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Mozart 2

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Una grande messa solenne (probabilmente la Messa solenne in Do minore "Weisenhausmesse", K 139) fu

invece eseguita alla presenza della corte imperiale in occasione della consacrazione della chiesa
dell'Orfanotrofio. La finta semplice venne rappresentata l'anno seguente, 1769, nel palazzo dell'arcivescovo
a Salisburgo. Nel mese di ottobre, Mozart fu nominato Konzertmeister senza stipendio presso la corte
salisburghese.

Appena tredicenne, Mozart aveva acquisito una notevole familiarità con il linguaggio musicale del suo
tempo. Le prime sonate di Parigi e Londra, i cui autografi includono l'ausilio della mano di Leopold,
mostrano un piacere ancora infantile nel modellare le note e la tessitura musicale. Le sinfonie di Londra e
de L'Aia attestano la rapida e originale acquisizione da parte di Mozart della musica che aveva incontrato.
Analoghe dimostrazioni provengono dalle sinfonie composte a Vienna (come la Sinfonia n.6 e,
specialmente, n. 8), caratterizzate da una tessitura più ricca e da uno sviluppo più approfondito. La sua
prima opera italiana, poi, mostra un veloce apprendimento delle tecniche dello stile buffo.

Mozart in Italia (1769–1773)

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Mozart in Italia.

«La nostra musica da chiesa è assai differente di quella d'Italia, e sempre più, che una Messa con tutto il
Kyrie, Gloria, Credo, la Sonata all'Epistola, l'offertorio ò sia Mottetto, Sanctus ed Agnus Dei e anche la più
Solenne, quando dice la Messa il Principe stesso non ha da durare che al più longo tre quarti d'ora. Ci vuole
uno studio particolare per questa sorta di composizione, e che deve però essere una Messa con tutti
strumenti - Trombe di guerra, Tympani etc.»

(Wolfgang Amadeus Mozart, 1776[27])

Fu la ricerca di nuove committenze l'origine dei numerosi viaggi dei Mozart, di cui tre in Italia. Dal 1769 al
1773 Wolfgang effettuò con il padre tre viaggi in Italia, durante i quali suonò e ascoltò musica nelle varie
città.

Mappa che mostra i principali luoghi visitati dalla famiglia Mozart durante il primo viaggio, dal dicembre
1769 al marzo 1771: la linea nera mostra il percorso di andata fino a Napoli; la linea verde indica invece le
deviazioni durante il viaggio di ritorno

Primo viaggio (1769-1771):

dicembre 1769: Egna, Rovereto e Verona;

gennaio 1770: Mantova, Cremona e Milano;

marzo 1770: Lodi, Parma, Bologna e Firenze;

aprile 1770: Roma;

maggio 1770: Napoli, da cui va in gita a Pozzuoli, Baia, Pompei, Ercolano e Caserta;
giugno 1770: Roma;

luglio 1770: Spoleto, Loreto, Ancona, Senigallia, Pesaro, Rimini e Bologna;

ottobre 1770: Milano;

gennaio 1771: Torino e Milano Firenze

febbraio 1771: Verona, Vicenza, Padova e Venezia;

marzo 1771: Padova, Verona, Rovereto e Salisburgo.

Secondo viaggio (1771):

agosto 1771: Rovereto, Ala, Verona, Brescia e Milano;

dicembre 1771: Brescia, Verona, Ala, Bressanone e Salisburgo.

Terzo viaggio (1772-1773):

ottobre 1772: Bressanone, Trento, Rovereto e Ala;

novembre 1772: Verona e Milano;

marzo 1773: Verona, Trento, Bressanone e Salisburgo.

Primo viaggio in Italia

Verona

La sosta più lunga fu di due settimane trascorse a Verona, dove la stampa riferì entusiasticamente del
concerto pianistico di Wolfgang del 5 gennaio 1770 per l'Accademia Filarmonica di Verona nella Sala
Maffeiana del Teatro Filarmonico. Padre e figlio assistettero il 3 gennaio a una rappresentazione di Ruggiero
di Pietro Alessandro Guglielmi al Teatro Filarmonico che Wolfgang descrisse in modo sprezzante in una
lettera a sua sorella Maria Anna Mozart. Il ragazzo ebbe anche il suo ritratto dipinto da un artista locale,
Saverio Dalla Rosa e il 7 gennaio tenne un concerto organistico nella Chiesa di San Tomaso Cantuariense.

Milano

Chiesa di San Marco a Milano, nella cui canonica i Mozart alloggiarono durante la prima visita nella città

I soggiorni milanesi sarebbero diventati un'importante esperienza formativa: Mozart (talvolta chiamato
"Volgango Amadeo") rimase a Milano complessivamente per quasi un anno della sua breve vita. Incontrò
musicisti (Johann Adolph Hasse, Niccolò Piccinni, Giovanni Battista Sammartini, Johann Christian Bach e
forse anche Giovanni Paisiello), cantanti (Caterina Gabrielli) e scrittori (Giuseppe Parini, che scrisse per lui
alcuni libretti).

Hasse rimase molto colpito dalle capacità del ragazzo, tanto che disse: "Questo ragazzo ci farà dimenticare
tutti".[28]
Tra le più importanti conoscenze che fece Mozart spicca quella del conte trentino Carlo Giuseppe Firmian,
descritto come il "re di Milano", un colto e influente mecenate. Il suo supporto fu vitale per il successo
dell'intero viaggio in Italia.[29]

Lasciò Milano il 15 marzo 1770, per tornarci più volte in seguito. Arrivato a Lodi, sulla strada per Parma,
scrisse le prime tre parti (adagio, allegretto e minuetto) del Quartetto per archi n. 1, K 80, completato con il
Rondò che avrebbe scritto più tardi, forse a Vienna (1773) o a Salisburgo (1774). Tornò a Milano per
rappresentare le sue opere liriche. L'ultima a esordire in un teatro italiano fu il Lucio Silla, nel 1772.

Bologna

L'epistolario

L'epistolario di Mozart, noto anche per la giocosità scurrile delle lettere in esso contenute, è stato reso
pubblico nella sua interezza solo in tempi recenti. Per curiosità se ne propongono alcuni estratti.

«Vedi, sono capace di scrivere in tutti i modi che voglio, elegante o selvaggio, corretto o contorto. Ieri ero di
pessimo umore e il mio linguaggio era corretto e serio; oggi sono allegro e il mio stile è contorto e giocoso».
Alla cugina Maria Anna Thekla, chiamata affettuosamente Bäsle.

Mozart (1789)

«Oui, con quanto sentimento defeco sul tuo naso, così che ti coli sul mento». Alla Bäsle.

«Ieri ascoltammo il re scoreggione/Era dolce come torrone/E benché non fosse granché in
voce/Rumoreggiava in modo atroce». Alla madre.

«Sono dispiaciuto di sentire che Herr Abate Salate ha avuto un colpo apoplettico, ma spero che con l'aiuto
del Signore Truffatore le conseguenze non siano un insano pantano» (1777).

«Ora le comunico una notizia che forse saprà già: quell'ateo e arcibirbone di Voltaire, è morto come un
cane. Che ricompensa!».[30] Lettera al padre Leopold (1778).

Un altro importante soggiorno fu quello a Bologna (in due riprese, da marzo a ottobre 1770). Ospite del
conte Gian Luca Pallavicini, ebbe l'opportunità di incontrare musicisti e studiosi (dal celebre castrato
Farinelli ai compositori Vincenzo Manfredini e Josef Mysliveček, fino allo storico della musica inglese
Charles Burney e padre Giovanni Battista Martini). A Parma ebbe l'occasione di assistere a un concerto
privato del celebre soprano Lucrezia Agujari, detta La Bastardella.

Wolfgang prese lezioni di contrappunto da padre Giovanni Battista Martini, all'epoca considerato come il
più grande teorico musicale e il più grande esperto d'Europa nel contrappunto rinascimentale e barocco.
[31] Da lui Mozart apprese soprattutto i precetti del contrappunto nello stile di Palestrina.

Firenze
A Firenze, grazie alla raccomandazione del conte Pallavicini, la famiglia Mozart ottenne udienza presso
Palazzo Pitti con il granduca e futuro imperatore Leopoldo II.[32] Ritrovarono a Firenze anche il violinista
Pietro Nardini, già incontrato all'inizio del viaggio in Italia.[33] Nardini e Wolfgang suonarono insieme in un
lungo concerto serale al palazzo estivo del Granduca.[32]

Roma

Mozart diede una straordinaria prova delle sue capacità a Roma: ascoltò nella Cappella Sistina il Miserere di
Gregorio Allegri e riuscì nell'impresa di trascriverlo interamente a memoria dopo solo due ascolti. Si
trattava di una composizione a nove voci, apprezzata a tal punto da essere proprietà esclusiva della
cappella pontificia, tanto da essere intimata la scomunica a chi se ne fosse impossessato al di fuori delle
mura vaticane. La portata del fatto sta nell'età del giovanissimo compositore e all'incredibile capacità
mnemonica nel ricordare un brano che riassume nel proprio finale nove parti vocali. La notizia dell'impresa
raggiunse anche papa Clemente XIV.[34]

Il soggiorno a Roma vide Mozart impegnato in un'intensa attività compositiva: infatti, è durante questo
periodo che scrisse opere come la Contraddanza K 123 (K6 73g) e l'aria Se ardire, se speranza K 82 (K6 73o).
[35]

Napoli

Dopo tale impresa i salisburghesi, passando per Sessa Aurunca (nel cui edificio vanvitelliano alloggiò) e
Capua, si recarono a Napoli, dove arrivarono il 14 maggio 1770 e soggiornarono per sei settimane. Qui
ebbero un incontro con il segretario di Stato Bernardo Tanucci e con l'ambasciatore britannico William
Hamilton, che avevano già conosciuto a Londra.[36] Mozart tenne anche un concerto al conservatorio della
Pietà dei Turchini, durante il quale qualcuno attribuì all'anello che portava al dito la genesi delle sue
incredibili capacità musicali; Wolfgang se lo tolse e lo posò sulla tastiera, dimostrando che il suo talento non
derivava da virtù magiche.[37]

Napoli nel 1770 era una delle capitali europee della musica, oltre che quella di un regno e i Mozart ebbero
modo di venire direttamente a contatto con il mondo del teatro d'opera della città. Wolfgang era attratto
dagli innovatori dell'opera italiana: Domenico Cimarosa, Tommaso Traetta, Pasquale Cafaro, Gian Francesco
de Majo e principalmente Giovanni Paisiello. Secondo il musicologo Hermann Abert, da Paisiello il giovane
Mozart doveva apprendere diversi aspetti "[...] sia per i nuovi mezzi espressivi sia per l'uso drammatico-
psicologico degli strumenti".[38].

Ferdinando IV di Borbone, all'epoca diciottenne, non lo ricevette a corte ma soltanto in una visita di
cortesia presso la reggia di Portici. Mozart fu invitato a scrivere un’opera per la successiva stagione del San
Carlo, ma fu costretto a rifiutare a causa di un precedente impegno preso con il teatro Ducale di Milano.
Della difficoltà di emergere a Napoli come operista, a causa della concorrenza di numerosi e affermati
musicisti locali attivi in quella città, Wolfgang si ricorderà in una lettera al padre Leopold del 23 febbraio
1778:[39]
«Adesso la questione è solo: dove posso avere più speranza di emergere? forse in Italia, dove solo a Napoli
ci sono sicuramente 300 Maestri [...] o a Parigi, dove circa due o tre persone scrivono per il teatro e gli altri
compositori si possono contare sulle punte delle dita?»

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