Storia Modellismo A2
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RIVISTA MENSILE DI
MODELLISMO L 1.200
AEREI
MEZZI MILITARI
ife^i^p-
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NAVI fesEEdbH^-
UNIFORMI MILITARI
AUTO FAMOSE
STORIA DI BATTAGLIE
GIOCHI DI GUERRA
GIOCHI DIDATTICI
DIORAMI
ANNO 1 N. 2
FEBBRAIO 1977
Dornier Do 17
Nave da battaglia « North Carolina »
La Cavalleria americana nel 1876
La Battaglia di Maida del 1806
A.
STORIA
MODELLISMO
DIRE/IONE REDAZIONE PUBBLICITÀ'
ANNO I - NT 2 FEBBRAIO 1977
Storia MODELLISMO
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NAVE DA BATTAGLIA AMERICANA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
storia MODELLISMO
Il 6 febbraio 1922, dopo quasi quattro mesi di discus- Germania nazista denuncio le clausole militari impostele
sioni, le cinque maggiori Potenze navali dell'epoca, e cioè a Versailles e trovò nel giugno successivo campo fertile a
Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone, Francia e Italia, Londra per la stipulazione di un patto navale, in virtù
sottoscrissero a Washington il famoso trattato che dalla del quale essa fu autorizzata a ricostruire una flotta di
capitale americana prendeva il nome e che prescriveva, superficie pari al 35% di quella britannica.
tra l'altro, la riduzione degli armamenti navali per quanto Sotto la spinta dei suddetti avvenimenti furono accele-
concerneva le categorie delle navi da battaglia e delle rati negli Stati Uniti gli studi per la realizzazione di una
portaerei. nuova classe di navi da battaglia che, pur dando la pre-
Lo scopo dichiarato era quello di frenare una delete- cedenza — secondo il non rinnegato vecchio criterio ame-
ria gara di riarmo navale dopo il grande dispendio di ener- ricano — al potere offensivo e a quello difensivo, doveva
gie che ognuna di quelle Potenze aveva dovuto sopporta- essere caratterizzata, rispetto alle passate costruzioni, da
re durante la recente tragedia della guerra mondiale. Lo una velocità nettamente superiore e comunque all'altezza
obiettivo di fondo era invece quello perseguito e piena- dei tempi.
mente raggiunto dalla diplomazia americana, inteso a limi- Frattanto le limitazioni qualitative prospettate nel nuo-
tare le nascenti velleità imperialiste nipponiche già emer- vo trattato navale firmato a Londra tra Stati Uniti, Gran
se durante il conflitto e a convincere contemporaneamen- Bretagna e Francia nel marzo 1936 non avevano mancato
te la Gran Bretagna non solo ad abbandonare il vecchio di influenzare i disegni per le nuove corazzate americane.
alleato giapponese, con il quale era legata da un trattato Fu infatti deciso ad un certo momento di scegliere il cali-
del 1902, ma anche ad accettare un declassamento navale bro da 356 mm per l'artiglieria principale, che inoltre avreb-
a vantaggio degli Stati Uniti. be dovuto essere installata in modo insolito per la Marina
Sono noti i risultati raggiunti in tale sede circa la statunitense, cioè in tre torri quadrinate, di cui due
riduzione del naviglio da battaglia, la cui aliquota totale, prodiere. Erano anche previsti cannoni contraerei da 127
dopo la radiazione e il rimpiazzo delle unità prescritte, mm in torrette sia binate che singole e un unico largo
non avrebbe dovuto eccedere le 525.000 t per Gran Breta- fumaiolo.
gna e Stati Uniti, le 315.000 t per il Giappone e le 175.000 t Il 3 giugno 1936 il Congresso americano autorizzò defi-
per Francia e Italia. nitivamente la costruzione di due navi da battaglia, ma alla
E' altrettanto noto l'accordo sottoscritto in merito alla condizione che i lavori iniziassero solo dopo che il Giap-
cosiddetta « vacanza navale » di dieci anni (limitata per pone o la Gran Bretagna avessero impostato effettivamen-
Francia e Italia al 1927) durante la quale sarebbe stata te nuove unità allo scadere della « vacanza navale ». Questa
sospesa la costruzione di navi da battaglia e permessa condizione si verificò durante l'anno seguente, in seguito
soltanto l'impostazione di unità aventi il dislocamento alle notizie di nuove grandi costruzioni nipponiche e alla
standard di 10.000 t e le artiglierie di un calibro non supe- impostazione delle cinque corazzate inglesi della classe
riore ai 203 mm, ad eccezione di quelle navi singolarmente King George V, cosicché nell'agosto del 1937 furono presi
autorizzate dal trattato stesso. accordi con i due arsenali di New York e di Philadelphia
Ma la decisione più rilevante ai lini della nostra inda- per la messa sullo scalo delle due nuove navi da battaglia.
gine fu quella relativa alle limitazioni « qualitative » im- Tuttavia la necessità di modificare i progetti predispo-
poste alle future unità da battaglia di nuova costruzione. sti, ritenuti non più sufficienti sotto l'aspetto offensivo a
Nessuna di esse infatti, secondo il trattato di Washington, contrastare le misteriose ma certamente molto potenti nuo-
avrebbe dovuto superare le 35.000 t di dislocamento stan- ve costruzioni giapponesi, fece ritardare l'effettiva impo-
dard (nave pronta a partire, ma senza il combustibile e stazione della BB 55 e della BB 56 rispettivamente al 27
l'acqua di riserva per l'apparato motore) e avere artiglierie ottobre 1937 e al 14 giugno 1938.
di calibro superiore ai 406 mm. Con l'entrata in servizio di quelle due unità, nel mar-
Nella successiva conferenza di Londra, tra il gennaio zo 1942, la Marina degli Stati Uniti potè finalmente alli-
e l'aprile 1930, furono confermati i suddetti accordi e fu neare le prime moderne navi da battaglia dal lontano 1923.
protratta la « vacanza navale » fino a tutto il 1936. Non ci sembra il caso di soffermarci sui dettagli dei
In tale contingenza di politica navale si inserì il piano piani costruttivi delle due corazzate in questione ed al
di rimodernamento della flotta da battaglia americana, proposito rimandiamo i lettori all'esame dell'annessa ta-
che allineava allora unità indubbiamente potenti, ma ormai bella riassuntiva. In tale sede è però opportuno segnalare
vistosamente deficienti nell'elemento velocità. Fu così che che quelle due unità gemelle avevano qualche originaria
il Congresso degli Stati Uniti approvò il 27 marzo 1934 seppur lieve differenza estetica, che poi venne accentuata
il Vinson-Trammel Bill, cioè una legge che prevedeva il o ridotta durante il servizio operativo. Intendiamo rife-
rimpiazzo delle unità obsolete allo scadere della « vacanza rirci alla dissimile altezza e costituzione dei due alberi,
navale ». alle variazioni di numero e di disposizione dell'armamento
Quest'ultima decisione del Congresso giunse opportu- contraereo leggero, al disegno degli elementi connettivi tra
na. Alla fine di quello stesso anno infatti il Giappone, di- la sovrastruttura poppiera, la relativa direzione del tiro
venuto ormai il principale antagonista degli tSati Uniti, e il secondo fumaiolo e soprattutto all'installazione della
dichiarò la sua intenzione di denunciare ogni limitazione completa balconata che circondava soltanto il torrione del-
in fatto di armamenti navali allo scadere del trattato la North Carolina e non quello della Washington.
di Londra nel dicembre 1936. Nel marzo 1935 inoltre la La vita operativa delle due corazzate fu molto intensa.
storia MODELLISMO
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storia MODELLISMO
Ambedue presero parte attivamente alla guerra nel Paci- mimetizzazione
fico e la Washington, prima di essere destinata in tale
scacchiere, eseguì tra l'aprile e il luglio 1942 alcune crociere Durante la II Guerra Mondiale anche le unità della
di protezione ai convogli che attraversavano l'Atlantico e Marina statunitense hanno modificato diverse volte le loro
il mare Artico carichi di rifornimenti diretti in Unione mimetizzazioni.
Sovietica. Queste missioni erano dettate dalla necessità di Le navi di linea della Classe NORTH CAROLINA hanno
coprire i suddetti preziosi convogli dal pericolo di un in- avuto le seguenti livree, denominate « Measure »:
tervento della modernissima corazzata tedesca Tirpitz, la Measure 2 (1941): scafo grigio oceano, sovrastrutture grigio
cui presenza nelle acque norvegesi preoccupava non poco nebbia, grigio pallido sulla parte terminale del torrione
la Marina britannica a corto di unità di pari potenza. di comando e bleu scuro sui ponti.
Tra le numerose operazioni nel Pacifico alle quali par- Measure 12 (1942): scafo bleu nave disteso con un ondeg-
teciparono le due unità americane in esame ricordiamo giamento irregolare ed accoppiato sulla parte superiore
quelle svoltesi nelle acque di Guadalcanal, durante le quali dello stesso con il grigio oceano; sovrastrutture grigio
la North Carolina fu silurata e danneggiata dal sommer- oceano con macchie irregolari di grigio nebbia; ponti in
gibile nipponico 1-15 (15 settembre 1942) e la Washington bleu scuro.
riuscì ad affondare la corazzata giapponese Kirishima con- Measure 21 (1943): bleu nave su tutte le superfici verticali
ducendo un brillante combattimento notturno tra il 14 e e bleu scuro sui ponti.
il 15 novembre 1942. Measure 32 (1944): grigio pallido, grigio nebbia, bleu nave
Delle due belle navi da battaglia solo la North Carolina e bleu ponte su tutte le superfici, distribuiti in grandi
è tuttora in vita, e lo sarà per sempre, dal momento che macchie geometriche.
essa, messa a disposizione dell'omonimo Stato americano Measure 22 (1945-46): scafo bleu nave: a partire dal torrio-
a partire dall'agosto 1961, fu ancorata presso Wilmington ne il colore abbandona il bordo dello scafo e segue una
dal 1° ottobre di quell'anno in funzione di museo galleg- linea leggermente inclinata verso il basso sino a prua,
giante. ove trovasi a circa i 3/5 della sua altezza. Bleu scuro
La Washington invece, posta in riserva nel giugno del sui ponti.
1947, venne radiata il 1° giugno 1960 e venduta poi ad una Measure 13 (1947): grigio nebbia su tutte le superfici verti-
impresa di demolizione per la somma di 750.000 dollari. cali e bleu scuro sui ponti.
La NORTH CAROLINA fotografata da entrambi i fianchi nel settembre 1944. La mimetizzazione è la Measure 32.
«*
storia MODELLISMO
Modelli sulla bilancia
AOSHIMA Nave da battaglia WASHINGTON II profilo della prua risulta alquanto inclinato, specie per
quanto riguarda la parte immersa. La poppa è stata erro-
e NORTH CAROLINA scala 1/700 neamente riprodotta con una svasatura arcuata anziché
dritta. Sono assenti le controcarene e le alette di rullio. Il
bordo della corazzatura laterale dello scafo è troppo basso.
Molto valida la riproduzione dell'occhio di cubia delle àn-
core. Ben realizzate le sovrastrutture, anche se la parte
superiore dei fumaioli appare un po' falsata dalle mensole
delle antenne che appaiono troppo « pesanti ». I suddetti
fumaioli, specie quello anteriore, sono troppo ravvicinati
al torrione, il che toglie al profilo della nave una delle sue
caratteristiche più peculiari. Il torrione è leggermente più
alto del dovuto. Le torri dell'armamento principale, come
purtroppo d'uso, sono rimpicciolite e alquanto allontanate,
dalle sovrastrutture. Il profilo posteriore, nella parte infe-
PRECISIONE DELLA SCALA: Ottima. riore non è svasato. La parte superiore non è molto fedele.
FEDELTÀ': Apprezzabile l'intenzione della Casa di diversi- Il complesso del torrione principale è molto ben dettagliato.
ficare i modelli delle due unità: sia per quanto riguarda il Ben posizionate le mitragliere. Molto fedeli nella loro forma
torrione di comando che per le alberature. Non sono evi- le torri da 127; accurate le imbarcazioni. Non si può dire
denziate quelle relative alle sovrastrutture di poppa, d'altro altrettanto per le eliche.
canto poco conosciute. ACCURATEZZA: Buona in generale. La riproduzione della
Pregevole la fedeltà con la quale sono stati seguiti i disegni balconata, specie quella di coperta, rappresenta indubbia-
del Breyer, purtroppo anche nelle inesattezze: vedi le parti mente l'aspetto più negativo del modello. Il tavolato del
terminali « a gradino » della cintura corazzata e la mitra- ponte di coperta ha una estensione longitudinale raccorcia-
gliera da 20 mm inspiegabilmente situata all'estremità ante- ta. Le catene delle àncore sono adagiate lungo una impro-
riore della plancia di comando. Sovrastrutture abbastanza babile curva. Eccellente la realizzazione delle mitragliere da
esatte e ben posizionate. I fumaioli sono collocati nella esat- 20 e da 40 mm, delle scalette, dei battellini e delle finestra-
ta posizione, tali da rispettare la caratteristica silhouette ture. La carenatura dei bràcci delle eliche interne non è a
della nave. Prua leggermente troppo arcuata come profilo, filo con la chiglia. Alquanto « pesante » l'antenna radar.
poppa con svasatura arcuata anziché diritta.
Torri da 406 molto semplici e rimpicciolite: non riportano STAMPO: Lo stampo presenta numerose sbavature, tutta-
la svasatura posteriore situata nella parte inferiore. Troppo via facilmente eliminabili. Si nota qualche ritiro. Buona la
accentuate le cappe dei fumaioli. Un po' squadrate le torri plastica.
da 127. PARTI MOBILI: Le torri da 406 e da 127. Interessante la
ACCURATEZZA: Sovrastrutture un po' spoglie nonostante possibilità di brandeggiare singolarmente gli affusti da 406.
la scala. Buona la riproduzione del ponte. Sovradimensio- CONFEZIONE: Molto buona. Gli stampi sono racchiusi in
nate le mitragliere da 20 mm. Del tutto particolare la siste- sacchetti di plastica. Eccellenti le istruzioni. Il disegno di
mazione ed il grado di finitura dell'albero prodiero; eccel- copertina è un po' elementare. Le decalcomanie hanno un
lenti i punti d'attacco. Ottima anche la riproduzione del aspetto normale.
radar. Fantasiosa la linea dell'aereo. Assenti le imbarcazioni REALISMO: L'effetto generale è appesantito da taluni par-
di salvataggio. ticolari troppo massicci, principalmente la balconata del
ponte di coperta e l'altezza dello scafo che è di oltre il
STAMPO: Perfetto, assenti sbavature e ritiri; buona la pla- 10% inferiore a quella dovuta.
stica.
PARTI MOBILI: Le torri e cannoni da 406.
CONFEZIONE: Molto buona: le parti sono racchiuse in sac- REVELL Nave da battaglia WASHINGTON
chetti di plastica. Lo scafo è zavorrato. Molto buone le istru-
zioni e le decalcomanie. e NORTH CAROLINA scala 1/570
REALISMO: Pur considerando il piacevole effetto suscita-
to dai modelli W. L.. questa realizzazione, a distanza ravvi-
cinata, pecca per una certa scarsezza di particolari, non
completamente giustificata dalla scala ridotta.
fitoria MODELLISMO
dotta e ottimamente particolareggiata, se si eccettua una bola del radar principale di scoperta. Degna di mciuiiu».-
inspiegabile tuga posta tra le due sovrastanti direzioni di la precisione con la quale la Fabbricante è riuscita a mo-
tiro e le due mitragliere da 20 mm poste all'estremità. Ri- strare distanziati i telemetri della dirczióne di tiro princi-
scontriamo ancora una volta un rimpicciolimento delle tor- pale dai sovrastanti radar di tiro. Ottime le eliche e li?
ri da 406, che causa inoltre un eccessivo distanziamento catapulte, apprezzabili gli aerei. Sulla parte superiore dello
della 2a torre dalla l a . Anche queste sono sprovviste della scafo appaiono fortemente incise le nervature delle piastre
svasatura posteriore; esse riportano inoltre delle strane d'acciaio.
sporgenze laterali sotto i telemetri. Le torri da 127 hanno
una forma poco soddisfacente, anche per quanto riguarda STAMPO: Buona la plastica, lo stampo presenta diverse
il punto di sporgenza dei cannoni, che appare troppo basso. sbavature, tuttavia eliminabili. Ritiri quasi assenti. Gli sfo-
Sono state omesse le due piazzole per le mitragliere da 40 ghi d'aria dello stampo del ponte di coperta non sono com-
mm situate lateralmente alla seconda torre da 406. Gigan- pletamente nascosti dal tavolato.
tesca e mal posizionata la piazzola situata sul ciclo della PARTI MOBILI: Le torri e cannoni da 406.
torre poppiera da 406.
ACCURATEZZA: Ben dettagliato il tavolato del ponte di co- CONFEZIONE: Molto buona e robusta; suggestivo il dise-
perta. Molto ben eseguite plance e plancette; accurata la gno. Istruzioni ottime. Decalcomanie correnti. Gli stampi
realiz/.azione delle scalette, specialmente dietro il torrio- sono protetti in sacchetti di polietilene.
ne. Eccessiva la chiodatura sui cicli delle torri da 406. REALISMO: Più che buono l'aspetto generale, per la ricer-
Quasi invisibili le àncore: peccato siano state sovrastam- catezza raggiunta in molti particolari. Tuttavia ad una certa
pate sullo scafo. Sulle fiancate di detto scafo non è riportata distanza la realizzazione non sembra del tutto ben pro-
la guida per la linea galleggiamento. Apprezzabile la para- porzionata.
storia MODELLISMO
I lunghi coltelli di Custer 1876 di Giorgio Cantelli
storia MODELLISMO
La camicia indossata dal cavallegge-
ro potrebbe essere blu scura o grigia,
entrambe erano in dotazione alla
truppa.
Come abbiamo visto, l'uniforme da
campagna veniva quindi indossata con
una certa libertà, mentre avrebbe do-
vuto essere: cappello di feltro nero con
falde piegate all'ingiù, giubba blu scu-
ra con cinque bottoni, o camicia dello
stesso colore, pantaloni di tela azzur-
ro-ciclo con rinforzi, stivali di cuoio
nero. Armamento: carabina, pistola
a rotazione e sciabola modello 1861
appesa al cinturone di cuoio nero con
spallaccio che andava dalla spalla de-
stra al fianco sinistro (vedi figura a
pag. 9).
I cavalli in dotazione al reggimento
avevano tutti il mantello dello stesso
colore, non era applicato il sistema
di variare colore a seconda dello squa-
drone, solo per i trombettieri erano
previste cavalcature grigio. Gli stessi
ufficiali erano montati come la truppa.
La sola insegna di reparto in dota-
zione era un guidone bicolore rosso e
bianco, a due punte, sulla cui metà su-
periore di colore rosso, era cucita la ^ Sella modello McCIellen, affardellata per 11 servizio di campagna in uso
tra gli anni 1860-1870, essa comprendeva: (A) coperta arrotolata con telo da tenda,
sigla U.S. di stoffa bianca, mentre sul- mutande e calze, (B) bisacce da sella contenenti munizioni, ferri da cavallo,
l'altra metà inferiore, di stoffa bian- striglia, spazzola, tabacco ed oggetti personali, (C) cappotto, (D) sacchetto per
ca, era applicata la lettera rossa che foraggio con biada o frumento, (E) caldaia da campo, altri utensili da cucina
distingueva il reparto. erano distribuiti tra i soldati, (F) tascapane con lardo affumicato, caffè ed altre
provviste, (G) passante della carabina, (H) picchetto e cordino per legare
Le truppe impegnate all'Ovest, nelle il cavallo, (I) tazza di latta con borraccia, (J) anello del sottopancia, (K) sottopancia.
campagne indiane, indossavano quindi
queste tenute, improntate alla massi- V Nella figura vediamo il modo di cambiare formazione di reparto
ma praticità; non altrimenti accadeva di cavalleria in marcia.
(fig. 1) all'inizio il reparto marcia in colonna per plotoni, poi viene avvistato il nemico,
per i presidi distaccati nelle zone di l'ufficiale mette la truppa in allerta (attcntion)
normale attività militare; per essi ve- (fig. 2) il distaccamento si dispone in colonna per due
niva applicato alla lettera il regolamen- (fig. 3) conversione a destra
to. Infatti le truppe indossavano la (fig. 4) dalla formazione in colonna si passa a quella in linea di fronte,
per prepararsi alla carica
grande uniforme in molte delle cerimo- (fig. 5) sfoderare le pistole, al trotto avanti
nie giornaliere della vita di caserma. (fig. 6) caricate scaricando le pistole
(3)COLUMN RlGMT
• HOOO
DRAW PISTOL.S
TROT. HOOO
Figura n. I Figura n. 2
O.M. SERGEANT
1«* SERGEANT
ORDNANCE SERGEANT
SERGEANT
•torla MODELLISMO 11
BRIGLIA COMPLETA DEL TIPO
IN DOTAZIONE DURANTE LA GUERRA
CIVILE, FINO AGLI ANNI 1870 circa.
Si componeva di: (A) testiera,
(B) cavezzlna, (C) frontale di briglia,
(D) traversino di briglia e (E) di cavezza,
(F) correggia per tenere i cavalli uniti,
(H) sottogola della briglia e (G) della
cavezza, (I) museruola, (J) morso,
(K) parte posteriore della museruola,
(L) clappa, (M) catena del filetto,
(N) correggia della cavezza, (O) redini.
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12 storia MODELLISMO
MAIDA 1806
di Franco Alberico
i u t I M I i i l i n M u n \A BATTAGLIA DI MAIDA
La situazione nell'Italia meridionale dotto quella forza inglese in Sicilia occorre riesaminare
il periodo intercorso tra la pace di Amiens che nel marzo
Quando Giuseppe Bonaparte, sulla spinta degli avveni- 1802 aveva concluso una lotta durata nove anni con la
menti succedutisi alla battaglia di Austerlitz, attraversò il Francia rivoluzionaria e la dichiarazione di guerra del 18
9 febbraio 1806 la frontiera del Regno di Napoli con un maggio 1803 con cui l'Inghilterra aveva riaperto le ostilità
corpo francese ed avanzò senza incontrare resistenza sino contro Napoleone. In questo periodo il governo di Londra
alle porte della città partenopea, il re Ferdinando e la giudicò con ansia sempre maggiore le sue azioni diploma-
regina Maria Carolina fuggirono a Palermo ed il coman- tiche e militari: tutto ciò che Egli dicesse o facesse sem-
dante dell'esercito Napoletano, conte Damas, si ritirò in brava puntare al dominio del Mediterraneo ed alla esclu-
Calabria con le sue truppe. sione della Gran Bretagna dal commercio del Levante. A
Ma le masse — su cui aveva tanto contato la Corte — ciò sarebbe seguita, una volta raggiunta una sufficiente
non si sollevarono contro l'invasore: i proprietari terrieri potenza navale, una minaccia alle stesse posizioni inglesi
organizzarono una milizia per mantenere l'ordine fino allo in India.
arrivo dei francesi, mentre il basso clero diede il benvenuto Le ragioni che rendevano indispensabile per l'Inghil-
ai conquistatori. terra il mantenimento del controllo del Mediterraneo erano
Così, già ai primi di marzo il generale francese Reynier sia strategiche che economiche: tale controllo infatti assi-
potè agevolmente penetrare tra i monti calabresi, spaz- curava il mantenimento delle vie di comunicazione con la
zare davanti a sé l'esercito napoletano, ed il 25 apparire Turchia e l'Egitto e quindi con la Russia e le Indie; inol-
sullo stretto di Messina. tre assicurava un aiuto agli alleati continentali, mentre
Ed avrebbe potuto attraversarlo, quasi alle cestole dei costituiva una minaccia per le coste del nemico, con con-
napoletani in fuga, se ad impedire ciò non vi fosse stata, seguente blocco nelle loro basi delle squadre francesi e
sulla sponda siciliana, una piccola forza d'occupazione delle spedizioni che vi si raccoglievano. Nel Mediterraneo
inglese. infine si poteva efficacemente ricambiare la pressione eco-
nomica della Francia attaccando le sue comunicazioni ma-
La situazione politico-strategica nel Mediterraneo rittime.
La chiave per tale lotta economica era rappresentata
Per comprendere e valutare nella loro giusta luce le dall'isola di Malta: base per il rifornimento dei convogli
vicende e le combinazioni strategiche che avevano con- e delle loro scorte, deposito e punto di raccolta delle
storia MODELLISMO 13
diterraneo inviando il Generale Saint-Cyr, con un corpo
dell'Armata d'Italia, ad occupare Taranto. Da questa posi-
zione egli poteva minacciare contemporaneamente, sia
l'Impero Ottomano attraverso la Grecia, sia le Indie altra
verso uno sbarco in Egitto, sia la Sicilia, al di là della
Calabria e dello Stretto. Gli Inglesi, pur avendo dichia-
rato la guerra, disponevano di poche forze, e queste furono
raccolte nel punto più minacciato, cioè sulla Manica. Nel
Mediterraneo la flotta fu incaricata di bloccare la squadra
di Tolone per impedirle di raggiungere la Manica, e di
proteggere inoltre le coste della Sicilia e della Turchia.
Ma fu proprio in questo teatro che l'Inghilterra riu-
scì a trovare l'appoggio di un'altra Potenza. Le ambizioni
di Napoleone verso la Turchia e l'Egitto avevano destato
serie preoccupazioni presso lo Zar che non desiderava
che il debole Impero Ottomano, sulla sua frontiera meri-
dionale, cadesse sotto l'influenza di una grande Potenza
europea. Sulla base di comuni interessi fu stipulata quindi
nel 1804 l'alleanza tra la Gran Bretagna e la Russia, in-
torno a cui si formò successivamente la III coalizione anti-
napoleonica con l'adesione dell'Austria, della Svezia e del-
l'Hannover.
Mentre queste potenze si apprestavano ad una offen-
siva continentale, una spedizione anglo-russa avrebbe do-
vuto eliminare la base francese in Puglia. Ma quando que-
sta sbarcò a Napoli trovò una situazione completamente
mutata: la flotta franco-spagnola era stata distrutta a
Trafalgar e Napoleone era andato alla ricerca di una rivin-
cita in Baviera ottenendo ad Ulm la capitolazione di una
armata austriaca. In appoggio a questi movimenti il Corpo
di Saint-Cyr era stato ritirato dalla Puglia: la spedizione
alleata aveva quindi mancato il suo obiettivo. Quando poi
giunse la notizie dell'esito della battaglia di Austerlitz, av-
venuta il 2 dicembre 1805, fu deciso il reimbarco. Il 19
gennaio 1806 il convoglio dei trasporti apparve davanti a
Messina.
A questo punto le prospettive delle parti in lotta erano
decisamente peggiorate: Napoleone non era più in grado di
vibrare un colpo mortale contro la Gran Bretagna sul
mare ed era costretto a piccole guerre locali, mentre la
coalizione continentale era stata umiliata. I francesi, de-
lusi sulla Manica, con l'Austria sconfitta e la Prussia
neutrale, rivolsero l'attenzione a sud e, pur intavolando
trattative a Londra per un riassetto nel Mediterraneo
orientale, dalla Lombardia spinsero avanti i loro tenta-
coli: uno, attraverso Napoli e la Sicilia, verso la Grecia
e l'Egitto; l'altro, attraverso Venezia, la Dalmazia e la
Bosnia, verso Costantinopoli. Ma non appena Giuseppe
Bonaparte ebbe attraversata la frontiera del Regno di
Napoli, gli Inglesi ottennero dalla Corte il permesso di
L'Italia meridionale agli inizii del XIX secolo:
sbarcare e di occupare Messina. Il tentativo francese fu
così bloccato appena in tempo.
Le sole strade pavimentate erano due strade postali Ma le coste siciliane non erano difendibili con una
da Napoli per Roma. La strada da Napoli a Reggio sparuta guarnigione: il desolato entroterra era presidiato
era carrozzabile solo fino ad Eboli. da un modesto esercito, quasi privo di equipaggiamento,
nonostante i sussidi inglesi, sotto il controllo della regina
Maria Carolina. Era quindi necessaria una difesa dal mare:
merci, in grado di contrapporsi alla base francese di Telone. una squadra di quattro vascelli di linea fu pertanto distac-
Ma la Sicilia non era meno importante: essa rappre- cata a Palermo, mentre sullo Stretto operava una flotti-
sentava il granaio di Malta; d'altra parte i suoi porti, nelle glia di piccole cannoniere a remi. Inoltre una forza di tre
mani dei francesi, potevano costituire un valido trampo- fregate doveva attaccare le vie di comunicazione francesi
lino per un attacco verso l'Egitto ed un punto di concen- lungo el coste calabre.
tramento per attaccare la stessa Malta. La Sicilia e Malta
erano quindi parti complementari di un unico complesso L'attacco degli inglesi
strategico nel centro del Mediterraneo.
Ma le basi navali richiedevano delle guarnigioni che le Londra era troppo lontana e le comunicazioni troppo
difendessero da attacchi di sorpresa. Gibilterra e Malta lente perché il Gabinetto potesse determinare l'indirizzo
avevano bisogno di 5.000 uomini ciascuna, ma per la Sicilia di ogni campagna nel Mediterraneo. Le operazioni erano
ne occorrevano molti di più, perciò la vera difesa delle sue pianificate nell'ambito del teatro operativo e risentivano
lunghe coste non poteva che essere la flotta stessa. Vi era largamente della personalità dei comandanti. Nell'aprile
tuttavia un punto in cui questa non avrebbe potuto con del 1806 arrivò a Palermo il contrammiraglio Sir Sidney
certezza intercettare il nemico: per le navi da guerra a Smith, nominato nuovo comandante del Mediterraneo cen-
vela non era possibile stazionare nelle forti correnti dello trale. Egli era stato protagonista, nel 1799 della felice
stretto di Messina, cosicché sussisteva la possibilità che resistenza della fortezza di Acri all'assedio postole da Napo-
piccole imbarcazioni a remi compissero indisturbate la leone, impresa che aveva lasciato in lui una forte predi-
traversata dalla costa calabra e se non vi fosse stato un lezione per le operazioni anfibie.
corpo di truppe ad impedire lo sbarco ed a difendere la Sulla terraferma frattanto, non tutto andava per il me-
fortezza di Messina, gli attaccanti avrebbero potuto com- glio per i francesi. Infatti la fortezza di Gaeta aveva rifiu-
pletare rapidamente la conquista di tutta l'isola. tato di arrendersi e data la scarsezza delle risorse di
Giuseppe non c'erano a sufficienza uomini e mezzi per
Guerra della III coalizione condurre insieme le due operazioni contro Gaeta e contro
la Sicilia. Occorreva una scelta e, date anche le forti insi-
All'inizio delle ostilità, nel maggio 1803, pur preparando stenze di Napoleone, si decise di continuare la prepara-
un grandioso assalto all'Inghilterra attraverso la Manica, zione per il passaggio dello stretto di Messina armando le
Napoleone si creò una possibilità di azione anche nel Me- coste con batterie per proteggere il traffico di rifornimento,
14 storia MODELLISMO
costruendo strade, inviando per mare i cannoni d'assedio. solo aspettare che gli inglesi si consegnassero nelle sue
A Palermo, sia i comandanti inglesi, sia la Corte dei Bor- mani.
boni erano divisi circa la condotta da seguire. Preservare Ma c'era il pericolo che gli inglesi rinunciassero ad at-
i pochi mezzi per la difesa oppure portare al nemico at- taccarlo, preferendo penetrare nelle montagne per unirsi
tacchi improvvisi? Da Londra arrivavano notizie dei nego- ai rivoltosi. Meglio chiudere subito la partita. Decise così
ziati per la pace ed era chiaro che Napoleone avrebbe fatto di scendere nel piano verso il Lamato superiore ed affron-
sforzi disperati per impadronirsi della Sicilia onde miglio- tare il nemico con una azione d'urto.
rare la propria posizione nelle trattative. La entusiastica La discesa lungo il fiume ed il cambio di fronte (da
determinazione di Maria Carolina fu determinante: fu ri- Nord ad Ovest) per fronteggiare gli inglesi fecero sì che
fornita la fortezza di Gaeta, furono attaccate le batterie lo schieramento per il combattimento assumesse un anda-
francesi, sbarcati partigiani, distribuiti proclami per inci- mento obliquo, con l'ala sinistra più avanzata. Qui si tro-
tare gli abitanti alla rivolta. I rifornimenti francesi per vava, appoggiando la sua ala sinistra al fiume, la brigata
il generale Raynier in Calabria furono bloccati e le navi Compére, composta dal 1° leggero e dal 42° di linea, che
inglesi trovarono ancoraggi sicuri sotto le batterie cadute lo seguiva più arretrato sulla destra. Al centro, ma sca-
nelle mani dei sudditi di re Ferdinando. glionati indietro quasi a formare una seconda linea erano,
Ma i partigiani da soli non potevano tenere indefinita- agli ordini del gen. Peyri, il 4° battaglione svizzero e 12
mente le batterie, o impadronirsi dei porti francesi più compagnie di fanteria polacca. Alla destra, ancora più
fortificati. In giugno perciò Sir Sidney chiese truppe al indietro si trovò, agli ordini del gen. Digonnet, il 23° leg-
generale Stuart, comandante delle truppe di terra. Questi gero. Infine, tra la destra ed il centro, si schierarono, con
non acconsentì a disperdere le sue forze, ma intravide la 10 stesso generale Reynier, il 9° squadrone di cacciatori
possibilità di una operazione su scala maggiore: la distru- a cavallo (150 uomini) e l'artiglieria formata da 4 pezzi del-
zione dei magazzini e dell'artiglieria raccolti per l'invasio- la 2a compagnia del 1° reggimento a cavallo e da 2 pezzi
ne della Sicilia. da montagna del 2° reggimento a piedi.
I suoi servizi d'informazione attribuivano ai francesi di Anche l'avanzata inglese avvenne per colonne scaglio-
Reynier nel sud della Calabria una forza non superiore a nate: a destra, appoggiata al fiume c'era la brigata leg-
quella inglese (5.000 uomini). Nella parte nord un'altra gera di Kempt, formata da 7 compagnie di centro più 2
divisione, sotto il comando del generale Verdier, era im- compagnie di fiancheggiatori del 35° e la compagnia leg-
pegnata da bande di insorti. Uno sbarco del Corpo inglese gera del 20°, ed inoltre da 2 compagnie di « Rangers »
alle spalle di Reynier avrebbe provocata la sollevazione córsi e da una compagnia di « volontari siciliani ». A
dei paesani, obbligando ad evacuare la Calabria. Una bat- sinistra si trovava la brigata Acland, con 10 compagnie
taglia a forze pari difficilmente avrebbe potuto risolversi del 1/78° e 2/78° ed 8 compagnie del 1/81°, e poi la brigata
in un disastro per gli inglesi; ma per i francesi, in un Cole con 8 compagnie del 1/27° e 6 compagnie di granatieri.
paese ostile, un esito diverso da una vittoria decisiva Più arretrata, tra Acland e Cole c'era la brigata Oswald
avrebbe potuto significare la catastrofe. con 8 compagnie del 58°, parte del reggimento svizzero di
I piani per l'operazione furono preparati in gran se- Wattewille e l'artiglieria. Gli inglesi avevano ancora 16
greto. Le truppe destinate all'operazione furono tenute dragoni di linea in tutto.
pronte impegnandole in esercitazioni e manovre vicino ai La disposizione inglese era dunque analoga a quella
porti d'imbarco. I trasporti lasciarono Messina uno ad francese: all'ala destra Kempt si trovò di fronte il 1° leg-
uno per andare ad imbarcare cannoni e cavalli a Milazzo, gero francese e Acland il 42° di linea; al centro Oswald
cui seguì quello notturno delle truppe. Il 20° reggimento affrontò gli svizzeri ed i polacchi: a sinistra a Cole toccò
fu imbarcato in feluche che incrociarono davanti a Reg- 11 23°. Ma a causa della disposizione in diagonale i tre
gio, con l'ordine di seguire la spedizione quando il loro scontri avvennero in tempi successivi: si ebbero perciò
compito di ritardare la concentrazione di Reynier fosse tre battaglie indipendenti. Tuttavia fu la prima a decidere
stato portato a termine. Nel pomeriggio del 28 giugno la l'esito della giornata.
forza principale inglese gettò l'ancora nel golfo di S. Eufe- Il 1° leggero, con 1.800 fra uomini ed ufficiali, celato
mia, sulla costa ovest della penisola. alla vista degli inglesi da un gran polverone sollevato pro-
prio a questo scopo dalla cavalleria francese, assunse la
formazione di combattimento schierandosi con i due bat-
Il giorno della battaglia
Nel punto dello sbarco la Calabria è larga circa 30 km.
La linea di comunicazione dei francesi correva lungo la
costa fino a quel punto per penetrare poi nell'interno
verso Cosenza. Interponendosi fra il corpo francese e la
sua base, Stuart voleva forzare Reynier a dare battaglia.
Lo sbarco avvenne dopo una felice scaramuccia, ma
gli inglesi non poterono sfruttare questo primo successo
in quanto il mare grosso ritardò lo sbarco dei cavalli e
delle provviste. Inoltre gli insorti calabresi non erano, co-
me promesso dalla Corte di Palermo, ad attendere Stuart
sulle spiagge: solo il giorno dopo, incitati da un proclama,
sì unirono alla spedizione 200 armati.
II 3 luglio giunsero notizie di Reynier: si trovava a
Maida, pochi chilometri a sud, con una forza valutata
in 4.000 fanti, con 300 cavalieri e 4 cannoni, ed attendeva
entro 2 o 3 giorni altri 3.000 uomini. Gli inglesi, anche in
considerazione delle promesse di protezione verso la po-
polazione contenute nel proclama, decisero quindi di at-
taccare immediatamente,
I bivacchi dei francesi erano sui pendii ai rì^li della
cittadina, col fronte coperto da terreni palli ' .si, ed i
fianchi, specialmente il destro, da una folta boscaglia. Solo
1» sinistra era accessibile, ed un attacco su questo fianco
avrebbe permesso agli inglesi di mantenere i collegamenti
col mare.
All'alba del giorno successivo — 4 luglio 1806 — si
misero in marcia 4.570 uomini con 3 cannoni lasciando le
rimanenti truppe a protezione della spiaggia. Sotto un sole
cocente i soldati si affrettarono lungo la costa acquitrinosa
e cespugliosa. Giunti alla foce del fiume Lamato piegarono
verso l'interno e con l'ala destra dello schieramento ap-
poggiata al corso d'acqua si spinsero verso i francesi. Il
generale francese osservò soddisfatto il movimento nemico.
Egli aveva in posizione non 4.000, ma 6.500 uomini. Con Zona di Maida. La Città è in basso a destra.
forze superiori e in una posizione che sarà definita più A sinistra il Golfo di S. Eufemia con i punti di sbarco.
tardi dallo stesso Stuart come inattaccabile, egli doveva Al centro il campo di battaglia.
storia MODELLISMO 15
taglioni affiancanti, ciascuno disposto in colonna di divi- che Compére sia stato il solo francese a raggiungere la
sioni, mentre le due compagnie di volteggiatori (circa 200 linea inglese: fu ferito due volte e catturato mentre im-
uomini) furono distaccate a protezione del fianco fra i ce- precava con tutte le sue energie. Intanto il 42° reggimento,
spugli in riva del Lamato, che in quel periodo era prati- che stava per portarsi all'altezza del 1°. accorgendosi della
camente asciutto. rotta di questo, esitò e, dopo aver scambiato qualche sca-
Quando, ritiratasi la cavalleria nemica, il Kempt vide rica con i soldati inglesi comandati da Acland, prese an-
le colonne francesi avanzare, schierò rapidamente in linea ch'esso la fuga.
le sue nove compagnie regolari, inviando anche lui a pro- Reynier, sconcertato, tentò di portare sotto gli svizzeri
tezione del fianco destro le tre compagnie di còrsi e sici- ed i polacchi, ma anche questi non resistettero all'urto
liani ed i partigiani calabresi. della brigata di Acland e ripiegarono in disordine. La terza
I volteggiatori francesi però, dopo una scarica improv- fase del combattimento si svolse sulla sinistra inglese: qui
visa li caricarono alla baionetta, inseguendoli in terreno Digonnet era rimasto sulla difensiva, ma aveva spinto in
aperto. Ma Kempt distaccò prontamente le sue due com- avanti le due compagnie di volteggiatori che, approfittan-
pagnie di destra, che attraversarono il fiume, diedero modo do del terreno boscoso, tentarono di avviluppare il fianco
ai còrsi di rioddinarsi e ricacciarono indietro i volteggia- destro della fanteria inglese di Cole, mentre una dimostra-
tori francesi e, assicuratisi che quelli fossero in grado di zione dei cacciatori a cavallo francesi che minacciava il
contenere un eventuale ritorno, ripresero la loro posizione. fianco sinistro, lo costringeva a formare il quadrato. Ma
Nel frattempo, sulla sinistra dello schieramento francese comparve improvvisamente sul campo il 20° reggimento di
le colonne di Compére erano giunte quasi a tiro degli in- Ross che, lasciato indietro all'inizio della spedizione per
glesi, che avanzavano lentamente. Giunti a circa 100 metri operare la diversione nello Stretto, era sbarcato alla foce
gli uni dagli altri, i contendenti si scambiarono 2 o 3 del Lamato. Questi formò la linea fra i cespugli e fece
scariche: gli inglesi, facendo fuoco sul fronte e sui fianchi fuoco a distanza ravvicinata contro la cavalleria francese
dei francesi, ebbero la meglio. Poi Kempt ordinò ai suoi che ripiegò in disordine, poi avanzò contro il fianco del
di avanzare: giunsero fino a 70 metri dal nemico, al di là 23° francese, mentre Oswald, appena sopravvenuto si pre-
della nuvola di fumo provocata dalle loro scariche, lascian- parava ad entrare in azione.
dosi dietro le loro poche perdite. Ora il generale inglese A questo punto, era verso mezzogiorno, Reynier ordinò
ordinò ai suoi soldati di gettare gli zaini e per un caso la ritirata ad est, verso Catanzaro, dato che il campo e la
curioso i francesi interpretarono questa mossa come un strada per Montelcone erano già in mano degli inglesi,
segno di incertezza: Compére ordinò allora di cessare il che avevano così tagliato le sue comunicazioni verso il sud.
fuoco e di caricare. Gli inglesi continuarono ad avanzare
lentamente: a 30 metri di distanza lanciarono un'altra Conseguenze della battaglia di Malda
scarica e poi caricarono a loro volta.
II 1° leggero francese, ancora forte di 1.170 uomini, Alla notizia dell'esito della battaglia i calabresi insor-
dopo averne perduti 430, ruppe le file e fuggì. Sembra sero; Raynier si trovò isolato, senza viveri e munizioni.
Stuart si volse a Sud impadronendosi di tutto il materiale
che era stato preparato per l'invasione della Sicilia, e di
varie piazzeforti come Scilla e Reggio.
Ma il vero successo, che avrebbe potuto dare alla vit-
toria campale un respiro molto più ampio, mancò: il
18 luglio la fortezza di Gaeta si arrese. Questo fece sì
che la situazione si rovesciasse: i francesi, con le spalle
sicure, poterono di nuovo scendere in forze in Calabria.
Reynier a metà di agosto era di nuovo a Cosenza con 15
mila uomini. Stuart non ritenne di poter impegnare di
nuovo con successo la sua piccola forza, e la trattenne per-
ciò a Milazzo, mantenendo tuttavia il possesso di Scilla e
Reggio e bloccando ogni tentativo francese di raccogliere
materiale ed imbarcazioni sulle spiagge di fronte a Messina.
Il primo anno di occupazione del regno di Napoli era
costato ai francesi ben 12 mila uomini tra morti e feriti.
Così essi impararono a caro prezzo la lezione di Maida:
»•_> Sv.'««ri da allora in poi non offrirono più il loro fianco indifeso ad
'>»•.».». m V
un generale inglese. Mediante una dimostrazione di forza
t di un piccolo corpo sulla costa italiana, Stuart e Smith
•*:V)" : :' 1 obbligarono Napoleone a mantenere un forte esercito di
* •:»*<&-*' • occupazione nel regno del fratello. Il Grande Còrso aveva
'-r'.-.. t perso un'occasione: senza nessun impegno sul continente
aveva creduto di poter conquistare la Sicilia, ma il disa-
' •'*•'«: stro di Maida e la successiva guerra con la Prussia lo
costrinsero a rimandare l'operazione.
^Jlc/fi^'-" | Insegnamenti tattici
—-t~——""" • La fase più interessante della battaglia è la prima: lo
scontro tra il 1° leggero francese e la brigata di Kempt.
Esso fu sopratutto lo scontro tra due concezioni tattiche
opposte: quella inglese, linea sottile e fuoco da fermo, e
quella francese, colonna profonda ed assalto alla baionetta
da vicino. La singolarità dell'avvenimento è ancpr più raf-
forzata dal fatto che non vi furono interventi né di truppe
in ordine sparso, né di cavalleria o di artiglieria, ad offu-
scare la chiarezza di questo duello classico. Essa costitui-
sce quasi un esperimento dal vivo, che offre nella loro
massima evidenza gli elementi per l'analisi dell'efficacia
dei due tipi di tattica, dal punto di vista dei loro effetti
oggettivi, cioè dalle perdite inflitte al nemico, e dal punto
di vista della loro influenza nel morale delle forze con-
trapposte.
La formazione francese era costituita da due colonne
di 800 uomini, ciascuna su un fronte di 66 uomini, pari
a circa 60 metri, ed una profondità di 12 righe; il fronte
totale presentato al nemico era pertanto di circa 130
Schieramento dei contendenti, sulla riva nord dei Lamato: metri, contando l'intervallo tra le due colonne. Dei 1.600
a sinistra gli inglesi provenienti dalia costa tirrenica, uomini complessivi potevano far fuoco solo quelli schie-
sulla destra i francesi discesi dall'accampamento. rati nelle prime due righe, cioè circa 250.
16 storia MODELLISMO
La forma/ione inglese era costituita invece da 620 mo- battaglia di Maida i dovuti insegnamenti: essa rimane
schettieri disposti su due righe con un fronte di circa pertanto l'esemplificazione più chiara del funzionamento
200 metri, e che potevano far fuoco tutti contemporanea- di una tattica di fanteria, quelle della lunga linea rossa,
mente, con una parte di loro che poteva sparare in dia- che portò poi il duca di VVellington di vittoria in vittoria,
gonale contro i fianchi delle colonne avversarie. durante tutta la Campagna di Spagna, fino a Waterloo.
Ogni scarica francese forniva dunque 250 colpi, in con-
fronto ai 620 colpi di una scarica inglese. Questo divario
era accentuato poi dall'addestramento; per i francesi le
esercitazioni a fuoco erano solo delle manifestazioni da pa-
rata, anche perché erano sempre afflitti da carenza di
munizioni; gli inglesi al contrario si esercitavano conti-
nuamente al tiro. Questi inoltre, attraverso l'intenso adde-
stramento, raggiungevano una disciplina tale da poter trat-
tenere la loro scarica fin quando l'avversario si trovasse a
soli 25-30 melri dalla loro linea e da lanciarla quindi nelle
condizioni di massima efficacia possibile.
Nel caso di Maida, con 3 scariche ricevute (2 da 100
metri ed una da 30 metri) per un totale di 1.800 colpi
almeno, i francesi ebbero 176 morti e più di 254 feriti,
cioè almeno 430 perdite. L'efficacia del tiro fu dunque
del 25% circa (da notare che i colpi giunti a segno dovet-
tero essere in numero superiore poiché alcuni soldati
— come lo stesso Generale Compére — ebbero più di una
ferita): all'incirca per ogni 6 soldati inglesi schierati ci
furono 4 perdite francesi.
Gli inglesi ebbero 51 perdite, e poiché ricevettero 2 sca-
riche di fucileria, pari a circa 500 colpi, si ha una efficacia
del fuoco francese molto minore, circa del 10%.
Quanto all'effetto morale della situazione tattica con-
siderata sulle due forze contrapposte, essa giocò comple-
tamente a sfavore dei francesi: la potenza della fucileria
britannica li decimò ed il loro attacco si frantumò contro
un muro di fuoco, che solo pochi riuscirono a superare.
Ciò non fu possibile a tutti gli altri, colti di sorpresa, fru-
strati nello slancio dal fatto di doversi aprire la strada
passando sui corpi dei compagni caduti delle prime righe
e quindi spogliati dell'ardore quasi incosciente che carat-
terizza gli assalti alla baionetta.
E' legittimo ora chiedersi se il generale Compére non
avrebbe potuto ricorrere, per l'assalto all'ala destra inglese,
ad una tattica che offrisse maggiori prospettive di succes-
so. Tale tattica era senz'altro disponibile, e ve ne fu un
inizio di attuazione da parte del generale Digonnet con-
tro il fianco sinistro inglese. Essa consisteva in un attacco
preliminare di fronte dei volteggiatori in ordine sparso,
sostenuti dall'artiglieria e appoggiati da una puntata della
cavalleria sul fianco. L'artiglieria, ed il fuoco mirato dei
volteggiatori, diretto in particolare contro gli ufficiali, avreb-
be provocato perdite notevoli fra gli inglesi, e ne avreb-
bero inoltre scompaginato l'organizzazione di fuoco: la
minaccia successiva della cavalleria, li avrebbe costretti
a schierarsi in quadrato, ed a subire quindi perdite ancora
maggiori da parte dell'artiglieria. Solo a questo punto,
indebolitasi a sufficienza la linea inglese, un assalto finale
in colonna dei francesi avrebbe potuto presentare le mi-
gliori prospettive di successo.
Una tattica come questa era basata sullo sfruttamento
delle caratteristiche delle varie specialità (fanteria leg- Schematizzazione della parte principale dello scontro.
gera e di linea, artiglieria, cavalleria) e sulla manovra: A sinistra gli inglesi schierati su due lunghe file
richiedeva pertanto, da parte dei comandati e delle trup- sparano due scariche di fucileria contro i francesi incolonnati
pe, elevato addestramento e notevole precisione nel sin- che rispondono con una scarica. Gli inglesi avanzano
cronizzare i vari movimenti. Ma le insufficienze in tali tipi (Fig. 2) dopo aver lasciato a terra i cappotti. I francesi
di prestazioni, che pesarono in seguito sempre di più sulle partono alla carica, ma vengono falciati ancora dalle scariche
truppe francesi, impedirono ai loro generali di trarre dalla dì fucileria inglesi. I francesi fuggono.
storia MODELLISMO 17
un celebre manoscritto italiano a Madrid
Da qualche tempo si registra anche in Italia un crescente titolo è: « Teatro militare in cui si rappresentano distin-
interesse, specialmente da parte dei giovani, per l'uniformo- tamente le divise, ed uniformi di tutti li rcgimenti, e corpi
logia. Ma spesso molti scritti su questo argomento o anche militari esistenti presentemente in serviggio di tutte le
studi ambiziosi, ad una attenta lettura, risultano un rias- potenze, sovranni e reppubliche dell'Europa... ». L'autore
sunto a mosaico di saggi precedenti di cui riportano fedel- è Alfonso Taccoli gentiluomo di Camera dell'Infante Don
mente non solo interi brani, ma anche gli errori o le Filippo duca di Parma e lo dedica al Re di Spagna Carlo
notizie oramai superate. III nel 1760. L'opera è manoscritta in italiano ed è illu-
Ed invece gli archivi, specialmente di centri di provin- strata con acquerelli a colori che rappresentano tutte le
cia, possono ancora racchiudere delle notizie preziose. In- uniformi degli eserciti delle Case regnanti dei Borboni
fatti è indispensabile per l'appassionato avere notizie e raccolte in due volumi.
informazioni veritiere e di prima mano. Quindi ritratti di Il primo volume comprende le uniformi delle truppe
famiglia o manoscritti, che mostrano figurini militari di- di Spagna e del Regno delle Due Sicilie. Il secondo è inte-
segnati da amatori più o meno dotati. Bisogna ricordare ramente dedicato alle uniformi francesi, che dovevano
che prima dell'invenzione della fotografia era molto diffuso continuare ad essere trattate in un terzo volume,
l'uso di fissare con la matita, ed anche con i colori, qual- ognuna delle 127 tavole comprende più di un figurino,
cosa che si voleva ricordare: paesaggi di un viaggio od spesso sullo sfondo di accampamenti, fortificazioni o pae-
uniformi di un esercito che si era visto passare per la saggi di genere. Il tutto è disegnato senza pretese artisti-
propria città. che, ma con la preoccupazione di illustrare ogni partico-
La Germania, dove sono passati tanti eserciti, ci ha lare delle uniformi come pure degli eserci/.i con le armi.
restituito un po' per volta tanti quaderni o semplici rac- Come si può facilmente immaginare, si tratta di una
colte di disegni acquarellati, qualche volta anche accompa- fonte preziosa per le uniformi settecentesche. Purtroppo,
gnati da testi cronologici. le edizioni del Patrimonio Nacional eli Madrid hanno dato
In Italia a Modena esiste la « Cronaca del Canonico alle stampe solo la parte che riguarda le uniformi dello
Rovatti » studiata dal caro amico Piero Crociani. I volumi esercito spagnolo. Sarebbe molto interessante poter con-
rilegati contengono una cronaca scritta a mano degli anni frontare le tavole del Taccoli, con le sue preziose raccolte
che vanno dal 1796 al 1815 ed una vasta collezione di figu- di acquerelli, con le Uniformi dell'epoca di Carlo di Bor-
rini militari degli eserciti che devono essere passati per bone (1734-1759) conservate a Napoli, una al Museo di
Modena in quegli anni. S. Martino e l'altra nella biblioteca di Storia Patria, rac-
Ma il principe di queste raccolte è il manoscritto sette- colte che purtroppo — per le solite difficoltà burocrati-
centesco della Biblioteca del Palazzo Reale di Madrid. Il che — non si possono fotografare.
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('tJtirti i). i ferme. ptril^cn>taqt(> aì^icfil delie Ire Coaujaqmt <7<V/c R.C (fuardtc. dclfirtH
(iccido ibi/èrme écili i/iatira l'I.
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Làmina Vili. Uniforme» d« las comparii» espanola, fUrnenca • italiana ci* las R»al*t Guardia» d* Corp*
18 storia MODELLISMO
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REGIMIENTOS ESPANOLES DE Alii Y (1748-1749)
Pnìformc jWli óoiéati (iella $ rinata d
Umin» VII TrompBt»ro d* I» R«l« Guardi»» d» Corpi. Làmina X. Soldado de la Brigada d» Carabinwi» R««l««
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y rande Vii]ferme dell'i Offici ni cciolo }J ni forme dclli effigiali Vnifcnne de Ut Cadettl
delle R.C .' guardie Alarinc fiflk RL .' *.'guardie Marina delle Re. (/ttard̀ Mar'tnt.
Làmina XIV. Uniform» d* los oficialn da lai RM|«* Guardia» Marina», y uniforma d* tot
20 storia MODELLISMO
SDornier 2>ot7 di Riccardo Rovere
Come molti altri velivoli realizzati Nel frattempo, la prima unità era con una vetratura trasparente. Nel ri-
negli anni immediatamente precedenti stata fornita di Do 17 FI, il Aukl. Gr. gonfiamento sotto la prua venne in-
alla prima guerra mondiale, anche il (F)/122, aveva inviato uno Staffel stallata una mitragliatrice per la pro-
Dornicr Do 17 detto « Matita volante » (Squadriglia) composto da quindici ae- tezione dei settori inferiore e poste-
fu originariamente concepito come ae- rei, in Spagna, assumendo nell'ambito riore.
reo civile. A differenza però dell'Hein- della Legione Condor il nominativo di Allo scoppio della guerra, erano in
kcl 111, che sotto le mentite spoglie 1.A/88, sostituendo l'ormai anziano servizio 370 Do.17, la maggior parte dei
di innocuo trasporto passeggeri già na- He. 70. tipi Z ed M, appartenenti ai Kampf-
scondeva la sua effettiva qualifica di A questo si aggiunsero poi altri re- geschwader 2, 3, 76 e 77.
bombardiere, il Do 17, da principio, parti, ed il Do. 17 riuscì ad assolvere Il primo impiego dell'apparecchio fu
nacque per soddisfare una specifica brillantemente i suoi compiti grazie nella campagna di Polonia, contro no-
Lufthansa per un aereo passeggeri mol- soprattutto alla sua velocità, che lo di ferroviari, aeroporti, concentramen-
to veloce da utilizzarsi sulle brevi di- rendeva praticamente inintercettabile ti di truppe.
stanze. da parte dei caccia repubblicani. Alla battaelia d'Inghilterra partecipa-
Le prime notizie sul nuovo aereo tra- Successivamente altre varianti del rono i Do.l7R dei KG 2 e 76.
pelarono verso la fine del 1935; ma fu Dornier vennero sviluppate: la M e Il KG 2 partecipò poi alle operazioni
solo nel luglio 1937 che il Dornier fe- la P, ambedue con motore radiale, la contro la Grecia, passando poi sul fron-
ce la sua apparizione ufficiale al Mee- prima bombardiere e la seconda rico- te orientale con il KG 3.
ting Aeronautico di Zurigo con il mo- gnitore a lungo raggio, Cominciò a questo punto la sostitu-
dello V 8, che rappresentava in realtà tro richiesta della Jugoslavia: non ave- zione con il più moderno Do. 217 E.
il prototipo del bombardiere. va la corta prua vetrata della serie per L'ultimo Gruppo su Do.17, il III/KG
Effettivamente, era stato chiaro per la Luftwaffe, ed assomigliava invece, 3, operante sul fronte russo, nel no-
i tecnici tedeschi che ben difficilmen- per il suo muso allungato, al V-l, pri- vembre 1941 cedette i suoi acrei all'Ae-
te il Do 17 poteva essere utilizzato co- mo prototipo del Do.17 M. ronautica Croata e iniziò la trasforma-
me aereo passeggeri; e questo soprat- Ne furono sviluppate tre versioni: no- zione sullo Ju. 88.
tutto perché la sistemazione interna tevole quella bombardiere, Do.17 Kb-I Ai primi del 1942, quando ormai
sui primi esemplari non era certo mol- armata con 4 mitragliatrici da 7,9 mm nessun reparto germanico operava col
to comoda per le sei persone delle ed un cannoncino da 20 mm. Dornier, 15 Do. 17 Z-2 vennero ceduti
quali era previsto l'imbarco sulle linee Dopo il primo ordine di 20 macchi- all'Aviazione Finlandese, che li usò con
civili della Lufthansa. ne, il Do.17 venne costruito in Jugosla- buon successo in operazioni diurne e
Il Do 17 VI, primo prototipo, aveva via ed al 6 aprile 1941, quando i tede- notturne sino al 1944.
volato nell'autunno 1934; l'interesse schi la invasero, 70 apparecchi erano I Do.17 tedeschi erano ormai passa-
della Luftwaffe, impressionata dalle in carico all'aviazione locale. Quelli che ti ad una nuova funzione, quella di
eccellenti caratteristiche di volo del- sopravvissero vennero dati all'Aviazio- traino alianti, partecipando fra l'altro,
l'aereo, aveva cominciato a manifestar- ne croata. all'evaquazione della 17" Armata dal
si alla fine del 1935 con l'apparizione Ma la variante più importante fu il settore del Kuban. Questo compito di
del quarto prototipo, il V4. Do.17 Z, nel quale erano stati eliminati traino venne svolto sino alla fine della
La qualità più evidente del Do 17 alcuni difetti che avevano reso le serie guerra.
era costituita dalla velocità, circa 390 precedenti abbastanza vulnerabili agli In complesso, il Do.17 era un aereo
km/h, che gli permetteva di lasciare attacchi aerei avversari. maneggevole, veloce, anche se le sue
indietro qualsiasi caccia del momen- In particolare, la poca protezione qualità non eguagliarono quelle del-
to e di sfuggire così alla intercetta- della parte ventrale fu eliminata con l'He.lll e dello Ju.88. Notevole anche
zione. una prua ridisegnata, nella quale la la sua resistenza ai colpi. Ma il suo
L'ultimo dei prototipi, il V 9, presen- cabina di pilotaggio era rialzata e la più grosso difetto rimase sempre l'ar-
tava il classico muso vetrato; montava posizione del bombardiere abbassata; mamento difensivo che lo rendeva fa-
motori Hispano Suiza 12 Y ed il suo la visibilità venne notevolmente aumen- cilmente colpibile da parte dei caccia
armamento era costituito da una sola tata coprendo sia cabina che muso avversari.
mitragliatrice MG 15 da 7,9 mm.
Questo velivolo può essere conside-
rato il primo esempio della serie dei
Do 17 da bombardamento, che, con il CARATTERISTICHE DEL DORNIER Do 17
nome di Dol7E-l, cominciarono a u-
scire di fabbrica nel 1936, assieme ai
Dornier 17 F-l, studiati per la ricogni- Do 17 E-l Do 17 F-l Do 17 M-l Do 17 Z-2
zione lontana. Ambedue montavano Tipo bombar- bombar- bombar- bombar-
motori BMV VI, ed avevano come ar- diere diere diere diere
mamento difensivo una sola MG alla
quale però presto si aggiunse una se- Apertura alare m 18,00 18,00 18,00 18,00
conda montata inferiormente all'altez- Lunghezza m 16,25 16,25 16,25 15,80
za del vano bombe. Altezza m 4,32 4,32 4,55 4,60
Sud Do 17 F-l, al posto del traguardo Superficie alare mq 55,00 55,00 55,00 55,00
di puntamento e del comando sgancio Motori: tipo BMV BMV Fafnir Bramo
bombe, venivano sistemate due mac- — VI 7,3 VI 7,3 323 A-l 323 P
chine fotografiche automatiche ed un Potenza motori HP 2x750 2x750 2x900 2 x 1000
serbatoio supplementare. Peso a vuoto kg 4500 4500 4600 5200
Con l'acquisizione di un sempre mag- Peso massimo kg 7040 7000 7900 8860
gior numero di Do 17, vennero equipag- Veloc. di eroe, (a 4.000 m) km/h 263 263 350 300
giati i primi reparti, e cioè il I Gruppo Veloc. max (a 4.000 m) km/h 310 315 415 360
del KG153 e del KG 155. Quota di tangenza m 5100 5800 6800 7000
Entro la fine del 1937, fu completata Carico offensivo kg 750 1000 1000
la dotazione dei due suddetti Kampf- Armamento n° 2 x MG 15 2 x MG 15 3xMG15 6 x (8 x)
geschwader, ai quali si aggiunsero il MG15
KG 252 ed il KG 255. Equipaggio 3 4
storia MODELLISMO 21
Schwarzgriin 70 Dunkclgriin 71 Hellblau 65 Gelb 04 Rof 23 RLM-Crau 02
Verde nero Verde scuro Celeste Giallo Rosso Grigio RLM
22 storia MODELLISMO
\-Grau 02
io RLM
ito
storia MODELLISMO 23
Dornier Do 17 E ai bordi del campo.
24 storia MODELLISMO
(in alto) Un Dornier Do 17 Z sta decollando da un aereoporto
finlandese nel 1941. Un gruppo di renne pascola in primo piano.
Hillitlturrldtufptl \
-
WT' .:• •
Storia MODELLISMO 25
Modelli sulla bilancia
AIRFIX Do 17 - E (1/72) forma della postazione ventrale e della relativa vetratura.
Il diametro delle ruote è leggermente superiore al dovuto.
W ACCURATEZZA: Un po' semplificati i dettagli del dorso ala-
re. Ottima la finestratura della cabina di pilotaggio; impre-
cisa quella inferiore. Ottimi i radiatori. Eccellenti le eliche.
Pure eccellente l'interno delle cabine, ove si nota addirittu-
ra il cruscotto con relativa strumentazione. Buona la ripro-
duzione dei motori. Ottimo il battistrada delle ruote. Errata
la carenatura del ruotino posteriore.
STAMPO: I due semigusci della fusoliera non combaciano
perfettamente. Anche le giunzioni delle ali alla carlinga ri-
chiedono qualche ritocco. Si notano talune sbavature nelle
gondole motori e nei copricarrelli. Degna di menzione la
trasparenza delle vetrature. Buona la plastica, un po' ve-
trosa.
PRECISIONE DELLA SCALA: Eccellente. PARTI MOBILI: Quelle correnti.
FEDELTÀ': Ottima in generale. Il tettuccio della cabina è CONFEZIONE: Eccellente, in quanto presenta disegni a
leggermente alto e corto. L'ala è di giusto spessore ma colori di due differenti mimetizzazioni. Decalcomanie leg-
con angolo diedro negativo anziché leggermente positivo. germente spesse ma di esatta colorazione. Istruzioni non
Troppo evidenziato il raccordo del piano di coda orizzon- perfettamente chiare.
tale. I timoni di direzione sono leggermente fuori misura
nella parte superiore e di eccessivo spessore. Corretta la REALISMO: Ottimo.
forma delle gondole dei motori. Gli sportelli del carrello non
possono essere fissati correttamente: si consiglia pertanto
di tagliare le cerniere per poterli fissare secondo il disegno.
Completamente errata la forma della postazione del mitra- MONOGRAM Do 17 - Z 2 (e Z 3) (1/72)
gliere dorsale.
ACCURATEZZA: Troppo evidenziata la rivettatura che inol-
tre è erroneamente estesa anche alle superfici mobili delle
ali. Sono presenti le leve di contrappeso dei timoni, anche
se risultano erroneamente posizionate quelli del timone oriz-
zontale. La finestratura del muso della cabina è incomple-
ta. Eccellente la forma delle eliche, corretta quella delle
ogive. La carenatura del ruotino posteriore non è esatta.
Degna di menzione la realizzazione degli scarichi dei motori.
Buoni i radiatori. Ottimo il battistrada delle ruote. Manca-
no le barre delle due antenne ventrali. MONOGRAM
STAMPO: Sbavature assenti. Si nota un leggero ritiro sul
dorso della fusoliera. Ottima la plastica, di giusto spessore.
PARTI MOBILI: Quelle correnti. PRECISIONE DELLA SCALA: Eccellente.
CONFEZIONE: Ottima; eccellente il disegno. Decalcomanie FEDELTÀ': Buona. Muso della fusoliera leggermente allun-
un po' spesse. Istruzioni molto chiare. gato ed assottigliato. La pianta alare e quella del timone di
profondità sono troppo larghe. Esatta la rappresentazione
REALISMO: II modello è considerato buono e non ottimo dei motori, anche se risultano leggermente allungati. Lo spes-
solo a causa della inclinazione negativa delle ali. sore delle ali e dei timoni è riprodotto fedelmente. Buono
il carrello: i pneumatici risultano leggermente più grandi
del dovuto. Ottima la forma della cabina. Degno di menzione
l'angolazione data al timone di direzione destro. (Ricordia-
mo che la Monogram è l'unica Casa a riprodurre questo
FROGDo17-Z2(1/72) dettaglio).
ACCURATEZZA: Fedeli le rivettature perfetti i radiatori di
forma esatta il tubo di Pitot, apprezzabile la fedeltà dei
motori. Ottima la riproduzione dell'armamento, buono l'in-
INTERNATIONAL
ASSEMBLY KIT
terno delle cabine. I contrappesi dei timoni di direzione
sono assenti. Imprecisa la forma dei portelli del carrello.
Ottima invece la forma delle pale delle eliche. I tubi di
scarico dei motori sono di forma errata. E' assente l'antenna
del radiogoniometro. Buono il ruotino di coda.
STAMPO: Perfetto sotto tutti gli aspetti, ottima la plastica.
PARTI MOBILI: Quelle correnti. Viene proposto il conteni-
tore della macchina fotografica da applicare al portello di
entrata-equipaggio, in moda da riprodurre la versione bom-
bardiere-ricognitore Z-3.
PRECISIONE. DELLA SCALA: Eccellente. CONFEZIONE: Ottona; istntrionr e deeafetrfnanie- p*ue'òt*~
time. Esatti i colori delle stesse.
FEDELTÀ': Ottima. Ben realizzata la forma ed il profilo
delle ali. Le gondole dei motori sono leggermente sottodi- REALISMO: Ottimo.
mensionate. Inesatta la forma dei piani verticali. Errata la ^ (sepie .«JW 28\
26 storta MGDELirSMO
(in alto a destra) Primo piano del modello
dell'Airfix. Il kit è più che valido,
nonostante la posizione dei portelli
del carrello che non riesce a rispettare
la realtà.
storia MODELLISMO 27
segue: Modelli sulla bilancia
LINDBERG Do 17 - Z (1/72) grande/./.a dei timoni di direzione. Il muso della carlinga è
troppo lungo, sottile e di profilo errato. La postazione del
mitragliere dorsale si presenta con una vctratura inesalta.
ACCURATEZZA: Rivoltature troppo marcate, poco fedeli le
forme delle pannellalure. L'inlerno della cabina presenla
un discutibile allineamento dei sedili. Le pale delle cliché
sono riprodotte con un prolilo inesistente. Forme e spes
sori del carrello sono inesatti. Grossolana la rappresenta-
/.ione dei motori che sono inoltre sprovvisti delle alette di
raffreddamento. Di pura fanlasia due strani rigonfiamenti
rettangolari situali sotlo le ali esternamente alle gondole
dei motori, come pure il parafango del ruotino di coda e la
rappresentazione degli scarichi dei motori.
STAMPO: Sufficientemente preciso in generale. Totale as-
senza di sbavature e ritiri; buona la plastica, gradevolmente
PRECISIONE DELLA SCALA: Discreta morbida.
FEDELTÀ': Scarsa nel complesso. Se si eccettuano gli spes- PARTI MOBILI: Quelle correnti.
sori delle ali e dei timoni, fedelmente rispettati, come pure
la Torma ben riuscita delle ruote del carrello, nel modello CONFEZIONE: Buona. Istruzioni fedeli. Decalcomanie im-
propostoci si notano parecchie infedeltà. Osserviamo intatti precise e fuori registro.
la forma troppo affusolata dei motori, la se/.ione della fuso-
liera troppo squadrata nella parte inferiore, la eccessiva REALISMO: Piuttosto scarso.
28 storia MODELLISMO
rov.sxi lucido, RLM 23
Hiimbroi n. 19
HEINKEL Paci ni n. A 7
Zeichnung M 1:72
MF
12/75 J Ratius/Leihse
storia MODELLISMO 29
Heinkel He 100 V-3. sione aumentato; con l'uso di combu-
stibile speciale con aggiunta di alcool
metilico e con un olio speciale, que-
sto motore forniva, per brevi periodi,
una potenza di 1800 CV.
Il 30.3.1939 l'He 100V-8 decollava, pi-
lotato dal eap. Dieterle sulla base mi-
surata di 3.000 m; in pochi minuti il
traguardo era raggiunto: un nuovo pri-
mato mondiale di velocità veniva sta-
b i l i t o con 746,606 k m / h .
Non molto tempo dopo questo pri-
mato era superalo di 9 km/h da un
Me 209 con cellula e motore speciali.
Questo dimostra quale enormi possibi-
lità eli sviluppo erano ancora nascoste
nel He 100.
Ma purtroppo il Comando Supremo
proibiva a Heinkel di fare ulteriori
tentativi di Primato, in quanto il Mes-
Le ali accorciate del V-8 confrontate con le ali nella forma primitiva. serschmitl Bf 109, al quale era stato
pubblicamenle altribuito il record mon-
diale del 209 e che nel frattempo era
diventato il caccia standard della Luft-
wallc, per ragioni di propaganda non
doveva perdere il suo prestigio.
I vari protolipi dell'He 100 (in lullo
sono stali costruiti 10 apparecchi) era-
no seguiti da una piccola preserie di 3
He 100 D-0 che vennero venduti al
Giappone.
I protolipi V-l, V-2, V-4, V-5, V-6, V-7;
furono venduli alla Russia e rappre-
senlarono per essa un gradilo aiulo
per lo sviluppo dei loro futuri aerei
da caccia. I 12 Heinkel He 100 D-l,
Il 5 L'iuuno 1938, il commissario Ge- era bloccata. I lavori si concentrarono gli u l t i m i esemplari della serie He 100
nerale dell'Aeronautica Ernst Udet ot- allora sul He 100 V-8 che venne tra- vennero denominati a volte per motivi
teneva, volando sull'He 100 V-2, il nuo- sformato a l l o standard del terzo pro- propagandislici con la sigla He 113.
vo p r i m a t o mondiale, su circuito misu- totipo. Tutta la sua superficie venne
ralo di 100 k m , con la velocità di inline accuratamente stuccata e liscia- IL MODELLO DELL'He 100
643,73 km/h. ta prima di applicare un sottile strato L'unico modello (inora esistente del
Plesso la Heinkel erano convinti che di vernice giallo lucido in modo da He 100 è prodotto dalla Lindberg. L'u-
l'He 100 avesse la stolta per un nuo- ridurre al m i n i m o la resisten/.a passi- nica differenza esteriore tra l'He 100
vo p r i m a t o mondiale assoluto di velo- va ed incrementarne la velocità. V-3 ed il V-8 si può notare sul timo-
cità e q u i n d i cominciava con i prepa- Questo aereo portava solo la scritta ne di dire/.ione; il bordo d'attacco del
r a t i v i . Al tcr/.o prototipo, He 100 V-3 « Heinkel » perché nessuna matricola timone del V-3 mostra nel ter/o supe-
veniva ridotta l'apertura alare da 9,42 gli era stata assegnata; come si può riore un gradino, mentre nel V-8 è
m a 7,60 m e l'abitacolo riceveva una riscontrare dalle relazioni di volo che dritto. Dal He 100 V-4 in poi, tutti gli
migliore forma aerodinamica. Prima portano solo una lineetta nella casella apparecchi avevano il timone di dire-
che detto velivolo potesse attaccare il « matricola ». zione senza queslo gradino. Chi vuo-
primato mondiale, subì un incidente Il motore clell'He 100 V-8 era un le costruire il V-3, dovrà quindi stuc-
sul campo di aviazione delle otlìcine di Daimler-Ben/. DB 601 A specialmente care la fessura tra la deriva e il timo-
Rostock: una uarnba del carrello si preparato, con rapporto di compres- ne di direzione e tracciare poi con
riga e coltello le nuove linee.
Per la costruzione del He 100 V-8 si
uniscono prima le ali come indicato
nelle islruzioni, per accorciarle poi di
25,3 mm lasciando un po' di materiale
per non avere difficoltà quando si do-
vrà risagomare le nuove estremità a-
lari.
II radiatore sotto l'ala non corrispon-
de nella forma a quello del V-8; inol-
tre, essendo retraltile, usciva solo in
fase di decollo e di attcrraggio; con-
Su questa fotografia del modello si vedono bene viene quindi tagliarlo, chiudere poi l'ala
la nuova forma del tettuccio ed il dorso della fusoliera corretto. all'interno con un foglio di plastica e
30 storia MODELLISMO
stuccare il buco prodotto sull'esterno. cromatura fino a ottenere nuovamente
Sul bordo d'attacco dell'ala sinistra la trasparenza del vetro. Questo siste- Dati tecnici del Heinkel He 100 V-8:
si scava, nell'immediata vicinanza del- ma è anche consigliabile se su qualche W.N° 1905
la radice dell'ala, un'apertura larga 3 parte trasparente vi fossero dei pic-
mm e profonda 4 mm, quest'apertura coli graffi o goccie di collante. La tra-
viene chiusa con un blocchetto di pla- sformazione del tettuccio del Kit è Apertura alare 7.60 m
stica al quale si da poi la forma della però solo un compromesso dato che Lunghezza 8.18 m
presa d'aria; forma, grandezza e posi- il suo spessore non permette di otte- Altezza 3.60 m
zione di questa presa d'aria si possono nere una forma fedele all'originale. Superficie alare 11 mq
meglio rilevare da disegni e fotogra- Tutte le superiìci del modello an- Apertura impennaggi
fie. Per gli ultraprecisi tra i nostri let- dranno poi levigate con carta abrasi- orizzontali 3.00 m
tori, si consiglia di aprire il lato fron- va fine perché le superfici dell'He 100 Carreggiata carrello
tale di questa presa d'aria e fornirla non avevano rivettature. principale 2.94 m
di due lamelle. Anche l'intero modello può essere Motore 1 x Daimler
Anche la fusoliera viene costruita se- trattato prima della verniciatura con Benz DB601 R
condo le istruzioni; e poiché la forma il lucido per cromature, al fine di ot- Potenza 1800 C.V.
della fusoliera non è del tutto precisa tenere una finltura pulita e liscia, do- Elica 0 2.80 m
nella parte posteriore si applicano cir- po di che si passerà alla verniciatura Peso armato 2050 kg
ca 2 mm di stucco; in tal modo il dor- tenendo ben presente che le tinte usate Peso in volo 2475 kg
so della fusoliera avrà tra l'attacco del sull'originale erano tirate a specchio. Velocità massima 746,606 km/h
tettuccio e la deriva un profilo legger- La scritta « Heinkel » può essere Distanza decollo 410 m
mente curvo. Un'altra modifica viene composta con lettere trasferibili a sec- Attcrraggio su
apportata alla deriva: sul bordo ante- co « Letraset Junior » che si possono ostacolo di 15 m 520 m
riore si aumenta il profilo applicando trovare nelle cartolerie.
un po' di stucco e ristabilendo la cor-
retta linea aerodinamica. rosso lucido, RLM 23
Per i più esperti in modifiche che ab- Hiimbrol n. 19
Pactra n. XI
biano il desiderio di rendere il model-
lo più accurato ricordiamo che la
deriva aveva il suo asse spostato di
1.5° verso sinistra rispetto all'asse lon-
gitudinale per compensare il momento
argento
di torsione dell'elica destrorsa.
RIMO! argento RLM 01
Sotto la parte anteriore della fusolie- Humbrol n. 11
ra si dovranno collocare con ritagli di Pactra n. X11
plastica due piccole prese d'aria dalla Humbrol n. 8
forma appiattita come si può rilevare Pactra n. X 8
dai disegni.
Anche l'ogiva dell'elica dovrà essere
risagomata aggiungendo un po' di stuc-
co. Il diametro dell'elica, 40 mm, è
esattamente in scala 1:72. Sulla coper-
tura sinistra del carello principale si
trovava la parte inferiore della presa
d'aria, che può essere facilmente ri-
prodotta applicando un pezzetto di pla-
sticard sagomato scavandone poi l'in-
terno. La forma può essere rilevata da
fotografie e disegni. 11 tettuccio del V-8
presenta qualche difficoltà; noi consi-
gliamo di costruirla ex. nova; per fare
ciò occorre incollare nell'apertura del-
la cabina un blocchetto di legno duro
e smerigliarlo seguendo i contorni del-
la fusoliera; a questo punto rimuove-
re il blocchetto sagomato e utilizzarlo tutto l'aereo:
come stampo per ottenere un nuovo Ratius/Leihse blu lucido
tettuccio con un foglietto di plasticard Humbrol 14 + 21 per sfumare
trasparente, con il sistema Vacu-Form Pactra X3 + X1 per sfumare
o con altri procedimenti similari.
Chi non volesse cimentarsi in que-
sto lavoro, che è però più facile di
quel che si pensi, può utilizzare an-
che il tettuccio della scatola di mon-
taggio. Con carta abrasiva di vari spes-
sori ed acqua si da la forma al tet-
tuccio, infine si lucida con un panno
morbido con aggiunta di Polish per
storia MODELLISMO 31
Auto a 360
di Mario Barteletti
L'Alfasud TI
Il
Trofeo..
di CLAUDIO PIZZI
32
La validità della fotografia come documento storico è ormai un fatto pienamente
acquisito. All'estero, dove gli studi di storia delle uniformi sono molto più sviluppati,
la testimonianza fotografica è ampiamente sfruttata ed è sicuramente la più valida
per ricostruire foggie, modi di indossare certi indumenti, dimensioni di oggetti, molto
spesso alterati dalla fantasia degli artisti.
Sarebbe auspicabile poter fare la stessa cosa con le uniformi italiane, dato che
esse sono le meno note, per tutta una serie di motivi.
Le quattro immagini qui riprodotte danno in pochissimo spazio una chiara esem-
plificazione delle uniformi indossate dall'Artiglieria Sardo Piemontese durante gli anni
del Risorgimento. Ad eccezione del kepi usato dagli ufficiali subalterni, per tutto il
resto è la divisa già adottata fin dal 1843.
Gallerìa
Invito tutti i lettori che fossero in possesso di materiale di questo genere a
segnalarcelo, in modo da poter arricchire la rubrica ed illustrare tutte le varie spe-
cialità dell'Esercito.
Giorgio Cantelli
fotografica
Ufficiale superiore d'artiglieria in tenuta
ordinaria con spencer. Foto databile
intorno al 1860 circa. L'uso della feluca
è ancora l'elemento di distinzione
per gli ufficiali superiori, essa veniva
guarnita con un pennacchio nero
in talune circostanze.
storia MODELLISMO 33
Lochkeed RT-33 A fotografico del 51° Stormo utilizzato per traino bersagli. Caratteristica la colorazione ventrale a bande
trasversali nere su fondo giallo (Archivio R. Rovere).
Lochkeed F 104-S del 51° Stormo caccia fotografato sulla base di Istrana (TV). Notare il distintivo del 155° Gruppo
ed i serbatoi supplementari (Foto A.M.I.).
Republic F 84-F 8-11 del 101° Gruppo dell'8° Stormo CB, fotografato a Cervia nel 1970. Notare i travetti subalari.
(Archivio R. Rovere)
34 storia MODELLISMO
« POSTAZIONE D. A. K. 1943 » diorama di Paolo Casali ^
Roma 1976
II carro italiano M 13/40 visibile sul fondo a sinistra « AFRIKA KORPS: INCONTRO FORTUITO »
è della Italaerei; gli altri: Panzer IV e Tigre, come pure diorama di Sergio Sannipoli - Roma 1976.
l'autoblindo 223 sono prodotti dalla Tamiya. La casa diroccata
L'autoblindo Sd.Kfz. 223, sulla sinistra, ferma a causa
(un po' troppo pulita) è produzione Airfix. Le pietre
ed il muretto sono stati ottenuti con D.A.S. Il terreno di un guasto meccanico è della Tamiya, le catenelle e le taniche
è stato ottenuto con sabbia autentica setacciata e miscelata sono della Istorex; il soldato a bordo è della Airfix,
con vinavil. quello inginocchiato della Monogram. Gli attrezzi
sono autocostruiti. Il Panzer I che sta passando nei pressi
è della Italaerei, così come il capocarro che chiede notizie.
La moto BMW ferma in secondo piano è prodotta dalla Tamiya
ma in seguito — seguendo il piano di costruzione della Esci
riguardante il modello in scala 1/9 — è stata ulteriormente
T dettagliata. Il motociclista è della Airfix.
storia MODELLISMO 35
«OBBIETTIVO'.Campo trincerato»
ACCORGIMENTI TATTICI
di Umberto Tosi
Nel numero di gennaio abbiamo pro- Carri portasoldali ca oppure d'attacco; fra un comporta-
posto ai lettori un interessante ed mento opportunistico, prudente oppu-
originale gioco di guerra consistente II giocatore deve operare con una re spregiudicato. Attacco fintato sul
in uno scontro tra due gruppi di car- certa accortezza nel decidere o meno guado di destra e poi interrotto per
ri armati. Gioco che chiunque può pre- la discesa dei soldati a terra. Pedina forzare su quello di sinistra; attacco
parare in casa con estrema facilità pro- polivalente: inoffensiva e disarmata sul guado di sinistra per sbilanciare
curandosi due cartoni e qualche deci- quando è in movimento deve inter- 10 schieramento avversario e facilita-
na di modellini di carri della RO-CO rompere la sua marcia per poter com- re una decisa offensiva sulla destra;
(distributore GIEFFECI) oppure della battere; arresto molto simile al « piaz- leggero arretramento su un'iniziale
ROSKOPF (distributore INTERGIO- zamento » del semovente. In fase di- pressione dell'avversario per indurlo
CHI). fensiva questa pedina gode della inte- ad avanzare dopo aver spiazzato i suoi
In queste pochissime (ahimè, lo spa- ressante possibilità di poter occupare semoventi: lo schieramento momen-
zio è tiranno) pagine desideriamo in- due caselle (una occupata dal mezzo taneamente indebolito verrà poi inve-
trattenervi brevemente su alcuni con- ed una dai soldati), togliendo quindi stito da un risoluto contrattacco.
sigli tattici per poi passare alla regi- spazio alle pedine avversarie. Quando Ricordate che, sotto il tiro dei se-
strazione grafica di una partita-tipo. sta avanzando è bene non perderla di moventi avversari, i vostri carri me-
Esaminiamo per prima cosa le pe- vista poiché se dovesse raggiungere, di hanno le stesse probabilità dei car-
dine, cercando di osservarle con una con i soldati a bordo, il campo trince- ri pesanti di essere colpiti: evitate per-
ottica volutamente contrastata che rato avversario determina la sconfitta ciò a questi ultimi sacrifici inutili.
metta in risalto il migliore impiego e degli incauti difensori. Una volta deciso l'attacco, cercate
le loro più corrette possibilità. Vediamo ora in breve alcuni schie- di mettere in difficoltà l'avversario a-
ramenti consigliati. Pur non mancan- vanzando con due o più pedine sotto
do la possibilità di modificarli durante 11 tiro di uno stesso semovente, cer-
Carri armtiti pesanti l'avvicinamento al fiume non ne va cando nel contempo di restare fuori
Costituiscono una forza d'urto molto sottovalutata l'importanza. Salvo che portata di un altro semovente: avrete
efficace, specie se guidati con criterio: un giocatore non intenda confondere così il vantaggio di avanzare nella zo-
non è infatti del tutto saggio mandar- l'avversario di proposito. Elenchiamo- na battuta dai semoventi avversari con
li allo sbaraglio contro i semoventi ne alcuni: 1 pesante, 1 semovente, 2 4-5 pedine contro le quali il vostro ri-
avversari. portasoldati e 4 medi in veloce avan- vale potrà indirizzare soltanto un paio
zata verso il guado di destra (quello di colpi. Se questa prima fase ha suc-
più vicino), con le rimanenti pedine cesso insistete nell'attacco tentando
Carri armati medi schierate a difesa del guado di sini- di colpire i semoventi sui fianchi in-
stra. Oppure: 3 pesanti, 4 medi all'at- difesi.
Costituiscono il nerbo dello schiera- Per parte vostra, se vi dovesse ca-
tacco e 3 semoventi con 2 medi e i 3
mento: hanno il compito di spingersi pitare di subire un attacco simile, cer-
portasoldati in difesa. Oppure ancora:
all'attacco delle pedine avversarie, di
4 medi, 3 semoventi e 2 portasoldati cate di migliorare il piazzamento di un
sfidare il fuoco micidiale dei « pesan- semovente per volta, in modo che al-
in attacco e le rimanenti pedine sul-
ti » e dei « semoventi » avversari; di so- meno uno di questi possa sempre con-
l'ala sinistra. Molto valido anche l'at-
pravanzare i propri carri pesanti, di trastare gli avversari. In situazioni si-
tacco condotto con 4 medi e 2 pesan-
aprire loro la strada fra le pedine ri- mili risulta molto efficace una difesa
ti seguiti dai 3 portasoldati pronti ad
vali; di proteggere i fianchi dei pro- impostata con i carri portasoldati in
incunearsi nella breccia dello schiera-
pri semoventi.
mento rivale e con i semoventi sca- quanto queste pedine, con i fanti siste-
glionati sulle ali ed al centro, oppu- mati a terra, « occupano » due caselle
Carri semoventi re tutti e tre riuniti a difesa del gua- ciascuna e quindi riducono sensibil-
do di sinistra. Poliedrico quanto enig- mente la libertà di manovra del ri-
Pur essendo poco manovrabili e pur matico lo schieramento formato da tre vale.
disponendo di un campo di tiro con un unità organiche, composte ciascuna da Non disdegnate di colpire i carri
angolo limitato costituiscono — a mo- un carro pesante, un semovente, 2 me- portasoldati momentaneamente scari-
tivo della lunga gittata dei loro can- di ed un portasoldati: durante l'avan- chi: i soldati a terra saranno costret-
noni — dei formidabili mezzi per in- zata il giocatore che lo ha adottato ti a restare immobilizzati sulla scac-
frangere lo schieramento avversario. ha il vantaggio di nascondere all'av- chiera. Costringete i soldati avversari
Anche se ben scortati non si prestano versario le proprie intenzioni, potendo a scendere dal proprio carro per poi
come spina dorsale di un gruppo di spostare all'ultimo momento l'unità uscire dal loro campo d'azione con le
attacco per via della loro scarsa mo- centrale verso l'ala dalla quale egli ha vostre pedine. Non preoccupatevi trop-
bilità e per la necessità di ripetuti deciso di condurre l'attacco principale. po di eliminare dal tavolo di gioco i
piazzamenti, durante i quali questi car- Con l'arrivo delle pedine in prossi- carri portasoldati vuoti: le caselle oc-
ri rimangono indifesi e costretti al si- mità del fiume si comincia a palesare cupate da queste pedine potrebbero
lenzio. Per questi stessi motivi si rac- la personalità dei giocatori. E' a que- intralciare la manovra dell'avversario
comanda una guida molto attenta in sto punto infatti che essi dovranno ancor più seriamente di quanto non
fase di ripiegamento. scegliere fra una condotta difensivisti- possa danneggiare la vostra.
36 storia MODELLISMO
BIANCHI
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storia MODELLISMO 37
Partita registrata rato avversario è segnalata da una Mossa 16: due carri medi Bianchi
« V ». La pedina rimasta ferma è se- si incuneano nello schieramento avver-
Nella pagina che segue troverete la sario. I Rossi si trovano improvvisa-
gnalata da un trattino.
registrazione scritta di una partita: mente in difficoltà. Il Rosso MI si ri-
Bianchi contro i Rossi che alla fine
Breve commento tira.
della 22" mossa abbandonano. I carri Mossa 17: HI Bianco colpisce P3 Ros-
pesanti sono identificati dalla lettera I « Bianchi » che muovono per pri- so senza soldati per tentare di aggi-
« H », i carri medi dalla lettera « M », mi si sono schierati con le tre unità rare S3 Rosso. I Bianchi dilagano.
i semoventi 'dalla lettera « S » ed i por- organiche; i « Rossi » hanno schierato Mossa 18: I Rossi tentano invano
tasoldati dalla lettera « P ». i tre semoventi sul guado alla loro si- una ritirata organizzata. Ma per i Bian-
La posizione, mossa per mossa, di nistra in difesa, i tre carri pesanti chi il passaggio sulla destra è ancora
ogni pedina viene indicata con le coor- avanzano all'attacco sulla destra. poco agevole a causa di PI che impe-
dinate (lettera e numero) della casel- Mossa 6: i contendenti si sono asse- disce una infiltrazione verso il centro.
la occupata. La mossa-guado viene rap- stati nei pressi del fiume, inizia la Mossa 19: la difesa del Rosso MI
presentata dal doppio tratto ondulato. preparazione dell'attacco vero e pro- è eroica.
La freccia indica, anche come direzio- prio. Mossa 22: I Rossi abbandonano.
ne, il piazzamento del semovente. Pren- Mossa 8: a causa degli scarsi risul-
dendo come riferimento la direzione tati ottenuti con i semoventi i Rossi Si potrà obiettare che l'abbandono
« contro l'avversario » che viene segna- scaricano i soldati da PI e da P3 per deciso dai Rossi sia stato un po' av-
lata con la punta verso l'alto. La ro- attaccare i carri medi MI ed M2 dei ventato, ma è pur vero che i Bianchi
tazione è disegnata con una freccia Bianchi. erano .già arrivati alla meta con un
ricurva. La posizione dei soldati scesi Mossa 9: I Bianchi avanzano, ma i carro medio, ad un carro pesante ba-
a terra è contraddistinta da una dop- carri pesanti Rossi avanzano a loro stavano ancora poche mosse ed infine
pia sottolineatura delle coordinate del- volta. vi era un portasoldati avanzante al
la casella. La loro risalita sul carro Mossa 11: I Rossi insistono a destra centro. Questo scontro ha mostrato
portasoldati viene indicata con « R ». giocando il tutto per tutto. quanto sia valido lo schieramento dei
// colpo lanciato da una pedina è Mossa 13: I Bianchi cercano di tam- tre semoventi. Schieramento che i Ros-
indicato dalle coordinate incorniciate ponare l'attacco. Il lavoro svolto da si hanno compromesso nel corso della
della pedina presa a bersaglio: da un SI Bianco, poco utile in fase di attac- 13a mossa. Interessante da parte dei
cerchio se il colpo è mancato, da un co, potrebbe risultare fruttifero in oc- Bianchi la sistemazione di due semo-
quadratino se il colpo è andato a se- casione di un attacco dei Rossi. I Ros- venti sulle ali del loro gruppo d'attac-
gno. La croce diagonale manifesta la si spostano S2 al centro per appog- co. Abbastanza valido anche lo schie-
pedina distrutta; nel caso dei soldati giare la loro alla destra! ramento sulla loro ala sinistra, pur se
a terra, la loro eliminazione viene Mossa 15: Lo spostamento di S2 da il semovente, in fase di attacco avreb-
contraddistinta da una croce diritta. parte dei Rossi sembra poco felice: i be mostrato un certo impaccio. E c'è
La mossa vincente di una pedina che bianchi avanzano. Ma anche i Rossi da dire che stava per cedere all'urto
riesce a stazionare nel Campo trince- avanzano sulla destra. dei carri pesanti Rossi!
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38 storia MODELLISMO
TRASFORMAZIONI di semoventi
in MODELL-FAN 7/75 di M. Lichtenfeld
Per lo chassis ci serviamo del model- posteriore contro la copertura del mo- che è di circa 183 mm più corto e man-
lo di RoCo del carro armato russo T34. tore, quindi i due laterali contro la ca della nicchia del comandante e del-
Smontiamo il modello ed incolliamo i parte posteriore e le coperture dei la cassa attrezzi sul lato destro. Per
due gruppi di rotolamento con la par- cingoli. Poi si unisce la parte frontale realizzare la feritoia si può usare del-
te inferiore dello scafo. Dalla parte su- con le fiancate. Infine incolliamo il tet- la balsa.
periore dello stesso eliminiamo il ri- to del « settore da combattimento ». Ora, a seconda del modello scelto,
vestimento della mitragliatrice, .la ca- Le feritoie possono essere fatte di abbozziamo in un cubetto o con ton-
tena di scorta, la feritoia per il gui- cartone sottile o materiale plastico. dino di legno il mantello del cannone
datore e le due parti sporgenti della Per la nicchia del comandante usia- che poi perforeremo; realizziamo le
copertura del vano motore. Solo ora mo tubo di plastica da 8 mm oppure impugnature con del filo metallico pie-
incolliamo la parte superiore e quella un tondino di legno. gato e le incolliamo in fori preventi-
inferiore dello scafo. In queste condizioni, cioè senza can- vamente effettuati con uno spillo. Vo-
Ora passiamo alle sovrastrutture da none, il carro SU 100 veniva adopera- lendo, possono essere applicati degli
combattimento: le prepariamo con pla- to anche come rimorchiatore corazza- accessori quali maglie di cingolo, ta-
stica in fogli, cartone spesso o com- to. Possiamo così avere ancora un al- niche, casse, teli impermeabili ecc. ed
pensato sottile. Trasferiamo, con l'au- tro modello, applicando cavi di rimor- infine verniciamo il nostro modello
silio di carta da lucido, il disegno del- chio, catene, cingoli, casse, fusti ecc. con colori per plastica come l'Hum-
le 5 singole parti sul materiale pre- Ora passiamo al cannone. I russi co- brol R 205 per i veicoli dell'armata ros-
scelto, le ritagliamo con molta cura, struivano questo tipo di semovente in sa 1945 oppure HM 1 con macchie ver-
servendoci di una riga e di un col- 3 versioni: come SU 85 con un canno- di per quelli dell'esercito egiziano. Per
tellino affilatissimo. Le due parti late- ne 85 mm, come SU 100 con un can- il lavoro della feritoia si raccomanda
rali devono essere assolutamente ugua- none da 100 mm e come SU 122 con
li. Tutti gli spigoli vengono smeriglia- di consultare una foto originale. A ta-
cannone da 122 mm.
ti accuratamente; quindi collochiamo Per la canna del cannone adoperia- le riguardo raccomandiamo la serie
tutte le parti, senza colla, sul modello mo del tubo d'ottone, p. es. da 0 2 mm Signal « Soviet-tank in Action » che mo-
per verificare se combaciano esatta- per il modello SU 85 ed SU 100, e da stra con foto originali molto chiare e
mente. Quando i pezzi sono bene adat- 0 2,5 mm per l'SU 122. Il tipo SU 85 profili a colori i carri armati russi del-
tati, cominciamo incollando la parte si distingue dal SU 100 per il cannone la seconda guerra mondiale.
Sportello conduttore
Carro d'assalto 1: 90
SU 122
storia MODELLISMO
I combattimenti in Africa
in MODELL-FAN 1/75
(DIORAMI)
di Olaf Osten
E' da molto tempo che i combatti- fix, il Valentine della Fujimi ed infine roso che gli inglesi opponevano ai sol-
menti in Africa interessano i modelli- il legendario Greif nell'assortimento dati dell'Afrika-Korps quando nel mar-
sti e costruttori di diorami. della Nitto. zo 1941 venivano in aiuto degli Italia-
Non vorrei entrare nel merito della Questa scelta di veicoli dovrebbe es- ni in Libia. Quando alcuni Matilda ca-
successione e dell'esito degli eventi; sere una base sufficiente per un fedele devano intatti in mano tedesca, ve-
questo è compito dei libri di storia. A diorama africano. La nuova serie di fi- nivano subito muniti delle insegne te-
noi preme soltanto di riprodurre que- gure dell'Afrika Korps della Airfix ri- desche e dei segni di riconoscimento
sta parte della storia della II guerra muove l'ultimo ostacolo per una ripro- per gli aerei e quindi impiegati nelle
mondiale. Vogliamo però orientarci il duzione in miniatura. Nella scena qui operazioni. In alcuni casi ciò avveni-
più possibile sugli effettivi avvenimenti. sotto illustrata mi sono preso la liber- va con scarsa soddisfazione dei nuovi
I combattimenti in Africa sono di- tà di inserire anche l'eccellente figura equipaggi in quanto, nel polverone del
ventati solo l'anno scorso un possibi- del generale Rommel della RoCo. Co- deserto, i soldati tedeschi identificava-
le tema per diorami. A parte alcune me scala, questa figura è un po' trop- no i mezzi corazzati soltanto dalla sa-
riproduzioni in scala maggiore, nella po piccola per le figure dei soldati del- goma e quindi aprivano con molto ze-
scala 1:76, non esisteva né un carro l'Airfix, ma un piccolo trucco risolve lo il fuoco su questi, ormai tedeschi...
armato Matilda né il Greif Sd. Kfz. 250 il problema: Rommel è collocato su Nel nostro Diorama qui riprodotto,
di Rommel e soltanto pochissime figu- un piccolo rialzo del terreno mentre non si è ancora giunti a questo pun-
re effettivamente utilizzabili. Ora la si- il soldato davanti a lui è collocato in to: il generale Rommel si fa riferire
tuazione è diversa. Molti veicoli che un avvallamento. sui combattimenti, nel corso dei quali
avanzavano più di trent'anni fa nelle Il modello per questo primo Diora- questo Matilda è stato conquistato. La
sabbie del deserto si trovano ora ri- ma africano può essere documentato figura dell'informatore come anche
prodotti in scala. con fotografie dell'epoca, ricavate da quella del conducente nel « Greif » so-
Così ora disponiamo addirittura di pubblicazioni. Il Matilda britannico, no state trasformate. Nei due casi si
due Matilda, uno della Fujimi e uno che i soldati tedeschi conoscevano tratta del soldato che si arrende; le
della Airfix, ambedue in scala 1:76, poi piuttosto sotto il nome di Mark II era sue braccia vengono tagliate e riattac-
il Crusader in due versioni della Air- il tipo di mezzo corazzato più nume- cate in posizione variata.
40 storia MODELLISMO
J
Foto originale: soldati tedeschi hanno « ornato »
un Matilda catturato con la svastica.
Il Matilda fotografato
con altra illuminazione in cui
a distingue la « sporcatura ». Dato che l'Sd. Kfz. 250, cioè il Greif parato dal falegname ho steso dello
della Nitto, è fornito senza antenna, stucco granuloso e l'ho colorato a
ho piegato, in base alle fotografie, un spruzzo in colore sabbia. Prima però
(ilo d'argento, l'ho incollato con colla ho impresso le traccie dei due veicoli
per plastica e l'ho dipinto assieme al e, con l'aiuto di un piccolo temperi-
veicolo. Nessuna difficoltà per simula- no ho inciso varie altre tracce quan-
re il suolo sabbioso. Su un piano pre- do lo stucco stava per indurirsi.
Il generale Kummel
con gli occhiali da sole alzati
nella sabbia del deserto. Foto originale: un Matilda bruciato nel deserto.
storia MODELLISMO 41
Mostra di modellismo al Salone Uso Tempo di Roma
Nell'ambito del SALONE USO TEM- onorare la memoria del primo diret-
PO che si svolge annualmente a Ro- tore nazionale della I.P.M.S., stia di-
ma nei primi giorni di ottobre, si è ventando una delle più importanti
tenuta la II edizione del Trofeo Gior- manifestazioni annuali del settore.
gio Licitra, Mostra Concorso Naziona- La nota meno lieta va ricercata in
le di Plastimodellismo statico, organiz- un certo timore da parte di tutti quei
zato dalla Direzione Nazionale del- modellisti non laziali che, non poten-
l'I.P.M.S. Italia in collaborazione con do partecipare di persona alla mani-
il Centro Romano I.P.M.S. festazione ed incapaci di effettuare im-
La notevole affluenza di pubblico ed balli accurati, non se la sono sentita
i numerosissimi partecipanti testimo- di affidare le loro creazioni agli spe-
niano come questo trofeo, nato per dizionieri. Valga per loro la constata-
Simpatica composizione
del Sig. M. Camponeschi
che ha ottenuto un ottimo piazzamento
nella categoria figurini.
Notevole lavoro di conversione in questo Avrò York, nei colori della DAN-AIR,
nel quale sono state utilizzate solo le ali e le derive del Kit del Lancaster.
Modello realizzato dal Sig. V. D'Orlo e classificato al primo posto Aerei Civili.
zione che i modelli inviati dal Club CSI
di Alessandria erano arrivati tutti per-
fettamente integri.
Duecento i modelli esposti: aerei,
mezzi militari, diorami, figurine e... due
navi, opera di giovanissimi. Il perché
di una così esigua partecipazione di
modelli navali (l'anno precedente ne
era stata presentata una sola) non è
facilmente spiegabile. Indubbiamente
manca ancora una adeguata documen-
tazione. Scarsi anche i modelli civili.
Per i quali non si può certo parlare
di scarsa documentazione.
Riproduzione interamente autocostruita del bombardiere Capromi Ca.450 in 1/72 Il trofeo è stato appannaggio (è la
del Sig. A. Angerilli classificatosi al primo posto assoluto
e quindi vincitore del II Trofeo Giorgio Licitra. parola) di Alfredo Angerilli con un me-
raviglioso Ca. 450 interamente autoco-
struito. Tra i mezzi militari, quasi tut-
ti di ottimo livello, è emerso, nelle due
scale previste, Mauro Traverso di Ge-
nova con due versioni del carro Chur-
chill. Genovese anche il « figurinista ».
I diorami hanno dato libero sfogo
all'immaginazione, e questo ha contri-
buito ad attrarre l'attenzione del gros-
so pubblico, ma in qualche caso i mo-
dellisti hanno perso per strada il sen-
so della realtà e della fedeltà storica.
Un difetto molte volte notato è quel-
lo di concentrare troppi oggetti in
poco spazio. Ma talvolta si è persine
arrivati a riunire soggetti incompatibi-
li come nazionalità.
Carro « Churchili-Carpet layer » 1/35 del Sig. M. Traverso di Genova Personalmente penso che la scena di
I' classificato nella categoria. un diorama si debba limitare a ciò
42 storia MODELLISMO
che riuscirebbe ad inquadrare un nor- — con una pubblicazione propria — il I.P.M.S. », rivista trimestrale di 32 pa-
male obiettivo fotografico. Ed il segre- vuoto informativo esistente in quel pe- gine con numerose fotografie, spesso
to è forse proprio quello di ispirarsi riodo. inedite, e moltissimi disegni.
a qualche fotografia. A questo con- Il successo fu immediato, tanto che Gli argomenti spaziano su quasi tutti
cetto pare si sia attenuto Carlo Ca- già nel 1965 l'Associazione aveva un i campi del plastimodellismo, sono
stellani con il suo pregevole « Ritirata gruppo operante negli Stati Uniti e frutto di ricerche condotte dai soci,
in Russia ». soci sparsi in tutto il mondo, non esclu- spesso in collaborazione fra loro e
Fuori concorso vi erano esposti nu- sa l'Italia. Questo primo gruppo na- trattano di materiale modellistico pro-
merosi modelli di indiscusso valore, tra zionale decideva, agli inizi del 1968 di dotto o utilizzato in Italia.
i quali faceva spicco una serie di me- istituire la Branca Italiana mantenen- Per le notizie di carattere associa-
ravigliosi figurini di Mario Brandani. do inalterati lo spirito e le finalità tivo, comunicazioni, novità, annunci e
dell'associazione madre. brevi recensioni viene distribuito con
di E. N.
Con l'andare del tempo l'I.P.M.S.- cadenza mensile un bollettino denomi-
Italy si è ingrandita e rafforzata di- nato « Flash ».
ventando una delle maggiori, se non Tramite la Direzione Nazionale i so-
COSA È n.P.M.S. (n.d.r.) la maggiore, Associazione plastimodel- ci hanno la possibilità di acquistare a
listica nazionale, con soci sparsi un condizioni vantaggiose tutte le pubbli-
po' dovunque e centri operanti nelle cazioni specializzate edite in Italia,
Sarà senz'altro capitato ad un certo nonché gran parte delle pubblicazio-
numero di modellisti, leggendo riviste principali città, come Torino, Milano,
Bergamo, Padova, Venezia, Trieste, Na- ni I.P.M.S. edite nel mondo.
e pubblicazioni specializzate, di incon- Le quote associative annuali, tenen-
trare la sigla I.P.M.S. e di chiedersene poli, Messina, Palermo, Roma; solo per
citare i più consistenti ed attivi. do conto dei tempi, sono alquanto mo-
il significato. Le quattro lettere non so- deste e si dividono in tre categorie:
no altro che l'abbreviazione di: Inter- Questi nuclei portano avanti lo spi-
rito associativo su base locale organiz- Lit. 4.000 per i soci Junior (sino a 16
national Plastic Modellers Society, os- anni), Lit. 4.500 per gli Studenti (dai
sia « Associazione internazionale fra zando mostre, proiezioni, visite e riu-
nioni periodiche nelle quali i soci si 16 ai 21 anni) e Lit. 5.000 per i Senior
plasti-modellisti ». (oltre i 21 anni).
Come tale essa è sorta in Inghilter- ritrovano per confrontare amichevol-
ra nel 1964 per iniziativa di uno spa- mente problemi ed idee di comune in- Il recapito per coloro che desideras-
ruto gruppo di appassionati e con l'in- teresse. sero informazioni è il seguente:
tento di promuovere i contatti fra i Fuori commercio, ad uso esclusivo I.P.M.S. ITALY,
modellisti, facilitare lo scambio di in- dei soci dell'Associazione, la Branca Casella Postale 12017
formazioni e di materiale e colmare nazionale pubblica il « Notiziario 0010 ROMA - Bclsito.
storia MODELLISMO 43
NOVITÀ
F.D.S. IDEA 3
Questa Casa continua a sfornare novità: n. cat. 47: Me E' uscita la Mercedes Benz 500 K Special Slreamline Car
LAREN M 23 (Campione del Mondo 1976) (1:43); n. cat. 48: 1934. Il modello è in metal-bianco, in scala 1:43 ed e dispo-
PORSCHE 908/3 1970 (Targa Florio) (1:43). In kit Li t. 8.800 nibile sia in kit che montato. L'Idea 3 si è avvalsa della
cad.) collaborazione di Carlo Brianza. In programma: Bentley
Embericos e Mercedes Benz 500 K Autobhan Kurier.
HOBBY TECNICA
MANOU
Molto interessante la nuova serie in scala 1:24 denomi-
Ultime novità sono: nella serie « Le Mans » la Fiat Abarth
nata BIG ONE che inizia con la TIYRRELL 6 RUOTE
700 spider 1961 e la Maserati tipo 63 Bird-cage 1961; nella
(prezzo non conosciuto); seguiranno tutte le Formula 1.
serie « Replique » la Simca 5 del 1939, replica del Dinky
E' uscita anche la PORSCHE 936 SPORT (1:43).
35 A; nella serie « Le Mans Kit » la Maserati tipo 63, 1961
e l'O.S.C.A. 746 c.c., 1958 spider.
BURAGO
Questa Casa è stata la prima a riprodurre l'Alfetta GT,
bella come la vera, in scala 1:24. Gli altri modelli in questa
scala sono: la Fiat 131 « Polizia »; la Lancia Stratos « Stra-
dale »; la Renault 5 versione « Coppa ». Le prime due co-
stano L. 3.500, le seconde L. 3.000. Inoltre la Burago ha
presentato una bellissima Ferrari T 2 in scala 1:14; prezzo
L. 6.000.
SOLIDO
Gli automodelli Solido, spariti da qualche tempo dal mer-
cato italiano, ritornano importati e distribuiti dalla Bura-
go. La Linea Solido comprende attualmente 22 modelli, da
competizione e da turismo, e 11 di auto antiche. La Bu-
rago ci ha fatto la piacevole sorpresa di ridurre i prezzi
rispetto quelli p7-aticati in precedenza: un automodello
costa lire 1.750 oppure 2.250 a seconda della sua comples-
sità. Le auto antiche costano invece L. 5.950. Tutti i modelli
L'Alfetta G.T. in scala 1 : 24 della Burago.
Il modello ha quattro aperture. sono in scala 1:43.
HELLER
aerei 1/72
S.E.P.E.C.A.T./BAC Jaguar A/E
44 storia MODELLISMO