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Diritto Privato Programma Del Primo Semestre

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Diritto Privato - Programma del primo semestre

Istituzioni di diritto privato (Libera Università Maria Santissima Assunta)

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Diritto Privato
PRIMO SEMESTRE 2020

○ Il D
​ iritto nasce a seguito di una n
​ ecessità c​ onnaturata ai rapporti tra gli uomini, “​ubi
homo, ibi societas, ibi legis”.
○ il diritto si s​ ostanzia ​in una serie di regole: le ​norme giuridiche​, idonee ad:
1) organizzare la vita sociale;
2) prevenire le liti, garantendo la ​pax​;
3) dirimere le liti, grazie all’intervento del magistrato.La ​Norma Giuridica ​si può
analizzare su tre diversi livelli:
1) Formulazione:​ Le norme giuridiche sono g ​ enerali e
​ a
​ stratte;
- Generali​ perché ​si rivolgono a tutti i consociati.
- Astratte perché si ​presentano come una f​ attispecie astratta​. (​ Il legislatore
immagina delle ipotesi astratte, individuando i caratteri comuni e ricorrenti di una
serie di eventi probabili e conflittuali, che si tramutano in comportamenti concreti).

Si crea quindi una distinzione tra la F​ attispecie astratta​, che risulta sempre uguale a se
stessa (Es. la compravendita) e la f​ attispecie concreta​, che è sempre diversa di volta in
volta (Tizio che vende un bene a Caio).

2) Storico​: una norma è tale se accompagnata da una S


​ anzione Giuridica​.

Il Diritto è una conquista dell’uomo. Il grado di civilizzazione di un popolo nella storia può
essere giudicato innanzitutto dal suo sistema giuridico. Storicamente le norme sono nate
per garantire la pace sociale, tale garanzia può realizzarsi con:

- Principio di autorità: f​ orza per far rispettare le leggi; il diritto veniva ridotto quindi
all’insieme di regole che si riusciva a far rispettare formalmente a prescindere dalla
spontanea adesione;
- Principio del consenso: i​ consociati consentono ai rappresentanti di fare le leggi
delegando​. Queste leggi sono accompagnate dalle ​Sanzioni​, che rappresentano la
“​forza della legge​, che ha bisogno di “forza”, non tanto nel momento in cui prende
vita, ma quando una volta fatto, deve essere da tutti rispettata. Nel principio del
consenso quindi la “forza” del diritto non entra in gioco per far rispettare una certa
norma, ma quando tale norma non viene rispettata;

La S
​ anzione è ​ ​ciò che le norme prevedono e che colpisce chi non le rispetta​. La Sanzione
Giuridica è ​prevista astrattamente​ ed ​imposta concretamente​.

La Sanzione è diversa in Diritto penale e Diritto civile;

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- Diritto Penale​: può arrivare alla ​privazione della libertà​ personale;


- Diritto Civile​: normalmente si traduce nel ​pagamento di una somma di
denaro​, eccezionalmente nella ​realizzazione coattiva della situazione tutelata
(Es: Sfratto);

Ciò che distingue le norme Giuridiche e non, è proprio la S ​ anzione Giuridica, c​ he può
comunque coincidere con le Sanzioni religiose e morali. Normalmente però la Sanzione Giuridica
è imposta mediante strumenti coercitivi in danno di colui che la viola, le Sanzioni religiose e
morali solitamente invece incidono solo sul piano delle relazioni.
Il Diritto, la religione e la morale entrano spesso in contatto, soprattutto per quanto riguarda il
contenuto delle norme, talvolta trovandosi in accorda, talvolta in disaccordo.

3) Tecnica di Formulazione:​ una norma può:


- esprimere un “precetto” (comando);
- talvolta può presentarsi come una “definizione” (Es. Art.1331 del C.C che
definisce il contratto, Es. Art. 832 del C.C. che definisce la proprietà, ma che al
tempo stesso costituisce anche un precetto);
- esprimere una “classificazione” (Es. Art.812 del C.C. che classifica i beni);
- esprimere un “principio” (Es. le norme costituzionali), rappresentano la
“bussola del giudice”;
- funzione “promozionale”, soprattutto nelle norme più recenti sottoforma di
incentivi economici (Es. gli “sgravi fiscali”);

L’ Ordinamento Giuridico: l’insieme delle norme giuridiche vigenti in Italia.


- Deve essere U ​ nico e
​ ​ Unitario, p
​ erché ​deve essere sempre coerente con se stesso;
- Può così realizzarsi così il principio di C
​ ertezza del Diritto​; che è la possibilità per il
soggetto di ​sapere ciò che le norme giuridiche dettano​ per farci affidamento;

(N.B.) la Certezza del Diritto è “​Meta Tendenziale”​, non sempre riesce perché la norma, anche la più
chiara, va I​ nterpretata​. Talvolta le norme sono suscettibili ad e ​ siti interpretativi discordanti.
L'Importanza del momento interpretativo sta nel fatto che la c ​ ertezza del Diritto diventa così fruibile
non solo a legislatore che “fa” la legge (astratta) ma anche al giudice che la ​applica (​ concretamente).
L’unità del sistema è quindi data non dalle singole norme, ma dal fatto che ognuna di esse, anche se
provenienti da organi diversi, debbano sempre basarsi su dei “principi fondamentali”, che non
possono essere modificati, a meno che non venga modificato l’intero sistema.

Questa pratica è garantita nei sistemi più moderni dall’esistenza di un ​sistema gerarchico​.

Le Norme Giuridiche possono essere Derogabili ed Inderogabili:


- Le norme D ​ erogabili​, ​sono tipiche del Diritto privato, ​possono a loro volta essere
suppletive e ​ ​dispositive​; le norme suppletive sono norme tramite le quali ​il
legislatore non pone immediatamente una regola ma rimanda ai ​privati la
definizione della regola​. Tuttavia ​se i privati non prevedono nulla, il legislatore in via

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di supplenza prevede lui una regola​. (ART 1182 codice civile). (Vi deve essere quindi
una lacuna cui la legge sopperisce intervenendo a disciplinare ciò che i privati hanno
lasciato privo di regolamentazione). Le norme ​dispositive s​ ono ​norme tramite
le qual​i il legislatore pone immediatamente una regola​, ma essa ​può non essere
utilizzata​ dai privati, i quali potranno porne una differente. ( ART. 957 codice civile).

- Le norme I​ nderogabili n ​ on possono essere modificate, si impongono al privato


anche contro la sua volontà, a tutela di un interesse comunitario, se non le rispetto
pongo in essere un comportamento punibile; le norme inderogabili ​possono essere
di diritto pubblico o privato​, la d ​ ifferenza sta nel fatto che una violazione
nell’ambito del diritto pubblico comporta ​inevitabilmente l’applicazione della
sanzione​, tra privati invece la violazione è sanzionata solo se è ​il privato stesso a
chiedere​ al giudice di applicare la sanzione;
- Norma i​ nderogabile in senso stretto​: attengono alla forma​, al perimetro del
comportamento preteso dalla norma.
- Norma i​ mperativa: a ​ ttengono al contenuto del comportamento preteso dalla
norma.

Nel Diritto privato quindi, tranne in rare eccezioni, ​spetta al privato stesso la decisione di
invocare l’applicazione della sanzione prevista dalla norma tutelando i propri diritti. (Es.
un soggetto stipula un contratto sotto l’effetto di droga, questo contratto viola una norma
inderogabile, ma sta al contraente decidere di mantenere in vita il contratto o meno).

Le Fonti del Diritto (Frezza):


Fonte: ciò da cui nasce qualcosa; l’espressione “Fonti del Diritto” è
​ ambigua perché
significa 2 cose:

1) Fonti di Produzione: è ​ ​il ​procedimento con il quale il diritto viene in vita​: (Es. ​Art
70​… della Cost. [mi dicono come nasce la legge]). Questo è un ​profilo sempre uguale
a se stesso, ​statico​;
2) Fonti di Cognizione: è ​ il ​risultato del procedimento​, il contenuto dell’insieme delle
leggi che sono state approvate.

Quali sono le ​Caratteristiche ​ delle fonti di C


​ ognizione​?
1) In Italia sono normalmente scritte (ma non esclusivamente Es. Usi e Consuetudini);
2) Sono ​Generali ​ed A ​ stratte, in Italia ​non vige il principio degli ord. di “Common
Law​” (The Judge make the law), ​il giudice non fa la legge ma la a ​ pplica​, perché nel
nostro ordinamento la norma è sempre G ​ enerale e
​ dA
​ stratta​;
3) Le Fonti sono ispirate ad un principio rigidamente G ​ erarchico​, ​la fonte
sottordinata non p ​ uò contraddire quella ​sopraordinata​;

La Gerarchia delle fonti :

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L’attuale scala gerarchica delle Fonti risale al periodo successivo alla caduta del Fascismo,
con l’abrogazione delle norme corporative e l’introduzione della ​Costituzione (​ 1948), delle
Leggi Regionali e delle Norme Comunitarie (​ dopo il trattato di Roma 1957). La
concezione gerarchica risulta inoltre una novità rispetto al precedente ordinamento
monarchico che affiancava alle Leggi ordinarie lo Statuto Albertino.

1) Costituzione della Repubblica (​ anche leggi costituzionali);


2) Fonti Comunitarie (​ dell’UE) e ​ Fonti Internazionali;
3) Fonti Primarie (​ La legge, gli atti aventi forza di legge [D.P.C.M. x Es.], le leggi
regionali, i Referendum abrogativi);
4) Fonti Secondarie (​ atti amministrativi x Es regolamento ministeriale);
5) Fotti Terziarie (​ usi e consuetudini;)

Equità, Giurisprudenza e Dottrina:

1) L’Equità è fonte del diritto? (No)


Definizione trad. : ​Giustizia del singolo caso concreto.

La norma giuridica ​è generale ed astratta​, spesso quindi ​non si adatta alla


peculiarità del caso concreto risultando per certi versi “iniqua”. Il giudice quindi
potrebbe sentirsi ​legittimato a disapplicare la norma​, disciplinando di volta in volta il
singolo caso, secondo un criterio equitativo, n ​ on più legale​, per questo quindi ​non
può essere fonte del diritto.
Esiste però la possibilità che le ​parti litiganti chiedano​, mediante un espressa e
concorde richiesta, al giudice di d ​ ecidere secondo equità​. Ciò ​non vuol dire che il
giudice è legittimato a d ​ isapplicare la legge​, ma che s​ e ​ne può discostare​,
basandosi sempre sui principi-base della materia in questione. Il risultato è che può
risultare vincitore secondo il giudizio di equità, chi in caso di decisione normativa
sarebbe stato perdente.
Il giudizio di equità non può essere richiesto per dispute riguardanti ad esempio il
diritto della personalità, i diritti della famiglia o il diritto al nome, quei diritti che
attengono alla persona. Può essere applicato invece per le dispute a carattere
patrimoniale. Questo perché applicarlo significa sottrarre le due parti in causa alla
tutela della legge.
L’equità assume una maggiore importanza nell’ambito contrattuale perché diventa
un criterio di valutazione del contenuto del contratto stesso, al fine di realizzare un
equo contemperamento di entrambi i contraenti. Ci sono inoltre dei casi in cui la
legge autorizza il giudice a decidere secondo equità, ma per particolari vicende,
come ad esempio decidere l’entità del danno, qualora sia incalcolabile;

(N.B. Il giudice emanando la sentenza deve argomentare basandosi sui “principi”).

La GIurisprudenza :

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❏ Esprime il concetto di “​ sentenze espresse dai giudici”;

❏ Il ​giudice “applica” la legge “interpretandola”​, non la crea; ​la Giurisprudenza n ​ on


dovrebbe essere normativa​.Nel nostro ordinamento non vige quindi il principio di
precedente giudiziale​, ma ​nella natura ​stessa ​della norma che ​deve essere interpretata​,
si inserisce ​l’importanza delle sentenze​, che creano una sorta di filo conduttore di come
l’ordinamento appare in un determinato momento.
❏ Nel nostro ordinamento il ​precedente giurisdizionale influenza le decisioni successive.
Creando il cosiddetto D ​ iritto Vivente​.

❏ La “sentenza” emessa non è vincolante al di fuori del caso concreto , quindi delle parti che
non sono il lite. (A differenza dell’Inghilterra, dove le sentenze valgono per tutti). ​Le
sentenze non vincolano in Italia, ma è importante conoscerne l’evoluzione.

Ordinamenti di Common Law: “Circolarità” da una ​fattispecie concreta nasce una


fattispecie astratta​ che poi si applica ad altre ​fattispecie concrete​.

Ordinamenti di Civil Law: da una ​fattispecie astratta s​ i trae la regola da applicare per
fattispecie concrete​.

L’organizzazione della giustizia civile prevede:


Nel nostro ordinamento i giudici non si distinguono gerarchicamente, ma per le diverse
funzioni​.
1) ​Giudice di pace​, Tribunale​, C​ orte d’Appello che ​giudicano nel merito della questione,
stabilendo chi ha ragione. Il giudice di Pace e il Tribunale operano in ​primo grado​, in base
alla materia della causa, accertando i fatti e applicando il diritto. La Corte d’Appello opera
nel s​ econdo grado, valutando la sentenza precedente, ed eventualmente modificandola
se i fatti si ritengono mal accertati.

2) Corte di Cassazione​: giudice di legittimità, svolge una ​funzione n ​ omofilattica​, cioè la


funzione di indicare “come si interpreta una norma”, ​non entrando mai nel merito della
questione​. ​Dà il principio sul quale i magistrati devono basarsi nell’entrare nel merito. C’è
però il rischio che i principi dati dalle m
​ assime​, siano applicati acriticamente, cioè senza
valutare minimamente la peculiarità del caso concreto.

Le decisioni della Corte non sono vincolanti, finiscono per esserlo di fatto. Perché se un
giudice decide una controversia in modo difforme, la Corte quando la sentenza sarà
portata alla sua competenza, la riformerà per applicare il proprio p
​ recedente​.

Il C
​ ontenuto d​ elle sentenze:
1) mero accertamento;
2) costitutive;
3) di condanna;
4) inibitorie;

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1) ​accerta una realtà esistente​, dichiara una realtà che già esiste. Es. ​”Usucapione” (acquisti
della proprietà attraverso il possesso duraturo “anche in malafede”);

2) ​la sentenza “costituisce” un effetto, modificando la realtà​; (Es. “contratto preliminare”,


obbliga l​ e parti a stipulare un contratto definitivo, se non viene rispettato, la parte lesa va
da un giudice che tramite sentenza obbliga l’altra parte a rispettarlo).

3) ​che contiene “l’ordine “ del giudice, nei confronti di un privato di tenere un certo
comportamento (per Es. un comportamento positivo “pagare” i danni);

4) che “inibiscono “ il comportamento che un certo soggetto sta tenendo , il


comportamento viene “reiterato“;

- Diritto Positivo è
​ il diritto vigente oggi in Italia;

La Dottrina:
Come i dottori della legge intendono che vada interpretata la fonte del diritto, spesso
commentando le sentenze dei giudici;
il Legislatore crea la norma, il giudice la interpreta e la applica, la d
​ ottrina ​studia l​ a legge e
le​ sentenze.

Principio pluralista:
Si possono ravvisare una pluralità di ordinamenti giuridici all’interno di uno Stato, e con
quale forza?
Una teoria sviluppatasi all’inizio del secolo scorso ipotizzava questa possibilità per
soddisfare le esigenze date dalla coesistenza del nostro Stato: l’ordinamento statuale e
quello della Chiesa Cattolica, vigente nelle singole coscienze dei fedeli, ma disconosciuto a
livello statuale.
Nello stesso periodo Santi Romano sosteneva che il principio Pluralista si verificasse nel
regolare i rapporti tra l’ordinamento statuale e ordinamento internazionale, la cui esistenza
come sistema giuridico autonomo si andava contemporaneamente sviluppando.
Il principio fu successivamente applicato in maniera più estesa per tutte quelle associazioni
che all’interno del nostro ordinamento sono riconosciute e godono di autonomia (vedasi la
famiglia, le corporazioni, le associazioni e in maniera paradossale addirittura le associazioni
a delinquere). Portando all’estremo il concetto c’è addirittura chi sostiene che si parli di
pluralità ogniqualvolta due cittadini stipulino un contratto.
L’unico ordinamento che può disporre però della “forza della Sanzione” è quello statuale,
esistono infatti altre sanzioni (Es. quella canonica), che non hanno però la ​forza coattiva
statuale​, si basano (così come le norme che le prevedono) su una spontanea adesione dei
consociati.
La vera importanza del principio pluralista è stata quella di favorire il decentramento dei
poteri mediante strumenti come r​ invio e ​ r​ icezione​. Ed è per questo che ad esempio l’Art.
10 e 7 Cost. fanno sì che le norme di diritto internazionale diventino parte integrante del

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nostro ordinamento automaticamente, e che l’ordinamento canonico abbia autorità in


ambito molto limitato (in particolare per il m​ atrimonio concordato​) e che l’Art 11 e 117
Cost. fanno si che le norme Comunitarie abbiano valore di legge anche se difformi alle leggi
nazionali. Lo Stato inoltre permette ai privati di regolamentare autonomamente alcuni
aspetti tramite lo strumento del r​ invio e​ riconosce alcune leggi e atti proveniente dagli
Stati esteri (purché non violino le norme del diritto Internazionale), a patto che in entrambi
i casi siano sempre rispettati i principi fondamentali previsti dal nostro ordinamento per
quella data materia.

Le Fonti del Diritto ​(Virgadamo)​:


- Fonte: in natura è un elemento da cui nasce qualcosa, nel diritto è quel fatto da cui
scaturiscono regole;

Da dove nascono le regole giuridiche? (La Gerarchia)


- Costituzione e Leggi Costituzionali (equiparate alla costituzione);
- *(Fonti Europee e Fonti Internazionali: sono entrate a far parte del nostro
ordinamento dall’esterno);
- Fonti Primarie: leggi dello Stato, delle Regioni e delle province autonome;
- Regolamenti: dell’autorità governativa (dell’esecutivo), con l’aggiunta di altri
regolamenti particolari (equiparati);
- Usi e/o Consuetudini: (il Diritto nell’esperienza umana nasce come Consuetudine);

Usi e/o Consuetudini:


L’uso o consuetudine è una norma giuridica consistente in un comportamento reiterato nel
tempo, rispetto al quale i consociati esprimono un senso di doverosità;

- Primo elemento: m ​ ateriale o oggettivo​, comportamento reiterato nel tempo


chiamato “usus”;
- Secondo elemento: p ​ sicologico​, consapevolezza della doverosità del
comportamento, “opinio iuris”, (Es. Diritto al sepolcro); N.B. (se manca questo
elemento l’uso è una “prassi” Es. dare la mancia);

Quanto tempo ci vuole affinché un comportamento reiterato diventi un uso?

- Ogni comportamento ha un suo tempo affinché diventi uso ed entri nelle dinamiche
della società. (In Inghilterra invece esiste una legge del XII secolo che stabilisce un
determinato periodo di tempo affinché un comportamento diventi un uso);

Qual è la caratteristica principale degli usi?

Gli usi non sono scritti, ma tramandati;


(N.B. la concezione di Diritto scritto è figlia del XVIII secolo, fino a quel momento il Diritto è
stato prevalentemente “consuetudinario”);
Quanti tipologie di uso esistono?
- 2+1

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1) “​Usum secundum Legem​”: l’uso al quale la legge rinvia;


2) “​Usum contra Legem​”: è inconcepibile, l’uso non può mai contraddire la legge (a
causa della gerarchia delle fonti);
3) “​Usum praeter Legem​”: (uso secondo la legge), al quale la legge non rinvia, né lo
vieta né vi rimanda (Es. “Diritto al Sepolcro). Per la Giurisprudenza sono ammessi,
per la Dottrina non a pieno.

Gli Usi si ricercano nelle raccolte scritte che si trovano presso le Camere di Commercio.
Questi manoscritti servono a provare l’esistenza dell’Uso f​ ino a prova contraria​, hanno
quindi un valore di prova (perché il fatto che un uso sia scritto non è determinante per la
sua esistenza, perché per sua natura l’uso non è scritto);

(NB. Il diritto non è una scienza esatta, contano le opinioni più convincenti, persuasive,
dominanti;)

I Regolamenti:
I Regolamenti sono atti normativi che si qualificano come f​ onti secondarie​;
- Sono ​emanati dal Governo e da altri ​enti autorizzati (Es. garante della privacy,
garante Antitrust);
- Non possono contraddire la legge​, se lo fanno ci si rivolge al T.A.R. (Tribunale
Amministrativo Regionale), che dopo gli accertamenti necessari li annullano; è
ammesso però che possano ​porre norme integrative​.
- Spesso il Parlamento indica attraverso una legge i principi generali e delega al
governo ad emanare regolamenti d ​ elegati​.
- I Regolamenti ​più importanti sono quelli in ​campo economico e quelli ​comunali
sull’edilizia​;
- Non sono soggetti al controllo di costituzionalità, ma a quello giurisdizionale

Fonti Primarie:
​La Legge: provvedimento normativo per eccellenza, emanate dal ​Parlamento​, le
due camere approvano un testo prima che diventi legge;
- Leggi Regionali e Leggi Nazionali: tra di loro ​non opera il c
​ riterio gerarchico​, opera
invece il c
​ riterio della competenza​;

- Criterio della competenza​: vi sono materie di competenza dello Stato, materie di


competenza delle Regioni e materie di competenza c ​ oncorrente (che fanno
insieme);

- Le competenze sono suddivise nel t​ itolo V​ della Costituzione (Art.​117​ e seguenti);

Ci sono anche atti che hanno lo stesso valore delle leggi, anche se non lo sono: a ​ tti
equiparati alla legge dello stato (Es. ​Decreto legge ​e ​Decreto legislativo​, che a differenza
però delle leggi ordinarie sono emanati dal parlamento)

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Leggi Regionali:
- Spetta alle regioni la potestà legislativa per ​ogni materia non espressamente
riservata allo Stato. Tra le materie di ​competenza esclusiva dello Stato vi è
l’ordinamento civile, a causa di una necessità di unità e uguaglianza
dell’ordinamento. Governo e Regioni, qualora ritenessero che una legge
regionale/dello Stato e​ ccedesse nelle materie di competenza, possono promuovere
la ​questione di Costituzionalità alla Corte entro 60 giorni dalla pubblicazione della
legge in questione.

Decreto legge:
- È un atto equiparato alla legge, emanato dal governo in casi s​ traordinari e ​urgenti​,
dopo l’approvazione del Decreto Legge da parte del Governo,esso entra subito in
vigore ma, entro un periodo di tempo determinato dalla Costituzione (60 giorni) il
Parlamento è chiamato a c ​ onvertire in Legge il Decreto Legge. Se entro quel
periodo il Decreto non viene convertito in Legge, esso ​perde di efficacia. Il
Parlamento può convertire il Decreto con ​modificazioni​;

Decreto legislativo:
- È un atto emanato dal governo come il Decreto Legge, ma a differenza del
precedente ​viene emanato a seguito di una “delega” del Parlamento​. In un primo
momento è il Parlamento ad essere protagonista facendo una “​ legge-delega​”,in cui
sono espressi in maniera determinata e circoscritta: l​a materia, i principi, i criteri e il
tempo​, a seguito dei quali il governo emana il Decreto Legislativo;
- Il termine ultimo entro il quale il governo deve emanare il decreto è solitamente
espresso nella legge-delega
- Il fine del Decreto Legislativo è di velocizzare l'iter legislativo (Es. nel 2012 è stata
emanata una legge- delega che rivedeva la “filiazione”, il Decreto è stato emanato
dal Governo nel 2013):
- La legge-delega contiene i ​principi direttivi ​che il Governo dovrà rispettare statuendo
con il Decreto Legislativo, le regole di dettaglio;

D.P.C.M:
- Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, ha un ​valore sottordinato rispetto
alla legge;
- Nel periodo del Covid-19 i D.P.C.M sono stati autorizzati a rientrare tra le fonti
primarie, alcuni sono stati c​ onvertiti i​ n legge (Es. “Cura Italia”);
- Se utilizzato in situazioni non emergenziali diventa uno “strumento secondario”;
Codice Civile:
- ha il rango di ​fonte primaria​;
- è la legge fondamentale che ​regola i rapporti tra privati​;
- è formato da ​6 libri
1) Persona e famiglia;

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2) Successioni mortis causa;


3) Proprietà;
4) Lavoro;
5) Obbligazioni e Contratti, Imprese e Società;
6) Tutela dei Diritti;

Prima del primo libro troviamo le ​disposizioni preliminari al C.C. (​ pre-leggi). Dopo il sesto
libro troviamo le d
​ isposizioni di ​attuazione e transitorie al C.C. I​ l Codice è affiancato da
delle leggi di varia materia dette l​ eggi speciali​, alcune di esse disciplinano però istituti
talmente importanti nel diritto privato che costituiscono esse stesse una legislazione
generale sia pure limitata ad una materia.

- (N.B. nel Codice, al posto di legge, troviamo scritto Regio Decreto, questo perché il
C.C. fu emanato nel 1942, ma i Regi decreti ancora in vigore sono ​equiparati alla
Legge dello Stato​)​ ;
- I Libri del C.C. sono divisi in ​sezioni e le sez. in c​ api, “l’unità di misura” del C.C. è
l’​articolo​, il C.C. ne contiene 3000 (anche se l’ultimo è il 2969, ma questo perchè ci
sono i “bis, tris, quater”);
- Gli articoli più lunghi sono divisi in c
​ ommi;

Il nostro C.C. ha le sue radici culturali nel C​ odice Napoleonico ​(1804); ma prima del C.C. del
1942, in Italia vi era un altro C.C. (1865, il primo dell’Italia Unita, chiamato “Liberale”);

*Fonti Europee e Internazionali:


Si tratta di norme giuridiche che provengono da fonti ​esterne al nostro ordinamento, e che
non sono valide soltanto per l’Italia.

- La Costituzione prevede meccanismi di adeguamento della normativa italiana alle


fonti sovranazionali;

Le norme internazionali:
Norme giuridiche consistenti in:
1) Trattati internazionali​: sono ​accordi tra Stati che vincolano come fossero
dei contratti. I Trattati non vincolano in maniera diretta perché ​non sono
immediatamente applicabili. I trattati internazionali si attuano attraverso le
leggi di ratifica​ del trattato internazionale​;
2) Consuetudini internazionali​: c ​ omportamenti ripetuti nel tempo e ritenuti
giuridicamente d ​ overosi​. Ci sono 2 differenze con gli Usi/Consuetudini:
a) Gli Usi/Cons. sono fonti terziarie, queste sono ​fonti interposte;
b) Gli Usi/Cons. si realizzano tra privati, queste si realizzano ​tra ​gli Stati​,
culturalmente vicini;

(Articolo 10 e 11 della Costituzione, accetta le Consuetudini internazionali universalmente


riconosciute);

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Fonti dell’Unione Europea:


Le ​norme giuridiche nate a seguito della nascita della C.E.E. con il T
​ rattato di Roma (1957)
(che è un Trattato Internazionale, e quindi si può dire che il Diritto Europeo è figlio del
Diritto Internazionale);

1) Regolamenti Europei​: le fonti europee più importanti (da non confondere con i
Regolamenti dell’esecutivo), sono norme giuridiche i​ mmediatamente efficaci negli
Stati membri; se un Regolamento risulta incompatibile con una legge nazionale,
suddetta legge (anche solo una parte) ​deve essere interpretata alla luce del
Regolamento.

2) Direttive Europee​: norme europee normalmente non immediatamente efficaci, ma


che necessitano di una l​ egge interna di esecuzione da parte dello Stato membro
che ​recepisce la Direttiva (x Es. la L ​ egge Comunitaria c​ he ogni anno serve a
recepire le Direttive Europee) ( un Es. di Direttiva Europea recepita da una legge è il
Codice del Consumo​);

*​Direttive self executing​: fanno eccezione alla regola e sono immediatamente


efficaci negli Stati membri, la differenza con quelle tradizionali sta nel c
​ ontenuto​.
Una Direttiva è self-executing quando è ​non generica​;

3) Decisioni e ​Risoluzioni Europee​: hanno un’importanza minore rispetto alle altre.


Le R
​ isoluzioni in particolare vengono fatte dal P
​ arlamento Europeo​, e per lo più
sono ​dichiarazioni di intenti​;

Il sistema del diritto UE e quello del diritto interno sono di fatto a ​ utonomi ​e d
​ istinti​,
coordinati secondo una ripartizione delle materie definite dal Tratto. Per questo motivo
non è corretto inserire i R ​ egolamenti tra le fonti del diritto nazionali, perché si è in
presenza di d ​ ue ordinamenti distinti. I​ n questo particolare caso ​si determina una
limitazione della sovranità nazionale (​ammessa dall’Art. 19 e 117 Cost.). Il legislatore
abdica​ alla funzione legislativa, in favore dell’ordinamento sovranazionale U.E.

4) Corte di giustizia​: è composta da giudici dei vari stati membri U.E. Interpreta ed
applica il T
​ rattato e gli a
​ ccordi misti (contenenti materie di competenza in ​parte
comunitaria​, in ​parte degli stati membr​i). Controlla e interpreta la validità degli atti
U.E. (quindi anche dei ​Regolamenti​). Ad essa ​si possono rivolgere i giudici nazionali
(ma ​anche la Corte Cost​.) in via pregiudiziale, se una ​norma​ del Trattato è ​dubbia​.

Costituzione e Leggi Costituzionali:

La Costituzione:
È la legge fondamentale dello Stato, è rigida, ma aperta ad altre fonti ( per Es. quelle
Internazionali) è un corpus organico composto da 139 articoli e 18 disposizioni transitorie
e finali, che si occupano di:

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- Diritti fondamentali;
- Libertà;
- Organizzazione della Rep.
- delle Regioni;
- della Giustizia Costituzionale; (come modificarla attraverso il procedimento di
revisione costituzionale​);

Si delinea quindi un ​ordinamento basato sui principi dello Stato di diritto ​(il legislatore è
soggetto alla legge, i cittadini sono tutelati attraverso un insieme di norme di principio
miranti a garantire le libertà fondamentali);
Un tempo si distinguevano le norme c.d. p ​ rogrammatiche (​ che venivano considerate
come semplici affermazioni di principi) da quelle p ​ recettive. O
​ ggi grazie alla Corte Cost​.
questa distinzione è venuta meno ​e le norme che esprimono principi sono ​direttamente
vincolanti nella valutazione della costituzionalità delle leggi​;
Se una legge è contraria alla Costituzione, viene dichiarata i​ ncostituzionale d ​ alla ​Corte
Costituzionale;

● La Corte​ a volte prova ad interpretare le norme per renderle ​ammissibili;

Le Leggi Costituzionali:
Hanno lo stesso valore della Costituzione e vengono emanate dal Parlamento (come le
leggi ordinarie) mediante un p
​ rocedimento aggravato​:

- Sono necessarie due successive deliberazione delle due Camere ad intervallo non
inferiore a tre mesi, con maggioranza assoluta o dei ⅔ dei componenti di ciascuna
Camera nella seconda votazione (per evitare eventualmente il R
​ eferendum​).

L’interpretazione:
L’operazione di interpretazione è necessaria al fine di superare tre inevitabili carenze delle norme:
a) ambiguità di significato;
b) invecchiamento;
c) lacunosità;

- Interpretazione letterale​: Primo criterio interpretativo, consiste nel dare alla


parole il loro ​proprio significato​;
- Interpretazione logica: l​ a giurisprudenza inoltre sostiene che il criterio letterale
debba essere vagliato alla luce di un'interpretazione logica che può estendere o
restringere il significato di una norma.
- Interpretazione sistematica​: Terzo criterio interpretativo, la legge si interpreta
ponendo in connessione ogni norma con tutta le altre norme dell’Ordinamento
rilevanti nel caso concreto;
- Interpretazione secondo ratio​: criterio in base al quale una norma si interpreta in
conformità alla ragione per la quale è stata emanata, criterio basato sull’intenzione

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del legislatore. (Es. art 844 C.C., si vanno a studiare le intenzioni del legislatore, ma
oggi l’intenzione del legislatore non è più la ratio costituzionale, ecco che allora il
fondamento della norma è cambiato). ​Oggi l’intenzione del legislatore non si può più
intendere come storica volontà soggettiva di chi ha fatto la norma, ma come ratio
che si ricava dal sistema giuridico​.L’intenzione del legislatore quindi conta, ma non è
determinante.

(​L’intenzione del legislatore originario si ricava dai l​ avori preparatori​, dei resoconti
parlamentari che raccontano la ​gestazione​ di una norma.)

Il Diritto si fonda su alcuni V​ alori: (Es. Solidarietà, personalismo, libertà personale,


uguaglianza, ragionevolezza, proporzionalità).

- Interpretazione assiologica​: criterio interpretativo che individua i valori prevalenti


nel singolo caso concreto.
- Interpretazione Costituzionalmente orientata​: criterio interpretativo in base al
quale tra i significati possibili di una norma, si sceglie quello più compatibile con la
Costituzione.
- Interpretazione restrittiva o estensiva​: si tratta di modalità interpretative in base
alle quali si sceglie se dare ad una norma un significato più ristretto o più esteso, ma
comunque compatibile con il suo tenore letterale​. Non siamo quindi di fronte ad un
caso di estensione analogica, perché l'interpretazione estensiva cerca di individuare
tutte le ipotesi possibili dettate dalla norma, che apparentemente ne sono estranee
perché non espressamente citate.

Lacuna: mancanza di una norma specifica;

Comunanza di Ratio: corrispondenza di interessi tra caso regolato dalla norma e caso
concreto privo di una norma apposita;

- Interpretazione analogica​: criterio interpretativo in base al quale in presenza di


una l​ acuna ( un caso concreto non regolato da alcuna norma specifica), si applica la
norma prevista per un ​caso simile​, cioè contraddistinto dalla s​ tessa ratio (​analogia
legis​). L’analogia non è consentita per le leggi ​eccezionali​* e quelle ​penali​*, secondo
quanto disciplinato dall’Art.14 preleggi .

*La legge eccezionale è quella che fa eccezione ad un principio generale (Es. divieti di
concorrenza nei monopoli), essendo una legge prevista per un caso eccezionale, non posso
applicare il principio analogico.

* Le norme penali sono quelle che prevedono reati, cioè fatti puniti dalla legge penale. Non
si applica il criterio analogico basandosi un po’ sulla teoria di Cesare Beccaria (​nullum
crimen sine lege​), perché verrebbe meno la Certezza del diritto, non possono essere
applicate analogicamente per il principio di legalità previsto dall’Art. 25 della Costituzione.

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- Analogia iuris​: criterio interpretativo in base al quale, in assenza anche di casi


simili, si applica il principio generale dell’ordinamento più adeguato. Anche in
questo caso comunque il giudice non può ritenersi svincolato dall’obbligo di ricavare
i principi da un'analisi della legislazione vigente ​(Art.12 preleggi C.C.)

Clausole generali e limiti interpretativi:


La proliferazione legislativa è evitata mediante una formulazione della norma
sufficientemente ampia da permettere di volta in volta di riempire di significato vincolante
la regola o parte di essa. (Es. Art.1669). In questo caso l’opera di interprete e legislatore si
affiancano, e il comando normativo viene formulato in modo volutamente indicativo
mediante l’uso tra le altre delle ​Clausole generali​. Esse indicano al giudice un criterio di
giustizia, ma non dettano una specifica regola, delegando al giudice di volta in volta la
funzione di elaborarla per meglio adattarla al caso concreto. (Es. art. 1371/74, equità
integrativa e interpretativa in materia contrattuale).

Non compete al giudice l’interpretazione che non sia di un testo legislativo (​verba legis​), ma
del sentire comune, del tessuto socio-economico, e dei valori di una società giuridica. La
c.d. scienza sociale non ha alcuna rilevanza giuridica. ​Ne guadagna la prevedibilità degli
esiti processuali e il principio di Certezza del diritto.

Diritto e tempo:

Vacatio:
L’inizio dell'obbligatorietà delle leggi (con applicazione del principio ​ignorantia legis non
excusat​) è fissato dall’Art. 10 delle preleggi e dall’Art. 10 Cost. al quindicesimo giorno
successivo alla pubblicazione in G.U. Questo periodo di tempo è chiamato ​vacatio​. Ci sono
però delle eccezioni come ad esempio le leggi di conversione dei decreti del Governo che
non necessitano di questo periodo a meno di modificazioni.
Può inoltre verificarsi che la decorrenza degli effetti di una legge entrata in vigore dopo i 15
giorni, non sia immediata, come solitamente accade gli aspetti economici di una legge.

Applicazione della legge:


Il diritto non è un fenomeno “atemporale”, il diritto è una scienza pratica che vive nella
realtà dello spazio e del tempo.
Lo Studio del diritto nello spazio è affrontato dal ​Diritto internazionale privato​, un
complesso normativo che si occupa di controversie che vedono coinvolte come parte in
causa almeno uno straniero e quindi coinvolgono ordinamenti giuridici stranieri.
Il diritto nel Tempo è oggetto di studio del Diritto Privato. Il diritto vive nel tempo.

- Per risolvere una controversia di D ​ iritto internazionale privato​, il giudice italiano


deve operare una ​duplice operazione​. La prima è quella di inquadramento della
vicenda nell’ambito di una delle f​ attispecie previste​, la seconda di individuare la

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legge da applicare sulla base del ​criterio di collegamento (che di solito è la


cittadinanza o il luogo).

(Es. 1 Tizio e Caia si sposano nel 2010, nel 2015 viene approvata una legge che determina
che per sposarsi ci voglia una condizione x che Tizio e Caia non hanno, ma la legge nel loro
matrimonio ​non si applica​)

(Es.2 Tizio e Caia si sposano nel 2010, nel 2015 viene approvata una legge che prevede che
nel matrimonio si debba fare la comunione dei beni, che prima non era prevista, stavolta la
legge riguarda il rapporto, quindi il matrimonio resta in atto, ma la legge ​si applica (ma
non retroattivamente)

(Es.3 Tizio va in banca nel 2010 e chiede una somma di denaro in prestito, la banca lo
concede con interessi al 7% annui. Quando stipulano il contratto per legge gli interessi fino
all’8% sono consentiti. Nel 2015 cambia la legge, gli interessi non possono superare il 5%.
La legge ​si applica​ (ma non retroattivamente);

L’Art. 11 delle preleggi del C.C. stabilisce che: “la legge dispone per il futuro; essa n
​ on ha
effetto retroattivo​”:

- Per il futuro​: perché basandosi sui principi di Beccaria il diritto deve essere certo e
prevedibile; la pena deve essere conosciuta prima di tenere un dato
comportamento da parte del cittadino. Principio di C​ ertezza del Diritto​.

- Non efficacia retroattiva della legge​: principio di civiltà giuridica fondato


sull’esigenza di Certezza del Diritto.

Il concetto di efficacia retroattiva della legge può così sintetizzarsi: è retroattiva quella
legge che si a​ pplica ad atti compiuti nel passato o a e
​ ffetti già ​passati di questi atti; n
​ on è
retroattiva quella legge che si applica ad ​effetti ancora da prodursi di atti anche compiuti
nel passato​.

Il Principio è che la legge non può avere questa efficacia retroattiva perché ​deve
riguardare il futuro. Può essere però approvata una legge ordinaria (fonte primaria)
retroattiva, sulla base del c
​ riterio cronologico​.

Art.25 C
​ ost​. dice che la Legge penale n
​ on può e
​ ssere retroattiva. Non può quindi esistere
una legge penale che si dichiara retroattiva per il p ​ rincipio gerarchico​, che la dichiara
incostituzionale​.

“Può una legge civile essere implicitamente retroattiva?”

Es. nel 2010 viene approvata una legge ​incomprensibile​, così nel 2015 il Parlamento
emana la ​Legge di interpretazione autentica: u ​ na legge con la quale il legislatore
interpreta una sua precedente legge poco chiara. Secondo la Giurisprudenza, questa legge

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èn
​ aturalmente retroattiva​, perché si limita ad interpretare, non pone nulla di nuovo. Va
quindi applicata dalla data della legge interpretata.

La Corte Cost. nel 2012 disse che l’interpretazione autentica può essere retroattiva, solo se
ragionevole, cioè se vi sono motivi preminenti che giustifichino questa retroattività.

Abrogazione: i​ l vigore di una legge cessa nei casi previsti dall’Art. 15 preleggi, che sostiene
che le leggi sono abrogate da leggi p ​ osteriori​, o per espressa indicazione del legislatore, o
per incompatibilità con la nuova disposizione. Perché la nuova legge regola l’intera materia
già regolata dalla legge precedente.
L’abrogazione opera dal momento dell’entrata in vigore della nuova legge, la norma
abrogata cessa quindi di avere vigore sul futuro, ma disciplina ancora i fatti passati (Es.
caso del matrimonio del 2010).
Può succedere che una legge abroghi una legge abrogatrice, assumendo ​per relationem​, il
contenuto della legge precedentemente abrogata.
Per quanto riguarda le leggi dichiarate incostituzionali, non può parlarsi di abrogazione, né
di annullamento, quanto di ​inapplicabilità ​ della legge stessa.
Non si parla di abrogazione nemmeno attraverso la c.d. d ​ esuetudine (ovvero quella
consuetudine formatasi nel senso dell’inosservanza di una data regola).

Le Situazione giuridiche soggettive:


Il Soggetto sia persona fisica, sia persona giuridica ​è il destinatario della norma perché ​la
norma tutela gli ​interessi d​ ei soggetti (patrimoniali, di proprietà, esistenziali).Nel diritto
privato l’interesse preso in considerazione non è economico, in quanto il concetto di
interesse è fortemente legato al bene, in quanto si concretizza come il godimento di tale
bene. Nei confronti di questi interessi la norma può esprimere:

- Un giudizio di I​ ndifferenza: u ​ n ​interesse è lecito ma non tutelato​, non è oggetto


dell’interesse del legislatore;
- Un giudizio di ​Meritevolezza: interesse protetto dalla norma, che offre gli strumenti
giuridici al titolare per tutelarsi anche a discapito di terzi;
- Un giudizio di I​ lliceità: un interesse avversato dalla norma, in quanto in conflitto
con interessi superiori di cui l’ordinamento è portatore;

Il Bene:
Il bene può consistere in varie utilità che possono identificarsi in una ​cosa materiale​, ma
anche ​non materiale​. Il bene quindi può essere un oggetto materiale o un insieme di
oggetti che si qualificano come una cosa materiale (Es. una casa), ma anche un'entità non
materiale come una melodia suscettibile ad esempio di sfruttamento economico.
Bene può anche essere un ​comportamento positivo (​ c.d. f​ acere​) come ad esempio la
prestazione di un professionista, o un c​ omportamento omissivo​ (obbligo di ​non facere​).
In ultimo il bene può qualificarsi come la q​ ualità della persona (Es. interesse a tutelare la
propria immagine).

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Tutto ciò posto, definiamo una S ​ ituazione giuridica soggettiva​, essa è il r​ isultato della
valutazione discrezionale posta in essere dall’ordinamento giuridico fra i vari interessi,
ritenendoli meritevoli di tutela; ​possono essere:

Mappa situazioni giuridiche soggettive

Diritto Soggettivo:
La più intensa situazione giuridica attiva, rappresenta la m ​ assima sintesi tra forza e
libertà​: il soggetto è in grado di far valere e realizzare l’interesse tutelato dalla norma,
liberamente (libertà) ma una volta fatto a ​ pieno (​ forza). La tutela è accordata
tendenzialmente senza limiti​, salvo l’abuso, il rispetto del principio di solidarietà, il rispetto
della buona fede. I limiti della tutela del diritto soggettivo non trovano espressamente un
codificazione ma la loro esistenza è testimoniata ad esempio dall’Art.2 Cost in cui ai diritti
inviolabili dell’uomo si affianca il d ​ overe di solidarietà (​ anche economica), che può
interpretarsi come il limite di ogni S.G.S.. Per quanto riguarda l’abuso esso si realizza
concretamente quando il titolare del diritto soggettivo sceglie di realizzare il
suo interesse nella modalità che comporta un sacrificio sproporzionato per l’altra parte.
Esistono poi dei ​limiti posti dalla legge come ad esempio le modalità di esercizio
dell’usufrutto , limitato è anche il diritto potestativo quando esso è sindacabile dal giudice;
Concretamente il diritto soggettivo può manifestarsi in comportamenti che costituiscono le
facoltà​, che non sono quindi S.G.S. ma uno dei modi attraverso i quali esse si esercitano;
I diritti soggettivi sono assoluti, relativi e potestativi:

1) Assoluto​:
- Valevole erga omnes;
- Esprimono una ​relazione tra un soggetto ed una cosa​ (res);
- Prescinde dalla collaborazione fra soggetti, infatti la sit. passiva di riferimento
è il ​dovere​ d
​ i ​astensione​;

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-
- Si tratta di una situazione f​ inale perché l’interesse del soggetto si realizza
autonomamente, nel rapporto con il bene.

Tra i diritti assoluti i più importanti sono sicuramente i d ​ iritti reali​, essi si distinguono a
seconda che abbiano come oggetto una cosa propria o altrui, e in questo secondo caso si
distinguono ulteriormente.
- Diritti reali di g
​ odimento (proprietà,
uso,usufrutto,abitazione,enfiteusi,servitù previali); se il diritto reale di
godimento si esercita su cosa altrui lo si fa in garanzia dell’adenpienza ad un’
obbligazione.
- Diritti reali di ​garanzia (pegno, ipoteca); in cui il debitore consegni un bene
mobile (pegno), o iscriva un’ipoteca su un bene immobile al creditore, il quale
potrà disporre la vendita per risarcire il proprio credito, in caso di
inadempimento del debitore;

Abbiamo poi i Diritti della ​personalità​, che si affiancano a quelli di godimento e vengono
definiti ​diritti sui beni immateriali​, essi hanno un profilo che non è esclusivamente
patrimoniale ma hanno importanza anche in campo economico, (Es. sfruttamento del
prodotto di cui può disporre il titolare del diritto d’autore).

Sia i diritti reali di godimento e garanzia, sia i diritti della personalità sono diritti assoluti
perché valevoli e​ rga omnes​, con conseguente d ​ overe di astensione a ​ carico dell’intera
collettività.

2) Relativo​:
​ Un interesse a conseguire un bene che nella vita non si ha. ​ (​ Es. compravendita);

- Es. il ​Diritto di Credito che modifica la realtà; la sua realizzazione comporta una
modifica della realtà materiale, spesso anche patrimoniale (a differenza differenza
del diritto potestativo). Tale modificazione può essere facilmente ravvisabile, io
debitore trasferisco una somma di denaro al creditore. In questo caso siamo
nell’ambito di una ​modificazione patrimoniale​, facilmente comprensibile. Ma si
attua ugualmente una m ​ odificazione della realtà giuridica quando si esercita il
diritto ad esigere una certa prestazione dietro corrispettivo.

Il diritto relativo determina per sua natura la necessità di una c ​ ooperazione fra centri di
interesse c​ he ha come presupposto il c ​ onsenso​. Si lega ad una situazione passiva
chiamata o ​ bbligo, che non è altro che un dovere di cooperazione, non più generico ma
specifico. S ​ enza l’adempimento dell’obbligo non è concepibile la realizzazione del diritto
poiché esso ha come presupposto la cooperazione tra le parti. Inoltre il diritto relativo di
credito ha contenuto p ​ ositivo (​ sia le pretese del creditore che gli obblighi del debitore
presuppongono un comportamento positivo, mai un generico dovere di astensione) ​e

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limitato (le pretese del creditore e gli obblighi del debitore si estinguono, con l’estinguersi
dell’obbligazione) .

N.B è opportuno distinguere nell’ambito degli interessi protetti (Rosario Nicolò):

- L’interesse a conservare un bene della vita che si ha​;


- L’interesse a conseguire un bene della vita che non si ha​;

3) Potestativo​:
Talvolta la modificazione però non è reale, ma è ideale, sul piano giuridico. Il diritto
potestativo è un diritto soggettivo in cui:

- si arriva ad una modificazione ideale, solo sul piano giuridico non materiale;
- non impone una cooperazione tra consociati, ma è sufficiente la sola
manifestazione volontà del titolare a procedere a tale modificazione;
- il soggetto passivo è comunque sempre individuato poiché si assiste ad una
modificazione patrimoniale i​ n virtù del conseguimento di un bene che non si ha
da parte del titolare di diritto;
- la situazione passiva di riferimento è la s​ oggezione​, in cui il soggetto passivo si trova
in una posizione di totale irrilevanza, non deve fare nulla per permettere la
realizzazione del diritto e non può fare nulla per impedirla;
- I diritti potestativi possono realizzarsi o mediante il comportamento del titolare o
mediante la sentenza di un giudice (che è di mero accertamento).Nel secondo caso
si parla di diritto consistente nel potere di a
​ vanzare la domanda giudiziale​.

In sintesi il diritto potestativo si può definire come il diritto di intervenire in una situazione
giuridica altrui, modificandola.

Circolarità dei diritti: I​ diritti assoluti e diritti relativi sono quindi due categorie distinte e
separate. Ma non si può dire lo stesso degli interessi da cui scaturiscono, che sono invece
fortemente collegati tra loro. Dall’interesse a conseguire un bene che non si ha nasce poi
l’interesse a conservare il bene, una volta conseguito.
Inoltre è altrettanto vero che dal mancato rispetto dell’obbligo di astensione dei diritti
assoluti, nasce la facoltà del titolare del diritto leso di richiedere il risarcimento del danno,
che si configura come una sorta di credito. Ecco che allora possiamo dire che i​ l diritto di
credito è mero strumento di tutela del diritto assoluto​.

4) Diritti personali di godimento​:

Si tratta di una categoria di diritti che partecipa di situazioni che hanno caratteri sia del
diritto r​ elativo sia di quello ​assoluto. Esiste infatti da un lato la presenza di un diritto di
credito e una situazione attiva (tipici del relativo) ma anche nei confronti del titolare del
bene un interesse a goderne (tipico dell’assoluto).

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L’esempio che meglio si presta è quello del l​ ocatario​, che da un lato è legato ad un obbligo
nei confronti del proprietario dell’immobile, che è quello di versare il canone di locazione.
D’altro canto però egli è tutelato nel godere dell’immobile e ​ rga omnes (​ proprietario
compreso, che non può infatti riappropriarsi del bene violentemente). La tutela assoluta
affidata al locatario è dimostrata dal fatto che egli non ha bisogno nell’agire nei confronti di
terzi, dell’autorizzazione del proprietario.

5) Onere​:
Situazione in cui il soggetto deve tenere un comportamento, che va a vantaggio di se
stesso, non di un altro soggetto. Per Gazzoni è una situazione attiva, perché va a proprio
vantaggio, nonostante non sia ravvisabile alcun risvolto passivo dell’onere, perché la
mancata osservanza di esso non comporta nessun obbligo risarcitorio di alcun tipo.

● (Es. ​l’onere della prova in giudizio, per cui il titolare di un diritto leso è interessato
nel provare l'esistenza di tale diritto e di tale lesione, se vuol far valere la sua
pretesa in giudizio, in quanto un diritto n ​ on provato equivale ad un ​diritto
inesistente​).
● (Es. l’onere della trascrizione immobiliare: in Italia è possibile la doppia alienazione
di un bene, per evitarlo si deve trascrivere la transazione presso la Conservatoria dei
registri immobiliari);

6) Aspettativa​:

L’Ordinamento attribuisce ad un soggetto dei poteri, solo in funzione conservativa di una


situazione che anche se non è ancora identificabile come tutelata dal diritto ne ha tutti i
presupposti per diventarlo, è quindi una f​ attispecie perfezionabile​, tutelata
dall’​aspettativa. S
​ i tratta dunque di una S.G. attiva, che attribuisce appunto poteri e facoltà
provvisori in capo al soggetto, che sono sottoposti a quei presupposti che possano far
nascere la fattispecie, venendo meno quelli verrà anche meno l'aspettativa. Distinguiamo
due tipi di aspettative:

1) di Diritto: t​ utelata dall’Ordinamento. (Es. l'acquisto di un bene sottoposto a


condizione) Durante la “pendenza”, il soggetto in aspettativa, ha dei poteri
conservativi sul bene. Un esempio potrebbe essere l’aspettativa del chiamato
all’eredità ancora non nato (concepito o addirittura non concepito), designato erede.

2) di Fatto: ​non è rilevante​, non tutelata dall’Ordinamento.

L’aspettativa è tutelata oltre che in via conservativa, soprattutto dalla ​finzione di


avveramento​, con cui la condizione si considera avvenuta se è venuta meno per causa
imputabile a chi aveva interesse che non venisse a compimento.

7) P
​ otesta​:

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Situazione in cui non vi è coincidenza tra chi esercita un diritto e il titolare dell’interesse
sotteso a tale esercizio. Si tratta dunque di un potere v ​ incolato (Es. la potestà dei genitori
sui figlio che è un ​potere-dovere​); la fonte può essere:

- La legge, come nel caso della potestà genitoriale, si crea allora un o ​ bbligo ​nei
confronti del titolare dell’esercizio del potere, al fine di realizzare altrui interessi;
- La volontà delle parti, come nel caso della rappresentanza, si parla allora di l​ ibertà
di esercitare il potere, a cui si aggiunge il d
​ overe​ di realizzare, l’altrui interesse;

Essendo una situazione giuridica soggettiva che comporta l’attribuzione di un potere, è


senza dubbio a ​ ttiva​, ma poiché questo potere non è illimitato, ma v ​ incolato alla
realizzazione dell’interesse altrui, la potestà viene comunemente denominata come
potere-dovere​. Ciò detto bisogna precisare che è invalido fino a prova contraria il contratto
stipulato tra il rappresentante e se stesso, o il contratto che non tutela gli interessi del
titolare del diritto, ma in cui si persegue l’interesse del rappresentante o di un terzo
creando quindi un c​ onflitto di interessi​;

Nei casi in cui si stipula un contratto tra un rappresentante e un terzo, la ​volontà


determinante s​ arà quella di questi due soggetti, ma gli e​ ffetti di quel contratto si
produrranno s​ ul patrimonio del ​rappresentato​ e del t​ erzo​.

8) ​Lo Status​:
Non è una S.G.S., ma una posizione che assume un soggetto nei confronti di altri in
un’associazione. Due sono dunque i caratteri dello Status:
1) Elemento materiale: la posizione del soggetto nella collettività;
2) Elemento formale: la tutela accordata dall’Ordinamento;

(Es: Status del Socio nella S.P.A, Es. l’associato in una società). Allo status si accompagnano
una serie di S.G.S. attive o passive che da esso derivano, la perdita dello s​ tatus ​comporta
anche la perdita delle S.G.S. Lo s​ tatus non è pertanto un insieme di diritti e doveri, quanto
una situazione che riceve protezione dall’Ordinamento.
Per ricevere la tutela giuridica la collettività di cui si fa parte, in virtù della quale si acquista
lo ​status​, deve essere riconosciuta dall’ Ordinamento (le sue regole interne devono quindi
essere dalla legge poste/riconosciute);

Lo Status di figlio: s​ ituazione particolare che si fa risalire all’ambito dello ​status


pubblicistico​, ma che genera effetti nell’ambito privatistico. Esso si acquista al momento
della nascita, automaticamente se il figlio è nato all’interno del matrimonio, e non può mai
essere perso.
La legge attribuisce però particolare tutela anche al figlio nato fuori dal matrimonio, con
un’azione volta all’ottenimento del riconoscimento dello s​ tatus​.
Lo ​status di figlio genera, /nel rapporto con i genitori, una serie di obblighi e diritti
patrimoniali, ma non va sottovalutata anche la ​sfera personale del rapporto.

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Altri due esempi di s​ tatus presenti nell’ordinamento sono quello di ​erede ​e ​consumatore​.
Nel primo infatti il rapporto di causa-effetto che decorre tra l’accettazione della qualità di
erede e ​ l’acquisto del diritto di impossessamento dei beni ereditari, è assimilabile al
rapporto tra s​ tatus e nascita di altre S.G. consequenziali ad esso. In entrambi i casi il venir
meno del presupposto di s​ tatus ​fa venir meno le conseguenti S.G.
Per consumatore si intende in ​negativo quella persona fisica che non agisce per scopi di
impresa o di professione. Lo s​ tatus del consumatore trova un’ampia tutela all’interno
dell’Ordinamento.

9) ​L’Interesse legittimo​:
Interesse del privato che si realizza mediante l’esercizio di un potere pubblico, il quale
potere pubblico realizza in via d
​ iretta l’interesse pubblico e in via i​ ndiretta l’interesse del
privato, il giudice competente è il T.A.R. Vanno distinti due tipi di interessi legittimi:

1) I.L. Oppositivo​: è i​ nteresse a conservare un bene che già si ha, la tutela è quindi
finalizzata a rimuovere un provvedimento pubblico, che danneggia il privato; (Es.
espropriazione illegittima per pubblica utilità);
2) I.L. Pretensivo​: è i​ nteresse a conseguire un bene che non si ha, la tutela è
finalizzata all’ottenimento di un pubblico provvedimento a favore del privato;

10) G
​ li interessi diffusi: I​ nteressi privi sia di un oggettivo bene suscettibile di
appropriazione individuale, sia di una titolarità esclusiva di un soggetto o un ente, per
questo quindi sono definiti d
​ iffusi​ (Es. l’interesse ambientale, o dei consumatori);

L’interesse ambientale: u ​ no dei principali interessi diffusi, se si guarda ai principi


costituzionali. L’ambiente infatti trova un doppio riconoscimento normativo all’interno del
Testo Costituzionale agli Art. 9/32. L’ambiente viene inteso sia come ​conformazione
paesaggistica finalizzata al puro godimento estetico​, sia come e ​ quilibrio ecologico
degli elementi essenziali alla vita dell’uomo​. Si delinea quindi come uno spazio in cui si
inseriscono una pluralità di beni,ma esso costituisce anche u ​ n bene a se stante,
immateriale e comune a tutti i cittadini.
La tutela giudiziaria che l’ordinamento garantisce all’ambiente è rintracciabile ad esempio
nel d​ iritto alla salubrità ambientale​, che fa capo ai s​ ingoli cittadini​, in particolari quelli
residenti nelle vicinanze dell’area inquinata.
Al diritto è accompagnato il c.d. ​Danno Ambientale​, a tal proposito per iniziativa del
Ministro dell’ambiente chiunque provochi un danno all’ambiente, in specie nell’esercizio di
attività professionali intrinsecamente pericolose, con conseguente responsabilità oggettiva,
alternandolo, deteriorandolo, o distruggendolo, è ​obbligato al ripristino della precedente
situazione o all’equivalente risarcimento.

11) L
​ ’interesse Collettivo​: fa capo ad una collettività ben individuata e organizzata (Es. gli
appartenenti all’ordine professionale degli Avvocati).

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12) I​ l Possesso​: è i​l potere di fatto sulla cosa, che si manifesta agli altri e presuppone una
relazione tra soggetto e cosa​. Il proprietario di un bene è tutelato sia come titolare del
diritto reale di godimento, sia come possessore. Il ladro è solo possessore, poiché si
comporta con i beni altrui come fossero propri. In ogni caso lo spoglio violento del
possesso è tutelato dal diritto, anche se a farlo sia il proprietario della cosa. La tutela del
possesso è però provvisoria perché scade al momento della restituzione della cosa o
all’esito del processo possessorio.
Dall'esercizio del possesso per un certo periodo di tempo nasce un diritto reale di
usucapione​,che si può far valere anche nei confronti del proprietario incurante di quel
bene. Il possesso è possibile anche in caso di d ​ etenzione​.
La tutela possessoria è così incisiva che il proprietario spogliato di un bene, dovrebbe
preferire agire sul possesso più che sulla proprietà per riacquistare in primo luogo la
disponibilità del bene con meno impegno probatorio.

13) La C​ hance​: è un bene a se stante, ma si inserisce in una s​ equenza causale​, come


l’antecedente, in termini di probabilità, che si realizzi una futura situazione da cui trarre
vantaggio (patrimoniale o non patrimoniale). Viene violata quando il comportamento di
terzi fa venir meno in modo irreversibile la possibilità che il probabile vantaggio venga ad
esistenza;

Fatto Atto e Negozio Giuridico:


Il F
​ atto è un accadimento temporale, volto a modificare la realtà materiale. Il fatto produce
quindi degli e ​ ffetti​, che non sono altro che il r​ isvolto positivo dei fatti​. I fatti possono
essere giuridicamente rilevante, oppure no. Il ​Fatto giuridico è ​ un accadimento rilevante
per l’Ordinamento giuridico, a cui l’Ordinamento riconnette quindi effetti giuridici. (N.B.
Fattispecie​).

- Fattispecie semplice​: un fatto da cui scaturiscono effetti giuridici, che scaturiscono


all’avvenire del fatto; (Es. la Morte).
- Fattispecie complessa​: più fatti materiali da cui scaturiscono effetti giuridici, che
scaturiscono però solo quando t​ utti i fatti materiali si sono prodotti​; (Es. la
Usucapione);
- Fattispecie a formazione progressiva​: più fatti materiali che decorrono nel tempo,
in maniera consequenziale​, da cui scaturiscono effetti giuridici, che però si
producono già dal momento in solamente il presupposto della f​ attispecie
meritevole di tutela s​ i produce; (Es. Concepimento e Nascita).

L’​Atto giuridico è​ un fatto giuridico legato al comportamento dell’uomo, in cui risulta


fondamentale la ​volontà del soggetto nella causazione del Fatto/Atti. Oltre all’umana
volontarietà come causa scatenante, ulteriore distinzione tra a ​ tto giuridico e f​ atto
giuridico i.s.s è la ​consapevolezza ​degli effetti scaturenti dal comportamento tenuto. La
definizione di ​Atto è​ : “un comportamento umano ​volontario e ​ ​consapevole​”;​ fa quindi
parte della categoria dei Fatti giuridici; (è una s​ pecies ​dell’ a
​ mpius genes​); Ciò detto bisogna
precisare che queste caratteristiche sono proprie degli atti sia che essi siano ​leciti sia che

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siano ​illeciti (che sono atti e non fatti anche nel caso della c​ olpa​, che non presuppone la
volontà di arrecare un danno, ma l’imperizia e la negligenza). (Per quanto riguarda gli atti
leciti, essi presuppongono oltre a volontà e consapevolezza anche c​ apacità di agire n ​ el
caso specifico degli a​ tti negoziali​)

- Atto Giuridico in senso stretto​: comportamento umano volontario e consapevole a cui


la legge riconnette effetti giuridici che sono e ​ tero determinati​, cioè che non dipendono
dal comportamento ma sono sempre fissati dalla legge, per questo sono tutti ​tipici​;
(Concetto di e
​ teronomia​);
La Disciplina generale degli atti giuridici i.s.s. ​è diffusa non si ravvisa interamente da
nessuna parte, ma in norme specifiche,di diversi atti normativi;
POiché gli effetti sono e ​ terodeterminati​, per la consapevolezza di un atto non negoziale,
al pari di quelli ​illeciti​, è necessaria la capacità di intendere e di volere, a meno che la
legge non stabilisca necessaria anche la capacità di agire o una determinata età.

- Negozi giuridici​: comportamento umano volontario e consapevole, i cui effetti sono


autodeterminati​, cioè determinabili dalla volontà e dalla consapevolezza dei
soggetti che pongono in essere il negozio e non dalla legge, sono quindi previsti
dalle parti; (Es. Contratto atipico).
(Concetto di a ​ utonomia)​;
Bisogna però tenere presente che la categoria degli atti negoziali non è estranea alla
disciplina della legge, è infatti vero che quando si parla di n ​ egozi o ancor meglio di
contratti​, si fa riferimento ad un atto composto da due momenti distinti. IL primo è
il ​procedimento strutturale con il quale il contratto viene in vita, questo momento
trova una sua disciplina nella legge​, in quanto ad esempio un contratto per essere
considerato valido deve essere stipulato secondo una precisa struttura formale che
è stata prevista dal legislatore, come fattispecie. Anche se, è pur vero che i privati
possono dar vita a dei contratti basati su s​ chemi nuovi​, i c.d. c​ ontratti atipici​, ma
anche questi devono rispettare la struttura prevista dal Legislatore.
La Disciplina dei negozi giuridici è contenuta prevalentemente nell’ambito del C.C.
I Negozi, rappresentano, però la più ampia ​estrinsecazione del potere
all’autonomia privata, in quanto la ​fissazione della regola​, cioè la disciplina degli
interessi perseguiti è “inventata” dai privati. Per questo il ​negozio giuridico è definito
come a ​ tto dispositivo​, poiché dispone di interessi autonomi regolamentandoli.

● Uno stesso atto a seconda del contesto può rientrare nella categoria degli ​atti
negoziali e
​ ​ non negoziali​.

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Negozio Giuridico Atto giuridico

- tipico; - solo tipico;


- atipico;

- ha contenuto dispositivo; - non ha contenuto dispositivo ma recepisce


disposizioni;

- inter vivos (​ effetti durante la vita del soggetto)​;


- mortis causa ​(regolano la vicenda successoria, o il
tempo successivo a morte soggetto)​;
- post mortem (​ fatto da vivo, effetti da morto)

- a titolo gratuito (Es. la donazione e il testamento,


che infatti hanno una disciplina molto simile);
- onerosi (prevedono un sacrificio economico);

Distinzione strutturale, la più importante per cogliere la


differenza tra atti n
​ egoziali e
​ ​non negoziali:
- unilaterali;
- bilaterali (tra cui spicca il c​ ontratto​);
- plurilaterali;

N.B. nel Codice civile non è mai utilizzato il termine negozio

Il Contratto: ​è un accordo tra due o più parti, al fine di costituire, regolare, estinguere tra
di esse un rapporto giuridico a carattere p ​ atrimoniale​. La caratteristica che differenzia
infatti il contratto dagli altri atti negoziali è proprio la patrimonialità. Il Contratto è
utilizzato come uno strumento di tutela degli interessi delle parti che lo stipulano, che
probabilmente hanno interessi confliggenti tra loro, e che trovano attraverso il contratto un
rapporto giuridico che realizza per ciascuno lo scopo previsto.
I contratti sono classificati da Dottrina e Giurisprudenza, in c​ ontratti reali e ​contratti
consensuali (conclusione) e c​ ontratti ad effetti reali e ​ ​contratti ad effetti obbligatori
(effetti).
Dal punto di vista della conclusione il contratto consensuale​, si conclude con l’accordo tra
le parti, attraverso una forma ben precisa prevista dall’Ordinamento giuridico.
Ci sono casi in cui la Legge però pretende che oltre al raggiungimento dell’accordo, anche la
dazione d ​ el bene oggetto del contratto. Fino a che non avverrà il momento della consegna,
il contratto non potrà produrre effetti. Sono questi i c.d. ​contratti reali​.
Dal punto di viste degli effetti invece i c​ ontratti ad effetti reali danno vita al trasferimento
di una cosa determinata, o la ​costituzione o il ​trasferimento d ​ i un ​diritto reale​, ma anche
la ​cessione ​di un d
​ iritto di credito o
​ ​personale di godimento​.
L’unica ipotesi che resta fuori da questa classificazione è quella di un contratto che da vita
ad un rapporto obbligatorio, i ​contratti ad effetto obbligatorio appunto. Si pensi in questo
caso ad esempio al c.d. c​ ontratto preliminare che o ​ bbliga le parti a concludere il
successivo c​ ontratto definitivo​.

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Questi criteri di classificazione dei contratti si i​ ntersecano tra loro. Il Legislatore ha


delineato una disciplina generale molto analitica, comune a tutti i contratti, ma anche una
specifica per ogni c​ ontratto tipico​.

Il Negozio Giuridico unilaterale: L ​ ’art.1324 estende a questi atti negoziali la disciplina del
contratto, lì dove è possibile applicarla. Non è logicamente applicabile ad esempio l'insieme
di norme che presuppongono la struttura bilaterale.
Ci si pone il dubbio, sulla possibilità di ammettere dei negozi ​unilaterali atipici​, perché nel
caso degli omologhi contratti, il Legislatore ammette che alcuni di essi possano non essere
previsti dalla legge, e quindi sottrarsi al suo controllo, perché il presupposto di fondo è il
comune accordo delle parti in causa​. Non si può dire lo stesso a riguardo dei n ​ egozi
unilaterali atipici​, poiché essi sono frutto della volontà di un soggetto, ma possono avere
effetti anche su terzi. Ecco che allora parte della dottrina non ne riconosce la validità, altra
parte ne fissa il limite negli e ​ ffetti nei confronti di terzi che devono essere
necessariamente di incremento patrimoniale e devono essere comunque r​ ifiutabili​.

La Parte plurisoggettiva: D ​ al punto di vista soggettivo, i negozi u


​ nilaterali possono essere
posti in essere da una pluralità di soggetti, perché ciò che conta è l’unilateralità della p
​ arte​.
PIù soggetti possono trovarsi in una situazione di comunanza di interessi e quindi costituire
un unico centro di riferimento, quindi un'unica p ​ arte​, anche dal punto di vista della
conclusione e degli effetti di un atto. Si distinguono in questo caso:

- atto collettivo: ​più soggetti, con medesimi interessi, costituiscono un unico atto, ma
le volontà restano distinte;
- atto complesso: ​pluralità di volontà, imputabili ad un unico interesse, che quindi si
fondono in un atto unico, può essere u ​ guale e
​ i​ neguale​.
- atto collegiale: a​ tto riferibile ad un soggetto diverso da quelli che l’anno posto in
essere, l’interesse è ovviamente quello facente capo al soggetto rimasto estraneo.
Si basa sulla m
​ aggioranza dei consensi​.

Dichiarazione e Comportamento: la forma di esteriorizzazione della volontà può essere


diversa a se essa si manifesti direttamente o indirettamente, nel primo caso si avrà una
dichiarazione​ nel secondo caso un ​comportamento​.
La dichiarazione è il mezzo rappresentativo e quindi immediato del fatto interiore, essa
non è e ​ sclusivamente verbale ma può essere posta in essere anche attraverso la mimica
(Es. il fiore all’occhiello ?). Il comportamento è invece un contegno volto verso una
oggettiva direzione programmatica, ma dalla quale è desumibile (in via critica) una
differente volontà nello stato intimo del soggetto. Il c​ omportamento concludente​,così
come la dichiarazione, non è esclusivamente “gestuale” ma può consistere in una
dichiarazione, se da essa è desumibile necessariamente la presenza di un’altra
dichiarazione t​ acita.
La distinzione tra d​ ichiarazione e
​ c​ omportamento ​non è quindi quella tra​ parole ​e ​fatti.

La Pubblicità e la prova dei fatti giuridici:

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L’ordinamento tende alla certezza del diritto, ecco perché la p ​ ubblicità degli atti giuridici
trova una grande importanza al suo interno. La pubblicità delle leggi è garantita dalla loro
pubblicazione in Gazzetta Ufficiale​, per gli atti del diritto civile invece l'ordinamento
predispone un complesso sistema per incentivare la pubblicazione degli atti (notai e
cancellieri ad esempio svolgono questa funzione), per i privati infatti, non sussiste l’obbligo
di pubblicazione, quanto l’​onere​, il cui adempimento è però funzionale alla piena
realizzazione dell’interesse perseguito. (Ad Es. la chiamata all’eredità di un n ​ on nato​, non
potrà mai realizzarsi se non viene reso pubblico l’atto di nascita dell’erede).
Gli atti di diritto privato, sono resi pubblici attraverso l’iscrizione all’interno del registro dello
Stato civile, dove sono vigenti, fino a prova contraria, o correzione.
CI sono anche dei casi in cui la resa pubblicità dell’atto sia r​ ichiesta per la costituzione
dell’atto stesso (​ Es. il riconoscimento della personalità giuridica per le Società di capitali,
che è subordinata all’iscrizione nell’apposito registro).

Le prove: ​Di un atto è possibile che sia richiesto di dare la prova ai terzi che ne siano
rimasti esclusi. I sistemi di ​pubblicità s​ olo in rari casi infatti hanno valenza costitutiva, ea
esempio per vendere un immobile non è sufficiente che risulti pubblicamente un ​atto di
acquisto​, ma bisogna p ​ rovare ​di esserne i proprietari.
Esistono inoltre delle situazioni in cui gli atti giuridici, non sono predisposti alla creazione di
Situazioni giuridiche soggettive tre due soggetti, ma hanno la funzione di ​accertare una
S.G.S esistente​, attraverso il c.d. ​negozio di accertamento​, che in questo caso non
“dispone”, ma semplicemente risolve una situazione di incertezza, accertando limiti, effetti
di una precedente situazione (Es. interpretazione autentica di un contratto). Esso ha
efficacia solo tra le parti, poiché come detto elimina una situazione di incertezza tra di esse.
L’onere della prova è posto dall’art. 2697 pone l’onere della prova a carico di chi agisce o
del convenuto il quale eccepisca l’irrilevanza di tali fatti, non riconosca quindi la pretesa
dell’attore. Nel processo civile, vige solitamente il c.d. p ​ rincipio dispositivo​, in cui hanno
rilevanza soltanto le prove fornite dalle parti in giudizio, solo in determinati casi particolari
vige il principio c.d. i​ nquisitorio​, (utilizzato nel processo penale) secondo il quale le prove
possono essere prodotte anche dall’attività giudiziaria del P.M.
Sono stati elaborati dei criteri di classificazione delle prove: che le distinguono in p ​ rove
precostituite​, p​ rove semplici​, ma soprattutto le c.d. ​prove critiche ​(o ​presuntive​), che
permettono al giudice a partire da fatti noti, di provare l’esistenza di fatti non strettamente
provati. Le prove presuntive si dividono a loro volta in a ​ ssolute ​o r​ elative a seconda che
ammettano o meno l’esistenza di una prova contraria,e a cui si aggiungono le ​presunzioni
semplici​.
Per quanto riguarda le prove precostituite, la più importante è sicuramente la p ​ rova
documentale (con ovvia distinzione tra n ​ atura pubblica o ​ ​di scrittura privata ​dell’atto).
L'atto pubblico è quello redatto da un notaio o da un ufficiale pubblico autorizzato​, esso ha
pieno valore di prova, f​ ino ad eventuale querela di falso. La scrittura privata invece è un
documento scritto, redatto anche da terzi (avvocato) a cui le parti appongono la f​ irma​, ha
valore di prova(di prova atipica se proveniente da terzi) se colui che l’ha prodotta ne

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riconosce la sottoscrizione, e sempre fino ad eventuale querela di falso. In questo caso non
è ammessa la prova per tesi ( se non per alcune eccezioni).
La c​ onfessione​, è la dichiarazione che fa una parte della verità dei fatti ad essa sfavorevoli e
favorevoli all'altra parte, che può essere r​ esa soltanto in giudizio​. La confessione ha pieno
valore di prova, anche se i fatti esposti non siano frutto di una conoscenza diretta da parte
del soggetto interessato. Può essere r​ evocata ​con una domanda giudiziale o un’iniziativa
negoziale, ​o addirittura ​annullata​, se determinata da errore di fatto o violenza.
Giuridicamente la confessione è un a ​ tto giuridico in senso stretto che ha ad oggetto fatti
oggettivi e non valutazioni giuridiche.
Il ​giuramento è di due specie: decisorio​, quando deferisce all'altra parte per fargli
prendere la decisione finale o parziale sulla causa; s​ uppletorio q ​ uello deferito d’ufficio dal
giudice ad una delle due parti. Gli effetti del giuramento sono estremi, vertendo esso su
fatti decisivi, se ci si sottrae dunque si soccombe. Se sia stato dichiarato il falso, si può
arrivare ad una revocazione della sentenza e al risarcimento dei danni.

Criteri di delle antinomie normative:


Conflitti tra norme, discordanti tra loro, si risolvono basandosi su:
- Criterio gerarchico​: in base al quale prevale la fonte sovraordinata sulla fonte
sottordinata;
- Criterio cronologico​: tra due norme poste da fonti di pari livello, ma confliggenti,
prevale la ​successiva​, rispetto alla ​precedente​, che viene a
​ brogata*​;
- Criterio di specialità​: tra due norme che possono essere applicate al caso
concreto, prevale su quella più generica, quella più specifica;

*Abrogazione espressa: fatta in maniera ​esplicita​;

*Abrogazione tacita: (o Abrogazione per incompatibilità) la norma successiva incompatibili


dalla precedente, abroga la precedente;

Gli individui:
I destinatari delle norme giuridiche, dalle quali derivano le situazioni giuridiche soggettive,
sono i s​ oggetti (​ sia come persona fisica che come persona giuridica, cioè gli enti).
Nell’ambito della persona fisica, i suoi interessi sono di tipo patrimoniale (suscettibili di una
valutazione economica) e i c.d. interessi esistenziali.

L’Art.1 comma 1 C.C. disciplina la cosiddetta c ​ apacità giuridica generale​, che si acquista
dal momento della nascita, che coincide con l’inizio dell’attività respiratoria. ​Consiste
nell’idoneità del soggetto ad essere titolare di situazioni giuridiche soggettive​, ovvero
l’idoneità di essere soggetto del diritto. Possiamo dire quindi che un soggetto diventa tale
nel momento in cui acquista la capacità giuridica, che è una q ​ ualità astratta a priori ​di
carattere generale​, che coincide con la soggettività.

Secondo l’Art. 22 Cost.: nessuno può essere privato per motivi politici della capacità
giuridica, la cittadinanza e del nome. Vediamo quindi come la Costituzione mette in primo

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piano l’importanza della capacità giuridica, in quanto è un elemento costitutivo del


Soggetto in quanto tale, tant’è vero che si identifica come m ​ orte civile la perdita della
capacità giuridica, come pena accessoria. qualunque soggetto è quindi potenzialmente
destinatario di tutte le norme di condotta, che presuppongono un comportamento che
solo la persona fisica può tenere. Si tratta della c.d. t​ eoria Organica​, contrapposta a quella
kelseniana.

Inoltre il nostro ordinamento n ​ on fa una valutazione discrezionale nell’attribuire la


capacità giuridico soggettiva per quanto riguarda le p
​ ersone fisiche​. Lo fa invece per le
persone giuridiche (​ enti).

La capacità giuridica speciale​: è la capacità di compiere determinati giuridici e si acquista


ad età anagrafiche diverse, a seconda dell’atto a cui ci si riferisce. (Es. contratto di lavoro,
matrimonio);

Il concepito​: colui che si trova nel grembo materno, ma non ancora nato, è titolare di
diritti? Secondo l’Art., comma 2 C.C. i diritti che la legge riconosce al concepito, sono
subordinati al momento della nascita​; sulla natura giuridica del concepito sono sorte in
dottrina tre diverse visioni:

1) Secondo Gazzoni​: si deve utilizzare la ​teoria della fattispecie a formazione


progressiva​. Si basa sull’idea che il concepito costituisca una fattispecie “incompleta”
che si completerà al momento della nascita. SI tratta di una fattispecie che ha quindi
due elementi essenziali: i​ l concepimento e ​ ​la nascita​. Il ​concepito quindi non ha
capacità giuridica e i diritti che la legge riconosce al concepito stesso, sono in realtà
diritti del nato​, che la legge per finzione estende al concepito, l’unico diritto
riconosciuto al concepito in quanto tale è il d ​ iritto alla vita a
​ nche se non in
assoluto, con riguardo all’aborto terapeutico;
2) Secondo Emanuela Giacobbe​: Il Concepito deve intendersi come ​fattispecie
sottoposta a condizione risolutiva​. Secondo questa tesi il concepito ha capacità
giuridica, per cui è soggetto di diritto, per cui è sufficiente il Concepimento. Ma i
diritti attribuiti al concepito v
​ engono meno ​retroattivamente​, ​se viene meno l’atto
della nascita​. La condizione grava sugli effetti del diritto, non sulla fattispecie;
3) Secondo Francesco Passarelli​: Il Concepito sia un ​centro autonomo di interessi​,
che è in attesa della persona. Una tesi che non risponde alla domanda, se il
concepito abbia o meno capacità giuridica.

Ci sono casi in cui la legge tratta il Concepito come un soggetto, ad esempio l’Art.1, comma
1 della Legge 40 del 2004, in cui viene specificato che vengono tutelati gli interessi di tutti i
soggetti coinvolti nella pratica della fecondazione assistita.

Inoltre la legge riconosce al Concepito alcuni diritti personali/non patrimoniale: avere dei
genitori (Art.30/31 Cost. dai quali si può indirettamente ricavare il diritto del Concepito ad
avere dei genitori, la Giurisprudenza a partire da questo diritto ha riconosciuto il diritto al

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risarcimento del danno, al soggetto nato orfano di padre, per uccisione da parte di un
terzo), diritto alla vita e alla salute.
Gli riconosce talvolta però anche alcuni diritti patrimoniali: ad esempio l’Art 784 C.C. che
disciplina la donazione che può essere fatta al Concepito, e l’Art 462 comme 1 C.C. che
disciplina le “Successioni mortis causa”. I diritti patrimoniali riconosciuti al concepito sono
in realtà riconosciuti tali diritto, ma vi è una situazione di attesa in attesa della nascita, con
una tutela conservativa di un patrimonio, in attesa del suo titolare

Il Diritto alla vita, è un diritto del Concepito, che però va bilanciato con il diritto alla vita e
alla salute della madre, che a volte prevale, perché si trova già ad esistenza. Prima il codice
penale vietava l’aborto, ma la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale questo
articolo (564 del Codice Penale) controbilanciandolo con il Diritto alla Salute. Secondo la
L’78/194 è possibile entro novanta giorni dal concepimento intraprendere l’interruzione
volontaria della gravidanza dimostrando che vi sia un serio pericolo di natura psicofisica.
Dopo i 3 mesi l’interruzione volontaria è consentita a condizioni molto più rigide. Il serio
pericolo alla salute fisica non è però di facile accertamento, si corre il rischio che si sfoci nel
puro interesse egoistico della madre. Di fatto quindi l’aborto entro i tre mesi è
sostanzialmente libero ed insindacabile. Altrettanto insindacabile è il diritto della madre a
non abortire, se l’aborto è in grado di mettere in crisi la sua coscienza

Il Diritto alla Salute, del Concepito, è riconosciuto dall’Art.32 Cost., che non è però di
titolarità del concepito, ma del nato. Il nato può ad esempio chiedere il risarcimento dei
danni per un danno ricevuto durante la gestazione uterina.

I Diritti patrimoniali del Concepito. Ad esempio Art.784 C.C. sostiene che sia possibile
effettuare delle donazioni al soggetto non ancora concepito, purché sia figlio di una
persona vivente al momento della nascita. L’Art. 462 C.C. che concerne il testamento,e
prevede che possano ricevere da testamento i figli di una persona vivente al momento
della morte del testatore, anche se non ancora concepito.

Si discute se il concepito abbia o meno diritto a nascere in salute e non orfano, ma anche in
questo caso la tutela è accordata all’atto della nascita, sarebbe infatti impensabile
costringere la madre a mantenere un determinato stile di vita durante la gravidanza. Si
sostiene però che il nato potrebbe però agire per il risarcimento dei danni non
patrimoniali, sulla base del riconoscimento al concepito di alcuni diritti fondamentali (al
nome, alla salute, all’onore, ai rapporti familiari);

Morte, scomparsa, assenza e morte presunta: l​a capacità giuridica così come si acquista
al momento della nascita, cessa al momento della morte. Anche se è pur vero che la
volontà del defunto rileva in materia successoria, ma ciò a cui l'ordinamento garantisce una
tutela è il vincolo patrimoniale disposto dal defunto in vita, e sarà il vincolo ad essere
attuale nella qualifica della disciplina giuridica del patrimonio. Allo stesso modo il diritto
all'onore e il diritto d’autore, cessano con la morte del soggetto e vengono in essere
semmai per gli eredi del deceduto. L’ordinamento fa coincidere la morte di una persona

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con la fine di tutte le sue funzioni cerebrali (Art. 1 L’93/578), ciò vale anche ai fini del
trapianto degli organi. Non è impossibile invece che manchi proprio l’accadimento storico
della morte, in quel caso il nostro ordinamento dà il via ad una serie di procedimenti volti
soprattutto per disciplinare gli aspetti patrimoniali;

Se una persona ​Scompare senza dare più alcuna notizia di sé. Si comincia con il nominare
lo scomparso, ad iniziativa degli interessati: P.M, legittimari, curatori. La scomparsa è una
mera situazione di fatto​, che legittima l’intervento del giudice in funzione conservativa del
patrimonio di un individuo, e le pretese che hanno su di esso i terzi, che altrimenti
resterebbero bloccate. Passati due anni dall’ultima notizia sull’individuo, gli interessati,
possono domandare al di dichiararne l’ A ​ ssenza​; l’assenza è una s​ ituazione di diritto
caratterizzata da alcuni elementi essenziali ( la scomparsa da almeno un biennio e la
dichiarazione di un giudice, quindi una s​ ituazione innovativa r​ ispetto alla precedente
realtà giuridica. L’assenza dà il via all'apertura del testamento, tutti i legittimari sono
chiamati al possesso provvisorio dei beni dell’assente, essi possono amministrarli a proprio
piacimento e incassarne gli utili ma non possono alienarli se non in casi di estrema
necessità.
Trascorsi 10 anni dall’ultima notizia dello scomparso, pur in mancanza della dichiarazione
di assenza, il tribunale può (non deve) dichiararne la morte presunta​, che produce gli stessi
effetti sia sul piano patrimoniale che su quello personale della morte naturale. I tempi della
dichiarazione di assenza/morte presunta dello scomparso possono variare a seconda che
la scomparsa sia avvenuta in circostanze particolari, quali ad esempio la guerra.
Se il morto presunto ritorna, egli ha la possibilità di ritornare in possesso dei suoi beni e di
raccogliere il prezzo di quelli alienati. Il matrimonio del coniuge superstite con un terzo è
nullo in caso di ritorno del presunto morto, ma è altresì nullo se si dimostra che il presunto
morto sia effettivamente morto, in una data successiva al matrimonio.

Domicilio, residenza e dimora:

Domicilio Residenza Dimora

- luogo in cui la - luogo di dimora - luogo dove la


persona ha stabilito abituale; persona soggiorna
come centro dei - luogo di imputazione momentaneamente
propri affari ed di interessi personali; ma non in via
interessi; - non richiede durata provvisoria e
- due elementi nel tempo e non passeggera;
fondamentali, necessita esclusività;
oggettivo (centro
d’imputazione di
affari) e soggettivo
(manifestazione di
volontà)
- Stabilità (non durata
nel tempo) e unicità

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Questi tre luoghi rilevano in sede di d


​ iritto di famiglia, profili patrimoniali (​ residenza) e
atti personali (​ residenza);

La capacità di agire:
Secondo l’Art.2 comma 1 C.C. la maggiore età è fissata al compimento del 18esimo anno.
Con la maggiore età si acquista la capacità di compiere tutti gli atti per cui la legge non
prevede un’età diversa.
Si acquista quindi la capacità di compiere n ​ egozi giuridici (​ atto in cui il soggetto dispone
nei propri interessi)​, idonei a modificare le situazioni giuridiche di cui è titolare​, la c.d.
capacità di agire generale​.

La maggiore età è una presunzione della legge che individua in quel momento, l’acquisto di
una maturità tale da comprendere, soppesare e tutelare i propri interessi, tuttavia
potrebbe accadere che tale capacità sia ritenuta sufficientemente acquisita prima del
18esimo anno di età, ma anche che che essa si perda o si attenui, dopo il raggiungimento
della maggiore età.
Il minore, non ha capacità di agire generale​, ma può compiere degli atti giuridici, che
sono riconosciuti dalla legge (Es. contratto di lavoro), ovvero atti n ​ on negoziali​, che non
incidono sugli interessi del soggetto. Ha inoltre la capacità di ​riconoscere un figlio, d ​ i
compiere tutti quegli atti relativi alle o ​ pere d’ingegno e in ultima il minore può compiere,
ovviamente gli atti m ​ inuti ​della v​ ita quotidiana​. Per tutti gli altri atti il minore è
considerato incapace e sostituito dai genitori che esercitano la r​ esponsabilità genitoriale
(​Riforma sulla filiazione del 2012), che è quella complessa situazione giuridica composta da
diritti, doveri,poteri e facoltà che vanno esercitate nell’interesse del figlio. I genitori sono
legali rappresentanti del minore, ne amministrano e gestiscono il patrimonio, ad essi spetta
l’usufrutto dei beni, ma per compiere atti di straordinaria amministrazione sul patrimonio
del figlio è necessaria l’autorizzazione giudiziale. In caso di conflitto di interessi tra genitori
e figli, il giudice cautelare nomina ai figli un ​curatore speciale per quegli atti. La R.G. è
esercitata pari merito da entrambi i genitori, se essi sono morti, il giudice nomina un t​ utore
che ne assume le veci, a garanzia del minore inoltre la legge prevede in questo caso la
nomina anche di un p ​ rotutore​, che agisce in caso di conflitto di interessi tra tutore e
minore. Inoltre la ​rappresentanza ​ trova un limite nei c.d​ atti personalissimi​ per i quali non

Il ​minore potrebbe divenire e ​ mancipato​, acquisendo la capacità di agire prima dei 18


anni, anche se questo istituto è poco utilizzato nel nostro ordinamento. In questo caso ci
troviamo di fronte ad un minore ​ultrasedicenne che ottiene la piena capacità di agire i​ n
forza di un matrimonio​; se un giudice infatti ha ritenuto un soggetto abbastanza maturo
per potersi sposare, lo riterrà altresì maturo per compiere atti.

- L’emancipazione può avvenire ​solo i​ n forza di un matrimonio, ci si emancipa infatti


a seguito di autorizzazione giudiziale alle nozze, a seguito di gravi motivi
(Giurisprudenza analizza se il motivo è grave o meno) e la maturità psicofisica del
minore. Avvenuta l’autorizzazione il minore diventa minore emancipato e acquisisce

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la capacità di agire ​tendenzialmente piena per quanto riguarda gli atti di


ordinaria amministrazione.

Al minore emancipato s​ i affianca i​ nfatti un ​curatore​. (​Curatore si affianca, il Tutore


sostituisce​) per gli atti di straordinaria amministrazione*, che devono comunque essere
autorizzati da un giudice ​ex Art.375​. Il giudice di solito individua il coniuge come curatore,
per motivi pratici, se anch’esso è minorenne, possono essere nominati genitori, parenti, ma
anche terzi.
Il minore ​emancipato può compiere esercizio d’impresa,​senza il consenso del curatore
se autorizzato dal tribunale​, sicuramente di tipo agricolo (per la quale non è nemmeno
necessaria l’autorizzazione) e si discute a riguardo della piccola impresa commerciale.
Gli atti compiuti dal minore non emancipato, o dal minore emancipato ma senza il
consenso del curatore sono sempre a ​ nnullabili​ anche se compiuti in buona fede.

*​Atti di ordinaria e straordinaria amministrazione.


Gli atti di ordinaria amministrazione non incidono in maniera significativa sul patrimonio
del Soggetto, quelli di straordinaria amministrazione sì, inoltre essi non hanno carattere
conservativo. Risulta essere quindi una differenza relativa;

- Es. l’affitto mediamente è considerato come un atto ordinario;


- Es. la vendita mediamente è considerato come un atto straordinario;

I​ l M
​ inore Emancipato​, quindi​:
1) Ordinaria Amministrazione: li compie da s​ olo​;
2) Straordinaria Amministrazione: li compie il minore emancipato con il
consenso del curatore e autorizzazione del giudice; (*La regola vale anche
per l’​inabilitato)​.

L’inabilitazione: S​ i viene inabilitati nei casi previsti dalla legge, in cui il soggetto non è in
grado di gestire la propria capacità di agire. Le cause dell’inabilitazione possono essere:

- Prodigalità;
- Consumo abituale di sostanze alcoliche e stupefacenti;
- Sordomutismo e/o cecità, dalla nascita o dalla primissima infanzia;
- Se risulta che il soggetto è del tutto incapace di provvedere ai propri interessi;

L’inabilità diventa tale a seguito di una sentenza del giudice che nomina un curatore.
L’inabilitazione equipara il soggetto alla condizione del m
​ inore emancipato.

L’​interdetto​: è un soggetto affetto da una grave patologia m ​ entale (​ non una


menomazione fisica) che non gli consente di attendere alla cura dei propri interessi. Si
viene interdetti con una sentenza del giudice e il giudice nomina un ​tutore​, che si
sostituisce in pieno il soggetto;

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L’interdetto non può compiere alcun atto né di ordinaria né di straordinaria


amministrazione, il tutore lo sostituisce in pieno, ma per gli atti di straordinaria
amministrazione è necessaria l’autorizzazione di un giudice;

● Principio della estrema ratio dell’interdizione (Corte di Cassazione): in base al quale


il soggetto deve essere interdetto solo in rari e gravissimi casi, come ultima ratio.
Risulta quindi esserci una preferenza per la misura meno invalidanti;

Gli effetti dell'interdizione e dell'inabilitazione, si producono dal g


​ iorno della sentenza​, la
sentenza viene apposta a margine dell’atto di nascita, in funzione di ​pubblicità notizia​. Lo
stato di interdizione e inabilitazione può essere revocato, se ne cessa la causa. Gli effetti
della revoca si producono però, soltanto dal momento in cui la ​sentenza passa
definitivamente in giudicato​, gli atti compiuti nel periodo successivo alla pubblicazione della
sentenza di revoca sono impugnabili solo se la revoca è poi esclusa;

L’interdizione legale è prevista invece dall’ordinamento, non tanto con il fine di


proteggere il patrimonio di un soggetto, ma quanto per i soggetti condannati all’ergastolo o
a pene reclusive non inferiori a 5 anni. L’interdetto legale ha piena capacità per quanto
riguarda la ricezione degli atti giudiziari e gli atti di carattere non patrimoniale. La funzione
“sanzionatoria” e non protettiva spiega perché sia legittimato a chiedere l’annullamento
degli atti compiuti dal condannato chiunque ne sia interessato, anche l’altro contraente.

Negli anni 80, un professore, Paolo Cendon, elaborò una nuova figura: l’​amministrazione
di sostegno​. La figura, frutto della dottrina, fu accolta dal legislatore con la legge 04/6.

L’​amministrazione di sostegno​: è una misura di protezione per i soggetti vulnerabili, che


per una ​menomazione f​ isica (solo l’Ads può essere attivata anche per una semplice
menomazione fisica) o ​psichica​, non sono in tutto o i​ n parte in grado di curare i propri
interessi; ecco che allora il beneficiario dell’Ads non perde la sua capacità di agire
totalmente​, poiché la conserva per gli atti necessari a soddisfare le esigenze della vita
quotidiana.

● L’A.d.s. può essere attivata anche se le difficoltà di gestire i propri interessi sono solo
parziali;
● L’Amministratore di sostegno non viene nominato con sentenza, ma con ​decreto (​ i
giudici infatti fanno: sentenze, ordinanze e decreti); di solito il decreto viene
adottato per provvedimenti più veloci e agili;
● “L’A.d.s. vuole essere un abito su misura, al posto dell’interdizione che sembra
essere una camicia di forza”;
● Ha un c ​ ontenuto elastico​: il giudice può calibrare il contenuto del provvedimento
sulla base delle esigenze concrete; nel decreto si può allora trovare:
a) ciò che l’Ads può fare;
b) ciò che nel particolare può fare da solo in beneficiario,
c) ciò che può fare il beneficiario, ma solo insieme all’A.d.s;

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d) ciò che non può fare nessuno dei due;


e) ciò che si può fare solo previa autorizzazione del giudice;

Gli atti compiuti dall’amministratore in violazione di legge in eccesso, rispetto all’oggetto del
Decreto di nomina, nonché quelli compiuti dal beneficiario in violazione di legge e del
decreto, sono ​annullabili in 5 anni​, con inizio della decorrenza nel giorno in cui è cessata
l’amministrazione. Nel caso dell’Ads il beneficiario subisce “volontariamente” una
limitazione della capacità di agire, di cui egli disporrebbe,, direttamente se l’ads è da lui
richiesta, o indirettamente se richiesta dai legittimari senza la sua opposizione. L’art 1 della
legge 04/6 sostiene che il Codice mira a tutelare la persona con la minor limitazione
possibile della capacità di agire. Inoltre ad esempio, a differenza dell’interdetto e
dell’inabilitato, che sono i​ ncapaci di agire​, eccezion fatta per gli atti autorizzati dal giudice,
il sostenuto è capace di agire​, ad eccezion fatta degli atti per cui è s​ ostituito o ​ a
​ ssistito
dall’amministratore. L ​ 'amministratore risulta quindi essere un curatore di interessi,
prevalentemente ad ambito patrimoniale.

Gli individui momentaneamente incapaci:


Art.428 C.C​. (incapacità naturale): il soggetto non è consapevole degli atti che compie, per
cui gli atti che egli compie saranno ​annullabili​; L’Art. è diviso in due commi: il primo
riguarda gli ​atti unilaterali​, il secondo i c
​ ontratti​:

1) gli ​atti unilaterali s​ i possono annullare dando prova del g ​ rave pregiudizio del suo
autore;
2) i c
​ ontratti s​ i possono annullare per la m
​ alafede di chi ne ha approfittato; affinché ci
sia ​malafede​, bisogna provare che l’altra parte del contratto avesse ben capito che il
soggetto era incapace, anche se alla malafede si equipara la c ​ olpa grave​, si punisce
cioè la controparte (che ne ha approfittato) o “perché lo sa, o perché lo doveva
sapere”;

Di solito la malafede viene dedotta, dalla Giurisprudenza, dallo stesso squilibrio


contrattuale;
L’art. 428 riguarda tanto i casi di s​ poradica incapacità naturale, tanto i casi in cui
l’incapacità sia strutturale e costante, ma il soggetto non sia stato sottoposto ad alcuna
misura di protezione;
L’annullamento del contratto riguarda comunque la violazione di tutte le norme sulle
misure di protezione; l’art. 428 non si applica per gli atti non negoziali. Questa disciplina
inoltre partecipa da un lato dei caratteri dell’​incapacità legale​, tant’è vero che legittima
l’interdizione del soggetto , dall’altro si qualifica come ​vizio della volontà perchè per
applicarlo, è necessario presentare la prova positivamente.

Gli enti:
I Soggetti del diritto sono gli e
​ nti e le ​persone fisiche​, gli enti, un tempo di esclusiva
origine pubblicistica, ora anche privati, hanno al pari delle persone fisiche c ​ apacità

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giuridica e ​capacità di agire, p ​ onendosi sullo stesso piano delle persone fisiche, in quanto
soggetti di diritto.
Essi trovano fondamento sia nella Costituzione, ai sensi degli Art. 18/19, sia nel C.C., in cui il
legislatore ha definito illecite tutte le associazioni segrete e/o a carattere militare.
Gli enti si dividono in enti pubblici e privati. Le università ad esempio sono tutte enti
pubblici (statali o non statali) poiché aperte al p ​ ubblico e svolgenti una ​pubblica funzione​.
Quindi se di solito l’appellativo pubblico si fa risalire alla provenienza, in ambiti delicati
come l’istruzione si fa risalire alle funzioni;
Un criterio distintivo per gli enti è quindi la f​ inalità perseguita​, che può essere raggiunta
anche mediante un vincolo di destinazione ad un patrimonio.
Esistono infatti, ​enti a scopo di lucro ed ​enti no-profit​: gli enti con scopo di lucro
svolgono attività economica al fine di ripartire gli utili tra consociati, mentre gli enti
no-profit anche quando svolgono attività economica, usano il ricavato per il
perseguimento del loro scopo ideale​, che può essere anche ​egoistico (​ purché sia
oggettivamente apprezzabile, circolo sportivo/culturale);

Gli enti in Italia, sono quindi tutti essenzialmente tipici, poiché di norma i privati non
possono associarsi sulla base di un contratto atipico. La legge disciplina degli aspetti
formali, poiché vi è una s​ ostanziale neutralità rispetto all’attività svolta​, di cui il
legislatore si occupa ponendo soltanto alcune norme destinate ad un corretto svolgimento
dell’iniziativa, a tutela degli interessati e dei terzi.

Ulteriore distinzione si ha tra: e


​ nti riconosciuti, c​ he hanno avuto quindi il riconoscimento
della ​personalità giuridica​, ed e​ nti non riconosciuti​, che non lo hanno avuto.

Le modalità di acquisto della personalità giuridica: l​ ’autonomia patrimoniale è una


conseguenza dell’avvenuto riconoscimento della personalità giuridica, le cui m ​ odalità di
riconoscimento derivano dallo scopo perseguito, poiché diverso è il Procedimento per gli
enti ​no-profit ​e le società. Le associazioni e le fondazioni lo ottengono mediante il s​ istema
concessorio, l​ e società mediante il s​ istema normativo. N ​ ormalmente in diritto privato ci
si occupa di enti n ​ on commerciali (quindi non le società) per i quali il sistema è quello
concessorio​.

- Sistema concessorio: i​ l Riconoscimento è concesso a seguito di una richiesta di


iscrizione al Registro delle Persone giuridiche, alla Prefettura o alla Regione . Se
l’ente è destinato ad operare dentro una sola Regione ci si rivolge ad essa, se è
destinato ad operare a livello nazionale o comunque su più regioni si rivolge alla
Prefettura. La richiesta viene valutata sulla base dell’atto costitutivo e dello statuto
presentati, e in ordine alla meritevolezza dello scopo perseguito. Può però anche
avvenire d’ufficio in casi particolari (fondazioni per testamento).

- Sistema normativo: l​ e società acquistano la personalità giuridica mediante


l’iscrizione al registro delle imprese, che avviene presentando una documentazione
formale, in maniera automatica. Emerge la volontà del legislatore di favorire il

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commercio e lo sviluppo. I controlli sulla gestione societaria sono affidati ai


sindacati​ e alla ​P.A.

[Differenza tra ente e organo​: l’ente è il tutto (Regione Sicilia), l’organo è la parte
(Presidente della Regione)​];​

Alcuni diritti della personalità non possono essere riconosciuti logicamente all’ente (Es.
diritto alla vita, alla salute), altri potrebbero ma non sono a pieno riconducibili al mondo dei
valori dei diritti della personalità.

Il Riconoscimento serve ad un ente ad ottenere la personalità giuridica​, la quale serve ad


ottenere l’​autonomia patrimoniale perfetta​. Con P.G. si intende l’acquisizione da parte
dell’ente di una posizione nuova e diversa e autonoma rispetto agli associati che ne fanno
parte. L’autonomia patrimoniale perfetta è la distinzione f​ ormale e totale dal patrimonio
dei singoli associati, l’autonomia patrimoniale è quindi una garanzia per gli associati.
Pertanto dei debiti dell’ente risponde soltanto l’ente con il suo patrimonio personale. A
fronte dei vantaggi derivanti dall’autonomia patrimoniale, si accompagnano le necessità
come la tenuta dei libri contabili, onere della pubblicità e formazione del bilancio.

Quando un ente non è riconosciuto non ha quindi p ​ ersonalità giuridica e non ha


autonomia patrimoniale perfetta ma i​ mperfetta​. ​Per l’associazione non riconosciuta
rispondono dei debiti il patrimonio dell’associazione e i soggetti che hanno agito per conto
dell’associazione. La regola è quindi “​ibrida​”, poiché non c’è una totale separazione tra
patrimonio dell’ente e degli associati, ma non c’è neanche una totale commistione, gli e ​ nti
a scopo di lucro non riconosciuti s​ ono poi soggetti ad un controllo penetrante a ​ d opera
di​ P.A. e
​ ​P.M.
Gli ​enti senza scopo di lucro acquistano la personalità giuridica con la iscrizione in un
apposito pubblico r​ egistro​, detto appunto ​delle persone giuridiche​, istituito presso la
prefettura o la regione.Devono essere iscritte le modificazioni dell'atto costitutivo e dello
statuto, il trasferimento della sede e l'istituzione di sedi secondarie, la sostituzione degli
amministratori. Cosí come per l'​iscrizione delle società di capitali nel registro delle
imprese, si tratta di una p
​ ubblicità costitutiva​.
Per quanto riguarda, viceversa, gli atti sopra citati ad eccezione delle modificazioni dell'atto
costitutivo e dello statuto​, potrebbe anche parlarsi di p
​ ubblicità dichiarativa​, cioè a fini di
opponibilità, salvo conoscenza da parte dei terzi.

Il ​Terzo settore: g ​ li enti del terzo settore acquistano la personalità giuridica mediante
l’iscrizione al Registro unico nazionale. Essi sono disciplinati dagli Art. 5-8 C.C.e rientrano
nella categoria di e​ nti non a scopo di lucro​, con la particolare caratteristica di perseguire
delle f​ inalità civiche​, solidaristiche e di utilità sociale (disciplinate appunto da Art.5).
Rientrano in questa categoria quindi le ​organizzazioni ​di volontariato​, le imprese e
cooperative sociali​ e le associazioni di promozione sociale.
Tra questi, una ​speciale disciplina è prevista per le ​associazioni riconosciute e non
riconosciute e per le fondazioni, il cui statuto preveda un organo assembleare​. I c ​ ontrolli

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sulle fondazioni sono esercitati dall’​Ufficio del Registro del Terzo settore​. L'iscrizione nel
medesimo Registro attribuisce la personalità giuridica alle fondazioni e, se lo richiedano,
alle associazioni. I dipendenti degli enti sono retribuiti in base ai contratti collettivi, ma la
differenza retributiva tra di loro non può superare il rapporto di uno a otto . Peraltro gli
enti possono avvalersi, iscrivendoli in appositi registri, di volontari non occasionali e non
retribuiti in alcun modo, con diritto al solo rimborso delle spese documentate, e alle
assicurazioni contro le malattie e gli infortuni. Il p ​ atrimonio​, raccolto anche mediante
fundraising​, è d
​ estinato allo scopo e, se del caso, ad uno specifico affare ove l'ente eserciti
la propria attività, principale o prevalente, in forma di impresa commerciale, iscritta nel
registro delle imprese. ​Va formato il bilancio​, se ​l'attivo è superiore a 1 milione di euro, e
devono essere tenuti l​ ibri sociali e ​scritture contabili​. Il finanziamento degli enti è
favorito da un fondo per i progetti, dalle convenzioni con enti pubblici, dall’accesso al
credito agevolato , dall'emissione di titoli di solidarietà e da altre forme di finanza sociale,
oltre ad un ​regime fiscale di favore e alle agevolazioni d​ e minimis​.

Gli enti che interessano il diritto privato sono:

1.) associazioni: i​ nsieme di persone che si uniscono per un fine comune, che è uno
scopo ideale mai lucrativo, possono essere riconosciute o non riconosciute;
2.) fondazioni​: patrimonio gestito da una o più persone vincolato ad uno scopo anche
qui ideale. Nella fondazione però prevale l’aspetto patrimoniale rispetto
all’associazione in cui prevale invece la componente personale della vita associativa.
3.) comitato: i​ nsieme di persone riunite per uno scopo comune normalmente di
natura contingente.

Gli enti riconosciuti:


Le Associazioni​: devono essere costituite con atto pubblico ai soli fini del riconoscimento
come persona giuridica e non per la nascita dell’ente. L'atto costitutivo è un contratto
plurilaterale diretto al conseguimento di uno scopo comune e aperto alle adesioni di altre
parti. Esso è disciplinato dalle norme in materia contrattuale applicabili in particolare, da
quelle pattizie contenute nell'atto costitutivo e nello statuto, da altre norme di legge
applicabili anche per le società. Con l'atto costitutivo i membri promotori fissano l'entità del
patrimonio, la denominazione, la sede e nominano i primi amministratori. All'atto
costitutivo è poi allegato uno statuto che fissa lo scopo dell'associazione, le regole che ne
disciplinano la vita interna. Lo statuto è integrativo dell'atto costitutivo e dunque
logicamente successivo ad esso. Lo scopo perseguito non solo deve essere a carattere non
lucrativo, ma anche non egoistico . Naturalmente decisiva non è la valutabilità economica
delle prestazioni rese quanto piuttosto il fatto che non vi sia uno scopo direttamente di
carattere economico. L'organo che riunisce gli associati è l'assemblea. Essa è formata da
tutti gli associati ma lo statuto può anche prevedere un'assemblea formata da delegati
degli associati eletti da questi ultimi secondo vari criteri (principio della democrazia diretta).
Di competenza inderogabile dell'assemblea sono l'approvazione del bilancio, le decisioni in

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merito all'esclusione degli associati, la nomina e la revoca degli amministratori.


L'assemblea decide anche in merito alle modifiche dell’atto costitutivo e dello statuto. La
libertà di associazione (Art. 18 Cost.) riguarda il rapporto tra cittadino e Stato nel senso che
non possono essere imposti limiti al diritto di associarsi, cioè al diritto di dar vita ad
associazioni, ma non significa già che non debba, all'interno dell'associazione, funzionare il
principio della c.d. cooptazione in base al quale sono gli associati a stabilire se accogliere o
meno un nuovo membro, secondo le modalità previste.

Le fondazioni: il legislatore ha previsto la c.d f​ ondazione erogatrice​, che destina le rendite


per il perseguimento dello scopo. La dottrina ammette anche la fondazione che svolge
attività commerciale, collegata allo scopo primario n ​ o-profit​, per finanziarsi e quindi senza
distribuire utili. Attesa l’attività svolta in maniere esclusiva o principale, alla fondazione
verrà applicato lo statuto dell'imprenditore commerciale. Esistono poi le c.d. h ​ olding​, che
perseguono il loro fine indirettamente, destinando p ​ er statuto​, le rendite patrimoniali ad
un’ altra fondazione che realizza lo scopo direttamente.
La f​ ondazione di famiglia invece è destinata ad avvantaggiare con la propria attività solo
una o più famiglie, lo scopo di carattere familiare va accompagnato da interessi di carattere
generale, ades. mantenere agli studi i membri della famiglia. La fondazione per sua natura
fonda la sua esistenza su base patrimoniale, per questo motivo bisogna distinguere l’​atto
costitutivo di fondazione​, con l’​atto di donazione del patrimonio​, che è un vero e proprio
contratto di donazione. L’atto di fondazione può essere revocato dal fondatore fino a
quando non sia avvenuto il riconoscimento da parte dell’autorità amministrativa (secondo
l’Art.25 C.C.) , e quindi non sia iniziata l’attività dell’opera da lui fondata.
A differenza delle associazioni, non esistono fondazioni di fatto, è quindi ​essenziale il
riconoscimento. La fondazione può ugualmente dare il via alla sua attività prima di averlo
ottenuto, ma in questo caso la responsabilità delle obbligazioni contratte, cadrà
direttamente sul fondatore e il suo patrimonio e/o gli eventuali amministratori.
Nelle fondazioni, sussistendo il carattere patrimoniale, non vi sono membri e quindi organi
assembleari. L’unico organo della fondazioni è l’amministratore del patrimonio e delle
rendite. Ovviamente possono coesistere più amministratori, nominati nell’atto di
fondazione, in caso di mancata nomina, essi vengono designati dall’autorità governativa.
Alle fondazioni si applicano le norme degli Art.18 e 22, in materia di azioni di responsabilità
contro gli amministratori.
I terzi interessati alle erogazioni delle rendite della fondazione, risultano titolari di un diritto
perfetto solo qualora risultino beneficiari sulla base delle indicazioni statutarie precise che
gli amministratori devono solo applicare.
Fondazioni s​ ui generis ​son quelle iscritte al Registro unico nazionale del Terzo settore,
quelle u ​ niversitarie e​ ​lirico-sinfoniche.

Gli enti non riconosciuti:


Le associazioni di fatto: non è diversa dall’associazione con personalità giuridica per
quanto riguarda il ​substrato materiale​, la differenza sta nell’ elemento formale dovuto al

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difetto di riconoscimento. Tutta la disciplina dettata per le associazioni riconosciute,


riguardante il substrato materiale, è quindi direttamente applicabile.
Sono associazioni di fatto, sia quelle che non abbiano mai richiesto il riconoscimento, sia
quelle che sono in attesa di ottenerlo.
Il mancato riconoscimento fa si che l'associazione di fatto non sia soggetta al controllo, ma
di fatto valgano le ​regole generali sui limiti negoziali​.
L’ordinamento interno e l'amministrazione delle associazioni non riconosciute trovano
disciplina nell’atto costitutivo e nello statuto, che non seguono particolari formalità, ma
devono comunque indicare lo scopo dell'associazione.
È ammessa la f​ usione tra più associazioni, con successione a titolo universale al nuovo
ente, e ovviamente la ​scissione​.
L’associazione di fatto figura in giudizio mediante la figura del presidente e non dei singoli
associati, per quanto riguarda invece le o ​ bbligazioni assunte a nome dell’associazione, ne
rispondono le persone che hanno concretamente agito. I terzi possono concretamente
agire sul fondo comune, ma anche attaccare direttamente il patrimonio della persona che
ha agito, senza rivalersi prima sul fondo comune (come se si trattasse di una ​fideiussione​).
Al contrario i creditori personali di un associato, non possono attaccare nemmeno
pro-quota il fondo comune.

I comitati: ​Se lo scopo che uno o più individui vogliono perseguire è limitato nel tempo, si
conclude cioè con una singola iniziativa, o se comunque questi soggetti non vogliano
destinare allo scopo il proprio patrimonio, danno vita ad un comitato, sulla base di un
accordo negoziale.
Il comitato agisce mediante una raccolta fondi alla costituzione di un patrimonio, che come
quello delle fondazioni è limitato ​ab origine​.
La differenza tra comitato e associazioni/fondazioni si fa risalire alla chiusura soggettiva
dell’ente, a differenza della struttura associativa che si basa su un contratto plurilaterale
aperto. IL comitato nasce da un accordo tra i p ​ romotori​, è compito dell’assemblea dei
promotori organizzare la raccolta fondi e la destinazione del patrimonio.
Rispondono delle obbligazioni del comitato non riconosciuto , personalmente e
solidalmente i suoi componenti.

I Diritti fondamentali della personalità:


Sono i diritti fondamentali e inviolabili dell’uomo tutelati anzitutto dall’Art. 2 della
Costituzione. I diritti della personalità sono protetti a 3 livelli:

- Protezione Costituzionale​: oltre all’Art.2, altri articoli e altre norme tutelano questi
diritti, all’incirca i primi 20 Art. Cost. (dove vengono tutelate le libertà fondamentali),
ma anche Art.32 Cost. (diritto alla Salute).
- Protezione penale​: i diritti della personalità sono protetti dalla legge penale (Es.
reato di omicidio che protegge il diritto alla vita, ma anche il reato di diffamazione

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che protegge il diritto alla reputazione, reato di ingiuria che protegge il diritto
all’onore)
- Protezione Civile: ​forma di tutela dei diritti della personalità predisposta del Diritto
Civile; è legata agli art. 5 e seguenti del C.C. che contemplano alcuni diritti della
personalità (Es. il diritto al nome, all’immagine) o il DLGS 196/2003 insieme al c.d.
Regolamento Europeo GDPR/2016 che prevedono il diritto alla privacy.

In diritto Civile questi diritti vengono protetti attraverso degli ​strumenti di tutela civile:

● Azione civile inibitoria​: azione giudiziale con la quale si chiede al giudice di vietare
ad un soggetto di protrarre un comportamento dannoso. Riguarda gli illeciti
permanenti e che si protraggono nel tempo. Se non rispetto l’azione inibitoria entro
nell’ambito penale;
● Azione risarcitoria: azione con la quale si richiede il risarcimento del danno: che
può essere ​patrimoniale (​ perdita economica), o non patrimoniale (sofferenza
morale o fisica);
● Rettifica della notizia errata;
● Sequestro di materiali illeciti;
● Pubblicazione della Sentenza di Condanna;

Quali sono le caratteristiche dei diritti della Personalità?


- Sono ​personali e ​non patrimoniali​, non hanno quindi un contenuto
prevalentemente economico;
- Sono ​inviolabili​, se vengono violati viene meno ​una sfera dell’essere dell’uomo e
non solo d​ ell’avere​; (poiché viene meno la differenza tra soggetto e oggetto); non
può concepirsi l’essere umano a ​ prescindere d ​ al godimento di questi diritti;
- Non sono oggetto di revisione costituzionale nel loro nucleo essenziale;
- Sono inalienabili, il soggetto non può esserne spogliato entro un certo limite;
- Sono indisponibili, non possono essere negoziati dal titolare perché oggetto e
soggetto del diritto coincidono; Art.5 C.C. (atti di disposizione del proprio corpo).
- Sono imprescrittibili;

Quali sono i più importanti?


1. Diritto alla vita​: non è contemplato da nessuna norma in maniera esplicita, ma è
per tutti il d
​ iritto per eccellenza​, presupposto di tutti gli altri. Oltraggiare il diritto
alla vita non significa soltanto commettere un omicidio, la tutela è infatti molto più
ampia e per questo l'Ordinamento ​sanziona penalmente l​ ’omicidio consenziente
(eutanasia) e l’aiuto al suicidio
2. Diritto alla salute​: diritto all’integrità psicofisica. Art. 32 Costituzione e Art. 5 C.C.;
tutelato da una vasta materia normativa, che disciplina il T ​ rattamento Sanitario​, il
Testamento biologico (​ le c.d. Disposizioni anticipate di Trattamento​). Il diritto
all’​integrità fisica, v
​ iene tutelato dal C.C. che vieta gli atti di disposizione di parti del
proprio corpo qualora la perdità

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3. Diritto al nome: (​ esserne privati costituisce la c.d. “morte civile”) Secondo l’Art. 22
Costituzione e gli Art.6 e seguenti C.C. (che dispongono del ​prenome​, il ​cognome e
addirittura lo ​pseudonimo​); il nome non deve essere r​ idicolo ( anche in relazione al
cognome) v ​ ergognoso​, e deve essere dato i​ n relazione al sesso. I​ l nome va inteso
con un’accezione più ampia del dato anagrafico, ma ad esso viene accordata una
vasta tutela che attraverso il nome può ricollegarsi anche al gruppo familiare, alle
tradizioni e alla reputazione sociale.
4. Diritto all’immagine: d ​ iritto a disporre in maniera esclusiva del proprio “ritratto”.
Esso è presieduto dall’’Art. 10 C.C. ma anche dagli Art. 98 della Legge sul diritto
d’Autore che disciplinano le regole sul diritto all’immagine, la cui prima è senza
dubbio il ​consenso (si può disporre dell’altrui immagine solo col consenso, ma con
eccezioni come il rilievo pubblico del personaggio);
5. Diritto riservatezza: diritto a mantenere il riserbo sulla propria vita privata e
familiare, alla propria sfera del pudore. DLGS 196/2003, superato dal GDPR 2016
che ha uniformato la materia a livello europeo. La riservatezza contiene al suo
interno il ​diritto al trattamento dei dati, che si dividono in d ​ ati comuni e ​ ​dati
sensibili (​ i più importanti, Es. dati sulla salute);
6. Diritto all’identità personale: (​ Diritto ad essere se stesso) diritto ad essere
riconosciuti con le proprie convinzioni e i propri tratti caratteriali distintivi. esso è
tutelato sostanzialmente dall’Art.2 Cost.;
7. Diritto all’onore e diritto alla reputazione: n ​ el primo caso si tratta del diritto a
vedere rispettata la propria dignità nella percezione che ognuno singolarmente ne
ha, violato dal reato di ​ingiuria​. Il diritto alla reputazione è il diritto a vedere
rispettata la propria dignità nella percezione che hanno i terzi, è violato dal reato di
diffamazione​;

N.B. il contrappeso a questi ultimi diritti è dato dal: 1) d


​ iritto di cronaca (​ raccontare fatti);
2) ​diritto di critica (​ che dovrebbe essere costruttiva), 3) d ​ iritto di satira. Tutti e tre si
rifanno alla ​libertà di espressione​. Secondo la Cassazione nell’esercitare questi diritti si
devono rispettare tre criteri: v ​ erosimiglianza​, ​di pubblico interesse​, ​continenza
espressiva​;

8. Diritto all oblio​: (diritto di essere dimenticati) se ne parla in maniera più evidente a
partire dagli anni 90. Si tratta per lo più di un’attualizzazione dell’identità personale;

Storicamente la tutela dei diritti della personalità si può dividere in due fasi​:

1. Prima dei conflitti dei conflitti mondiali, fino cioè ai primi anni 40: la fase della
“violazione” dei diritti della personalità. Mancava una consapevolezza sociale e
anche giuridica;
2. Post conflitti mondiali: fase del fiorire” dei diritti della personalità, in cui hanno
ricevuto ampio riconoscimento. Soprattutto a partire dagli anni 50, quando viene
firmata la ​Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (48) e in Europa fioriscono
le Carte Costituzionali e viene fondata la C ​ EDU (Convenzione Europea dei diritti

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dell’uomo, da un accordo internazionale che ha come fine “proteggere i diritti


umani”, firmato a Roma nel 50 e ratificato nel 55) è una r​ eazione giuridica a ​ lla
violazione di questi diritti avutasi fino ai 40;
3. Dagli anni 70 ad oggi: abbiamo un fiorire della Dottrina sui diritti della personalità. Si
studia il fatto che i diritti della personalità hanno una caratteristica: ​soggetto ed
oggetto del diritto coincidono​;

I diritti della personalità mettono in crisi la distinzione tra Sogg e Ogg del diritto nell
Dottrina classica;

L’Atto giuridico nello Spazio e nel Tempo:


Il punto di vista s​ paziale è
​ importante per molteplici aspetti, sia in materia processuale che
in materia contrattuale. Esso però non è regolamentato da nessuna norma nel senso che i
privati sono liberi di individuare a loro piacimento il luogo ove agire. Questa è una
conseguenza della piena libertà di circolazione e di soggiorno sancita dall’Art. 16 Cost.
Dal punto di vista ​temporale​, si guarda al limite che i privati possono apporre liberamente
ad alcuni atti, ma non ad altri (Es. matrimonio). Ci sono poi degli atti che necessitano
obbligatoriamente di un limite temporale, tant’è che in caso di mancato accordo tra le parti,
interviene la legge in ​maniere suppletiva​.
Il tempo rappresenta inoltre il termine entro il quale va esercitato un diritto soggettivo, e il
mancato esercizio entro quel limite temporale può conseguire alla negativa perdita di quel
diritto, poiché l’ordinamento sanziona l’​inerzia​.

Prescrizione e Decadenza:
Incidenza del fattore tempo sulle S.G.S.

- Es. 1 Tizio deve a Caio 100$, Caio non li può pretendere per sempre, ma solo entro
un dato periodo di tempo; Il diritto ha bisogno di c ​ ertezza​.
- Es. 2 Tizio è chiamato come erede da Caio, che è morto, ha un tempo per accettare;
in questo caso gli altri coeredi hanno una necessità nel chiudere il rapporto.
- Es. 3 Il Diritto alla Salute, e tutti gli altri diritti fondamentali e inviolabili non sono
scalfiti dal tempo: diventano diritti i​ mprescrittibili​;

Tutti gli altri diritti sono p


​ rescrittibili​, cioè soggetti a p
​ rescrizione​, cioè si estinguono nel
corso del tempo.

La Prescrizione: (Art. 2934)


La Prescrizione è l’​estinzione della S.G.A. dovuta all’​inerzia del titolare protratta nel
tempo​. (Anche se sembra più opportuno dire che il diritto prescritto non si estingue ma
perde la sua forza, in quanto ad esempio la prescrizione non può essere rilevata d’ufficio.
Se il diritto fosse estinto, il giudice rileverebbe una carenza nella legittimazione della
capacità di agire in giudizio). Inoltre alla prescrizione si può “Rinunciare”, adempiendo ad
esempio al pagamento del debito prescritto.

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La Prescrizione decorre dal momento in cui il diritto può essere fatto valere.

1) Diritti imprescrittibili​: sono i diritti della p


​ ersonalità​, il diritto di p
​ roprietà* con
tutte le altri situazioni che ne conseguono (ad esempio la facoltà di coltivare un
fondo), la ​qualità di erede​ è imprescrittibile,​ una volta acquisita​, .

*​[Usucapione e Prescrizione sono due facce della stessa medaglia, tanto che nel C.C. del
1865 l’Usucapione veniva chiamata Prescrizione acquisitiva, e si opponeva alla Prescrizione
di oggi, che veniva chiamata Prescrizione Estintiva. La proprietà non si estingue per
prescrizione, l’usucapione opera su un piano diverso, l’usucapione infatti postula
l’intervento di un terzo, onde la proprietà non si perde perché il titolare non l’ha esercitata,
ma un terzo si è intromesse a godere del bene. L’Usucapione è possibile perché il diritto
premia i Diligenti e castiga i Negligenti].

2) Diritti soggetti a prescrizione lunga: i​ l termine di prescrizione è lungo, in


riferimento a quello “normale”, i termini lunghi sono ​superiore a 10 anni​.

Id
​ iritti reali minori​ ad esempio hanno una prescrizione di 20 anni.

3) Diritti soggetti a prescrizione ordinaria: i​ l termine di prescrizione è quello


ordinario di ​10 anni​. Tutti i diritti quindi si prescrivono in 10 anni tranne che la legge
non disponga diversamente.

4) Diritti soggetti a prescrizione breve: i​ l termine di prescrizione è breve quando è


inferiore a 10 anni. Come ad esempio i diritti che derivano dai rapporti societari, che
si prescrivono in 5 ​ anni​. A​ zione per l’annullamento del contratto per vizi si
prescrive in 5​ anni e l’​Azione per il risarcimento del danno extracontrattuale si
prescrive in 5
​ anni​.
La prescrizione è a ​ nnuale nei campi di spedizione e trasporto, b ​ iennale nelle
assicurazioni.

La legge prevede anche prescrizioni denominate p ​ resuntive​, caratterizzate dal fatto che,
trascorso un dato periodo, , il diritto si presume estinto per intervenuto pagamento.
Trattasi, dunque, non di una vera prescrizione, ma solo di una presunzione c.d. i​ uris tantum
di estinzione, che ​ammette cioè la prova contraria.

La Prescrizione può essere interrotta o sospesa:

● Interruzione: S​ i verifica quando il titolare del diritto compie un atto giudiziale o


stragiudiziale (messa in mora) con il quale blocca il decorso del tempo di
prescrizione, in modo tale che dal momento in cui l’atto interruttivo è stato
compiuto, ridecorrerrà per intero il tempo previsto dalla legge. Si verifica al
compimento di atti previsti dalla legge, è quindi rilevabile d'ufficio. Esistono in realtà
due tipi di Interruzione, una S ​ tragiudiziale v
​ alida per i diritti di credito in cui è

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prevista una prestazione, e non per i diritti potestativi, una G


​ iudiziale, v
​ alida
sempre.

● Sospensione: s​ i verifica quando il titolare del diritto si trova in una situazione


prevista dal legislatore (le c.d. situazioni sospensive) in forza della quale la
decorrenza del tempo di prescrizione viene sospesa, riprenderà dal momento in cui
si è bloccata nel momento in cui terminerà quella data situazione. Se quindi il
termine di prescrizione di un credito inizia a decorrere il primo gennaio 2000 ma dal
1 gennaio al 31 dicembre 2001 il titolare si trova in una situazione di sospensione, il
2001 non si conterà ai fini della prescrizione, cosicché il diritto di credito sarà
prescritto nel 2011 non nel 2010.
Le cause di sospensione sono t​ assative​.

L’​Actio interrogatoria: U ​ n’azione richiesta dall’interessato al giudice, con la quale si vuole


ottenere la fissazione di un termine di prescrizione abbreviato rispetto a quello
tradizionale, entro il diritto debba essere esercitato.

La Decadenza:
La decadenza (Art.2964...69 C.C.) è l’estinzione della S.G.S dovuta al ​decorso oggettivo del
tempo, durante il quale il soggetto non ha compiuto un atto preteso dalla legge o dalle
parti. L’ esigenza di base è sempre la meta tendenziale della c ​ ertezza e
​ la pretesa di evitare
di protrarre nel tempo date situazioni, al fine di evitare l’incertezza.
Tanto prescrizione, quanto decadenza estinguono la forza del diritto, la differenza si fa
risalire a:
- Termine oggettivo (di per sé se non fai quello che la legge pretende si perde il
diritto).
- Possibilità di una d ​ ecadenza convenzionale (​ cioè prevista dalle parti per accordo).
- La D ​ isciplina​, regole della Decadenza in parte uguali, ma in parte d ​ iverse a quelle
della Prescrizione (Es. la decadenza può essere Rilevata d’ufficio, la prescrizione
deve sempre essere fatta valere dalla parte interessata);
- La decadenza non può essere s​ ospesa ​o ​interrotta​ ;
- La decadenza è stabilita dalla legge in materia sottratta alle parti, e permette di
fissare dei termini convenzionali di decadenza purché essi non rendano
eccessivamente difficoltoso l’esercizio del diritto di una delle due parti.
- La decadenza riguarda sia diritti sia atti conservativi strumentali all’esercizio del
diritto.

Per distinguere tra prescrizione e decadenza la Giurisprudenza adotta un criterio pratico:


se un periodo è breve il termine sarà di d
​ ecadenza​, se è più lungo sarà di ​prescrizione​;

La Dottrina oggi, ritiene tuttavia la distinzione effettiva tra prescrizione e decadenza


problematica e sfuggente, tanto da discutere di una r​ iforma d
​ ell istituto.

Diritto di famiglia:

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Art.29 Cost, comma 1: La Repubblica tutela la f​ amiglia, ​come s​ ocietà naturale f​ ondata sul
matrimonio​;
Questa disposizione ha dato e dà ancora vita ad un dibattito molto acceso in dottrina e
giurisprudenza:

1) L’orientamento più t​ radizionalista e r​ igoroso sostiene che non c’è famiglia se non
c’è matrimonio;
2) Un altro orientamento richiamando i valori della Costituente, asserisce che l’art.29,
comma 1 contenga un o ​ ssimoro​, in quanto società naturale (rapporto socialmente
diffuso, che nel 48 era il matrimonio, oggi non lo è più), contrapposta a “fondata sul
matrimonio”;
3) Un altro ancora, sempre ​rigorista​. La famiglia è solo quella fondata sul matrimonio,
gli altri tipi di convivenza (​more uxorio e ​ ​unioni civili​) trovano riconoscimento
nell’Art.2 della Costituzione (quando parla della tutela delle “​formazione sociale​”);

La legge “Cirinnà” n.76 del 2016 ha regolamentato le ​unioni civili e


​ le ​convivenze more uxorio;

Il Matrimonio:
Dobbiamo per prima cosa distinguere il:

- Matrimonio come a ​ tto​:


1) Definizione di matrimonio;
2) Natura giuridica del matrimonio;
3) Requisiti necessari per sposarsi;
4) Procedimento di formazione dell’atto matrimoniale;
5) Le invalidità;

- Matrimonio come r​ apporto​ (effetti che scaturiscono da un matrimonio):


1) Obbligo di fedeltà, e sostegno;
2) Fissazione della residenza della famiglia;
3) Impegno al mantenimento dell’istruzione della prole;
4) Impegno al sostentamento economico della famiglia;
5) Eventuale sospensione dell’efficacia degli effetti in caso di separazione
personale, morte del coniuge e pronuncia di divorzio;

● Matrimonio civile​: interamente regolato dal Codice Civile, sia per quanto riguarda
l’atto che a riguardo degli effetti;
● Matrimonio concordatario​: regolato dal Diritto Canonico per quel che riguarda
l’atto, e dal C.C. per quanto riguarda gli effetti; la forma della celebrazione è quindi
diversa, così come lo sono i presupposti necessari, e i criteri di invalidità;
● Matrimonio acattolico: s​ i tratta di un matrimonio celebrato dinanzi ad un ufficiale
ministro di un culto acattolico, ammesso nello Stato. La disciplina sia dell’atto che
degli effetti è quella del m​ atrimonio civile​, con la differenza che la cerimonia è
tenuta dal ministro del culto acattolico, cittadino italiano, e la cui nomina deve

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essere stata approvata da parte degli organi competenti del culto, del Ministro degli
Interni e autorizzata dall’U.S.C:

Un tempo ciascun Ordinamento (civile e cattolico) conosceva il proprio matrimonio, quindi i


cittadini cattolici che intendevano sposarsi anche civilmente dovevano celebrare due
matrimoni. A seguito dei patti lateranensi del 29, fu riconosciuto al Sacramento,
disciplinato dal diritto canonico, effetti civili.
Questa soluzione ha dato vita ad un ordinamento ibrido, che sembrava però violare il
principio di uguaglianza introdotto dalla Cost. nel 48. Ai cattolici è infatti permesso
contrarre il matrimonio concordatario, ai non cattolici, no (anche se quest’ultimo ha effetti
civile).
Inoltre fino all’introduzione nel 74 dell’istituto del divorzio, i cittadini sposati con il
matrimonio concordatario potevano porre nel nulla il vincolo, molto più facilmente dei
cittadini sposati in forma civile (anche se facendolo pongono in essere un “peccato
mortale”).

Il Matrimonio Civile:
La legge disciplina attentamente il complesso procedimento della celebrazione delle nozze,
ma non ne definisce il contenuto. Qual è il contenuto del matrimonio civile?

1) Qualcuno dice sia l​ ’affectio​;


2) Qualcuno dice la fedeltà, ma questo è un effetto del matrimonio;
3) Qualcun’altro dice la procreazione;

La definizione viene rimessa quindi alla volontà delle parti, ma la Giurisprudenza sostiene
che il requisito minimo sia la “​communio omnis vitae​”, che presuppone due diverse realtà,
una soggettiva dell’​affectio e una oggettiva: una comune organizzazione di “mensa”. Il
diritto Civile si limita a regolare gli aspetti “esterni” del matrimonio, come la forma dell'atto
e i suoi effetti tipizzati, non quelli “interni” dei sentimenti.

“Il matrimonio è come un’ isola lambita dal mare, che la lambisce ma non può definirla.”

Il periodo che precede il matrimonio è chiamato p​ romessa di matrimonio: Normalmente in


diritto privato, una promessa è molto vincolante, la cosa è diversa per il diritto di famiglia,
dove di per sé la promessa non è vincolante, il matrimonio è infatti un a ​ tto incoercibile, è

quindi vietato ogni patton che mira a far nascere il matrimonio, ​in quanto non sarebbe
possibile configurare un ​obbligazione naturale​. (Art.78-79-80 C.C.).Si distinguono:

1) Promessa solenne (81 C.C.) :​ quella che si scambiano i soggetti interessati in


maniera ​formale​, mediante un ​atto pubblico (​ alla presenza di un notaio), a seguito
di una ​scrittura privata​, o attraverso le avvenute p ​ ubblicazioni matrimoniali​; In
caso di rifiuto i​ ngiustificato la legge prevede o
​ ltre alla ​restituzione dei doni, anche
un r​ isarcimento (N.B. in realtà indennizzo pari al 50% della somma delle spese che
sono state affrontate in virtù della promessa);

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2) Promessa non solenne (79-80 C.C.)​: quella che si scambiano i soggetti interessati in
maniera ​non formale​, questa promessa secondo l’Art. 79 non obbliga a contrarre
matrimonio, ma uno dei due promittenti può richiedere, entro un anno dal giorno
della promessa, la restituzione dei doni (ci si chiede se nel concetto di donni
rientrino anche lettere e fotografie, secondo la Giur. no) f​ atti in virtù della
promessa​, in caso di mancato adempimento i​ ngiustificato (​ se il rifiuto è
giustificato ad Es. per infedeltà non è richiesto il risarcimento) della promessa.

Giustificato motivo è ogni fatto non pretestuoso che se fosse stato conosciuto prima della
promessa avrebbe indotto l’altra parte a non formularla.

L​a natura giuridica del matrimonio:


Da un punto di vista qualificativo è sicuramente un a
​ tto giuridico​, ma è un N.G. o un A.G.S.S.?

1. Per parte della Dottrina sostiene che il matrimonio sia un N ​ .G. perché è l’​atto
autonomo​ per eccellenza;
2. Per Gazzoni ad esempio invece è un A ​ .G.S.S p ​ erché gli effetti sono tutti
eterodeterminati​, inoltre l’atto del matrimonio è una fattispecie c ​ omplessa perché
si fondono due elementi: la volontà dei d ​ ue nubendi (​ che costituisce ovviamente il
centro motore del matrimonio, anche se è una volontà vincolata alla pronuncia del
Sì e che quindi caratterizza soltanto l’avverarsi dell’atto, non il suo determinarsi), e la
partecipazione ​dell’ufficiale dello Stato Civile che è indispensabile come
co-elemento della fattispecie;
3. Il matrimonio è un ​atto puro​, non ammette né c ​ ondizione​, né ​termine;

(N.B. nonostante la partecipazione dell’ufficiale, l’atto non è di diritto pubblico, ma resta


nell’ambito del privato, non siamo neanche nell’ambito contrattuale, perché il contratto ha
esclusivo contenuto patrimoniale, il matrimonio invece ha un contenuto esistenziale);

I Requisiti per poter contrarre matrimonio:


La legge distingue 3 ​requisiti​, 2 i​ mpedimenti​, 1 ​presupposto​:

- Il Presupposto: l​ ’eterosessualità​, la legge oggi ha introdotto la possibilità per due


persone omosessuali di unirsi civilmente, anche se la Dottrina è molto combattuta
su questo tema. Non è inoltre possibile rendere esecutivo un matrimonio
omosessuale contratto all’estero;

- I Requisiti:
1. Può sposarsi il ​maggiorenne; p ​ uò sposarsi il ​minore ultrasedicenne
autorizzato dal tribunale per i minorenni​, che lo autorizza a certe
condizioni (la maturità psicofisica, la gravità delle ragioni addotte); ​N.b. le
ragioni gravi possono essere: l’imminente nascita di un figlio da due soggetti,
uno maggiorenne e uno minorenne. le ragioni non gravi invece possono
essere ad esempio: “la fuitina”. Le ragioni inoltre sono unicamente quelle
addotte dal minore, non trova infatti giustificazione il fatto che un giudice

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debba stabilire autonomamente le ragioni per concedere l’anticipazione,


inoltre la presenza di una ragione oggettivamente rilevante ma non rilevata
come tale dal minore sottolineerebbe la mancanza della m ​ aturità psico
fisica​;

2. Piena sanità mentale: non può contrarre il matrimonio l’​interdetto (​ al


momento dell’atto), può farlo l’​inabilitato​; per quanto riguarda l’​incapace ​di
intendere e di volere, esso può impugnare l’atto matrimoniale, purché non vi
sia stata coabitazione per un anno dal momento in cui il coniuge abbia
riacquistato pienamente le sue facoltà.

3. Libertà di Stato (art. 86), perché in Italia non è permessa la ​bigamia​;

- Gli Impedimenti​: non devono essere presenti; possono essere:

1. Dirimenti​: che determinano la ​nullità d


​ el matrimonio; sono:
- Rapporto di parentela, con particolarità ad es. quelli d ​ ispensabili e ​non
dispensabili​ dal giudice, che fissa un limite di grado (Art.87 C.C.);
- Omicidio tentato o consumato da nubendo, nei confronti del coniuge
dell’altro;

2. Impedienti​: che determinano l’​irregolarità d


​ el matrimonio, ma non la ​nullità.
- Lutto vedovile​: la donna non può contrarre matrimonio se non sono trascorsi,
almeno 300 giorni dalla morte del coniuge o dallo scioglimento del precedente
matrimonio. Il motivo è dato dalla possibilità che sorga una questione di “paternità”.
Eccezion fatta se c’era separazione personale da almeno 3 anni o vi fosse situazione
di c.d. “​matrimonio non consumato”
- Omesse pubblicazioni: l​ e pubblicazioni matrimoniali sono un prerequisito
essenziale per il matrimonio;

Procedimento di formazione dell’atto matrimoniale:


Il procedimento consta di 3 fasi:
1. Le pubblicazioni matrimoniali​: sono disciplinate negli art. 93 e seguenti del C.C. .
Precedono la celebrazione e devono essere richieste all’ufficiale dello Stato Civile del
comune di residenza degli sposi (la domanda è fatta ad un comune di residenza, ma
le pubblicazioni vanno fatte in entrambi). SI tratta di un’ 'affissione all'albo del
Comune di un documento che attesta la volontà di sposarsi. La Pubblicazioni
matrimoniale svolge una funzione di ​pubblicità notizia​, sono fatte per rendere
noto a tutti la volontà dei due sponsali di contrarre matrimonio, qualcuno venendo
a sapere può fare le opposizioni.

2. Le opposizioni matrimoniali​; disciplinate dall’Art. 102 C.C. Devono essere fatte


entro 180 giorni dalle Pubblicazioni Matrimoniali; i soggetti legittimati ad opporsi
sono i parenti (indicati dal 102) e/o il pubblico ministero

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3. La celebrazione​: il matrimonio è celebrato alla presenza dell’ufficiale dello Stato


Civile (di solito il sindaco, che però a volte delega a qualcun altro) e di 2/4 testimoni.
Si celebra nel comune dove è stata fatta la richiesta all’inizio. La Celebrazione deve
avvenire non prima di 4 giorni e non oltre 180 dall’affissione delle pubblicazioni;

Ci sono dei casi particolari in cui è ammesso il matrimonio “per procura”, quando
uno dei due coniugi è un militare in missione in territorio estero, in quel caso egli,
previa l’autorizzazione del giudice, può nominare con atto pubblico o con forme
speciali previste per i militari, un n
​ uncius ​(non un procuratore, poiché non ha alcun
interesse, e nemmeno facoltà di alcun tipo se non la pronuncia del fatidico sì) la
celebrazione dovrà avvenire nei 180 giorni successivi alla nomina, che può essere
revocata fino all’ultimo istante. I vizi della procura si riflettono sulla validità del
matrimonio.

Con la celebrazione si acquista lo s​ tatus ​di coniuge, che è una conseguenza dell’atto
matrimoniale, ma nel contesto probatorio si inserisce la possibilità che i coniugi
possano vantare il c.d. ​possesso di status​, quel complesso di fatti e di situazioni, da
cui secondo la prassi si può desumere e presumere l’esistenza del titolo
corrispondente,

L’invalidità dell’atto matrimoniale:


Si devono distinguere 3 categorie:

1. Irregolarità​: il matrimonio è irregolare se è stato celebrato senza rispettare gli


impedimenti impedienti​. La colpa cade su l'ufficiale dello Stato Civile, il
matrimonio si può regolarizzare con una Sanzione amministrativa pecuniaria. Il
matrimonio resta valido.

2. Invalidità​: in diritto privato assume due forme:

- Nullità​: è una r​ adicale carenza della fattispecie normativa​. Essa


comporta l’impossibilità dell’atto a produrre i suoi e​ ffetti, l’azione è
insanabile ed è imprescrittibile (il soggetto che ricorre al giudice, cioè
legittimato, può farlo in qualsiasi tempo).

- Annullamento​: è ​una c​ arenza meno radicale e soprattutto l’annullamento


ammette​ la possibilità di c
​ onvalidare l’atto​. Normalmente si ha in 2 casi:
1. i vizi del consenso (errore,dolo e violenza),
2. l’incapacità;
3. l’azione è ​prescrittibile (​ nel matrimonio è 10 anni).

Le Cause di nullità​:
il matrimonio è nullo in caso di:
- Il matrimonio in mancanza di stato libero; la b
​ igamia è perseguita dal nostro
ordinamento.

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- Il matrimonio senza rispettare i divieti non dispensabili di parentela;


- Il matrimonio in violazione del divieto di omicidio;
- Il matrimonio del coniuge del presunto morto, quando poi il coniuge presunto
morto si rileva ancora in vita;
- Il matrimonio non contratto volontariamente (a seguito di una violenza fisica);

Le legittimazione in questi casi è a​ ssoluta (​ cioè chiunque abbia un interesse legittimo ed


attuale può rivolgersi al giudice).

Le Cause di annullamento:
il matrimonio è annullabile in caso di:
- Il matrimonio del minore infrasedicenne o del minore ultrasedicenne ma non
autorizzato. La legittimazione è ​relativa (​ spessa solo a certi soggetti: coniuge,
genitori, Pm,minorenne non oltre un anno dalla maggiore età, Art. 117 comma 2. In
questo ultimo caso se passa un anno e il soggetto diventato maggiorenne non
ricorre al giudice chiedendo l’annullamento, egli non avrà più il potere di farlo., il
matrimonio si ​sana​).
- Il matrimonio contratto dall’infermo mentale. Legittimato all’azione in questo caso
sono: t​ utore e PM. In caso di revoca dell’interdizione, è legittimato anche l’ex
interdetto purché non vi sia stata coabitazione per un anno (Art. 199 comma 2 C.C.)
- Il matrimonio a seguito di un mancato rispetto dei divieti dispensabili di parentela.
In questo caso la legittimazione all’azione spetta ai coniugi, al PM e a chi abbia un
interesse legittimo ed attuale;

Vi sono però dei particolari casi in cui, anche in presenza di alcuni presupposti che
renderebbero possibile l’annullamento, la legge individua però alcuni fatti che rendono
“improponibile l’azione”. Si parla ad esempio del caso in cui vi sia stata procreazione o
anche semplicemente concepimento, accompagnata dall accertata volontà del minore, che
sono elementi sufficienti per mantenere in vita il vincolo matrimoniale.
Sanatoria per eccellenza del vincolo matrimoniale, è la c​ oabitazione​, che fa decadere
l’azione, ma non rappresenta una sanatoria in senso stretto perché i vizi del matrimonio
sono di per sé tutti insuperabili.
La coabitazione non fa riferimento alla volontà dei due coniugi di vivere insieme (non a
caso si parla di coabitazione e non convivenza), ma ad un determinato fatto
oggettivamente rilevabile, facendo ricadere la decadenza dell’azione ad un fattore esterno
come “il vivere sotto lo stesso tetto”, a prescindere dalla c​ ommunio omnis vitae”.

I Vizi del Consenso:


- la violenza morale;
- timore di eccezionale gravità;
- errore;

La violenza morale è definita dalla materia contrattuale, si ha violenza morale quando c’è
minaccia di male ingiusto​, sia per la persona che per i suoi beni. Per esserci violenza

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morale, deve essere tale da fare impressione sopra una persona sensata . Si ha riguardo in
questa materia all’età, al sesso (che lascia perplessi…) e alla condizione personale. La
violenza morale nel matrimonio è ​causa di annullamento​.
(Es. la minaccia di una ragazza sedotta ad un ragazzo, che sosteneva che si sarebbe
suicidata, se non si fossero sposati).

Timore di eccezionale gravità: d ​ i solito il timore non è rilevante in materia contrattuale,


né matrimoniale. Ciò che rileva è invece, il ​timore di eccezionale gravità​, che è una paura
oggettiva che non nasce però da alcuna minaccia (perché altrimenti si avrebbe violenza
morale).
Ad esempio il matrimonio per sfuggire a persecuzioni religiose o razziali, non è rilevante
invece il c.d. t​ imore soggettivo (condizione soggettiva dell’intimorito). La legge non richiede
riconoscibilità, il timore può anche non essere esternato.

Errore​: L’errore rileva quando si tratta del c.d. e


​ rrore di diritto ​, che ha valenza sull’atto
matrimoniale. Può esserci errore in due casi, (non è rilevante Ad esempio l’errore s​ ulla
natura dell’atto​):
1. errore sull’identità della persona;
2. errore sulle qualità personali dell’altro coniuge

Errore sull’identità: cambio di persona, credevo di sposare tizio e invece ho sposato caio,
è una ipotesi residuale, l’Art. 111 C.C. ammette infatti la celebrazione del matrimonio per
esempio durante la guerra, in cui un soldato può celebrare matrimonio senza essere in
loco fisicamente, ma il matrimonio sarà celebrato “per procura”, e in questo caso potrebbe
capitare che il soggetto presente per procura del soldato, sposi la ragazza sbagliata.

Errore sulle qualità personali del coniuge: l​ a presenza in uno dei due coniugi di una
malattia fisica o psichica prima del matrimonio, di cui l’altro coniuge non è a conoscenza;
Un Es. potrebbe essere anche l’incapacità di avere figli (​anomalia generandi​) o anche di
intrattenere rapporti sessuali (​anomalia coeundi​). La malattia rileva però soltanto se è
presente prima della cerimonia e occultata all’altro coniuge; sono considerati errori anche
dichiarazioni sessuali come la “necrofilia” e la “transessualità”, ma anche l’imposizione di
rapporti sessuali contro natura. Secondo caso di errore sulle qualità personali attiene alla
pronuncia prima del matrimonio di una sentenza di condanna per delitto commesso
dall’altro coniuge che comporta una reclusione non inferiore a 5 anni. Ultima ipotesi è
quella di gravidanza causata da un terzo, purché vi sia stato il disconoscimento del figlio, in
questo caso si deve provare che il figlio non è del marito.

Il Matrimonio simulato si verifica quando uno dei due, o entrambi i coniugi si sposano
non per adempiere ai doveri matrimoniali ma per altri motivi come ad esempio potrebbe
essere l’ottenimento della cittadinanza; Se l’accordo è comune e nessuno dei due procede
ad agire non avviene nulla, ma se invece l’accordo non c’è il C.C. prevede all’Art. 129 che
questo matrimonio possa essere impugnato da entrambi gli sposi. Il secondo comma
disciplina però un tempo limite entro il quale può essere impugnato un matrimonio

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simulato, stabilendo infatti che: “l’azione debba essere proposta al giudice entro un anno
dalla celebrazione del Matrimonio”, se i due sposi hanno convissuto l’azione non è
presentabile, per impossibilità di dare prova della simulazione matrimoniale.

Il Matrimonio Putativo: s​ i tratta di una fattispecie complessa, in cui il matrimonio è nullo


per cause particolari, ma almeno uno dei due coniugi o entrambi erano in buona fede. Un
esempio potrebbe aversi quando i due coniugi scoprono di essere fratelli biologici dopo
aver consumato il matrimonio (perché uno dei due era stato adottato da un’ altra famiglia).
Se c'è stata buona fede da parte di entrambi l’atto è nullo ma è destinato a produrre effetti
per entrambi e per i figli (se ci sono). In questo caso tra i due coniugi la parte
economicamente più debole ha diritto al Mantenimento per tre anni (che significa ricevere
la somma necessaria a mantenere lo stile di vita avuto durante il matrimonio).
Se c’è stata mala fede da parte di uno dei coniugi, la parte in malafede è obbligata a pagare
una tantum la somma destinata al mantenimento per tre anni, più eventualmente gli
alimenti per tutta la vita se necessari;
in entrambi casi, i figli se ci sono, non subiscono alcuna variazione del loro Status;

Effetti del matrimonio:


Diritti e doveri che scaturiscono dall’atto matrimoniale;

Effetti riguardanti i coniugi:​ Art. 143/144/145 C.C.;


● il 143 sostiene che il matrimonio è i​ nformato (​ si basa) su un eguaglianza ​morale e

giuridica ​fra i coniugi; i coniugi hanno quindi eguali diritti e doveri che sono:
a. l’obbligo di coabitazione;
b. di sussistenza morale e materiale;
c. fedeltà;
d. collaborazione;
e. dovere di contribuzione;

La Fedeltà​, il concetto ha subito una modificazione perché un tempo la fedeltà era intesa
come “servitù d’amore”, si parlava di uno i​ us in corpus del marito nei confronti della moglie
(che prima era punibile per reato di “infedeltà”, a causa del fatto che l’infedeltà generava
dubbi sulla paternità. L'infedeltà rilevava anche sotto il profilo pubblicistico), la concezione
era quindi simile a quella dei diritti reali.
Oggi questa concezione è mutata perché l’infedeltà riguarda e ​ ntrambi i coniugi, inoltre
essa è intesa sia come e ​ sclusività sessuale sia come r​ eciproca dedizione all’altro
coniuge (Es. è stata considerata infedele dalla Giurisprudenza una donna che pur non
avendo compiuto fisicamente un atto di infedeltà, ma lo ha compiuto in rete);

La Coabitazione: ​sostanzialmente significa vivere sotto lo stesso tetto, oggi però si deve
ammettere una deroga, la circostanza cioè che i due coniugi lavorino in città diverse molto
lontane, non rendendo più possibile la coabitazione in senso stretto, e va intesa quindi
come la v
​ olontà d
​ ei coniugi di costituire il nucleo familiare sotto uno stesso tetto;

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La sussistenza: i​ coniugi devono sussistere sia moralmente, sia materialmente;


La collaborazione:
Il dovere di contribuzione: d ​ evono destinare parte, o tutto, del patrimonio/reddito a
sostentamento delle ​spese familiari​; è diverso dalla sussistenza;

● Art. 144: “moglie e marito devono accordarsi nel fissare, l’indirizzo della vita
familiare, e residenza della famiglia (la c.d. c
​ asa familiare​)”. Si prendano quindi di
comune a ​ ccordo decisioni esistenziali (fare o non fare figli, come educarli) e
patrimoniali (​ acquistare una casa, andare in vacanza, comprare un’auto, N.B.
questo aspetto si lega al problema del ​regime patrimoniale​ della famiglia);

(L’Art.143 bis. sostiene che la moglie aggiunge al proprio cognome quello del marito e lo
conserva anche nel periodo vedovile. Stesso discorso vale anche per i figli. Norma oggetto
di discussione perché mina l’​eguaglianza​ tra i coniugi);

Effetti del matrimonio sui figli​: Art. 147/148 C.C.


Il matrimonio impone ad entrambi i genitori di m ​ antenere (​ fino a che il figlio ha una
autonomia patrimoniale e ​ d ​esistenziale​), i​ struire​, ​educare​, ​assistere moralmente i
figli nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali ed aspirazioni. Si applica a tal
proposito l’Art. 315 bis C.C.

Il regime patrimoniale della famiglia: è ​ il regime degli acquisti posti in essere tra i
coniugi dopo il matrimonio, possono essere posti in essere c ​ ongiuntamente o
separatamente​. Occorre però fare un'ulteriore distinzione:

1. Regime patrimoniale legale​:


- Comunione legale dei beni;
- Oggi se i coniugi non dichiarano nulla all’atto della celebrazione del
matrimonio, il regime che opera, soprattutto di fronte ai terzi e ai creditori,
automaticamente è quello delle Comunione legale dei beni.
- Gli acquisti cadono quindi in comunione;
- Il regime è però derogabile;
- Ciò vale per i matrimoni contratti dopo il Settembre 1945;

2. Regime patrimoniale convenzionale:


- Separazione dei beni;
- Comunione Convenzionale dei beni;

Qualora i coniugi dopo il matrimonio decidano di modificare il regime patrimoniale scelto


(Es. da comunione legale a separazione dei beni, oppure da separazione dei beni a
comunione legale), devono ricorrere alle ​Convenzioni matrimoniali​, cioè l’accordo tra i
coniugi attraverso il quale:
1. si modifica il regime patrimoniale precedentemente scelto;
2. si costituisce un f​ ondo patrimoniale

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3. vanno fatti dal notaio, hanno quindi la ​forma dell’atto pubblico​;

La pubblicità delle convenzioni matrimoniali:


Le convenzioni si annotano a margine dell’atto matrimoniale ai fini dell’opponibilità, e si
trascrivono n​ ei registri immobiliari, se hanno ad oggetto un bene immobiliari.
In questo particolare caso l’o​pponibilità non deriva dalla trascrizione​, ma dalla data di
annotazione​, la legge degrada la trascrizione a ​pubblicità notizia​;

Fondo patrimoniale:
Complesso di beni immobili, mobili registrati e titoli di credito, che sono destinati a
realizzare i bisogni della famiglia. Questi beni una volta costituiti nel fondo, hanno una sola
destinazione: i ​bisogni della famiglia (​ mantenimento dei figli o dei membri della famiglia,
una casa di residenza); questo vincolo svolge una funzione s​ egregativa d ​ i quei beni,
rispetto a tutti gli altri beni di cui è titolare il soggetto che lo costituisce. Si fa eccezione alla
regola di cui l’Art. 2740 sostiene che il debitore risponde delle obbligazioni assolute, con
tutti i suoi beni presenti e futuri. I beni del fondo patrimoniale non possono essere
aggrediti ​dal creditore personale​.

La caratteristica ​del fondo patrimoniale è quindi che i beni che sono l'oggetto del fondo
sono ​vincolanti e n ​ on pignorabili dai ​creditori personali del soggetto costituente, mentre
potranno ​essere pignorati dai ​creditori con riguardo ai debiti contratti in ​funzione
dell'attuazione del fondo​. La costituzione del fondo si fa per atto internazionale vivos, ma si
può realizzare anche per testamento, ove si realizzerà un' attribuzione particolare. Il fondo
patrimoniale non è alienazione, salvo quando il fondo cessa, quando ad esempio i coniugi
si separano o divorziano ma anche in questo caso se ci si sono figli minori, il fondo dura
fino al raggiungimento della loro autonomia patrimoniale ed esistenziale.

Il regime patrimoniale legale:


Il regime patrimoniale legale dei beni in Italia è la ​comunione legale dei beni.
Caratteristiche:
1. Regime ​derogabile​: è ammesso un regime diverso;
2. Regime ​dinamico​: i beni che costituiscono oggetto della comunione, si sapranno nel
corso del tempo.
3. Regime ​vincolato​: il coniuge non può disporre del proprio d
​ iritto pro quota​;
4. Regime con a ​ mbito oggettivo ristretto​: non è quindi universale perché non tutti i
beni acquistati dopo la celebrazione del matrimonio cadono in comunione.
Dobbiamo distinguere infatti 3 categorie di beni.

a. Beni che cadono i​ mmediatamente in comunione​.


b. Beni ​personali​, che non cadono in comunione anche se acquistati
successivamente al matrimonio.

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c. Beni d
​ e residuo​, che cadono in comunione al momento del suo scioglimento.

In caso di espropriazione per debiti personali di un coniuge di beni della comunione, essa si
scioglie ma l​ imitatamente ​allo stesso bene, con assegnazione all’altro coniuge della metà
della somma ricavata dalla vendita del bene.

B.) I beni personali: (Art. 179 C.C.)


1. I beni di cui il coniuge era proprietario ​prima del matrimonio​,o rispetto ai quali era
titolare di un diritto reale di godimento​.
2. I beni acquistati dopo il matrimonio per successione mortis causa, salvo che nel
testamento o donazione non sia specificato che il bene debba cedere in
comunione,o per donazione che può essere anche indiretta o dissimulata;
3. I beni di uso strettamente personale con accessori annessi.
4. I beni di uso professionale, che servono cioè all'esercizio della professione, purché
non siano facenti parte di un’azienda parte della comunione.
5. I beni ottenuti a titolo di risarcimento del danno, nonché la pensione attinente alla
perdita totale o parziale della capacità di lavoro, ma ​non l’indennità
all’accompagnamento.
6. i beni acquisiti con il trasferimento dei beni personali o attraverso lo scambio di
essi.

A.) Beni che cadono in comunione immediata: ​Sono tutti gli acquisti che i coniugi pongono
in essere congiuntamente o separatamente, dopo la celebrazione del matrimonio,
destinati ai bisogni della famiglia e con prezzo pagato con i guadagni personali. Occorre
tuttavia distinguere:

1. Acquisti a t​ itolo originario​, che cadono in comunione, sono ad Es. quelli fatti per
usucapione​, o per ​accessione (un bene immobile "accede" su un altro bene
immobile), seguendo la regola della comunione della p ​ roprietà superficiaria,
secondo parte della Dottrina. Secondo parte della Giurisprudenza (Cassazione)
invece si applica l​ a regola generale dell'accessione​: il coniuge proprietario del fondo
resterà proprietario esclusivo anche della p ​ roprietà superficiaria​, ma ​se i soldi
utilizzati sono comuni, nasce l'obbligo da parte del coniuge proprietario di
ripristinare lo stato della comunione e​ x ante​. Se si utilizzassero soldi comuni senza il
consenso dell'altro coniuge, si può chiedere il r​ isarcimento del danno​.
2. Gli Acquisti a t​ itolo derivativo​, che cadono in comunione sono quelli i​ nter vivos ​dei
diritti reali (Es. ​Proprietà​).
3. Le A​ ziende, cadono in comunione se sono costituite dopo il matrimonio e gestite da
entrambi. Ma anche quelle costituite prima, ma gestite da entrambi, ma in questo
caso, solo per quanto riguarda gli ​utili​ e gli i​ ncrementi​.

Non cadono in comunione immediata i diritti di credito, c​ he ciascun coniuge acquisisca


con il suo operatore, ​gli acquisti mortis causa ​o per ​donazione e
​ i beni il cui acquisto deve

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essere seguito poi da ​ritrasferimento ( del fiduciario o del mandatario senza


rappresentanza);

C.) Beni che cadono in comunione de residuo​: che cadono in comunione quando essa si
scioglie (Art. 191 C.C), sono:

1. Proventi dell'attività separata (salvo la quota del reddito che deve essere destinata
alla contribuzione della famiglia), non consumati al momento dello scioglimento.
2. Frutti dei beni propri​, percepiti ma non consumati al momento dello scioglimento.
3. I beni destinati all’esercizio d’impresa ​di un coniuge, costituita dopo il matrimonio,
e gli i​ ncrementi dell’impresa costituita prima, se sussistono al momento dello
scioglimento.

Amministrazione dei beni della comunione:


Le scelte sulla gestione dei beni in comunione, spettano disgiuntamente ed egualmente ad
entrambi i coniugi. Per gli atti di straordinaria amministrazione essi devono agire
congiuntamente, anche se vi sono delle eccezioni, però in linea di massima tutti gli atti
compiuti senza il consenso di entrambi sono di per sé a ​ nnullabili. I​ l terzo che acquista un
bene della comunione senza il consenso, lo fa a ​ domino ma con titolo viziato e annullabile,
con eventuali risvolti processuali. L’azione di annullamento può essere proposta entro il
termine di prescrizione di un anno ed è nulla quando sussiste un accettazione anche tacita;
Il C.C. distingue due atti di amministrazione, di ​ordinaria amministrazione ​e ​straordinaria
amministrazione.

Gli atti di ordinaria amministrazione: le scelte ordinarie e quotidiane, per le quali la legge
è conforme alla regola "​disgiunta​", informale.

Gli atti di straordinaria amministrazione: i​ l C.C. è informato alla regola della scelta
congiunta​, è necessario il consenso di entrambi i coniugi, a meno che uno dei due non sia
interdetto​, a​ ssente (in questo caso però bisogna chiedere autorizzazione al giudice), o
abbia subito una sentenza di ​morte presunta, ​o si ​rifiuti ingiustificatamente ​all'atto
necessario​ (previa autorizzazione del giudice).
Se si pone in essere un atto straordinario senza il consenso. Se il bene è ​immobile o mobile
registrato ​l'atto è annullabile​, se il bene è m​ obile scaturisce l'obbligo di ​ripristinare la
comunione e​ x ante​.

Dal punto di vista della garanzia patrimoniale, i beni della comunione sono destinati a
sopperire ai bisogni della famiglia, ma non costituiscono un patrimonio a ​ ltro rispetto a
quello personale dei due coniugi, cosicché i creditori potranno rivalersi su di esso anche se
l'obbligazione sia stata assunta da un coniuge solamente, al di fuori dell’interesse familiare.
Pertanto i beni della comunione rispondono direttamente per:
a. tutti i pesi ed oneri di carattere reale gravanti al momento dell’acquisto;
b. tutti i carichi dell’amministrazione;

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c. delle spese per il mantenimento della famiglia, per l’istruzione e l'educazione dei
figli;
d. per ogni obbligazione contratta congiuntamente o separatamente dai coniugi per il
sostentamento della famiglia;

Quando i beni della comunione non sono sufficienti i creditori possono agire in via
sussidiaria sui beni personali,e/o professionali di ciascuno dei coniugi, ma solitamente per
la metà del credito. Al contrario i beni della comunione rispondono invece in via
sussidiaria ​rispetto ai beni personali (compresi i beni ​de residuo​), fino al ​valore
corrispondente​ alla ​quota ​del coniuge obbligato per:
1. le obbligazioni contratte dopo il matrimonio da uno solo dei coniugi, per il
compimento di atti nell’interesse della famiglia, eccedenti l’ordinaria
amministrazione, o che necessitano comunque del consenso di entrambi i coniugi;
2. i debiti individuali di entrambi i coniugi, per obbligazioni contratte anche prima del
matrimonio;
3. obbligazioni derivanti da donazioni e s​ uccessione mortis causa c​ onseguite dal singolo
coniuge durante il matrimonio;

Quando si scioglie la comunione legale​: nei casi previsti dall' Art. 191 C.C.
1. Dichiarazione di assenza o morte presunta di uno dei due coniugi.
2. Annullamento dell'atto matrimoniale.
3. Separazione giudiziale.
4. Divorzio.
5. Mutamento della Comunione patrimoniale, per mezzo di una convenzione
matrimoniale.
6. Fallimento di uno dei due coniugi.

Lo scioglimento comporta l’obbligo dei rimborsi e delle restituzioni previsto dall’art. 192,
ripartendo in parti uguali l’attivo con eventuale costituzione di usufrutto giudiziale, per i
beni della comunione de residuo​, l’altro coniuge ha un diritto “di credito”, pari alla metà del
proprio valore. A seguito dello scioglimento della comunione legale si passa a quella
ordinaria e in questo caso, se il matrimonio è ancora in essere, i coniugi possono chiedere
la separazione.
In caso di riconciliazione, venendo meno la separazione, secondo la giurisprudenza si
ripristina automaticamente la comunione legale. In questo caso ai terzi aventi causa di
buona fede e a titolo oneroso, il ripristino della comunione sarebbe inopponibile;

La Separazione dei beni:


La titolarità dei beni, prima e dopo, è e resta del solo coniuge, fatto salvo il ​dovere di
contribuzione ai beni della famiglia.
Può capitare che un coniuge per "procura" amministri i beni dell'altro. In questo caso egli
ne consegue i frutti.

La Separazione personale:

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La separazione è un vizio del rapporto​, ​infatti i coniugi restano tali, ma separati


temporaneamente, La separazione è stata infatti intesa, almeno a livello teorico, come
momento in attesa della ​riconciliazione t​ ra i coniugi. Il diritto di chiedere la separazione
spetta esclusivamente ai coniugi;
La separazione legale in Italia è di 2 tipi:
1. Separazione giudiziale​: coniugi non si trovano d’accordo sugli effetti della
separazione,che vengono stabilite quindi attraverso l’intervento del giudice;
2. Separazione consensuale omologata: i​ coniugi sono d’accordo sugli effetti della
separazione, che vengono ​omologati​ attraverso l’intervento del giudice;

N.B. Una legge del 2015 prevede anche in ​assenza di figli l​ a separazione e il divorzio, senza
avvocati, da domandarsi in ​comune, ​in particolare:
1. Si fa la domanda di separazione all’U.S.C;
2. Nei 30 giorni successivi, si può cambiare idea, revocando la domanda;
3. Dopo 6 mesi di separazione, si ottiene automaticamente il divorzio;

I presupposti della separazione: ​(art. 151) la separazione giudiziale e consensuale


omologata si fondano sulla i​ ntollerabilità della convivenza​, che è rilevata sia sul piano
oggettivo ​(circostanze oggettive, che rendono difficile la comunione di vite), sia su quello
soggettivo​ (incompatibilità di carattere);.

Il nostro ordinamento non disciplina invece la c.d s​ eparazione di fatto​, ma nemmeno la


vieta, l’accordo di separazione quindi non rileva, ma non si può dire che sia illecito, esso
infatti acquista valore in sede di c​ omputo del tempo a
​ i fini del divorzio;

La Separazione con addebito (151,2 C.C.): (​ per colpa), uno dei due coniugi è responsabile
della intollerabilità, le cause potrebbero essere: abuso di alcolici, denigrazione,
maltrattamenti personali (anche da parte della suocera) e sessuali, assillanti richieste di
denaro, shopping compulsivo e isolamento personale, dare incarico ad un terzo di rapire il
coniuge; La distinzione tra separazione con e senza addebito ricade negli effetti,con
particolare riguardo in ​sede successoria ​e f​ issazione dell’assegno, non ha valenza ​per fini
risarcitori​; L
​ 'adulterio di per sé non è causa di addebito, ma lo diventa quando è causa
cosciente e volontaria della rottura dell’​affectio. I​ noltre esso rileva prevalentemente come
violazione del credito sociale, più che della fedeltà sessuale (tant’è che può rilevare come
causa di addebito, l’adulterio apparente);

Gli effetti della separazione: s​ i distinguono a seconda che si faccia riferimento a:

Effetti personali tra coniugi: Effetti patrimoniali tra coniugi: Effetti sui figli:

Sospensione della coabitazione; *Diritto al mantenimento; @​L’affidamento viene stabilito dal


giudice, che decide anche riguardo:
modalità, tempistiche,
contribuzione economica e morale​;

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Si discute se persista l’assistenza #Diritto successorio; Ciascuno dei genitori deve


morale, secondo la G. S ​ i​; contribuire, in diversa misura, alla
cura, a
​ ll’​istruzione​, all’​educazione​;

Permane l’assistenza materiale; La separazione legale rileva sul La ​responsabilità genitoriale​ è


(riguarda obbligo di mantenimento) piano della ​cessazione d
​ ella esercitata da entrambi i genitori, le
comunione legale; decisioni più importanti, vanno
prese congiuntamente, tenendo
conto anche della volontà dei figli;

Si discute sulla permanenza La casa familiare​, spetta al Ciascuno dei due genitori, deve
dell’obbligo di fedeltà; proprietario, non al coniuge provvedere al mantenimento dei
economicamente più debole ​se figli in via proporzionale, secondo
non vi sono figli​ ; una decisione del giudice, basata su
dati statistici provenienti dall’ ISTAT;

Art.156 bis prevede che previa Al coniuge a cui è a


​ ddebitabile La ​casa familiare​ è assegnata al
richiesta da parte di uno dei due la separazione, spettano genitore collocatario dei figli, il
coniugi, la moglie possa non ugualmente gli alimenti qualora diritto di abitazione cessa quando il
utilizzare il cognome del marito. ne ricorrano gli estremi; coniuge non la abiti, o contragga
nuovo matrimonio.

//// //// Il giudice dà disposizioni


sull’amministrazione dei beni dei
figli, se vi sono;

*Diritto al mantenimento: s​ i evince la differenza tra m ​ .a favore del separato ha diritto a


ricevere un assegno di mantenimento, qualora non abbia adeguati redditi propri, l’entità
della somministrazione è determinata in relazione alle circostanze e ai redditi
dell’obbligato, la funzione dell'assegno è ​assistenziale​, nel senso che questa somma di
denaro deve consentire al coniuge che non abbia redditi propri, di conservare lo stesso
tenore di vita (potenziale) goduto in costanza di matrimonio. Il giudice può imporre al
coniuge obbligato di prestare una garanzia (reale o personale), se esiste il pericolo di
inadempimento, nel caso di mancato pagamento, il giudice può: 1) ordinare il sequestro dei
beni dell’obbligato, 2) ordinare al datore di lavoro che paghi una parte dello stipendio a
favore del coniuge titolare dell’assegno. Ove non ottenga le somme dovute, e versi in stato
di bisogno, il coniuge può chiedere l’​anticipazione c​ on ricorso al tribunale;
E quello del ​separato con addebito, ​che non ha adeguati redditi, quest’ultimo ha solo
diritto agli alimenti qualora versi in stato di bisogno.

#Diritto successorio: ​Il coniuge separato senza addebito mantiene i diritti successori, in
caso di morte dell’altro coniuge; Se è con addebito, il coniuge perde la quota legittimaria
d’eredità e qualora avesse goduto degli alimenti, e versi ancora in stato di bisogno

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acquisisce un assegno (a carico dell’eredità) per far fronte a questo stato di bisogno; la
pensione di reversibilità spetta al coniuge separato con addebito;

I coniugi hanno diritto in ogni tempo a chiedere la revisione dei provvedimenti del giudice,
inoltre in caso di grave inadempienza o di atti che rechino pregiudizio al minore, che
ostacolino il corretto svolgersi delle modalità di affidamento, il giudice può oltre alla
revisione applicare una sanzione pecuniaria;

Il Divorzio:
Si tratta di uno scioglimento del matrimonio e​ x nunc​, i coniugi diventano quindi “ex
coniugi”. Il Divorzio si distingue dall’​invalidità del matrimonio​, il matrimonio nullo o
annullabile ha un ​difetto originario di fattispecie​, invece il Divorzio scioglie un matrimonio
nato validamente​, ma che va incontro ad una “patologia” durante la sua vita. L’invalidità
riguarda il matrimonio come a ​ tto​, il divorzio come ​rapporto​.
Differenza tra divorzio e cessazione degli effetti civili del matrimonio (istituto che esiste in
virtù dell’esistenza del matrimonio concordatario, in cui non è ammesso il divorzio).
Quando si ha le cessazione degli effetti civili, il matrimonio concordatario perde efficacia
nei confronti dello Stato Italiano, ma rimane in vita per il Diritto canonico.

Quali sono le cause del divorzio? Si parla al riguardo del v ​ enir meno della comunione
spirituale tra i coniugi​, e la ​ricorrenza di un caso previsto dalla legge n.898/70​. Sono:
- pene detentive;
- divorzio o annullamento ottenuto all’estero dall’altro coniuge straniero o
matrimonio da lui contratto parimenti all’estero;
- rato e non consumato; passaggio in giudicato sentenza rettificazione sesso, tranne
che non vogliano mantenerlo, onde unione civile de iure;
- separazione legale (12 mesi da comparizione al presidente se giudiziale; sei se
consensuale).

Gli Effetti del Divorzio:


A. La moglie perde il diritto di usare il cognome del marito salvo autorizzazione del
giudice;
B. Assegno divorzile; non è equiparabile perfettamente all’assegno di mantenimento,
anche se il contenuto è simili, ma i criteri per la determinazione sono diversi;
l’assegno ha una triplice funzione​ assistenziale​ (si tende ad assicurare le esigenze di
vita, di un “tenore di vita medio e dignitoso”, senza considerare il tenore di vita avuto
durante il matrimonio)​, perequativa​ (il contributo dato da ognuno nella fase
fisiologica alla vita della famiglia)​, compensativa​;
C. Assistenza Sanitaria: se la legge non riconosce ad uno dei due coniugi l’assistenza
sanitaria autonomamente, egli godrà di quella dell’ex coniuge;
D. Pensione di Reversibilità: è condizionata dalla presenza della titolarità (​effettiva, a​
seguito di L​ egge di interpretazione autentica​) del diritto all’assegno, e spetta a colui
che è titolare è un assegno di divorzio;

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E. Assegno alimentare a carico dell’eredità: viene prelevata dall eredità dell’ex coniuge
deceduto, la somma necessaria all’assegno alimentare per l’ex coniuge ancora in
vita;
F. Percentuale di indennità di fine rapporto;
G. Casa familiare: si assegna sia nel caso di Separazione che di Divorzio, in entrambi
casi si applica l’Art. 337 sexies, che nel caso di Divorzio si accompagna con l’Art. 6
della Legge di Divorzio;
H. Effetti sui figli: si applicano gli Art. 337 bis-octies C.C. sia per la Separazione che del
Divorzio;

Il Procedimento del Divorzio:


1. Ricorso;
2. Udienza Presidenziale per provvedimenti urgenti;
3. Tentativo di Conciliazione;
4. Fase Istruttoria;
5. Fase Decisoria-sentenza

La Separazione giudiziale e il suo procedimento:


Se non vi è accordo la separazione può essere chiesta in giudizio, quando si verificano
determinati presupposti, indipendentemente dalla volontà di entrambi i coniugi. Il giudice
nel fornire un giudizio deve basarsi sull’esistenza di una situazione di intollerabilità
oggettiva, e non ovviamente sulle sue convinzioni personali. Rileva come oggettivamente
intollerabile: il mutamento dell’aspetto fisico (anche dovuto a malattie o incidenti). Il
procedimento della separazione giudiziale è il seguente:

1. Si fa al tribunale tramite un ricorso, che è un atto personale dei coniugi (anche 1);
2. Ricorso presentato alla Cancelleria del Tribunale e notificato all’altro coniuge;
3. Il procedimento si sostanzia di due fasi:
a. la fase presidenziale​, il presidente del tribunale convoca moglie e marito (in
breve tempo), tenta la r​ iconciliazione​, se fallisce emette un'ordinanza con i
provvedimenti urgenti (Es. vivere separati, chi deve mantenere l’altro, con chi
devono stare i figli, a chi va la casa familiare;
b. fase di merito​: si acquisiranno le prove per l’addebito, e per il mantenimento,
e dopo la ​fase istruttoria​ c’è la s​ entenza costitutiva (​ collegiale);

Il Procedimento della separazione consensuale (Art.158):


Si ravvisano due momenti:
1. L’accordo tra coniugi​: è un negozio giuridico di diritto familiare, con cui i coniugi
regolano gli effetti personali, patrimoniali della Separazione, ma anche riguardo
l’affidamento dei figli. L’atto è p
​ ersonalissimo​, e ad esso si applica la disciplina
contrattuale, in quanto compatibile (ne deriva che rilevano i vizi della volontà, ma
non la simulazione, poiché l’accordo produce i suoi effetti soltanto quando
omologato​) ;

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2. Omologazione: l​ ’accordo viene poi consegnato al Presidente del tribunale, che lo


deve controllare (Art.158,2) in particolare il controllo attiene agli effetti riguardo ai
figli, il giudice può rifiutare l’omologazione quando si rende conto che i diritti dei figli
non sono adeguatamente garantiti, ma può anche indicare la parti del patto che
vanno modificate, senza poterle modificare egli stesso; i coniugi possono rivedere,
modificandole le condizioni di separazione, anche dopo l’omologazione (Art. 1322
bis​);

La Riconciliazione:
I coniugi possono di comune accordo far cessare gli effetti della separazione, senza dover
ricorrere all'intervento del giudice. La riconciliazione può essere infatti frutto di un accordo
non formale, irrevocabile e non risolubile. La riconciliazione può però anche conseguire a
comportamenti che riguardino l'intero complesso dei rapporti coniugali, anche se non sarà
rilevante la ripresa della coabitazione, o il versamento di somme di denaro
periodicamente, se manca comunque l' affectio coniugalis oggettivamente rilevabile.

Il Matrimonio concordatario:
Il matrimonio civile e quello canonico sono diversi per quanto riguarda l’essenza stessa
dell’atto. La dottrina canonica sostiene infatti che fondamento dell’atto matrimoniale sia
“L’amore coniugale”, sotto il profilo formale la volontà degli sposi è sovrana, avendo il
celebrante mera funzione di testimone. Fattore che è sicuramente apprezzabile in termini
di serietà dell’atto nuziale, ma poiché il matrimonio ha una rilevanza anche sociale, la
certezza dello Status​ deve essere verificata al di là della volontà degli sposi stessi.
Da queste differenze risulta chiaro come anche il regime di invalidità sia diverso, ma ciò
crea il problema che un matrimonio valido per il diritto canonico ma invalido civilmente,
possa produrre ugualmente effetti civili. Bisogna quindi, fissare alcuni limiti alla pronuncia
di efficacia delle sentenze.
Per far perseguire effetti civili al matrimonio canonico devono inoltre essere osservate date
formalità:
1. Preventive pubblicazioni matrimoniali​, che obbligheranno poi l’U.S.C. a trascrivere
l’atto una volta celebrato se eseguito correttamente.
2. Lettura da parte del celebrante​, terminato il rito religioso, gli articoli del C.C.
3. Redazione dell’atto del matrimonio​, in cui potranno essere aggiunte clausole
consentite dalla legge civile. (separazione legale dei beni).
4. Richiesta dell’U.S.C. per la trascrizione dell’atto nei registri dello stato civile;
5. Trascrizione entro 24 ore da parte dell’ U.S.C. che ne da notizia al parroco. (​ con
l’eventualità della c.d ​trascrizione ritardata​, che si verifica quando vi sono dei vizi
sanabili che impediscono la trascrizione immediata, con effetti che agiscono
retroattivamente, o la c.d. t​ rascrizione tardiva che si verifica quando la richiesta non
viene inoltrata tempestivamente dal parroco. In quel caso gli effetti saranno
retroattivi, ad eccezione dei diritti dei terzi).

Impedimenti alla trascrizione:

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1. Impedimenti assoluti sul piano sostanziale:


a. uno dei due coniugi legato in matrimonio civilmente con un’altra persona;
b. sussistenza tra i due sposi di altro matrimonio valido agli effetti civili;
c. condanna per omicidio consumato o tentato del coniuge dell’altro contraente;
d. rapporto di parentela non superabile con autorizzazione del tribunale;
e. età inferiore ai sedici anni:
f. mancata lettura del celebrante degli Art. del codice:

2. Impedimenti relativi sul piano formale:


a. mancata menzione nell'atto matrimoniale dell’avvenuta lettura degli Art...
b. omesse pubblicazioni: l’U.S.C dovrà adempiere una serie di inadempimenti volti a
permettere l’opposizione all’atto da parte di terzi (si entra nel caso della ​trascrizione
ritardata​);

3. Impedimenti relativi sul piano sostanziale:


a. interdizione per infermità mentale, la trascrizione è ammessa se revocata
l’interdizione vi sia coabitazione ininterrotta per un anno:
b. difetto d’età, la trascrizione può però avvenire: se vi sia stato concepimento o
procreazione, un anno dopo il compimento della maggiore età accertata la volontà
dell’ex minore di mantenere in vita il vincolo.
c. rapporto di parentela o affinità superabile previa autorizzazione del tribunale,la
trascrizione avviene dopo un anno, termine ultimo per le azioni di annullamento;
d. esistenza o ritorno del morto presunto coniuge del contraente

La trascrizione è impugnabile anche quando il matrimonio sia stato contratto in


stato di incapacità di intendere e di volere, nonostante la legge non lo prevedesse,
poiché la Corte costituzionale ha agito per raggiungere tale scopo.

L’esecutività delle sentenze canoniche di nullità:


Le sentenze di nullità del matrimonio pronunciate dai tribunali ecclesiastici, che siano
munite del decreto di esecutività sono dichiarate efficaci nella Repubblica Italiana con
sentenza della Corte d’appello, ​non automaticamente​, m ​ a quando questa accerti:
a. giudice ecclesiastico fosse giudice competente a conoscere la causa, poiché il
matrimonio era celebrato con rito concordatario, e correttamente trascritto, avendo
quindi effetti civili;
b. nei tribunali ecclesiastici sia stato assicurato alle parti equo processo;
c. ricorrono le altre condizioni richieste della legislazione italiana per la dichiarazione
di efficacia delle sentenze straniere;

L’art. 4 Protocollo ha opportunamente chiarito l’ambito entro il quale può operare il rinvio,
attesa la particolarità dell’ordinamento canonico:
a. Si dovrà tener conto che i richiami fatti da dette norme alla legge del luogo in cui si è
svolto il giudizio;

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b. Si considera passata in giudicato la sentenza che sia divenuta esecutiva secondo il


diritto canonico;
c. Si intende in ogni caso il giudice italiano non potrà procedere al riesame di merito;

La Filiazione:
La filiazione è il legame che intercorre tra genitori e figli, è una definizione generica, si
potrebbe anche intendere come legame di sangue, è una definizione generica, si potrebbe
anche intendere come legame di sangue. Si tratta quindi di una definizione
onnicomprensiva;

Il nostro ordinamento rileva diversi tipi di filiazione:


1. Filiazione biologica;
2. Filiazione adottiva;
Dal 2012 (L'219/2012) è venuta meno la distinzione tra figli l​ egittimi e ​ figli n
​ aturali​,
considerando legittimi i figli nati o concepito nel matrimonio e naturali quelli concepiti o
nati al di fuori del matrimonio. Oggi la legge ha eliminato questa distinzione, equiparando
giuridicamente tutti i figli sotto lo stesso s​ tatus (ad eccezione dell’adozione di maggiorenne).
In realtà esiste ancora una differenziazione tra ​figli matrimoniali e ​ ​non matrimoniali​, ma
soltanto per qualche piccolo aspetto della disciplina, la normativa infatti è pressoché la
medesima; il figlio ha diritto ad essere mantenuto, educato, assistito moralmente e
assistito dai suoi genitori, ha diritto a crescere in famiglia e ad intrattenere rapporti
significativi con gli ascendenti. Ha diritto inoltre se ultradodicenne, o se capace di
discernimento di essere “ascoltato” in tutte le procedure che lo riguardano.
Egli però ​deve ​rispettare i genitori e contribuire ove possibile, con i propri redditi al
mantenimento della famiglia.

Come si diventa giuridicamente figli? ​si deve distinguere tra a ​ dozione ​e ​filiazione biologica​;
L’Adozione​: (​ a
​ doptio imitatio naturae est) lo scopo dell’adozione era prevalentemente quello
di darsi una discendenza patrimoniale, ancora oggi qualcuno lo considera tale. L’adozione
presuppone i consensi dell’adottante e dell’adottando, che non due negozi di diritto
familiare, si tratta quindi di una f​ attispecie complessa insieme al decreto del giudice. Gli
effetti si producono dalla data del decreto e il consenso è revocabile fino all’ultimo.
L’adozione può essere revocata per indegnità dell’adottante, quando questi abbia tentato o
consumato l’omicidio dell’adottando, del coniuge o di discendenti o ascendenti, e punito
con pena non inferiore a tre anni. L’adozione di più persone, anche con atti diversi e
successivi nel tempo è a ​ mmessa​, mentre non è possibile essere adottato da più persone, a
meno che non si tratti di marito e moglie. Si distinguono in particolare:

1. Adozione di minorenni, cd. “​legittima”;


2. Adozione di maggiorenni, assimilabile alla pratica utilizzata nell’antica Roma,
prevalentemente per crearsi un successore;

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3. Adozione in casi particolari;


4. Adozione internazionale;

Adozione di minorenni: deve obbligatoriamente basarsi sul principio del b ​ est interest of
the child​, il giudice deve quindi assicurarsi di tutelare nel miglior modo possibile l’interesse
del minore nel caso concreto dell’adozione; (N.B. l’adozione a estranei, rappresenta
l'estrema r​ atio​, spesso prevale l’interesse del minore a crescere nella propria famiglia, ove
possibile). Il minore adottabile ultraquattordicenne ​deve prestare il suo consenso
all’adozione​, l​'ultra dodicenne h ​ a diritto ad ​essere ascoltato​. La differenza di età tra
adottante e adottando deve essere superiore a 18 anni e inferiore a 45, salvo in particolari
casi di grave pregiudizio del minore conseguente alla non adozione. Se i genitori del minore
risultano morti, e non vi sono parenti entro il quarto grado o i genitori naturali siano
sconosciuti, il tribunale dei minori procede alla dichiarazione, se no vi è opposizione dai
legittimari (parenti o presunti genitori), se essi risultano come tali la procedura si estingue,
altrimenti il tribunale procede con la fase successiva Una volta conclusa l’adottato acquista
ogni effetto sia personale che patrimoniale dello stato di figlio degli adottanti e ne prende il
cognome, cessa inoltre ogni vincolo e ogni rapporto con la famiglia di origine. ​Come si
adotta legittimamente?

1. Dichiarazione dello stato di adottabilità. V ​ iene fatta dal giudice, per il minore che si
trova nello stato di a ​ bbandono morale, materiale e ​ n
​ aturale​; ciò non significa che i
genitori debbano mancare del tutto (in quel caso i minori vengono dichiarati
adottabili d'ufficio), ma per esempio i genitori presenti possono essere considerati
non idonei a svolgere il r​ uolo genitoriale. C ​ iò viene accertato dal tribunale dei
minori a seguito della richiesta del PM, degli istituti di assistenza o di qualsivoglia
privato. Il tribunale può anche ​sospendere la responsabilità genitoriale d ​ ei genitori
del minore e . In parallelo allo stesso tempo una coppia desiderando adottare, deve
essere dichiarata i​ donea dal giudice, attraverso appunto la d ​ ichiarazione di
idoneità all’ adozione​.
2. Abbinamento tra coppia e minore: ​il minore viene posto in a ​ ffidamento
preadottivo​ per un anno. Si tratta di un periodo di prova, se viene superato segue:
3. Dichiarazione di adozione​: il giudice proclama f​ iglio della coppia, il minore, che
passa dallo ​status ​di adottando a quello di ​figlio.
Il minore, figlio adottivo, gode di una posizione del tutto equiparata a quella del figlio
naturale;

Adozione di maggiorenni: ​ha lo scopo principale di fornire una discendenza all’adottante,


l’adottato essendo maggiorenne, non ha bisogno di essere accudito, e a livello normativo
gli effetti sono differenti rispetto all’adozione del minore. L’adottato infatti non gode di una
posizione equiparata al figlio naturale poiché non ha diritto al mantenimento. Questa
pratica è finalizzata più al “bene” dell’adottante che dell’adottato, poiché gli garantisce una
discendenza;

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Adozione in casi particolari​: i minori possono essere adottati anche a prescindere dalla
dichiarazione di adottabilità​ da alcuni particolari soggetti:

- persone unite al minore orfano di padre e madre, da vincolo di parentela fino al


sesto grado o da rapporto stabile e duraturo preesistente alla perdita dei genitori.
- dal coniuge nel caso in cui il minore sia figlio adottivo anche dell’altro coniuge.

Quando il minore sia orfano e handicap o quando sia constatata l'impossibilità giuridica di
affidamento preadottivo, è consentita l’adozione anche in presenza di figli e anche da
parte di chi non è coniugato. Se l’adottante è coniugato e non separato l’adozione deve
essere fatta da entrambi.

Adozione internazionale: al giorno d’oggi è molto utilizzata per i minori stranieri, ha una
procedura molto complessa che si divide in due fasi:
1. Italiana (fase interna)
2. fase di contatto con l’ordinamento straniero.
In Africa è molto complicato, poiché non viene di norma contemplata l’adozione come la
intendiamo noi, ma esiste soltanto la c.d. K ​ afala​, una sorta di rapporto padrino-figlioccio;
Gli enti che si occupano di questa pratica sono due: la c​ ommissione per le adozioni
internazionali e ​gli enti per l’adozione internazionale​. L’adozione internazionale garantisce
la sicurezza del bambino, poiché vengono effettuati molti controlli, a discapito della
lunghezza dei tempi d’attesa e la complessità delle procedure.

La Filiazione biologica: s​ i diventa figlio a seguito della nascita, della presunzione di


concepimento e della presunzione di paternità;

Per quanto riguarda la presunzione di ​paternità, si considera padre il marito della madre,
per quanto riguarda la regola della c.d. ​sicurezza sociale​;
La presunzione di ​concepimento​ r​ iguarda il concepimento nel matrimonio​.
Queste 2 presunzioni si legano e fanno sì che noi siamo considerati figli dei nostri padri, e
madri, anche se ​mater semper certa est​.

Il figlio si riconosce come tale attraverso l​’atto di nascita​, in caso mancasse, si può farlo
anche attraverso il p ​ ossesso di stato ( insieme di elementi indiziari di fatto, che fanno
presumere l’essere figlio); Il P.d.S. è formato da:
1. Nomen: i​ l presunto figlio porta il cognome del padre​;
2. Fama: ​padre e figlio vengono riconosciuti come tali dalla società;
3. Tractatus:​ il presunto padre, tratta il presunto figlio, come tale;

Se il figlio invece, non viene riconosciuto, è necessario distinguere tra: ​filiazione


matrimoniale e ​ ​non matrimoniale;

Filiazione matrimoniale:
L’Art. 231 stabilisce presuntivamente che il marito è il padre del figlio nato/concepito
durante il matrimonio, che assume il suo cognome (salvo accordo dei coniugi). La

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presunzione non opera trascorsi 300 giorni dal provvedimento con cui il giudice autorizza i
coniugi a vivere separati. La Filiazione si prova con l’atto di nascita iscritto nel R.S.C. e con
l’esistenza delle condizioni e​ x Art. 232​. In mancanza di atto, è sufficiente il ​possesso
continuo di stato​. In caso si mancanza di atto di nascita e possesso di Stato, si può ottenere
lo ​status ​di figlio, attraverso l​’azione di reclamo​. Essa è imprescrittibile e può essere
utilizzata non solo per l’ottenimento dello s​ tatus, ​ma anche per modificarlo perderlo. Si
pensi al figlio che intenda dimostrare di essere figlio nato fuori dal matrimonio, e non al
suo interno, perché figlio appunto di altri soggetti;
L’azione ​non può essere espressa q ​ uando è presente l’atto di nascita e/o il possesso di
stato, a meno che non sussistano condizioni particolari.
Esiste inoltre la possibilità inversa, cioè di disconoscere un figlio, attraverso l’azione di
disconoscimento della paternità, che è imprescrittibile per il figlio, e trasmissibile mortis
causa​, se il termine è ancora pendente agli ascendenti o ai discendenti del presunto padre
o figlio.

Filiazione fuori dal matrimonio:


La L'219/12 ha dato piena attuazione all’Art.30 Cost. tutelando giuridicamente e
socialmente i figli nati fuori dal matrimonio, portando ad una p ​ erfetta equiparazione l​ a
posizione giuridica del figlio fuori dal matrimonio e quello nato all'interno del matrimonio.
Ex Art. 250 il figlio può essere riconosciuto dai genitori che abbiano compiuto il sedicesimo
anno di età, se di età inferiore a seguito dell’autorizzazione giudiziaria, il riconoscimento del
figlio che abbia compiuto 14 anni n ​ on produce effetti senza il suo consenso,​o se di età
inferiore ​senza il consenso dell’altro genitore.​La natua dell’atto di riconscimento è
discussa, poiché oltre la volontarietà e la assoluta personalità, vi sono elementi negoziali.
Senza dubbio si tratta di una f​ attispecie complessa, poiché necessario il consenso del
genitore e del figlio (ultra 14enne o altrimenti del genitore che ha già riconosciuto).
Si tratta di un a​ tto puro, irrevocabile ​ed i​ rrinunciabile​.

Il Riconoscimento può essere impugnato dal figlio riconosciuto se maggiorenne, l’altro


genitore che abbia validamente riconosciuto il figlio e qualsivoglia interessato. Per il figlio
l’azione è imprescrittibile, per l’autore del riconoscimento il termine è di 1 anno, per gli altri
legittimari è di 5 anni. L’azione per ripugnare un riconoscimento avvenuto senza
autorizzazione è imprescrittibile; è esclusa l’impugnativa per d ​ olo​, discussa quella per
errore ​sull’identità della persona e la natura dell’atto. La maternità e la paternità possono
essere giudizialmente dichiarate, una volta che il riconoscimento è ammesso. La prova può
essere fornita con ogni mezzo e il diritto è quindi i​ mprescrittibile​.
La maternità è provata dimostrando la c​ oincidenza t​ ra colui che si considera figlio e colui
che è stato partorito. Per quanto riguarda la paternità: l dichiarazione della madre, o
l’esistenza di rapporti sessuali all’epoca del concepimento n ​ on hanno rilevanza​, sono
invece elementi probatori l​ a convivenza more uxorio tra i due presunti genitori, le
dichiarazioni scritte del presunto padre e il posseso di stato. L’indagine genetica (anche su
cadavere) è elemento rilevante ma n ​ on decisivo​. La legittimazione all’azione spetta solo a
colui che assume di essere figlio, o ai suoi discendenti entro due anni dalla morte, e al

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genitore esercente la responsabilità genitoriale. Legittimato passivo è il presunto genitore


e/o i suoi eredi.
Al genitore che ha riconosciuto il figlio spetta la responsabilità genitoriale, se il
riconoscimento è fatto da entrambi, la responsabilità è esercitata congiuntamente. Se i
genitori non convivono si applica la d
​ isciplina dell’affidamento condiviso.
Il riconoscimento dei figli incestuosi, i cui genitori sono cioè legati da vincolo di parentela o
affinità fino ad un determinato grado, deve essere necessariamente autorizzato dal giudice,
tutelando in ogni modo l’interesse del figlio cercando di evitargli ogni pregiudizio.

Funzione della pubblicità degli atti:


Gli atti giuridici devono essere pubblicizzati, il nostro ordinamento giuridico prevede tre
formalità pubblicitarie:
1. la pubblicità notizia​: svolge la funzione noviziale, cioè di far conoscere agli altri,
l’atto giuridico, funzione di m ​ era notizia (Es. le pubblicazioni matrimoniali, la
pubblicità della sentenza di interdizione);
2. la pubblicità dichiarativa​: ha la funzione di rendere opponibile il diritto a terzi, (Es.
la pubblicità immobiliare​);
3. la pubblicità costitutiva​: svolge la funzione di costituire, perfezionare la fattispecie
normativa (Es. l’​ipoteca​);

Le Successioni Mortis causa:


Fenomeno di trasmissione dei beni che trova fondamento sulla morte di un soggetto che
chiamiamo “​de cuius​”. Una delle sue prime ragion d’essere è: ​rimediare all​'horror vacui​,
un’altra ragion d’essere è quella di ​tutelare la famiglia​; altra esigenza è ​tutelare la volontà
del ​de cuius​ c​ he diventa ​decuius testatore​;

Il Meccanismo Successorio:
Esistono tre tipologie di successione:
1. legale​: per legge;
2. necessaria: (​ dei legittimari): ci deve essere sempre;
3. testamentaria​: che si basa sul testamento;

La s​ uccessione legale serve a trovare comunque e ad ogni costo un erede, è legata quindi
alla prima ragion d’essere dell'​horror vacui. ​Si applica quindi quando vi sono difficoltà a
rintracciare un erede, perché ad esempio manca il testamento o è parziale; Gli eredi per
legge sono: i figli, il coniuge, i parenti entro il sesto grado e lo Stato.

La successione necessaria serve a tutelare la famiglia ristretta, si lega quindi alla seconda
esigenza. Si concretizza a quell’insieme di regole volte ad assicurare ad ogni costo una
​ e cuius​. I ​legittimari s​ ono i figli, il coniuge e
parte di eredità ad alcuni stretti congiunti del d
gli ascendenti in mancanza dei figli (risultano quindi esserci dei soggetti in comune tra
legittimari ed eredi legittimi); queste norme quindi si applicano nei casi in cui i soggetti
indicati siano l​ esi (hanno avuto meno del dovuto) ​o p ​ retermessi (​ dimenticato dal d ​ e cuius

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nel suo testamento) ​nella loro ​quota di riserva​: ovvero quella parte minima del patrimonio
testamentario che spetta per legge a ciascun legittimario;

La successione testamentaria​, si lega alla terza ragion d’essere di tutelare la volontà del
testatore, è quindi quell'insieme di regole volte a tutelare la volontà del testatore espressa
nel testamento. I

I due ​Soggetti del meccanismo successorio sono chi d ​ ispone​, il ​de cuius e chi r​ iceve​. La
capacità di disporre riguarda solo le successioni testamentarie, la c ​ apacità a succedere
mortis causa r​ iguarda tutte le persone fisiche, ma anche gli enti. Anche il concepito ha
capacità a succedere, ma per testamento può succedere anche il non concepito figlio di
una persona vivente al momento dell’apertura del testamento. ​L’apertura della successione
si ha nel momento in cui la chiamata successoria si verifica, ovvero nel momento e nel
luogo della morte del de cuius; ​Per testamento non può ricevere il notaio che lo compila;
non può ricevere il t​ utore​ dell’interdetto. Non possono ricevere gli interpreti .

Oggetto della successione possono essere: l’eredità e il legato; l’eredità è una chiamata in
universum ius, nell’universalità del patrimonio del d​ e cuius​, è una chiamata a titolo
universale​, l’erede diventa metaforicamente la “continuazione in vita del d ​ e cuius
giuridicamente“. Il legato invece è un’attribuzione a titolo p ​ articolare​. Un d ​ e cuius
dovrebbe esprimersi con l’espressione “lego a il mio bene”. Se il legatario rifiuta un bene,
questo va a profitto dell’Onerato.

(N.B. L’eredità è una delle due figure dell’universalità di diritto, l‘altra è l’azienda);

L’eredità inoltre d ​ eve necessariamente essere accettata​, mentre il legato non ha


bisogno di accettazione, ​ma entrambe possono ovviamente essere rifiutate. Inoltre un’altra
differenza è che: l’erede risponde dei beni ereditari u ​ ltra vires (significa oltre il valore dei
beni ricevuti), il legatario ​intra vires (​ significa entro il valore dei beni ricevuti);

Non tutti i beni possono essere oggetti di successione, si tratta dei ​rapporti giuridici
intrasmissibili (​ m
​ ortis causa​):

1. Diritto alla personalità;


2. Diritti personalissimi, cioè che possono essere esercitati solo dall’interessato (Es.
diritto agli alimenti);
3. Alcuni rapporti negoziali/contrattuali (Es. i c
​ ontratti i​ ntuitus personae​, basati sulla
fiducia).

*(Si ereditano i contratti quando entrano in gioco un’impresa non piccola).

Come avviene la vicenda successoria? Può avvenire per l​ egge (legittima o necessaria) per
testamento​. Ci sono altri strumenti? Esiste il contratto di Successione? No, vige infatti il c.d.
di istituire i p
​ atti successori (​ Art. 458 C.C.), se vengono fatti sono ​nulli ​(cioè privi di ogni

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effetto​); i patti successori sono quei patti che riguardano una successione non ancora
aperta, sono:

1. Istitutivi: patti con i quali taluno si vincola ad istituire altri come propri eredi;
2. Dispositivi: patti con i quali si dispone di una chiamata ereditaria proveniente da
terzi non ancora attuale
3. Rinunciativi: patti con i quali si rinuncia ad una chiamate ereditaria non ancora
attuale;

Fanno eccezione i contratti riguardanti gli articoli 768 bis- octies, che disciplinano un
patto successorio eccezionalmente ammesso: il p ​ atto di famiglia​;

L’​indegnità: m​ entre l’incapacità a succedere è appunto l’incapacità ad entrare nelle


situazioni patrimoniali attive e passive del ​de cuius​, l’indegno invece p
​ uò ricevere ​ma non
può t​ rattenere quello che ha ricevuto. Funziona quindi come una causa di esclusione che
deve essere pronunciata dal giudice. L’indegnità ammette la riabilitazione, al contrario
dell’incapacità;

Le Cause dell’Indegnità Art.463 C.C:


1. Il soggetto è considerato indegno laddove compia determinati atti, riconosciuti dalla
legge, ​contro la persona fisica (Es. omicidio doloso, o tentato omicidio del
testatore e/o gli ascendenti e discendenti del testatore);
2. Atti contro la​ personalità morale (​ Es. la Calumnia);
3. Atti di violenza o con dolo, c
​ ontro la libertà testamentaria d
​ el ​de cuius​;
4. Decadenza della potestà genitoriale (introdotta nel 2005);

L’indegnità ha un carattere sanzionatorio, è quindi una p


​ ena di carattere personale (non
si trasmette quindi ai discendenti);

La Riabilitazione: è ​ la “soluzione” dell’ Indegnità, essa proviene dal d ​ e cuius s​ tesso. La


riabilitazione può essere ​totale​, il riabilitato potrà quindi succedere come e​ rede universale​.
Ma la riabilitazione può anche essere ​parziale (se nel testamento il d ​ e cuius assegna all’
indegno un bene specifico, l’indegno risulta essere p ​ arzialmente riabilitato a riguardo di
quell’ attribuzione patrimoniale);

La Diseredazione: ​è invece una c ​ lausola t​ estamentaria, con cui il ​de cuius ​afferma la
volontà che un determinato soggetto non partecipi alla sua successione testamentaria,
soggetto che ne avrebbe diritto in ragione della ​successione legittima​ l​ egale​);
Il legislatore nel 2013, con la riforma della filiazione, ha inserito una clausola tipica,
contenuta nell'Art. 448 bis C.C. con cui i figli sono nella possibilità di diseredare i genitori
che abbiano perso la r​ esponsabilità genitoriale​;

L’Accettazione dell’Eredità:

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L'eredità si acquista con l’accettazione da parte del “chiamato all’eredità”. L’accettazione è


una manifestazione di volontà all'accettazione della d​ elazione. P
​ uò avvenire:
1. In forma e ​ spressa​,la dichiarazione deve quindi essere ricevuta da un notaio o dal
Cancelliere del tribunale del circondario nel quale si è aperta la successione;
2. tramite un ​atto p
​ ubblico, depositato presso un notaio;
3. tramite ​scrittura​ ​privata​;

Se i chiamati all’eredità sono invece “persone giuridiche”, l’accettazione deve avvenire


obbligatoriamente con b ​ eneficio di inventario​. Stesso discorso anche per le società, i
minori e gli incapaci;

L’accettazione dell’eredità è un a ​ tto puro​, non suscettibile quindi a termini o condizioni.


Nulla è l’​accettazione​ ​parziale​ dell’eredità;

L’accettazione è ​tacita quando il chiamato, compie un atto che presuppone


necessariamente la volontà ad accettare, e che il chiamato non avrebbe potuto compiere
se non nella qualità di erede;
L’accettazione è ​presunta n​ elle ipotesi nelle quali si presume la volontà del chiamato ad
accettare; (Es. Art. 477/478: vendita o donazione dei beni ereditari, o alla rinuncia dietro
corrispettivo) queste due ipotesi sono d​ iscusse​.

Se il chiamato all’eredità muore senza aver accettata all’eredità, il diritto si trasmette agli
eredi del chiamato;

Il termine fissato dalla Giurisprudenza per accettare l’eredità è di 10 anni;

L’ordinamento ha previsto quindi un azione a tutela del creditore del defunto: l’​actio
interrogatoria​, con la quale si chiede al giudice che sia fissato un termine entro il quale se
il chiamato non accetta, il diritto ad accettare si perda (Decadenza del diritto);

L’atto dell’accettazione può essere impugnato per v ​ iolenza o ​ per ​dolo​. Risulta invece
dubbio se sia impugnabile o meno l’​accettazione per errore​. Parte di Dottrina sostiene
che l’errore potrebbe essere sostanzialmente di carattere economico e quindi non
impugnabile, altri sostengono che si potrebbe cadere in errore sulle qualità della persona
fisica (non voglio accettare l’eredità giuridica di un mafioso), o si potrebbe cadere in errore
di diritto (pensavo di essere legatario, invece ero erede) e in questi casi potrebbe essere
rilevante. Il termine dell’​impugnazione è​ prescrittibile in 5 anni;

L’accettazione con beneficio di inventario​: è posta a tutela dell’erede perché attraverso


di essa si perviene alla confusione tra patrimonio dell’erede e patrimonio ereditario.
L’accettazione con inventario prevede però che l’erede diventi titolare di tutti i diritti attivi e
passivi del d​ e cuius​. L’erede con inventario invece ha diritto a non pagare i debiti del d ​ e
​ le pretese dei l​ egati solo ​intra vires. ​Inoltre i creditori del d
cuius e ​ e cuius hanno precedenza
sul patrimonio ereditario rispetto ai creditori dell’erede. Deve essere fatta con atto pubblico
dinanzi un notaio o il cancelliere del tribunale dove si è aperta la successione, questa

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dichiarazione deve essere ​preceduta dall’ ​inventario sull’eredità. La prescrizione di questo


tipo di accettazione segue termini diversi a seconda che il chiamato all’eredità sia o meno
in possesso dei beni ereditari; Se lo è, il chiamato deve fare l’inventario entro ​3 mesi (​ che
può essere prolungato dal giudice) e nei successivi 40 giorni deve deliberare se accettare o
rinunciare all’eredità. Scaduti questi due termini, senza il chiamato abbia deciso se
accettare o meno, il chiamato è considerato e ​ rede puro e ​ s​ emplice​.
Se il chiamato non è in possesso dei beni ereditari, il termine diventa di 10 anni, ai quali
vanno aggiunti i 3 mesi per la redazione dell’inventario ei 40 giorni per l’accettazione. Se
non accetta in questo periodo di tempo diventa e ​ rede​ p
​ uro e ​ s​ emplice.
Trascorsi 3 mesi dall’accettazione del patrimonio ereditario mediante atto pubblico, si può
procedere alla ​liquidazione d ​ ei ​beni ereditari​, con l’ausilio di un n ​ otaio, ​una modalità di
pagamento ​concorsuale​ con pro
cedure ben definite.
L’erede che ha accettato con inventario può d ​ isinteressarsi della liquidazione dei beni
che viene quindi a ​ ffidata ad un curatore​, che si occuperà di s​ oddisfare i creditori​,
l’erede raccoglierà eventualmente il residuo.

La Rinuncia all’eredità: s​ e non si vuole accettare l’eredità è possibile procedere con la


rinuncia all'eredità​. Il C.C. la chiama rinuncia ma sarebbe stato più corretto usare la parola
rifiuto. (​ Indica meglio il concetto di qualcosa che non si ha). È un a ​ tto formale​, che va
quindi fatta con atto ricevuto da un notaio o da un cancelliere del tribunale territorialmente
competente e va annotato nel ​registro delle successioni​.

Le Caratteristiche:

1. È un ​atto puro​, non tollera cioè termini e condizioni.


2. È un atto ​necessariamente totale​, è vietata quindi la rinuncia parziale.
3. È un atto ​retroattivo​, chi rinuncia si considera come se mai chiamato.

Quando si può rinunciare? ​Non sempre, non si può ad esempio rifiutare ad una
successione non ancora aperta, in virtù del divieto dei patti successori e rinunciativi, con i
quali si rinuncia ad una successione non ancora aperta.

Art. 525 C.C., la Revoca della rinuncia: è


​ possibile farlo a due condizioni:

1. Che non sia ancora scaduto il termine per l’accettazione.


2. Che altri chiamati nel frattempo non abbiano accettato.

Art.524. C.C., impugnazione della rinuncia da parte dei creditori​: tutela, i creditori del
rinunziante, se qualcuno rinuncia ad un'eredità con d ​ anno ai creditori, essi possono f​ arsi
autorizzare dal giudice per accettare al suo posto, allo scopo di ​tutelare il credito​. La tutela
dei creditori si prescrive in 5 anni.

Accettazione e rinuncia si verificano entrambe f​ uori dal processo​, a differenza dell'​azione


di petizione ereditaria, c​ on la quale si richiede il patrimonio ereditario a seguito di un

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conflitto tra il vero erede e un usurpatore della qualità di erede professandosi tale senza
esserlo, o contro colui che possiede i beni ereditari senza giustificazione.

Azione di rivendica (non c'entra nulla con il diritto successorio) la c.d r​ ei vindicatio​. L'azione
con la quale si rivendica cioè si chiede di accertare la proprietà di un bene che si ritiene
proprio e di ottenerne il godimento contro chi ne contesta la proprietà.

Azione di rivendica Petizione ereditaria

Bisogna dimostrare di essere proprietario Bisogna dimostrare:


per agire fruttuosamente. a. di essere erede se l'altra parte
contesta questa qualifica.
b. provare che il bene posseduto da
convenuto faccia parte dell'asse
ereditario, se il convenuto stesso si
limita a possedere senza contestare
la qualità di erede in capo all'attore.

Riguarda un oggetto specifico. Riguarda l’eredità, un ​universum ius.

La Delazione ereditaria:
Delazione e vocazione ereditaria sono simili, hanno entrambe a che fare con la chiamata,
la d
​ elazione è l'​offerta oggettiva dell'eredità, la v ​ ocazione è la chiamata in senso
soggettivo​. La delazione è quindi ​unica​, ​la vocazione può invece essere di ​diverso tipo​,
perché guarda alla fonte (vocazione per legge e per testamento). Nella maggior parte dei
casi coincidono temporaneamente, avvengono quindi nello stesso momento, l'apertura
della successione, ma è possibile che mentre la ​vocazione è sempre attuale​, la ​delazione
concreta ​può essere rimandata nel tempo in un momento successivo e diverso alla morte
del ​de cuius​ (chiamata sottoposta a condizione sospensiva).

La delazione successiva: s​ trumento per rintracciare un erede (per rimediare al ​horror


vacui​), è quindi l'insieme di regole finalizzate a rintracciare in ogni modo un chiamato
all’eredità anche quando il primo chiamato e quelli successivi, non possano o non vogliano
accettare. In questo ordine di applicazione:

1. Sostituzione ordinaria: il testatore designa un sostituto nel caso in cui il chiamato


non possa o non voglia accettare; il sostituto subentra anche nelle obbligazioni del
primo chiamato, che non siano strettamente personali, se il testatore ha disposto
diversamente.
2. Rappresentazione: (​ non va confusa con la ​Rappresentanza, riguarda
essenzialmente il contratto), il chiamato, figlio o fratello/sorella del defunto, non può
o non vuole accettare, subentrano i discendenti di costui d ​ irettamente ​al ​de cuius,

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anche se avranno rinunciato all’eredità del loro ascendente o se siano indegni o


incapaci verso costui.

(N.B. La rappresentazione è strutturata su una finzione: si prevede che chi subentra


al primo chiamato che non può o non vuole accettare erediti direttamente dal ​de
cuius​, senza intermediazione di alcuno).

3. Accrescimento​: è un meccanismo di delazione successiva, che opera quando non


possono operare la sostituzione ordinaria e la rappresentazione e che consiste nella
regola per la quale se un chimato in via congiuntiva con altri non può o non vuole
accettare la sua quota di eredità o di legato viene assegnata a questi altri.
Il chiamato non può o non vuole accettare e vi è una vocazione congiuntiva, cioè:

a. successione legittima:​ chiamati ​ex lege ​nello stesso grado;


b. successione testamentaria:
1. istituzione di erede: i soggetti devono essere istituiti nello stesso
testamento e non deve esserci nessuna determinazione di parti ma
parti uguali (​coniuncto verbis​ e c​ oniunctio re​);
2. attribuzione legato: stesso oggetto a più persone (solo c​ oniunctio re)​.
Opera automaticamente senza bisogno di accettazione e si subentra
anche negli obblighi;

Se non opera nemmeno l’accrescimento: l’eredità si devolve agli eredi legittimi, mentre il
legato va a profitto dell’onerato (cioè l’erede).

Le Successioni Testamentarie:
(​Art. 587 C.C.​): “​il testamento è un atto revocabile con il quale taluno dispone per il tempo in
cui avrà cessato di vivere di tutte le proprie sostanze o di parte di esse”.

1. Atto​: Esistono due teorie, una che sostiene che il testamento sia un a ​ tto in senso
stretto​ (tra cui Gazzoni), l’altra sostiene che sia un n
​ egozio​.
2. Revocabile​: può essere privato di effetti dal de cuius fino al suo ultimo istante di
vita; è quindi l’atto revocabile per eccellenza, poiché si vuole tutelare la ​Libertà
testamentaria​.
3. Tipicità: A) ​dal punto di vista del contenuto, che è disciplinato dall’Art. 587 C.C. che
sostiene che mediante il testamento si ​dispone delle proprie sostanze​. Esiste però il
c.d. ​contenuto atipico del Testamento​, come ad esempio il riconoscimento di un
figlio .
B) d​ al punto di vista delle forme: il Testamento è infatti un a ​ tto formale​, vanno cioè
rispettate delle forme previste dalla legge;
4. Unilateralità e Unipersonalità: deve cioè provenire da un solo soggetto, vietando
così il contratto successorio, ma il Testamento è anche U ​ nipersonale, v​ ietando così il
testamento congiuntivo (cioè quello in cui Tizio e Caio dispongono con unico

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testamento dei propri averi) o reciproco (in cui Tizio e Caio si eleggono
vicendevolmente eredi, nello stesso Testamento);
5. Atto non recettizio​: un atto recettizio prende efficacia solo se portato a conoscenza
dell’altra parte. Il Testamento non essendo recettizio, il Testamento non ha bisogno
di essere portato a conoscenza di nessuno per essere efficace;

Le Forme testamentarie:
Si dividono in:
1. Testamenti ordinari: s​ ono a loro volta suddivisi in 3 tipologie:

a. olografo: i​ l più semplice da fare, ma anche il più insicuro in quanto chi lo fa


normalmente non è un esperto di diritto e non viene assistito da un legale,
ma è anche ​facilmente contraffabile​. Questo tipo di Testamento d ​ eve avere 3
caratteristiche: l’​olografia ​(deve essere scritto, di suo pugno dal testatore,
con la sua grafia abituale, è quindi vietato l’uso dello Stampatello o l’utilizzo
del Computer), la s​ ottoscrizione (deve essere firmato, non necessariamente
con il nome completo, ma deve riconducibile con certezza al d ​ e cuius​, va
inoltre posta alla fine del documento, perché in un testamento è valido
soltanto nella parte sovrastante alla firma se dotata di autonomia) e la ​data (
il riferimento temporale, non necessariamente gg/mm/aaaa, ma anche la
data di un evento ben precisabile affinché il tempo possa essere ricavabile
con precisione). Se manca ​olografia o sottoscrizione il testamento è n ​ ullo​, se
manca la ​data​, a date condizioni è ​annullabile​;

b. pubblico: ​è un testamento s​ icuro​, perché custodito da un notaio e quindi


difficilmente contraffabile, ma anche perché redatto d ​ al notaio ma
ovviamente s​ ottoscritto d​ all’interessato e dai t​ estimoni​; risulta quindi
essere più complesso da redigere;

c. segreto: ​è poco utilizzato, nonostante le sue positività, risulta essere


costituito “per atto di notaio”, con l’intervento di due testimoni, ma viene
redatto d ​ al ​de cuius ​che lo consegna al notaio, alla presenza di due
testimoni, che lo custodirà segretamente fino all’apertura della ​Successione​.
Data la presenza del notaio non è necessaria l’​olografia​;

2. Testamenti speciali: molto poco rilevati, perché vengono utilizzati in casi molto
particolari, come ad esempio Testamento a bordo di navi o aerei, in caso di guerra o
epidemia (Art. 609 C.C.) (hanno tra l’altro una validità temporale limitata);

3. *Testamento Internazionale: r​ edatto secondo le regole della convenzione di


Washington del 1973; ha quindi valenza in tutti gli stati che hanno sottoscritto quella
convenzione;

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La Volontà testamentaria:
Chi può fare testamento? In linea di massima tutti quanti, con queste precisazioni...
- Non può fare testamento: l’interdetto giudiziale, il minore, l’incapace naturale;
- Può farlo: il minore emancipato, l’inabilitato e il beneficiario di ADS, l’interdetto
legale;
Chi può ricevere da tesamento? in linea di massima tutti, ad eccezione di:
- Non può: il tutore, il protutore (durante il loro incarico), il notaio, i testimoni,
l'interprete;

Annullabilità del Testamento e Vizi del Consenso:​ (da approfondire sul manuale);

Elementi accidentali del Testamento​: sono elementi accessori, che non devono esserci
necessariamente, ma se vi sono, lo condizionano, sono: C
​ ondizione, Termine, Modus;

1. Condizione​: influisce sugli effetti che possono essere sospesi (Condizione


sospensiva), o risolti (Condizione risolutiva).
2. Termine​: scadenza temporale, il Testamento a termine è i​ llegale​, è possibile il
termine per il ​legato​, non per l’​erede​;
3. Modus: è ​ un obbligo imposto al testatore al beneficiario di una disposizione
testamentaria; normalmente non influisce sul lascito, però è possibile risolvere il
Testamento per inadempimento del modus se tale risoluzione è prevista dal
testatore, o se il modus rappresenta il motivo unico e determinante della sua
volontà;

La Revoca Testamentaria: ​atto con il quale si pone fine all’efficacia del testamento.Il
testamento può essere revocato fino all’ultimo istante di vita del testatore, le modalità di
revocare il testamento sono:

1. La revoca e ​ spressa​: Art. 680 C.C., può essere fatta soltanto con un nuovo
testamento, o con atto presenziato dal notaio alla presenza di due testimoni. Si
tratta di un atto ​formale​;
2. La revoca t​ acita​: Art. 682 C.C., il testamento posteriore che non revoca
espressamente i precedenti, ne annulla soltanto le attribuzioni che ne risultano
incompatibili. (in via implicita secondo il c. di c​ ompatibilità​); essa è sempre riferibile
alla ​volontà del sogg​;
3. La revoca p ​ resunta​: non c’è una positiva indagine sulla volontà del testatore, di
revocare la precedente attribuzione, la volontà di revocare è soltanto presuntiva, si
tratta quindi di casi previsti dalla legge:
- la cancellazione o distruzione parziale di testamento olografo; (​ ammette
prova contr.)
- ritiro del testamento segreto​, tranne che il testamento ora nelle mani del
testatore possa valere come testamento olografo;
- alienazione o ​ ​trasferimento del bene legato​, implicita volontà di revoca del
legato; (ammette prova contr.)

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4. *​La revocazione per s​ opravvenienza dei figli​: Art. 687 C.C., revocazione di ​diritto​,
non legata in generale alla volontà del ​de cuius;

Esiste inoltre la possibilità di “revocare la revoca”, le disposizioni revocate precedentemente


acquistano di nuovo efficacia. La revoca della revoca deve essere fatta con modalità
espressa​ (Art. 681 C.C.);

La Nullità del Testamento: un caso emblematico è quello dei ​gravi vizi di forma ​(mancanza
di firma o grafia abituale, se mancanza di data, ​Annullabilità​). L’Art. 590 C.C. disciplina la
conferma del testamento nullo, c​ he non proviene dal testatore, e non ha proprietà di far
diventare valido il testamento, che non lo è. Si tratta di un atto che proviene dal sogg, che
avrebbe interesse a far valere la nullità, ma per vari motivi vi rinuncia e quindi non può più
agire per la nullità.

L'Annullabilità del Testamento: g


​ eneralmente attribuibile ai vizi del consenso;

L’esecutore testamentario: A​ rt.700… C.C. soggetto incaricato a far eseguire la volontà del
testatore (che lo nomina), ha un potere c​ onservativo sul patrimonio, può essere immesso
al godimento del possesso dei beni del patrimonio, ma per un periodo massimo di un anno
(rinnovabile per un altro ancora). Se non è espressamente citato nel testamento, il suo
lavoro è gratuito;

La Successione legittima:
Ogni individuo può disporre dei propri beni per il tempo in cui avrà cessato di vivere,
tuttavia se il defunto non ha disposto in tutto o in parte di questi beni, interviene la legge
per disporre di questi beni, prediligendo i congiunti più prossimi, prediligendo . La
successione legittima è detto anche a ​ b intestato​ (senza testamento).
Sono quindi due i presupposti:
1. mancanza totale di testamento​, interviene interamente il regime predisposto dalla
legge;
2. il testatore ha disposto di alcuni suoi beni​, il regime predisposto dalla legge si
applica per i beni di cui non si fa menzione nel testamento;

Le categorie dei successivi:


Coniuge/unito​:
Civilmente: ad esso è riservata una disciplina del tutto peculiare, se infatti il coniuge
concorre con un solo figlio, a lui spetta la metà del patrimonio del defunto. Se vi sono più
figli al coniuge andrà ⅓ del patrimonio, se però vi sono ascendenti legittimi e collaterali
(genitori, fratelli), al coniuge andranno ⅔ del patrimonio; in mancanza di tali soggetti al
coniuge va l’intero patrimonio del defunto. Al coniuge superstite spetta altresì il diritto di
abitazione sulla casa adibita a residenza familiare (Art. 540 C.C.) e di uso dei mobili che
corredano la casa (ciò rappresenta un q ​ uid pluris, d
​ ella quota ereditaria);
Al coniuge separato a cui non è stata addebitata la separazione spettano i diritti ereditari,
così come elencati, se è separato con addebito, a lui spetta un assegno v​ italizio​, se versa in

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stato di bisogno, se è divorziato non ha diritto di partecipare alla successione, ma se versa


in stato di bisogno può essergli attribuito un assegno periodico che graverà sull eredità.
All’unito civilmente separato non spetta la titolarità del diritto successorio;
Il convivente m​ ore uxorio​ non è considerato come titolare del diritto successorio e​ x lege​;

Discendenti:
In seguito alla riforma della f​ iliazione​, non sussiste più la divisione tra figli legittimi e
illegittimi, ma esiste soltanto lo S ​ tatus di figlio unico​, succedono tutti in parti uguali tra
loro, e se vi sono i figlio, non sono chiamati a succedere gli ascendenti e i collaterali. Se i
figli pre muoiono rispetto al d ​ e cuius​, a loro succedono per rappresentazione i discendenti
dei figli stessi, che escludono così dalla successione gli altri potenziali eredi legittimi, in
quanto si collocano nella successione nella medesima posizione del rappresentato (figlio
premorto).
Figli non riconosciuti: Art. 580 C.C: dispone che ai figli nati fuori dal matrimonio che non
siano riconoscibili (figli incestuosi) spetti l’assegno vitalizio pari all’ammontare della quota
di eredità alla quale avrebbero diritto se la filiazione fosse stata riconosciuta o dichiarata,
poiché però ormai anche i figli incestuosi possono agire per ottenere l'accertamento
giudiziale del rapporto di filiazione, l’Art. 580 si applica solo nelle ipotesi in cui il figlio
incestuoso non abbia chiesto tale accertamento, e preferisca agire per ottenere il solo
assegno di mantenimento.

Genitori e altri ascendenti, fratelli, sorelle (collaterali):


I genitori succedono soltanto in mancanza di prole, in eguali porzioni, lo stesso i fratelli.
Gli altri ascendenti (nonni) succedono concorrendo con i fratelli e sorelle del d
​ e cuius;

Altri Collaterali:
Non discendono l'una dall’altra, ma hanno capostipite comune, possono succedere solo
quando non vi siano altri eredi possibili. La successione non ha luogo oltre il sesto grado.

Se non vi sono successibili entro il sesto grado, si ha la S


​ uccessione dello Stato​, l’acquisto
opera di diritto, lo Stato n
​ on risponde dei debiti ereditari e dei legati oltre il valore dei
beni acquistati​.

La Successione necessaria (dei legittimari):


Ognuno può disporre dei propri beni nel modo che ritiene più opportuno, ma non devono
essere lesi i diritti che la legge assicura ai congiunti più stretti. La legge infatti riserva una
determinata quota a determinate categorie di successibili: il coniuge, i figli e in mancanza
di figli gli ascendenti; la c.d ​quota di riserva​;
(​Gli eredi legittimi sono coloro ai quali l​ a legge devolve​ l’eredità in mancanza di testamento.
I Legittimari invece ​per legge devono ereditare una quota d ​ ei beni del de cuius anche in
presenza di testamento​); I legittimari sono soggetti che rientrano nella più ampia categoria
degli e ​ redi legittimi​, che si avvalgono della qualità di legittimario qualora vengano l​ esi ​o
pretermessi​;

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1. Un legittimario è leso quando gli viene negata una parte della quota di riserva;
2. Un legittimario è pretermesso quando non è considerato in alcun modo dal ​de cuius;

Se viene leso o pretermesso il legittimario può opporsi per mezzo dell’​azione di riduzione​:
azione con la quale il legittimario tutela il proprio diritto a vedersi reintegrato nella sua
piena quota di riserva, agisce riducendo le disposizioni lesive della quota di legittima;
Le quote di riserva non esauriscono mai l’intero patrimonio del d ​ e cuius​, poiché si
accompagnano con la c.d. q ​ uota disponibile​, di cui si può disporre liberamente.

1. Riunione fittizia​: mera operazione matematica, che risponde a suddetta formula:


Relictum ​(ciò che in positivo rimane del patrimonio alla morte del d ​ e cuius​) +
Donatum ​(le donazioni fatte dal ​de cuius​ in vita a determinati soggetti)​ - D
​ ebiti;

2. Azione di riduzione​: si riducono per prima cosa le quote dei successori legittimi non
legittimari e le disposizioni testamentarie proporzionalmente, infine si riducono le
donazioni a cominciare dall’ultima; [si aggredisco per prime le disposizioni
testamentarie, perché sono loro verosimilmente ad aver cagionato la lesione,
essendo in ordine di tempo le ultime. Lo si fa proporzionalmente perché il
testamento ha efficacia lesiva contestuale in tutte le sue parti, sarebbe quindi
arbitrario ridurre una disposizione, piuttosto che un’altra. Allo stesso modo si
aggredisce l’ultima donazione perché si presume che l'ultima donazione sia stata
quella lesiva]
3. Azione di restituzione​: per aggredire i beni al fine di reintegrare la quota di riserva,
ove suddetti beni siano ormai usciti dalla sfera giuridica del soggetto convenuto per
riduzione; (il terzo può far salvo l’acquisto);

(NB: si possono aggredire per riduzione tanto i lasciti testamentari quanto le donazioni);

Categorie dei legittimari:


1. Coniuge /unito civilmente: ​In mancanza di figli e ascendenti al coniuge è riservata
una quota della metà, se vi sono figli o ascendenti, questa quota varia a seconda del
numero e della qualità degli altri legittimari. Al coniuge è riservato il diritto di
abitazione della casa familiare (Art. 540 C.C.) e dei mobili che la corredano, a
differenza di quanto accade della ​successione legittima​, i diritti ​non si aggiungono
ma gravano sulla ​quota disponibile e se questa non è sufficente sulla quota di
riserva di spettanza del coniuge. Al coniuge separato spettano gli stessi diritti se
senza addebito, se con addebito spetta l'assegno vitalizio.

2. Figli: a
​ d essi spetta una ​quota di riserva che vairs in base al numero dei figli e la
presenza o meno del coniuge, proprio perché variabile si parla di ​quota mobile;
3. Ascendenti: ​la riserva in loro favore opera, solo se il defunto non lascia figli, in quel
caso a loro spetta ⅓ , se vi è il coniuge si riduce ad ¼

Se vi sono legittimari al momento dell’apertura della successione, il patrimonio del ​de cuius
si divide in due parti:

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1. parte disponibile:​ della quale il ​de cuius​ poteva disporre a proprio piacimento;
2. parte di riserva: per la quale il de cuius non poteva disporre a suo piacimento
perché di spettanza dei l​ egittimari; l​ a legittima è i​ ntangibile e il legittimario ha
diritto di ottenere la propria quota, senza che il testatore possa imporre alcun peso
o alcuna condizione. Si parla a tal proposito di p ​ rincipio d
​ i ​intangibilità ​della
legittima,che può però subire alcune deroghe: la c.d ​cautela sociniana (Art.550
C.C.)​, il ​legato ​in s​ ostituzione di legittima (Art.551 C.C.): ​rappresenta un altro
temperamento al principio dell’intangibilità della quota di legittima. Talora i testatori
per evitare un frazionamento del patrimonio possono attribuire al legittimario un
legato di somma per un valore uguale o comunque superiore a valore della
legittima, a condizione che esso rinunci ad ogni altra pretesa sull’eredità, il
legittimario può rinunciare al legato e richiedere la sua quota di riserva, o accettare
il legato, perdendo ogni pretesa sulla sua quota di legittima; la norma non si applica
se il testatore ha attribuito al legatario un supplemento per raggiungere la sua
quota di legittima. Si acquista al momento della successione, automaticamente e
senza bisogno dell’accettazione, l’eventuale rinuncia va fatta per iscritto. Il lascito del
legato si ritiene in successione di legittima, solo se si evince volontà inequivocabile
del testatore, altrimenti si tratta di legato ​in conto di legittima. ​In tal caso il
testatore fa al legittimario un'attribuzione che deve essere calcolata ai fini della
legittima, ma non è alternativa ad essa, il legittimario dunque può ben chiedere un
supplemento, se i beni attribuitigli non raggiungono l’entità della legittima;

La riunione fittizia: per stabilire se il testatore abbia leso i diritti dei legittimari, occorre
calcolare l’entità del suo patrimonio, all’epoca dell’apertura della successione, la riunione è
dunque un’operazione contabile, mediante la quale si calcola il valore dei beni che
appartenevano al defunto al momento dell’apertura della successione;

La Suddivisione ereditaria e le donazioni:


Presupposto della D ​ ivisione ereditaria è la ​Comunione ereditaria​. Le quote ereditarie sono
quote ideali, su un valore dell’eredità, non sui singoli beni, non esiste diritto alla legittima
qualitativa (ad eccezione dell’Art. 540 C.C. e la c.d. C ​ autela sociniana​), esiste un diritto alla
quota quantitativa;
L’efficacia della divisione è d ​ ichiarativa: “​è come se ciò che si ottiene all’esito della divisione
fosse sempre stato di quel soggetto​”;
Im
​ odi​ per procedere alla d ​ ivisione​:
1. Divisione contrattuale​: accordo con i quali i coeredi si dividono l’eredità, in quanto
contratto p​ lurilaterale​ necessita del consenso di tutti all’accordo, pena la l​ a nullità​;
2. Divisione giudiziale​: operata dal giudice in assenza di accordo tra le parti;
3. Divisione fatta dal testatore​: in cui il testatore divide per mezzo del testamento i
beni autonomamente, evitando ​ab origine che si formi la comunione, non ne scioglie
una esistente; (metodo s​ ui generis​);

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lOMoARcPSD|11258259

L’Art. 720 C.C.: riguarda i beni immobili non comodamente divisibili, informandosi su una
disciplina che sostiene che il tutto spetta al maggior quotista, che deve dare conguagli agli
altri quotisti;
Per poter procedere alla divisione è necessario procedere preventivamente alla ​Collazione​,
si tratta del conferimento di beni ricevuti in donazione da soggetti particolari: il coniuge, i
figli e i discendenti, salvo dispensa (il ​de cuius a
​ bbia dispensato da collazione). Per poter
procedere a Collazione è necessario per la C. Cassazione, un minimo di R ​ elictum​. Viene
eseguita con alcune modalità:
1. Beni mobili: imputa;
2. Denaro: Art. 751 C.C.
3. Beni immobili: imputare il valore, o “in natura”;

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