Chievo (Verona)
Chievo frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Provincia | Verona |
Comune | Verona |
Territorio | |
Coordinate | 45°27′26″N 10°56′46″E |
Altitudine | 69 m s.l.m. |
Abitanti | 4 500[1] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 37139 |
Prefisso | 045 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | clivensi |
Circoscrizione | terza |
Cartografia | |
Chievo (Céo in dialetto locale) è una frazione di Verona. Ubicato sulla riva del fiume Adige nei pressi dell'omonima diga, a circa 4,5 km a nord-ovest del centro storico, conta circa 4 500 abitanti. Un tempo borgo isolato limitrofo alla città scaligera,[2] e comune autonomo fino al 1923, quando fu inglobato nel comune di Verona,[3] Chievo ha mantenuto una propria identità nonostante il notevole sviluppo urbanistico di Verona nella seconda metà del secolo scorso, evitando la completa fusione con la periferia cittadina.[4] Dal punto di vista amministrativo, Chievo fa parte della circoscrizione 3 del Comune di Verona. Il nome di Chievo è divenuto famoso grazie alla locale squadra di calcio, l'Associazione Calcio ChievoVerona.
Descrizione
«Chievo è quella frazione del comune di S. Massimo all’Adige fronteggiante la destra del fiume lungo tutta la sua costa; la quale offre, sulla opposta riva, lo stupendo spettacolo della Valpolicella, popolata di viti, seminata di ville e di casolari, di campanili e di torri medioevali, quali dominanti su per la collina, quali giù nel verde della vallata; ma, pressoché tutti accompagnati — irta vedetta — dallo storico cipresso piramidale, tanto caro a Ippolito Pindemonte e così frequente nella campagna veronese.»
Il suo nome deriva dal latino "clivius mantici", ossia "la collina del (bosco) mistico". Oggi è una verde frazione della periferia ovest di Verona, ma ha origine come abitato agricolo e pastorizio già in epoca preromana. Una selva sterminata che si stendeva su valli e pendìi, in vista delle colline e solcata dall'Adige, che in questo luogo, nella sua ansa, creava un'isola. Su questa venne creato un porto fluviale ed una segheria, attorno alla quale sorsero i primi molini.
Tutt'oggi il nome di molte contrade svela l'importanza del borgo già in epoca longobarda (p.e. Bionde dal germanico Biunt). Pipino, figlio di Carlo Magno, donò alla parrocchia di San Procolo l'intera regione che appartenne quindi alla contrada di San Zeno fino ai tempi recenti. Poco più a ovest dell'isola, sempre lungo l'Adige, si ergeva una chiesa risalente al XII secolo. Questa, intitolata a Santa Maria Clivense, era affiancata da un torrione fortificato, in cui avrebbe alloggiato anche l'imperatore Federico Barbarossa, e da uno ospedale gestito da benedettini. La corte Bionde è l'edificio che meglio conserva le tracce storiche medievali. Tra questo borgo e la città, si incontravano un piccolo monastero dedicato a sant'Agata, la chiesetta di santa Caterina e quella di sant'Ignazio mentre, proseguendo verso Bussolengo, vi erano la chiesa dei santi Modesto e Crescenzio (conosciuta come chiesa vecchia di San Vito), San Giacomo Apostolo al Corno e San Giovanni Battista al Corno Basso. Esclusi questi ultimi tre, gli altri edifici non esistono più, compreso il primitivo borgo del Chievo che sorgeva nella penisola di Boscomantico, in posizione strategicamente sopraelevata e circondata dal fiume su tre dei suoi quattro lati. Dal 1350 al 1450, infatti, il porto dell'isola aveva acquistato così tanta importanza che l'intero borgo, gradualmente, vi si trasferì per rimanervi fino ad oggi. Qui fu fondata in quel tempo l'attuale chiesa parrocchiale, il cui parroco era eletto dai capifamiglia del luogo. Questo nuovo edificio, rimasto l'unico, era più grande degli altri ed inglobava due costruzioni antecedenti: una cappella della Vergine Ausiliatrice ed un piccolo oratorio dedicato a San Pietro. I resti di questi edifici probabilmente sono da ricercarsi nella chiesetta d'inverno del complesso canonicale, detta anche cappella delle reliquie. L'insieme fu dedicato al mistico eremita egiziano Antonio (guaritore e protettore degli animali domestici, vissuto nel III secolo). La chiesa subì molti rimaneggiamenti in stile neogotico e neoclassico durante i secoli XVII e XVIII, nel 1922 si installò l'organo e nel 1937 venne prolungata di due sezioni. Solo un affresco è ciò che rimane oggi della testimonianza medievale. Questa "Pietà", d'epoca trecentesca, fu traslata nella moderna parrocchiale dalla sua sede originaria: un capitello che nel '500 dovette essere demolito per la realizzazione della spianata. La salubrità del clima e la rigogliosità della flora fecero sorgere numerose ville gentilizie di nobili veronesi, in alcune delle quali soggiornarono vari imperatori d'Austria e sovrani Sabaudi. La villa Pullè, la più grande e bella, è oggi in stato di deprecabile abbandono e, con essa, i suoi meravigliosi affreschi. Altri luoghi d'indubbio interesse sono il forte austriaco, il molino della Sorte, la località di Boscomantico (con il suo aeroporto e l'ex base militare), la Turbina (dove sorge l'antica omonima idrovora che consente l'irrigazione delle campagne limitrofe), la contrada del Cason e le ciclabili dei canali Camuzzoni e Biffis dalle quali si ammirano verdi campagne e storiche ville.
Società
Tradizioni e folclore
A Chievo esiste una storica scuola campanaria, fondata nel 1808, che tiene esecuzioni secondo la tecnica dei concerti di Campane alla veronese. Il monumentale campanile, infatti, ospita nove brillanti campane in scala di Mib3 calante, più semitono di quarta eccedente. I bronzi sono stati fusi dalle fonderie Cavadini, Colbachini e De Poli. Il vecchio campanile ospitava 5 campane in La bemolle fuse nel 1808 dalla ditta Partilora di Verona. Nel 1892 furono sostituite con le attuali. Il nuovo campanile, costruito nel 1947, coesistette per molti anni con quello vecchio romanico, in seguito abbattuto. La frazione venne conosciuta in quel tempo come "il paese dei due campanili". Si ricorda anche la famosa "sagra del ceo" che si tiene ogni anno nelle prime settimane di settembre.
Sport
Dal punto di vista sportivo, alla frazione è legata l'omonima società calcistica.[5]
Note
- ^ In assenza di dati ufficiali precisi, si è fatto riferimento alla popolazione della parrocchia locale fornito dall'Archivio dell'Istituto Centrale per il sostentamento clero.
- ^ Wikisource, Patria Esercito Re/Re Umberto al Chievo
- ^ VERONA in "Enciclopedia Italiana", su www.treccani.it. URL consultato il 23 agosto 2022.
- ^ Storia e geografia, su Comune di Verona. URL consultato il 23 agosto 2022.
- ^ Non solo Verona-Chievo. Quando il quartiere sfida la città, su sport.sky.it, 23 novembre 2013. URL consultato il 22 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2019).
Voci correlate
Altri progetti
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