano ormai infervorati: Romani a Benevento nel 275 a.C. Taranto verso il 430 a.C.,
presero in giro il romano per l’abbigliamento e I Tarantini erano di nuovo soli e al punto Archita fu un filosofo
le incertezze nel parlare greco, e giunsero fino di partenza, con l’aggravante delle divisioni pitagorico, scienziato e
ingegnere non inferiore
a urinare sulla sua tunica. Postumio sentenziò: interne tra aristocratici e democratici. «Taranto ad Archimede di Siracusa
“Per lavare questa offesa spargerete una gran fu l’ultima grande città della Magna Grecia e considerato fondatore
quantità di sangue e verserete molte lacrime”. I continentale a cadere davanti a Roma», conclude della meccanica
Tarantini avevano provocato la potenza di Roma Braccesi. La capitolazione arrivò nel 272 a.C. e scientifica.
e capirono che da soli non potevano farcela, così da allora la città non fu mai più indipendente. Ad Archita, per esempio,
ancora una volta chiesero aiuto in Grecia. Nella Seconda guerra punica puntò di nuovo su vengono attribuite
uno “straniero”, Annibale, per provare a ritrovare la costruzione di una
colomba meccanica
VITTORIA DI PIRRO. Pirro nel 280 a.C. l’indipendenza. Ma perse ancora una volta, e nel (un robot ante litteram)
sbarcò in Italia con un esercito del quale 209 a.C. Quinto Fabio Massimo abbatté le mura, e l’invenzione della
facevano parte anche venti elefanti da guerra. saccheggiò le ricchezze artistiche e deportò vite, ma anche della
Anche grazie al terrore che incutevano i l’intera popolazione. Il tentativo di unire sotto il puleggia e dell’aquilone.
pachidermi, mai visti primi in guerra nella proprio dominio Greci e Italici era fallito, ma il In matematica fu il
Penisola, Pirro travolse i Romani a Heraclea e ad suo segno nella Storia era rimasto indelebile. • pioniere di progressioni
e proporzioni. Fu anche
studioso di acustica e
teorico musicale.
Leader. Archita era
Taranto chiese un tipo austero e si
impegnò in politica
più volte aiuto governando Taranto nel
suo periodo di massimo
a Sparta contro splendore: fu sette volte
strategós (massima
carica militare) nella
la pressione prima metà del IV secolo
ALAMY/IPA
a.C., pare che non abbia
che arrivava dai mai perso una battaglia
e sotto di lui Taranto
popoli italici del ottenne definitivamente
l’egemonia sulla Lega
Sud italiota.
Terra ai poveri.
Il suo programma
politico? Rilancio
dell’edilizia pubblica
e modernizzazione
dell’agricoltura grazie
a metodi “scientifici”.
Sempre a lui è attribuita
una riforma per una più
equa distribuzione della
ricchezza grazie alla
concessione
di terreni statali ai
più poveri.
U Ricevevano un’istruzione
na città votata alla guerra,
perennemente sotto assedio
collettiva e obbligatoria.
AGOGHÉ, FRA MITO E STORIA.
A sette anni i bambini venivano
strappati alle madri per essere cresciuti
dalla collettività secondo un sistema di Lidia Di Simone
detto agoghé, termine che deriva dal
verbo “guidare”, nel senso di condurre
i cavalli: allo stesso modo, il fanciullo
spartano andava domato, per giungere
all’età adulta trasformato in un
guerriero purosangue. L’educazione era
alla base dei valori e dei doveri di uno
spartiate: era obbligatoria, collettiva
e organizzata dalla polis, secondo
l’ordinamento attribuito al leggendario
legislatore Licurgo, codificato forse
già dal VII o VI secolo a.C. Se ne
trova traccia per la prima volta sulla
Costituzione degli Spartani, dello
storiografo Senofonte (430/425-354
a.C), ateniese esiliato a Sparta. L’agoghé
si basava sul sacrificio collettivo,
non sulla gloria personale derivata
dall’ideale omerico, che era stata
invece il valore fondante della Grecia
arcaica. Anche prima i ragazzi erano
consacrati al mestiere delle armi, ma
a partire dalla costituzione di Licurgo
furono dedicati solo a raggiungere la
gloria collettiva attraverso la vittoria
della polis. La supremazia di Sparta
era sopra ogni cosa: “Torna con lo
scudo, o sopra di esso” (cioè morto),
dicevano le madri ai figli. E il poeta
guerriero Tirteo, che con i suoi canti
militari aveva scandito la marcia degli
Spartani durante la Seconda guerra
messenica (vinta dal nemico), scriveva:
“Bello è morire in prima fila, per l’uomo
coraggioso che lotta per la sua patria
[...]. Via, combattete gli uni accanto agli
altri, giovani, non datevi alla fuga, al
panico...”. Versi così efficaci che ebbero
gran fortuna durante la Rivoluzione
francese e il Risorgimento.
In questa città-Stato tutti gli spartiati
(quindi i maschi che godevano di pieni
diritti) erano destinati alla difesa della
polis, dai bambini agli anziani. Per
questo uno spartiate doveva essere
pronto a combattere fin da piccolo.
50
S
A SCUOLA DI
GUERRA
Lo sprone
Una donna spartana
consegna al figlio lo
scudo (in una tela
di Jean-Jacques-
François Le Barbier,
1805): “Torna con
lo scudo o sopra di
esso”, dicevano le
madri ai figli, che
erano educati dalla
collettività secondo
il sistema detto
ALAMY/IPA
agoghé.
Giù dalla rupe: vero o no? davanti all’altare della dea Artemide
Orthia, come se fosse una cerimonia
L’aneddoto è noto, anche se l’unico
a raccontarlo è lo storico greco
Plutarco: gli Spartani facevano
meccanismo di controllo della
corretta distanza fra le generazioni,
poiché a Sparta si riteneva che i figli
collaudata: alcuni afferravano il cibo,
altri li fustigavano a sangue. Faceva
esaminare dagli anziani i loro neonati nascessero sani e robusti solo se tutto parte dell’addestramento estremo:
e se venivano giudicati“non idonei”li generati da padri e madri nell’età tanto la capacità di cavarsela in ogni
abbandonavano in una voragine sul della piena maturità fisica», spiega lo situazione, di rubare se necessario,
monte Taigeto. Succedeva davvero? storico Marcello Lupi nel suo saggio quanto resistere con coraggio a
Per modo di dire. In assenza di Sparta. Storia e rappresentazioni di qualsiasi punizione.
prove archeologiche, diversi storici una città greca (Carocci). «Solo questi A partire dai 20 anni, per una decade
sostengono che l’esame dei bambini erano considerati figli legittimi e
fosse più simbolico che reale. «Dietro ammessi nella comunità». diventavano hébôntes (“giovani
questa pratica spartana si cela un Maria Leonarda Leone uomini”). I ragazzi vivevano in gruppi
detti “mandrie” e fino ai 25 anni, anche
da sposati, non potevano nemmeno
Figli sotto mangiare con la propria moglie.
esame Rientrava nel ciclo delle prove da
La selezione dei
affrontare anche il sesso, favorito – già
bimbi (tela di J.-P.
Saint-Ours, 1785). prima del matrimonio – tra fanciulle
e fanciulli, e non solo. Fonti antiche
parlano, infatti, dell’omosessualità
a Sparta come di un fatto noto, un
rito di passaggio: una variante della
“pederastia greca” finalizzata alla
formazione di unità militari, usata
probabilmente per rinsaldare lo spirito
di corpo fra i guerrieri.
Non un esempio isolato nel mondo
greco, dove il Battaglione sacro di
Tebe, il corpo militare che sbaragliò gli
Spartani a Leuttra (371 a.C.) mettendo
fine alla loro egemonia, era composto
di coppie: soldati spietati e disposti a
combattere fino al sacrificio estremo
proprio perché si trovavano a difendere
L’ordinamento attribuito il proprio amante.
ALBUM/MONDADORI PORTFOLIO
INVINCIBILI
Come e dove combatterono gli uomini
di Sparta? Ecco tutti i fronti, da quello
antipersiano alla guerra contro Atene. di Andrea Frediani
54
S
Coesione
La disciplinata
fanteria spartana
in un disegno
moderno.
A destra, in un
vaso del VII secolo
a.C. la falange
oplita. Fu il fiore
all’occhiello di
Sparta già nel VII
secolo a.C.
ALAMY /IPA
P
rima di loro, la guerra era un
fatto individuale. In battaglia
andava un esercito, ma la gran
parte dei soldati rimaneva a
guardare i duelli a singolar tenzone tra
i guerrieri più celebri, spesso a bordo
di un carro: l’Iliade è ricca di episodi
del genere. Poi vennero gli Spartani. E
gli atti di eroismo individuale cedettero
il posto alla potenza dell’azione
compatta di ampie unità tattiche.
Quando accadde precisamente? Il poeta
Tirteo, vissuto a Sparta nel VII secolo
a.C., scrive che ai suoi tempi si era
ormai compiuto il processo che aveva
portato ogni oplita a combattere spalla
a spalla col commilitone e a evitare
qualunque gesto, per quanto valoroso,
potesse compromettere la coesione
della formazione. Insomma, era nata
la falange, concetto alla base dell’arte
militare occidentale.
55
S
2
Ai posti di combattimento
In un vaso del IV secolo a.C. gli opliti si vestono per la battaglia, indossando gli schinieri (1) e la loro armatura di lino pressato (2).
Ogni soldato era dotato di un elmo corinzio (3), di uno scudo (4) e di una spada lunga (5), oltre a una più corta. Per i dettagli,
vedi il riquadro nelle pagine successive.
seguente, poi, nella decisiva battaglia di alla luce i contrasti tra le due poleis
Platea che mise fine alla Seconda guerra artefici della vittoria, che diedero luogo La mitica sconfitta
persiana, al comando era il reggente a una guerra ben più traumatica, per delle Termopili
spartano Pausania. l’Ellade, di quelle persiane: quella del
Peloponneso, scoppiata ufficialmente nel
SCONTRO INTESTINO. Una volta
eclissatosi il nemico esterno, vennero
431 a.C. Il detto “Se Atene piange Sparta
non ride” rende bene l’altalenante X
A sbarrare la strada per la Grecia allo
sterminato esercito del re persiano
Serse i Greci nel 480 a.C. inviarono un
pugno di combattenti: il re spartano
Leonida con 300 dei suoi guerrieri, 2.500
Scacchiere opliti della Lega peloponnesiaca, 400 di
A sinistra, Corinto, altrettanti di Tebe e 700 di Tespi.
una cartina Il sovrano lacedemone si attestò sulle
Taso dell’antica Grecia Termopili, un passo che, tra le montagne e
Samotracia
Abido ai tempi delle il mare, nel punto più stretto non misurava
Guerre persiane più di 15 metri. Gli attacchi persiani
Lemno
Larissa (V secolo iniziarono dopo tre giorni di studio, ma gli
Corfù Tessaglia MAR EGEO a.C.). Dopo il Spartani e gli alleati respinsero anche le
Termopili Lesbo fallimento della truppe elitarie di Serse, gli Immortali.
Eubea Sciro prima invasione, Unico sopravvissuto. Secondo la
≈
GUERRIERI A CONTRATTO. Da rigida suscitava continui malcontenti e Filippo II, futuro sovrano, trascorse
quel momento, nei decenni successivi gli rivolte. Nella prima metà del IV secolo ci a Tebe come ostaggio si rivelò
Spartani si distinsero soprattutto come provò anche Tebe che, con Epaminonda fondamentale per la sua formazione
mercenari, in particolare nelle guerre e Pelopida, tentò più volte di assumere militare, mettendolo in grado di creare
civili dell’Impero persiano. Ma le lotte il controllo del Peloponneso. I Tebani un esercito invincibile, formato da una
per l’egemonia nell’Ellade non erano colsero grandi vittorie sugli Spartani a falange più agile e dinamica di quella
terminate. Nella seconda metà del V Leuttra (371 a.C.) e a Mantinea (362 spartana, per giunta affiancata da
secolo a.C. era toccato ad Atene provare a.C.), ma la morte dei loro condottieri una potente cavalleria pesante, che lo
a costituire un impero. E all’inizio del vanificò i risultati. condusse alla vittoria su una coalizione
IV, ci provò la stessa Sparta, forte del L’impero panellenico che le poleis greca guidata da Atene a Cheronea nel
successo nella Guerra del Peloponneso, greche non erano riuscite a costituire 338 a.C.
ma nonostante le vittorie di Nemea, sarebbe arrivato di lì a pochi decenni,
Coronea e Olinto nelle cosiddette grazie a una dinastia che molti Greci USCITA DI SCENA. Il rifiuto
“guerre corinzie”(395-387 a.C.), la città giudicavano barbarica: gli Argeadi, spartano di aderire alla guerra contro i
non aveva i mezzi per estendere la sua che regnavano sul confinante regno Macedoni valse alla città lacedemone
area di influenza e la sua politica troppo di Macedonia. Il tempo che il giovane una relativa autonomia anche nella fase
59
S
G. ALBERTINI
Ultimo sangue
In primo piano
lo scontro tra un
oplita greco e un
Immortale persiano a
Cunassa nel 401 a.C.
I 10mila di Cunassa
A lla morte di Dario II di Persia (404
a.C.) si scatenò una guerra civile tra
il legittimo erede al trono Artaserse
Nel 331 a.C. il re Agide III si
e suo fratello Ciro, alla cui armata si
unirono 700 Spartani e 400 mercenari ribellò contro i Macedoni.
greci. I due antagonisti si scontrarono
nel 401 a.C. presso il villaggio di Fu il canto del cigno di Sparta
Cunassa, 70 km a nord di Babilonia
(odierno Iraq). I mercenari si distinsero
sgominando dapprima i carri falcati e iniziale del regno del figlio di Filippo, le lance che gli scagliavano contro e
poi scompaginando i ranghi dell'ala Alessandro Magno. Ma nel 331 a.C. gliele gettava. Arrivò persino a lanciare
sinistra persiana.
Tranello. Nell’inseguire il nemico in il re spartano Agide III, approfittando quella che lo aveva trafitto a morte, dopo
ripiegamento, però, i Greci, guidati dell’assenza del sovrano macedone essersela estratta.
dallo spartano Clearco, si staccarono impegnato nella conquista del mondo, I due secoli successivi videro Sparta
dal resto dell’esercito lasciando un e dell’entusiastico aiuto persiano, si ai margini del palcoscenico. La “grande
varco nel quale si insinuò la cavalleria ribellò al reggente Antipatro assediando Storia” si faceva altrove, nei regni
persiana, convergendo sul centro la città di Megalopoli. Lo scontro ellenistici nati dalla divisione dello
occupato da Ciro. Questi finì trafitto da campale davanti alle mura della città sterminato impero di Alessandro Magno.
una lancia in un occhio, e, nonostante
i mercenari greci continuassero rappresentò il canto del cigno della Solo nella prima metà del II secolo
ad attaccare, ormai lo scontro non plurisecolare potenza spartana. Il a.C., subito dopo la conquista romana
aveva più ragion d’essere. Dal giorno coraggioso re finì per soccombere ma della Grecia, la città avrebbe rialzato
seguente il re intavolò trattative con i si consegnò alla storia con un eroismo brevemente la testa, con i tentativi del
10mila sopravvissuti: chiamò nel suo perlomeno pari a quello di Leonida alle suo tiranno Nabide di ritagliarsi un
campo i comandanti greci, ma li uccise Termopili, continuando a combattere potentato autonomo, falliti di fronte
tutti a tradimento. I soldati, rimasti
in ginocchio proteggendosi dietro lo alla schiacciante superiorità dei Romani
privi di una guida, iniziarono la lunga
marcia – immortalata da uno di essi, scudo dopo essere stato ferito alle stessi e della Lega achea, principale
lo storiografo Senofonte, nella sua gambe. Si disse che i Macedoni non rivale di Sparta sullo scacchiere
Anabasi – che li porterà sul Mar Nero. osassero avvicinarlo, perché raccoglieva peloponnesiaco. •
60
S
PRIMO PIANO
SAPERNE DI PIÙ
TRA MITO
ANASTASIOS71
E REALTÀ
Nuovi studi raccontano una Sparta
diversa da quella conosciuta finora.
Sparta zione di Sparta. Disciplina, guerra,
Ernst Baltrusch ma anche creatività e pensiero
(il Mulino) libero caratterizzavano gli abitanti
Un volume in cui scoprire Sparta in di questa città, simbolo da sempre
ogni suo aspetto, dalla fondazione di coraggio.
nel X secolo a.C., al suo declino
nel 146 a.C. L’epoca di Licurgo e Le grandi battaglie
la creazione di un forte sistema dell’antica Grecia
politico e militare; le imprese della Andrea Frediani
super potenza in Grecia; l’orga- (Newton Compton) Bassorilievo
nizzazione sociale; la Lega del Che cosa ci ha raffigurante
Peloponneso e la guerra contro lasciato l’antica Leonida alle
Atene. Nell’ultimo capitolo viene Grecia in eredità? Termopili.
affrontato il mito di Sparta nella Sicuramente
nostra cultura. molto sull’arte,
la filosofia e Magna Grecia. come l’organizzazione delle città
Sparta. Storia l’organizzazione Il quadro storico della Magna Grecia che erano
e rappresentazioni sociale. Ma non solo, come spiega Domenico Musti (Laterza) autonome dalla madrepatria, gui-
di una città greca l’autore in questo libro: i Greci ci Tra letteratura e archeologia, date da un reggente e potevano
Marcello Lupi hanno insegnato anche qualcosa storia religiosa, sociale e culturale, contare su un proprio esercito.
(Carocci Editore) sulla politica estera e su come ge- questo libro racconta l’espansio-
Ben governata ma stire i rapporti e i contrasti con gli ne greca nel Sud della penisola Storia di Taranto
dedita esclusiva- altri Paesi. Il libro racconta inoltre italiana, le vicende delle colonie G. Peluso (Scorpione)
mente all’esercizio l’inglorioso destino di abili coman- di quel territorio chiamato Megálē La storia della
delle armi, una danti e di potenti città-Stato dopo Hellás (Magna Grecia) tra VIII e città pugliese
città di “eguali”, la fine di alcune delle sanguinose II secolo a.C. e il rapporto con la che fu una
tuttavia fondata battaglie combattute sul territorio. Sicilia greca (ufficialmente non grande potenza
sulla selezione dei appartenente alla Magna Grecia). navale, grazie
“migliori”. Su Sparta molto è stato L’arte occidentale Senza tralasciare la pressione delle al controllo del
scritto e spesso quello che hanno della guerra popolazioni locali e limitrofe alle golfo omonimo
tramandato le fonti antiche è stato Victor Davis Hanson (Utet) colonie che portarono al loro lento e che nei secoli ha subìto diverse
travisato nel corso del tempo. Ogni uomo libero indebolimento. La narrazione pro- dominazioni: greca, romana,
Oggi lo sviluppo di nuovi studi era disposto a segue poi con la sua decadenza e bizantina, normanna, aragonese,
fornisce un quadro diverso: ba- correre il rischio di l’avvento del dominio di Roma. non diversamente da altre città del
sandosi su queste ricerche il libro morire in poche Sud. Ma Taranto, Taras (in greco
offre una lettura realistica e meno ore nello scontro La Magna Grecia antico), ha una peculiarità, quella
mitizzata della storia di una città, brutale di lance Lorenzo Braccesi di essere stata l’unica colonia
Sparta, che ha sempre avuto un e scudi, pur di e Flavio Raviola (Il Mulino) spartana d’Italia. E proprio dagli
notevole peso nell’immaginario non consegnare i propri cari e le Due specialisti Spartani fu fondata nell’VIII secolo
storico collettivo. proprie terre nelle temibili mani raccontano questa a.C. (narra la leggenda che il
dell’avversario. Il sacrificio di sé grande e prospe- fondatore fu il mitologico eroe
Brodo nero. fino all’ultimo respiro era l’essenza rosa civiltà che ha spartano Falanto). Durante la
Educazione spartana dell’etica militare dei Greci – che dominato parte dominazione greca Taranto ha
Sergio Valzania (Jouvence) influenzerà tutte le guerre in dell’Italia Meri- vissuto uno dei periodi più floridi
Famoso per la sua sgradevolezza, il Occidente, dalle Crociate alle dionale (Calabria, della sua storia, soprattutto
brodo nero era il piatto tradizio- guerre napoleoniche, fino al ’900 Basilicata, parte della Campania durante il periodo di Archita (IV
nale, che gli anziani amavano, – narrata con dovizia di particolari e della Puglia) fra VIII secolo e III secolo a.C.), filofoso e stratego
preferendolo addirittura alla carne. (la paura, la solidarietà tra soldati, secolo a.C. (quando il territorio fu che portò la città a diventare una
Un paradosso che l’autore usa per la fatica, il corpo a corpo) in questo conquistato dai Romani). Gli autori delle più importanti della Magna
far capire la mentalità e l’educa- saggio, un classico del genere. approfondiscono alcuni aspetti, Grecia.
61
DOMANDE&RISPOSTE
A cura di Federica Ceccherini
Queste pagine sono aperte a soddisfare le curiosità dei lettori, purché i quesiti siano di interesse generale.
Non si forniscono risposte private. Scrivete a Focus Storia, via Arnoldo Mondadori,1 20054 Segrate o all’e-mail redazione@focusstoria.it
ANTICHITÀ
QUANTI ANNI
Roma aperta
Appio Claudio Cieco (350-271 a.C.)
entra nella Curia: il grande uomo
È DURATO
politico aprì il Senato anche ai
cittadini di bassa estrazione sociale.
IL SENATO
ROMANO?
Domanda posta da
Danilo Curcuma.
E
sattamente1.382 anni, ossia molto più di quanto
non sia durata l’intera storia dell’antica Roma.
L’Impero romano cadde infatti nel 476 d.C.,
1.229 anni dopo la fondazione della città. Secondo la
tradizione, l’assemblea dei senatori, o senex (“anziano”
in latino), fu istituita il 21 aprile 753 a.C. da Romolo
(ufficializzando così la nascita dell’Urbe) e da allora
ALBUM/ORONOZ/MONDADORI PORTFOLIO
PARITÀ CURIOSITÀ
politica iniziò assieme al marito, Solomon Bandaranaike, leader dello 1904 con il marchio “Borotalco”
Sri Lanka Freedom Party (SLFP). Solomon era anche il premier del e messo in commercio nel
Paese, e quando fu ucciso nel 1959 il suo posto fu appunto preso dalla caratteristico barattolo di latta
moglie. Nel dettaglio, la storica prima nomina avvenne il 20 luglio verde con marchio Roberts (in
1960 e durò fino al 1965, mentre gli altri due mandati coprirono i uso ancora oggi, anche se è più
periodi dal 1972 al 1977 e dal 1994 al 2000. diffusa la versione in plastica).
62
S
L’ENIGMA
Lorenzo Lotto
nascose un
rebus in un
proprio dipinto?
Domanda posta
da Gioia Divali.
S ì: il quadro in questione
è il Ritratto di Lucina
Brembati (1518), dipinto a olio
conservato presso l’Accademia
Carrara, a Bergamo. In esso è
dipinta una nobildonna con
indosso un elegante vestito, un
grande copricapo e una piccola
cascata di gioielli sul petto,
mentre sullo sfondo spicca un
cielo notturno illuminato da una
piccola Luna. Ed è proprio qui
che, all’inizio del secolo scorso, gli
studiosi hanno individuato il rebus
in oggetto, ideato da Lorenzo
Lotto per far trapelare l’identità
della donna ritratta. Nello spicchio
di Luna visibile alle sue spalle,
infatti, appaiono due lettere,
“C” e “I”, che inserite dentro alla
parola “LUNA” formano il nome
di “Lucina”, nota esponente della
LA STORIA CON I SE
famiglia lombarda dei Brembati.
Cosa sarebbe successo se
l’Invincibile Armata avesse Domanda posta da
sconfitto gli inglesi? Michele Bini.
S e nel 1588 la flotta spagnola (sotto) fosse riuscita nella sua impresa, sbarcando sulle
coste britanniche e conquistando il Regno d’Inghilterra, probabilmente gli Stati Uniti
d’America non esisterebbero e al posto dell’inglese, oggi la lingua occidentale più diffusa al
mondo sarebbe lo spagnolo. Il Regno di Spagna, all’epoca guidato da re Filippo II (sul trono
dal 1556 al 1598), avrebbe infatti tarpato le ali alla nascente potenza inglese, impedendole
di espandere la propria
influenza politica e culturale
in Nord America, iniziata
con l’arrivo dei primi coloni
puritani nel XVII secolo. Di
conseguenza, il territorio
degli Stati Uniti sarebbe
finito sotto il controllo
di altre nazioni europee,
a partire dalla stessa Rebus
Spagna, che lo avrebbe Il Ritratto di
assimilato dal punto di Lucina Brembati
vista culturale come fatto con le due
con gli Stati sudamericani, lettere nella
imponendo tra le altre cose il falce di Luna.
cattolicesimo.
63
S
IN PILLOLE
1960
Sessant’anni fa
17 Paesi africani
di Riccardo Michelucci
conquistarono
MAURITANIA 17
l’indipendenza. MALI 12 NIGER 7 CIAD 8
Ma di quella 5
SENEGAL
ventata di novità
è rimasto ben poc NIGERIA
BENIN 10
COSTA
’AVORIO 9 REPUBBLICA
TOGO CENTRAFRICANA
N
el 1960 il processo di decolonizzazione
già in corso in Asia si allargò anche al 4
Continente nero. 17 Paesi (v. cartina) 1
dell’area subsahariana ottennero LEGENDA UBBLICA
l’indipendenza, staccandosi dalle rispettive
Ex colonia... L CONGO 1
madrepatrie, in quello che venne definito “l’anno
Giorno REPUBBLIC
dell’Africa”. Le colonie francesi furono le prime
dell’indipendenza DEMOCRATIC
a staccarsi perché la Francia – che aveva appena
perso la guerra in Indocina – doveva concentrare
Primo presidente DEL CONGO
Oggi
tutte le sue forze in Algeria. Ma anche le altre
potenze europee non potevano più permettersi di
mantenere i propri imperi coloniali. Le esperienze
delle colonie francesi ispirarono altri territori come
MONDADORI PORTFOLIO
MONDADORI PORTFOLIO
MONDADORI PORTFOLIO
9 10 11 12
SOMALIA 6
Camerun Repubblica Repubblica Mali
francese Centrafricana del Congo francese
1 gennaio (nome coloniale: 22 settembre (nato
Ubangi-Sciari) francese dopo la secessione dal
Ahmadou Ahidjo
15 agosto Senegal)
presidente fino al 1982. francese Fulbert Youlou, fino Modibo Keïta, fino
Travolto dalla 13 agosto al 1963, quando venne al 1968.
corruzione, il Paese David Dacko, fino deposto con un colpo Una giunta
affronta due crisi al 1966, e di nuovo di Stato. militare si è insediata
armate. presidente dal 1979 al È un Paese allo nell’agosto 2020,
Nel Nord la guerra 1981 dopo la dittatura stremo a causa di una dopo un colpo di
degli jihadisti di di Jean Bédel Bokassa. lunga guerra civile e Stato. Ancora oggi
Boko Haram (attivi Scontri interni e dell’epidemia di Ebola. imperversano gli
anche in Nigeria), l’instabilità degli Stati L’attuale presidente scontri tra gruppi etnici
MADAGASCAR 13 nel Sud la ribellione confinanti rendono il Denis Sassou Nguesso
indipendentista degli e radicali islamici per il
Paese poverissimo. governa dal 1979. controllo del Paese.
anglofoni.
MONDADORI PORTFOLIO
MONDADORI PORTFOLIO
GETTY IMAGES
FOCR
13 14 15 16 17
Madagascar Costa d’Avorio Gabon Burkina Faso Mauritania
francese francese francese francese francese
26 giugno 7 agosto 17 agosto 5 agosto 28 novembre
Philibert Tsiranana, Félix Houphouët- Léon M’ba, fino al Maurice Yaméogo, Moktar Ould
fino al 1972. Boigny, fino al 1993. 1967. fino al 1966, quando Daddah, fino al
È ancora uno degli Nonostante le È uno dei Paesi più venne deposto con un 1978, quando venne
Stati africani più poveri: tensioni politiche sviluppati grazie alle colpo di Stato. rovesciato con un colpo
circa il 90% della continuino ancora oggi, risorse naturali. Da 40 Ha un’economia di Stato.
popolazione vive sotto è la migliore economia anni governa in modo finanziata in gran parte Stato autoritario a
la soglia di povertà. dell’Africa Occidentale. autoritario la famiglia da aiuti internazionali. partito unico, in cui vige
Bongo. un sistema di schiavitù.
65
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MEDICINA
La lotta
Il nastro rosso sulla guancia
di un attivista: dal 1991 è il
simbolo della lotta contro
l’Aids. A destra, la parata
dell’orgoglio gay del 1983 a
San Francisco; in prima fila,
membri dell’Aids Alliance.
“
R
ara forma di cancro L’allerta era lanciata, ma negli ospedali diffondersi il terrore che i pazienti fossero
riscontrata in 41 ancora non si era individuata la causa. infetti. «Molti medici e infermieri non
omosessuali”. Titolava così volevano avvicinarsi ai malati, che
in un trafiletto il New York LA PAURA. «All’inizio non si capiva rimanevano soli nelle loro stanze, spesso
Times del 3 luglio 1981, dando conto a cosa fossero dovuti questi sintomi», nelle proprie feci e urine. I pasti venivano
di quella che sarebbe diventata la più ricorda Cliff Morrison, che all’epoca lasciati fuori dalla porta, e la situazione
estesa e temibile epidemia del XX secolo: era infermiere al San Francisco General era drammatica». Così il 25 luglio 1983,
l’Aids. Il sarcoma di Kaposi, una forma Hospital, «ma l’ospedale iniziò a quando il morbo si era trasformato in
di tumore che si manifesta con macchie popolarsi di un numero sempre maggiore emergenza nazionale, Morrison decise
rossastre sulla pelle, aveva iniziato a di pazienti, e dato che erano tutti di inaugurare, con un gruppo di dottori e
colpire la comunità gay a New York e omosessuali, la malattia fu battezzata “il colleghi coraggiosi, il 5B, primo reparto
San Francisco e i malati morivano più in cancro dei gay”». Mentre gli scienziati al mondo specializzato nella cura di
fretta rispetto al decorso della malattia. cercavano di raccapezzarsi, iniziò a pazienti affetti da Aids. «All’inizio
70
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La malattia, che quando esplose seminò il terrore,
ha fatto molte più vittime del Covid-19: il racconto di
chi vide gli esordi dell’epidemia che segnò un’epoca...
LA BOMBA
di Marco Consoli
DELL’AIDS
GETTY IMAGES (2)
sostituivo altri infermieri, perché molti con mascherine, guanti, copriscarpe». a lavorare nel reparto che vestirsi con
si rifiutavano di curare questi malati», Di fronte a questa forma di isteria uno scafandro finiva per far sentire
spiega Alison Moed, che di quel reparto collettiva, che si diffondeva a macchia ancora più isolati i pazienti, spesso
sarebbe divenuta una delle colonne d’olio anche fuori dall’ospedale, e di già abbandonati da amici e famiglia».
portanti, come racconta il documentario fronte all’inesorabile evoluzione della Così nel reparto 5B, mentre la psicosi
5B, disponibile su Google Play. patologia, che spesso lasciava poco si impossessava di San Francisco, non
«C’è voluto del tempo per capire che tempo da vivere ai ricoverati, Morrison, era raro vedere infermieri che oltre a
l’infezione da virus Hiv si contraeva Moed e i loro colleghi capirono che ciò somministrare medicine, abbracciavano,
col sangue infetto o per trasmissione di cui avevano bisogno i pazienti era massaggiavano, toccavano questi
sessuale, perciò i sanitari avevano qualcuno che si prendesse cura di loro: esseri umani condannati a morte certa.
paura di toccare o persino trovarsi «Avevamo intuito che non si diffondeva «Qualcuno sosteneva che bastasse
nella stessa stanza degli ammalati e nel col semplice contatto fisico», dice uno starnuto per essere contagiati»,
caso si coprivano dalla testa ai piedi Morrison, «e spiegammo a chi veniva spiega Moed, «ma proprio per sfatare
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GETTY IMAGES (3)
queste fake news invitammo giornalisti Non c’erano cure per l’Aids quando
il reparto 5B del General Hospital
a visitare il reparto. Naturalmente
eravamo professionisti, e prendevamo
altissima, quando nel 1987 furono Mentre negli Anni ’80 morivano alimentata dall’omofobia: ad esempio
introdotti i primi farmaci antiretrovirali sconosciuti e star, qualcuno infettatosi arrivò a San Francisco un gruppo di
il quadro iniziò a migliorare, finché all’epoca, come l’infermiera che lavorava persone dal Kansas che andava ai
nel 1996 gli inibitori della proteasi nel 5B, è sopravvissuto. «Ci sono pazienti funerali di malati di Aids e manifestava
hanno migliorato le prospettive degli che resistono più a lungo o controllano dicendo che i gay meritavano il castigo
ammalati. «L’infezione da Hiv distrugge spontaneamente il virus», spiega divino. Senza contare i politici che
progressivamente le difese immunitarie, Tincati, «modelli da studiare nell’ottica cavalcavano tutto questo, sostenendo per
e così dopo cinque o sei anni insorgono di un vaccino; ma sono comunque esempio che bisognava mettere i malati
altre malattie come sarcoma di Kaposi, una percentuale irrisoria dei malati. La in quarantena, privarli di alcuni diritti o
encefaliti o polmoniti. Se l’infezione soluzione rimane farsi il test e iniziare tatuarli per renderli riconoscibili ai sani».
viene diagnosticata tempestivamente, presto il trattamento». «Si creò un’atmosfera di discriminazione
le cure permettono al sistema simile a quella di oggi contro gli
immunitario di rimanere sano, mentre LA COMUNITÀ GAY. «Alla fine immigrati», spiega Alison Moed, «anche
quando la patologia opportunistica degli Anni ’70 a San Francisco era perché i primi pazienti colpiti, oltre agli
è insorta la sopravvivenza dipende tutta una festa», ricorda l’attivista Rita omosessuali, furono drogati e prostitute:
dalla sua gravità», spiega Camilla Rockett: si beveva e si faceva l’amore e molti non li reputavano meritevoli
Tincati, specialista in malattie infettive nei bar e nelle discoteche, mentre gli di cure». Quando si scoprì poi che ci
all’Ospedale San Paolo di Milano. omosessuali venivano allo scoperto si infettava anche per via sessuale, la
Oggi, di Aids (sindrome da dopo decenni di ostracismo. Ma il notizia cambiò i comportamenti sociali.
immunodeficienza acquisita) si muore “cancro dei gay” rigettò l’America e il Vi contribuirono anche campagne
ancora (770mila persone nel 2018), mondo nell’oscurantismo. «La gente pubblicitarie che invitavano ad astenersi
ma le percentuali si sono abbassate aveva paura, e questo sentimento era dai rapporti occasionali, come un
enormemente rispetto a 40 anni fa, fomentato da alcuni media», rievoca Cliff celebre spot che rappresentava gli infetti
quando l’epidemia pareva inarrestabile. Morrison. «La tensione era altissima, circondati da un alone viola. •
73
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ANNIVERSARI
I
l 7 ottobre 1930, al Supercinema proprio a una pellicola di Blasetti,
di Roma debuttava il primo Resurrectio, la prima girata in Italia
film sonoro italiano. A dargli con la pionieristica tecnologia. Ma per
voce era una ragazza di Rovigo, il passaggio alla nuova era del cinema
Etra Pitteo, in arte Dria Paola. In la produzione scelse il film di Righelli,
sala c’erano gli alti rappresentanti più commerciale. Fu un successo,
del governo guidati dal ministro come racconta Giancarlo Cocco nel
delle Corporazioni Giuseppe Bottai. libro Storia di Etra Pitteo, in arte Dria
Il fascismo aveva capito che la Paola, la donna che ha dato la parola
cinematografia “parlant”, come al cinema italiano. E la canzone che
la chiamavano i francesi, avrebbe lo accompagnava, Solo per te Lucia,
rivestito un ruolo cruciale nella composta dal maestro Cesare Bixio
propaganda di regime. Per questo (che in duo con Cherubini fu autore
favoriva il business di imprenditori di brani come il Tango delle capinere e
illuminati come Stefano Pittaluga, che Mamma), fu una delle colonne sonore
a Roma aveva da poco inaugurato i dell’Italia degli Anni ’30-40. X
nuovi studi Cines.
Nella primavera di quell’anno
Pittaluga aveva messo le nuove
macchine per la registrazion ne del
sonoro, acquistate dagli ameericani, al
servizio del regime per la rippresa di un
saggio ginnico della gioventù fascista.
Nel cortometraggio, le ritmaate
coreografie di avanguardisti, balilla
e giovani italiane, eseguite nel
n
Campo Dux del nuovo stadio
romano, venivano accompagnate
da una reboante colonna sonora,
un discorso di Mussolini.
Iniziava in quegli anni lo strretto
rapporto tra cinema, sport e
dittatura: un legame fecondo sia
in Italia sia in Germania, dove nel
1936 la regista Leni Riefensttahl
girò Olympia, il film-capolav voro
della propaganda nazista.
LA PRIMA VOCE
DEL CINEMA
74
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La fidanzata
d’Italia
Dria Paola (nel
ritratto), pseudonimo
di Etra Pitteo, classe
1909; ci ha lasciato
nel 1993, ed è
sepolta, come altri
grandi divi della sua
generazione, nel
cimitero del Verano
a Roma.
A lato, l’attrice ed Elio
Steiner nel film La
canzone dell’amore.
ISTITUTO LUCE/CONTRASTO
L’inaugurazione di Cinecittà,
alla presenza del duce.
PORTFOLIO
PAESAGGIO A
SAINT-RÉMY,
1889
La campagna assolata
vista dalle finestre
del manicomio di
Saint-Rémy: durante
il ricovero Van Gogh
dipinse alcune delle
sue opere migliori.
78
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viaggio nell’anima del rivoluzionario pittore olandese.
di Irene Merli 79
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RITRATTO L’ARLESIANA,
DI ARMAND 1890
ROULIN, 1888 Marie Ginoux, in
ll primo figlio del costume tradizionale
postino di Arles, arlesiano, era
ritratto con lo sguardo la moglie del
serio e i suoi abiti proprietario del Café
migliori. Van Gogh de La Gare ad Arles,
dipinse l’intera dove l’artista passava
famiglia Roulin. spesso le sue serate.
RITRATTO DI IL POSTINO
JOSEPH-MICHEL JOSEPH ROULIN,
GINOUX, 1888 1888
Il padrone del Café Van Gogh era
de la Gare, marito di legato al postino
Marie: i due avevano (qui in un ritratto
affittato una stanza quasi fluorescente),
all’artista in fuga verso conosciuto quando
il sole, e gli furono spediva le lettere per
sempre vicini. suo fratello Theo.
“Preferisco dipingere gli occhi degli
uomini che le cattedrali, perché negli occhi
degli uomini c’è qualcosa che non c’è nelle
cattedrali, per quanto maestose siano”
AUTORITRATTO
CON CAPPELLO
DI FELTRO
GRIGIO, 1887
Labbra serrate, occhi
fissi, pennellate che
formano un vortice
intorno al viso: in
questo autoritratto
prevale l’inquietudine.
LA MOSTRA
V an Gogh. I colori della vita offre ai visitatori la possibilità
di ammirare 83 opere del grande genio olandese, per far
conoscere tutto il suo itinerario artistico negli snodi principali,
Belgio e in Olanda, dove protagonista è il disegno, a quello
francese, passato tra Parigi, la Provenza e Auvers-sur-Oise
(Île-de-France). In dialogo con capolavori come Il seminatore,
compresi gli inizi olandesi, di solito poco visti o solo accennati. Montmartre dietro il Moulin de La Galette, Mietitori e tutti quelli
È dunque lo stesso Van Gogh a raccontarsi passo dopo passo, che presentiamo in queste pagine, ci saranno anche una
sala dopo sala, attraverso le sue lettere al fratello. Grazie ai quindicina di opere di Jean-François Millet, Paul Gauguin,
prestiti eccezionali di 20 musei (in particolare del Van Gogh Utagawa Hiroshige e altri artisti collegati a Van Gogh.
di Amsterdam e del Kröller Müller Museum di Otterlo) sono Dove, quando: Centro San Gaetano, Padova. Fino all’11/4/2021.
presenti capolavori di tutti i periodi importanti: da quello in Prenotazioni e info: www.lineadombra.it, 0422 429999.
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LA VITA E
LA SUA ARTE “Sento una chiarezza spaventosa nei
V incent Van Gogh
nacque nel 1853 a
momenti in cui la natura è bellissima.
Zundert, in Olanda, da
una famiglia modesta: Non sono più sicuro di me stesso e i
il padre era un rigido
pastore protestante. I suoi
studi furono incostanti e
dipinti mi appaiono come sogni”
lavorò sin da adolescente
presso mercanti di quadri.
Un confuso misticismo
lo convinse a studiare
teologia, sinché a partire
dal 1880 non giunse la sua
vera vocazione: la pittura.
Nel 1886 Vincent si stabilì
a Parigi, dove conobbe gli
impressionisti e divenne
amico di Paul Gauguin,
che lo seguì quando si
trasferì ad Arles nel 1888.
Ma il malessere psichico
tormentava l’artista sin
dalla giovinezza e la
convivenza con Gauguin
divenne impossibile. Nel
1889 Vincent fu ricoverato
nel manicomio di Saint-
Rémy e nel 1890, mentre
era in cura da un medico
collezionista ad Auvers-
sur-Oise, morì tra le
braccia del fratello Theo
in seguito a un colpo di
pistola probabilmente
auto inferto.
Perché era un genio.
Il percorso artistico di
Van Gogh durò meno di
dieci anni, nei quali però
egli dipinse quasi 900
tele (e ne vendette una
sola, La vigna rossa) e più
di mille disegni. I suoi
soggetti erano gli umili,
i lavoratori dei campi,
i minatori, i paesaggi, i
vasi di fiori, autoritratti
e ritratti di amici, come
quelli dei naturalisti. Ma
i colori accesi e spesso
irrealistici – puri, stesi
quasi con furia, a singole
e spesse pennellate dalle
forme che richiamano
vortici e spirali – e le linee
irregolari rendono i suoi
dipinti l’espressione di
emozioni e turbamenti
di un animo tormentato. ALBERI DA
Proprio per questo è FRUTTO TRA I
considerato un pioniere CIPRESSI, 1888
dell’espressionismo: nelle Arrivato in Provenza,
sue opere rappresenta la Van Gogh dipinse
soggettività dell’artista le fioriture della
e non l’oggettività della primavera: qui, i
realtà, aprendo la strada cipressi delimitano i
alle Avanguardie del confini degli orti, per
Novecento. proteggerli dal mistral.
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83
S
PERSONAGGI
Olga di Kiev
sterminò i
Drevliani,
assassini del
marito. Pentita,
diventò santa.
MONDADORI PORTFOLIO
Tomiride con
la testa di Ciro
il Grande, il re
persiano che
causò la morte
di marito e figlio.
MONDADORI PORTFOLIO
l 18 luglio 1872,
1872 il 66enne Benito Juárez,
Juárez
L. E. MARTÍNEZ (1842) presidente del Messico di sangue
indigeno, morì d’infarto, ma leggenda
vuole che sia stato in realtà assassinato da una donna
in cerca di vendetta: Leonarda Emilia Martínez, detta la
Carambada. Classe 1842, costei era nata in un villaggio
Regine,
dello Stato di Querétar e si era presto data alla criminalità,
specializzandosi negli assalti alle diligenze (si racconta che, nobildonne,
come Robin Hood, usasse dividere i bottini con i poveri).
Poi, un giorno, s’innamorò di José Joaquín Ortiz, capitano o ragazze
dell’esercito imperiale francese giunto in Messico nel
1862, anno in cui le forze del Secondo impero avevano
invaso il Paese. Il combattivo Benito Juárez, già presidente,
del popolo:
organizzò però una strenua resistenza contro gli invasori,
riuscendo nel 1867 ad avere la meglio. Riportò così il
private
Per i
messicani la
Messico all’indipendenza e riprese il proprio ruolo, e tra le
vittime della sua riscossa vi fu proprio José Joaquín.
degli affetti
Carambada
è una figura
Morte differita. Per vendicarlo, secondo la leggenda, la
Carambada s’intrufolò in un ricevimento a cui presenziava più cari,
leggendaria, Juárez e gli versò di nascosto nel bicchiere un’erba
una sorta di
Robin Hood
velenosa (la veintunilla), capace di dare la morte in 21 reagirono
giorni. E così fu: dopo tre settimane, il presidente cadde
uccidendo
ALAMY7IPA
N el 1300, da una
nobile famiglia della
Vandea, nacque una
delle donne pirata più
spietate di ogni tempo,
mossa però non dalla
sete di denaro, come
ogni bucaniere che Jeanne de
si rispetti, ma da un Clisson, pirata
insopprimibile desiderio contro la
di vendetta: Jeanne Francia che
de Belleville, nota giustiziò il suo
anche come Jeanne de sposo.
Clisson. Sposatasi ancora
fanciulla e rimasta presto
vedova, la giovane si
era in seguito unita con
l’aristocratico Olivier IV
de Clisson, mettendo
al mondo cinque figli
(dopo i due già avuti).
Nel 1343 il consorte fu
ingiustamente accusato
di aver tradito la Francia
in favore dell’eterna
rivale Inghilterra, e
venne condannato a
morte per decapitazione
su volontà del re
Filippo VI. Jeanne reagì,
pianificando la sua
vendetta.
In mare. Venduti tutti
i propri beni, Jeanne
armò tre navi da guerra, a perseguitare o “leonessa di Bretagna” si ritirò a vita privata
dotate di inquietanti le imbarcazioni (la sua nave si chiamava dopo aver sposato sir
scafi neri e vele rosse, francesi, assalendole invece Ma Revanche, Walter Bentley, tenente
MONDADORI PORTFOLIO
M. OKTJABRSKAJA (1905-1944)
La GUERRA
dei trent’anni
In trincea
Un soldato armeno
in prima linea il 25
ottobre 2020, durante
i combattimenti nella
regione separatista del
Nagorno-Karabakh.
A destra, armeni in
trincea vicino alla città
di Martuni (Nagorno-
Karabakh) nel 2016.
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S
E
ra un conflitto “congelato” dal 1994 dopo nel 1828), gli zar vollero dotarsi di una zona
AFP/GETTY IMAGES
sei anni di tensioni, violenze e scontri. cuscinetto lungo i confini meridionali dell’impero
Ma l’offensiva lanciata nel settembre e pensarono di crearsela mettendo dei cristiani
scorso dalle truppe dell’Azerbaigian a bloccare l’espansione musulmana. Nel 1918
contro postazioni militari armene l’ha riacceso Armenia, Georgia e Azerbaigian proclamarono
in pochi giorni, coinvolgendo mezzi pesanti, l’indipendenza ma appena due anni dopo, la
fanteria e artiglieria. La regione contesa è quella neonata Unione Sovietica riprese il controllo sul
del Nagorno-Karabakh, un’enclave armena e Caucaso Meridionale decretando la nascita della
cristiana all’interno dell’Azerbaigian musulmano Repubblica socialista sovietica transcaucasica.
che si estende su una superficie di circa 4.400 È in questo momento che emerse per la prima
chilometri quadrati in una zona montagnosa nel volta la questione del Nagorno-Karabakh, poiché
Caucaso Sud-orientale. In gioco, oggi, ci sono le Yerevan (capitale dell’Armenia) era intenzionata
risorse energetiche del Mar Caspio e gli interessi ad annettere la regione data la popolazione in
di Turchia, Russia e Occidente, ma le radici del maggioranza armena che la abitava.
conflitto affondano nella contesa secolare tra gli
Imperi zarista, persiano e ottomano. Come sempre INSIEME PER FORZA. «Le attuali tensioni
accade in questi casi, entrambi i popoli ritengono risalgono in gran parte ai primi Anni ’20 del XX
di avere un diritto storico da vantare sulla regione. secolo, quando Stalin decise di incorporare il
territorio del Nagorno-Karabakh nella neonata
IN MEZZO. Anticamente il Nagorno-Karabakh Repubblica dell’Azerbaigian», spiega il professor
era abitato sia dagli armeni sia dagli azeri, ma Aldo Ferrari, storico dell’Università di Venezia e
la mancanza di fonti certe rende complessa coautore del recente saggio Storia degli armeni
l’analisi della sua evoluzione storica. Gli armeni (Il Mulino). «Sebbene gli armeni fossero circa
rivendicano la presenza di resti architettonici l’80 per cento della popolazione del Nagorno-
religiosi di epoca medievale risalenti ai cosiddetti Karabakh, le politiche sovietiche delle nazionalità
melikhati del Karabakh, entità feudali governate determinarono l’inserimento della regione
dalla nobiltà armena che si estinsero agli inizi del nella repubblica azera e nel 1923 decretarono
XIX secolo. L’Azerbaigian rievoca invece l’antica la nascita dell’Oblast’ autonoma del Nagorno-
storia del khanato (territori governati dai khan, Karabakh (Nkao). Stalin lo fece per conquistarsi
sovrani di origine mongolica, tipici dell’Asia i favori dei turchi e dei popoli circostanti, ma gli
Centrale) creato dai Persiani intorno alla città di armeni l’hanno sempre considerata una decisione
Shusha nel XVIII secolo e che nel 1822 fu annesso ingiusta sia storicamente sia demograficamente.
dall’Impero zarista. Così, a partire dalla Perestrojka (Anni ‘80,
Oggi l’area è abitata in gran parte dai ndr) hanno cominciato a manifestare contro
discendenti degli armeni che vi giunsero questo inserimento non voluto all’interno
nell’Ottocento dall’Est della Turchia e dalla dell’Azerbaigian». Per circa settant’anni il regime
Persia. Dopo le guerre russo-ottomane (lunga sovietico aveva difeso lo status quo riuscendo a
serie di conflitti terminata solo nel secolo far sì che i rapporti tra armeni e azeri restassero
scorso) e russo-persiane (l’ultima conclusasi sostanzialmente pacifici. Ma il sogno armeno
REUTERS/CONTRASTO
Anche
questione
di nome
L ’intreccio storico
che riguarda
da secoli questo
territorio è già
descritto dal nome
Nagorno-Karabakh
(letteralmente
“giardino nero
di montagna”). Il
termine “Nagorno”
ha origine slava e
significa “montagna”;
“Karabakh” è
invece una parola
turca traducibile Come ieri
MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART
Una spirale
La mente
Il principe Junio Valerio La notte del 7
dicembre 1970
Borghese (1906-1974,
nell’altra pagina, con la
la democrazia
sigaretta): uscito dal Msi,
fonda nel 1968 il Fronte
Nazionale e nel dicembre
1970 organizza il golpe.
In alto a destra, il 17 italiana rischiò
di cadere per
marzo 1971 il quotidiano
Paese Sera rivela all’Italia il
un tentativo
tentativo di golpe.
eversivo. Ecco
chi lo organizzò e
perché rinunciò.
di Riccardo Michelucci
I
l 7 dicembre 1970, in una notte
flagellata dalla pioggia inizia
l’operazione “Tora Tora”. Niente
a che vedere con l’attacco
giapponese a Pearl Harbor, è solo una
fonte di ispirazione per il nome. Siamo
a Roma, e Tora Tora è un tentativo di
colpo di Stato. A dirigerlo, il principe
Junio Valerio Borghese (1906-1974),
dalle stanze della sede romana del
Fronte Nazionale, il movimento
politico di estrema destra che lui
stesso ha fondato due anni prima.
Il complotto è stato pianificato nei
minimi dettagli per dare l’assalto ai
centri nevralgici del Paese. I bersagli
principali sono il ministero della
Difesa, il ministero dell’Interno, la
Rai, le centrali telefoniche e quelle
telegrafiche. Obiettivo: scatenare
il caos nel Paese colpendo il cuore
dello Stato; il piano prevede infatti
anche il rapimento del presidente
della Repubblica Giuseppe Saragat
e l’assassinio del capo della Polizia
Angelo Vicari.
La congiura del
edile del quartiere di Montesacro,
principe
I militari erano davanti ai ministeri chiave e alla sede della
CONTRASTO (5)
95
S
CONTRASTO (3)
Ci vollero anni
per capire che non
si trattava di un
golpe da operetta,
ma di un vero
piano eversivo
«Ma secondo una delle tesi oggi più tentativo di insurrezione armata contro retroscena. Le rivelazioni dei pentiti
accreditate, a fermarla sarebbero stati lo Stato nei confronti degli esponenti mafiosi al processo contro Andreotti
gli americani, il cui coinvolgimento della destra extraparlamentare Mario e il rapporto conclusivo della
è emerso nei processi degli Anni Rosa e Sandro Saccucci, dell’affarista Commissione parlamentare d’inchiesta
’90 sulle stragi di piazza Fontana e Giovanni De Rosa e dell’imprenditore sulla P2 hanno documentato il
piazza della Loggia. Anche i vertici dei edile Remo Orlandini. Il 19 marzo coinvolgimento di Cosa Nostra, della
servizi segreti, con i quali il principe viene raggiunto da un mandato anche ‘Ndrangheta e della loggia segreta di
intratteneva rapporti, si convinsero Borghese, che si era rifugiato nella Licio Gelli. Il piano di Borghese fu il
a interrompere l’operazione e Spagna franchista. più grave attentato alla democrazia
sfruttarono la situazione come monito La Procura fu poi costretta ad italiana organizzato nel Secondo
in funzione anticomunista. Infatti si archiviare l’indagine per mancanza dopoguerra. •
dice che quella notte i dirigenti del Pci di prove. L’istruttoria venne riaperta
non dormirono nei loro letti. Borghese nel 1974, quando il ministro della
ha raccontato in un memoriale che a
dare il contrordine non fu lui, ma il
Difesa Giulio Andreotti consegnò un
rapporto del servizio segreto militare Il principe nero
dirigente della Rai Gilberto Bernabei, che gettava nuova luce sul piano
su ordine di Andreotti».
Nell’immediato gli italiani rimasero
eversivo. Il processo fu istituito solo
tre anni più tardi e nel 1984 la Corte
J unio Valerio Borghese, classe 1906,
soprannominato “il principe nero” a
causa delle sue simpatie per la destra
all’oscuro del tentato golpe. L’8 d’Assise d’appello assolse da tutte le estrema, era davvero un principe, in
dicembre il governo e i poteri dello accuse un’ottantina di imputati tra quanto discendente della nobile famiglia
Stato si comportarono come se generali, colonnelli e neofascisti. La Borghese. Negli ambienti militari era un
niente fosse accaduto. L’ordine fu Cassazione confermò le assoluzioni personaggio molto noto. Ufficiale della
di non parlarne o di minimizzare. Si sostenendo che il tentativo eversivo Regia Marina durante la Seconda guerra
scoprì tutto tre mesi dopo, quando era riconducibile a un “conciliabolo di mondiale, divenne comandante della Xa
Flottiglia Mas al tempo della Repubblica
il quotidiano Paese Sera il 17 marzo quattro o cinque sessantenni”, e spiegò di Salò. Le operazioni contro le navi
1971 uscì con il titolo: Scoperto piano persino che la presenza di una colonna britanniche condotte a bordo del suo
di estrema destra. Il giorno dopo, il di mezzi militari e quasi 200 uomini sommergibile gli valsero una medaglia
sostituto procuratore di Roma Claudio della Forestale appostati davanti alla d’oro, ma al termine del conflitto fu
Vitalone firmò i mandati d’arresto per Rai era stata una coincidenza. condannato a dodici anni di reclusione
per le repressioni anti-partigiane
effettuate dalla Xa Mas.
RETROSCENA. «Oggi possiamo
Nel mirino Fu avvelenato? L’Amnistia Togliatti
Giuseppe Saragat, presidente della sostenere con certezza il contrario», (provvedimento promulgato nel 1946) lo
Repubblica, e Angelo Vicari, capo della sostiene Tonietto. «Non fu quel riportò in libertà quasi subito. Dopo una
Polizia, erano fra gli gesto da operetta descritto dalla militanza nel Msi (di cui fu presidente dal
obiettivi dei golpisti. magistratura bensì un evento serio 1951), nel 1968 fondò il Fronte Nazionale
In alto, il processo che, al pari di successivi, come la Rosa ottenendo l’appoggio di ambienti politici,
agli attentatori dei venti e il tentato golpe di Edgardo economici e militari vicini all’estrema
nel 1978. destra. Dopo il fallimento del colpo di
Sogno, va inserito nella “strategia Stato, Borghese si rifugiò in Spagna e qui
della tensione” di quegli anni. Al rimase fino alla morte, avvenuta a Cadice
golpe Borghese non parteciparono il 26 agosto 1974 in circostanze mai del
solo i gruppi di estrema destra tutto chiarite. Ufficialmente morì a causa
intenzionati a prendere il di una pancreatite acuta ma secondo
potere, ma anche esponenti alcuni il “principe nero” fu avvelenato da
di alto livello dell’Esercito e persone a lui vicine per coprire presunte
Giuseppe Saragat complicità dei servizi segreti. Il processo
dei servizi segreti». In seguito di primo grado agli imputati del tentato
sono emersi inquietanti golpe si tenne tra il 1977e il 1978 .
Angelo Vicari
AGENDA
A cura di Irene Merli
(LOCKDOWN PERMETTENDO)
FOTOGRAFIA MILANO
Prima, donna.
Margaret Bourke-White
Oltre 100 immagini della grande reporter
americana provenienti dall’Archivio Life di
New York: dai celebri ritratti di Stalin e Gandhi
agli scatti sulla Seconda guerra mondiale e
sui conflitti razziali negli Usa e in Sudafrica.
EVENTO TORINO
I MACCHIAIOLI E
dettagli di abbigliamento.
LA NUOVA ITALIA
Info e prenotazioni: 011 4433501.
LIBRO
G
iovani, ribelli, idealisti. Così erano i Macchiaioli, un gruppo di artisti dell’Ottocento
armati di talento e ideali così grandi che molti di loro partirono volontari durante i
moti risorgimentali. Il tema attorno al quale ruotava la loro arte era la vita quotidiana,
il racconto di quelle piccole cose così lontane dai soggetti mitologici, romantici o neoclassici
dominanti fino a quel momento. A questi spiriti ribelli è dedicata la mostra I Macchiaioli.
Capolavori di un’Italia che risorge, che raccoglie oltre 100 opere di pittori più o meno
famosi: Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca, Federico
Zandomeneghi, Raffaello Sernesi (che morì in seguito a ferite di guerra), Odoardo Borrani,
Vito D’Ancona... I Macchiaioli avevano il loro ritrovo al Caffè Michelangelo di Firenze, e
credevano che le aree di luce e ombra (le
In alto, Telemaco Signorini, Cacciata degli macchie, da qui il loro nome) fossero le
austriaci dalla borgata di Solferino, 1860. componenti principali dell’opera d’arte.
Sotto, Vincenzo Cabianca, Al sole, 1866. Dai collezionisti. Buona parte dei
dipinti proviene da collezioni private.
Missione
Sono state infatti recuperate opere impossibile
appartenute ai primi sostenitori di La storia vera di Witold Pilecki, un
questi artisti: borghesi e aristocratici che partigiano polacco che nel 1940 si
ne avevano compreso l’audacia visiva fece catturare dalle Ss per entrare
e l’impegno politico e che li avevano nel campo di prigionia di Auschwitz
protetti dagli attacchi della critica e indagare su quanto vi avveniva.
ufficiale e dalle difficoltà finanziarie. In Ma una volta dentro scoprì
mostra ci sono anche le loro storie, un l’orrore. Pilecki riuscì a evadere per
piccolo spaccato sulla società del tempo. informare gli alleati della soluzione
finale. Una storia a lungo censurata
nell’Unione Sovietica.
Fino al 18 aprile 2021. Palazzo Jack Fairweather, Volontario ad
Zabarella. Info e prenotazioni (consigliate) Auschwitz, Newton Compton.
www.zabarella.it, 049 8753100.
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NEI PROSSIMI NUMERI
IN EDICOLA DAL 22 DICEMBRE CON TANTE ALTRE STORIE E PERSONAGGI
LE ARMI SPORCHE
Gli antichi non esitavano a usare le armi batteriologiche, specie
durante gli assedi (sotto quello di Gerusalemme nel 70 d.C.):
animali infetti, cereali avariati, fonti avvelenate, fumi tossici...
ANTICHITÀ
MONDADORI PORTFOLIO/ELECTA/SERGIO ANELLI
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COSTRIZIONI COPRIFUOCO!
Da dove viene la parola di
cui tanto si discute in questi
PRIMO PIANO giorni? E quando è stata
applicata nei secoli questa
DANTE, UN CERVELLO IN FUGA dura misura di limitazione
Il padre della nostra lingua visse in esilio per 20 anni, privato dei della libertà? In Francia hanno
beni e della sua casa. Perché in un’Italia scossa dal conflitto tra guelfi iniziato nel Trecento, in Italia
e ghibellini, Dante si schierò. Viaggio nel Basso Medioevo, il tempo l’ultima volta è stata il 17
in cui visse il Sommo poeta, e nelle sue vicende meno note. ottobre scorso.
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(Federaz. Ital. Editori Giornali) Certificato n. 8433 del 21/12/2017 1824-906x
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IL 1° VOLUME
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