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Tesi Metodologia

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Tesi Metodologia

Migliorare al calcio con gli altri sport: La MULTILATERALITA’

Corso UEFA C Piacenza


Merli Lorenzo
Relatore Prof. Torri Luciano

Una delle problematiche maggiori che si riscontra nei bambini di oggi è lo scarso movimento che
essi fanno soprattutto nelle fasce di età 3/12 anni, che comporta una grave mancanza a livello
motorio e quindi successivamente anche sulle abilità tecniche di qualsiasi disciplina che vorrà
intraprendere il bambino.
Infatti le abilità tecniche si fondano sulle abilità motorie (schemi motori di base + capacità
motorie), quindi più avremo abilità motoria e capacità coordinative maggiori potranno essere le
abilità tecniche.
In questo corso abbiamo discusso molto sul modo di allenare i giovani calciatori e sul metodo che
la federazione indirizza i suoi corsi: secondo il mio punto di vista il corso UEFA C che ricordiamo
abilita gli allenatori dai primi calci alla juniores dei settori professionistici (ad esclusione di Beretti e
Primavera) , dilettantistici, scolastici, andrebbe ridotto a fasce di età più grandi, diciamo dai 10 in
su, per i più piccini infatti non parlerei ancora di allenatori ma più di educatori. A tal proposito la
guida tecnica FIGC a proposito di scuola calcio ribadisce che:
L’educatore, dal punto di vista metodologico, più che dirigere e impartire ordini, dovrà osservare
per modificare eventualmente metodo e contenuto; suo compito sarà quello di creare un ambiente
ricco di motivazioni, suscitando nei bambini interesse e piacere nell’allenamento. Non dovrà
utilizzare nella correzione degli errori reiterati comportamenti disapprovativi, che in genere
producono ansia, sfiducia e disattivano ogni spinta che nel bambino è naturalmente presente a
migliorarsi. Viceversa, nella correzione degli errori, deve valorizzare la parte fatta bene e poi
spostare il suo intervento per correggere la parte fatta male”.

E’la stessa federazione che usa la parola “educatore” giustamente in quanto educa il bambino a
gettare le basi per diventare un atleta attraversa l’abilità motoria e la coordinazione, inizierà anche
le abilità tecniche con e senza la palla per avere il maggior bagaglio di esperienze possibili che lo
porteranno poi alla scelta della propia disciplina sportiva che sia il calcio o altro.
Numerosi studi hanno confermato che nei più piccoli si deve privilegiare il gioco, il divertimento e
fornire la più ampia esperienza di “avventure motorie”, approcciarli al MULTI SPORT.
Tra questi cito lo studio americano di Joel S. Brenner dove si accenna al Modello di Sviluppo
Americano, creato nel 2014 dal Consiglio Olimpico Americano.
Questo programma è basato su 5 punti divisi in base alla fascia d'età e quindi tenendo conto delle
fasi sensibili che il ragazzo/a sta attraversando:

1. scopri, impara, gioca (0-12 anni);


2. sviluppo e sfida (10-13 anni);
3. allenarsi e competere (13-19 anni);
4. eccellere per le alte prestazioni (>15 anni);
5. diventare punto di riferimento (per tutta la vita).

Inoltre il ritardare la specializzazione sportiva per la maggior parte degli sport fino
a dopo la pubertà (tarda adolescenza, ~15-16 anni di età), minimizzerà i rischi di
infortuni e aumenterà la probabilità di arrivare ad essere atleta eccellente.
Ma cosa significa multilateralità? Sotto riporto la spiegazione ripresa parola per parola da
Wikipedia.
La multilateralità indica un allenamento sportivo di carattere generale, che con esercizi e metodi
mirati alla disciplina sportiva praticata, può garantire uno sviluppo adeguato e un livello di qualità
fisiche maggiori, rendendo il lavoro più vario, ed evitando il rischio di cadere nella
stereotipizzazione e nell'unilateralità che potrebbero causare problematiche a livello fisico e
psichico.
Il lavoro multilaterale diventa di fondamentale importanza quando i bambini, in fase di crescita, si
approcciano ad una qualsiasi disciplina sportiva. Esercitazioni multilaterali e razionalmente
strutturate possono permettere una crescita fisica e mentale il più possibile generale e completa,
aumentando il bagaglio delle conoscenze motorie e cognitive.
Si possono identificare due tipi di multilateralità: estensiva o orizzontale, intensiva o verticale. La
prima è quella che più si adatta ai bambini che si approcciano al movimento, in cui è necessario
fare più esperienze motorie possibili. La seconda tipologia è invece più adatta ai giovani atleti che
si affacciano all'agonismo, i quali hanno bisogno di approfondire e specializzare la loro disciplina
sportiva.
Si può parlare di approccio multilaterale in diversi ambiti:
 antropologico;
 psicologico;
 pedagogico;
 anatomo-fisiologico

Antropologico - L'uomo nasce senza una motricità ereditaria, ma deve acquisirla durante la sua
esistenza affrontando più “problemi” motori possibili, e soprattutto, dev'essere guidato alla
soluzione di tali problemi in maniera adeguata e con visione multilaterale non unilaterale, la quale
aumenterebbe solo la ridotta capacità d'azione dell'uomo stesso.

Psicologico - Bambini con una grande pluralità di interessi, sono predisposti a sviluppare il
loro talento, rispetto a bambini che vanno incontro ad una specializzazione
precoce, la quale preclude tutte le altre vie.

Pedagogico - L'apprendimento dei bambini passa attraverso una continua stimolazione dei loro
schemi motori, e della loro curiosità che può essere alimentata solamente
attraverso un' approccio multilaterale.
Inoltre questo approccio facilità anche il mantenimento della loro attenzione, che
essendo bassa, rischierebbe di farli annoiare e far perdere loro l'interesse verso
l'attività proposta, ma con un continuo cambiamento dell'attività e stimoli sempre
diversi permettono di raggiungere lo scopo educativo con una didattica appassionante.

anatomo-fisiologico - Un insieme di sistemi ed apparati non può assolutamente essere


sottoposto a stimoli unilaterali, ma in ogni attività dev'esserci il coinvolgimento di tutti i sistemi e
gli apparati per uno sviluppo armonico e funzionale dell'organismo.

Da tutto ciò ritengo che un istruttore dovrebbe avere delle basi di studio (scienze motorie) per
poter valutare, formare e correggere il bambino nella fase in cui forma il proprio bagaglio motorio
e coordinativo.
Personalmente a me questa base manca ed è per questo che mi ritengo più “allenatore” per
ragazzi da 14 anni in su, dove in pratica il ragazzo dovrebbe già avere acquisito e formato le basi
motorie coordinative.
In questa fase trovo però molto importante proseguire in quello che viene definito l’allenamento
incrociato, aggiungere allo sport principale la pratica di altri sport, per evitare sviluppi unilaterali,
carenze o squilibri muscolari derivanti dalla pratica di un solo sport.
Parlando di allenamento incrociato però ci spostiamo già verso una
specializzazione sportiva, il multi sport è l'applicazione in determinate fasi sensibili dei nostri
ragazzi di diverse attività sportive, dando loro la possibilità di trovare nuovi stimoli e
provare molte esperienze motorie diverse.
Si capisce come gli argomenti multilateralità e multi sport viaggino su binari paralleli e abbiano lo
stesso obiettivo, che è lo sviluppo armonico dei ragazzi.

a multilateralità è importantissima per gli istruttori ma anche per gli allenatori: la parte che prendo
in considerazione è proprio quella per i più grandi,

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