DocumentoInformativo 2023 12
DocumentoInformativo 2023 12
DocumentoInformativo 2023 12
Il presente documento, redatto ai sensi del D. Lgs. n. 58/1998 - “Testo Unico della Finanza”,
nonché dei Regolamenti Consob, Banca d’Italia ed UE di attuazione, deve essere consegnato al
cliente o al potenziale cliente, in tempo utile prima che questi sia vincolato da un accordo per la
prestazione di servizi di investimento o servizi accessori o prima della prestazione di tali servizi.
Indice
BANCA D’ITALIA
Amministrazione Centrale
Via Nazionale, 91
00184 ROMA RM
Tel. 06 / 47921
BANCA D’ITALIA
Sede di Bari
Corso Cavour, 4
70122 BARI BA
Tel: 080 / 5731111
c) SOTTOSCRIZIONE E/O COLLOCAMENTO CON ASSUNZIONE A FERMO OVVERO CON ASSUNZIONE DI GARANZIA DEI
CONFRONTI DELL’EMITTENTE;
c-bis) COLLOCAMENTO SENZA ASSUNZIONE A FERMO NE’ ASSUNZIONE DI GARANZIA DEI CONFRONTI DELL’EMITTENTE
L'attività di collocamento viene svolta con o senza preventiva sottoscrizione o acquisto a fermo, ovvero assunzione di garanzia nei
confronti dell'emittente, relativamente alle seguenti tipologie di strumenti finanziari:
- azioni proprie e di terzi;
- obbligazioni convertibili proprie e di terzi;
- obbligazioni ordinarie proprie e di terzi;
- titoli di stato;
- certificati di deposito propri e di terzi;
- quote di fondi comuni di investimento e SICAV;
- polizze di assicurazione di terzi classificate quali strumenti finanziari.
La Banca può prestare i suddetti servizi di investimento offrendoli alla propria clientela insieme ad altri servizi o prodotti, come parte di
un pacchetto o come presupposto per l’ottenimento di determinate condizioni applicate all'intero pacchetto. In ogni caso, è sempre
possibile per il Cliente acquistare separatamente i singoli prodotti inseriti nel pacchetto di offerta. In caso di acquisto distinto dei vari
servizi inseriti nel pacchetto, la Banca fornisce al Cliente evidenza separata dei costi e degli oneri di ciascun servizio o prodotto
sottoscritto.
Occorre distinguere innanzitutto tra titoli di capitale (i titoli più diffusi di tale categoria sono le azioni) e titoli di debito (tra i più diffusi
titoli di debito si ricordano le obbligazioni e i certificati di deposito), tenendo conto che:
acquistando titoli di capitale si diviene soci della società emittente, partecipando per intero al rischio economico della medesima; chi
investe in titoli azionari ha diritto a percepire annualmente il dividendo sugli utili conseguiti nel periodo di riferimento che l’assemblea
dei soci deciderà di distribuire. L’assemblea dei soci può comunque stabilire di non distribuire alcun dividendo;
acquistando titoli di debito si diviene finanziatori della società o degli enti che li hanno emessi e si ha diritto a percepire
periodicamente gli interessi previsti dal regolamento dell’emissione e, alla scadenza, al rimborso del capitale prestato.
A parità di altre condizioni, un titolo di capitale è più rischioso di un titolo di debito, in quanto la remunerazione spettante a chi lo
possiede è maggiormente legata all’andamento economico della società emittente. Il detentore di titoli di debito invece rischierà di non
essere remunerato solo in caso di dissesto finanziario della società emittente.
Inoltre, in caso di fallimento della società emittente, i detentori di titoli di debito potranno partecipare, con gli altri creditori, alla
suddivisione - che comunque si realizza in tempi solitamente molto lunghi - dei proventi derivanti dal realizzo delle attività della società,
mentre è pressoché escluso che i detentori di titoli di capitale possano vedersi restituire una parte di quanto investito.
Con riferimento ai titoli di debito emessi dalle banche e dalle imprese di investimento comunitarie, un ulteriore fattore di rischio è
riconducibile al cosiddetto bail in, introdotto nell’ordinamento giuridico italiano, a far tempo dal 01.01.2016, con i Decreti Legislativi n.
180 e n. 181 del 16 novembre 2015, con i quali è stata data attuazione alla Direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive)
n.2014/59/UE in tema di regole armonizzate per prevenire e gestire le crisi delle banche e delle imprese di investimento comunitarie.
I Decreti Legislativi, che hanno dato attuazione alla Direttiva UE, prevedono che Banca d’Italia (Autorità di risoluzione nazionale), tra i
vari poteri conferiti, in situazioni caratterizzate da uno stato di dissesto potrebbe applicare il cosiddetto bail in, ossia svalutare azioni e
crediti vantati dai clienti e/o convertirli in azioni per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca in difficoltà o una nuova entità che ne
continui le funzioni essenziali.
Il principio alla base è che chi investe in strumenti finanziari più rischiosi sostiene prima degli altri le eventuali perdite. Solo dopo aver
esaurito tutte le risorse della categoria più rischiosa si passa alla categoria successiva.
L’ordine di priorità stabilito per il bail in è il seguente:
a) gli azionisti;
b) i detentori di altri titoli di capitale,
c) gli altri creditori subordinati;
d) i creditori chirografari;
e) le persone fisiche e le piccole e medie imprese titolari di depositi per l’importo eccedente i 100.000 euro;
f) fondo di garanzia dei depositi, che contribuisce al bail in al posto dei depositanti protetti.
In considerazione di quanto sopra, le obbligazioni subordinate presentano un rischio teorico superiore a quello delle obbligazioni
ordinarie, in quanto, in caso di applicazione del meccanismo di bail in, subiscono le perdite immediatamente dopo le azioni e gli altri
titoli di capitale.
Il meccanismo del bail in è applicabile ai titoli emessi da tutte le banche e le imprese di investimento aventi sede legale – o anche solo
succursale - in Italia o nell’Unione europea.
Sono completamente esclusi dall’ambito di applicazione della normativa, tra l’altro:
i depositi protetti dal sistema di garanzia dei depositi, cioè quelli di importo fino a 100.000 euro, come ad esempio i conti correnti, i
depositi a risparmio ed i certificati di deposito;
le passività derivanti dalla detenzione di beni della clientela o in virtù di una relazione fiduciaria, come ad esempio il contenuto delle
cassette di sicurezza o i titoli detenuti in un conto apposito;
le passività garantite, inclusi i covered bonds e altri strumenti garantiti.
In circostanze eccezionali le Autorità possono discrezionalmente escludere ulteriori passività.
Le polizze index linked sono una particolare tipologia di prodotto assicurativo il cui valore è correlato all’andamento di un indice di
mercato (normalmente di carattere azionario). La struttura di tali strumenti finanziari prevede normalmente un grado di copertura del
capitale a scadenza, parziale o integrale, ed un coefficiente di partecipazione alla performance di un’attività finanziaria. In alcuni casi è
previsto un rendimento minimo garantito, che va a confrontarsi con la percentuale di rivalutazione derivante dall’apprezzamento del
parametro. Queste polizze, ad alto contenuto finanziario, permettono al contraente di sfruttare le opportunità offerte da investimenti
tipicamente a rischio, come quello azionario, senza correre i rischi in conto capitale propri delle azioni.
Le polizze unit linked sono polizze assicurative a carattere finanziario. Normalmente non costituiscono uno strumento per assicurarsi
contro un evento dannoso, ma rappresentano un modo per investire il risparmio. Le polizze unit linked non hanno, di norma, capitale e
rendimento minimo garantito; la somma investita è utilizzata per sottoscrivere quote di fondi comuni e Sicav (sia azionari che
obbligazionari).
Il Cliente deve attentamente valutare la durata dell’operazione prima di effettuare la sottoscrizione di polizze index linked e unit linked, in
quanto il rimborso prima della scadenza potrebbe comportare, da parte della compagnia emittente, l’applicazione di penalizzazioni
anche consistenti.
Sia per i titoli di capitale che per i titoli di debito, il rischio può essere idealmente scomposto in due componenti: il rischio specifico ed il
rischio generico (o sistematico). Il rischio specifico dipende dalle caratteristiche peculiari dell’emittente e può essere diminuito
sostanzialmente attraverso la suddivisione del proprio investimento tra titoli emessi da emittenti diversi (diversificazione del portafoglio),
mentre il rischio sistematico rappresenta quella parte di variabilità del prezzo di ciascun titolo che dipende dalle fluttuazioni del mercato
e non può essere eliminato per il tramite della diversificazione.
Il rischio sistematico per i titoli di capitale trattati su un mercato organizzato si origina dalle variazioni del mercato in generale; variazioni
che possono essere identificate nei movimenti dell’indice del mercato.
Il rischio sistematico dei titoli di debito si origina dalle fluttuazioni dei tassi d’interesse di mercato che si ripercuotono sui prezzi (e quindi
sui rendimenti) dei titoli in modo tanto più accentuato quanto più lunga è la loro vita residua; la vita residua di un titolo ad una certa data
è rappresentata dal periodo di tempo che deve trascorrere da tale data al momento del suo rimborso.
Per gli investimenti in strumenti finanziari è fondamentale apprezzare la solidità patrimoniale delle società emittenti e le prospettive
economiche delle medesime tenuto conto delle caratteristiche dei settori in cui le stesse operano.
Si deve considerare che i prezzi dei titoli di capitale riflettono in ogni momento una media delle aspettative che i partecipanti al
mercato hanno circa le prospettive di guadagno delle imprese emittenti.
Con riferimento ai titoli di debito, il rischio che le società o gli enti finanziari emittenti non siano in grado di pagare gli interessi o di
rimborsare il capitale prestato si riflette nella misura degli interessi che tali obbligazioni garantiscono all’investitore. Quanto maggiore è
la rischiosità percepita dell’emittente tanto maggiore è il tasso d’interesse che l’emittente dovrà corrispondere all’investitore.
Per valutare la congruità del tasso d’interesse pagato da un titolo si devono tenere presenti i tassi d’interessi corrisposti degli emittenti il
cui rischio è considerato più basso, ed in particolare il rendimento offerto dai titoli di Stato, con riferimento a emissioni con pari
scadenza.
Con riferimento ai titoli di debito, l’investitore deve tener presente che la misura effettiva degli interessi si adegua continuamente alle
condizioni di mercato attraverso variazioni del prezzo dei titoli stessi. Il rendimento di un titolo di debito si avvicinerà a quello incorporato
nel titolo stesso al momento dell’acquisto solo nel caso in cui il titolo stesso venisse detenuto dall’investitore fino alla scadenza.
Qualora l’investitore avesse necessità di smobilizzare l’investimento prima della scadenza del titolo, il rendimento effettivo potrebbe
rivelarsi diverso da quello garantito dal titolo al momento del suo acquisto.
In particolare, per i titoli che prevedono il pagamento di interessi in modo predefinito e non modificabile nel corso della durata del
prestito (titoli a tasso fisso), più lunga è la vita residua maggiore è la variabilità del prezzo del titolo stesso rispetto a variazioni dei tassi
d’interesse di mercato. Ad esempio, si consideri un titolo zero coupon - titolo a tasso fisso che prevede il pagamento degli interessi in
un’unica soluzione alla fine del periodo - con vita residua 10 anni e rendimento del 10% all’anno; l’aumento di un punto percentuale dei
tassi di mercato determina, per il titolo suddetto, una diminuzione del prezzo del 8,6%.
E’ dunque importante per l’investitore, al fine di valutare l’adeguatezza del proprio investimento in questa categoria di titoli, verificare
entro quali tempi potrà avere necessità di smobilizzare l’investimento.
Come si è affermato, il rischio specifico di un particolare strumento finanziario può essere eliminato attraverso la diversificazione, cioè
suddividendo l’investimento tra più strumenti finanziari. La diversificazione può tuttavia risultare costosa e difficile da attuare per un
investitore con un patrimonio limitato. L’investitore può raggiungere un elevato grado di diversificazione a costi contenuti investendo il
proprio patrimonio in quote o azioni di organismi di investimento collettivo (fondi comuni d’investimento e Società d’investimento a
capitale variabile - SICAV). Questi organismi investono le disponibilità versate dai risparmiatori tra le diverse tipologie di titoli previsti dai
regolamenti o programmi di investimento adottati.
Con riferimento a fondi comuni aperti, ad esempio, i risparmiatori possono entrare o uscire dall’investimento acquistando o vendendo le
quote del fondo sulla base del valore teorico (maggiorato o diminuito delle commissioni previste) della quota; valore che si ottiene
dividendo il valore dell’intero portafoglio gestito del fondo, calcolato ai prezzi di mercato, per il numero delle quote in circolazione.
Occorre sottolineare che gli investimenti in queste tipologie di strumenti finanziari possono comunque risultare rischiosi a causa
delle caratteristiche degli strumenti finanziari in cui prevedono d’investire (ad esempio, fondi che investono solo in titoli emessi da
società operanti in un particolare settore o in titoli emessi da società aventi sede in determinati Stati) oppure a causa di una insufficiente
diversificazione degli investimenti.
potranno di conseguenza andare perduti completamente. Nel caso i movimenti di mercato siano a sfavore dell’investitore, egli può
essere chiamato a versare fondi ulteriori con breve preavviso al fine di mantenere aperta la propria posizione in futures. Se l’investitore
non provvede ad effettuare i versamenti addizionali richiesti entro il termine comunicato, la posizione può essere liquidata in perdita e
l’investitore debitore di ogni altra passività prodottasi.
Le operazioni in opzioni comportano un elevato livello di rischio. L’investitore che intenda negoziare opzioni deve preliminarmente
comprendere il funzionamento delle tipologie di contratti che intende negoziare (put e call).
L’acquisto di un’opzione è un investimento altamente volatile ed è molto elevata la probabilità che l’opzione giunga a scadenza senza
alcun valore. In tal caso, l’investitore avrà perso l’intera somma utilizzata per l’acquisto del premio più le commissioni.
A seguito dell’acquisto di un’opzione, l’investitore può mantenere la posizione fino a scadenza o effettuare un’operazione di segno
inverso, oppure, per le opzioni di tipo “americano”, esercitarla prima della scadenza.
L’esercizio dell’opzione può comportare o il regolamento in denaro di un differenziale oppure l’acquisto o la consegna dell’attività
sottostante. Se l’opzione ha per oggetto contratti futures, l’esercizio della medesima determinerà l’assunzione di una posizione in
futures e la connesse obbligazioni concernenti l’adeguamento dei margini di garanzia.
Un investitore che si accingesse ad acquistare un’opzione relativa ad un’attività il cui prezzo di mercato fosse molto distante dal prezzo
a cui risulterebbe conveniente esercitare l’opzione (deep out of the money), deve considerare che la possibilità che l’esercizio
dell’opzione diventi profittevole è remota.
La vendita di un’opzione comporta in generale l’assunzione di un rischio molto più elevato di quello relativo al suo acquisto. Infatti,
anche se il premio ricevuto per l’opzione venduta è fisso, le perdite che possono prodursi in capo al venditore dell’opzione possono
essere potenzialmente illimitate.
Se il prezzo di mercato dell’attività sottostante si muove in modo sfavorevole, il venditore dell’opzione sarà obbligato ad adeguare i
margini di garanzia al fine di mantenere la posizione assunta. Se l’opzione venduta è di tipo “americano”, il venditore potrà essere in
qualsiasi momento chiamato a regolare l’operazione in denaro o ad acquistare o consegnare l’attività sottostante. Nel caso l’opzione
venduta abbia ad oggetto contratti futures, il venditore assumerà una posizione in futures e le connesse obbligazioni concernenti
l’adeguamento dei margini di garanzia.
L’esposizione al rischio del venditore può essere ridotta detenendo una posizione sul sottostante (titoli, indici o altro) corrispondente a
quella con riferimento alla quale l’opzione è stata venduta.
Oltre ai fattori fonte di rischi generali già illustrati, l’investitore deve considerare i seguenti ulteriori elementi che caratterizzano
l’assunzione di rischi connessi ad operazioni in futures ed opzioni.
L’investitore deve informarsi presso il proprio intermediario circa i termini e le condizioni dei contratti derivati su cui ha intenzione di
operare. Particolare attenzione deve essere prestata alle condizioni per le quali l’investitore può essere obbligato a consegnare o a
ricevere l’attività sottostante il contratto futures e, con riferimento alle opzioni, alle date di scadenza e alle modalità di esercizio.
In talune particolari circostanze le condizioni contrattuali potrebbero essere modificate con decisione dell’organo di vigilanza del
mercato o della clearing house al fine di incorporare gli effetti di cambiamenti riguardanti le attività sottostanti.
Condizioni particolari di illiquidità del mercato nonché l’applicazione di talune regole vigenti su alcuni mercati (quali le sospensioni
derivanti da movimenti di prezzo anomali c.d. circuit breakers), possono accrescere il rischio di perdite rendendo impossibile effettuare
operazioni o liquidare o neutralizzare le posizioni. Nel caso di posizioni derivanti dalla vendita di opzioni ciò potrebbe incrementare il
rischio di subire delle perdite.
Si aggiunga che le relazioni normalmente esistenti tra il prezzo dell’attività sottostante e lo strumento derivato potrebbero non tenere
quando, ad esempio, un contratto futures sottostante ad un contratto di opzione fosse soggetto a limiti di prezzo mentre l’opzione non lo
fosse. L’assenza di un prezzo del sottostante potrebbe rendere difficoltoso il giudizio sulla significatività della valorizzazione del
contratto derivato.
I guadagni e le perdite relativi a contratti denominati in divise diverse da quella di riferimento per l’investitore (tipicamente l’Euro)
potrebbero essere condizionati dalle variazioni dei tassi di cambio.
I contratti di swaps comportano un elevato grado di rischio. Per questi contratti non esiste un mercato secondario e non esiste una
forma standard. Esistono, al più, modelli standardizzati di contratto che sono solitamente adattati caso per caso nei dettagli. Per questi
motivi potrebbe non essere possibile porre termine al contratto prima della scadenza concordata, se non sostenendo oneri elevati.
Alla stipula del contratto, il valore di uno swaps è sempre nullo ma esso può assumere rapidamente un valore negativo (o positivo) a
seconda di come si muove il parametro a cui è collegato il contratto.
Prima di sottoscrivere un contratto, l’investitore deve essere sicuro di aver ben compreso in quale modo e con quale rapidità le
variazioni del parametro di riferimento si riflettono sulla determinazione dei differenziali che dovrà pagare o ricevere.
In determinate situazioni, l’investitore può essere chiamato dall’intermediario a versare margini di garanzia anche prima della data di
regolamento dei differenziali.
Per questi contratti è particolarmente importante che la controparte dell’operazione sia solida patrimonialmente, poiché nel caso dal
contratto si origini un differenziale a favore dell’investitore esso potrà essere effettivamente percepito solo se la controparte risulterà
solvibile.
L’investitore deve informarsi approfonditamente presso l’intermediario sulle caratteristiche e sul grado di rischio della linea di gestione
che intende prescegliere e deve concludere il contratto solo se è ragionevolmente sicuro di aver compreso la natura della linea di
gestione ed il grado di esposizione al rischio che essa comporta.
Prima di concludere il contratto, una volta apprezzato il grado di rischio della linea di gestione prescelta, l’investitore e l’intermediario
devono valutare se l’investimento è adeguato per l’investitore, con particolare riferimento alla situazione patrimoniale, agli obiettivi
d’investimento ed alla esperienza nel campo degli investimenti in strumenti finanziari di quest’ultimo.
L’investitore può orientare la rischiosità di una linea di gestione principalmente attraverso la definizione:
delle categorie di strumenti finanziari in cui può essere investito il patrimonio del risparmiatore e dai limiti previsti per ciascuna
categoria;
del grado di leva finanziaria utilizzabile nell’ambito della linea di gestione.
Con riferimento alle categorie di strumenti finanziari ed alla valutazione del rischio che tali strumenti comportano per l’investitore, si
rimanda alla parte del presente documento sulla valutazione del rischio di un investimento in strumenti finanziari. Le caratteristiche di
rischio di una linea di gestione tenderanno a riflettere la rischiosità degli strumenti finanziari in cui esse possono investire, in relazione
alla quota che tali strumenti rappresentano rispetto al patrimonio gestito.
Ad esempio, una linea di gestione che preveda l’investimento di una percentuale rilevante del patrimonio in titoli a basso rischio, avrà
caratteristiche di rischio similari; al contrario, ove la percentuale d’investimenti a basso rischio prevista fosse relativamente piccola, la
rischiosità complessiva della linea di gestione sarà diversa e più elevata.
Nel contratto di gestione deve essere stabilita la misura massima della leva finanziaria della linea di gestione; la leva è rappresentata
da un numero uguale o superiore all’unità.
Si premette che per molti investitori deve considerarsi adeguata una leva finanziaria pari ad uno. In questo caso, infatti, essa non
influisce sulla rischiosità della linea di gestione.
La leva finanziaria, in sintesi, misura di quante volte l’intermediario può incrementare il controvalore degli strumenti finanziari detenuti in
gestione per conto del Cliente rispetto al patrimonio di pertinenza del Cliente stesso. L’incremento della leva finanziaria utilizzata
comporta un aumento della rischiosità della linea di gestione patrimoniale.
La Banca invia al Cliente la rendicontazione dei servizi prestati. Tale rendicontazione comprende, ove pertinente, i costi delle operazioni
e dei servizi.
Nella prestazione dei servizi di esecuzione di ordini, ricezione e trasmissione di ordini, nonché collocamento, ivi inclusa l’offerta
fuori sede, la Banca fornisce prontamente al Cliente, su supporto durevole, le informazioni essenziali riguardanti l’esecuzione
dell’ordine.
Nel caso di un cliente al dettaglio, la Banca invia al Cliente un avviso su supporto durevole, contenente la conferma dell’esecuzione
dell’ordine, quanto prima e al più tardi il primo giorno lavorativo successivo all’esecuzione o, se l’impresa di investimento riceve la
conferma da un terzo, al più tardi il primo giorno lavorativo successivo alla ricezione di tale conferma. L’avviso contiene tutte le
informazioni ed i dati previsti dalla normativa vigente, in particolare dal Regolamento Delegato UE n. 565/2017 e successive modifiche
ed integrazioni. Se l’ordine viene eseguito in più tranches, la Banca può fornire al Cliente informazioni in merito al prezzo di ciascuna
tranche o al prezzo medio. Qualora venga fornito il prezzo medio, la Banca informa il cliente al dettaglio, su sua richiesta, in merito al
prezzo di ciascuna tranche. Tale avviso non viene inviato nel caso in cui la conferma conterrebbe le medesime informazioni di un’altra
conferma che deve essere inviata al cliente al dettaglio da un soggetto diverso.
La Banca fornisce al Cliente, su sua richiesta, informazioni sullo stato dei suoi ordini.
Nella prestazione dei servizi di esecuzione di ordini, ricezione e trasmissione di ordini, nonché collocamento, ivi inclusa l’offerta
fuori sede, la Banca informa il Cliente prontamente per iscritto, e comunque non oltre il primo giorno lavorativo successivo, in presenza
posizioni in strumenti finanziari caratterizzati dall'effetto leva o in operazioni con passività potenziali informano il cliente quando il valore
iniziale di ciascuno strumento subisce un deprezzamento del 10 per cento e successivamente di multipli del 10 per cento. Tale
comunicazione viene effettuata strumento per strumento, se non diversamente concordato con il cliente, e non più tardi della fine del
giorno lavorativo nel quale la soglia è superata o, qualora essa sia superata in un giorno non lavorativo, non più tardi della fine del
giorno lavorativo successivo.
La Banca trasmette al Cliente titolare di dossier titoli a custodia e amministrazione, con frequenza trimestrale, il rendiconto degli
strumenti finanziari detenuti, su supporto durevole. Il rendiconto include i dettagli di tutti gli strumenti finanziari in deposito alla fine del
periodo di riferimento.
Nell'ambito della prestazione del Servizio di Consulenza la Banca effettua periodicamente, con frequenza almeno annuale, la
valutazione di adeguatezza del portafoglio complessivo in strumenti finanziari detenuto dal Cliente. La Banca trasmette al Cliente, a
seguito della suddetta valutazione, un'informativa contenente le principali risultanze emerse dalla valutazione, mediante comunicazione
scritta o altro supporto durevole precedentemente concordato.
La Banca può subdepositare gli strumenti finanziari detenuti per conto del Cliente presso organismi di gestione centralizzata ovvero altri
depositari abilitati.
In relazione ai titoli subdepositati, il Cliente può disporre in tutto o in parte dei diritti relativi a detti titoli a favore di altri depositanti ovvero
chiedere la consegna di un corrispondente quantitativo di titoli della stessa specie di quelli subdepositati tramite la Banca.
La Banca può altresì subdepositare i titoli al portatore anche presso organismi che ne permettano comunque la custodia e
l'amministrazione accentrata (Banca d'Italia o altri enti); detti organismi a loro volta, per particolari esigenze, possono affidarne la
materiale custodia a terzi. Qualora i titoli presentino caratteristiche di fungibilità o quando altrimenti possibile - ferma restando la
responsabilità del Cliente in ordine alla regolarità dei titoli - la Banca è anche autorizzata a procedere al loro raggruppamento ovvero a
consentirne il raggruppamento da parte dei predetti organismi ed il depositante accetta di ricevere in restituzione altrettanti titoli della
stessa specie e qualità.
La Banca rimane in ogni caso responsabile, nei confronti del Cliente, per qualsiasi atto od omissione del terzo depositario e delle
conseguenze che l'eventuale insolvenza di quest'ultimo determinerebbe per il Cliente.
Laddove la Banca effettui il subdeposito presso intermediari insediati in un Paese il cui ordinamento disciplina la custodia e la
detenzione di strumenti finanziari e prevede forme di vigilanza dei soggetti che prestano l'attività, la Banca è tenuta a subdepositare gli
strumenti finanziari presso soggetti regolamentati e vigilati.
La Banca può subdepositare i titoli della clientela presso soggetti insediati in paesi, anche extracomunitari, i cui ordinamenti non
prevedono una regolamentazione e forme di vigilanza per i soggetti che svolgono attività di custodia e amministrazione di strumenti
finanziari, solo ove sia rispettata una delle seguenti condizioni:
gli strumenti finanziari sono detenuti per conto di investitori professionali e questi chiedano per iscritto all’intermediario di depositarli
presso quel soggetto; ovvero
la natura degli strumenti finanziari ovvero dei servizi o attività di investimento connessi agli stessi impone che essi siano depositati
presso un determinato soggetto.
Laddove gli strumenti finanziari siano subdepositati presso un intermediario soggetto ad un ordinamento giuridico extracomunitario, la
Banca adotta tutti gli accorgimenti necessari affinché tale circostanza non possa influenzare negativamente i diritti del Cliente, ferma
restando la responsabilità della Banca, nei confronti del Cliente, per qualsiasi atto od omissione del terzo depositario.
Presso la Banca sono istituite e conservate apposite evidenze contabili degli strumenti finanziari detenuti per conto del Cliente. Tali
evidenze sono suddivise per tipologia di servizio e attività prestati e indicano il subdepositario degli strumenti finanziari medesimi. Tali
evidenze sono aggiornate in via continuativa e con tempestività, in modo tale da consentire la ricostruzione della posizione del Cliente
in qualsiasi momento. Esse sono regolarmente riconciliate – anche tenendo conto della frequenza e del volume delle transazioni
giornaliere – con gli estratti conto prodotti dai subdepositari ovvero con gli strumenti finanziari per i quali la Banca presta il servizio di
custodia e amministrazione.
La Banca non può effettuare compensazioni tra le posizioni dei singoli clienti.
La Banca non può in nessun caso utilizzare (per esempio nel caso di insufficienti disponibilità nel deposito di un Cliente) gli strumenti
finanziari detenuti per conto di altri clienti. La Banca non può utilizzare, nell’interesse proprio o di terzi, gli strumenti finanziari di
pertinenza del Cliente, a qualsiasi titolo detenuti, salvo consenso scritto di quest'ultimo.
Nel caso in cui gli strumenti finanziari del Cliente siano subdepositati presso terzi in conti omnibus, la Banca adotta tutte le misure
idonee ad assicurare, in ogni momento, la ricostruzione della posizione del Cliente ed a tutelarne gli interessi, garantendo l'integrità
degli strumenti finanziari medesimi. La Banca rimane in ogni caso responsabile, nei confronti del Cliente, per qualsiasi danno che
potrebbe derivargli dalla circostanza di aver effettuato il subdeposito in conti omnibus. In tale ipotesi, l’utilizzo degli strumenti finanziari
del Cliente nell’interesse proprio o di terzi è subordinato:
all’acquisizione da parte della Banca del preventivo consenso scritto di tutti i clienti i cui strumenti sono immessi nel conto omnibus.
Tale consenso preventivo non è obbligatorio nel caso di conti omnibus intestati esclusivamente a clienti professionali;
all’adozione da parte della Banca di idonee misure volte ad assicurare che i beni immessi in conti omnibus siano utilizzati secondo le
modalità previste dal contratto con il Cliente che ha conferito il consenso scritto.
Il Cliente è tenuto a pagare i diritti di custodia, le commissioni e le spese indicate nei vari contratti da lui sottoscritti (prestazione di
servizi di investimento, collocamento, consulenza finanziaria, ecc.), nonché le eventuali imposte e tasse. Se il Cliente non adempie a tali
obblighi la Banca, dopo averlo diffidato, può realizzare un adeguato quantitativo dei titoli depositati a nome del Cliente, allo scopo di
soddisfare i propri crediti.
Ai sensi del comma 7 dell'art. 49 del Regolamento Delegato UE 565/2017 la Banca, previo consenso scritto da parte del Cliente, può
utilizzare gli strumenti finanziari detenuti per conto del Cliente medesimo per effettuare operazioni di prestito titoli. In tal caso, prima
di realizzare tali operazioni, la Banca fornisce al Cliente, in tempo utile e su un supporto durevole, informazioni chiare, complete ed
accurate sugli obblighi e sulle responsabilità che incombono sulla Banca medesima in conseguenza dell'utilizzo di tali strumenti
finanziari, comprese le condizioni di restituzione degli strumenti, e sui rischi che ne derivano.
La Banca aderisce al Fondo Nazionale di Garanzia per la tutela dei crediti della clientela nei confronti degli intermediari. Il Fondo,
istituito dall'articolo 15 della legge 2 gennaio 1991, n. 1, ha personalità giuridica di diritto privato ed è riconosciuto "sistema di
indennizzo" dall'art. 62, comma 1, del decreto legislativo 23 luglio 1996, n. 415.
Le attività coperte dal fondo sono quelle specificate dall'art. 1, comma 1, della legge 1/91, e successive modifiche ed integrazioni, così
come descritte nella Sezione 3 del presente Documento Informativo.
L’organizzazione ed il funzionamento del Fondo sono disciplinati dallo Statuto. Gli interventi istituzionali sono disciplinati dal
“Regolamento Operativo”, previsto dall’art. 12, comma 1, del Decreto del Ministro del Tesoro 14 novembre 1997, n. 485.
Il Fondo indennizza gli investitori, secondo i criteri previsti dal citato decreto del Ministero del Tesoro entro il limite massimo
complessivo per ciascun investitore di 20.000 Euro, per i crediti, rappresentati da strumenti finanziari e/o da denaro connesso con
operazioni di investimento, nei confronti degli intermediari aderenti al Fondo stesso derivanti dalla prestazione dei servizi di
investimento e del servizio di custodia e amministrazione di strumenti finanziari, in quanto accessorio ad operazioni di investimento.
Il Fondo indennizza i crediti degli investitori nei casi di liquidazione coatta amministrativa, fallimento o concordato preventivo.
Maggiori informazioni sul Fondo Nazionale di Garanzia sono disponibili sul sito internet www.fondonazionaledigaranzia.it.
Per quanto riguarda la tutela delle somme di denaro depositate dai clienti, la Banca aderisce al Fondo Interbancario di Tutela dei
Depositi. Si tratta di un sistema di garanzia dei depositanti, costituito in forma di consorzio di diritto privato e riconosciuto dalla Banca
d’Italia, cui aderiscono le banche italiane diverse da quelle di credito cooperativo, che interviene a garantire, con un limite massimo per
depositante (attualmente pari ad euro 100.000,00), nel caso di liquidazione coatta amministrativa o di amministrazione straordinaria
della Banca.
Le risorse per gli interventi vengono corrisposte dalle banche aderenti successivamente alla manifestazione della crisi della banca (ex
post), a richiesta del fondo.
I depositi tutelati sono le somme in conto corrente, i libretti di risparmio nominativi, i certificati di deposito nominativi, gli assegni circolari
ed i titoli assimilabili.
La Banca attualmente non presta il servizio di Gestione Patrimoni Mobiliari per conto della propria clientela.
Le informazioni relative a costi ed oneri dei servizi di investimento prestati dalla Banca sono rese disponibili consultando i precontratti
relativi ai vari servizi (deposito titoli e prestazione dei servizi di investimento; collocamento; consulenza avanzata in materia di
investimenti in strumenti finanziari), che il Cliente può richiedere alla Banca, ovvero consultando la copia del contratto per la prestazione
dei suddetti servizi che viene consegnata dalla Banca al Cliente che li ha sottoscritti.
Analoghe informazioni sono rese disponibili tramite i Fogli Informativi predisposti dalla Banca, consultabili nell’Area “Trasparenza” del
proprio sito www.bppb.it.
SEZIONE 10 – SINTESI DELLA POLICY IN TEMA DI GESTIONE DEI CONFLITTI DI INTERESSE SUI
SERVIZI DI INVESTIMENTO
Premessa
Il decreto legislativo 3 agosto 2017 n. 129, approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 28 luglio 2017, ha dato attuazione in
Italia alla direttiva 2014/65/UE, Market in Financial Instruments Directive (di seguito MiFID II). La data di applicazione della MiFID II è 3
gennaio 2018.
L’obiettivo primario resta sempre lo sviluppo di un mercato unico dei servizi finanziari a livello Europeo, nel quale siano assicurate la
trasparenza e la protezione degli investitori.
Tra le varie disposizioni la MiFID II riconosce che, a causa dell’intensificarsi delle attività delle imprese, le situazioni di conflitto di
interesse sono fisiologiche e che risulta impossibile eliminarle a priori. Gli intermediari, pertanto, sono tenuti ad adottare ed applicare
disposizioni organizzative e amministrative efficaci al fine di evitare che i conflitti di interesse identificati possano incidere negativamente
sugli interessi dei clienti.
La MiFID II dispone che gli intermediari procedano ad elaborare, applicare e mantenere una politica aziendale di gestione dei conflitti di
interesse adeguata alle dimensioni e all‘organizzazione dell’impresa e alla natura, alle dimensioni e alla complessità dell’attività svolta
(c.d. criterio di proporzionalità).
Alla luce di quanto detto, il presente documento espone la politica aziendale cui la Banca si attiene al fine di perseguire il massimo
contenimento delle situazioni che generano conflitti di interesse, anche tenendo conto del suddetto criterio di proporzionalità.
La Banca, in considerazione del fatto che dalla propria attività possono fisiologicamente derivare conflitti di interesse con la clientela,
persegue il massimo contenimento degli stessi; qualora tali misure risultassero insufficienti a neutralizzare completamente alcune
ipotesi di conflitto, la Banca ha stabilito gli elementi essenziali da includere nell’informativa da fornire ai propri clienti.
La Banca adotta una politica retributiva, per le persone che si occupano della prestazione di servizi alla clientela, volta a incoraggiare
una condotta professionale responsabile e il trattamento equo dei clienti e ad evitare conflitti di interesse nelle relazioni con questi ultimi.
Ciascuna procedura o regola di condotta, con particolare riferimento ai conflitti di interesse, relativa alla erogazione di servizi di
investimento, viene adottata nel rispetto dei principi e delle regole fissate dal legislatore comunitario e nazionale.
Politica di gestione dei conflitti di interesse adottata dalla Banca Popolare di Puglia e Basilicata
Attraverso il presente documento denominato “ SINTESI DELLA POLICY IN TEMA DI GESTIONE DEI CONFLITTI DI INTERESSE SUI
SERVIZI DI INVESTIMENTO ”, approvato dal Consiglio di Amministrazione della Banca, la Banca Popolare di Puglia e Basilicata
S.C.p.A. formalizza la propria politica di gestione dei conflitti di interesse che potrebbero insorgere con il Cliente o tra clienti, al
momento della prestazione di qualunque servizio e attività di investimento o servizio accessorio o di una combinazione di tali servizi.
Ai fini della politica di gestione dei conflitti di interesse adottata dalla Banca, lo status del Cliente al quale il servizio o attività di
investimento o servizio accessorio sono erogati (cliente al dettaglio, cliente professionale o controparte qualificata) è irrilevante.
Il processo di gestione dei conflitti di interesse adottato dalla Banca si articola nelle seguenti fasi:
- identificazione dei conflitti di interesse che potrebbero insorgere con il Cliente o tra clienti, al momento della prestazione di qualunque
servizio e attività di investimento o servizio accessorio o di una combinazione di tali servizi;
- definizione di procedure e misure idonee a gestire i conflitti di interesse individuati;
- definizione di procedure idonee ad informare chiaramente i clienti della natura e delle fonti di conflitto di interesse, nell’ipotesi in cui le
misure adottate per la gestione dello stesso non siano state ritenute dalla Banca sufficienti per assicurare, con ragionevole certezza,
l’eliminazione del rischio che il conflitto possa nuocere agli interessi dei propri clienti;
- istituzione ed aggiornamento di un registro dei conflitti di interesse ed espletamento di un’attività di verifica, monitoraggio e
valutazione periodica del processo di gestione dei conflitti di interesse.
.
Identificazione dei conflitti di interesse
Ai fini della corretta e completa mappatura dei conflitti di interesse, è stato valutato se la Banca, o un soggetto rilevante ad essa
connesso, possano trovarsi in una delle situazioni previste dall’art. 33 del Regolamento Delegato UE 565/2017 e nell’art. 24 del
Regolamento congiunto, nelle quali:
a) possano realizzare un guadagno finanziario o evitare una perdita finanziaria, a danno del Cliente;
b) siano portatori di un interesse nel risultato del servizio prestato al Cliente, distinto da quello del Cliente medesimo;
c) abbiano un incentivo a privilegiare gli interessi di clienti diversi da quello a cui il servizio è prestato;
E’ stato considerato “soggetto rilevante” il soggetto appartenente a una delle seguenti categorie:
- i componenti degli organi aziendali, soci che in funzione dell’entità della partecipazione detenuta possono trovarsi in una situazione di
conflitto di interessi, dirigenti o Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede dell’intermediario;
- dipendenti dell’intermediario, nonché ogni altra persona fisica i cui servizi siano a disposizione e sotto il controllo dell’intermediario e
che partecipino alla prestazione di servizi di investimento e all’esercizio di attività di investimento da parte del medesimo
intermediario;
- persone fisiche che partecipino direttamente alla prestazione di servizi all’intermediario sulla base di un accordo di esternalizzazione
avente per oggetto la prestazione di servizi di investimento e l’esercizio di attività di investimento da parte del medesimo
intermediario.
Stanti le attuali norme statutarie in materia di voto capitario e limite al possesso azionario, i soci della Banca Popolare di Puglia e
Basilicata non sono stati considerati “soggetti rilevanti” ai fini dell’attività di identificazione dei conflitti di interesse.
La Banca ha individuato i possibili conflitti che possono sorgere nello svolgimento della propria attività attraverso l’analisi congiunta
dei seguenti parametri:
tipologia di servizio di investimento prestato;
tipologia di strumento finanziario oggetto del servizio;
unità organizzativa cui è attribuito il compito di erogare il servizio di investimento oggetto di analisi, secondo quanto previsto dal
Regolamento aziendale;
modalità operative di erogazione del servizio di investimento (cfr. canale);
Regolamento della Struttura Organizzativo – Funzionale.
I servizi di investimento prestati dalla Banca e considerati nel perimetro di analisi sono i seguenti:
Ricezione e trasmissione di ordini;
Esecuzione di ordini per conto dei clienti;
Negoziazione per conto proprio;
Consulenza in materia di investimenti;
Assunzione a fermo di strumenti finanziari (ovvero collocamento di strumenti finanziari sulla base di un impegno irrevocabile);
Collocamento di strumenti finanziari senza impegno irrevocabile;
Gestione di Portafogli.
Si precisa inoltre che la Banca non svolge l’attività di ricerca in materia di investimenti
I conflitti di interessi individuati sulla base della predetta attività di mappatura sono illustrati nell’Allegato 1 “MAPPATURA CONFLITTI DI
INTERESSE”.
Le soluzioni organizzative adottate dalla Banca al fine di garantire una efficace gestione dei conflitti di interesse, sono altresì misure
valide a limitare l’insorgere di situazioni di conflitto di interesse che potrebbero manifestarsi relativamente ai soggetti rilevanti, in quanto
sono volte ad assicurare un adeguato livello di indipendenza degli stessi nello svolgimento di attività confliggenti.
Tuttavia, ci sono casi in cui la Banca non ritiene tali misure di gestione sufficienti ad assicurare, con ragionevole certezza, che il rischio
di arrecare pregiudizio agli interessi dei clienti sia evitato.
Al fine di gestire i conflitti di interesse rilevati, pertanto, la Banca ha predisposto un’apposita informativa volta a rendere noto alla
clientela tutte le fattispecie di conflitto di interesse connesse ai soggetti rilevanti nell’ambito della prestazione del servizio di
collocamento di strumenti finanziari/prodotti assicurativi della Società medesima.
Disclosure ai clienti
Per le tipologie di conflitti di interesse per le quali non sia stato possibile individuare idonee misure organizzative, ovvero qualora le
soluzioni organizzative e/o amministrative adottate non vengano giudicate sufficienti per assicurare, con ragionevole certezza che il
rischio di nuocere agli interessi della clientela sia evitato, la Banca informa chiaramente i clienti (attraverso un'apposita disclosure),
prima di agire per loro conto, della natura generale e/o delle fonti di tali conflitti di interesse. Tali informazioni sono fornite su supporto
duraturo.
Per quanto riguarda le modalità mediante le quali viene fornita l’informativa alla clientela, la Banca specifica le fattispecie di conflitti di
interesse che non ritiene sufficientemente presidiati nel documento di sintesi della politica di gestione dei conflitti consegnato
preliminarmente alla stipula del contratto sui servizi di investimento; tale informativa non costituisce una autorizzazione a procedere,
bensì una comunicazione preventiva di cui il cliente deve tenere conto per decidere consapevolmente.
Registro dei conflitti ed attività di verifica, valutazione ed aggiornamento periodico del processo di gestione dei conflitti di
interesse
La Banca, ai sensi dell'art. 26 del Regolamento congiunto (art. 35 del RD 2017/565), ha istituito un apposito registro, rappresentato dal
documento di mappatura dei conflitti, nel quale vengono rilevate, su base continuativa, le singole fattispecie di conflitto di interesse che
in concreto sorgono nel corso dell’erogazione di determinati servizi di investimento e per le quali si ravvede la necessità di darne
informativa alla clientela.
ll registro costituisce l’archivio storico di tutte le tipologie di conflitti di interesse, connessi all’erogazione dei singoli servizi di
investimento, emersi a partire dalla sua istituzione.
L’archivio storico delle singole operazioni effettuate in situazione di conflitto di interesse risiede nei sistemi informativi della Banca ed è
monitorato periodicamente dalla Funzione Compliance.
Per le operazioni relative ai potenziali conflitti di interesse inerenti ad ogni rapporto intercorrente con Parti Correlate e Soggetti Collegati
viene alimentato, ad evento, dai vari settoriali un apposito Repository.
La corretta e tempestiva gestione del registro dei conflitti presuppone efficaci procedure di comunicazione tra la Funzione aziendale che
ha il compito di amministrare il registro e le unità organizzative aziendali preposte all’erogazione dei servizi, o in possesso di
informazioni privilegiate, che potrebbero dar luogo a situazioni di conflitto lesive degli interessi dei clienti.
Il processo di tenuta del registro prevede il coinvolgimento delle seguenti strutture:
Funzione Compliance;
Funzione Finanza e Prodotti;
Unità Sviluppo Organizzativo.
In particolare, la Funzione Compliance, con cadenza annuale (entro il 31 gennaio di ogni anno), provvede, con il supporto della
Funzione Finanza e Prodotti e dell'Unità Sviluppo Organizzativo, all'aggiornamento del registro, all’individuazione ed alla descrizione dei
conflitti sulla base delle attività svolte dalla Banca nell’erogazione dei servizi di investimento e dei flussi informativi ricevuti dalle altre
strutture coinvolte, indicando le misure di gestione ritenute più efficaci e che si intende adottare per la gestione del conflitto di interessi.
L'aggiornamento del registro avviene, oltre che con cadenza annuale, anche in occasione di nuove partecipazioni detenute dalla Banca.
La Funzione Compliance effettua, inoltre, una valutazione di adeguatezza delle misure di gestione previste e, qualora ritenute
migliorabili, evidenzia la necessità di eventuali interventi aggiuntivi per la relativa validazione.
La Funzione Compliance monitora l’attuazione delle azioni di mitigazione individuate per la gestione dei conflitti in sede di redazione del
registro.
Il presente documento individua, per tutti i servizi di investimento ed i servizi accessori prestati dalla Banca, le situazioni di potenziale
conflitto di interesse specificando, per ciascuna situazione riscontrata:
il soggetto rilevante in situazione di
conflitto;
la natura del conflitto di interesse. In particolare, è indicata la lettera corrispondente alla tipologia di conflitti di cui alla legenda
riportata in fondo all’elenco;
la valutazione del conflitto, con riferimento alla possibilità di gestire il conflitto medesimo.
Ove il conflitto non sia integralmente gestibile, viene fornita la relativa disclosure al Cliente della natura e/o della fonte del conflitto.
Le informazioni relative ai principali termini contrattuali sono rese disponibili tramite i seguenti precontratti, predisposti dalla Banca, dei
quali il Cliente può richiedere copia:
- contratto di Deposito Titoli e Prestazione dei Servizi di Investimento;
- contratto di Collocamento;
- contratto per la prestazione del Servizio di Consulenza Avanzata in materia di Investimenti in Strumenti Finanziari.
1. Premessa
La Direttiva dell’Unione Europea MiFID, acronimo di Markets in Financial Instruments Directive, a partire dal 1° novembre 2007, ha
modificato l’operatività nell’ambito dell’erogazione dei servizi di investimento sugli strumenti finanziari. La normativa primaria ha
introdotto, inoltre, la suddivisione della clientela in tre tipologie: “clientela al dettaglio”, “clientela professionale” e “controparte qualificata”
a cui sono associati livelli decrescenti di tutela in termini di diritto ad un’informativa chiara e trasparente e di garanzia di Best Execution,
che impone alle imprese di investimento di intraprendere tutte le azioni necessarie per ottenere il miglior risultato per il cliente
nell’esecuzione degli ordini. In applicazione di tale Direttiva, la Banca Popolare di Puglia e Basilicata (di seguito la “Banca”) ha adottato
tutte le misure ragionevoli atte a garantire il miglior risultato possibile per i propri clienti.
Riprendendo i principi già sanciti dalla Direttiva MiFID I, la normativa in materia di servizi di investimento Direttiva MiFID II (2014/65/UE)
pone in capo alle imprese di investimento l’obbligo di intraprendere tutte le azioni necessarie per ottenere il miglior risultato per il cliente
nell’esecuzione degli ordini (best execution), con l’obiettivo di assicurare una più ampia protezione degli investitori e di favorire la
competizione fra mercati.
La disciplina persegue anche l’obiettivo di mettere in concorrenza piattaforme diverse e sistemi di contrattazione, oltre che mercati con
imprese di investimento, in modo da aumentare l’efficienza degli scambi e, conseguentemente, ridurre i costi di negoziazione.
Da quanto sopra, ne consegue che gli ordini su strumenti finanziari possono essere eseguiti su una pluralità di sedi di esecuzione,
laddove per sede di esecuzione, ai sensi della direttiva MiFID II , in particolare dell’art. 64, par.1,comma 2 del Regolamento Delegato
2017/565, si intendono:
a) "mercato regolamentato" (MR);
b) "sistema multilaterale di negoziazione" (cd. MTF);
c) Internalizzatore Sistematico;
d) “sistema organizzato di negoziazione” (OTF);
e) market maker o altro fornitore di liquidità;
f) negoziatore in conto proprio;
g) una sede equivalente alle precedenti di un Paese extracomunitario.
In applicazione della direttiva 2014/65/UE (MIFID II) del Regolamento(UE) 2017/565 e del Regolamento Intermediari, adottato da
Consob con Delibera n. 20307 del 15 febbraio 2018, la Banca ha messo in atto misure sufficienti e meccanismi efficaci per ottenere,
allorché esegue gli ordini, il miglior risultato possibile per i propri clienti, avendo riguardo al prezzo, ai costi, alla rapidità e probabilità di
esecuzione e di regolamento, alle dimensioni, alla natura dell’ordine o a qualsiasi altra considerazione pertinente ai fini della sua
esecuzione (c.d. Best execution).
In particolare, la Banca ha predisposto la presente Strategia che accorpa, per completezza informativa e comodità di consultazione per
il cliente, la Strategia di esecuzione degli ordini, rilevante per la prestazione dei servizi di negoziazione conto proprio (in contropartita
con il cliente), e la Strategia di trasmissione degli ordini, rilevante per la prestazione del servizio di ricezione e trasmissione di ordini.
L'obiettivo di questo documento è quello di fornire adeguate informazioni circa le modalità di esecuzione ovvero i soggetti ai quali
trasmettere gli ordini al fine di ottenere durevolmente il miglior risultato possibile per il cliente.
La normativa prescrive inoltre che gli intermediari debbano ottenere il consenso preliminare del cliente sulla presente Strategia di
Esecuzione e Trasmissione degli Ordini, prima di procedere alla prestazione dei servizi di investimento ivi previsti. Nel rispetto di quanto
previsto dalla normativa, quindi, la Banca, prima della prestazione del servizio di investimento, è tenuta a consegnare al cliente il
presente documento e il cliente manifesta esplicito consenso mediante la sottoscrizione del contratto per la prestazione dei servizi di
investimento, consenso che può essere espresso in via generale o in relazione alle singole operazioni.
- capacità dell’entità di minimizzare i costi totali di negoziazione, pur conservando la propria stabilità finanziaria;
- livello di competenza nelle negoziazioni: la valutazione della competenza dell’entità tiene conto dei seguenti aspetti: rapidità di
esecuzione delle operazioni e capacità di esecuzione di volumi inusuali;
- qualità della fase di liquidazione: la Banca valuta l’efficienza dell’entità nelle attività di settlement;
- solidità patrimoniale: la Banca valuta le condizioni finanziarie dell’entità, prendendo in considerazione, se disponibile, anche il rating.
In considerazione di quanto sopra enunciato e al fine di soddisfare al meglio le esigenze dei propri Clienti, la Banca ha selezionato i
seguenti intermediari: Intesa SanPaolo S.p.a. e Banca Akros S.p.a.
quando le controparti qualificate richiedano, per se stesse e/o per i propri clienti verso cui effettuano ricezione e trasmissione ordini,
un livello di protezione maggiore;
quando si presti nei loro confronti il servizio di gestione di portafoglio.
Infatti, la best execution si applica indistintamente a tutti gli strumenti finanziari, con riferimento ai servizi di esecuzione degli ordini, ma
anche, seppure con gradazioni differenti, a quelli di ricezione e trasmissione ordini e gestione di portafoglio.
Gli intermediari possono individuare le sedi di sedi di esecuzione (trading venues) a cui indirizzare gli ordini dei propri clienti tra una
delle seguenti:
▪ mercati regolamentati;
▪ sistemi multilaterali di negoziazione (MTF);
▪ sistemi organizzati di negoziazione (OTF);
▪ internalizzatori sistematici (IS) - intermediari che in modo organizzato, frequente sistematico e sostanziale negoziano in c/proprio
eseguendo gli ordini della clientela al di fuori di un mercato regolamentato o di un sistema MTF, o di un sistema organizzato di
negoziazione;
▪ market maker (intermediari che assumono l’obbligo di esporre in via continuativa proposte di negoziazione in conto proprio, in
acquisto e/o in vendita, di strumenti finanziari);
▪ internalizzatori non sistematici (intermediario che si impegna ad esporre su propria iniziativa o su richiesta del cliente proposte di
negoziazione in conto proprio, in acquisto e/o in vendita, di strumenti finanziari di propria emissione e/o emessi da soggetti terzi,
senza assumere la qualifica di market maker).
4. Ambito di applicazione
La Banca applicherà la presente strategia di esecuzione e/o ricezione e trasmissione con riguardo agli ordini disposti dalla clientela al
dettaglio e dalla clientela professionale nella prestazione dei seguenti servizi di investimento:
• Ricezione e trasmissione ordini: servizio attraverso il quale la Banca riceve gli ordini dei Clienti aventi ad oggetto strumenti finanziari
e li trasmette per la loro esecuzione agli “intermediari di riferimento”. A tal fine la Banca si avvale attualmente, come sopra riportato,
dei seguenti intermediari negoziatori: Intesa SanPaolo S.p.a. e Banca Akros S.p.a. Nell’eventualità di cause di forza maggiore che
impediscano la trasmissione degli ordini ad uno dei due intermediari (problemi di linee telefoniche, mancate connessioni con il
centro servizi della Banca), l’altro funge da intermediario di back-up.
• Caratteristiche informatiche e funzionali di Sabe: consentono di trattare agevolmente e in maniera altamente informatizzata gli ordini
ed i relativi eseguiti della clientela, con soluzioni informatiche generalmente utilizzate per gli strumenti azionari.
• Esecuzione degli ordini per conto dei Clienti mediante negoziazione in conto proprio: servizio attraverso il quale la Banca negozia
gli strumenti finanziari in relazione a ordini impartiti dai Clienti, in contropartita diretta con gli stessi.
• Esecuzione degli ordini per conto dei Clienti: servizio attraverso il quale la Banca riceve gli ordini dei Clienti aventi ad oggetto
strumenti finanziari e li esegue su una sede di esecuzione e comunque non in contropartita diretta con gli stessi.
5. Orari di contrattazione
La clientela può impartire ordini di compravendita allo sportello, durante il normale orario di apertura delle filiali, con il servizio di Trading
on line o tramite il Canale Call Center; l’orario di contrattazione giornaliero dei mercati segue le regole dei singoli mercati borsistici.
6. Misure adottate dalla Banca per garantire la best execution nella esecuzione degli ordini della Clientela
In considerazione della tipologia di servizi e strumenti finanziari trattati, si riportano le principali misure adottate dalla Banca per
garantire la best execution nell’esecuzione degli ordini dei Clienti:
• Esecuzione di ordini per conto dei Clienti mediante negoziazione in conto proprio: la Banca adotta misure ragionevoli ed efficaci
meccanismi per ottenere il miglior risultato possibile per i suoi Clienti, avendo riguardo a prezzo, costi, rapidità e probabilità di
esecuzione e di regolamento, alle dimensioni e natura dell’ordine individuando per ciascuna categoria di strumenti finanziari,
almeno le sedi di esecuzione che permettono di ottenere in modo duraturo il miglior risultato possibile per l'esecuzione degli ordini
dei clienti.
• Ricezione e trasmissione di ordini: la Banca adotta misure ragionevoli ed efficaci meccanismi per ottenere il miglior risultato
possibile per i suoi Clienti, avendo riguardo a prezzo, costi, rapidità e probabilità di esecuzione e di regolamento, alle dimensioni e
natura dell’ordine, individuando per ciascuna categoria di strumento finanziario uno o più di un intermediario negoziatore
(Intermediario di riferimento) e le sedi di esecuzione che permettono di ottenere in modo duraturo il miglior risultato possibile per
l’esecuzione degli ordini dei clienti.
Esecuzione di ordini per conto dei Clienti: la Banca adotta misure ragionevoli ed efficaci meccanismi per ottenere il miglior risultato
possibile per i suoi Clienti, avendo riguardo a prezzo, costi, rapidità e probabilità di esecuzione e di regolamento, alle dimensioni e
natura dell’ordine individuando per ciascuna categoria di strumenti finanziari, almeno le sedi di esecuzione che permettono di
ottenere in modo duraturo il miglior risultato possibile per l’esecuzione degli ordini dei clienti; allo stato attuale la Banca presta il
servizio di esecuzione di ordini per conto dei clienti solo in maniera residuale ed in relazione a specifici strumenti finanziari non
liquidi e non scambiabili su MR, MTF, o OTF per i quali non esiste alcuna sede di esecuzione anche meramente occasionale.
AVVERTENZE
La presente Strategia di trasmissione ed esecuzione degli ordini sui mercati finanziari assolve agli obblighi informativi di cui all’art.48,
della Delibera Consob n. 20307/18; in particolare sono fornite le informazioni inerenti:
8.2 Trattazione di strumenti finanziari residuali (non quotati su sedi di negoziazione) detenuti dalla clientela
La clientela potrebbe detenere nel proprio deposito titoli strumenti finanziari non quotati su mercati regolamentati, su MTF o su altre sedi
di negoziazione per i quali potrebbe manifestare la necessità di realizzo; in questo caso la Banca esegue tali operazioni , al fine di
soddisfare la richiesta del cliente, ricerca le soluzioni di negoziazione più adatte al fine di realizzare il miglior risultato possibile
(contattando eventuali maker, liquidity provider, emittenti, etc. disponibili a negoziare lo strumento finanziario); comunque la Banca,
sulla base della diligenza professionale cui è tenuta, effettua una valutazione di coerenza delle condizioni di prezzo praticate dai
negoziatori rispetto alle generali condizioni di mercato applicabili ai titoli oggetto dell’ordine impartito ( tenuto conto delle loro
caratteristiche finanziarie), informando il cliente di eventuali rilevanti divergenze.
Informazioni generali
Per il servizio di ricezione e trasmissione di ordini di strumenti finanziari, la Banca ha selezionato quali intermediari negoziatori Intesa
SanPaolo S.p.A. e Banca Akros S.p.A, ritenute idonee a garantire il raggiungimento del miglior risultato possibile per il cliente.
Gli ordini riferiti alle seguenti categorie di strumenti finanziari:
• Obbligazioni domestiche e estere, ivi comprese le Obbligazioni di propria emissione, sono trasmessi dalla Banca per il tramite degli
Intermediari individuati, alle varie Sedi di esecuzione ossia Mercati Regolamentati Italiani ,quali Mot ed Euromot, Multilateral Trading
Facility, quali Vorvel, EuroTLX ed ExtraMOT, Internalizzatori Sistematici, Sistemi Organizzati di negoziazione, altri Market Maker o
Fornitori di liquidità.
• Titoli azionari, warrants, Obbligazioni Convertibili, quotati sulle sedi di esecuzione individuate dal Mercato Regolamentato Mta
(Mercato Telematico Azionario), Sedex (Mercato telematico dei Securitised derivatives)
• Etf (Exchange traded funds), Etf strutturati, Etc (Exchange traded commodities), Etn (Exchange traded notes) sono trasmessi dalla
Banca tramite gli Intermediari su identificati sul mercato ETFplus
• Titoli azionari, Warrants, Covered Warrants ed ETF quotati su mercati regolamentati non italiani sono trasmessi sul mercato Xetra,
l’Euronext Cash Amsterdam, l’Euronext Cash Bruxelles, l’Euronex Cash Parigi, il Nyse, il Nasdaq e l’Amex.
Di seguito si specifica per ciascun intermediario la Strategia di esecuzione e trasmissione ordini adottata. Gli ordini, infatti, sono eseguiti
dalla Banca avvalendosi di intermediari finanziari che hanno accesso ai mercati di trattazione degli strumenti finanziari interessati
(servizio di ricezione e trasmissione degli ordini per conto della clientela) e dei quali ne ha condiviso la politica di esecuzione /
trasmissione degli ordini adottata.
Al riguardo si evidenzia che la Banca comunicherà al Cliente qualsiasi modifica rilevante apportata alle misure per l’esecuzione degli
ordini e alla strategia di esecuzione adottata. Inoltre, la Banca pubblica sul proprio sito www.bppb.it, nella sezione MIFID, la versione più
aggiornata di tale Strategia.
Per gli strumenti finanziari per i quali il mercato di riferimento coincide con un mercato strategico, la sede di esecuzione finale su cui
inviare l’ordine è individuata dal negoziatore attraverso un modello dinamico che raffronta, in tempo reale, il mercato strategico
coincidente con il mercato di riferimento con gli eventuali altri mercati strategici sui quali il titolo è comunque negoziato. Questa modalità
di esecuzione degli ordini è convenzionalmente definita “Strategia di esecuzione”.
Per gli strumenti finanziari per i quali il mercato di riferimento non coincide con un mercato strategico non si attiva l’algoritmo di cui
sopra e l’ordine è indirizzato sul mercato di riferimento dello strumento oggetto di negoziazione. Questa modalità di esecuzione degli
ordini è convenzionalmente definita “Strategia di trasmissione”.
Si precisa che, per quanto concerne la Banca, si tratta in entrambi i casi (Strategia di esecuzione e Strategia di trasmissione) di un
servizio di ricezione e trasmissione ordini nei confronti del Cliente, a prescindere, pertanto, che poi il negoziatore selezionato proceda a
sua volta all’esecuzione (anche eventualmente in conto proprio) o trasmetta ad altro intermediario l’ordine ricevuto dalla Banca.
Pertanto, i riferimenti Strategia di Esecuzione e Strategia di Trasmissione devono intendersi come parte di politica di trasmissione degli
ordini della Banca.
Per gli strumenti finanziari scambiati su una sola sede di esecuzione, ovvero per i quali al momento dell’ordine vi sia solo una sede che
esprime un prezzo operativo, la negoziazione avverrà su tale sede di esecuzione. Qualora, infine, non sia possibile determinare alcuna
sede di esecuzione, l’ordine del cliente è rifiutato. Nel caso si realizzino le condizioni per l’attivazione della “Strategia di esecuzione”, il
modello adottato da Intesa SanPaolo S.p.A. effettua una valutazione della qualità di esecuzione offerta da ciascuna potenziale sede
alternativa. Tale valutazione si basa su un algoritmo che prevede l’aggregazione dei seguenti fattori di esecuzione:
- Corrispettivo totale (o Total consideration) – ponderazione 95%;
- Probabilità di esecuzione – ponderazione 2,5%;
- Rapidità di esecuzione – ponderazione 2,5%.
E’ tuttavia fatta salva la possibilità per il cliente di fornire istruzioni specifiche, idonee a modificare la suddetta gerarchia predefinita di
importanza dei fattori di esecuzione.
Individuata la sede di esecuzione, Intesa SanPaolo S.p.A. esegue gli ordini direttamente sui mercati ai quali ha accesso, ovvero
indirettamente tramite un altro intermediario negoziatore.
Nella scelta degli intermediari negoziatori Intesa SanPaolo S.p.A.:
- seleziona i soggetti che possano garantire la migliore qualità di esecuzione;
- verifica la compatibilità della strategia di esecuzione degli ordini di tali soggetti con la propria;
- verifica periodicamente la qualità di esecuzione garantita da tali soggetti, individuando eventuali azioni correttive.
L’applicabilità del descritto modello è tuttavia influenzata da ulteriori elementi, che ne limitano l’estensione nel caso concreto. Tali fattori
sono perlopiù connessi a vincoli di regolamento della Banca e/o alla natura dello strumento oggetto dell’ordine trasmesso. In particolare:
• nel caso di strumenti finanziari di tipo azionario, l’attivazione del meccanismo di confronto tra sedi di esecuzione è di fatto limitata
alle sole sedi di esecuzione che hanno in comune il medesimo circuito di regolamento del mercato di riferimento per lo strumento;
• nel caso di strumenti finanziari di tipo obbligazionario negoziati solo sui mercati domestici o sui mercati domestici ed i mercati esteri,
dalla circostanza che il modello di Best Execution dinamica considera esclusivamente i mercati domestici (Mot, EuroMot, EuroTlx,
Extramot, Vorvel).
Qualora non sia possibile attivare il descritto meccanismo di confronto dei mercati, l’ordine è inviato al mercato di riferimento dello
strumento.
Nell’ambito della Strategia di trasmissione Intesa SanPaolo S.p.A. si avvale di altri intermediari negoziatori, inviando l’ordine del cliente
con istruzione specifica di esecuzione sul mercato di riferimento dello strumento oggetto dell’operazione (se compreso nel set delle sedi
di esecuzione previsto per la Banca).
La Banca può, in relazione a ciascun singolo ordine e in conformità alle indicazioni puntali del proprio cliente, fornire le seguenti
indicazioni:
• sede di esecuzione: l’indicazione determina l’esecuzione dell’ordine sulla sede richiesta;
• circuito di regolamento: l’indicazione determina l’esecuzione dell’ordine solo su una sede di esecuzione compatibile con il circuito di
regolamento richiesto;
• fattore di Best Execution prioritario: l’indicazione determina l’assegnazione della massima priorità al fattore di esecuzione indicato
richiesto dal cliente;
• fase di negoziazione (asta): l’indicazione determina la possibilità di negoziare uno strumento finanziario su una sede in fase d’asta,
di regola esclusa dal modello di Best Execution che mette a confronto i mercati in fase di negoziazione continua.
Le sedi di esecuzione prese in considerazione dal modello sono, in questi casi, solo quelle compatibili con l’istruzione ricevuta.
Di seguito riportiamo le Sedi di Esecuzione/Circuiti di Regolamento di Intesa SanPaolo S.p.A. :
Sedi di Esecuzione Fondi Aperti Country Tipologia di Sede di Esecuzone Modalità di accesso
e Prodotti Indicizzati quotati Code
(fondi ETF, note ETN e merci
ETC)
ETF Plus ITA Mercato Regolamentato Accesso diretto
Eurex DEU Mercato Regolamentato Accesso diretto
Le UK Shares (ovvero le azioni dove gli ISIN iniziano per GB) risultano essere al di fuori dell’ambito della STO e potranno continuare ad
essere negoziate su questi mercati UK.
Elenco delle controparti per la negoziazione di ordini su strumenti obbligazionari non Governativi
• Deutsche Bank • Goldman Sachs • Lloyds TSB Bank
• Barclays Bank Plc • RBS • Mitsubishi UFJ Int
9.1.3 Elementi che incidono sul funzionamento del Modello di Best Execution
La Strategia di trasmissione ed esecuzione degli ordini prevede alcuni ulteriori elementi in grado di incidere sul funzionamento del
modello di Best Execution dinamica e, di conseguenza, sulla modalità di individuazione della sede di esecuzione.
Il modello prevede che la Best Execution Dinamica prenda in considerazione le sole sedi di esecuzione che hanno il medesimo circuito
di regolamento del mercato di riferimento per lo strumento. Tale scelta implica una limitazione alla possibilità di raffrontare i mercati su
cui eseguire l’ordine in ragione dell’attuale disomogeneità esistente tra i circuiti di regolamento. Al cliente è, in ogni caso, riconosciuta la
facoltà di indicare a livello di ordine il circuito su cui effettuare la negoziazione; tale istruzione prevale rispetto a quanto descritto in
precedenza e l’algoritmo di Best Execution dinamica prenderà in considerazione le sedi di esecuzione compatibili con il circuito di
regolamento indicato dal cliente (vedasi paragrafo successivo – Livelli di flessibilità ammessi per singolo ordine).
Con riferimento al set di sedi di esecuzione cui il cliente è abilitato ad operare sulla base degli accordi negoziali, il modello di Best
Execution prevede inoltre la possibilità per il cliente di identificare, per determinati strumenti finanziari, un subset di sedi di esecuzione
sui quali effettuare la valutazione di Best Execution.
9.1.5 Trattamento di ordini particolari o disposti in particolari condizioni di mercato (strumenti obbligazionari)
Il modello di Best Execution è influenzato da fattori correlati alla tipologia di ordini impartiti, che possono implicare una gestione
differenziata rispetto alla esecuzione ordinaria oppure una diversa priorità dei fattori di Best Execution, ovvero correlati alle condizioni
presenti sulle sedi di esecuzione individuate.
In particolare, il processo di Best Execution prevede modalità specifiche di gestione in relazione alle seguenti categorie e/o tipologie di
ordini:
• Ordini curando e ordini cumulativi: si tratta di ordini per i quali il cliente richiede una gestione attiva e manuale da parte
dell’operatore, che devono essere sempre corredati da istruzione specifica sulla sede di esecuzione. Per gli ordini su azioni che hanno
come mercato di riferimento il Mercato Telematico Azionario (MTA) di Milano, il Mercado Continuo Espanol (SIBE) di Madrid, l’Athens
Stock Exchange di Atene o l’Euronext Cash Lisbon di Lisbona, Wienner Boerse AG di Vienna e Oslo Borse ASA di Oslo, il cliente può
omettere l’indicazione della piazza di esecuzione: in questo caso Intesa SanPaolo S.p.A. eseguirà l’ordine sul mercato di riferimento. La
gestione degli ordini curando e cumulativi non prevede in alcun caso la possibilità di molteplici eseguiti su differenti sedi di esecuzione;
• Stop order: si tratta di ordini la cui esecuzione è condizionata dal raggiungimento di determinati livelli di prezzo e che sono inviati sul
mercato di riferimento ovvero sulla sede di esecuzione individuata come second best qualora il mercato di riferimento non appartenga al
set di sedi specifico per il cliente;
• Ordini con o senza limite di prezzo: tali ordini, anche quando non immediatamente eseguibili in relazione alle condizioni prevalenti di
mercato, sono sempre trasmessi ad una sede di esecuzione, ad eccezione di quelli con istruzione curando per i quali il cliente
attribuisce implicitamente a Intesa SanPaolo S.p.A. discrezionalità nell’esecuzione dell’ordine e nella relativa pubblicazione.
In particolare, il modello di Best Execution dinamica non risulta applicabile agli ordini che al momento della ricezione risultino non
immediatamente eseguibili alle condizioni prevalenti del mercato, che vengono, quindi, inviati al mercato di riferimento dello strumento
finanziario oggetto di negoziazione. Al fine di aumentare la probabilità di esecuzione di tali ordini, inoltre, la Strategia prevede il
monitoraggio continuo delle condizioni presenti sugli altri mercati strategici sui quali lo strumento oggetto dell’ordine è negoziato e lo
spostamento – c.d. sweeping – dell’ordine verso il mercato strategico che dovesse presentare condizioni di prezzo e quantità in grado di
consentire con elevata probabilità esecuzione totale o parziale dell’ordine stesso;
• Ordini Large In Scale (LIS): il modello prevede che gli ordini su obbligazioni che superano una determinata soglia concordata con il
cliente vengano gestiti tramite la modalità procedimentalizzata Market Hub Pit, da parte degli operatori, che, sulla base di opportuni
strumenti informativi e della propria esperienza, potranno valutarne anche l’esecuzione OTC, laddove si presentino condizioni
migliorative rispetto alle sedi ordinarie, piuttosto che inoltrarli nuovamente sul motore di best execution dinamica per l’esecuzione
secondo le logiche correnti. L’elenco delle obbligazioni sulle quali è possibile tale operatività è presente nella sezione riservata del
portale https://www.markethub-imi.intesasanpaolo.com/home_public.html.
Il processo di Best Execution prevede una modifica dell’ordinamento gerarchico dei fattori di Best Execution in presenza di ordini con
particolari parametri di prezzo e di quantità. In particolare si tratta di ordini “tutto o niente” che vengono eseguiti per l'intero quantitativo
indicato ovvero cancellati automaticamente e per i quali è prevista la prioritizzazione del fattore Probabilità di esecuzione.
Con riferimento alle condizioni particolari di mercato, il processo prevede specifiche modalità di indirizzamento nei casi di impossibilità
temporanea di esecuzione degli ordini (ad esempio, per la chiusura delle sedi di esecuzione o perché la fase di negoziazione non
ammette immissione di proposte, per il singolo strumento, il segmento di appartenenza o l'intero mercato). In tali casi, se è già stata
selezionata la sede di esecuzione, l’ordine rimane in stato "queued" e viene trasmesso (direttamente o per il tramite del broker) su tale
sede non appena disponibile; ove manchino le condizioni per individuare la sede di esecuzione, l'ordine rimane in “stand-by” e il sistema
di gestione degli ordini provvede all’inoltro automatico dello stesso all’apertura della prima sede disponibile.
Intesa SanPaolo S.p.A. non provvede ad aggregare gli ordini dei clienti né con operazioni per conto proprio né con ordini di altri clienti,
ad eccezione degli ordini impartiti dal cliente a valere sul medesimo rapporto o su rapporti diversi, riferibili al medesimo ordinante (es.
gestore), qualora così concordato con il cliente stesso.
Quando Banca Akros S.p.A. agisce in qualità di market maker, essa si propone quale soggetto disponibile a negoziare in contropartita
diretta, acquistando o vendendo strumenti finanziari ai prezzi e alle quantità da essa stessa definiti e dichiarati, che non
necessariamente rappresentano il “miglior risultato possibile” per gli ordini dei clienti; quando Banca Akros S.p.A. agisce in qualità di
market maker non sta negoziando strumenti finanziari “in relazione a ordini dei clienti” ma sta proponendo prezzi e quantità che i clienti
possono accettare o rifiutare, agendo come controparte qualificata.
Modello di Best Execution dinamica
Per la selezione della sede di esecuzione su cui negoziare gli ordini relativi a strumenti azionari e obbligazionari ammessi o meno alla
negoziazione su mercati regolamentati o MTF italiani ed esteri, Banca Akros S.p.A. adotta una strategia di esecuzione degli ordini che
permette di identificare in modalità dinamica la miglior sede di esecuzione (c.d. “Best Execution dinamica”).
L’approccio scelto consente di valutare in tempo reale, alla ricezione dell’ordine, le condizioni di negoziazione offerte sulle diverse sedi
di esecuzione alternative identificate e raggiunte dalla Banca. Il modello identifica la migliore sede di esecuzione per l’ordine del cliente,
sulla base dei fattori di Best Execution e dei criteri di selezione sopra specificati.
Esecuzione ordini su strumenti obbligazionari
Banca Akros S.p.A. si avvale di un sistema di ricerca automatica della best execution dinamica denominato SABE, “Sistema Automatico
per la Best Execution”, in grado di ricercare il miglior risultato possibile per l’ordine del cliente ponendo in competizione fra loro sedi di
esecuzione differenti, quali:
- Mercati regolamentati, italiani ed esteri;
- Sistemi multilaterali di negoziazione italiani ed esteri, nel seguito MTF;
- Market maker terzi, le cui quotazioni possono essere anche riportate all’interno di MTF con microstruttura c.d. “request for quote”;
- Banca Akros S.p.A. in qualità di negoziatore in conto proprio/market maker.
Esecuzione ordini su strumenti azionari
Banca Akros S.p.A. si avvale di un sistema automatico di ricerca della best execution dinamica denominato BEXe “Best EXecution
equity”, in grado di ricercare il miglior risultato possibile per l’ordine del cliente, ponendo in competizione fra loro sedi di esecuzione
differenti.
Banca Akros S.p.A. offre ai propri clienti l’accesso diretto a Borsa Italiana, integrandolo con l’accesso ad altre sedi di negoziazione,
diretto o mediante intermediario/broker al quale vengono trasmessi gli ordini su titoli azionari italiani negoziati su più sedi di esecuzione
di dimensioni tali da garantire una best execution dinamica.
Per la selezione della sede di esecuzione su cui negoziare gli ordini su strumenti azionari ammessi alla negoziazione su mercati
regolamentati o MTF esteri a cui non ha accesso diretto, Banca Akros S.p.A. si avvale di uno degli intermediari/broker identificati sulla
base dei criteri sopra definiti. Questi adottano una strategia di esecuzione degli ordini che permette di identificare in modalità dinamica
la miglior sede di esecuzione, mettendo a confronto differenti sedi aventi il medesimo circuito di regolamento del mercato di riferimento
per lo strumento (c.d. Best Execution dinamica). La Best Execution dinamica è applicata agli strumenti azionari esteri quotati sui mercati
(Allegato A – disponibile, anche, sul sito internet di Banca Akros S.p.A.). In caso di indisponibilità del servizio da parte di uno o più
intermediari, così come identificati nello stesso allegato A, gli ordini vengono veicolati ad un intermediario che adotti una strategia di
esecuzione degli ordini coerente con quella definita dalla stessa Banca Akros S.p.A. sulla base dei citati criteri.
Esecuzione ordini su ETF
Banca Akros S.p.A. si avvale di un proprio sistema di ricerca automatica della best execution dinamica denominato SABE-ETF:
“Sistema Automatico per la Best Execution degli ETF”, in grado di ricercare il miglior risultato possibile per l’ordine del cliente, ponendo
in competizione fra loro sedi di esecuzione differenti tra le quali: mercati regolamentati, MTF e market maker terzi, le cui quotazioni
possono essere anche riportate all’interno di MTF con microstruttura c.d. “request for quote”.
Allegato A
Sede di esecuzione per tipologia di strumenti finanziari
Clienti professionali
Azioni italiane ed altri strumenti Mercato regolamentato e sistemi multilaterali di negoziazione, gestiti da Borsa Italiana SpA
finanziari negoziati sui mercati Mercato regolamentato Equiduct, gestito da Boerse Berlin AG, anche per il tramite di broker
regolamentati italiani esteri
Sistema multilaterale di negoziazione Bats/Chix, gestito da BATS Trading Limited, anche per il
tramite di broker esteri
Eventualmente altre sedi selezionate con i criteri precedentemente indicati, inclusa la
“negoziazione in conto proprio in contropartita diretta e in relazione a ordini dei clienti”.
Azioni europee, extraeuropee ed Mercati regolamentati e sistemi multilaterali di negoziazione anche per il tramite di broker
altri strumenti finanziari azionari esteri
negoziati, rispettivamente, sui Mercato regolamentato Equiduct, gestito da Boerse Berlin AG, anche per il tramite di broker
mercati regolamentati europei ed esteri
extraeuropei
Sistema multilaterale di negoziazione Bats/Chix, gestito da BATS Trading Limited, anche per il
tramite di broker esteri
Global Equity Market di Borsa Italiana SpA
Euro TLX
Market Makers ed eventuali altre modalità di negoziazione (es. liquidity pools proprietari
“negoziazione in conto proprio in contropartita diretta e in relazione a ordini dei clienti”).
Derivati regolamentati italiani, Mercati Regolamentati Italiano, Tedesco e Francese
europei ed extraeuropei - Idem, inclusi i segmenti Idex e Agrex
- Eurex
- European Energy Exchange (EEX)
- Powernext Pegas
- EPEXSpot
Altri mercati regolamentati europei ed extraeuropei per il tramite di broker esteri
Obbligazioni e titoli di Stato, italiani Mercati regolamentati italiani, gestiti da Borsa Italiana, e esteri
ed esteri quotati Sistemi multilaterali di negoziazione italiani ed esteri
Market Makers
Market Making
Obbligazioni non quotate Sistemi multilaterali di negoziazione italiani ed esteri
Market Makers
Market Making
9.2.1 Ricezione e trasmissione ordini relativi ad Azioni Banca Popolare di Puglia e Basilicata S.c.p.A.
(CODICE ISIN IT0001069860)
Le azioni emesse dalla Banca sono negoziate sul sistema multilaterale di negoziazione gestito da Vorvel SIM S.p.A. – segmento
“Vorvel Equity Auction” (“Vorvel”).
Gli ordini relativi alle azioni di cui alla presente sezione sono negoziati unicamente sul sistema multilaterale di negoziazione sopra
individuato.
La Banca raccoglie gli ordini di compravendita aventi ad oggetto le proprie azioni tramite la rete delle sue filiali, negli orari di sportello e li
trasmette ai fini della loro esecuzione agli intermediari autorizzati sopra individuati Intesa SanPaolo S.p.A. e Banca Akros S.p.A. Gli
ordini possono essere immessi, dalle ore 9:00 alle ore 17:30, per le giornate dal lunedì al giovedì, e dalle ore 9:00 alle ore 11:45 per la
giornata del venerdì.
L’asta avviene con cadenza settimanale nella giornata di venerdì, dalle ore 11:46 alle ore 12:00.
Gli ordini immessi contengono le informazioni previste dal regolamento del mercato e possono essere specificati con modalità di
esecuzione ivi previste.
È automaticamente rifiutata l’immissione di ordini che:
a) presentano prezzi non coerenti con i tick di negoziazione previsti dal regolamento del mercato;
b) propongono quantità che non siano uguali o multiple dei lotti di negoziazione determinati per le azioni ai sensi del regolamento del
mercato.
Gli ordini immessi non sono modificabili (ma unicamente revocabili) e mantengono la priorità temporale di conferimento. La revoca di
ciascun ordine avviene attraverso lo storno/annullo del vecchio ordine e la nuova immissione di un nuovo eventuale ordine, con
conseguente contestuale perdita della priorità temporale del precedente ordine.
Le informazioni ex ante circa gli ordini di acquisto e di vendita che parteciperanno all’asta settimanale sopra individuata ed ex post circa
i prezzi e i volumi trattati, sono rese disponibili sul sito internet www.bppb.it, attraverso un collegamento al sito www.vorvel.eu.
9.2.2 Ricezione e trasmissione ordini relativi ad Obbligazioni emessi dalla Banca Popolare di Puglia e Basilicata S.c.p.A.
Le Obbligazioni della Banca Popolare di Puglia e Basilicata sono negoziabili sul sistema multilaterale di negoziazione gestito da Vorvel
Sim S.p.a. nel comparto Bonds Order Driven Obbligazionario (“VORVEL” o il Mercato).
La Banca, pertanto, trasmette gli ordini raccolti dalle filiali a Banca Akros S.p.a., aderente diretto di Vorvel, o a Intesa SanPaolo S.p.A.
per la loro esecuzione.
Gli Ordini immessi contengono almeno le informazioni relative:
- allo strumento finanziario;
- alla quantità (in acquisto e/o in vendita), nel rispetto del lotto minimo;
- al prezzo (in acquisto e/o in vendita).
Gli Ordini devono essere immessi: “a prezzo limitato”;
Le negoziazioni avvengono sia nella fase della negoziazione continua (dalle ore 8:40 alle 17:00) e nella fase d’asta (dalle ore 17:00 alle
17:20). Nella fase d’asta confluiranno tutti gli Ordini immessi con le modalità di cui all’ art. 48 del Regolamento del Mercato OD, ossia
quelli inseriti come valido sino a cancellazione, valido sino a data (che non hanno trovato esecuzione o hanno avuto esecuzione
parziale) e valido solo asta, ad eccezione degli ordini inseriti con modalità Esegui e Cancella, Tutto o Niente. Per maggiori dettagli si
rimanda alla lettura del Regolamento del Mercato disponibile sul sito internet di Vorvel all'indirizzo www.vorvel.eu.
11.1 Revisione
La Banca provvede a riesaminare periodicamente la propria Strategia di trasmissione ed esecuzione degli ordini, al fine di valutarne
l’efficacia: la revisione è svolta con cadenza almeno annuale, nonché ogniqualvolta si verifichino modifiche sostanziali tali da influire
sulla capacità di ottenere il miglior risultato possibile in modo duraturo per l’esecuzione degli ordini.
Qualora, a seguito dell’attività di revisione, siano effettuate variazioni significative alla Strategia di Trasmissione ed Esecuzione degli
ordini, in conformità alle previsioni normative, Intesa SanPaolo S.p.A. e Banca Akros S.p.A. provvederanno ad aggiornare e renderli
pubblici sui rispettivi siti (www.imi.intesasanpaolo.com nella sezione MiFID – Execution Policy; www.bancaakros.it/execution-policy).
La Banca, inoltre, con cadenza annuale, rende note mediante pubblicazione sul proprio sito internet il Report annuale delle informazioni
sull’identità delle prime cinque sedi di esecuzione/broker e sulla qualità dell’esecuzione (Regolamento Delegato UE 2017/576) che
contiene informazioni circa le prime cinque sedi di esecuzione e i primi cinque intermediari ai quali la Banca abbia trasmesso gli ordini.
11.2 Monitoraggio
La Direttiva MiFID II e i Regolamento delegato (UE) 2017/565 al fine di garantire che siano ottenuti i risultati migliori possibili per i clienti
richiede alla Banca di svolgere un’attività di monitoraggio e verifica sulla qualità e corretta applicazione della “Strategia di
trasmissione ed esecuzione degli ordini”.
Inoltre, la Direttiva MiFID II e i Regolamento delegato (UE) 2017/576, al fine di aumentare il grado di trasparenza e di comprensione
delle prassi adottate dalle imprese di investimento per assicurare la best execution ai propri clienti, pone in capo alle imprese di
investimento che eseguono e/o trasmettono ordini l’onere di pubblicare il report sulla qualità di esecuzione ottenuta presso le prime 5
sedi di esecuzione/broker.
Tali documenti aventi a riferimento i dati relativi all’anno solare precedente sono pubblicati annualmente sul sito internet della Banca.
RIFERIMENTI NORMATIVI
L’art. 45 del Regolamento Delegato (UE) 2017/656 del 25/04/2016 stabilisce quanto segue:
1. Le imprese di investimento notificano ai nuovi clienti e ai clienti esistenti che hanno riclassificato come richiesto dalla direttiva
2014/65/UE della rispettiva classificazione come cliente al dettaglio, cliente professionale o controparte qualificata
conformemente alla stessa direttiva.
2. Le imprese di investimento informano i clienti, su un supporto durevole, circa l'eventuale diritto a richiedere una diversa
classificazione e circa gli eventuali limiti che ne deriverebbero sotto il profilo della tutela del cliente.
3. Le imprese di investimento, agendo di propria iniziativa o su richiesta del cliente interessato, possono:
a) trattare come cliente professionale o cliente al dettaglio il cliente che potrebbe essere altrimenti classificato come controparte
qualificata a norma dell'articolo 30, paragrafo 2, della direttiva 2014/65/UE;
b) trattare come cliente al dettaglio il cliente considerato cliente professionale a norma dell'allegato II, sezione I, della direttiva
2014/65/UE.
Un cliente professionale è un cliente che possiede l’esperienza, le conoscenze e la competenza necessarie per prendere le proprie
decisioni in materia di investimenti e valutare correttamente i rischi che assume. Per essere considerato un cliente professionale, il
cliente deve ottemperare ai seguenti criteri:
Un cliente professionale è un cliente che possiede l’esperienza, le conoscenze e la competenza necessarie per prendere le proprie
decisioni in materia di investimenti e valutare correttamente i rischi che assume. Per essere considerato un cliente professionale, il
cliente deve ottemperare ai seguenti criteri:
I soggetti summenzionati sono considerati clienti professionali. Ad essi, tuttavia, deve essere consentito di richiedere un trattamento non
professionale e le imprese di investimento possono convenire di fornire loro un livello più elevato di protezione. Quando il cliente di
un’impresa di investimento è un’impresa come definita in precedenza, l’impresa di investimento deve informarla, prima di qualunque
prestazione di servizi, che, sulla base delle informazioni di cui dispone, essa è considerata un cliente professionale e verrà trattata
come tale a meno che l’impresa di investimento e il cliente convengano diversamente. L’impresa di investimento deve inoltre informare
il cliente del fatto che può richiedere una modifica dei termini dell’accordo per ottenere un maggior livello di protezione.
Spetta al cliente considerato professionale chiedere un livello più elevato di protezione se ritiene di non essere in grado di valutare o
gestire correttamente i rischi assunti.
Questo livello maggiore di protezione verrà concesso quando un cliente considerato professionale conclude un accordo scritto con
l’impresa di investimento per non essere considerato come cliente professionale ai fini delle norme di comportamento applicabili. Tale
accordo precisa quale o quali sono i servizi o le operazioni o il tipo o i tipi di prodotti o operazioni ai quali si applica.
possa ragionevolmente ritenere, tenuto conto della natura delle operazioni o dei servizi previsti, che il cliente è in grado di adottare
decisioni in materia di investimenti e di comprendere i rischi che assume.
Il test di competenza applicato ai dirigenti e agli amministratori dei soggetti autorizzati a norma delle direttive nel settore finanziario
potrebbe essere considerato come un riferimento per valutare la competenza e le conoscenze del cliente. In caso di soggetti di piccole
dimensioni, la persona oggetto di tale valutazione è la persona autorizzata ad effettuare operazioni per loro conto.
Nel corso di tale valutazione, sono soddisfatti almeno due dei seguenti criteri:
- il cliente ha effettuato operazioni di dimensioni significative sul mercato in questione con una frequenza media di 10 operazioni al
trimestre nei quattro trimestri precedenti;
- il valore del portafoglio di strumenti finanziari del cliente, inclusi i depositi in contante e gli strumenti finanziari, supera 500 000
EUR;
- il cliente lavora o ha lavorato nel settore finanziario per almeno un anno in una posizione professionale che presupponga la
conoscenza delle operazioni o dei servizi previsti.
Gli Stati membri possono adottare criteri specifici per la valutazione delle conoscenze e delle competenze di comuni e autorità
pubbliche locali che chiedano di essere trattati come clienti professionali. Tali criteri possono essere alternativi o integrativi rispetto a
quelli elencati precedentemente.
CONTROPARTI QUALIFICATE
Ai sensi dell’art. 30 della Direttiva 2014/65/UE, per controparte qualificata si intendono le imprese di investimento, gli enti creditizi, le
imprese di assicurazioni, gli OICVM e le loro società di gestione, i fondi pensione e le loro società di gestione, altre istituzioni finanziarie
autorizzate o regolamentate secondo il diritto dell’Unione o il diritto nazionale di uno Stato membro, i governi nazionali e i loro
corrispondenti uffici, compresi gli organismi pubblici incaricati di gestire il debito pubblico a livello nazionale, le banche centrali e le
organizzazioni sovranazionali.
La classificazione come controparte qualificata non pregiudica il diritto del soggetto di chiedere, in via generale o per ogni singola
negoziazione di essere trattato come un cliente i cui rapporti con l’impresa di investimento sono soggetti agli articoli 24, 25, 27 e 28
della Direttiva 2014/65/UE.
CLIENTI AL DETTAGLIO
I clienti al dettaglio sono definiti come categoria residuale che include tutti i clienti diversi dai clienti professionali e dalle controparti
qualificate.
A fronte della richiesta presentata dal Cliente, direttamente presso gli sportelli o tramite la rete dei Consulenti Finanziari abilitati
all’Offerta Fuori Sede, la Banca effettua la variazione della classificazione, tenuto conto dell’ambito di applicazione specificato dal
Cliente (servizi, strumenti finanziari, tipologia operazioni, ecc.).
La richiesta di variazione di classificazione deve contenere i seguenti elementi:
- Dati anagrafici del Cliente (nome, cognome, data di nascita, ndg, …);
- Classificazione attuale;
- Richiesta di maggiore protezione;
- Ambito di applicazione (particolare servizio, prodotto o tipo di operazione).
La Banca non effettua la variazione di classificazione della clientela tramite canali virtuali (internet banking e phone banking). La
variazione di classificazione dei clienti titolari di tali contratti viene effettuata presso la dipendenza ove sono radicati i relativi rapporti.
Al termine della procedura di variazione di classificazione, la Banca rilascia al Cliente apposita comunicazione riportante le seguenti
informazioni:
- la nuova classificazione assegnata al Cliente;
- ambito di classificazione della nuova classificazione;
- data di decorrenza della maggiore protezione;
- la possibilità per il Cliente di variare, su esplicita richiesta di quest’ultimo, la classificazione attribuita, in senso di maggiore protezione
– se trattasi di un cliente professionale o controparte qualificata – ovvero di minore protezione – se trattasi di cliente retail che chiede
di essere classificato come professionale. In quest’ultimo caso è necessario possedere determinati requisiti previsti dalla normativa;
- gli eventuali limiti che ne deriverebbero sotto il profilo della tutela del Cliente.
La Banca storicizza l’avvenuta variazione di classificazione nei propri archivi ed archivia la richiesta presentata dal Cliente.
Controlli sulle variazioni di classificazione effettuate
La Banca, tramite una propria struttura a ciò preposta, individuata nell’ambito della Funzione Compliance, effettua verifiche a campione
tramite controlli a distanza e/o direttamente presso la rete commerciale, allo scopo di monitorare il rispetto delle regole e delle
procedure previste per la variazione di classificazione sopra descritte e l’esistenza di tutta la documentazione necessaria.
- la possibilità per il Cliente di variare, su esplicita richiesta di quest’ultimo, la classificazione attribuita, in senso di maggiore protezione
– se trattasi di un cliente professionale o controparte qualificata – ovvero di minore protezione – se trattasi di cliente retail che chiede
di essere classificato come professionale. In quest’ultimo caso è necessario possedere determinati requisiti previsti dalla normativa;
- gli eventuali limiti che ne deriverebbero sotto il profilo della tutela del Cliente.
In caso di mancato superamento del test di valutazione, la Banca rilascia al Cliente apposita comunicazione riportante le seguenti
informazioni:
- il mancato superamento del test e, di conseguenza, il mancato accoglimento della richiesta di variazione di classificazione;
- la conferma della classificazione iniziale e del relativo livello di protezione.
La Banca storicizza, in caso di accoglimento, l’avvenuta variazione di classificazione nei propri archivi ed archivia la richiesta presentata
dal Cliente.
La Banca, tramite la propria rete sportelli e la propria rete di Consulenti Finanziari abilitati all’Offerta Fuori Sede, archivia la
documentazione relativa alla classificazione di nuova clientela ed alla variazione di classificazione effettuata dopo la prima
classificazione in specifici raccoglitori.
E’ prevista la storicizzazione informatica della classificazione iniziale e di tutte le variazioni effettuate su tale classificazione, con la
possibilità di visualizzare e consultare nelle procedure informatiche tutte le relative informazioni, compreso il test di competenza
effettuato in caso di richiesta di minore protezione.
Nello svolgimento del servizio di sottoscrizione e/o collocamento, la Banca può aver stipulato con l'emittente accordi commerciali che
prevedono la retrocessione totale o parziale, a favore della Banca, di compensi, commissioni, oneri e spese pagati dal Cliente. In
particolare, alla Banca possono essere riconosciute le seguenti tipologie di retrocessioni:
a) compensi, commissioni o prestazioni non monetarie pagati o forniti dal Cliente o da chi agisca per conto di questi;
b) compensi, commissioni o prestazioni non monetarie pagati o forniti da un terzo o da chi agisca per conto di questi. In tal caso:
b1) la Banca comunica al Cliente in modo completo e comprensibile, prima della prestazione del servizio di sottoscrizione e/o
collocamento, l'esistenza, la natura e l'importo di compensi, commissioni o prestazioni, ovvero il metodo di calcolo del relativo
importo;
b2) il pagamento di compensi o commissioni o la fornitura di prestazioni non monetarie è finalizzato ad accrescere la qualità del
servizio fornito al Cliente e, in ogni caso, non ostacola la Banca nel curare gli interessi del Cliente nel miglior modo possibile;
c) compensi adeguati che rendano possibile la prestazione del servizio di sottoscrizione e/o collocamento o siano necessari a tal fine
come, ad esempio, costi di custodia, commissioni di regolamento, prelievi obbligatori ed altre compensi che, per loro natura, non
possono entrare in conflitto con la cura degli interessi del Cliente.
La Banca, su richiesta del Cliente, fornisce ulteriori dettagli sulla politica seguita in termini di incentivi e, sempre su richiesta del cliente,
informazioni in merito all’ammontare dei compensi ricevuti in relazione agli strumenti finanziari sottoscritti dal Cliente.
Il tema della sostenibilità assume rilevanza nell’ambito del servizio di consulenza in materia di investimenti (inclusi i prodotti di
investimento assicurativo c.d. “IBIP”) e, come richiesto dal Regolamento SFDR e dai successivi interventi legislativi, è stato integrato
nelle varie fasi del processo di prestazione del servizio alla clientela.
In particolare:
1. in tema di rischio di sostenibilità, le analisi empiriche evidenziano che le attività degli enti che non attribuiscono adeguata
rilevanza ai fattori di sostenibilità possano generare un aggravio di costi e di rischi operativi/reputazionali che
potrebbero avere un impatto negativo sull’ente stesso e, di conseguenza, potrebbero riflettersi negativamente anche sul
valore di un eventuale investimento in strumenti emessi da tali enti. Applicando il predetto concetto in materia di investimenti,
un approccio di portafoglio che attua una strategia di diversificazione che privilegia emittenti/strumenti finanziari caratterizzati
da minore rischio sostenibilità porterebbe ad ottenere un effetto positivo in termini di migliore gestione del rischio globale di
portafoglio con un conseguente ritorno finanziario positivo (cfr. analisi McKinsey “ESG and financial performance: Aggregate
evidence from more than 2000 empirical studies” - fonte www.mckinsey.com). Pertanto, ove possibile, nella selezione di
prodotti/strumenti finanziari vengono tenuti in debita considerazione i rating ESG degli strumenti finanziari.
2. in tema di effetti negativi sulla sostenibilità, nell’erogazione del servizio di consulenza vengono tenute in debita
considerazione le preferenze esplicitamente espresse della Clientela.
Infine si evidenzia che la Banca, per il collocamento di prodotti di terzi (ad es. OICR, IBIPS), utilizza il materiale informativo messo a
disposizione dai manufacturer (ad es. SGR/SICAV, Compagnie) e non risulta “partecipante ai mercati finanziari” in quanto non eroga il
servizio di gestione di portafoglio.