Riv Russa
Riv Russa
Riv Russa
Premesse
Nel corso del 17esimo secolo la Russia tenta di allargare i propri domini sia nel territorio asiatico che nel territorio
europeo. Ciò comportò il possedimento di territori davvero vasti, i quali includevano popolazioni di varie etnie e
tradizioni: slavi, finlandesi, repubbliche baltiche, polacchi, ungheresi, ucraini, repubbliche caucasiche, mongoli ecc.
A Nicola I seguì sul trono suo figlio Alessandro II, nel 1855. La Russia era classificabile come uno degli stati più
arretrati del panorama mondiale: la monarchia era infatti assoluta (assimilabile a quella di Luigi XIV), con uno zar
autocratico, non v’era uno straccio di costituzione, la società era arretrata a livello sia sociale che economico, con la
stragrande maggioranza povera e la cui totalità delle ricchezze dello stato era detenuta da appena il 5% della
popolazione (ecclesiasti, militari, uomini di stato ecc.); addirittura, i contadini erano legati al proprio lavoro ancora
tramite degli accordi di tipo feudale.
Nel 1861 Alessandro II eliminò la servitù della gleba: ciò portò i contadini a dover spendere i pochi soldi finalmente
guadagnati nell’affitto delle terre da coltivare, lasciandoli quindi in una invariata condizione di povertà. Questa
riforma fece sì che nascesse la figura dei “kulaki”, dei contadini “arricchiti” che avevano modo di comprare le terre da
coltivare e talvolta di affittarle ad altri, permettendo loro di elevarsi economicamente.
Nell’ultima metà dell’Ottocento, Alessandro II, Alessandro III (dal 1881) e Nicola II poi (dal 1896) iniziarono un
processo di innovazione industriale forzato, sulla scia dei paesi occidentali, per il quale furono necessari grandi sforzi
ma soprattutto ingenti finanziamenti stranieri. Tale innovazione avvenne principalmente nelle zone di San
Pietroburgo (poi Pietrogrado, successivamente Leningrado), Mosca e Baku. Le persone coinvolte toccavano però
appena le 40.000, su circa 130mln.
da una parte abbiamo i social rivoluzionari, slavofili, i quali vedevano l’Occidente come una minaccia;
avevano paura che imitando i loro modi e le loro tradizioni la Russia avrebbe avuto nuovi problemi come
quello dell’inquinamento ambientale, lo sfruttamento sul lavoro, la criminalità crescente e che ciò avrebbe
portato ad un repentino declino; per questo motivo volevano una rivoluzione seguendo la “via russa”,
mantenendo i propri modi e le proprie tradizioni;
dall’altra parte abbiamo i marxisti, i quali (rifacendosi agli scritti di Karl Marx, appunto) credevano che una
rivoluzione sarebbe stata possibile solo con l’acutizzarsi delle tensioni fra classi sociali, quindi fra capitalisti e
lavoratori; per giungere ad una lotta di classe era necessario quindi formare una classe operaia (proletari), la
quale avrebbe dovuto lavorare nelle nuove industrie nascenti (erano quindi a favore di questa innovazione
industriale).
I marxisti non rimasero sempre fedeli alle idee evangelizzate dal Manifesto, ma con l’ascesa al potere di Lenin le
teorie in cui credevano vennero pian piano modificate ed adattate agli obiettivi prefissati da quest’ultimo.
Il neonato socialismo (per definizione, complesso di ideologie, movimenti e dottrine tendente a una trasformazione
della società finalizzata a ridurre le disuguaglianze fra i cittadini sul piano sociale, economico e giuridico) portò quindi
alla nascita di diversi partiti politici, sia aderenti a tali idee che di opposizione.
Il Partito Operaio Social Democratico (fra gli esponenti ritroviamo Kerenskij) era ufficialmente il partito dei lavoratori.
Esso era diviso in due correnti:
i Menscevichi (dal russo “minoritari”), i quali seguivano una linea più riformista (come già visto per l’Italia) e
che aveva fra le proprie file esponenti come Martov.
I Bolscevichi (dal russo “maggioritari”), i quali volevano un totale cambiamento della società, perciò una
rivoluzione; fra i suoi esponenti ritroviamo Lenin (pseudonimo di Vladimir Il'ič Ul'janov); sarà da quest’ultimo
che nascerà il Partito Comunista nel 1918.
Nel 1903 vi fu un Congresso del partito social democratico, durante il quale vennero ufficialmente scissi menscevichi
e bolscevichi in due partiti differenti, guidati da Martov e Lenin.
Fra gli oppositori v’è il Partito dei Kadetti, di stampo liberale, i quali vogliono una monarchia parlamentare, più
moderna, con un parlamento ed una costituzione occidentalizzate.
Nonostante il fallimento della rivoluzione, lo zar Nicola II concede una poco approfondita costituzione e l’istituzione
di un Parlamento (chiamato Duma), il quale verrà poi privato di ogni potere e funzione e perciò destituito.
In seguito a questi avvenimenti, tanti sovvertitori come Lenin verranno esiliati; quest’ultimo si rifugerà prima in
territorio austriaco, per poi stabilirsi in Svizzera.
Perciò l’8 marzo 1917, sotto spinta delle donne (le quali avevano assunto un importante ruolo nel panorama
lavorativo e sociale nella Russia sotto l’influenza marxista) ebbe inizio la rivoluzione. Essa portò alle dimissioni di
Nicola II, il quale tenterà di affidare il trono al fratello Michail, il quale a sua volta si rifiutò. Venne quindi istituito un
governo provvisorio, di stampo liberal-borghese, con a capo il principe L’vov (Livov), il quale includeva esponenti di
tutti i partiti politici russi ad esclusione dei bolscevichi.
È in questo contesto che avverrà il ritorno di Lenin in Russia dall’esilio, il 16 aprile 1917, su un treno chiodato. Nel
proprio tragitto egli aveva attraversato, fra i vari stati, la Germania, la quale non s’era opposta ma aveva anzi
agevolato il suo viaggio, speranzosi che il suo avvento potesse indebolire la Russia e permettendole di essere
depennata dalla lista degli oppositori nel conflitto mondiale.
Lenin scrisse in quel periodo le celebri “Tesi di Aprile”, le quali in dieci punti affermavano:
bisognava uscire dalla guerra mondiale, poiché essa non era giustificabile nemmeno come “guerra a difesa
della rivoluzione”;
non bisognava appoggiare per nessun motivo il governo provvisorio instauratosi, poiché essendo di stampo
capitalista esso avrebbe puntato puramente all’arricchimento e all’espansione imperialistica e coloniale,
ripercorrendo le orme dei precedenti zar;
essendo al momento in minoranza, i bolscevichi si impegnano a criticare e spiegare gli errori del governo
provvisorio, aprendo gli occhi alle masse ed acquisendo naturalmente consensi;
è doveroso specificare come questo rappresenti solo un primo passo verso la messa in pratica di un
“socialismo di stato”;
il programma agrario del partito doveva prevedere la confisca di tutte le grandi proprietà fondiarie e la
nazionalizzazione di tutte le terre, mettendole a disposizione dei soviet locali e dei contadini.
Tesi di Aprile
Il governo provvisorio instauratosi sceglie di non abbandonare il conflitto mondiale, ma anzi sferrano un grande
attacco e ne escono duramente sconfitti. In seguito a questa disfatta, vi sarà il tentativo di un colpo di stato (le
giornate di luglio), ma saranno proprio i contadini e i bolscevichi (quindi Lenin) a debellarlo, guadagnandosi la fiducia
e l’appoggio del popolo. In seguito al golpe fallito, si instaurerà un nuovo governo nel mese di agosto (governo dei
Soviet), di stampo moderato (non liberale) con Kerenskij capo di gabinetto.
È così che i già citati “soviet” prendono sempre più piede. Soviet era il nome attribuito alle assemblee dei lavoratori
delle fabbriche. Nati nel 1903, essi rappresentavano un vero e proprio simbolo d’unione, poiché ogni decisione era
presa di comune accordo; non vi era un “capo” o un “rappresentante”, ma bensì uno o più delegati, i quali si
occupavano di riferire esattamente ciò che si era deciso di riferire in assemblea.
E sarà in seguito alla Rivoluzione d’ottobre che i soviet diverranno fondamentali: una rivoluzione molto meno dura e
cruenta rispetto alle precedenti, che vede come data simbolo il 25/10/1917, la data della presa del Palazzo d’Inverno
(come presa della Bastiglia). Altro atto fondamentale della rivoluzione d’ottobre sarà la presa della radio (ottenuta
con dei semplici accordi), la quale farà propaganda per i bolscevichi h24.
Per dare una Carta al popolo russo, vengono indette le elezioni per formare l’assemblea costituente. Lenin era
contrario alla cosa, poiché riteneva che il voto fosse un approccio troppo liberale. Nonostante ciò si va al voto e i
social-rivoluzionari ottengono la maggioranza, mentre i bolscevichi si attestano attorno al 25%.
Si cerca effettivamente di trovare una quadra, ma era impossibile far collaborare fazioni politiche così diverse; la
seduta è perciò tolta, e viene riconvocata per il giorno dopo. E sarà proprio il giorno seguente (gennaio-febbraio 1918)
che una volta giunti al Palazzo, i costituenti lo troveranno sbarrato dai bolscevichi, i quali dichiarano l’assemblea
costituente sciolta e danno inizio al Regime del Proletariato.
Nonostante il nome e le radici di questo regime, il potere era in realtà detenuto da 5 figure: Lenin, Stalin, Zinoviev,
Kamenev e Trockij; quest’ultimo venne reso capo dell’esercito. Nel mese di marzo, il partito viene rinominato PCR
(Partito comunista russa), il quale diverrò poi nel 1922 PCUS (Partito comunista Unione Sovietica). Il primo atto di
questo “esecutivo” sarà la nazionalizzazione di tutte le terre dello stato. Successivamente, si giungerà alla pace di
Brest-Litovsk con la Germania, la quale imporrà delle dure pene alla Russia. Ciò porterà a dover riconoscere
l’autonomia di tutti quei territori “non propriamente russi” (Finlandia, Polonia, territori nei Balcani ecc.) ad eccezione
dell’Ucraina.
La guerra civile
Dalla primavera del ’18 sino al finire del ’22 assistiamo in Russia ad una guerra civile fra i bolscevichi e le forze
controrivoluzionarie.
Da una parte v’era l’Armata Rossa (bolscevichi) messa in piedi da Trockij, eccellentemente organizzata e chiaramente
a favore della rivoluzione, mentre dall’altra l’Armata Bianca (colore reale dei Romanov, imprigionati a Ekaterinburg)
composta da un’unione di forze antirivoluzionarie russe e truppe straniere (inglesi, francesi, balcani), inviate sia per
conservare integra l’alleanza, che per evitare che vi fosse una sorta di “contagio rivoluzionario” se le cose fossero
procedute troppo lisce.
Questa guerra civile vedrà la vittoria dell’Armata rossa, grazie anche all’appoggio dei contadini, i quali non avevano
intenzione di perdere quel poco che avevano guadagnato; i morti erano quasi 3 mln.
Nel luglio del 1918 venne istituita la Costituzione della Russia bolscevica, che si rifaceva alla Repubblica Socialista
Sovietica Federata Russa (RSSFR, cioè i territori dell’odierna Russia), e venne poi allargata nel 1922 agli altri stati con
la nascita dell’URSS.
Il potere rimane nelle mani di quella stretta cerchia di persone, che governa con autorità e durezza. La situazione
economica risultava drammatica: durante la guerra civile, infatti venne adottato il comunismo di guerra, cioè una
serie di provvedimenti (di stampo comunista) presi durante tale periodo. Essi comprendevano la nazionalizzazione
delle industrie, il controllo del commercio da parte dello Stato, la creazione di nuove aziende agricole e la coscrizione
obbligatoria del lavoro. La mancanza di produzione e di materie prime porterà ad una grande carestia.
Per superare questa situazione ci si affiderà alla NEP (Nuova politica economica) del ’21, e che durerà fino al 1924
secondo la sua concezione originale, per poi essere gradatamente limitata ed eliminata sino al 1928. Essa fu un
particolare sistema economico misto socialista, di sinistra popolare, caratterizzato da un'economia di libero mercato
nell'ambito della produzione agricola e del variegato complesso commerciale di piccole e medio-piccole imprese
nazionali, caratterizzato dalla forte presenza di una solida e rigida pianificazione e regolamentazione dirigenziale; non
torna quindi la proprietà privata dei mezzi, ma assistiamo più ad una sorta di “gestione privata” dei mezzi di
produzione.
Nel 1924 Lenin morirà per un ictus, ed è allora che Stalin e Trockij arrivano allo scontro per il potere, da cui Stalin ne
uscì vittorioso. Iniziò perciò la fase del terrore staliniano, nella quale ogni suo oppositore politico o personaggio
scomodo verrà fatto fuori (tra cui Trockij stesso, assassinato nel 1940 nella sua casa di Città del Messico).