Positivismo e Nietzsche
Positivismo e Nietzsche
Positivismo e Nietzsche
POSITIVISMO = non va inteso nel senso comune del termine, per noi "positivo" è qualcosa di
vantaggioso e utile per l'uomo. "Positivo" in questo caso significa "ciò che è misurabile e si può
pensare, perché è reale" e ciò deriva dalla 2 Riv Industriale, una filosofia scientifica (antimetafisica,
perché la scienza è l'unica fonte di conoscenza possibile), un potenziamento dell'Illuminismo (che
era invece della 1 riv industriale, quindi intravedeva il progresso, attraverso l'Enciclopedia ad
esempio), perché adesso il progresso è già in atto, non è più una previsione. (esempio: il
positivista non sogna di parlare con la persona a distanza, può farlo concretamente con il
telegrafo).
Quindi la filosofia che ruolo ha nelle scienze? La filosofia le raccorda tirando fuori gli elementi
comuni attraverso il metodo scientifico perché solo il progresso scientifico può far progredire
l'uomo, quindi il positivismo dà vita alla "filosofia delle scienze".
Il positivismo è una filosofia molto ottimista, come l'Illuminismo, anche se da questo si distacca,
non solo per il fatto che non c'è più solo il sogno del progresso ma è concreto [spiegato sopra], ma
anche perché nell'Illuminismo c'era una forte spinta politica eversiva perché si voleva abbattere
l'ancien régime (ciò che voleva fare Filangieri con la scienza della legislazione mettendo lo stato
nel piano cartesiano utilizzando il metodo cartesiano), ma i positivisti non hanno più un nemico da
abbattere, non c'è più l'ancien régime. Il positivismo non ha una carica polemica politica e sociale,
differentemente dall'Illuminismo.
Ciò non significa che il positivismo non si sia scontrato con i problemi sociali.
Dove crescono le persone? Di più nei paesi poveri, dopo la 2 Riv Industriale, anche se è contro
intuitivo. Questo perché nei paesi poveri c'è un alto tasso di mortalità, quindi si fanno più figli per
paura che muoiano anche per stupidi batteri, ma non ci sono soldi per i vaccini e gli antibiotici in
quei paesi.
Bentham dice che è bene quando una cosa è utile e già lo diceva Protagora. Il problema è il
concetto di "utile". Utile è ciò che provoca piacere, contribuisce alla felicità dell'uomo. Bentham
dice che dobbiamo scegliere l'azione che produce più piacere, tenendo conto dell'intensità, la
durata, la certezza, la fecondità.
Bentham dice bisogna calcolare l estensività, tra un piacere che provoca piacere a 2 persone e
una che provoca piacere a 100 persone ovviamente bisogna scegliere la seconda. Eppure questo
è un discorso che sta facendo un borghese e non è un discorso socialista. Tra l'altro Bentham è
l'inventore del Panopticon, un carcere per cui basta pochissimo personale per controllare migliaia
di persone e ha una struttura fatta a posta affinché quello che sta nella torre al centro vede tutti e
controlla. Chi sta nella torre può vedere fuori, ma chi sta nelle celle non può vedere chi sta nella
torre quindi si sentono sempre osservati. Questa è per esempio la reazione alle telecamere (non è
detto mi stiano guardando adesso ma visto che c'è il rischio io mi comporto bene).
John Stuart Mill è un filosofo che ha scritto On liberty ed è anche autore di un altro libro Sulla
servitù delle donne che viene comunemente chiamato come il primo libro che sostiene
l'emancipazione femminile ma in realtà Salvatore Morelli ha scritto a riguardo alcuni anni prima.
Cade il regime borbonico, Morelli diventa onorevole e inizia a fare proposte basate sul suo libro. È
celebre per il suo libro del 1861 che si chiama La donna e la scienza ovvero la soluzione del
problema sociale
Se vogliamo risolvere il problema sociale, serve che la scienza venga data alle donne, che loro
vengano istruite.
Morelli dice "immagina di essere imprenditore agricolo e di avere un capitale e hai 10 ettari di terra.
5 ettari sono buoni, gli altri 5 sono inferiori naturalmente"
La società italiana è in crisi perché ha escluso le donne solo perché tali.
Proposte parlamentari di Morelli, di cui la maggior parte è una voce che parla del deserto:
propone nuovo diritto di famiglia, ovvero il doppio cognome, il divorzio, l'uguaglianza dei coniugi, la
piena responsabilità civile e politica (diritto voto), uguaglianza giuridica e nessuna di queste viene
approvata tranne la testimonianza in sede penale di una donna che viene approvata nel 77
e riesce ad ottenere anche l'istruzione femminile al ginnasio (non ancora al liceo).
Morelli sosteneva anche la laicità dello stato soprattutto nell'istruzione.
Note più tristi: Morelli si batteva anche per la parità giuridica. Bisogna pensare che in Italia c'era il
matrimonio riparatore, le cui radici più antiche stanno nella Bibbia: quando due persone non
sposate hanno un rapporto sessuale, il matrimonio ripara il loro "peccato", ma lo si applica a nei
casi di stupro. Una ragazza veniva stuprata e il suo stupratore poteva non andare in carcere
attraverso il matrimonio riparatore. Ciò avveniva fino al 1981, quando viene abolito il matrimonio
riparatore in Italia.
1996, finalmente in Italia lo stupro diventa un reato contro la persona e non contro la morale.
1966, Franca Viola, figlia dei contadini di Alcamo, aveva un fidanzato che ad un certo punto viene
arrestato per essere mafioso e, quando il padre della ragazza lo scopre, asseconda il desiderio
della figlia di non frequentarlo più e non sposarsi più con lui. Quando lui esce dal carcere, la
rapisce e rapisce anche suo fratello. La famiglia dello stronzo chiama la famiglia della vittima e
concordano un matrimonio riparatore, che giova a tutti: lui non va in carcere e lei ha ancora dignità
perché nessuno si sposerebbe con una donna non vergine.
Quando si arriva a processo, dicono di aver avuto una fuga amorosa, poi però Viola cambia idea,
dice il vero e per fortuna viene creduta. Lo stronzo fa 10 anni di carcere e quando esce gli viene
data una pena accessoria cioè 2 anni di lontananza da Modena, dove viene ucciso da un
criminale. Poi Viola si innamora di un ragioniere, si sposano e vivono felici e contenti.
Lei è stata la prima donna a ribellarsi al matrimonio riparatore. Ma ci sono voluti 15 anni affinché
venisse abolito. Lei è ancora viva oggi e ha 75 anni.
FRIEDRICH NIETZSCHE
È un filosofo molto pericoloso, la cui voce è chiara e distruttiva. È una voce che la si sente
affascinante, però è un pensatore molto complesso, un pensatore scomodo. Essendo
post-kantiano parla di libertà ed emancipazione, però è un pensatore di fine 800,quindi si confronta
con il positivismo e la 2 Riv Industriale e qui vien fuori la sua proposta di liberazione (più di
Schopenhauer) elitaria, cioè propone 1 via di liberazione ma dice da subito che è solo per gli
aristoi, non è per tutti. Lui che è frutto della modernità, propone, sul piano antropologico, un
modello pre-moderno, per cui solo i migliori si liberano.
Nietzsche è razzista, ariano, antisemita, misogino. È aristocratico nei termini di fine 800, ci sono
persone inferiori.
È un filosofo che si inserisce nella critica al modello hegeliano della ragione, è irrazionale,mette il
corpo al centro delle esperienze filosofiche.
Biografia: nasce in una famiglia il cui padre è un pastore protestante, singolare sta cosa perché lui
è il pensatore più esplicitamente anti cristiano (non c'è l'ha con Dio ma con con il cristianesimo,
infatti ha scritto un'opera emblematica chiamata Anticristo). Nietzsche vive con la madre e la
sorella quando muore il padre.
Da ragazzino entra in una scuola prestigiosa a Forta, scuola famosa per la sua rigidità. Si iscrive a
teologia ma poi passa a filologia, che poi insegnerà.
Nietzsche è un filosofo che non ha studiato filosofia ma ci è arrivato passando per la filologia
classica. Si trasferisce a Lipsia per studiare con Richelle più grande filologo ottocentesco e poi
conosce il mondo come volontà e rappresentazione di Schopenhauer, che è una rivoluzione nella
testa di Nietzsche, infatti fa un libro che si chiama Schopenhauer come maestro.
Dopo aver letto Schopenhauer i suoi interessi iniziano a rivolgersi verso la filosofia.
Insegna a Basilea letteratura greca e qui stringe rapporti con Overbeck, o Wagner a cui riconosce
una sorta di paternità spirituale, perché incarna lo spirito del romanticismo, lo ammira molto.
Stringe amicizia anche con Cosima (moglie di Wagner)
La sua vita fu come una metafora : il sole sale nella volta celeste fino a meriggio e poi c'è un
tramonto in cui tornano le ombre fino a che il sole scompare.
La prima opera di Nietzsche corrisponde all'aurora che precede l'alba e si chiama La nascita della
tragedia dallo spirito della musica che è un'opera sistematicamente filologica, non di filosofia. Da
filologo fa un confronto con la tragedia greca, ma nel far questo inizia a mettere i capisaldi della
sua filosofia. Questa è l'unica opera sistematica di Nietzsche, perché i suoi libri sono aforismi,
piccoli o grandi pensieri raccolti in prosa. Il sistema per lui è volontà di menzogna, è
dichiaratamente a-sistematico, ad eccezione dello Zarathustra che però non è una vera e propria
opera, quindi diciamo che è questa qui ad essere l'unica opera sistematica, un vero e proprio
saggio.
In questi anni cambia amicizie, rompe con Wagner perché lo ritiene troppo romantico e si allontana
da lui. Soprattutto perché nell'ultimo romanticismo di Wagner c'è un ritorno al.
cristianesimo e a Nietzsche non piace questa cosa.
Sono anni di grande fermento, è un grafomane, non smette mai di scrivere. Nella metafora della
sua vita, queste opere sono corrispondenti al "mattino". Come gli illuministi gli hanno insegnato,
con la ragione, distrugge le false certezze ( toglie le ombre e porta la luce - > è un maestro del
sospetto)
In questi anni matura anche la sua malattia sicuramente psicofisica che peggiora tanto da
impedirgli di insegnare, infatti iniziò a viaggiare molto.
Viaggia in cerca di pace.
Questa malattia si manifestava anche a livello fisico con bruttissima emicrania, in alcuni casi
epilessia, vomito, disturbi sensoriali soprattutto alla vista.
Lou Salomé, donna di grande fascino e intelligenza. Nietzsche è convinto di avere trovato una
discepoli e compagna, le fa una proposta di matrimonio ma lei rifiuta e dice che ama un altro, Paul
Rée, migliore amico di Nietzsche.
Sia lei che Paul sono anticonformisti e vivono da conviventi in quegli anni. La sorella di Nietzsche,
per proteggerlo, accusa quei due di concubinato.
Il tramonto di Nietzsche è più veloce del mattino. Sono 5 anni di produzione filosofica intensissima,
opere con cui lui porta a compimento la sua filosofia, anche se molti dei suoi scritti non furono
pubblicati.
Primo giorni di Gennaio 1889, a Torino, Nietzsche ha il suo crollo psichico. Già giorni prima aveva
scritto i "biglietti della follia" in cui si sentiva la sua follia, tra cui uno per Cosima in cui si dichiarava
innamorato ma diceva anche di odiarla.
Le cronache ci dicono che a Torino Nietzsche sia sceso in strada (molto più pericoloso di oggi
senza segnali, con le carrozze..) per abbracciare un cavallo. Nietzsche piangendo dice al
cocchiere di fermare il cavallo e inizia a piangere abbracciandolo. L'unico amico che era rimasto,
Overbeck, lo viene a prendere dalla Svizzera e lo fa curare in una clinica psichiatrica. Dopo un po'
la sorella arriva e lo strappa dalle cure svizzere e lo porta a Vainer.
Nel 1900 Nietzsche muore, dopo poco più di 10 anni in cui non era più lui.
Lui è un pensatore di una forza allucinante, lui stesso diceva che non fosse uomo ma dinamite.
Tuttavia però le foto degli ultimi suoi anni non mostrano più il vero Nietzsche.
Post morte la sorella fu ancora importante, perché pubblica il libro la volontà di potenza che
Nietzsche non era riuscito a pubblicare. Elizabeth, nel pubblicare questo libro, esaspera alcuni
temi, quindi non c'è il vero e proprio Nietzsche, erano solo esagerazioni politiche scritte dalla
sorella. Con questo libro, Nietzsche passa alla storia come filosofo del nazismo ma in realtà non
l'aveva mai visto.
Al massimo è il nazismo ad essere Nietzschiano (non è un caso che Hitler si faccia la foto vicino al
museo Nietzschiano col bastone di Nietzsche in mano)
Bisogna aspettare il dopoguerra a fine anni 60 per avere un'edizione critica di Nietzsche dell'opera
omnia. Questo lavoro viene fatto da due italiani Giorgio Colli e Montinari, dove la nazifisicazione
della sorella viene cancellata e Nietzsche diventa Nietzsche.
Colli è uno dei fondatori dell Adelphi che, traducendo in italiano, pubblica l'opera di Nietzsche.
Nel 68 Nietzsche ritorna sulla scena, perché diventa quasi un profeta. Oltre ai tratti protonazisti e
antisemiti, non è di certo socialista (non è né socialista né nazista: Nietzsche è Nietzsche).
Nietzsche dice di se stesso che non è uomo, ma dinamite. "ecce homo" è Gesù quando viene
mostrato alla folla durante la sua crocifissione (vedi su internet)
ecce homo è l'autobiografia di Nietzsche, in cui è molto arrogante e per niente modesto.
NASCITA DELLA TRAGEDIA DALLO SPIRITO DELLA MUSICA OVVERO GRECITÀ E
PESSIMISMO
In quest'opera, la cultura occidentale (che ha radici nel mondo greco) viene letta secondo due
categorie, due forze che nel mondo greco avevano un equilibrio che è stato perso, c'è stata una
decadenza nella nostra civiltà occidentale e lui ha il compito di ristabilire l equilibrio.
● APOLLINIO: prende il nome dal Dio Apollo, Dio del sole, il cui culto è solare e quindi
armonia, forma e razionalità. Ad un certo punto questo prende il sopravvento sulla vita. (*)
● DIONISIACO: prende il nome dal Dio Dioniso, Dio del vino, dell'ebbrezza, il cui culto è cupo
e passa dall' impulso
(*) Oggi la filologia non è d'accordissimo. Oggi Apollo non viene visto come Dio del sole e basta
perché ci sono alcuni epiteti che invece testimoniano il suo essere misterioso, notturno. Per
esempio, nell'Iliade, Apollo, Dio della medicina, prende le frecce, le intinge nella peste e le scaglia
sulla gente.
Nietzsche dice che la forma, l'ordine e la ragione contro l'impulso, la forza, l'istinto, la vita. Sono
due forme che nell'800 non si pensava esistessero nel mondo greco, perché per noi è solo
"ordine".
Nietzsche invece ci dice che queste due forme coesistono insieme in equilibrio, il cui simbolo è la
tragedia greca
(i cui grandi autori sono Eschilo, Sofocle e Euripide). Usa la tragedia greca perché sono alternati la
strofa e il ritornello. Nella strofa gli attori recitano ma poi ci sono momenti in cui irrompe il coro
(ritornello) in cui si usa una voce inappellabile (in genere sono le furie), cioè arriva un elemento che
distrugge le trame razionali delle strofe. In questo Nietzsche vede un equilibrio tra il caos e la
forma. Questo equilibrio c'è fino ad un certo punto: il punto di rottura è Euripide, perché dice che il
coro quando irrompe ragiona troppo, infatti a un certo punto sono umani, non più esseri
soprannaturali. La ragione mette progressivamente da parte l'istinto, l'Apollineo che prende il
sopravvento sul Dionisiaco.
Per questo Nietzsche ce l'ha a morte con Socrate (morto e stramorto).
Da Nietzsche è partita anche la "filosofia della vita". L'idea di Nietzsche nella tragedia è rimasta
perché si può leggere la vita come lo scorrere di un fiume: il fiume che scorre è il Dionisiaco, come
il fiume che scende veloce dalla montagna ed è una forza che non sopporta l'uomo.
Questo fiume di montagna noi lo vogliamo chiudere in una forma, ma in realtà è una forma vuota.
Nietzsche quindi distrugge tutte le forme, tutte le forze apollinee che hanno soffocato il Dionisiaco,
che per secoli abbiamo provato a soffocare.
Nietzsche inizia a dire che di fronte al Dionisiaco, quelli non forti, rifiutano il caos e non guardano,
scappano per paura. È molto come Schopenhauer ma è più che altro una radicalizzazione di
Schopenhauer. Qui però dice che ci sono gli aristoi, alcuni riescono ad affrontare il caos
(aristocrazia guerriera, che soffre e sopporta)
Aforismo: "recedi gli altri nella corsa? lo fai come pastore o come eccezione? un terzo caso
sarebbe che ti fossi dato alla fuga" (credo se la sia inventata il prof)
L’elemento fondamentale della filosofia di Nietzsche è la sua lettura della realtà
secondo 2 categorie:
● Apollineo, scaturisce da un impulso alla forma e da un atteggiamento di fuga di fronte al
divenire.
● Dionisiaco= scorrere tragico della vita.
Quelli che non sono in grado di accettare la tragicità della vita sono inferiori rispetto a
quelli in grado di farlo, c’è già l’orizzonte in cui si muove Nietzsche, quello di una sorta di
aristocratismo.
C’è il gregge delle persone che seguono il pastore che dice loro dove andare e poi ci sono
quelli che si allontanano dal gregge.
In un aforisma del crepuscolo degli idoli, dice
“Segui il gregge oppure lo precedi?
Se precede il gregge, vuol dire che sei il pastore oppure ti sei dato alla
fuga?” [Questa citazione non esiste, l'ha inventata lui]
Ha una proposta di liberazione riservata agli aristoi e questo rende la sua filosofia
inaccettabile.
La filosofia di Nietzsche può essere descritta con la metafora della luce (al mattino il sole sorge e
nel farlo fuga le ombre, fino ad arrivare al meriggio, momento in cui le ombre non ci sono e poi
inizia il tramonto in cui crescono).
All’inizio il sole deve sorgere e deve togliere le ombre e allora, in questo periodo, usa gli strumenti
della sua formazione, soprattutto la filologia, per fare la genealogia dei concetti. prende i
concetti che la nostra cultura reputa essere verità assolute e con gli strumenti della filologia,
ricostruisce la loro genesi umana.
Nietzsche con la filologia vuole dimostrarci che,soprattutto in morale, i concetti che oggi noi
reputiamo assoluti: bene male, giusto, sbagliato, sono l’esatto opposto. Sono concetti che
reputiamo, appunto, assoluti, divini, ma Nietzsche vuole distruggere le false certezze
dimostrando che sono costruzioni umane e che quei significati si sono evoluti. Lui con le
armi della filologia, vuole dimostrarci che proprio in morale, paradossalmente, ciò che noi oggi
chiamiamo bene e male, originariamente, ai tempi della morale dei signori, era il contrario,
quelle parole avevano il significato opposto.
Nella genealogia della morale (opera del 1888, quindi successiva allo zarathustra),
l’atteggiamento è sempre quello di un filologo che da conoscitore delle lingue e del loro
evolversi, riconosce dietro alcune parole e concetti che quelle parole veicolano, una evoluzione
alla cui origine c’è un significato diversissimo.
E’ una analisi critica per defiscalizzare i concetti ritenuti assoluti dalla nostra cultura.
Parlando di bene, lui da filologo, dice che derivando dal latino “bonus”, e poichè spesso
l’evoluzione della parole ha fatto in modo che i suoi cambiassero, lo fa risalire a
DUONUS. Duonus è quello che ti apre in due, ti spacca in due.
Bonus era il guerriere vincente e aggressivo, molto diverso dalla gentilezza.
Nietzsche vuole dimostrare che le parole umane avevano proprio una significato
opposto.
Questo vale anche per le lingue anglosassoni in cui buono si dice God in inglese o Gut in tedesco
e deriverebbero da GOT.
Questo fa pensare ai GOTI, popolazione che è arrivata e ha dominato tutti con violenza.
Viceversa MALUS, indicherebbe le persone con pelle e capelli scuri, (da mélas) gli abitanti italici
pre ariani.
Questo sarebbe il malvagio, il nero e il buono sarebbe il guerriero ariano che viene e
conquista.
Poi c’è stato un rovesciamento di questi valori e ora lui vuole rovesciarli ulteriormente, l’ultimo
Nietzsche parlerà di trasvalutazione dei valori, i valori morali devono tornare al loro
significato originario che si è perduto. [ le tappe sono: gli ebrei, la casta sacerdotale per
eccellenza (sacerdoti= pieni di risentimento verso i guerrieri).
Nelle società antiche ci sono i guerrieri che ti aprono in 2 e si impongono con la violenza e
diventano i padroni, gli altri sono sottomessi e poi ci sono i sacerdoti che con le parole vogliono
provare ad ingabbiare la violenza dei combattenti.
Gli ebrei sono questi e vengono definiti brachicefali in quel periodo. ] La parte tra [..] non dirla, non
la ho capita, se dovesse chiedertela, digliela.
Nella Gaia Scienza, l’autore racconta l’annuncio della morte di Dio, preannunciando già quello che
sarà lo zarathustra.
“ Avete sentito di quel folle uomo che accese una lanterna[3] alla chiara luce del mattino,
corse al mercato[2] e si mise a gridare incessantemente: “Cerco Dio! Cerco Dio!”.[1] E
poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò
grandi risa. “È forse perduto?” disse uno. “Si è perduto come un bambino?” fece un altro.
“Oppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?” – gridavano e
ridevano in una gran confusione. [4]
Il folle uomo balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: “Dove se n’è andato
Dio? – gridò – ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi tutti i suoi
assassini! Ma come abbiamo fatto questo? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino
all’ultima goccia?[5] Chi ci dètte la spugna per strusciar via l’intero orizzonte? Che mai
facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? [6]Dov’è che si muove ora?
Dov’è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E
all’indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso?[7] Non
stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio
vuoto? Non si è fatto più freddo? Non seguita a venire notte, sempre più notte? Non
dobbiamo accendere lanterne la mattina?[8]
Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla?
Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione?
Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso!
Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di più sacro e di più
possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi
detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo noi lavarci? Quali riti
espiatori, quali giochi sacri dovremo noi inventare?[9]
Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo noi stessi
diventare dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un’azione più grande:
tutti
coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtù di questa azione, ad una storia più
alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!”. [10]
A questo punto il folle uomo tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori:
anch’essi tacevano e lo guardavano stupiti.
Finalmente gettò a terra la sua lanterna che andò in frantumi e si spense. “Vengo troppo
presto – proseguì – non è ancora il mio tempo. [11]
Questo enorme avvenimento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino: non è
ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, il lume
delle costellazioni vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state
compiute, perché siano vedute e ascoltate. Quest’azione è ancora sempre più lontana da
loro delle più lontane costellazioni: eppure son loro che l’hanno compiuta!”. Si racconta
ancora che l’uomo folle abbia fatto irruzione, quello stesso giorno, in diverse chiese e
quivi abbia intonato il suo Requiem aeternam Deo.
Cacciatone fuori e interrogato, si dice che si fosse limitato a rispondere invariabilmente
in questo modo: “Che altro sono ancora queste chiese, se non le fosse e i sepolcri di
Dio?”. [12]
[1]Sembra lo Zarathustra perché questa è un’opera poetica, è filosofia fatta con un linguaggio
simbolico, va smontata, è difficile da leggere. Qui è lo stesso, ci sono tantissimi simboli
[2]mercato= simbolo della modernità, i primi uomini che abbandonano l’idea dei monaci proiettato
all’aldilà, sono i mercanti del 300 che sono uomini nuovi, orientati al denaro e alla logica, non
scappano dall’aldiqua per l’aldilà, anzi sono interessati al denaro, ai soldi
[3] il mercante prende la lanterna e va DI GIORNO a cercare Dio, è un simbolo, non va in una
chiesa, va nel mercato
[4]a questi uomini non importa di DIo
[5] come abbiamo potuto prosciugare, noi, piccoli, goccia, dopo goccia questo mare infinito.
[6] Dio è il nostro sole, abbiamo perso la catena, che facciamo noi ora? Dove si muoviamo
noi oggi? Il nostro è un eterno precipitare
[7] senza Dio abbiamo perso ogni punto di riferimento
[8] dobbiamo far luce perché il sole non c’è più
[9] qui c’è la svolta perché dopo aver detto che uomini piccoli e insignificanti avessero ucciso dio,
ora inizia a dire che questa azione così grossa la ha fatta l'uomo, se hai detto questo, vuol dire che
sei tu grande, non dio.
Non è più il sangue di DIo sporca le nostre mani, siamo colpevoli, non è così, siamo noi a dover
divenire dei, non
[10] la morte di Dio è l’atto di nascita di una nuova umanità: l’oltre uomo, il superuomo. Il
superuomo non è una parola felicissima perché in tedesco è la traduzione di ubermensch, uber=
ciò che sta oltre, non è l’uomo portato alle sue massime capacità.
L’oltreuomo è una nuova umanità, c’è un’altra storia, un nuovo tempo, non è paragonabile all’uomo
vecchio.
[11] sono ancora gregge, non sono ancora pronti, è un atteggiamento profetico [12]richiamo
al vangelo quando Gesù se la prende con i farisei e li chiama sepolcri imbiancati.
Nietzsche di essere anticristiano, si presenta come anticristo, però lui per gesù avrà quasi
sempre parole di ammirazione, per lui è “santo anarchico”, fa quello che vuole, anche lui sta
prefigurando qualcosa di forte, non gli dispiace gesù, è la chiesa il problema.
La morte di Dio è l’atto di nascita del superuomo e di questo superuomo sta proprio nella
zarathustra, opera simbolica.
L’atto di nascita dell'oltreuomo è la morte di Dio perché l’oltreuomo è capace di guardare alla
realtà restando fedele alla terra.
Il superuomo resta, non scappa, quindi il rinunciare alle menzogne rassicuratrici, è accettare
la realtà quello che è, orrore sempre, e accettare la vita nel suo essere tragica. Questo fa il
superuomo, accettare la morte di DIO, significa diventare superuomo. In un altro passaggio,
Zarathustra va al mercato e trova uno spettacolo di un funambolo e lo stanno aspettando tante
persone.
Lui si mette a predicare nella folla e usa proprio la metafora del funambolo. Per lui l’uomo è una
corda tesa sopra un abisso, una corda tesa fra la bestia e il superuomo.
“noi filosofi e "spiriti liberi", alla notizia che "il vecchio Dio è morto", ci sentiamo come illuminati dai
raggi di una nuova aurora; il nostro cuore ne straripa di riconoscenza, di meraviglia, di presagio,
d'attesa – finalmente l'orizzonte torna ad apparirci libero, anche ammettendo che non è sereno,
finalmente possiamo di nuovo sciogliere le vele alle nostre navi, muovere incontro a ogni pericolo;
ogni rischio dell'uomo della conoscenza è di nuovo permesso; il mare, il nostro mare, ci sta ancora
aperto dinanzi, forse non vi è ancora mai stato un mare così "aperto"
Un superuomo è quello, di fronte ad un uomo che non ha più una direzione, capace, non con
la ragione (=apollineo), ma con la forza, la bellezza dionisiaca dell’arte, della poesia, di
riconoscere che quella sia la libertà di imporre quello che pensa sugli altri.ù
Lui dice “Il mondo vero diventa favola” alludendo alla descrizione della progressiva
dissoluzione occidentale del platonismo (=credenza in mondo metafisico perfetto), di cui quello
reale sarebbe solo una brutta copia.
Nietzsche lo articola attraverso varie tappe: la filosofia di Socrate, il cristianesimo, Kant, il
positivismo, la filosofia del mattino ed infine lo zarathustra che culminano nella consapevolezza di
come siano stati eliminati entrambi.
Il problema della filosofia nicciana è che non si rivolge a tutti, solo alcuni sono liberi, gli altri
sono solo gregge, anche perché per uno come Nietzsche gli uomini non sono tutti uguali, sono
divisi tra superiori e inferiori anche sul piano biologico razziale.
Nietzsche è profeta della libertà e della danza, ma lui è anche il profeta del ritorno
all'aristocrazia, della lettura dell’umanità tra superiori e inferiori, i toni con cui approccia a
questa questione sono i più radicali.
Nietzsche nella sua vita ha cercato ascendenze nobiliari per dire di essere nobile davvero,
non si trattasse di una questione di spirito.
Ha cercato la nobiltà e avrebbe trovato una famiglia con cognome simile in polonia
Lui è antisemita e razzsta, lui è il primo a sostenere l’arianesimo.
Nella genealogia della morale, ci sono delle pagine disgustose e poi ce le gira su Whatsapp.
Non parliamo di tempo inteso in senso fisico, ma si tratta di una proposta morale, se la morte
di Dio è l’atto di nascita del superuomo, la teoria dell’eterno ritorno dell’identico è la cartina al
tornasole, la verifica sul fatto di essere o meno un superuomo.
Nietzsche dice di immaginare un demone che in una notte buia con la luna, ti svegli e ti dica: “Lo
sai che rivivrai tutto questo? Tutto ciò che hai vissuto, lo rivivrai eternamente”
La maggior parte di noi, scapperebbe via, ma alcuni chiamerebbero quel demone “un santo”.
Queste persone vorrebbero vivere la loro vita per sempre e sono consapevoli che la loro vita sia
fatta anche di dolore, angoscia, sangue, ma loro sono fedeli alla terra.
Se proponessero di rivivere la propria vita ciclicamente, senza cambiare nulla, il superuomo
sarebbe quello che accetterebbe e ne sarebbe anche felice.
E’ una controprova al fatto che tu sia un superuomo.
Nello Zarathustra, lui racconta tutto con le allegorie, ad un certo punto c’è un sogno, come in un
film, in cui Zarathustra sogna un uomo sotto un albero in campagna che ha preso sonno con la
bocca aperta, nel frattempo, un serpente gli è strisciato in bocca e lo ha morso alla gola.
L’uomo si sveglia terrorizzato, Zarat, mentre l’uomo provava a togliere il serpente, gli urla di
mordere.
L’uomo stacca la testa al serpente e il serpente muore.
Zarat dice “Vidi quell’uomo ridere come mai nessuno aveva riso prima”. Questo indica il
superuomo, non è una risata come quelle di prima, ma più forte, si tratta di una risata nuova.
Il serpente, simbolo orientale della circolarità del tempo, e il pastore è l’uomo comune
quando prova orrore, ma che è capace di far sua la proposta dell’eterno ritorno, ma non ha più
l’orrore di questo eterno ritorno, lui lo ha fatto suo, ha vinto.
L’oltreuomo è questo qui: fedele alla terra nel suo essere dionisiaca, non è disponibile a
rifugiarsi in nessun altrove apollineo, ma è capace di accettare il fatto che nel mondo non
ci siano verità o conferme e che si tratti di un eterno cadere, senza punti di riferimento. Il
superuomo dice di sì ad una vita dionisiaca perché lui è capace di imporsi sul caos. Questo
è il tema della volontà di potenza.
E’ l’arma dell’oltreuomo perché in un mondo fatto di forze anarchiche e caotiche, l’oltre uomo è
capace di imporre il suo punto di vista, non c’è un punto di vista vero, quindi impongo il mio, la
volontà di potenza è capace di piegare il caos intorno a me a quello che io voglio. Questa è la
libertà di non avere limiti senza un ordine.
E’ un discorso elitario perché lui può fare questo ed è anche un discorso che passa dalla forza.
L’oltre uomo è il ritorno ai valori antichi della nobiltà, lui può piegare a sè il caos. In un aforisma
del crepuscolo degli idoli, Nietzsche dice che “ formula della mia felicità: un sì o un no, una
linea retta, una meta”.
Non c’è un punto fermo, ma se io ho deciso sì o no, sono io che impongo il mio punto di vista e lo
raggiungo.
E’ un discorso che vuole tornare ai valori antichi che secondo lui sono stati pervertiti dalla
filosofia greca, dal cattolicesimo ecc
I migliori sono quelli capaci di imporsi sugli altri.
Il mondo di uno che la pensa come Nietzsche, un modo senza punti di riferimento
ecc-> NICHILISTA, ovvero chi crede che non ci sia nulla di vero (NIHIL= nulla in
latino). Nietzsche distingue 2 forme di nichilismo:
● chi subisce nichilismo. Anche una persona atea, riconosce che non c’è un ordine, ma
vuole comunque scappare da un mondo di questo tipo, è quindi un NICHILISTA PASSIVO.
In Shop non ci sono punti fermi, ma c’è la voglia di scappare
● l’oltreuomo non vuole scappare dalla terra, resta fedele, c’è l’accettazione della
volontà di vita-> NICHILISMO ATTIVO.
Non si tratta di riconoscere passivamente che non esista un senso, ma impone il suo punto
di vista, è un lavoro di interpretazione e di creazione di significati dal proprio punto di vista.
Nietzsche dice che si possono creare punti di vista anche con l’arte, ma non la scienza.