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Illuminotecnica - Ita DISANO

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752 NOTE TECNICHE Elementi di illuminotecnica

FLUSSO LUMINOSO (Fig.1) LUMINANZA (Fig.4)


E’ la quantità di energia luminosa emessa nello spazio da una sorgente nell’unità Se la sorgente luminosa non è puntiforme dobbiamo considerarla nell'ambito di una
di tempo. Il flusso luminoso si identifica con il simbolo Φ, la sua unità di misura è il determinata dimensione, perciò la definizione che era stata data di intensità luminosa
lumen (lm). Il lumen viene definito come il flusso luminoso emesso nell’angolo solido non può più essere applicata. Bisogna quindi introdurre un nuovo concetto che valuti la
unitario da una sorgente puntiforme posta al centro di una sfera di intensità luminosa quantità di energia luminosa emessa da queste superfici, sia essa sorgente di luce propria
pari a 1 cd in tutte le direzioni. Nel Sistema Internazionale (S.I.) l’unità di misura del- sia luce riflessa. La grandezza fotometrica così introdotta è la luminanza (L) che viene defi-
l’angolo solido è lo steradiante (sr), da cui deriva la relazione 1 lm =1 cd x sr. nita come il rapporto tra l’intensità luminosa della sorgente nella direzione di un osservatore
Essendo il flusso luminoso una quantità di luce emessa per unità di tempo da una e la superficie emittente così come viene vista dall’osservatore stesso (o superficie appa-
sorgente, dal punto di vista dimensionale, esso deve essere considerato una poten- rente). L’unità di misura utilizzata è la cd/m2; la relazione fondamentale è data da:
za perché il rapporto tra una energia e un'unità di tempo. Un’interessante estensione
del concetto di flusso luminoso come potenza è il concetto di efficienza luminosa L= dI α/dA x cos α
L’efficienza luminosa è il rapporto tra il flusso emesso dalla sorgente e la potenza
In cui l è l’intensità in candele all’angolo α;
impiegata per ottenere tale flusso, attraverso questa cifra è possibile valutare il
A è l’area della sorgente, cos α è il coseno dell’angolo compreso tra l’occhio dell’os-
risparmio di energia che una lampada può dare in confronto ad un’altra.
servatore e la normale alla sorgente.

LAMPADA
VALORI INDICATIVI DI LUMINANZE

EFFICIENZA
POTENZA

FLUSSO
TIPO Sole a mezzogiorno 16x109 cd/m2

lm/W
W

lm
Sole al tramonto 6x106 cd/m2
Cielo sereno 8000 cd/m2
ALO 300 5000 17 Cielo nuvoloso 2000 cd/m2
MBF 125 6300 50 Terreno a prato 800 cd/m2
FL comp. 24 1800 75 cos =1
cos 1 Manto nevoso 3,2x104cd/m2
FL tubolare 36 3350 93 Candela stearica 5000 cd/m2
JM 2000 180000 90 INC 60W bulbo chiaro 5x106 cd/m2
SAP-T 400 48000 120 FL 18W 4000 cd/m2
Flusso luminoso (Fig. 1) SBP 90 13500 150 Luminanza (Fig. 4) JM 70W 1,5x107cd/m2

INTENSITA' LUMINOSA (Fig.2) ILLUMINAMENTO (Fig. 5)


L’intensità luminosa è la quantità di luce (I) emessa da una sorgente puntiforme che Il concetto di illuminamento è orientato alla progettazione illuminotecnica: con
si propaga in una determinata direzione. Tale intensità viene definita come il quozien- questo numero è infatti possibile valutare la quantità di Luce che emessa da una
te del flusso Φ emesso in una certa direzione in un cono di angolo solido unitario ω; sorgente, è presente su una superficie
da cui I=dΦ/dω. La sua unità di misura è la candela (cd) e nel S.I. è considerata la Illuminamento (E) è la quantità di flusso incidente una superficie:
grandezza fisica fondamentale. Alla XVI Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure dΦ Lm
del 1979, si è stabilito che l’intensità di 1 cd equivale all’intensità di una sorgente E= lux=
che emetta in un angolo solido di 1 sr la radiazione monocromatica di frequenza dA m2
e di potenza Φ=1/683 W. Un occhio medio internazionale, stabilito in sede CIE, ci in cui dΦ è il flusso incidente la superficie, dA è l'area della superficie interessata dal flusso
consente di definire il massimo valore di visibilità relativa per radiazioni di lunghezza L'unità di misura dell'illuminamento è il lux (lx) e dimensionalmente si esprime in
d’onda di 555 nm, valore che corrisponde a 1 lm. lm/m2

ESEMPI LIVELLI ILLUMINAMENTO
a =1
Pieno sole, cielo sereno 100.000lx
a =1 rad
Cielo nuvoloso 10.000lx
Cielo stellato senza luna 10-4lx
a tot =2 rad 1 lumen
Illuminazione stradale media 5-30lx
Minimo necessario ai
pedoni per evitare ostacoli 0.2-1lx
Ambiente domestico 100-200lx
Esercizi commerciali 200-3000lx
Intensità luminosa (Fig. 2-1) Intensità luminosa (Fig. 2-2) Uffici e scuole 300-2000lx Illuminamento (Fig. 5)

CLASSIFICAZIONE BZ (Fig. 3) METODO PUNTO - PUNTO (Fig.6)


Nel metodo BZ vengono definiti i parametri progettuali al fine di ottenere una maggio- Il metodo utilizzato per il calcolo degli illuminamenti sul piano orizzontale in un deter-
re precisione di calcolo rispetto al metodo standard. In particolare il metodo classifica minato punto, è quello comunemente denominato "punto-punto" la cui formula è:
gli apparecchi basandosi su 10 distribuzioni standard della intensità luminosa, cioé
Ip x Klm x cos3 α
10 curve polari di larghezza crescente e rappresentabili con una formula matematica. Ep = dove:
All’apparecchio é poi attribuita, la classe BZ. Più alta é la sigla BZ, più largo é il fascio h2
luminoso e l’interasse possibile di installazione che assicura una buona uniformità. Ep = illuminamento in lux in un punto
BZ1 1 x cos4 α BZ2 2 x cos3 α BZ3 3 x cos2 α Ip = intensità in candele, riferite a 1000 lumen, nel punto in esame
BZ4 4 x cos1.5 α BZ5 5 x cos α BZ6 6 x (1+2 cos Klm = flusso luminoso della lampada
α) cos3 α = cos3 dell'angolo compreso tra la verticale dell'apparecchio e il punto in esame
BZ7 7 x (2+cos α) BZ8 8 BZ9 9 x (1+sen α) h2 = distanza al quadrato tra sorgente luminosa e piano di calcolo dell’illuminamento
BZ10 10 x sen α
90ϒ 90ϒ
115ϒ 115ϒ
90ϒ 100 90ϒ 90ϒ 90ϒ
105ϒ 105ϒ
100 90ϒ 50 90ϒ 40 95ϒ 95ϒ
60ϒ 200 60ϒ
60ϒ 300 200 60ϒ 100 50 BZ9 80
BZ5
300
75ϒ BZ10
100
75ϒ
BZ9 120 Ip
75ϒ BZ10 150 75ϒ
45ϒ 400 BZ4
BZ5
45ϒ 60ϒ BZ8 60ϒ 160 85ϒ 85ϒ
BZ3
45ϒ 500 400
BZ2
BZ4
45ϒ 60ϒ
BZ6 200
BZ8 BZ7 150 60ϒ h 200 75ϒ 70 75ϒ
BZ3 BZ2 BZ6 BZ7 65ϒ 140 65ϒ
600 500 45ϒ 250 200 45ϒ
30ϒ BZ1 600 30ϒ 45ϒ 250 45ϒ 55ϒ 210 55ϒ
700 300
30ϒ BZ1 30ϒ 280
800 700 300 45ϒ 45ϒ
30ϒ 15ϒ 0ϒ 15ϒ 30ϒ
800 350
15ϒ 0ϒ 15ϒ 30ϒ 15ϒ 0ϒ 15ϒ 30ϒ
35ϒ 35ϒ
420
15ϒ 0ϒ 15ϒ P 25ϒ 15ϒ 5ϒcd/km5ϒ 15ϒ 25ϒ

Grafico per la classificazione (Fig. 3-1) Grafico per la classificazione (Fig. 3-2) metodo punto-punto (Fig.6) Rendimento (Fig. 7)

TEMPERATURA DI COLORE RENDIMENTO (Fig. 7)


Si definisce temperatura di colore una mescolanza in giusta misura di diversi colori. Si indica con rendimento il rapporto tra il flusso emesso dall'apparecchio ed il flusso
Questa definizione da alla temperatura di colore di una lampada, misurata in Kelvin totale di lampada.
un'importanza fondamentale nell'installazione di apparecchi di illuminazione. Si Φu
potrebbe dire che la temperatura è un elemento di scelta qualitativo. n=
Φ tot
- Fiamma di una candela stearica 1800 K Essendo il rendimento un rapporto tra due grandezze omogenee esso è adimensio-
- Lampada incandescente 2700 K nale e generalmente viene espresso in termini percentuali.
- Lampada fluorescente detta WHITE 3500 K Nella caratterizzazione degli apparecchi il rendimento si divide in inferiore ni e
- Sole al tramonto 3500 K - 4000 K superiore ns
- Lampada fluorescente detta COOLWHITE 3000 K
- Sole d'estate a mezzogiorno 5500 K
- Cielo sereno 6500 K
- Lampada fluorescentre detta DAYLIGHT 6000 K - 6500 K
Elementi di illuminotecnica NOTE TECNICHE 753
La luce emessa da un apparecchio di illuminazione può essere rappresentata attra- "CURVE FOTOMETRICHE" proiettore (Fig.12)
verso un sistema grafico detto delle “curve fotometriche”. Esse sono l’unione dei punti Nei proiettori si hanno fasci più stretti, l'utilizzo di coordinate polari non consente un
congiungenti le varie intensità luminose che vengono emesse in ogni direzione nello
sufficiente dettaglio, perciò si preferisce rappresentare la curva con un diagramma
spazio dalla sorgente luminosa e che formano il solido fotometrico. Intersecando
cartesiano
il solido con dei piani si ottengono le “curve fotometriche”. Quando questi piani curva (cd/klm)
vengono descritti attraverso coordinate polari in cui il centro corrisponde al centro 400 piano trasver-
dell’apparecchio, si hanno “curve fotometriche polari”. Questi piani possono essere sale
fatti ruotare attorno ad un asse per esplorare in ogni punto del solido fotometrico. A 300

seconda dell’asse fissato per la rotazione si hanno diversi sistemi di piani fissati dalle
norme CIE. Una modalità alternativa di rappresentazione delle curve fotometriche 200 curva (cd/klm)
è fatta sostituendo la descrizione polare con una descrizione secondo coordinate piano longitu-
100
cartesiane. Questo sistema consente una migliore leggibilità delle fotometrie con dinale
fascio stretto e viene generalmente utilizzato per i proiettori. I due piani normalmente cd/klm
80ϒ 60ϒ 40ϒ 20ϒ 0ϒ 20ϒ 40ϒ 60ϒ 80ϒ
rappresentati sono quello trasversale e quello longitudinale che nel sistema CIE angoli di emis-
curve fotometriche proiettore (Fig. 12) intensità lumi-
corrispondono rispettivamente ai piani C0-C180 (linea continua) e C90-C270 (linea nosa cd/klm
sione (gradi)
tratteggiata).
CALCOLO DEGLI ILLUMINAMENTI COL METODO CIE (Fig.13)
"CURVE FOTOMETRICHE" plafoniera (Fig.8) La prima operazione che è necessaria fare è il calcolo del coefficiente K del locale di
L'insieme delle misure delle intensità luminose emesse da un apparecchio in ogni cui a e b sono i lati e hu è l'altezza degli apparecchi dal piano utile
direzione forma il "solido fotometrico". Generalmente non vengono date tutte le infor-
mazioni che riguardano tutto il solido fotometrico, ma solo quelle che giacciono su axb
due piani verticali, ortogonali tra loro, passanti per il centro ottico dell'apparecchio. K=
I valori delle intensità luminose (riferite a 1000lm) su un piano sono dette "curve hu x (a+b)
fotometriche". Per gli apparecchi da interno e per le armature stradali le curve foto-
metriche sono rappresentate in coordinate polari. A richiesta sono disponibili i dati La formula per il calcolo del numero degli apparecchi necessari in un impianto è:
fotometrici degli apparecchi da interni secondo la classificazione normativa UTE e
DIN 5040 Em x (axb)
napp =
Cu x Cm x Φ
curve plafoniera (Fig. 8) altezza di livelli di emissione di angoli di
installazione illuminamento luce indiretta emissione Dove Em è l'illuminamento medio richiesto in lux, Cm è il coefficiente di manutenzio-
in m in lux (gradi)
125ϒ
ne (a impianto nuovo =1); Φ è il flusso delle lampade in lumen per ogni apparecchio.
105
85ϒ 115ϒ 70 115ϒ curva (cd/ Il coefficiente di utilizzazione Cu viene letto nella tabella a fianco: individuata la riga
75ϒ 75ϒ 3 108 105ϒ
35
105ϒ
klm) piano relativa all'indice K del locale, la colonna è quella corrispondente all'insieme dei
65ϒ 85ϒ 65ϒ Ø 8.56 95ϒ 95ϒ
75ϒ 85ϒ 85ϒ trasversale
55ϒ
65ϒ
55ϒ
3.5 79 75ϒ 35 75ϒ coefficienti di riflessione delle superfici che racchiudono il locale.
45ϒ 55ϒ 65ϒ 70
Esempio: Vogliamo illuminare un locale di:
45ϒ 65ϒ
Ø 9.99

curva (cd/
55ϒ 105 55ϒ

35ϒ 45ϒ
15ϒ
5ϒ 5ϒ 15ϒ 25ϒ 35ϒ
4 60
45ϒ
klm) piano
140
175
45ϒ a = 7m, b = 5m,
25ϒ 35ϒ 35ϒ
35ϒ m Ø 11.42 lux 25ϒ 15ϒ 5ϒcd/Klm5ϒ 15ϒ 25ϒ
h = 3m, hp.l. = 0.80m, con 350 lux ad impianto nuovo; con art 601 Disanlens
diametro di luce sul piano di lavoro intensità luminosa longitudi-
(espresso in m) cd/klm nale 2x36W.
I coefficienti di riflessione del locale sono: soffitto = 0.7; cornice = 0.7; pareti = 0.3;
CURVE ISOLUX (Fig.9) piano di lavoro = 0.1 da cui si deduce che la colonna della tabella relativa all'appa-
Rappresentano l'unione dei punti del piano aventi lo stesso valore di illuminamento. recchio (riportata in Fig 13-2) è quella identificata dal numero 7731 (in blu), quindi si
L' apparecchio illuminante viene supposto norma-lizzato all'altezza di 1m, per una calcola il coefficiente K (in rosso) del locale;
lampada di riferimento di 1Klm. I due assi d/h e l/h mettono in relazione la larghezza hu = h - hp.l. = 3 - 0.8 = 2.20m
della strada (l) con la distanza tra i pali (d) e l'altezza degli stessi (h) K = (7 x 5) / (2.20 x (7 + 5)) = 1.3 (riga rossa)
quindi Cu = 0.45 (quadratino giallo).
Il numero degli apparecchi risulta essere:
CURVE ISOCANDELA (Fig.10) napp = 350 x (7 x 5) / (0.45 x 1 x 6900) = 4
La proiezione su un piano delle intensità in candele, di un certo solido fotometrico,
aventi lo stesso valore crea le curve isocandela.
Rappresentano quindi l'unione dei punti del piano aventi uguale intensità in can-
dele

coefficiente utilizzatore
lato strada 60ϒ K 8873 7773 7753 7731 5551 5511 3311 0000
lato marciapiede
Y 0.6 0.45 0.42 0.34 0.28 0.31 0.24 0.23 0.21
posizionamento 40ϒ Z
centro luminoso 60% h 0.8 0.53 0.49 0.41 0.34 0.37 0.29 0.28 0.26
rapporto larghez-
20ϒ 1.0 0.59 0.55 0.47 0.40 0.41 0.34 0.33 0.30
40%
za strada-altezza -1 0ϒ 1.3 0.65 0.61 0.53 0.45 0.46 0.39 0.38 0.35
0
1 20% b hu 1.5 0.69 0.65 0.58 0.49 0.50 0.43 0.41 0.38
2 -20ϒ
h I/h 2.0 0.76 0.71 0.65 0.55 0.55 0.49 0.47 0.43
4 d/h
hpl
3 -40ϒ 2.5 0.80 0.75 0.69 0.59 0.58 0.53 0.51 0.46
I 2 d 400
0
1
-60ϒ a 3.0 0.83 0.78 0.73 0.62 0.61 0.56 0.53 0.49
150 X
intervallo di illuminamenti rapporto interdi- 4.0 0.85 0.80 0.76 0.65 0.63 0.59 0.55 0.50
60ϒ 40ϒ 20ϒ 0ϒ -20ϒ -40ϒ -60ϒ 5.0 0.88 0.83 0.79 0.67 0.65 0.61 0.58 0.52
tra un isolux e l’altra stanza- altezza
curve isolux (Fig. 9) curve isocandela (Fig. 10) Dim. locale (Fig.13-1) Es. tabella CIE (Fig.13-2)

CURVA DEGLI ILLUMINAMENTI (Fig.11) ABACO DELLE LUMINANZE (Fig.14)


La curva degli illuminamenti è stata studiata per facilitare la scelta dell’apparecchio L’abaco viene impiegato per valutare l'abba­gliamento diretto dell’apparecchio. I valori di
per arredo urbano, quindi per illuminare passaggi, aree aperte, giardini e, soprat- luminanza delle due curve, trasversale e longitudinale, sono tracciati considerando un
tutto, strade. Sull’ asse Y vengono riportati gli illuminamenti in lux, mentre sull’asse osservatore rivolto verso l'apparecchio in un angolo tra 45° e 85°. Curve limite delimitano
l'area entro la quale la luminanza dell'apparecchio non costituisce un abbagliamento.
X viene riportata la distanza dal corpo illuminante. A differenza degli altri grafici che
Ognuna di queste curve si riferisce ad un livello di illuminamento medio sul piano utile
vengono presentati con riferimenti relativi (quindi con altezze di installazione e flussi che varia in funzione di 5 classi di qualità dell'impianto stabilite dalle CIE: se la curva
luminosi normalizzati) questo viene presentato in valori assoluti, cioè l’altezza dell’ap- delle luminanze si trova a sinistra delle curve limite l’abbagliamento è da considerare
parecchio è quella reale di installazione ed il flusso della lampada è quello effettiva- accettabile. Nella tabella n.15 è riportato il prospetto sulla limitazione dell’abbagliamento
mente emesso.In questo modo abbiamo risultati immediatamente disponibili all’ uso. e su quando usare un apparecchio in base alla classe (EN12464).
posizionamento h curva di illuminamento Classe di
classi di livelli di qualità tipo di compito visivo o attività
apparecchio qualità illuminamento
6 6 14 12 48 14 16 12
135 A compito visivo molto difficoltoso
LEGENDE NORMATIVE

120
E INFORMAZIONI

Classe Illuminamento [lx]


105 A (1.15) 2000 1000 500 <300
compito visivo che richiede pre
90 14 10 22 18 52 28 32 22 B (1.5) 2000 1000 500 <300
C (1.85) 2000 1000 500 <300 B stazioni visive elevate
75 D (2.2) 2000 1000 500 <300
60 E (2.55) 2000 1000 500 <300
compito visivo che richiede pre
45 34 26 40 36 60 44 48 30 85 8 C stazioni visive normali
30 6
75 4
15
compito visivo che richiede pre
3

h lux
D stazioni visive modeste
65
m 1 2 3 4 5 52 44 62 54 68 58 62 40 2

distanza in m. 55
per interni dove le persone non
diagramma degli illuminamenti (Fig. 11) 66 60 72 72 80 72 74 48
45 2
10 2 3 4 5 6 8 10
3
2 3 4 5 6 8 10
4
2 3 4
1
sono ubicate in una posizione
E di lavoro precisa ma si spostano
Valori di riflessione (in percentuale) dal angolo di curva curva da un posto all’altro esplicando
compiti che richiedono presta
manuale degli illuminamenti (Fig. 15) schermatura longitudinale trasversale zioni visive modeste

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