Cocca
Cocca | |
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Una cocca, guarnizione di Stralsund | |
Varianti | Cocca anseatica Cocca portoghese |
Caratteristiche costruttive | |
Lunghezza | 15-25 m |
Larghezza | 5-8 m |
Dislocamento | 200 - 300 t |
Caratteristiche di trasporto | |
Propulsione | mista (vela e remi) |
Numero alberi | 1-2 |
Tipo di vela | vela quadra |
Numero vele | 1-6 |
La cocca era una nave in uso nel Medioevo nel Mar Baltico, sviluppata nel X secolo, presumibilmente dal modello dello knarr norreno[1] e massicciamente diffusasi nel XII secolo. La propulsione era mista: remi e vela. Di forma "rotonda" (c.d. "Round-ship"[2]), era lunga 15-25 m e larga 5-8 m, con stazza massima di 200-300 tonnellate. L'unico albero era armato a vela quadra, il timone, a perno[3], era montato sotto la poppa e l'opera morta era molto alta per permetterle di meglio affrontare la navigazione in mare aperto.[4]
Storia
La cocca venne per la prima volta citata nel 948 a Muiden, vicino ad Amsterdam. Il modello del natante si sviluppò dallo knarr norreno, la tipologia di legno commerciale al tempo più diffuso nel Nord Europa. Le prime cocche avevano quasi sicuramente timone a remo, mancando prove dell'esistenza di timoni a perno prima del 1240.[1]
La ricerca archeologica ha circoscritto alla Frisia (coste occidentali dello Jutland) il luogo di origine della cocca vera e propria. Il natante venne probabilmente sviluppato per far fronte alle necessità dei commercianti locali di un legno da trasporto pesante capace di affrontare il pericoloso viaggio attraverso il capo di Skagen quando, nel XII secolo, l'accumulo di sabbia e detriti rese impraticabile la traversata del Limfjorden per i grandi mercantili.
La necessità di navi spaziose e relativamente economiche portò dunque nel XII secolo allo sviluppo del primo "cavallo di battaglia" della Lega anseatica: la cocca. Il naviglio non era più il semplice natante da cabotaggio frisone ma un robusto mercantile che poteva attraversare anche i passaggi più pericolosi. I castelli di prua e di poppa sarebbero stati aggiunti per la difesa contro i pirati e/o per consentirne l'uso in guerra, come accadde nella battaglia di Sluis (1340). Il castello di poppa offriva anche più spazio di carico alla stiva perché fungeva da alloggio per l'equipaggio e per il timone.
Parallelamente, la cocca abbandonò i lidi natii e si spinse fin nel Mediterraneo, quando grandi cocche a due alberi, lunghe 30 m e larghe 8 m, traghettarono crociati dal Nord Europa verso l'Italia e la Terrasanta.
Nel XIV secolo, la cocca aveva raggiunto il limite di sviluppo consentitole e venne progressivamente dismessa in funzione di altre tipologie di natanti. Diretta erede della cocca, seppur non apparentemente frutto di una sua evoluzione quanto piuttosto di uno sviluppo parallelo che avrebbe potuto influenzare la cocca stessa, fu l'orca (no. Holk).[3][5]
Archeologia
- Nel 1962 venne ritrovata la c.d. "Cocca di Brema", datata al 1380, fornendo la prima prova concreta della forma di una cocca, fino ad allora desunta solo da fonti iconografiche (problematica oggi ancora corrente per l'orca[6][7]).
- Nel 1990 sono stati scoperti resti ben conservati di una cocca anseatica (c.d. "Cocca di Pärnu", datata al Trecento) nel sedimento estuario del fiume Pärnu in Estonia.[8]
- Nel 2012, nel fiume IJssel a Kampen (Paesi Bassi), è stata, tra gli altri natanti, ritrovata una cocca conservata nel limo dalla chiglia fino ai ponti. Si sospetta che la nave, risalente all'inizio del XV secolo, fosse stata affondata deliberatamente nel fiume per influenzarne la corrente ma gli scavi successivi (2016) hanno portato al ritrovamento di versi manufatti sulla nave (es. un forno a cupola in mattoni intatti e piastrelle smaltate nella cambusa), smentendo tale ipotesi.[9][10][11]
Descrizione
La cocca possedeva un ponte scoperto, sotto il quale un unico vano costituiva la stiva. Successivamente, si aggiunse un ponte coperto più piccolo a prua e uno maggiore a poppa. Possedeva un solo albero con una sola vela, quadra e di grandi dimensioni.
La cocca "anseatica"
Le cocche utilizzate dalla Lega anseatica per il commercio "massivo" presentavano un disegno che abbandonava la prua ricurva delle cocche arcaiche in funzione di una prua dritta, formante un angolo di circa 60 gradi, fissata da una lunga chiglia dritta con un dritto di poppa anch'esso dritto, formante un angolo di 75 gradi.
L'attrezzatura velica presentava vela quadra con bracci e boline in modo che la vela potesse essere orientata per procurare il movimento in avanti della nave con vento al traverso. La nave presentava i castelli di prua e di poppa, utilissimi in caso di scontro armato, non infrequente in tempi in cui la pirateria era l'altra faccia della medaglia dell'attività mercantile. La vela quadra era dotata di matafioni di terzarolo lungo il bordo inferiore per assicurarne il bordame.
Note
- ^ a b Per Åkesson, The Cog, su abc.se, January 1999. URL consultato il 14 settembre 2017 (archiviato il 26 marzo 2016).
- ^ (EN) Round ship, su Oxford Reference, Oxford University Press. URL consultato il 14 settembre 2017 (archiviato il 15 settembre 2017).
- ^ a b Crumlin-Pedersen O (2000), To be or not to be a cog: the Bremen Cog in perspective, in International Journal of Nautical Archaeology, 29 (2): 230–246.
- ^ Hamburg Museum - Medieval Hamburg (4) - The Cog - A Cargo-carrying Vessel of the Middle dixious Ages [collegamento interrotto], su hamburgmuseum.de. URL consultato il 5 aprile 2013.
- ^ Robert Gardiner e Richard W. Unger (a cura di), Cogs, Caravels and Galleons: The Sailing Ship, 1000-1650, Conway's History of the Ship, London, Conway Maritime Press, August 1994, ISBN 978-0-85177-560-9.
- ^ Flatman Joe., Ships and shipping in medieval manuscripts, London, British Library, 2009, ISBN 978-0-7123-4960-4, OCLC 263993576.
- ^ McGrail Sean., Boats of the world : from the Stone Age to medieval times, Paperback ed., with correctionsª ed., Oxford, Oxford University Press, 2004, ISBN 978-0-19-159053-5, OCLC 852159352.
- ^ Õun, Mati and Hanno Ojalo. 2015. 101 Eesti laeva. Tallinn, Kirjastus Varrak, page 12.
- ^ Excavation, recovery and conservation of a 15th century Cog from the river IJssel near Kampen, su Ruimte voor de Rivier IJsseldelta, Rijkswaterstaat, September 2015. URL consultato il 14 settembre 2017 (archiviato il 6 luglio 2017).
- ^ Tia Ghose, Medieval Shipwreck Hauled from the Deep, su Live Science, 17 febbraio 2016. URL consultato il 14 settembre 2017 (archiviato il 7 luglio 2017).
- ^ Late Medieval Cog from Kampen, su Medieval Histories, 21 febbraio 2016. URL consultato il 14 settembre 2017 (archiviato il 14 settembre 2017).
Bibliografia
- Bass GF (1972), A History of Seafaring: Based on Underwater Archaeology, Thames and Hudson Ltd, ISBN 0-500-01077-3.
- Crumling-Pedersen O (2000), To be or not to be a cog: the Bremen Cog in Perspective, IJNA 29.2: 230-246.
- Flatman J (2009), Ships and shipping in medieval manuscripts, Londra, British Library, ISBN 9780712349604.
- Gardnier R (1994), Cogs, caravels and galleons: the sailing ship, 1000-1650, Annapolis.
- Paulsen R (2016), Schifffahrt, Hanse und Europa im Mittelalter. Schiffe am Beispiel Hamburgs, europäische Entwicklungslinien und die Forschung in Deutschland, Köln, Weimar.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su cocca
Collegamenti esterni
- (EN) cog, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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