2-La BELLEZZA Unità Spirituale
2-La BELLEZZA Unità Spirituale
2-La BELLEZZA Unità Spirituale
Michelina Tenace
La luce è il primo principio del bello nella natura, in quanto è il principio capace
di liberare la materia dalla sua pesantezza e dalla sua impenetrabilità. È dunque il primo
principio d’unione tra il materiale e il non materiale.
L’osservazione del fenomeno della luce nella materia organica porterà a questa
conclusione: la bellezza è «la materia illuminata» o «la luce incarnata».145 Primo
principio della bellezza nella natura, la luce, unita in modo indissolubile alla materia,
produce la bellezza.
Ciò che è degno di esistere è l’Assoluto. Allora l’idea è presente nella bellezza
come un rapporto a ciò che è degno di esistere, un rapporto all’Assoluto. E questa
presenza dell’idea incarnata nella bellezza risponderà alle stesse qualità dell’Assoluto:
«idea [...] degna di essere: essa è la piena libertà delle parti costitutive nella perfetta
unità dell’intero.»152 La libertà che, nelle parti, rinvia l’essere particolare al tutto,
indica l’idea degna d’esistere. «Considerata prevalentemente nella sua assolutezza
interiore, come l’assolutamente desiderabile o voluto, l’idea è il bene; considerata nella
pienezza delle determinazioni particolari che abbraccia, come il contenuto pensato per
l’intelletto, l’idea è la verità; considerata nella perfezione o completezza della sua
incarnazione, come realmente percepibile nell’essere sensibile, l’idea è la bellezza».153
L’idea di cui si parla nella bellezza sarà dunque sempre intesa come unitotale e
«triunica», poiché in essa il bene supremo che noi desideriamo e la verità che noi
pensiamo si congiungono nell’incarnazione che la bellezza loro conferisce e ciò perché
la bellezza è l’espressione o l’incarnazione dell’idea unitotale, del bene e della verità
degni di esistere.
Ciò che costituisce il centro del pensiero di Solov’ëv – lo si indovina – non è una
teoria dell’estetica, ma una teoria dell’Assoluto. Il criterio di discernimento della
bellezza non è la forma estetica speciale, ma l’essenza ideale generale che essa contiene.
«Il criterio generale dell’essere degno o ideale è la massima autonomia delle parti nella
massima unità dell’intero [...] è la completezza più o meno realizzata di questa
incarnazione.»155 Essendo questa idea una manifestazione dell’Assoluto, essa ne ha le
caratteristiche, di cui la principale è l’eternità. Ecco perché la bellezza che incarna l’idea
sempre degna di esistere è una partecipazione a quest’eternità, e, la materia che
permette al bene e alla verità di incarnarsi nella bellezza, partecipa a questa eternità. Né
Plotino, né Hegel avevano osato spingersi a tanto.
P 51
P 54
La conclusione del testo mette dunque la bellezza nella natura in rapporto con il
senso generale dell’evoluzione cosmica e della storia umana. Questo senso ci può essere
rivelato attraverso la comprensione della bellezza nella natura. Tuttavia, a causa
dell’intervento dell’uomo, l’arte è una parola più significativa di quella pronunciata
dalla natura attraverso la sua bellezza.
P 105
“a un essere umano e non un angelo o uno spirito e anche perché è nella carne
che Dio ci ha amati. Il senso dell’amore è proprio di illuminare e di spiritualizzare
questa carne inseparabile dalla persona, come la luce che illumina e trasforma la materia
è inseparabile nel carbone diventato diamante. «Un angelo o un puro spirito non hanno
bisogno né di illuminazione né di spiritualizzazione; solo la carne viene illuminata e
spiritualizzata e proprio essa è l’oggetto necessario dell’amore».348
P 112-113
Idealizzazione