Antropologia Della Musica
Antropologia Della Musica
Antropologia Della Musica
Lezione 1
Viviamo in un mondo in cui la musica ha un referente specifico. dando per presupposto che questa
si unite universale. oggi noi viviamo in una società globalizzata; prima i luoghi erano biblioteche,
archivi, utili per visionare materiali e non online come accade da 20 anni a questa parte. il rapporto
che ricercatore aveva con le fonti era un rapporto diretto.
affermazione che tutti abbiamo sentito: la musica è un linguaggio universale (?) no, è universale
come facoltà però poi esistono le musiche come esistono le lingue c'è una diversità sia
linguistica che musicale. la lingua che usiamo per parlare determina il modo in cui pensiamo di In
linguistica, l'ipotesi di Sapir-Whorf (o Sapir-Whorf Hypothesis, in sigla SWH), conosciuta anche
come ipotesi della relatività linguistica, afferma che lo sviluppo cognitivo di ciascun essere umano è
influenzato dalla lingua che parla. Nella sua forma più estrema, questa ipotesi assume che il modo
di esprimersi determini il modo di pensare: questa è una teoria molto affascinante! Costruiamo la
realtà su quello che siamo capaci di pensare. Il tipo di operazione non è solo di carattere cognitivo
ma ti riconoscere qualcosa che ci è noto. I componimenti musicali coincidono con il pensiero e
coincidono con le lingue. Questo slogan “la musica è un linguaggio universale” Ha avuto fortuna
perché la musica è asemantica, non veicola un significato preciso. le unità minime (es: morfema)
del linguaggio non equivalgono alla musica.
Ma è vero che la musica non ha un significato? No, perché si carica del significato contestuale,
simbolico e funzionale. tutto questo implica che l’asemanticita, non si ricava all'interno come nelle
lingua ma da una rete storico-sociale.
La parola musica ha una validità transculturale? No, nella nostra tradizione occidentale dal
significato greco MUSIKè ad oggi: nel significato greco questo termine coincideva con il canto, il
produrre suono strumentale, e la danzamega contenitore di musica e tutti si capivano. nelle altre
culture non si ha un termine che le raggruppa e si riferiscono al termine musica in relazione alla
musica occidentale. In Sicilia, sono definiti i musicanti coloro che, avendo acquisito la competenza
di sunari a musica (Suonare leggendo lo spartito), prestano opera nei complessi bandistici. la
banda è pertanto a musica: la musica per antonomasia, percepita come forma espressiva superiore,
ma comunque raccolta con affettuosa familiarità entro il contesto popolare tradizionale. I sunatura
Sono invece i depositari di un sapere tramandato per via orale da una generazione all'altra: u sonu
(il suono) non ha per loro “nulla a che vedere” con la musica, la cui essenza risiede appunto nella
trasmissione per mezzo della scrittura. gli stessi pastori che si considerano sunatura (suonatori)
attribuiscono tuttavia valore squisitamente musicale allo scampanio degli armenti e, per la
pregnanza estetica, assimilano diversi suoni dei campanacci a quelli degli strumenti musicali della
banda e dell'orchestra. I Fabbri, che alloro volta distinguono i sunatura dai musicanti , Non solo
perpetuano l'antico mito Mediterraneo della nascita della musica dell'incudine, ma addirittura
rovescia in occasionalmente la funzione dei propri strumenti da lavoro, cimentandosi
nell'esecuzione di veri e propri e sonate impugnando uno o due martelli.
Potremmo continuare, ma sufficiente quanto ricordato per chiarire la dialettica fra il versante emico
(interno alla cultura osservata) e l'approccio etico (osservare dall'esterno).
Il termine musica, indipendentemente dalla sua esistenza o meno nelle culture prese in
considerazione, viene infatti utilizzato nell'ambito degli studi e non musicologici al fine di collegare
tra loro, mediante una unitaria prospettiva d'analisi, fenomeni che determinate culture distinguono.
Per Alan Merriam il suono musicale è il risultato di comportamenti umani la cui forma è
determinata dai valori d'aiuti e dalle credenze di un popolo (1983);
Per John Blanking la musica è suono umanamente organizzato (1973);
Jean Jacques Nattiez Sostiene che il musicale equivale al sonoro costruito, organizzato e concepito
da una cultura (1987).
Proponiamo un'altra questione di ordine squisitamente epistemologico: possiamo definire il termine
strumento musicale? Che cosa riconosciamo un oggetto il suo essere musicale? Se lo chiedessimo
nella realtà dell'universo Navaho (area sudoccidentale degli stati uniti) per loro la musica non è
una categoria generale di attività, ma deve essere divisa negli specifici aspetti o tipi di musica.
Battere un tamburo per accompagnarsi nel canto non è una questione di scelta estetica ma riguarda
una reddita prescrizione relativa a una particolare cerimonia è che una discussione sugli strumenti
musicali non è una discussione di carattere estetico ma una discussione su questioni cerimoniali
riservati a pochi eletti flauti di osso ( per loro sono elementi cerimoniali e non strumenti
musicali). La riflessione teorica diventa inseparabile dell'indagine sul campo e l'acquisizione del
punto di vista interno alle culture osservate si qualifica come determinante elemento cognitivo.
Ad esempio: per la danza possiamo fare riferimento alla danza dei masai: saltano sul posto da un
punto di vista simbolico ostentano la virilità.
Definizione del termine CULTURA, in Primitive Culture del 1871 di Ed. Taylor : “Cultura o
civiltà, intesa nel suo ampio senso etnografico, è quell’insieme complesso che include le
conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualunque altra capacità e
abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro di una società”. I primitivi a cui lui faceva
riferimento erano i primitivi storici: i popoli cacciatori-raccoglitori. Con la rivoluzione del neolitico,
poi si assisterà al passaggio dal nomadismo allo stanziarsi: l'agricoltura legata al degli animali; ci
saranno più riserve e aumenterà la produzione di oggetti necessari per la stanzialità (sedie, tavoli).
Nasce la classe degli artigiani: si costruiscono oggetti, questo determinerà una differenziazione
delle competenze e professionalismo nei riguardi della musica: “artigiani della parola e del suono”
il riferimento agli aedi ovvero compositori e rapsodi (esecutori).
pensare alle culture come universale in qualunque luogo indipendentemente dal ceto, è molto
recente prima dell'Ottocento il pensare alle culture era legato all'elite. la cultura si faceva
corrispondere ha una qualità esclusiva fino a questa definizione di Taylor lo era ancora.
L’ALTRA MUSICA Viene scoperta: grazie l'invenzione del fonografo di Edison e del sistema
centesimale di Lewis. Le musiche come le lingue, si organizzano.
L'interesse scientifico per le musiche di tradizione orale si articola in due principali fasi
cronologicamente distinte:
la musicologia comparata che si sviluppa tra il 1880 e il 1950 circa
etnomusicologia (La parola e lascia nel 1950) studio della musica delle società etniche che nel
corso del tempo andrà via via modificando i propri oggetti e metodi favorendo l'affermarsi di nuovi
orientamenti caratterizzati dall'intersezione con altri ambiti disciplinari: antropologia culturale,
semiologia, psicologia, neuroscienze.
Steven Feld opererà prima attraverso un'ottica di antropologia del suono, liberandoci dalle
implicazioni storico culturali connesse alle nozioni di musica e poi ridefinisce il proprio ambito di
indagine in termini di acustemologia.
Se la fase iniziale degli studi sulle musiche primitive (musicologia comparata) è caratterizzata dal
lavoro “a tavolino”, con specifica attenzione verso il rapporto fra le strutture formali della musica
(scale, intervalli, ritmi) ele fa stadio ordine psicologico percettivo, nei primi decenni del 900, con
l'affermarsi del rilevamento su campo quale principale metodologia di documentazione, inizia a
manifestarsi una più specifica sensibilità riguardo alle connessioni fra fenomeni musicali e contesti
socioculturali. un precursore di in questa prospettiva va considerato il francese André Shaeffner
(1895-1980) Che partecipa in qualità di musicologo alla celebre missione etnografica e linguistica
Dakar-Gibuti, quando un'equipe di ricercatori attraversa l'Africa della costa atlantica del Senegal
(Dakar) all'estremità meridionale del Mar Rosso (Gibuti) in una spedizione guida dall'etnologo
Marcelle Griaule è durata circa due anni. sulle tradizioni musicali africane osservate direttamente
sul campo da parte di Shaeffner, Scaturisce una fondamentale monografia d'Italia organologico
l'origine degli strumenti musicali del 1936. il valore di questo contributo viene così posti in
evidenza da Francesco Giannattasio: l'originalità maggiore della sua trattazione è nell'impostazione
etnologica prima che musicologica: per Shaeffner, gli strumenti musicali sono innanzitutto dei
segni che rinviano al sistema di pensiero, alle credenze e alle tecnologie dello specifico contesto
culturale mettere in rapporto voi lo strumento e il materiale con cui esso era costruito e il
contesto.
Esempio: l'arpa Zande con la testa di serpente questo genere di tradizione voleva che gli
strumenti musicali venissero decorati con un'immagine antropomorfa.
Per noi essere una decorazione, per loro una rappresentazione dello spirito dell'antenato ed è unico:
il suonatore si mette in contatto con uno spirito: extraumano non è una decorazione ma è la
rappresentazione simbolica del valore di quell'oggetto. Bisogna andare oltre alla “Verità inerte”:
bisogna andare oltre l'apparenza.
La vera svolta nell'inquadrare sistematicamente la relazione fra pratica e musicale e comportamenti
socio culturali giunge tuttavia soltanto nel 1964 quando let non musicologo statunitense Alan
Merriam pubblicare libro l'antropologia della musica. L'aspetto più innovativo introdotto da
merriam riguarda certamente la formazione di un modello analitico tripartito che include insieme al
suono e al comportamento che lo produce, anche la contestualizzazione, ovvero il discorso intorno
alla musica. per me riamo le strutture sono ore scaturiscono da specifici comportamenti
culturalmente orientati, sì quali si fondano anche i discorsi in tessuto intorno al fare musica e che
rivelano implicitamente il sistema più generale dei valori che regolano la stessa esistenza delle
svariate società umane.
Le indagini etnomusicologia che si sono sviluppate in seguito hanno offerto informazioni sempre
più consistenti riguarda questo aspetto, valutando le nozioni di musica e strumento musicale.
Merriam chiarisce che << la conoscenza delle funzioni e degli usi della musica essenziale per la
comprensione dei processi sociali>> Ad esempio l'ocarina chiamata epodi che si suona durante la
caccia non viene considerata musica il suono prodotto!!
Un contributo di centrale importanza riguardo all'affermarsi di un approccio antropologico e
fenomeni qualcuno eh offerto dalla etnomusicologo britannico John Blaking (1928-1990)
Attraverso l'ampio lavoro etnografico svolto presso i venda del Sudafrica tra il 1956 e il 1958. Per
braking è necessario considerare le dinamiche che si attivano nell'ambito di specifiche contesto
culturale, in cui la multiforme ciclicità dei ritmi svolge una funzione talmente cruciale da riflettersi
anche in ciò che si considera musicale La musica venda non è basata sulla melodia, ma sulla
accentazione ritmica di tutto il corpo, di cui il canto è solo un'estensione. Blaking ritiene pertanto è
necessario comprendere le strutture profonde corrispondenti ai processi psicofisiologici che
caratterizzano gli esseri umani in quanto produttori di musica, nella convinzione che il fare musica
possa essere considerato come un modo particolare di organizzare il corpo umano, e sia
qualcosa di più che un elemento di mediazione fra natura e forme culturali. E’ la straordinaria
qualità di questo tipo di esperienza, Che innesca articolati processi di interazione sociale attivando
nel contempo fattori di ordine psicologico, fisiologico neurologico, a rendere la musica un
comportamento universale, specifico dei gruppi umani.
ASCOLTO: E’ MUSICA IL KATAJJAK ? Dal punto di vista occidentale certamente sì! infatti non
l'ho definiamo gioco di gola; Dagli inuit. È una gara esclusivamente femminile e si basa su una
tecnica dell'uso della voce di ispirazione ed espirazione, Con la possibilità di risonanza del corpo
faringeo per ottenere effetti molto particolari. esse sono forme di mascheramento della voce, legato
a una dimensione prettamente ludica e i suoni che ascoltiamo sono suoni esemplati su contesto
ambientale (versi delle oche). si mette in evidenza il rapporto con l'ambiente e l'empatia con gli
animali. limitazione dei versi degli animali coincide con la forza e il potere.
ASCOLTO: RECITARE IL CORANO IN MAROCCO: Per loro non è un canto: tutti all'unisono
contemporaneamente. loro non lo definiscono canto perché il canto a che fare con il profano e non
all'universo del sacro.
ASCOLTO: ADHAN: muazin (canto della preghiera): Espressione vocale estremamente elaborata
ricca di melismiveri e propri virtuosismi vocali. ma per loro non e canto è preghiera. definirlo
canto pone l'islamico in un atteggiamento sacrilego profano.
LEZIONE 2
Rassegna musicale Pucci-> saggio prof “Pluralità delle musiche” che ricapitola la fase iniziale
degli studi di antropologia comparata, mettendolo a confronto con la antropologia dell’800 e la
nuova antropologia che inizia a lavorare sul campo nei primi del 900.
Saggio tra i materiali didattici .
Power point :
Alan Merriam antropologia della musica, tradotto da Sellerio a Palermo; John Blacking How
musical is man -> due studi per lo sviluppo dell’antropologia della musica -> andrebbero letti
entrambi, il secondo più moderno , affronta la questione dell’uomo come musicus, cioè uomo che fa
musica a 360 gradi, non separando le tradizioni etnologiche e folcloriste dalla musica euro
occidentale (compresa la musica jazz.) Questa disciplina è trasversale quindi offre strumenti critici
di approccio e orientamento a 360 gradi, rispetto al fare musica. Non riguarda solo le musiche di
tradizione orale: uno sguardo antropologico si può avere in qualsiasi produzione musicale,
attenzione dunque il contesto .
Una differenza: mentre la storia opera a livello individuante, cause specifiche legate ad individui,
l’approccio antropologico e anche della nuova storia francese, è una storia che attenzione il contesto
e tutto quello che la grande storia degli eventi non considerava, i rapporti di produzione (marxismo)
e vita quotidiana delle classi sub alterne che nn interessavano in passato, perché la storia era
appunto fatta di eventi.
La nuova storia, che in Italia l’hanno fatta Carlo Ghisburg, Brodel in Francia e i suoi allievi, Smith,
ecc.
Attenzione a 360 gradi a tutte le classi che hanno o fatto la storia.
La storia della musica, in passato, si centrava sugli aspetti della questione del genio individuale,
dell’autore, e poco si occupava delle classi sub alterne o del contesto.
I teatri classici elisabettiani, infatti, riproducevano la struttura dell’Inghilterra rinascimentale.
Ciò significa attenzione aspetti non direttamente deducibili dai testi.
Il rapporto testo-contesto è il tarlo della storia dell’antropologia, tra formalismo (parte iniziale della
musicologia comparata, dome si struttura il suono, si comparavano strutture sonore o ritmiche) e
comportamentismo.
Dal formalismo si passa al comportamentismo, perché il suono si relaziona con il comportamento
che lo determina.
Qualcuno che scuote un oggetto, che suona una voce, che pizzica una corda ecc.
La musica, lo sguardo antropologico sui fatti musicali mette in gioco aspetti extra-formali, laddove
la musicologia classica si occupava di analisi legate ai testi, o storiche legate a modo aneddotico,
autobiografico.
Oggi le cose sono cambiate, però esiste ancora una differenza evidente tra saggio antropologico o
storico.
La diversità sta anche nel fatto che nell’antropologia c’è una dimensione di osservazione diretta dei
fenomeni, non presente nello storico.
30 anni di ricerca etnografica sono stati messi in relazione con una documentazione che parte dalla
bibbia-> dal libro della genesi. Un saggio scritto da un musicologo o da uno storico della cultura ,
troviamo dimensione accurata di analisi storica e culturale, ma no parte etnografica, come se le cose
si fossero cristallizzate e non comunicano con la contemporaneità-> quindi la ricerca sul campo è il
termine tecnico dell’antropologia, indagine diretta che ti fa documentare i fenomeni. Gli storici non
producono documenti, individuano e analizzano documenti.
Lo storico lavora su fonti pre-esistenti. Può essere geniale o molto fortunato, perché trova un
manoscritto, ma non lo creerebbe.
L’etnografo e l’antropologo e l’etnomusicologo invece , ragionano non su documenti pre-esistenti,
ma che c’è perché lo documentano.
Differenza tra i saperi orali, e quelli x via scritta. Ciò che sta in un museo ha una fisicità , mentre
l’oralità no-> c’è una mancanza di materialità.
Dalle rappresentazioni, dai reperti-> flauti di osso (che si fossilizza), in pietra, -> scoperta
incredibile flauto con 6 buchi trovato in un deposito dei Neanderthal, sono arrivate delle
testimonianze antiche.
Immateriale è ciò che si trasmette con voce e gesti, un’azione di carattere documentario. Quindi per
questi saperi immateriali , cosa sappiamo di come cantavano nell’800? Per il fonografo Edison e il
cinema dopo. Boas per studiare i nativi del Canada e nord stati uniti usava la macchina fotografica,
il fonografo, cinema.
1891 Palermo , saggio” il Tamburo e Il fonografo”, esposizione nazionale fatta tutta in materiali
come legno, gesso, materiali effigi, in piazza politeama-> dove si trovava Giuseppe Pitrè che
organizzo una mostra etnografica siciliana, con esposizione di un teatro pupi, manufatti pastori,
carretti, particolarmente belle da vedere, con una loro fisicità evidente di artigianalità sofisticata ,
ma la musica stava in una bacheca di vetro dove stavano libri , scritti da Salomone Marino ecc.
quindi la musica non aveva una fisicità nel senso che due orbi suonavano, o carrettieri cantavano.
Accanto alla mostra , erano esposte le novità tecnologiche-> dove c’era un fonografo Edison , ma
non si contattava un cantastorie.
Questo x dire la scarsa importanza data alla etnomusicologia.
Accanto invece, fecero arrivare un cantastorie, un sacerdote dei riti abissini, cantava delle
genealogie, ma non fecero documentazione oltre i disegni.
Meriam 1964 pone la questione dell’analisi antropologica dei fatti musicale per rendersi conto del
fatto che:
Alla base del suo discorso pone un modello tripartito : dice , per poter avere una visione
antropologica di un evento musicale, o di una tradizione, bisogna tener conto di 3 livelli:
1) Il suono
2) comportamento che determina la produzione di un suono
3) concezioni che ruotano attorno al comportamento e quindi al suono -> declina quindi il
passaggio da una tradizione formalista ad uno antropologico che tiene conto delle concezioni e
del comportamento.
Merriam mette insieme il funzionalismo antropologico , prima grande orientamento negli studi
demo-etno-antropologici che basa la raccolta dei dati sulla ricerca diretta sul campo, con la musica
che parte dalla cultura.
Evoluzionismo e diffusionismo-> il testo fondante dell’evoluzionismo del 1971 delinea una teoria
della evoluzione culturale, dalle idee sull’evoluzione biologica (prima metà 800 grazie già a Darwin
) o geologia ; Darwin rischiava di esser bruciato come eretico, perché l’idea era quella religiosa,
quindi la teoria dell’evoluzione della specie era ritenuta una cosa eretica e solo recentemente è stata
accettata .
Su questi discorsi furono fondate anche le ipotesi della trasmissione dei fatti musicali -> la
presenza dei flauti di Pan e di canna, in Oceania , nelle isole del pacifico e in sud America erano un
esito di migrazione , si dibatte se siano arrivati anche fino all’isola di pasqua dall’Oceania, ma è
molto lontana dalle coste del Cile, quindi ancora oggi dibattuto. Quindi idea che le musiche abbiano
migrato gli stili e gli itinerari, non come esito di tradizioni in modo autonomo, ma per migrazione-
>questioni che hanno avuto seguito nella musicologia comparata, poi tralasciati.
Power point
Alan Merrian: interesse esclusivo per il suono rende impossibile andare oltre il semplice livello
descrittivo.
Evidenzia la tensione tra il suono e la concettualizzazione della musica e poi , i tre livello:
1 suono, 2 comportamenti fisico, sociale e verbale, cioè tecniche corpo per suonare strumenti, ma
anche sociale perché la musica è un prodotto sociale e verbale perché gran parte della musica è
costituita da testo e poi 3 concettualizzazione della musica.
Il suono musicale vero e proprio possiedo una struttura può essere parte costitutiva di un sistema
generale, va visto come il prodotto di un comportamento specifico e di un comportamento
costitutivo --> la musica è utile per la comprensione di una cultura .
Bruno Nettle -> Etnomusicolgo americano che ha scritto uno dei più importanti manuali , “The
Study of Ethnomusicology” -> universali musicali secondo il modello tripartito di Merrian, in
termini trans culturali. Il fare musica presente una trasformazione dell'esperienza sul piano
individuale.
Il suono musicale: evidenzia la possibilità che la distanza di tono vada da 3 a 5 quarti di tono, ad
esempio. La ripetizione è un elemento sempre presente->ritmo e metro.
Concettualizzazione e comportamento: non v’è cultura che non abbia accompagnamento musicale->
i copti tutto rito interamente cantato. Il fare musica implica sempre una trasformazione
dell’esperienza, non è mai un fatto neutrale, perché anche la narrazione epica del cantastorie ha una
trasformazione dell’esperienza sul piano individuale.
La musica è un elemento di costruzione di identità.
Prof Bonazinga:
Cultura musicale: power point
Le componenti di una cultura musicale sono quattro:
1) Idee sulla musica: musica e sistema di credenze- estetica della musica- contesti della
musica- storia della musica
2) organizzazione sociale della musica
3) repertori musicali: stile-generi-testi-composizione-trasmissione-movimento
4) cultura materiale della musica
quest'ultima rinvia ad un aspetto importante-> all’interno dei saperi esiste una specifica cultura
materiale, cioè che ha a che fare con gli oggetti e la loro costruzione, quella degli strumenti
musicali.
Concetto “verità inerte” di Severi, Arpa (kundi) (della popolazione Zande) zande -> è un esempio di
dimensione materiale legata al fare musicale e si utilizza per accompagnare la voce.
Esistono competenze specifiche che riguardano prima dell’uso la costruzione degli strumenti.
Rec 1065-> arpa arcuata con cassa di risonanza coperta di pelle.
è talmente distante rispetto al modo in cui uno si accompagna con la voce con uno strumento a
corde, che non sappiamo se lo sia, perché gli intervalli sono desueti, ma anche il modo con cui si
associa la voce allo strumento-> arpa arcuata dei georgiani ancora più particolare-> canto polifonico
(esattamente multi part music oggi x sfuggire alle etichette della musicologia , dove è considerata
anche l’eterofonia, cioè si canta all’unisono, ma in diversi registri che determinano una
sovrapposizione di livelli, che non è quindi polifonia ma musica a parte.) Siamo di fronte ad
un’alterità molto forte, quindi si comprende il rapporto tra voce-strumento quando si
declinano in modi molto lontani dalla nostra cultura.
Il pattern dell’arpa arcuata ricorda un pattern di una sonata delle campate di Debussy “Les Cloches”
dice un collega -> la sentiamo.
Debussy orientalismo ed esotismo è centrato su delle esperienze di ascolto che fece a Parigi durante
l’esposizione universale. Egli fu molto impressionato dall’ascolto di queste orchestre che suonavano
su scale penta ed esatoniche che cambiò il suo modo di cambiare musica.
Recepisce dunque il pentatonismo , l’esatonismo, stranezze armoniche.
Le somiglianze nella musica:
I nostri itinerari cognitivi sono sempre orientati al riconoscimento di qualcosa che già conosciamo,
motivo per cui se vediamo qualcosa di nuovo, per collocarlo nella nostra esperienza lo rapportiamo
a qualcosa che ci è noto.
Così gli antichi hanno immaginato il firmamento, tramite i racconti e poi tramite una personalità
alla costellazione, con forme mitiche e con delle forme note di animali.
Chi si occupa di astronomia non usa oggi il nome delle costellazioni, ma dei numeri, ma quando era
ignoto gli uomini per appropriarsene hanno riportato l’ignoto al noto.
Questo lo facciamo anche x orientarci nello spazio. Il fenomeno che ci porta sotto il piano della
dimensione acustica, a determinati suoni, nell’antichità erano manifestazione di divinità, era un
modo di addomesticare qualcosa che non si potesse controllare, rapportandolo ad una figura.
La nostra esperienza forma la conoscenza, basata costantemente sulla relazione tra noto, e
ignoto, che rapportiamo al noto.
Uno degli aspetti fondamentali dell’antropologia, è l’esperienza dell’alterità dei suoni, degli
strumenti musicali. Non c’è bisogno di prendere un flauto per far i suoni soffiati, se puoi suonare un
fiato cinese che quello specifico timbro ce l’ha di per sé.
Ogni strumento ha caratteristiche nate per ottenere determinati timbri.
Oggi, infatti, quando si fa ibridazione, c’è una ricerca molto profonda dei suoni. È necessaria
uniformità visto che la musica non è universale.
Ecco quindi si parla di multilinguismo musicale -> Mantle Hood (1960) -> riteneva che la
bimusicalità fosse un aspetto fondamentale della formazione di un etnomusicologo, il gamelan
doveva esser suonato con il pianoforte perché poi si poteva apprezzare la differenza con un altro
strumento.
-Curt Sach: musicologo fra due epoche sintetizza le istanze teorico metodologiche maturate
nell'ambito della musicologia comparata anticipano diverse prospettive dell'etna ecologia moderna.
nel 1914 in collaborazione con Enrich Moritz Von Hornbostel elabora un testo sulla classificazione
degli strumenti musicali suddividendoli in quattro categorie distinte secondo le modalità di
produzione del suono in: idiofoni (non hanno bisogno di tensione addizionale) aerofoni (il suono si
produce mettendo in vibrazione una colonna d'aria) membranofoni (il suono si produce per mezzo
di una membrana applicata a un corpo cavo) cordofoni (il suono si ottiene attraverso la vibrazione
di corde tese su corpi solidi).
egli ha avuto anche il merito di proporre importanti monografie sulla storia della danza e sullo
sviluppo della musica preistorica delle civiltà antiche. nell'introduzione alla storia della danza si
preoccupa anzitutto di per immettere l'oggetto di studio, insistendo sulla natura straordinaria del
fenomeno coreutico: possiamo chiamare la danza ogni movimento ritmico non condizionato al
lavoro. formula anche una propria ipotesi nella monografia del 1943 riguardo all'origine della
musica la musica nasce in funzione della parola “logogenica” si affianca a questa parola
possibilità di avere una musica a patogenica costituita dal riflesso vocalizzato di condizioni
emotive estreme che si traducono in protomelodie fondate su un attacco in tessitura quota per
concludersi con un rapido salto discendente. Sachs individua infine la musica melogenica che in un
certo senso sintetizza le due tipologie precedenti. nel suo ultimo scritto Sachs afferma che: la
musicologia comparata ha perso ogni utilità; inoltre la comparazione può denotare un metodo ma
non un ramo del sapere sash sancisce quindi il passaggio verificato di intorno al 1950 di una
nuova definizione disciplinare gli esperti del campo cominciano a parlare di etnomusicologia
unendo l'etnologia alla musica.
Schaeffner, etnomusicologo francese fa u passo in avanti gli strumenti musicali sono segni voi
che rinviano al sistema di pensiero, allegre danze alle tecnologie dello specifico contesto
culturale fatto sociale totale !!
Schneider in Primitive Music (1957) si preoccupa di delineare un quadro delle teorie che hanno
catalizzato tutta la cosa della musicologia comparata pone la dimensione spirituale affondamento
della creazione musicale dove la musica è la sede delle forze segrete dello spirito che possono
essere evocati dal campo per dare all'uomo un potere soprannaturale o che gli permette di riscoprire
la sua essenza più profonda. cioè vero sia per la musica religiosa sia per quella profana perché
l'uomo primitivo non fa distinzione fra i due generi. insiste inoltre sull’imitazione sonora quale
procedura di assimilazione di energie naturali e mistiche entro cui svolgono un ruolo centrale le
cavità risonanti.
visione del video le vie dei canti dal libro omonimo di Bruce Chatwin
Ambientato in Australia, il libro racconta delle indagini svolte da Chatwin sulla tradizione
aborigena dei canti rituali, tramandati di generazione in generazione come conoscenza iniziatica e
segreta.
Era la terra che dava la vita all'uomo; la terra è un'icona sacra che non deve essere sfregiata. la
concezione altamente spirituale tra l'uomo e il suo ambiente, infatti utilizzato per le cause
“possessione della terra” : e stata restituita ai nativi i quali oggi sono padroni.
Video Docufilm: ricostruisce molto bene il mondo di vivere di questi uomini, il quale si configura
in maniera analoga al mondo di vivere degli uomini nel paleolitico. 50.600 anni fa l'Australia è stata
colonizzata, ma questi uomini hanno avuto la possibilità di conservare lo stile di vita.
Feld apre la sua principale monografia “suono e sentimento” riferendo il mito fondante della credenza che
riguarda la reincarnazione in forma di uccello degli spiriti dei defunti: Ehi le voci bosavi che riecheggiano tra
gli alberi della foresta. il mito “MUNI BIRD” narra di un bambino e della sorella maggiore che si recano un
ruscello per pescare dei gamberetti. la sorella nel raccoglie alcuni mentre il fratellino non riesce nell'intento
glieli chiede piangendo, senza tuttavia ottenerli. il bambino pesca al loro un gamberetto piccolissimo, e inizia
a trasformarsi in uccello Muni “la colomba fuggivora bella”. Il bambino-uccello spicca il volo ripetendo il
suo tipico richiamo simile a un lamento, mentre la sorella lo prega di tornare, offrendo in dono tutti i
gamberetti che ha raccolto. questa dolorosa metamorfosi è causata dall'infrazione di un obbligo avvertito dei
bosavi in termini cogenti, vuoi che per loro è impensabile negare il cibo ad un bambino. l'azione negativa
trova quindi compensazione nell'acquisizione di un nuovo status, secondo un meccanismo tipico del pensiero
mitico che tende a mediare opposizioni non altrimenti riconducibili, come quelle fra la giustizia e
l'ingiustizia oppure la vita e la morte come spiega Levy-Brull insegnando il mito negli anni 50, l'ordine è
stato infranto, quando il bambino viene trasformato in uccello l'ordine viene reintegratoed è attraverso il
canto che si ricompone l'ordine e si ricompone il destino dei vivi e dei morti. E chiaro che il mondo sonoro
dei bosavi, che è un mondo naturale, ogni campo dell'esperienza vitale è rapportato ai suoni emessi dagli
uccelli come riflesso delle loro condizioni emotive. per il popolo del bosavi la dimensione espressiva
(sonora, poetica, gestuale e figurativa) è indissolubilmente connesse all'armonia dei legami sociali e alla
relazione fruttuosa che gli esseri umani istituiscono con l'ambiente naturale, in tutte le loro possibili
reciproche implicazioni (filmato: LE VOCI DELLA FORTESTA).
Il libro si occupa del mondo degli uccelli, del mito e della cosmologia presso i Kaluli, e di come questi
fossero collegati alla poesia al canto e ai lamenti. feld osserva che l'ambiente della foresta pluviale è
percepita dagli abitanti come una sorta di diapason funzionale a tradurre acusticamente le fondamentali
coordinate spazio temporali, Poiché dei suoni si ricavano informazioni su posizioni e distanze nella foresta.
Per lui il suono va inteso come strumento al tempo stesso di cognizione spazio-temporale e di
consapevolezza del sé, incorporando, attraverso un processo che Lega memoria e narrazione, il flusso delle
espressioni sonore naturali e umane. Feld intende pertanto delineare con acustemologia una radicale
alternativa ai tradizionali processi antropocentriche che continuano ad essere condizionati da nozioni quali
“musica e cultura”, “musica nella cultura” e “musica come cultura”, allo scopo di indagare il riflesso sonoro
della constante interazione fra soggetti umani, non umani, cibernetici e ambientali (VEDI SAGGIO
ETNOGRAFIE DEL SUONO TRA NATURA E CULTURA).
Mito della Mongolia: lo strumento musicale è un cordofono ad arco “Morin Khuur”: ci sono due corde una
funge da bordone la seconda viene utilizzata pizzicandololo strumento può essere accordato in modi
diversi. L'aspetto interessante è la struttura di questo strumento: nella sua sommità ritroviamo una testa di
cavallo. La leggenda narra che un pastore o un soldato deve allontanarsi dal suo villaggio a causa del lavoro;
ispiri ti regalo un cavallo che la notte possa riaccompagnare l'uomo dalla sua amata residente nel villaggio. si
scopre che è il cavallo viene ucciso per invidia. con i resti si costruirà questo strumento musicale, in modo
tale che il contatto con lo spirito dell'animale possa continuare e rimanere in vita. Il brano ascoltato
rappresenta una corsa del cavallo: tra il suono si riportano i morti in vita, la quale è una costante di molte
culture, possedere degli strumenti musicali come mediatori fra la vita e la morte.
Lezione 4
Reincarnazione di altri esseri viventi uccelli per i Kaluli e strumenti musicali costruiti da resti di
animali (pastori mongolo nomadi con i cavallil’addomesticazione nata in quell’aria lì Mourin
Khour). Motivo narrativo dell’Osso che canta studiosi della scuola finnica, Kronh e Tomakson
elaborarono un indice dei tipi e motivi narrativi; segmentano l’universo narrativo depositato nelle
fiabe di tradizione orale, trascritte dai raccoglitori dove era depositata la lingua di queste nazioni
(lingua come identità nazionale) romantici raccolgono prodotti dell’oralità canto e poesie.
Questi studiosi capiscono un dettaglio importantissimo nella narrativa orale: numero ristretto di tipi
di racconto, mentre i motivi ovvero gli elementi sono molti di più.
L'Indice internazionale Aarne-Thompson è un metodo di classificazione di fiabe e racconti popolari,
basato un indice dei “tipi”, ovvero un catalogo numerato di motivi ricorrenti nelle fiabe. In questo
modo ogni fiaba può essere descritta attraverso una serie di numeri che corrispondono ai diversi
temi in essa sviluppati. Il sistema Aarne, pubblicato per la prima volta nel 1910 e poi esteso da
Thompson, raccoglie circa 2500 trame standard, sulle quali si basano numerosissimi racconti
tradizionali dell’Europa e del Vicino Oriente.
Il tipo (struttura unitaria indipendente dai motivi) di cenerentola varianti narrative che girano
intorno all’idea di maltrattamento del patrigno la magia status sociale diverso. All’interno di
questo tipo, possono variare gli oppositori, aiutanti, strumenti magici che consentono la
trasformazione motivi (mattoncini).
Elaborano indice 8 volumi di tipi e motivi narrativi, grazie allo spoglio di questi studiosi.
Nell’indice Armn Tomson è il tipo narrativo AT n°780 “singing bone” osso che canta, fiaba
tedesca raccolta dai fratelli Grimm.
Qual è la narrazione che riguarda?
Un/una giovane uccide il fratello/sorello e lo seppellisce/annega (il tipo presenta motivi diversi).
Dalle ossa/pianta scresciuta in luogo della sepoltura/annegamento, un passante che può essere
pastore/menestrello/contadino ricava uno strumento musicale che può essere flauto (aerofono
libero)/piffero (oboe?) /zampogna (otre-le canne melodiche sono due-estensione melodica molto
rispetto)/cornamusa (sacca-bordoni-1sola gamma melodica)/arpa/violino/opp. Parte di uno
strumento musicale (variante Siciliana) ance della zampogna/ variante tedesca bocchino di un
corno. Nello strumento si incarna l’anima del defunto, attraverso il suono- canto omicidio
ritorno l’ordine.
Nell’Europa centro-settentrionale si formalizza in Ballata, canto narrativo che racconta una
storia.
La storia ha un’estensione molto più ampia e segue la vita del protagonista, la ballata è concentrata
su un fatto che inizia e finisce. Un grande compositore ha preso spunto dalla varianti tedesche e ne
ha fatto un poema sinfonico: Mahler “il canto del lamento” trasposizione della variante. Lui
prende il testo da Ludwig Bekstain: storia: regina che promette la propria mano al chi porterà il
fiore più bello. Il fratello più giovane muore (è sempre cosi) lo troverà sotto il salice, il fratello più
grande lo vede e uccide il fratello e lo porta alla reina flauto menestrello canto del lamento
—> il re e il flauto prodigioso. (fiaba tedesca, la triste vicenda di un fratricidio per amore di una
bellissima e orgogliosa regina, che verrà smascherato dal flauto di un menestrello il cui lamento
accuserà il colpevole durante il banchetto nuziale). la grande importanza che questo tema aveva
era già noto a fine 800 di musicisti ed artisit anima del defunto che si reincarna e dà voce alle
proprie ragioni storia del Mourin Khour appartiene a questa!
Facciamo un salto nel tempo per capire da dove viene: nel contesto Mediterraneo in relazione a
questo motivo narrativo L’osso che canta in sicilia mito di Pan + sovrapposizione di intrecci;
La storia riguarda il mito di fondazione di questo strumento, il flauto di Pan.
Pan quando perde la ninfa, nel luogo in cui la ninfa sparisce, prende le canne e costruisce uno
strumento a canne congiunto e tutte le volte che lo suona, c’è la reintegrazione della ninfa nel
mondo, lo strumento prende il nome della ninfa perduta e la rievoca, ma anche la questione di argo
e del pavone degli occhi , ha dei rigurgiti nella tradizione orale.
Questa possibile associazione della storia di Pan, Siringa e Argo con la tradizione narrativa
contemporanea 900esca, è stato Alberto Favara. La storia ricorda il flauto di Pan che non è mai
stato registrato ma che veniva sempre suonato. Cosa fa Pan quando perde la Ninfa di nome Pan?
Prende le canne e costruisce uno strumento a canne congiunta quando lo suona si ricongiunge e la
rievoca. Storia Argo-pavone-occhi ha dei rigurgiti nella tradizione orale è stato Albero Favara a
rievocarla. Compositore, musicista di Salemi, fu direttore del conservatorio di Palermo, “Urania”
opera presentata alla scala di Milano. Fu un precursore dei lavori etnomusicologi in Sicilia perché
mette insieme tra fino 800 e inizio 900 trascrizione di musica di tradizione orale che Ottavia Tiby
metterà insieme “musica di tradizione orale trascritta su tradizione orale” c’erano i fonografi ma
in Sicilia no! A Salemi Favara trascrive questa fiaba c’è un canto-intonazione melodica di alcuni
versi trascrizione di Alberto Favara, non riporta il dialetto ma le note del canto. “Leggenda del
friscaletto” in relazione alla storia di Pan, Siringa e Argo. C’erano diversi testi scritti che
raccontavano questa storia Sicilia l’uno che dava un riscontro melodico è stato Alberto Favara
(vittima figlia - flauto di Pan). L’hanno rifatta sia Rosa Balistreri (identica e ripete le strofe di
Alberto Favara con la melodia e la trasforma in una canzone) che Alberto Profazio ( trasformazione
di genere: inserimento del materiale di favara all’interno di una narrazione : ballata in piena regola:
si immagina una raga con chi raccoglieva più penne per pigliare una penna di “più” era l’uccello in
realtà) inizi anni 70ballate che appartenevano alla tradizione orale dell’Europa Settentrionale.
Variante raccolta nel 1960 La versione con il meraviglioso finale magico, in cui un'arpa o un
violino (o anche un pianoforte) è costituito dalle ossa bianche e dai capelli gialli delle sorelle e
viene portato a suonare al matrimonio, dove canta la storia dell'omicidio.
Twa Sister Aberdeenhire:
C'erano due sorelle che vivevano in una valle
, Binnorie o Binnorie,
E il bonnie millert laddie cam acoortin o loro,
Presso le dighe di Bonnie Mill o Binnorie.
Malehr testimonanza antica sicilia per narrazione e non come canto a diff di Balistreri
Ballata poi Ballate Nord Europee diff. Di maturità stilistica nel contesto anglo-celtico.
La migrazione del tipo narrativo nel rock progressiv della Musical Box dei genesis.
Una specifica ricerca centrata sul tipo narrativo definito “osso che canta” nell’indice Arne-
Thompson (n. 780) è stata da me avviata nel 1995, attraverso la registrazione sonora e/o audiovisiva
di 35 varianti distribuite in tutte le province della Sicilia (la ricerca è tuttora in corso di
svolgimento).
Nell’ambito della medesima performance narrativa, valga segnalare proprio la fiaba
convezionalmente denominata L’osso che canta secondo i criteri fissati dalla scuola finnica (Aarne-
Thompson 1961 e Thompson 1967). Il tema del racconto – che in area nordeuropea è diffuso anche
sotto forma di ballata – si può così sintetizzare: 1) un giovane (o una giovane) uccide il fratello (o
sorella) e lo seppellisce (o getta il cadavere in uno specchio d’acqua); 2) dalle ossa dell’ucciso, o da
una pianta cresciuta sul luogo della sepoltura (o dell’annegamento), un passante (pastore,
menestrello, giullare, mendicante, contadino) ricava uno strumento musicale (flauto o piffero,
zampogna o cornamusa, arpa, violino) oppure una sua parte (a esempio il bocchino di un corno
secondo la variante presente nella celebre raccolta dei fratelli Grimm); 3) nello strumento s’incarna
l’anima del defunto (“motivo narrativo” E632 in Thompson 1932-36/II: 413) che attraverso il
suono-canto accusa il responsabile dell’omicidio (cfr. Just 1991: 159-182). In tutte le versioni
siciliane attestate nella letteratura demologica sono presenti delle strofe cantate – Gonzembach
1870: n. 71 (ed. it. 1999: 279-297); Cannizzaro 1870-1875 ca., ms. Biblioteca Regionale di Messina
(ed. Siracusa Ilacqua 1972: 99); Pitrè 1875/II: 196-200; Grisanti 1909: n. 10 (ried. 1981: 253-254) –
ma la melodia utilizzata nel canto viene rilevata all’inizio del Novecento esclusivamente da Alberto
Favara, che si limita tuttavia a riportare soltanto una sintesi in italiano della fiaba (trascrizione
musicale e commento sono pubblicati per la prima volta nel 1923).
Torniamo in Sicilia corpus musiche popolari siciliane per quanto riguarda la melodia + fabistica
800 in italiano o dialetto con versi della canzone senza melodia. Nessuno si è preoccupato di fare
un’indagine di questa trad. orale. Salemi anni 90 e incotrai u zu peppino Accardi, ex pastore.
Una delle prime registrazioni, effettuata a Salemi (TP) nel 1995, costituisce un esempio
particolarmente notevole, poiché il narratore alterna addirittura tre diverse modalità espressive:
narrazione, esecuzione strumentale e canto. Giuseppe Accardi, ex pastore e suonatore di
friscalettu (flauto di canna) e suona la versione di Favara eseguita nel gruppo folkloristico e
non quello tramandato in trasmissione orale nella loro famiglia, non si limita difatti a
interpolare nel racconto le strofe cantate, ma ne esegue prima la melodia al flauto per meglio
rispecchiare la struttura drammatica del racconto.
Sul piano del contenuto va notata la pressoché totale identità con l’intreccio attestato nella stessa
area quasi un secolo prima da Alberto Favara: 1) un re ha due figli maschio e femmina, e promette
di donare il regno a quello che sarà capace di portagli una penna dell’uccello pru (probabile
corruzione di gru); 2) i due partono alla ricerca del mitico uccello ed è la figlia a trovare la penna; 3)
mentre fa ritorno verso la casa paterna la fanciulla si imbatte nel fratello che l’annega in un fiume
per impossessarsi della penna; 4) dopo qualche tempo un pastore si trova a pascolare il gregge
vicino a un canneto sorto sulla riva del fiume in cui era avvenuto l’annegamento; 5) il pastore taglia
una canna e costruisce un flauto, che appena completato si anima di vita propria e inizia a suonare-
cantare (la melodia precede il canto che acquista la funzione di semantizzare il suono dello
strumento). Non c’è il discorso dei fratelli, qui c’è la figlia caso dell’annegamento del fiume. La
canna è un elemento che congiunge i mondi (del morto con i vivi simbolicamente).
Picurareddu chi m-mucca mi teni,
iò sugnu fìgghia di re ccavaleri,
iè pi ppigghiari la pinna di pru,
me frati Peppi lu scilliratu fu!--> le prime due volte (cantata)
Patruzzu miu chi m-manu mi teni,
iò fu gghiccata nill’acqui sireni,
iè pi ppigghiari la pinna di pru,
me frati Peppi lu scilliratu fu!--> la terza volta ecco la variante!!!
Altre varianti per mettere in evidenza fra tipo ed elemento narrativo: altra parte della Sicilia di
Giavanni Ciulla (Messina) nato a Fiumedinisi nel 1952, narra una fiaba appresa dal nonno e suona
la zampogna e organetto. Qui l’oggetto dotato di potere magico sono le ance! C’è
un’appropriazione della storia verosimile alla storia dei pastori come se fosse una storia vera. Il
pastore và a corte per fare la novena di natale: c’è una logica, nella prospettiva di una max
verosimiglianza. Anche la melodia che viene suonata è un tipico andamento di novena di natale in
6/8.
Altra variante a Vittoria nel Ragusano da parti di Giovanni Virgadavola, veniva da una famiglia
contadina. E’ un narratore semi-professionale, da molti anni si esibisci all’interno del castello di
Donna Fugata tradizione del cunto e del cantastorie. E’ una variante molto più completa e
presenta elementi che si ricollega alla trad. + antica; qui si chiarisce il motivo per cui il RE e ci sia
di mezzo l’eredità; la ragione delle penna miracolosa perché la regina è malata ed ha un male agli
occhi vengono nominati nella tradizione siciliana trascritta diversi uccelli più o meno mitici “pru”
“cru” varianti di “gru” uccello abbasta esotico e “pau” è il pavone che ha sulla sua coda stampati
gli occhi di Argo (Argo che tutto vede) valore altamente propiziatori e magico le penne si usano
come rito di guarigione. Una serie di elementi che estendono il valore simbolico di questo racconto
con una profondità ed estensione più pregnante rispetto ad altre.
Altra variante Messina, Maria Costa quanto raccontò la variante; era figlia di pescatori nel versante
tirrenico racconta la storia dei fratelli.
Altra variante Mineo (CT) rimane all’interno di una Koine: la presenza della canzone che ha una
resa quasi magica: varia sempre il motivo.
Dopo 30 versioni registrate, ognuno ha la propria versione musicale e la storia.
Versione a Aquilino il tipo narrativo è sempre lo stesso, anche se non c’è il motivo della penna e
il caso è la gelosial’uccello è il pavone. Vecchi zampognari di Palma de Montechiaro.
Una delle canzoni più belle dei Genesis, Musical Box, è fondata su questa idea.
1971-> “Il crimine delle nurse” , gioco di parole per indicare i canti dei bambini, dove la nurse
gioca con le teste, ma tutto il canto, the musical box è il carion, una scatola musicale che suona,
dove si incarna l’anima del piccolo principe che viene assassinato dalla nurse.
↓
Sentiamo una versione raccolta nel Devon del 1950 di Old King Cole “Nursery Rhyme”. Un canto
cumulativo, una cosa un pò umoristica, parla di questo vecchio recale, un vecchio sempre allegro,
chiedeva la sua pipa, la sua poppa, e poi chiamava i 3 violinisti, ognuno con un bel violino e poi
continua ecc annoverando gli altri.
Canto originale a cui fa riferimento The musical Box, da questa nurse che ammazza il bambino che
si reincarna nella musical box, nel Carion e rivendica le sue ragioni. ↓
Torniamo in Sicilia, abbiamo effettuato un percorso ampio tra generi poetico-musicali e narrativi
molto diversi. In Sicilia questa storia si riteneva depositata nel corpus di musica popolare Siciliana e
nelle fiabe del primo 900 , in cui c’erano trascrizioni verbali del testo, a volte in dialetto, altre rese
in italiano .
Senza melodia. Nessuno aveva mai indagato, in tempi moderni sulla possibile persistenza della
narrazione in tradizione orale , fin quando , il prof andò a Salemi, da cui proveniva Favara, e
incontrò Peppino Accardi-> ex pastore , sentiamo rec, l’ aveva più di 70 anni.
Questo anziano, pastore e suonatore di friscalettu, di Salemi, viene coinvolto dal locale gruppo
folkloristiko, e cominciò a fare esibizioni.
Siccome la trascrizione di Alberto Favara era stata effettuata a semi, quello del gruppo ritengono
fosse interessante che suonasse la versione di Favara e non quella di tradizione orale in famiglia.
Quindi quando il prof andò da lui, gli fece sentire la fiaba , raccontandola, con la melodia sia con il
flauto che con la voce identica a quella di Favara, quindi era evidente che fosse una ricostruzione.
Alcuni anni dopo, fece la spiegazione, cioè la melodia originaria era diversa e poi nel gruppo gliela
facevano fare come Favara , perchè per loro più fedele ( ignorante in realtà) cioè non valorizzavano
la versione originale, presa in famiglia , ma quella di Favara. (C’è pure versione di Mirabella aveva
rapporti con il circondario amici di Favara, quindi c’era una circolarità. )
Variante Messina Maria costa : Esempio dell’espressività messinese. Figlia di pescatori, il modo in
cui racconta la storia è eccezionale. “Hanno avuto ciò che si meritavano”.
Una delle varianti più complete in provincia di Catania, Mineo.
Qui si narra di 3 fratelli, e della penna di “Cu”. Si narra che la pinna si cerca nel bosco, nelle
foreste. Anche i vari stili di narrazione , ma sempre in una koinè, in un racconto che ritorna, la
canzone che ha una presa magica anche nell’ascolto di questo motivo che cambia SEMPRE ( in 30
rec)
Si adatta a diversi contesti anche.
Tra gli esempi più interessanti, a palma di Montechiaro , di matrice contadina, ma erano tutti
zampognari, alla fine la suonano.
Aquilino è il narratore.
Assente il motivo della penna, solo gelosia tra fratelli ,ma tipo narrativo sempre uguale.
Dice che gli antichi suonavano la ciaramedda. Alla fine infatti la suonano e la cantano.
Qui l’uccello è un pavone. C’è una reminiscenza e alla fine la suonano, la Mendola, il già anziano
di palma di Montechiaro. Appropriazione del racconto.
Nel Grove c’è la differenza di cose è musica e cosa non è musica per L’islam:
- il richiamo alla preghiera, i canti dei pellegrinaggi, i canti di lavoronon sono musica
- la poesia cantata, la musica preislamica (sensuale) è musica
questa definizione è una definizione che si utilizza anche in Occidente la quale è legata alla forma e
non alle funzioni che la musica svolge.
Pratiche rituali:
-Pratiche con funzione spirituale che coinvolgono il corpo sia come mezzo di produzione di suono
sia grazie al comportamento(comportamento gestuale e coreutico) .
-contesto rituale
-le pratiche messe in atto nei contesti rituali servono sia ad aiutare per avvicinarsi a Dio fino a
divinizzarsi, sia da entrare in relazione con entità extra di varia natura.
uno dei nomi di Dio è ALLACH “io sono il vero”
l'obiettivo del sofismo e l'annullamento, e il perdersi in Dio permanere in Dio con canti e danze.
la musica e la trance secondo Gilbert Raget, nel suo volume, problematizza i termini di “trance” e
“estasi” che in francese vengono utilizzati come sinonimo ma non è così!
Estati: immobilità, silenzio, solitudine, assenza di crisi, ricordo, allucinazione.
Trace: movimento, rumore, collettività, crisi, amnesia, sovra stimolazione sensoriale.
Raget identifica inoltre 3 stati di relazione tra essere soprannaturale e soggetto che vive lo stato di
alterazione di coscienza:
1) trance di possessione: durante la quale il soggetto muta la sua personalità
2) trance di ispirazione: quando il soggetto è stato invaso da una divinità ho forza emanata da
lui come lo Spirito Santo.
3) Trance di comunione: relazione tra divinità e soggetto intesa come incontro vissuto dal
soggetto (entasi).
COPTI (si ritengono i diretti discendenti dei faraoni che nel canto): aspetti che ben si sposano con la
sintetizzazione del divino: stati ipnotici che è generalmente riguardano i generi religiosi ci sono
nelle tre categorie: RITI DELLA SETTIMANA SANTA.
Dimmi una Santa copta inizia la domenica delle Palme con un MACRO rito differenti ufficiature
all'interno di una data stabilita ci sono 10 ore canoniche: 5 ore del giorno- e 5 ore della
vigiliapresenza di elementi di sovra stimolazione (ripetizione di preghiere, gesti del corpo,
incenso).
ES.1: ascoltiamo un canto (che si ripropone più volte durante il giorno) con variazione di profezie al
variare delle ore canoniche: formula introduttiva al letture della profezia: cantillazione in stile
Melissa ematico ora sesta del venerdi Santo.
Esempio Tai Shor : presenza di strumento a percussione (cembali) appena hanno detto aronne
si incomincia ad incensare l'icona.
esempio video: 412 kyrie eleison nella dodicesima ora quando viene fatta la sepoltura
manifestazione del lecito di sovrastimolazione sociale—> trance di tipo con elementi simili allo
Spirito Santo.
Kyrie eleison – Dhikr – Mevlevi corde in legno e nodi intrecciati (tipo rosario mentre si
recitano le preghiere per avere la mente impegnata).
L’ascolto della musica e poesia, in ambito sufi, risvegliano ciò che era latente nell’iniziato.
Ascolto e movimento sono correlati il mondo umano e divino sono correlati ha senso solo
all’interno di un contesto ROTAZIONE + PRATICHE INTERIORI.
La rotazione è una delle tantissime modalità in cui “ayin- i- serif2 etnologo Jean During ci
parla del flauto NEY (chiave di sol lungo 35 cm): antropologia dello strumento: il mezzo nel
quale l'iniziato può suonare per suonare però bisogna trovare l'inclinazione giusta. c'è un
metodo per l'apprendimento di tale strumento: prima si impara il ritmo ciclico percuotendo le
gambe, poi si impara la melodia con la voce, poi si prende lo strumento e si suona.
Canto Rast ILAHI: la lingua il turco classico, inoltre si no di l'andamento melodico tutto
viene tramandato per tradizione orale, da poco tempo a questa parte c'è il supporto di
trascrizioni.
Tunisia: rito di possessione sofismo apopolare tunisino.
conclusione professore bonazinga: reiterazione: il rito nella sua contestualità, si comprende sia
gli effetti che gli scopi. il tempo che questi gesti suoni occupano attraverso la riproposizione di
una formula fissa efficace nell'apprendimento-> così come lo sforzo collettivo del lavoro: la loro
formalizzazione permette il massimo risultato con il minimo sforzo.
Tunisi: rito di giorgiano confraternita nawa , culto di SEBI MARUBIA oppure In Sicilia si
riscontra la tradizione dei cantastorie ciechi.
A Sortino nel 2004. si trasforma in un dialogo accorato con i defunti, tra cui una ripetuta richiesta di
un incontro finale, un'ulteriore parola di consolazione e di assistenza. Si tratta, come osservato in
precedenza, di una strategia simbolica volta a stabilire "un mezzo di comunicazione tra lo spazio dei
vivi e quello dei morti, una condizione controllata di similarità che annulla temporaneamente la
separazione". Sincretismo: ultimo contatto tra mondo dei vivi e morto. C’è una tecnica e
specializzazione: la sorella più piccola e più brava rispetto a qualla adulta. La figlia paragona il
piano umano a quello della Madonna addolorata. Qui non c’è la scarica parossistica non ci sono
grida!
Filmato in Chiesa a Sommatino: come filtravano le lamentazioni funebri (ci sono le grida). Altra
registrazione a Rosolini (tamburo e banda). la voce della sorella del defunto si alterna e si
sovrappone al ritmo luttuoso del tamburo e alle marce funebri eseguite dalla banda di strada locale
(24).
Ecco un frammento del ciantu ri mortu ("grido per i morti"), basato su una formula melodica
discendente che abbraccia una terza minore (La bemolle3 - F3) che è caratterizzata dall'uso sia
cromatico che microtone.
Consuetudine negli anni 90: rivela la diversa modalità di rapportarsi al cordoglio, legami alla
tradizione con la sua tradizione defunto ceto alto: borghese-alto borghese banda non consona:
dolore personale e non ostentato! La cosa paradossale è che la banda viene pagata lo stesso per non
suonare! la strategia è quella di pagare la banda per non suonare ai funerali! Nonostante la
lamentazione funebre sia una pratica proibita, ma non era proibita nel mondo antico. Esiste un altro
riflesso di canti e suoni intesi a rappresentare il cordogli che hanno un carattere melodico e testuale
rispetto a quelli stereotipati riscontrati in precedenza. Cechi specializzati nel repertorio sacro La
prova della presenza di orbi agli eventi di lutto si trova nell'usanza di cantare rusari ("rosari"),
nuveni o nueni ("novene") (31) e preghiere chiamate raziuni (dal latino orationes) o diesille
(dal latino Dies irae) (32) nelle case delle persone che desideravano commemorare il loro persone
care morte . I rosari per i defunti venivano celebrati il lunedì e quelli per le "anime del
Purgatorio" il lunedì e il venerdì (cfr alcuni testi in Vigo 1870-74, 533-534). La novena per la festa
dei Morti si teneva dal 25 ottobre al 1 novembre ed era consuetudine in quei giorni richiedere canti
commemorativi. I canti commemorativi potevano anche essere eseguiti durante tutto l'anno, ma solo
il lunedì.
Ascolto Novena dei Defunti: Di solito si esibivano in duo: uno suonava il violino e l'altro il citarruni
(un piccolo basso a tre corde o violoncello adattato, nel XX secolo gradualmente sostituito dalla
chitarra). Il testo trascritto da Guggino dall'esecuzione di Salerno e Cangelosi (33), con
accompagnamento di chitarra e violino, corrisponde quasi esattamente a quello della Nuvena
pubblicata 80 anni prima da padre Carollo (1891 111-120, riprodotta a Guggino 1988, 148-151). Il
contenuto sottolinea la necessità di voti e atti di penitenza per redimere le " anime sante dei
poveri morti", senza dimenticare che "stiamo attraversando questo mondo".
Ascoltiamo la Novena dei Defunti Messinese: Il testo si riferisce a specifici temi cattolici romani
che sono molto distanti dai temi di lamento sopra descritti. La drammatica riconfigurazione del
lutto si basa infatti sul paradigma <vita = dolore vs. morte = gioia eterna>, fatta attraverso
struggenti monologhi che cullano il devoto a compiere preghiere e buone azioni per alleviare le
sofferenze "transitorie" del Purgatorio concezione ecclesiastica. Il Purgatorio è
un’invenzione medievale dove le anime stanno in temporanea sofferenza, a sostenerli sono i
parenti che devono sostenerli con denari destinati alla chiese e con le loro azioni.
Ascolto rosario dei defunti di Sortino come quella messinese! Impietosire attraverso questi appelli
la prospettiva catechisita: buone azioni, buone offerte, buone preghiera.
Stessa cosa a Messina Orazione della Madre Morta nella tradizione di Messina: retorica dello
scambio di partecipazione: io ti garantisco però tu devi seguire una serie di processi testualità che
arriva dalla chiesa! Testi controllati da sacerdoti o scritti da sacerdoti. Come la Novena di Natale
“Viaggiu dulurusu” che risale ad un testo di un prete gesuita di Monreale nella metà del 700
Benedetto Annulero.
Ascolto ORAZIONE DEL BAMBINO MORTO: quando moriva un bambino che veniva
direttamente accolto in paradiso, bisognava gioire e suonare le campane del “Gloria”: anima pura
tradizione cantastorie cechi di Messina.
Ora passione alla morte fittizzia del Cristo, rappresenta il Venerdi Santo con tutto
l’armamentario che normalmente ricorre in occasione di un individuo. Filmato a Trapani del
Venerdi Santo “ I misteri”. Il modo in cui viene mossa la VARA (le lettighe su cui vengono trasp.
Le statue dei santi) Significa Bara perché dei Santi non si festeggia la nascita (a parte Gesu Cristo
e S. Giovanni) ma dei Santi si festeggia la morte trasportati du una Bara-Vara, caratterizzate
dall’annacata o ondulamento! Stesso comportamento delle lamentatrici funebri che ondulano il
busto.
Esempio tamburo laterale del venerdi Santo a Messina: tamburo con corde disattivate, il suono è
sordo. Altro esempio Palermo sempre del tamburo. Ora vediamo Misilmeri: qui si rievoca la vita
terrena del cristo “i sepolcri”. Molto spesso la figura è la Madonna che cerca il figlio, fino al
momento culminate della morte del cristo “Maria getta un grido come uno squillo” fase
parossistica della lamentazione funebre riproposizione rituale-sacra, manifestazione del
cordoglio: mov. Ondulatorio, ritmi lenti del tamburo, marcia funebre banda il canto è diverso.
Una trascrizione musicale di questo lamento di lutto è stata preparata dal compositore siciliano
Giovanni Sollima (vedi Guggino 2004, 342-343), che ha anche utilizzato la mia registrazione
originale come parte della sua composizione I Canti ("The Chants", Sonzogno editore, Milano
1998), inclusa nella colonna sonora del film I cento passi diretto da Marco Tullio Giordana nel
2000 vengono usate le campane a morto + uso del documento originale all’interno di una
composizione d’autore della signora Giuseppina Inga (nonna di Rosario) Neli, Neli, lu maritu! / Ca
mancu ti vitti ca partisti pi surdatu pi la maliditta guerra, lu maritu! / Ti nni isti e mmancu ti vitti
cchiuni, lu maritu! / Sbinturatamenti mi muristi, lu maritu! /
Video museo Pasqualino Bonazinga “Suoni e Gesti del Venerdi’ SANTO” Mussomeli il lamento
viene eseguito in latino e gli squilli delle trombe indicato il grido dell’Addolorata! Che equivale
nell’ittari vuci !
Video celebrazione morte in contesti africani: esattamente il modo in cui vengono portate nei
contesti vestivi i santi- le donne sventolano i fazzoletti- il modo di trasportare le bare con i morti
dentro ostentazione della VITA! La reintegrazione della presenza nonostante il lutto subito:
ostentazione della vita attraverso il corpo dei vivi vs quello borghese introspettivo che
convivono!
Esempio Stati Uniti: Jazz funerales a New Orleans uomini di colore! Si alternano cose tristi con
cose allegre: compresenza di due faccie! Morte e rinascita, compresenza.
Esempio: Domenica di Pasqua Scicli in Sicilia: Ci fa vedere effettivamente la stessa cosa , lo stesso
atteggiamento dell’africa e degli stati uniti nei confronti della morte, ma qui nei confronti della
resurrezione di cristo- quindi si festeggia una resurrezione, una riappropriazione della vita; omu
vivu, l’inno alla gioia di Capossela. Sempre stesso principio.
Fino a che veda che la bellezza è la vita e che nn deve finire, capossela rielabora la marcia del gioìa,
la musica è questa, idem la banda, e l’ha pure suonata il giorno di pasqua.
Due modi quindi, in cui forme musicali della resurrezione, una della morte una vita, rielaborate da
Giovanni Sàlina di formazione canonica, e Vinicio cantautore.
Il significato del “rito”: i riti si caratterizzano per la loro polivalenza semantica, offrendo
l'osservatore anche troppi significati. le principali scuole che- nell'ambito dell'antropologia
culturale, della sociologia, della psicologia, della psicoanalisi e dell'etologia-si sono occupate dello
studio del rito, hanno rispettivamente indagato specifici aspetti che concorrono a delineare il
funzionamento e le possibili ragioni a fondamento dell'esistenza e della permanenza dei riti.
Il rito funebre in Alto Svaneti: Il territorio denominato Svaneti, situato nella porzione nord
occidentale della Repubblica georgiana, si divide in alto svaniti e basso svanetti. l'alto svaniti a sua
volta è diviso da un confine naturale, il Monte Bali, che separa la provincia in inferiore e superiore.
quest'ultimo prende il nome di svaneti libero, il quale si estende dal villaggio di Latali a quello di
Usguali.
Il rito funebre
il rito funebre si svolge abitualmente quattro giorni dopo la morte di rado viene celebrato fra le
mura di una chiesa. al funerale accorrono numerosi abitanti del villaggio e parenti provenienti da
altri insediamenti, i quali si radunano nel giardino esterno che circonda l'abitazione: alcune donne
sono impegnata nel cucinare quel che verrà consumato durante il banchetto funebre, mentre gli
uomini si intrattengono dialogando fra loro. un gruppo di cantori formati da solo uomini, prende
posto dietro una piccola tavola appositamente allestita per cantare lo zar: in funebre composte
esclusivamente ed esclamazioni di dolori e di respirazione (ohi, voi) .
nella lingua svaniva odierna il termine zar ha perduto il suo significato specifico e oggi viene
impiegato esclusivamente per indicare l'inno funebre maschile. in georgiano invece il vocabolo zari
significa letteralmente ” campana”. lo zar viene ripetuto a intervalli irregolari sino a che la
tumulazione non abbia avuto luogo e similmente al suono di una campana, è vissuto quale segnale
che esprime una condizione di marginalità estrema e afflizione, informando la collettività
dell'accaduto e ricordando i vivi nel della morte. sei in passato ciascun insediamento salvano
possedeva un proprio zar, oggi si attestano soltanto 7 varianti. l'elemento che maggiormente
evidenzia una distinzione fra le tipologie di zar risiede nella sequenza musicale introduttiva
pronunciata dal solista differente per ogni villaggio.
qualora il defunto sia nata in un villaggio diverso dall'insediamento nel quale ha vissuto e trascorso
gli ultimi giorni di vita o nei casi in cui fosse legato da rapporti parentali con persone residenti in
un'altro centro abitato, può accadere che i mezare di quel villaggio si rechino a porgere l'omaggio
funebre eseguendo il proprio zar.
all'interno delle case, le donne esternano il dolore per la perdita e seguendo specifiche formule di
pianto rituale, il cui motivo melodico varia per ciascuna lamentatrice. differente dallo zar, i lamenti
sono costituiti da frasi di senso compiuto intonate su semplici schemi melodici e ripetuti
ciclicamente.
la salma, circondata da fiori, è posizionata con il volto orientato ad est. l'ambiente appare spoglio
dei comuni elementi di arredo: sono osservabili drappi Rossi alle pareti, un piccolo piano
d'appoggio sul quale sono collocato una foto del defunto e delle candele color oro, secondo le
consuetudini celebrative cristiano ortodosse. sole donne sedute su ampie panche occupano i quattro
lati del locale quasi a tracciarne il perimetro.
a colei che effettua la lamentazione femminile, oggi comunemente le donne replicano con un
semplice pianto collettivo.
la struttura interna prevede una tripartizione in tre sezioni: iniziale conclusiva costruite su frasi
musicali e verbali rispettate piuttosto rigidamente, nelle quali viene spesso indicato il rapporto di
parentela con il defunto; quella intermedia, e caratterizzata da una maggiore flessibilità sia melodica
che testuale, dove si delinea un estemporaneo dialogo con il defunto. l'esecuzione nel complesso
risulta caratterizzata da un andamento ritmico-melodico fluido. la conclusione di ogni modulo è
sempre resa attraverso la successione di tre suoni discendenti.
Diversamente dallo zar il C’mindao Xmerto/Ymerto (?) viene eseguito, in modo analogo in ogni
villaggio dell'alto svaniti. il testo poetico di questo canto come previsto dal trisagion, esprime elogi
e richieste di benevolenza a Dio. si osserva la presenza di sequenze verbali non Sense e di termini
interpolati da non Sense. la struttura del canto si compone di: un intervento introduttivo realizzato
dalla voce sola, una frase musicale (A) ripetuta tre volte su differente testo poetico; la riesposizione
dell'intervento iniziale, limitatamente variata ed eseguita simultaneamente alle voci posta
inframmezzare le prime due esposizioni di A. una sezione conclusiva (B) dotata di un proprio
motivo melodico, presentata al termine della terza ripetizione (A). l'organizzazione formale del
canto può essere così schematizzata: m/A/m/A variata /m/A variata. l'andamento ritmico, seppure
si tratti di un in risulta maggiormente sostenuto.
Rituale funebre: passare dal dolore alla felicità--< rituale Kaiori 2 volte 8 giorni per giù uomini
hanno 8 costole), due volte 9 giorni per le donne (hanno 9 costole) + rituale di chiusura un giorno
extra. E’ basato su un mito: uomo che suonava il popondo e la donna il flauto sono strumenti
sessuali->ed era in trance sono entrati in due buchi nel terreno: un signore è venuto dopo 8 gg e
non sentiva più il popondo dopo 9 gg non sentiva più il flauto.
L’anima è sempre presente. Il secondo giorno dopo la canzone, l’nima arriva all’aldilà. --< si vive e
si muove in comunità. Dato che il dolore è inevitabile, lo si vive insieme e lo si trasforma in gioia.
Si costruisce una capanna e poi si brucia così come quando l’uomo muore finisce la sua utilità.
Gli ultimi due giorni, queste persone si riuniscono nella capanna, per stare due notti in mezzo al
nulla rituali di densificazione!
Il morto è presente nell’uva della vedova: borsa da viaggio, il morto stesso, passaporto per poter
entrare nell’aldilà. Noi per i Wana viviamo nel tempo del mito.
Chiedevano che gli fossero portato da bere, perché se avessero bevuto avrebbero cantato meglio.
La gente che arriva dona cibo e alcolici che poi verranno cucinati per mangiare.
Il funerale è la festività più costosa si collabora e si creano relazioni.
Le donne cucinano dentro la capanna, gli uomini cucinano fuori la capanna.
Si canterà per due notti canto mokaiori (uomini e donne) e 7 volte il mendelo (solo uomini, si
prendono per le braccia, attorno ad un palo).
Lezione 25/05/2022
La parola magica: trance “transizione” da uno stato di coscienza normale a uno stato di coscienza
alterata. L’alterazione può avvenire in tanti modi: droghe, alcol. Il modo in cui la musica e la danza
rientrano in questa alterazione dello stato di coscienza contesti legati a riti: propiziazione dei cicli
vegetativi dell’uomo e della natura. Se ci si ammala è perché si è fatto un errore con le divinità!
I riti di Wudu indiano (religione sincretica). Ci si ammala o perché si è infanto un tabù o xk si è
dispiaciuto una divinità o per invidia Cloude Levy-Strauss 50-’60 l’efficacia simbolica fa
riferimento ad un rito sciamanico cultura del centro-America Kuna, vivevano in villaggi
organizzati in maniera tribale, LOA divinità di riferimento che protegge la vita ma che dà la morte.
Secondo la tradizione dei Kuna, (pescatori-cacciatori, con villaggi organizzati in piccoli gruppi)
ogni essere vivente ha il PURBA (energia vitale dell’individuo). La scena che descrive Strauss è la
scena di un parto, nelle capanne, con congiunti. Quando una partoriente ha una difficoltà viene
chiamato lo sciamano, entra nella capanna e si mette a cantare e il canto racconta una storia ben
precisa la riconquista del PURBA che la DEA LOA ha temporaneamente tolto dalla partoriente!
Lo sciamano contatta la dea per la restituzione del purba, lo riconquista e il canto si conclude con il
lieto fine! Condizione di rasserenamento e soddisfazione del carattere psicologico! Efficacia
simbolica che nel nostro mondo occidentale si sperimenta in relazione ad una seduta psicoterapeuta.
Trasformazione della realtà da negativa a positiva! E’ chiaro che ciò che noi faccio non ha un
effetto sulla realtà in un contesto trad. sono figure riconosciute e sottoposte alla comunità, nel
mondo moderno chi si rivolge al mago sono individui autonomi e non c’è comunità, quindi qui non
c’è nessun controllo. Rito della pioggia, della crescita dei cereali…intese a trasformare la realtà,
perché l’alternativa è non fare nulla--< per cercare un mutamento della precarietà attraverso
tecniche di carattere espressivo. Che cosa ha che fare questo con la trance? Il contatto con il mondo
extra umano, non può avvenire in condizioni di normalità, ma bisogna creare delle condizioni
straordinarie, e si attiva con comportamenti particolari. Il medium nella società borghese, si auto-
induce in una condizione di trance, ed è in quel momento che entra in contatto con gli spiriti, i quali
potranno comunicare con i viventi. Nelle pratiche sciamaniche, esiste un operatore specializzato che
attraverso dei comportamenti che prevedono indossare un costume specifico e mascheramento del
volto (mondo animale e vegetale) fa un viaggio dalla terra al cielo e va a negorziare con le
divinità la questione che si deve risolvere. Lo sciamano è un professionista capace di autoindursi
con il ritmo, la danza e il canto un’alterazione di coscienza NON C’è POSSESSIONE è
ATTORE PERSONALE! Il regime ideologico condiviso fa si che ci sia la max fiducia. Il
movimento è ascendente, ed usano la musica per caratterizzare questa dinamica di rapporto con le
potenze superiori.
Differente è la trace per riti di possessione si determina il processo invero, si invoca una divinità
che si impadronisce dell’adepto e lo usa per comunicare con i viventi, il quale diventa
temporaneamente la sede del Dio. Gli viene indotta in un contesto, il cui ruolo fondamentale la
svolge la musica funzione mediatrice “chiamano gli spiriti e le divinità” trance indotta!
La possessione prevede un movimento dall’alto verso il basso, e prevede che la musica svolga un
ruolo esattamente opposto a quello che accade nello sciamanismo quindi nella trance sciamanica
parliamo di trans condotta o autoindotta nel caso del miti di possessione parliamo di trans indotta.
musicisti determina la condizione di trasformazione temporanea dello Stato di coscienza che
permette alla divinità di parlare attraverso la bocca dell’adepto o semplicemente a fare delle cose
che rientrano in una drammaturgia più ampia. ti può capitare di vedere il rito per esempio del dei
Chris che fu che della danza dei criss che fu mercato in video da Margaret mead e Gregory Benson
negli anni 30 a Bali in cui si vede chiaramente che i danzatori in trance spingono i cris contro il
petto anche se c'è ovviamente un controllo sociale molto forte questi ballano per tempi molto lunghi
così come nelle processioni penitenziali la gente si autoflagella e anche lì ci sono delle condizioni di
alterazione della coscienza perché anche gli c'erano tanti modi il dolore fisico innesca un'alterazione
temporanea della coscienza il digiuno è un'altro elemento che può innescare una alterazione
temporanea della coscienza erano tutte pratiche che venivano abbondantemente utilizzare dai
mistici anche nel nostro contesto cristiano cattolico. Esse sono altre modalità prospettiche ma
tuttavia che si basano si fondano esattamente tutte sullo stesso principio.
Visione filmato: è un rito di guarigione sciamanico e per appoggiare questa impalcatura teorica su
degli esempi pratici.
Visione filmato: rito dalla confraternita dei Nawa- Marocchini, sono dei gruppi che si organizzano
intorno ad un gruppo di musicisti di vari strumenti: ci sono membranofoni, aerofoni, idiofoni, vari
strumenti che concorrono a ritmare una danza. la donna che veniva aiutata era in trance e attraverso
la trance gli spiriti si impossessano a turno dell’ adepta in questo caso una donna comunicano con i
mortali.
Visione DVD : La trance è una condizione di momentanea alterazione delle funzioni mentali e
percettive. Vi si giunge per mezzo di particolari tecniche che variano molto da cultura a cultura. la
predisposizione biologica al passaggio a una dimensione diversa da quella normale è un fenomeno
diffusissimo si può dire universale. potenzialmente ciascun individuo è in grado di andare in trance.
le forme che la trans assume nei diversi contesti etnici e variano molto ma c'è una costante si tratta
sempre di espressioni che coinvolgono abbondantemente il corpo agitato dal ritmo musicale,
dunque, espressioni che non utilizzano il linguaggio delle parole. in molti casi la Trance risponde
alla credenza nella possessione da parte di un essere di un essere ultraterreno un Dio un antenato a
volte un animale mitico è questo il caso del tarantismo il più noto e studiato tra i casi di
transeuropea.
In Puglia numerose persone ritengono di essere colpite dal morso di un ragno dalla Tarantola e
incominciano a stare male e per potersi (lo rivediamo dopo)
Esempio: è caratteristica allora questo è uno dei film classici della del rapporto fra musica danza e
trans ed è il film che realizzarono trans danza Bali nel tra il 30 e il 37 Margaret mead e greco di
basing questi due grandi antropologi lei americana e lui britannici che in un periodo ancora del tutto
preservato dalle trasformazioni in qualche modo negli anni 30 Bali vedete come si viveva il rito in
cui viene rappresentato un conflitto tra gli adepti e delle e delle figure extra umane la strega il drago
e così via e viene proprio rappresentato teatralmente questa scena c'è ci sono tutta una serie di
momenti che hanno a che fare con la trance anzi tutta la parte centrale, Il dato del documento che ha
colpito di più gli occidentali proprio perché in questa danza molto cruenta i balinesi si pugnalano
con il Criss sul petto è molto interessante vedere tutto il contesto appunto è come la trance possa
appunto investire addirittura una dimensione di collettività vi faccio vedere questo che è un classico
dei rapporti fra musica e trans. l'introduzione di Ferruccio marotti storico del teatro che a lungo si è
occupato dei riti delitti del teatro musicale balinese per la cultura balinese cioè ciò che caratterizza
proprio balinese quello che ha fatto scrivere montagne di di parole a riguardo e la possibilità che ha
pressoché ciascun balinese di andare in trance di perdere la propria coscienza normale hanno detto
che sono tutti schizofrenici o che sono tutti isterici in realtà è un fenomeno culturale che trova
spiegazione solo nella profonda identità che ha la cultura balinese. La musica e la danza attivano
un’alterazione della coscienza come alterazione dell’estraumano. Anni 30 Bali bellissimo anche se
ovviamente il sonoro non è esattamente in sincrono furono fatte le registrazioni e il film però
insomma è del tutto coerente e come questo ci porta a un'altra osservazione sulla dimensione
teatrale della danza perché della trans come avete visto qui non è che entra in trance una persona
che viene che viene posseduta da uno spirito da una divinità no qui c'è un intero gruppo di individui
che entra in trance e agisce all'interno di un dramma di un vero e proprio dramma si parla infatti
grandi trans teatrale no perché quello che abbiamo visto è la rappresentazione e la messa in scena di
una storia in cui c'è un principio negativo che è la strega con i propri adepti e poi un principio
negativo che è rappresentato dal dragone che è quello che poi alla fine vince ma in tutta l'operazione
le persone che danzano e che rappresentano questo donne appunto entrano in trans e come avete
visto cioè la parte più cruenta della danza dei Chris ma poi c'è tutto tutta una partecipazione corale
del villaggio all'azione siamo all'interno di una di una situazione in cui si capisce molto bene come
per queste persone la dimensione rituale festiva e totalmente integrata nella vita sociale normale no
tanto è vero che quelli che non partecipano al rito no si preoccupano di garantire l'incolumità di
quelli che invece partecipano avete visto l'attenzione che c'è soprattutto poi nella fase dopo la
rappresentazione quando quelli che hanno agito direttamente il rito vengono aiutati a uscire dalla
trance--< c’è la protezione garantita dalla collettività.
VIDEO: Carpitella-Bonazinga Tunisi negli anni 60 il rito stambeli, interessante per tutti gli
elementi che lo compongono. L’ Arif è quello che va in trance e fa riferimento ai suoi stambeli.
Spiriti neri, africa sub-sarianaarif può essere bianco, ma i musicisti devono essere rigorosamente
neri. Ogni santo bianco e spirito nero hanno dei contrassegni, sia nel costume l'uso del costume sia a
livello degli accessori che possono essere mazze spade e foulard fruste e cose di vario di vario di
vario tipo lui sta spiegando qua e naturalmente il comportamento dello spirito del Santo e specifico
quindi ogni Santo Spirito si muove in un certo modo che rievoca si riallaccia alle proprie
caratteristiche e ha un proprio un proprio un contrassegno proprio costume ha dei propri accessori il
bastone così via questo è quello che sta facendo in questo momento Riad spiegarmi nel suo Santa
santorum. Uno dei dei musicisti che normalmente accompagnano poi lui si vedrà che ha un ruolo
molto importante nella squadra non è il malem il capo mastro. Lo strumento è il gumbri (cordofono
a 3 corde, tecnica degli aerofoni) è utilizzato in modo percussivo. IL capo mastro suona il
tamburo=mallen. Fase preparatoria al rito con l’uso del mallen, che dà avvio alla musica, che dura
dal pomeriggio fino all’imbrunire con la venuta della famiglia (che ha richiesto i lrito a pagamento),
gli altri suonano sonagni-shasik. Il rito della trance inizia subito dopo aver sgozzato i due animali e
dati in sacrificio.
26/05/2022
Inn e sun Masti fabbricanti forgiare la musica il rapporto tra la dimensione espressiva e
artigianale è molto antica idea travasata nella società moderna. Maestri (dim artigianale vs
espressiva). Nello stambeli (significa riunione: mette in evidenza la collettività) , il rito è molto
lungo, la durata è di moltissime ore 12 ore tra preparazione e rito, però ci sono delle regole
strutturali ad esempio:
prima Fase diagnostica: seduta preliminare in cui i pazienti si recano da larif e spiegano qual è il
problema
seconda fase: divinazione
terza fase: pagamento e decisione del giorno per il rito,
rito: 1 fase sacrificio degli animali e si presentano una serie di Santi
triumvirato d’apertura che inizia con una preghiera rivolta al profeta: vengono invocati 3 santi. (ci
possono essere dei santi a richiesta). Gli spiriti posso essere associati all’acqua, alla fertilità, ect.
Ognuno di questi santi è caratterizzato da un comportamento o divisa particolare. Possono esserci
oggetti particolari. La gombra è un liuto di registro basso a corde pizzicate e possiede 3 corde +
braccio tubolare è allo stesso tempo un cordofono e un membranofono –> lo suona il capo Ossun.
La finzione simbolica si rispecchia nell’importanza della voce.
Gombra –Z altro tipo con cassa cilindrio e risuonatore in metallo).
Scasik sono le nacchere
Tabal : tamburi siciliani (tamburi bipelle).
L’obiettivo dello stambeli non è l’esorcismo la meta finale, questi santi e spiriti vengono chiamati
per istaurare un legame! Per eliminare una situazione di disagio.
C’è una leggenda legata allo stembali e riguarda il passaggio dall’africa sub-sariana a quella
mediterranea: la figura è BUSADIA. La leggenda racconta di un cacciatore con famiglia. La figli si
Chiamava Sadia: busadia=il padre di sadia lett.
Sadia quando suo padre non c’è viene catturata e mandata a Tunisi e il padre decide di intreprendere
il viaggio verso tunisi per ritrovare la figlia loro ricordono ritualmente questo dolore del
distacco ricordano attraverso questo mito “storico” attraverso un0azione cerimoniale fondata
sulla danza-musica e suono! A diff. Dello stambeli che è domiciliare “Arif” (luogo predisposto).
L’Arif interpretano il Busadia essa fa una processione nel quartiere con un itinerario tesa ad
accogliere offerte-denaro ricerca del padre disperato e cerca la figlia fatta schiava. Viene suonata
la Zurna, tipico oboe popolare (tecnica della respirazione circolare) .
Stambeli vs Busadia--< Busadia e messa in scena rituale.
Video visto a lezione: La melodia del canto ha una notevole stabilità-estremamente ripetitivo
viene rappresentato il movimento è il modo di reintegrare l’assenza. Modalità di
appropriazione dell’esperienza come il mito non è tanto la certezza ma disporre di un
meccanismo mitico-rituale formalizzato che possa tenere ancora insieme il cielo e la
terrastrategia simbolica attraverso la quale gli esseri umani si assicurano la benevolenza di
potenze superiori.
Riti in sardegna: triplo carinetto / rituali dell’ Argia. (sul saggio tarantismo in sicilia).
9 donne danzano in cerchio, mentre il malato rimane isolato. Se perde il gonfiore del viso, vuol dire
che gli influssi malefici dell’argia sono stati allontanati. Ci sono elementi identici, e gli elementi
strutturali sono individuabili: a partire dal corpo del paziente (ballo tondo) + allegria e gioia delle
donne attraverso un ballo che prevede lo scavalcamento del corpo come i Calus della Romania.
Nel momento in cui il paziente ride si riaggrega al gruppo.
Storie di tarantismo in Sicilia video fatto al museo P3 . Per il Seicento non sono note altre
notazioni di tarantelle esplicitamente riferite alla Sicilia, a eccezione della testimonianza contenuta
in un trattato musicale a carattere didattico pubblicato a Palermo nel 1680 dal sacerdote Antonino
Di Micheli (1615-1680): La nuova chitarra, di regole, dichiarationi e figure, con la regola della
scala… con l’aggiunta d’arie siciliane, e sonate di vari autori (seconda ed. Palermo 1698).
Nel volume Problemi naturali con nuovi pensieri secondo i principi della filosofia crepuscolare,
edito a Palermo nel 1727 (figura 3), Campailla riferisce difatti una pratica verosimilmente osservata
nel territorio dell’antica Contea di Modica (oggi corrispondente grosso modo alla provincia
di Ragusa), dato che si allontanò dalla sua città natale solo per un breve periodo di studio trascorso
a Catania (cfr. GUCCIONE V. 2001).
Giovanni Meli e un caso di presunto tarantismo a Cinisi (1771)
Un caso inedito di tarantismo a Corleone (1809)
Tarantella modulare come la pizzica (struttura aperta e varie melodie giustapposte legate al
contasto)
Tarantella stilizzata Colta (Rossini-Shumann) strutture classiche in frasi A-B-C- che si possono
ripetere.