Andytonini - 0 Tecno Temi Esame 11 - 14
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elaborazioni del Prof.A.Tonini, e relazioni prese da internet svolte da Prof.ri B.Piscopo e M.Calatozzolo
VERSIONE#A2 - www.andytonini.com – altri temi di esame sul CD 5 CHIMICA
---------SOLUZIONI
Quesito 1: DISEGNO distillazione discontinua batch
LEGENDA:
1 ALIMENTAZIONE
2 DISTILLATI DI TESTA
3 DISTILLATO DI CODA
E1 RIBOLLITORE
E2 CONDENSATORE
D1,2 SERBATOI DI TESTA
D3 SERBATOIO DI CODA
G1,2 POMPE
LC CONTROLLO DI LIVELLO
PC CONTROLLO PRESSIONE
TC CONTROLLO TEMPERATURA
FC CONTROLLO PORTATA
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Quesito 2: scambiatore riscaldatore
dati: composto organico: F =0,50 Kg/s, Cf=1,85 KJ/Kg°C, Tfi= 35°C, Tfu=125°C
vapore di rete: TV=135°C, Hv== 2200 kj/kg; Utot=1,75 KW/m2°C;
soluzione:
Q = F cp (Tfi – Tfu)= V U Sup Tml;
Q = 83,25 kw; V = Q/=0,0378 kg/s; T1= 135-35 = 100°C;T2= 135-125 =
10°C;
Tml= (T1- T2)/ln (T1/T2)= 39,1°C; Sup = 1,22 m2
Quesito 3: relazione su processi produttivi – vedi altri documenti – vedi appendice -
Processi di TOPPING, REFORMING,....
Quesito 4: processi che impiegano metano – vedi altri documenti – vedi appendice -
Processi di industria METANOLO, STEAM CRACKING, GAS DI SINTESI,.....
3. Le materie plastiche rappresentano da oltre mezzo secolo una classe di materiali che si diversifica sempre più e che
trova sempre nuove applicazioni. Il candidato, sulla base di quanto studiato, descriva di un polimero a sua scelta i processi
produttivi che portano prima al monomero (o ai monomeri) e successivamente al polimero, soffermandosi in particolar
modo sugli aspetti termodinamici e cinetici delle reazioni implicate e sugli aspetti salienti degli impianti produttivi.
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4. Il reattore può essere considerato, in una certa misura, il “cuore” di ogni impianto chimico, in cui fattori termodinamici e
cinetici devono essere ottimizzati per garantire la massima produttività al costo inferiore. Particolare attenzione richiedono
quei processi le cui reazioni sono interessate da equilibrio, per cui l’ottenimento di elevate conversioni richiede l’attuazione
di un adeguato profilo termico per la reazione.
Il candidato, sulla base di quanto studiato, illustri sinteticamente, da un punto di vista generale, le problematiche
termodinamiche e cinetiche che si riscontrano nella conduzione di reazioni, sia esotermiche sia endotermiche, interessate
da equilibrio. Inoltre il candidato descriva un processo basato su reazioni interessate da equilibrio, soffermandosi in
particolar modo sulle modalità adottate per realizzare il voluto profilo termico della reazione in un reattore continuo a
flusso a pistone (PFR, plug flow reactor).
---------SOLUZIONI
Quesito 1: disegno di colonna di
assorbimento
LEGENDA:
1 ALIMENTAZIONE
2 SOLVENTE RIGENERATO
3 PRODOTTO ASSORBITO
4 GAS ESAUSTO
E1,2,4 RAFFREDDATORI
E3 SCAMBIAATORE
C1 COLONNA ASSORBIMENTO
P1 COMPRESSORE
FC CONTROLLO PORTATA
FFC CONTROLLO IN RAPPORTO
TC CONTROLLO TEMPERATURA
PC CONTROLLO PRESSIONE
LC CONTROLLO LIVELLO
AR ACQUA DI RAFFREDDAMENTO
ARR USCITA ACQUA AL RICIRCOLO
Quesito 2: strippaggio
soluzione: (i=entrata,u=uscita)
traccio sul diagramma la retta/curva di equilibrio passante
per l’origine e per la condizione ideale di uscita di testa col.
Yi= 0 vapore puro; Xin = 0,2; Xus = 0,02;
Yu*= K Xi;
Yu*= 0,4 x 0,2 = 0,08;
N.B.: L = liquido organico (inerte rispetto al vapore); C soluto
volatile strippabile col vapore.
Condizioni di operatività (dal bilancio di materia, con le
frazioni in rapporto Y e X); inserendo Yu*ottengo:
(L/V)op =(Yu-Yi)/(Xe-Xu)=(Yu*-Yi)/(Xi-Xu)
= 0,333;
da cui Yu= 0,06;
e quindi traccio la retta di lavoro
passante dai punti (Yu;Xi) e (Xu;Yi).
dal diagramma risultano: N°piatti teorici = 5 (partendo
dall’alto,cuspidi sulla retta equil.)
(L/V)operat. = 0,333; L = 2 kg/s; portata di vapore entrante:V=6 kg/s.
Il candidato esegua il disegno dello schema descritto nel primo esercizio e, a sua libera scelta, risponda a due degli altri
tre quesiti proposti.
1) In un impianto continuo si vuole ossidare con aria atmosferica, su un opportuno catalizzatore selettivo, un composto
organico volatile, liquido a temperatura ambiente. Il prodotto ossidato si separa dal miscuglio di reazione per
assorbimento con acqua. La soluzione acquosa così ottenuta procede verso altre lavorazioni. I gas non assorbiti vanno
ad opportuni trattamenti prima dello scarico.
Sapendo che:
a) i reagenti, disponibili a temperatura e pressione ambiente, si preriscaldano a temperatura relativamente elevata;
b) il composto organico volatile si nebulizza direttamente nella corrente gassosa prima del preriscaldamento;
c) la reazione, alquanto esotermica, è condotta ad alta temperatura (circa 350 °C) e in leggera sovrapressione, solo per
vincere le perdite di carico;
d) si opera in eccesso d’aria sia per restare fuori dai limiti d’esplosività della miscela di reazione sia per mantenere
attivo il catalizzatore;
e) nelle condizioni date, l’equilibrio di reazione è totalmente spostato verso i prodotti;
f) il catalizzatore, solido, è sensibile ai surriscaldamenti, per cui il reattore è munito di un apposito circuito di
raffreddamento tale da garantire un efficiente scambio termico;
g) il prodotto della reazione è molto solubile in acqua tanto che l’assorbimento si realizza facilmente in leggera
sovrapressione, solo per vincere le perdite di carico; anche la temperatura è di poco superiore a quella ambiente,
comunque alquanto inferiore a quella di ebollizione dell’acqua; il processo d’assorbimento si può considerare atermico.
Il candidato, in base alle informazioni date, disegni lo schema di processo dell’impianto produttivo sopra descritto,
individuando la tipologia di reattore più idonea e prevedendo i recuperi termici che ritiene opportuni, completo di tutte
le apparecchiature accessorie ritenute necessarie in base alle condizioni operative ipotizzate (compressori, pompe,
scambiatori, serbatoi, ecc.) e delle regolazioni automatiche principali, seguendo, per quanto possibile, le norme
UNICHIM.
2) In un reattore continuo a tino ben agitato (CSTR) si alimenta una miscela reagente con una portata complessiva F = 2
kg/s. Sapendo che:
a) la reazione è esotermica (H = - 700 kJ/kg di miscela reagente) e la conversione raggiunta è x = 80%;
b) la miscela reagente entra a TFi = 30 °C ed i prodotti escono a TFu = 90 °C, la temperatura all’interno del reattore è
uniforme e corrisponde a quella d’uscita dei prodotti;
c) il calore specifico medio di reagenti e prodotti vale Cp = 2,2 kJ/(kg°C);
d) come fluido di raffreddamento si utilizza acqua, Cp = 4,18 kJ/(kg°C), che entra a Tai = 25 °C ed esca a Tau = 65 °C;
e) il coefficiente globale di scambio termico vale Utot = 850 W/(m2°C);
f) si possono trascurare le eventuali perdite termiche.
Per il sistema di raffreddamento del reattore calcolare:
1) la potenza termica scambiata;
2) la portata dell’acqua di raffreddamento;
3) la superficie di scambio richiesta.
3)
I regolatori in retroazione impiegati nei processi chimici, come pure in altri settori, utilizzano sovente l’algoritmo PID,
così denominato poiché si basa su tre modalità di azione: Proporzionale, Integrale e Derivativa.
Il candidato descriva sinteticamente le tre azioni e le relative modalità d’intervento nella regolazione dei processi.
4)
I processi biotecnologici permettono di ottenere prodotti di particolare utilità in vari campi. In base a quanto
affrontato nel corso di studi il candidato descriva un processo biotecnologico soffermandosi in particolar modo sulle
caratteristiche delle materie prime, sul biochimismo del processo e sulle varie fasi di lavorazione che raccoglierà
anche in uno schema a blocchi.
Prof.A.Tonini
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SOLUZIONE ABBREVIATA:
QUESITO 2
Bilancio termico entalpico globale:
FHFi + Faq Haqi = F HFu + Faq Haqu + 0,80 F HR
Dati: F=2kg/s Cf=2,2 kJ/Kg°C; Caq=4,18 Kj/kg°C; HR=-700 kJ/kg; resa 80%; U=850W/m2°C;
Fx2,2x30 + Faqx4,18x25 = Fx2,2x90 + Faqx4,18x65 + 0,8xFxH
Pot.Term.scambiata Q = Qscamb.aq = Faq x [Haqu - Haqi] = F x [HFi - HFu] – 0,8F H;
Faq = 5,12 Kg/s PORTATA ACQUA
[quantità di calore scambiata Q = - 0,8 F H + F Cf (30-90) = Faq Caq (65-25)]
POTENZA TERMICA Q = Faq Caq (65-25) = 856,1 kJ/s (Kw)
Superficie di scambio: Q = U Sup Tml;
T1=(90-25)=65°; T2=(90-65)= 25°; Tml = 41,86°C ; vedi diagramma Temperature
Sup = Q/ (U Tml ) = 856100/(850x41,86)= 24,1 m2
QUESITO 4
PROCESSO BIOTECNOLOGICO: BIOETANOLO – BIOPENICILLINA
vedi documenti a parte nel sito - PROPORZIONALE
QUESITO 3
Controllori automatici – vari tipi:
CONTROLLORE PROPORZIONALE P
[variab. manipolata Y= Kp* E; E= errore =(Xo-X)=X; Kp = cost. di
proporzionalità ]
proporzionalità tra Y e X; attiva gli organi di controllo in maniera
proporzionale dallo
scostamento del set point.
Il controllore oscilla intorno al set point fino al valore che ritiene
adeguato, ma il set point non sarà mai raggiunto. Viene usato quando la
misura deve oscillare intorno ad un range.
CONTROLLORE INTEGRALE I
[variab manipolata Yi=Ki*ƒ Edt dY/dt = Ki*E ]
INTEGRALE:
proporzionalità tra la velocità di variazione Y/t e X . In questo
Lo spostamento controllore la velocità di spostamento dell’organo regolante (Δy/ Δt ) è
Y dell’organo regolante dipende sia dallo tanto maggiore quanto maggiore è lo spostamento della variabile
scostamento del valore controllato dal set controllata dal set point ( Δx).
point, sia da tutto il tempo in cui tale Il sistema di controllo integrale serve a ripristinare esattamente il valore
scostamento si verifica; del set point, ma, una volta avvenuta una variazione, il ritorno alla
X grandezza misurata – LIVELLO normalità avviene gradatamente e in maniera oscillante, in quanto
Y grandezza manipolata- APERTURA l’organo regolante continua a muoversi fino a quanto l’errore si riduce a
VALVOLA 0. (finchè c’è scostamento continua a aprire/chiudere l’organo di
regolazione)
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Controllore proporzionale + integrale (PI)
Sommando le due caratteristiche è possibile ottenere un regolatore i grado di reagire in modo adeguato all’eventuale
scostamento e di ripristinare il valore della grandezza regolata esattamente al set point. Unendo le due azioni, si eliminano i
difetti dei singoli regolatori.
CONTROLLORE DERIVATIVO D
DERIVATIVO
[variab. Yd=Kd*dE/dt ; Y=Yo + Kd*dE/dt]
relazione lineare tra Y e velocità di variazione dell'errore X/t. I controllori ad
azione derivativa sono detti ad anteazione e agiscono, prima che si verifichi lo
scostamento, sulla velocità di variazione della grandezza da controllare.
Ovvero l’organo regolante (Δy) si sposta tanto più velocemente quanto più veloce è lo
spostamento dal set point (Δx/ Δt).
Questo tipo di controllore, data la sua limitazione dovuta al fatto di non avvertire
scostamenti permanenti, visto che agisce solo sulla base della velocità dello
spostamento dal set point, non può essere impiegato da solo.
APPENDICE: ----------------------------------------------------------------------
(relazioni da internet a cura dei Prof. Bartolomeo Piscopo Mariano Calatozzolo)
RELAZIONE QUESITO 3 (’11)
Gli aspetti economici sono determinati in molti processi chimici, specie se relativi a produzioni di massa, tipicamente a
basso valore aggiunto. In particolare, per i processi chimici, fattori chiave sono i consumi energetici, la produzione di reflui
da smaltire, l’uso di sostanze pericolose che impongono particolari apparecchiature, dispositivi e procedure per operare in
sicurezza.
Tanti sono gli esempi che il candidato può individuare. Indicheremo sinteticamente alcune linee per sviluppare il quesito.
Molti processi utilizzano intensivamente la distillazione, operazione che richiede molta energia per realizzare una corrente
di vapori all’interno della colonna, vapori che poi sono condensati come distillato. Recuperare il calore di condensazione dei
vapori di testa, il calore sensibile del prodotto di coda è un fattore decisivo per la sostenibilità economica di molti processi.
Un particolare processo basato sulla distillazione è il Topping, cioè la distillazione a pressione circa atmosferica del petrolio
grezzo. La gran parte degli sforzi nella ricerca e sviluppo in raffineria sono indirizzati a migliore l’efficienza dei recuperi
energetici attraverso l’ottimizzazione della rete degli scambi termici. Nel Topping, il grezzo è preriscaldato
progressivamente recuperando calore da tutte le frazioni in uscita e, anche, dai ricicli laterali, i “pump around”, della
colonna di distillazione, in cui il liquido presente su un dato piatto è prelevato, raffreddato e reimmesso alcuni piatti più in
alto, per migliorare il rapporto liquido – vapore in colonna.
Anche il successo della produzione del bioetanolo è determinato dai recuperi energetici. Tipicamente dalla fermentazione
delle biomasse zuccherine si ottiene un brodo a circa il 10% di etanolo. La distillazione di una miscela così diluita richiede
enormi quantità di energia, che possono rendere l’energia complessivamente spesa per produrre il bioetanolo superiore a
quella ricavabile dal suo uso come biocombustibile. Il calore liberato dalla condensazione dei vapori di testa non può essere
utilizzato nel ribollitore di coda perché ha una temperatura di condensazione inferiore a quella del fondo colonna. Si può
utilizzare la tecnica di compressione dei vapori, la “termocompressione”, in modo da innalzare la temperatura di
condensazione dei vapori quanto basta per poterli utilizzare come fluido di riscaldamento nel ribollitore di coda.
L’efficienza di tale tecnica dipende dal salto termico che si deve fornire al vapore: minore è il lavoro speso per la
compressione, maggiore sarà l’efficienza. In alternativa si può operare con colonne operanti pressioni differenti: i vapori di
testa della colonna ad alta pressione sono utilizzati nel ribollitore di coda di quella a bassa pressione, ma non sempre è
agevole bilanciare energeticamente il processo.
Lo sviluppo tecnologico di membrane semipermeabili ha reso possibile la messa a punto di processi alternativi alla
distillazione, come la “pervaporazione”, in cui la miscela acqua – alcol è spinta sotto pressione in una cella a membrana, in
cui dal lato del permeato è applicato il vuoto. L’etanolo diffonde più velocemente dell’acqua attraverso la membrana ed
evapora a causa della differenza di pressione esistente tra i due lati della membrana, per cui si ha permeazione ed
evaporazione.
Un processo le cui condizioni operative dipendono dagli aspetti economici è il reforming catalitico, in cui le benzine pesanti
di prima distillazione, a basso numero d’ottano, di natura paraffinica, sono trasformate in benzine ricche di composti
aromatici, ad alto N.O. Le reazioni chiave del processo sono deidrociclizzazioni endotermiche che decorrono con forte
aumento del numero delle moli, sarebbero quindi favorite termodinamicamente dalle basse pressioni. Invece si opera
solitamente a pressioni superiori a 20 bar. Tali condizioni sono determinate dalla natura del catalizzatore impiegato, platino
su allumina, di cui non sono sopportabili economicamente le perdite.
Pertanto non è possibile operare come nel cracking catalitico a letto fluido con la rigenerazione in continuo del
catalizzatore e si scelgono condizioni operative che rallentino il più possibile la disattivazione del catalizzatore per
formazione di depositi carboniosi. Ciclicamente il catalizzatore esausto è sostituito ed avviato al recupero del platino in
appositi impianti. La pressione di reazione è scelta in modo da sfavorire termodinamicamente solo la formazione di
composti insaturi, alcheni, dieni, ecc., diversi dagli aromatici mononucleari, la cui formazione resta leggermente favorita,
così da poter lavorare con reattori a letto fisso, con lunghi cicli operativi, o con particolari reattori a letto mobile a gravità,
in cui il catalizzatore viene lentamente sostituito.
RELAZIONE QUESITO 4 (’11)
Il metano, o meglio, il gas naturale, oltre ad essere un vettore energetico di primaria importanza, è la materia prima per
diverse produzioni chimiche. Nel Nord America si utilizza come materia prima per lo steam cracking, per produrre etilene e
propilene. È largamente utilizzato per produrre idrogeno e gas di sintesi, sia per la sintesi dell’ammoniaca (miscele di
idrogeno e azoto), sia per la sintesi del metanolo (miscele di idrogeno e monossido di carbonio).
La sintesi del metanolo si basa sulla reazione: CO(g) + 2H2(g) = CH3OH(g); H° < 0 S° < 0
Per cui nel gas di sintesi si dovrebbe avere un rapporto molare CO:H2 di circa 1:2. Delle reazioni coinvolte nella produzione
del gas di sintesi una è quella di steam reforming: CH4(g) + H2O(g) = CO(g) + 3 H2(g) H° > 0 S° > 0 Reazione endotermica,
che richiede energia e in cui si ottiene un rapporto molare CO:H2 di circa 1:3, quindi con un surplus di idrogeno, comunque
utilizzabile come combustibile per sopperire all’endotermicità del processo. Anche se non si ha la conversione completa del
metano, piccole quantità non disturbano perché si comportano come inerti durante la sintesi del metanolo.
L’altra è l’ossidazione parziale, secondo la reazione: CH4(g) + ½ O2(g) = CO(g) + 2 H2(g), H° < 0 S° > 0 In cui si ottiene il
giusto rapporto molare ma che richiede l’impiego di ossigeno puro, per evitare di diluire il gas di sintesi con azoto. Inoltre
l’esotermicità della reazione permette di mantenere agevolmente la temperatura voluta, per cui il processo è detto anche
reforming autotermico.
La scelta tra i due processi è dettata prevalentemente da considerazioni economiche in base al rapporto tra il costo del gas
naturale e quello dell’ossigeno puro. L’eccesso di idrogeno nello steam reforming permette utilizzare CO2, se disponibile,
rendendo possibile l’acquisizione di crediti ambientali.
La CO2 partecipa alla sintesi, secondo la reazione: CO2 + 3H2 = CH3OH + H2O riducendo così il surplus di idrogeno.
Il processo prevede la desolforazione del gas naturale per evitare l’avvelenamento dei catalizzatori utilizzati
successivamente. Segue la reazione di steam reforming o di ossidazione parziale, a temperature particolarmente elevate,
segue il raffreddamento con recupero del calore con produzione di vapore ad alta pressione da cui si può recuperare
energia meccanica espandendolo in turbina ed energia termica, una volta arrivati a bassa pressione. Segue un ulteriore
raffreddamento per separare le condense e la compressione del gas alla pressione di sintesi.
La sintesi del metanolo è una reazione esotermica favorita dalle alte pressioni. All’uscita del reattore si recupera il calore,
poi si raffredda sotto pressione fino a condensare il metanolo per separarlo dai non reagiti che sono riciclati, previo spurgo
degli inerti.