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Elezioni politiche in Italia del 2008

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Elezioni politiche in Italia del 2008
StatoItalia (bandiera) Italia
Data13-14 aprile
LegislaturaXVI legislatura
AssembleeCamera dei deputati, Senato della Repubblica
Legge elettoraleLegge Calderoli
Affluenza80,63[1]% (Diminuzione 3,61%)
Liste PdL, LN, MpA PD, IdV, AADP UdC
Gruppi Centro-destra Centro-sinistra Unione di Centro
Camera dei deputati
Voti 17 403 135[2][3]
46,81[4]%
14 099 747[2][3]
37,55[4]%
2 050 229[2][3]
5,62[4]%
Seggi
344 / 630
247 / 630
36 / 630
Differenza % Diminuzione 2,93% Diminuzione 12,26% Diminuzione 1,13%
Differenza seggi Aumento 64 Diminuzione 102 Diminuzione 3
Senato della Repubblica
Voti 15 508 899[5][6]
47,32[4]%
12 457 182[5][6]
38,01[4]%
1 866 356[5][6]
5,69[4]%
Seggi
174 / 315
133 / 315
3 / 315
Differenza % Diminuzione 2,89% Diminuzione 10,95% Diminuzione 0,95%
Differenza seggi Aumento 18 Diminuzione 25 Diminuzione 18
Distribuzione del voto alla Camera per lista e per coalizione
Governi
Berlusconi IV (2008-2011)
Monti (2011-2013)

Le elezioni politiche in Italia del 2008 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica – si sono tenute domenica 13 e lunedì 14 aprile 2008 a seguito dello scioglimento anticipato delle Camere[7], verificatosi nel febbraio precedente.[8]

La vittoria andò alla coalizione composta da Il Popolo della Libertà, Lega Nord e Movimento per l'Autonomia, che ottenne la maggioranza relativa dei voti e, in base alla vigente legge elettorale del 2005, la maggioranza assoluta degli eletti.

Gli elettori chiamati a votare furono 50 257 534 per la Camera e 45 929 308 per il Senato. Di questi rispettivamente 47 295 978 e 43 257 208 erano residenti nel territorio nazionale, divisi in 61 225 sezioni, e rispettivamente 2 961 556 e 2 672 100 all'estero.[9] L'affluenza alle urne è stata nel complesso del 78,1% circa alla Camera e del 78,2% circa al Senato, in calo del 3,1% rispetto alle elezioni del 2006; nel territorio nazionale essa ha raggiunto l'80,5%, mentre all'estero si è attestata intorno al 40%.[10]

Sistema di voto

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Le elezioni politiche del 2008 si tennero con il sistema introdotto dalla legge n. 270 del 21 dicembre 2005 (la cosiddetta "Legge Calderoli"), che sostituì le precedenti leggi numeri 276 e 277 del 1993 (Mattarellum).

Allo scopo di poter concorrere alle elezioni la legge prevedeva l'obbligo preliminare per ciascuna lista, o coalizione di liste, di depositare un proprio contrassegno, un programma e di indicare la persona designata come capo della forza politica, o della coalizione.

La legge prevedeva un sistema proporzionale corretto con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze. Erano previsti ambiti territoriali diversi per l'attribuzione del premio di maggioranza: per la Camera, l'intero territorio nazionale (esclusa la Valle d'Aosta); per il Senato, la singola circoscrizione, coincidente con il territorio di una Regione[11], salvo che per le regioni Valle d'Aosta, Molise e Trentino-Alto Adige.

Per la Camera dei deputati, la legge prevedeva che la lista o coalizione di liste che avesse ottenuto la maggioranza dei voti, ma senza conseguire almeno 340 seggi, fosse assegnataria di una quota ulteriore di seggi in modo da raggiungere tale numero. I 12 seggi assegnati dalla Circoscrizione Estero, il seggio assegnato dalla Valle d'Aosta venivano attribuiti secondo regole diverse, bastate sulla precedente legge elettorale uninominale, e i relativi voti non erano calcolati per la determinazione della lista o coalizione di liste di maggioranza relativa.

Per il Senato della Repubblica, la legge prevedeva che la lista o coalizione di liste che avesse ottenuto la maggioranza dei voti nella Regione ma che non consegue il 55% dei seggi a questa assegnati, avesse diritto a seggi ulteriori fino a raggiungere tale soglia. I 6 seggi assegnati dalla Circoscrizione Estero, il seggio assegnato dalla Valle d'Aosta, i 2 seggi assegnati dal Molise e i 7 seggi assegnati dal Trentino-Alto Adige venivano attribuiti secondo regole diverse.

Circoscrizioni

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Il territorio nazionale italiano venne suddiviso per la Camera dei deputati in 27 circoscrizioni plurinominali mentre, per il Senato della Repubblica, in 20, corrispondenti alle regioni italiane, oltre a quella per l'estero.

Circoscrizioni della Camera dei deputati

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Le circoscrizioni della Camera dei deputati furono le seguenti:

Circoscrizioni del Senato della Repubblica

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Le circoscrizioni del Senato della Repubblica furono invece le seguenti:

Quadro politico

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Principali avvenimenti

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Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Prodi II § Cronologia.
Urna per il voto alla Camera dei deputati
  • 6 febbraio 2008: Le Camere nella loro XV Legislatura furono sciolte dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo la caduta del governo Prodi II al Senato ed all'esito negativo riportato dal mandato "esplorativo" affidato dal Capo dello Stato al presidente del Senato, Franco Marini.[12]
  • 6 febbraio 2008: Entrò in vigore il regime di par condicio per tutte le emittenti radiotelevisive nazionali.[13]
  • 13 febbraio 2008: Termine ultimo entro cui dovevano essere presentate le dimissioni dagli incarichi amministrativi per potersi candidare alle elezioni.[14]
  • 14 febbraio 2008: Il Consiglio dei ministri approvò un decreto legge che modificava parzialmente la legislazione elettorale.[15]
  • 26 febbraio 2008: Le dimissioni dagli incarichi amministrativi date per potersi candidare alle elezioni diventarono irrevocabili ed esecutive.[14]
  • Tra il 29 febbraio 2008 e il 2 marzo 2008: Presentazione dei simboli elettorali.[16]
  • 9 marzo 2008: Termine ultimo entro cui gli elettori temporaneamente all'estero poterono presentare domanda per esercitare il voto per corrispondenza.[14]
  • 9 e 10 marzo 2008: Presentazione delle liste dei candidati.[16]
  • 11 marzo 2008: Termine ultimo entro il quale gli elettori iscritti all'AIRE poterono comunicare la loro opzione per votare in Italia. Inizialmente previsto per il 16 febbraio ma venne spostato dal parlamento nella conversione del decreto legge in materia elettorale.[14]
  • 21 marzo 2008: Termine ultimo entro cui gli elettori temporaneamente all'estero poterono revocare la domanda per esercitare il voto per corrispondenza.[14]
  • Dal 29 marzo 2008: Divieto di rendere pubblici i sondaggi elettorali.[17]
  • 1º aprile 2008: Il Consiglio dei ministri approvò un decreto legge che proibiva di portare con sé apparecchi che sono in grado di scattare fotografie durante il voto.[18]
  • 2 aprile 2008: La V sezione del Consiglio di Stato emise una ordinanza con cui riconobbe alla Democrazia Cristiana il diritto di poter partecipare alle elezioni. Lo stesso giorno Giuliano Amato, ministro dell'Interno, diede mandato all'Avvocatura di Stato di presentare ricorso davanti alle sezioni unite della Corte suprema di cassazione per chiarire di chi fosse la competenza sulla materia elettorale.[19]
  • 8 aprile 2008: La Corte suprema di cassazione si riunì d'urgenza a sezioni civili unite e accolse i ricorsi del ministero contro l'ordinanza del Consiglio di Stato.
  • 10 aprile 2008: Termine ultimo entro cui gli elettori temporaneamente all'estero o quelli iscritti all'AIRE poterono inviare le proprie schede votate ai consolati.[14]
  • Dal 12 aprile 2008: Silenzio elettorale.[20]
  • 13 e 14 aprile 2008: Elezioni.

Il decreto legge in materia elettorale

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Il Consiglio dei ministri approvò, in due sedute successive – una tenuta il 14 e l'altra il 15 febbraio –, un decreto legge[21] che modificò parzialmente la normativa relativa agli adempimenti elettorali e all'esercizio del diritto di voto all'estero.

Il decreto era composto[14] da 8 articoli. L'articolo 4, in particolare, prevedeva che fossero esonerati dall'obbligo di raccogliere le firme a sostegno delle candidature i partiti politici che fossero rappresentanti in una delle due Camere del Parlamento Italiano o nel Parlamento europeo da almeno due componenti. Proprio questo articolo fu oggetto delle contestazioni de La Destra,[22] che arrivò a chiedere al Presidente della repubblica di non firmare il decreto, prima che si riunisse nuovamente il Consiglio dei ministri per riesaminarlo.

La motivazione principale delle nuove norme risiedeva comunque nell'esigenza di riunificare le elezioni politiche con quelle amministrative (art.5). Secondo la legge vigente,[23] infatti, le elezioni amministrative avrebbero dovuto tenersi fra il 15 aprile e il 15 giugno.[23] Inizialmente numerosi partiti, fra cui Forza Italia, giudicarono inaccettabile il decreto e il governo sembrava intenzionato a non vararlo.[23] Lo stesso Capo dello Stato intervenne con un comunicato,[24] a seguito di una lettera inviata a Napolitano dal presidente emerito Francesco Cossiga per ribadire che un decreto del genere sarebbe stato firmato solo in presenza di un ampio consenso parlamentare che coinvolgesse anche i partiti che fino ad allora avevano «rappresentato l'opposizione». L'accordo venne in seguito raggiunto.

Uno degli scopi dichiarati del provvedimento fu quello di consentire un risparmio di circa 400 milioni di euro.[23]

Altri provvedimenti inseriti nel decreto riguardavano: l'aumento del numero dei componenti dei seggi per lo scrutinio dei voti della circoscrizione estero e diminuzione del numero di elettori per seggio (art.1),[25] il voto di particolari categorie di cittadini temporaneamente all'estero (art. 2),[26] la riconferma del diritto degli osservatori OSCE a entrare nei seggi (art. 3), oltre che alla previsione di personale di supporto per le commissioni elettorali circondariali (art.6).[14][27]

Nel corso della conversione in legge il decreto fu modificato in modo da esentare dalla raccolta delle firme le formazioni rappresentate nel Parlamento – e non esclusivamente in una delle due Camere – con almeno due componenti.[14]

Il ricorso della Democrazia Cristiana

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Giuliano Amato, ministro dell'Interno, aveva ipotizzato lo slittamento delle elezioni.

Il 2 aprile, ad urne già aperte per gli italiani all'estero,[28] fu resa nota una ordinanza della V sezione del Consiglio di Stato[29] che, in via cautelare, ovvero senza entrare nel merito della questione, stabiliva sia la propria competenza a giudicare sugli atti amministrativi connessi al processo elettorale, sia la sospensione delle decisioni dell'Ufficio elettorale centrale nazionale e del Ministero dell'Interno, che avevano portato all'esclusione del simbolo della Democrazia Cristiana dalla competizione elettorale.

Nel testo dell'ordinanza, per giustificare la competenza del Consiglio di Stato, si fa riferimento ad una precedente decisione della Corte Costituzionale[30] che, secondo il giudice amministrativo, avrebbe indicato la mancanza di una norma apposita per regolare i giudizi sul procedimento elettorale e che pertanto, considerato anche che la giunta delle elezioni della Camera dei deputati aveva più volte dichiarato in precedenza di non avere alcuna titolarità di giudicare i rilievi mossi al processo elettorale preparatorio,[31] spetterebbe alla giustizia amministrativa la competenza sulla questione. Il problema, che avrebbe potuto portare, secondo il ministro Giuliano Amato, ad un rinvio delle elezioni,[19] non era quindi sul merito dell'ammissione del simbolo ma sul fatto che il Consiglio di Stato aveva invaso una sfera di giurisdizione che la legge prevede sia di competenza delle Camere.

Si deve ricordare, a questo proposito, che la legge elettorale vigente nel 2008 prevedeva che i giudizi sull'ammissibilità dei simboli, dati dal Ministero dell'Interno, fossero impugnabili davanti all'Ufficio elettorale centrale nazionale. Per questo motivo, ritenendo che la commissione centrale sia l'unico organo autorizzato a deliberare in materia elettorale, fatto salvo il giudizio definitivo dato dalle giunte delle elezioni di Camera e Senato, il ministro Amato diede mandato[19] all'avvocatura dello Stato di presentare ricorso alle sezioni unite della Corte di cassazione per stabilire, a norma dell'articolo 326 del Codice di Procedura Civile,[32] di chi fosse la competenza a giudicare. La Corte si riunì d'urgenza martedì 8 aprile per valutare i ricorsi del ministero. Prima della sentenza della Cassazione, il Consiglio di Stato era tornato a esprimersi l'8 aprile dichiarando decaduta l'ordinanza a causa della rinuncia a proseguire il giudizio da parte della lista. Lo stesso giorno il TAR del Lazio, altro organo di giustizia amministrativa come il Consiglio di Stato, aveva espresso un giudizio di merito dichiarandosi incompetente a decidere. La Cassazione, infine, dichiarò che la competenza in materia di tutto il processo elettorale, compresa la parte preparatoria, spetta in via esclusiva alle giunte delle elezioni di Camera e Senato,[33] come previsto da alcuni commentatori sulla base dei precedenti.[34]

In ogni caso la Costituzione italiana impone che le elezioni si tengano entro 70 giorni dallo scioglimento delle Camere,[35] cioè entro il 16 aprile, mentre la legge elettorale imponeva che queste si tenessero di domenica e di lunedì: esse quindi non si sarebbero in nessun caso potute svolgere in una data posteriore a quella prevista.

Discussione sulle schede elettorali

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Riproduzione di una scheda per l'elezione del Senato della Repubblica. B e C si candidano coalizzati, così come P e R

Una settimana prima della data fissata per le votazioni in Italia, e quindi a votazioni già in corso all'estero, alcuni capi delle forze politiche, fra cui Silvio Berlusconi e Antonio Di Pietro, avevano segnalato che la composizione grafica delle schede elettorali, preparata secondo la legislazione elettorale vigente,[36] avrebbe potuto generare confusione nell'elettore ed essere, quindi, responsabile dell'annullamento di alcuni voti.

In particolare veniva contestata la stampa dei simboli dei partiti coalizzati entro un'unica casella bianca, sul classico sfondo con tramatura grigia delle schede italiane, separati da una riga sottile. In tal modo, sempre secondo l'interpretazione data da chi non condivideva l'impostazione delle schede, l'elettore avrebbe potuto essere indotto a tracciare un unico segno su entrambi i simboli, annullando, di fatto, il proprio voto non essendo desumibile la lista a cui assegnare la preferenza. Le schede predisposte dal ministero degli Affari Interni, come detto, erano identiche a quelle usate nella precedente competizione elettorale in occasione delle quali nessuna forza politica lamentò il problema poiché la struttura delle coalizioni (due sole grandi coalizioni con diverse liste, oltre a singole liste non coalizzate) era anzi evidenziata dal modello di scheda elettorale.

Nella discussione, che aveva assunto toni polemici, fu coinvolto il Presidente della Repubblica, che avendo ricevuto un appello diretto affinché intervenisse sul governo, aveva sollecitato il ministero dell'Interno a fornire gli opportuni chiarimenti. Giuliano Amato, in risposta all'invito del capo dello Stato, convocò una conferenza stampa per ribadire che la grafica delle schede era stata preparata seguendo rigorosamente la normativa vigente e che, anche volendo, non era più possibile intervenire essendo le procedure di votazione già in corso.[37][38]

Il successivo 8 aprile, a cinque giorni dalle elezioni, il ministero dell'Interno decise di far appendere in ogni sezione elettorale manifesti che invitano gli elettori ad esprimere il loro voto in modo chiaro, utilizzando lo slogan «un solo segno su un solo simbolo». Il Ministero aveva inoltre ribadito che, anche se il segno dovesse ricadere su più simboli, il voto deve essere conteggiato per la lista sul cui simbolo il segno stesso insiste maggiormente.

Principali coalizioni e forze politiche

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Coalizione Leader[39] Foto
Coalizione di centro-destra
Coalizione composta da Il Popolo della Libertà, Lega Nord e Movimento per l'Autonomia
Silvio Berlusconi
Coalizione di centro-sinistra
Coalizione composta da Partito Democratico e Italia dei Valori
Walter Veltroni
Unione di Centro Pier Ferdinando Casini
La Sinistra l'Arcobaleno
Lista elettorale composta da: Partito della Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani,
Federazione dei Verdi e Sinistra Democratica

Fausto Bertinotti
La Destra - Fiamma Tricolore
Lista elettorale composta da: La Destra, Fiamma Tricolore e Fronte Sociale Nazionale
Daniela Santanchè
Partito Socialista Enrico Boselli

Schieramenti e forze politiche

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Rispetto alle precedenti elezioni gli schieramenti erano molto variati. Quelle che erano state le due grandi alleanze, nel 2006 e prima, erano già estinte, e i partiti al loro interno erano stati protagonisti di grandi mutazioni. Tendenza generalizzata fu la scomposizione in più liste, e l'accorpamento fra loro di forze politiche simili.[40] All'elettore si presentava un quadro con un più vasto numero di schieramenti, ma al loro interno molto meno variegati ed anzi composti da singole liste – con le eccezioni delle coalizioni maggiori – con programmi unitari.

Liste e partiti che facevano parte dell'Unione

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Lo stesso argomento in dettaglio: L'Unione § La fine dell'Unione.
Walter Veltroni - Leader della coalizione di centro-sinistra
Fausto Bertinotti - Leader de La Sinistra l'Arcobaleno
Antonio Di Pietro - Leader dell'Italia dei Valori

L'Unione si sciolse con la caduta del governo Prodi II, il 24 gennaio 2008, e le forze che l'avevano composta diedero vita a varie nuove formazioni.[41] Il Partito Democratico decise di fare a meno della quasi totalità degli ex-alleati sia per le elezioni del Senato sia per quelle della Camera;[42] inoltre, il partito precisò che avrebbe accettato alleanze solo con i partiti che condividessero integralmente, e senza riserve, il proprio programma elettorale.[41] Unica alleanza mantenuta dal PD fu, infine, quella con l'Italia dei Valori,[43] che, secondo gli accordi, avrebbe mantenuto il proprio simbolo nella corsa elettorale per poi formare gruppi parlamentari unificati con il compagno di coalizione.[44] I Radicali italiani, dopo una lunga trattativa,[45] accettarono[46] l'accordo proposto dal PD per inserire propri candidati nelle liste di quest'ultimo: la conseguenza fu che i Radicali formalmente non presentarono alcuna lista nonostante avessero presentato il proprio simbolo. Si formano così le forze componenti la coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche italiane del 2008.

Altri quattro partiti (PRC, PdCI, SD e Verdi) colsero l'occasione per coalizzarsi in un'unica lista chiamata La Sinistra l'Arcobaleno[41] e per esprimere un'unica candidatura a Palazzo Chigi.

Si presentò senza alcun alleato anche il Partito Comunista dei Lavoratori, nato da dissidenti di Rifondazione Comunista.[47] Il movimento Sinistra Critica, nato anch'esso da una scissione di Rifondazione Comunista, decise di presentarsi senza alleati alle elezioni con il proprio simbolo e una propria candidatura per la Presidenza del Consiglio.[48]

Il Partito Socialista, che aveva sostenuto il Governo Prodi, aveva avuto fin dall'inizio l'intenzione di presentare il proprio simbolo nella competizione[49] e questa fu la ragione principale del mancato accordo con il Partito Democratico che aveva, invece, chiesto al Partito Socialista di sciogliersi e convergere nel PD.[50]

L'Unione Democratica per i Consumatori scelse per correre da sola alle elezioni con un proprio capo della forza politica,[51] così come Movimento politico dei cittadini, movimento che, come il precedente, sorse dallo sgretolamento dell'Unione al Senato nel corso della precedente legislatura, e che presentò una propria lista.[52]

La Südtiroler Volkspartei non entrò in nessuna coalizione per la Camera dei Deputati; tuttavia, limitatamente ai collegi del Senato in Trentino-Alto Adige, strinse un'alleanza, il cosiddetto Patto di Salorno, con il PD, l'Italia dei Valori, il Partito Socialista e alcune liste locali: nei due collegi di in cui la SVP era più forte la lista si presentò autonomamente, mentre negli altri quattro i candidati corsero sotto il simbolo di SVP-Insieme per le Autonomie.[53]

L'UDEUR, abbandonato definitivamente il campo del centro-sinistra, e posizionatosi al centro, nonostante qualche perplessità iniziale,[54] aveva preso la decisione di presentarsi senza entrare in nessuna coalizione[55] candidando Clemente Mastella alla presidenza del Consiglio dei ministri; tuttavia, in seguito, lo stesso leader del partito annunciò il ritiro della propria candidatura.[56]

Liste e partiti che facevano parte della CdL

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Silvio Berlusconi - Leader della coalizione di centro-destra
Gianfranco Fini - Cofondatore con Silvio Berlusconi del Popolo della Libertà
Umberto Bossi - Leader della Lega Nord
Pier Ferdinando Casini - Leader dell'Unione di Centro

Per quanto riguarda il centro-destra, anche nel campo della ex-Casa delle Libertà lo scenario proposto agli elettori risultò mutato rispetto a quello del 2006.[41] Dopo la scelta del Partito Democratico di correre in una coalizione ristretta, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini decisero che i rispettivi partiti, Forza Italia e Alleanza Nazionale, si sarebbero presentati sotto l'unico simbolo del Popolo della Libertà,[57] creando la coalizione di centro-destra del 2008 che inglobava anche la Lega Nord, che avrebbe presentato le sue liste solo al Centro-Nord, ed il Movimento per l'Autonomia, che lo avrebbe fatto nelle altre regioni.[46] La trattativa con l'MpA a livello nazionale fu dominata dal tema della scelta candidature per la presidenza della Regione Siciliana che si svolsero contestualmente.[58]

Varie formazioni minori diedero, poi, il proprio assenso all'ingresso nel Popolo della Libertà, come la DCA, i Liberal Democratici (fuoriusciti dallo schieramento di centro-sinistra) e Azione Sociale.[59] Inizialmente anche la Democrazia Cristiana di Giuseppe Pizza aveva espresso la volontà di coalizzarsi al Senato con il Popolo della Libertà ma il suo simbolo fu ritenuto troppo simile a quello dell'Unione di Centro e quindi bocciato dal Ministero, il cui giudizio fu successivamente confermato dalla Commissione Centrale elettorale della Cassazione[60] con una decisione che fu poi l'origine della vicenda giudiziaria già discussa precedentemente.

Il movimento La Destra, in disaccordo con la strategia di Berlusconi di creare un partito unico,[45] aveva annunciato l'intenzione di presentare una propria lista e un proprio candidato premier;[61] questo nonostante, in un primo momento, i dirigenti del partito avessero sperato in un cambiamento della strategia del leader del PdL.[62] Solo il perdurare della situazione di stallo li convinse a procedere e a stringere un accordo con la Fiamma Tricolore: i due partiti presentarono un'unica lista, convergendo sul candidato premier già indicato da La Destra.[63] Discorso a parte per Forza Nuova, che decise fin dalla notizia dello scioglimento delle Camere di correre in solitaria con il proprio simbolo.

Anche all'UDC fu proposto di confluire nel Popolo della Libertà,[64] prospettiva che l'UDC, nonostante una spaccatura dovuta alla scelta di singoli esponenti come Carlo Giovanardi di aderire al PdL, non condivise:[65] l'UDC quindi si presentò indipendentemente, con un proprio candidato premier.[66] Nelle settimane di consultazioni presidenziali, il brusco ritorno di Pier Ferdinando Casini su posizioni consonanti con quelle di Forza Italia aveva provocato una scissione interna all'UDC: Bruno Tabacci e Mario Baccini avevano dato vita ad un nuovo movimento politico chiamato la Rosa Bianca, a ciò aveva aderito anche l'ex sindacalista Savino Pezzotta, e che si era dichiarato pronto a presentare un proprio candidato premier.[41][67] Tuttavia a seguito della scelta dell'UDC di non coalizzarsi o confluire nel PdL,[66] i due partiti scelsero di presentare una lista comune, l'Unione di Centro, con un unico candidato alla presidenza del consiglio.[68]

Alcuni esponenti singoli del centrodestra, come Giuliano Ferrara che aveva nei giorni precedenti alla campagna elettorale esortato il paese a dibattere sull'opportunità di una moratoria sull'applicazione della legge sull'aborto,[69] presentarono una lista che nel simbolo recava la scritta «Aborto? No, grazie».[70]

Primo tema affrontato subito dopo lo scioglimento delle Camere fu il "nodo" delle alleanze e delle coalizioni elettorali. La legge elettorale in vigore imponeva l'obbligo, per ogni lista,[71] di indicare un Capo della forza politica, ovvero, in caso di liste coalizzate, un Capo della coalizione cioè, di fatto, il nome del candidato che la lista si impegnava ad appoggiare per la nomina alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Tuttavia tale nomina non è giuridicamente dovuta, poiché la Presidenza del Consiglio non è un incarico elettivo, ma di nomina del presidente della Repubblica. Ciò premesso i candidati ufficialmente collegati ai contrassegni depositati al ministero dell'Interno furono originariamente più di 150,[72] molti di più di quelli che effettivamente riuscirono poi a presentare effettivamente le liste a sostegno della propria candidatura, anche in una sola circoscrizione.[73] Fra questi ultimi quelli che erano sostenuti da liste presentate nella maggioranza delle circoscrizioni per Camera e Senato furono (in ordine alfabetico per cognome):

Codice di autoregolamentazione per le candidature

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Beppe Grillo ha promosso una campagna dal titolo "parlamento pulito".

Nelle settimane precedenti alla presentazione delle liste elettorali tutti i principali partiti discussero sull'opportunità e sulle modalità per evitare la candidatura di cittadini condannati, o indagati, nelle proprie liste.

Il dibattito ricalcò quello mai completamente sopito nato a seguito, sia della raccomandazione Commissione parlamentare antimafia di un codice di autoregolamentazione[75] per le elezioni amministrative del 2007, sia della raccolta firme promossa da Beppe Grillo per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare dall'emblematico titolo "parlamento pulito" che prevedeva, fra l'altro, l'incandidabilità per i condannati in qualunque grado di giudizio indipendentemente dalla gravità del reato.[76]

Il Partito Democratico, dopo aver già approvato un proprio Codice etico in materia,[77] dichiarò[44] – facendo proprio un tema[78] dell'alleata Italia dei Valori – che non avrebbe candidato nessuno che fosse stato condannato in primo grado, cioè anche prima che la sentenza fosse stata definitivamente confermata.

Su proposta di Alleanza Nazionale, il cui leader aveva chiesto "liste pulite", anche Il Popolo della Libertà comunicò di voler impedire la candidatura dei condannati, purché non si trattasse di condanne avvenute a seguito di «processi politici».[79] A tale dichiarazione ne seguì un'altra che precisava che in ogni caso non era ipotizzabile trattare come condannato chi non avesse superato tutti e tre i gradi di giudizio.[46]

Per quanto riguarda La Sinistra l'Arcobaleno, il segretario di Rifondazione Comunista dichiarò che era «necessario un codice etico» proponendo l'adozione di quello già varato dalla commissione antimafia in occasione delle precedenti amministrative.[80]

Campagna elettorale

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La legge elettorale in vigore richiedeva alle forze politiche di presentare i propri programmi contestualmente ai simboli elettorali: per questo tutte le forze politiche e le coalizioni rappresentate in parlamento pubblicarono i loro programmi elettorali entro la prima decade di marzo.[81] In rapporto ai due programmi presentanti per le elezioni politiche del 2006 una differenza evidente fu che nessuno degli schieramenti ripropose programmi lunghi ed estremamente dettagliati come quello presentato dall'Unione nelle consultazioni precedenti.

Confrontando i programmi delle maggiori forze politiche si possono notare analogie di proposte per quanto riguarda, ad esempio, la necessità di investire su scuola, università e ricerca - seppur con diverse sfumature quanto al metodo migliore per farlo - mentre le differenze più profonde si registrano nel campo dell'economia - per cui alcune liste proposero la nazionalizzazione delle imprese mentre altre la loro completa privatizzazione - e dei cosiddetti temi eticamente sensibili; in particolare non manca in nessun programma un riferimento al problema della regolamentazione delle convivenze. Anche l'equilibrio fra la tutela ambientale, la ricerca di nuove fonti energetiche - compreso l'utilizzo dell'energia nucleare che fu più o meno esplicitamente proposto in alcuni casi - e la riqualificazione della rete infrastrutturale sono temi presenti sostanzialmente in tutti i programmi delle principali liste che furono presenti nella competizioni elettorale, così come sono una costante gli impegni per l'efficienza della giustizia e dell'apparato amministrativo, per la riduzione dei costi della politica e per una maggiore sicurezza.

La vicenda Alitalia

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Lo stesso argomento in dettaglio: Alitalia § Storia.

La sorte della compagnia di bandiera italiana si intrecciò con quella della campagna elettorale. Il governo, già prima dello scioglimento delle camere, aveva dato il proprio parere favorevole ad una trattativa commerciale esclusiva con Air France-KLM. Tuttavia, dopo le dimissioni dell'esecutivo, da parte delle forze di opposizione della XV Legislatura giunse la richiesta di astenersi dal proseguire la trattativa. Tale richiesta fu motivata dall'esigenza di rimettere la scelta ad un governo politicamente legittimato, dovendo il governo dimissionario limitarsi al disbrigo degli affari correnti. Tuttavia il ministro dell'economia Tommaso Padoa-Schioppa e il premier Romano Prodi replicarono di non poter garantire che la compagnia non sarebbe andata in fallimento in caso di una dilazione di due mesi, e che tale prospettiva, che avrebbe scaricato i costi sull'azionista statale, a loro parere, rendeva totalmente legittima l'attività dell'esecutivo.[82]

Un Boeing 777 di Alitalia

Dopo l'inizio della campagna elettorale vera e propria, il tema tornò al centro dell'attenzione, grazie anche alla difficoltà intrinseca della trattativa che vedeva contrapposti a diverso titolo, governo, acquirenti e sindacati, nonché gli stessi enti locali lombardi, per il tramite della SEA. Ai problemi che una situazione di questo genere poteva comportare, dal punto di vista squisitamente finanziario, se ne aggiunsero altri, dovuti al crescere continuo dell'interesse dei candidati a capo delle forze politiche per la questione. In particolare il dibattito si focalizzò attorno alla possibilità che si potesse materializzare un gruppo di imprenditori italiani che facesse una controproposta rispetto a quella del vettore francese. Tale cordata avrebbe dovuto sostenere l'originario progetto di Airone di acquisizione di Alitalia. In conseguenza del dibattito sviluppatosi durante la campagna, anche a causa della possibilità concreta che alcuni degli interventi avrebbero rispecchiato la linea politica del futuro governo, di cui Air France comunque si era impegnata a chiedere il gradimento prima di procedere con l'acquisto, il titolo in borsa fu caratterizzato da un'altissima volatilità, tanto da essere più volte sospeso.[83]

Nel corso della campagna, furono espresse almeno tre posizioni distinte: la posizione sostenuta da Silvio Berlusconi, ovvero quella di stimolare,[84] contando anche sul suo doppio ruolo di imprenditore e politico, l'interesse dell'imprenditoria italiana;[85] al contrario, la coalizione guidata da Walter Veltroni, si dichiarò sempre pronta a rispettare le scelte del mercato, non escludendo a priori la vendita ad un gruppo italiano se le condizioni dell'offerta, che comunque non fu ufficialmente presentata prima delle elezioni, fossero risultate migliori.[86] Una terza opzione quella rappresentata dalla lista a sostegno di Fausto Bertinotti che sostenne la possibilità che fosse lo Stato a farsi carico della sorte del risanamento della compagnia almeno provvisoriamente.[87][88] Le posizioni dei tre personaggi politici suscitarono a più riprese, e a vario titolo, la reazione di sostegno o di disapprovazione da parte delle forze politiche concorrenti.

Sondaggi pre-voto

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La seguente tabella mostra la media dei sondaggi, elaborata a cura del sito termometropolitico.it.

Elaborazione Mese Centrosinistra
(Walter Veltroni)
La Sinistra l'Arcobaleno
(Fausto Bertinotti)
Unione di Centro
(Pier Ferdinando Casini)
Centrodestra
(Silvio Berlusconi)
termometropolitico.it[89] novembre 2007 32,6 5,2 3,5 45,7
dicembre 2007 29,9 6,3 5,4 45,8
gennaio 2008 30,6 4,8 3,2 46,0
febbraio 2008 35,4 6,3 5,3 44,7
marzo 2008 37,2 5,8 6,1 44,4

Per quanto PdL e Lega Nord fossero in vantaggio da mesi, i sondaggi hanno mostrato un andamento secondo cui PD e IdV erano in costante crescita, e un richiamo al voto utile agli elettori di estrema sinistra, misto a un'eventuale erosione dei votanti della vecchia Alleanza Nazionale verso La Destra di Daniela Santanchè e l'UdC di Pier Ferdinando Casini, avrebbe per lo meno potuto portare il Partito Democratico a divenire primo partito, e con i votanti all'estero maggioranze diverse tra Camera e Senato come si sfiorò due anni prima sembrava possibile. In realtà il richiamo al voto utile generò sì lo sgonfiamento della lista di Bertinotti, ma sia la coalizione di Veltroni sia il suo partito non ne beneficiarono, mostrando la sovrastima di uno dei due schieramenti. Intanto a destra l'emorragia di voti verso altre forze moderate o più estremiste non avvenne, e mentre Il Popolo della Libertà divenne primo partito, al Senato il risultato fu oltre le attese vista la vittoria anche in regioni come il Lazio, Campania e Liguria, fino all'ultimo date appannaggio dell'avversario.

Lo stesso argomento in dettaglio: Grafico delle elezioni politiche italiane.

Pochi secondi dopo la chiusura dei seggi furono diffusi gli exit poll per la Camera dei deputati. Essi assegnavano la vittoria al Popolo della Libertà ma con un margine ridotto di vantaggio: 42% alla coalizione che sosteneva Silvio Berlusconi e 40% a quella che sosteneva Walter Veltroni.[90] Pur avendo correttamente predetto la vittoria del centrodestra, come nel 2006 gli exit poll presentavano errori elevati rispetto al dato reale (-5% per la coalizione di centrodestra, +2,5% per quella di centrosinistra). Inoltre sovrastimavano sia il Partito Democratico, che venne erroneamente indicato come primo partito italiano, sia la Sinistra Arcobaleno, cui fu assegnata una percentuale di voti che pareva sufficiente ad assicurare l'elezione di alcuni suoi parlamentari.

I risultati delle elezioni politiche furono diffusi, a titolo provvisorio, dal ministero dell'Interno, man mano che le prefetture ricevevano i verbali delle sezioni elettorali. I risultati definitivi, salvo reclami esaminati dalla giunte per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, furono forniti dalla Commissione elettorale centrale istituita presso la Suprema Corte di Cassazione. A seguito della proclamazione dei risultati nazionali, le singole commissioni elettorali circoscrizionali proclamarono i candidati eletti. La composizione del plenum di entrambe le assemblee legislative nella XVI Legislatura, tuttavia, fu definita solo dopo che i parlamentari eletti in più circoscrizioni decisero per quale seggio optare lasciando che i primi dei non eletti nelle altre circoscrizioni accedessero in loro vece in Parlamento.

Camera dei deputati

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Risultati delle elezioni politiche italiane del 2008 (Camera dei deputati)
Coalizione Partito Italia (19 regioni) Valle d'Aosta Estero Totale
seggi
+/–
Voti % Seggi Voti % Seggi Voti % Seggi
Coalizione di centro-destra Il Popolo della Libertà 13.629.464 37,38 272 13.880 18,52 0 322.437 30,90 4 276 +60
Lega Nord 3.024.543 8,30 60 2.322 3,10 0 N.D. N.D. 0 60 +34
Movimento per l'Autonomia 410.499 1,13 8 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 8
Totale coalizione 17.064.506 46,81 340 13.880 21,62 0 322.437 30,90 4 344 +94
Coalizione di centro-sinistra Partito Democratico 12.095.306 33,18 211 N.D. N.D. 0 338.954 32,48 6 217 −9
Italia dei Valori 1.594.024 4,37 28 N.D. N.D. 0 42.149 4,04 1 29 +12
Autonomie Liberté Démocratie N.D. N.D. 0 29.314 39,12 1 N.D. N.D. 0 1 ±0
Totale coalizione 13.689.330 37,55 239 29.314 39,12 1 381.103 36,52 7 247 +3
Unione di Centro 2.050.229 5,62 36 N.D. N.D. 0 88.017 8,43 0 36 −3
La Sinistra l'Arcobaleno 1.124.298 3,08 0 N.D. N.D. 0 28.495 2,73 0 0 −72
La Destra - Fiamma Tricolore 884.961 2,43 0 N.D. N.D. 0 14.974 1,43 0 0 ±0
Partito Socialista 355.495 0,98 0 N.D. N.D. 0 32.513 3,12 0 0
Südtiroler Volkspartei 147.718 0,41 2 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 2 −2
Movimento Associativo Italiani all'Estero N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 86.970 8,33 1 1
Altre liste 1.140.717 3,12 0 29.423 39,26 0 89.009 8,54 0 0 ±0
Totale 36.457.254 100,00 617 74.939 100,00 1 1.043.518 100,00 12 630

Italia (19 regioni)

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Partiti maggioritari nelle singole circoscrizioni elettorali.
Coalizioni (e candidati leader) maggioritarie nelle singole circoscrizioni elettorali.
Leader Lista Voti % Seggi Differenza (%) Aumento/Diminuzione
Silvio Berlusconi
Il Popolo della Libertà (PdL) 13.629.464 37,38 272 Aumento1,28 Aumento60
Lega Nord (LN)[91] 3.024.543 8,30 60 Aumento2,84 Aumento34
Movimento per l'Autonomia (MpA)[92][93] 410.499 1,13 8 - -
Totale coalizione 17.064.506 46,81 340 Aumento2,93 Aumento63
Walter Veltroni
Partito Democratico (PD) 12.095.306 33,18 211 Aumento1,97 Diminuzione3
Italia dei Valori (IdV) 1.594.024 4,37 28 Aumento2,08 Aumento12
Totale coalizione 13.689.330 37,55 239 Diminuzione12,26 Aumento101
Pier Ferdinando Casini
Unione di Centro (UdC) 2.050.229 5,62 36 Diminuzione1,13 Diminuzione3
Fausto Bertinotti
La Sinistra l'Arcobaleno (SA) 1.124.298 3,12 0 Diminuzione7,01 Diminuzione72
Daniela Santanchè
La Destra - Fiamma Tricolore (LD-FT) 884.961 2,43 0 - -
Enrico Boselli
Partito Socialista (PS) 355.495 0,98 0 Diminuzione1,91 Diminuzione18
Marco Ferrando
Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) 208.296 0,57 0 - -
Flavia D'Angeli
Sinistra Critica (SC) 168.916 0,46 0 - -
Siegfried Brugger
Südtiroler Volkspartei (SVP)[94][95] 147.718 0,41 2 Diminuzione0,07 Diminuzione2
Giuliano Ferrara
Associazione Difesa della Vita. Aborto? No Grazie[96] 135.535 0,37 0 - -
Stefano Montanari
Per il Bene Comune (PBC)[97] 119.569 0,33 0 - -
Roberto Fiore
Forza Nuova (FN)[98] 109.699 0,30 0 - -
Stefano De Luca
Partito Liberale Italiano (PLI)[99] 104.053 0,29 0 - -
Bruno De Vita
Unione Democratica per i Consumatori (UDpC) 91.106 0,25 0 - -
Renzo Rabellino
Lista dei Grilli Parlanti[100] 66.835 0,18 0 - -
Altri
Altre liste 136.708 0,39 0 - -
Totale[101] 36.457.254 100,00 617

Valle d'Aosta

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Candidato Lista Voti % Seggi
Roberto Rolando Nicco Autonomie Liberté Démocratie (ALD) 29.314 39,12 1
Ego Perron Vallée d'Aoste (VdA) 28.357 37,84 0
Giuseppe Gambardella Il Popolo della Libertà (PdL) 13.880 18,52 0
Patrizio Giovannacci Lega Nord (LN) 2.322 3,10 0
Giancarlo Borluzzi Azione Sociale (AS) 1.066 1,42 0
Totale[102] 74.939 100,00 1
Lista Voti % Seggi
Partito Democratico (PD) 338.954 32,48 6
Il Popolo della Libertà (PdL) 322.437 30,90 4
Unione di Centro (UdC) 88.017 8,43 0
Movimento Associativo Italiani all'Estero (MAIE)[103] 86.970 8,33 1
Associazioni Italiane in Sud America (AISA)[103] 64.325 6,16 0
Italia dei Valori (IdV)[104] 42.149 4,04 1
Partito Socialista (PS)[105] 32.513 3,12 0
La Sinistra l'Arcobaleno (SA)[106] 28.495 2,73 0
La Destra - Fiamma Tricolore (LD-FT)[107] 14.974 1,43 0
L'Altra Sicilia (LAS)[104] 9.251 0,89 0
Sinistra Critica (SC)[104] 6.062 0,58 0
Consumatori Civici Italiani (CCI)[103] 4.878 0,47 0
Valori e Futuro (VF)[104] 4.493 0,43 0
Totale[102] 1.043.518 100,00 12

Senato della Repubblica

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Risultati delle elezioni politiche italiane del 2008 (Senato della Repubblica)
Coalizione Partito Italia (18 regioni) Valle d'Aosta Trentino-Alto Adige Estero Totale
seggi
+/–
Voti % Seggi Voti % Seggi Voti % Seggi Voti % Seggi
Coalizione di centro-destra Il Popolo della Libertà 12.511.258 38,17 141 12.167 17,25 0 156.126 28,18 3 322.698 33,86 3 147 +26
Lega Nord 2.642.280 8,06 25 2.081 2,95 0 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 25 +11
Movimento per l'Autonomia 355.361 1,08 2 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 2
Totale coalizione 15.508.899 47,31 168 14.248 20,20 0 156.126 28,18 3 322.698 33,86 3 174 +37
Coalizione di centro-sinistra Partito Democratico 11.042.452 33,69 116 N.D. N.D. 0 19.253 3,48 0 314.703 33,02 2 118 +10
Italia dei Valori 1.414.730 4,31 14 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 38.357 4,02 0 14 +10
Altri di centro-sinistra N.D. N.D. 0 26.377 37,40 0 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 0 −1
Totale coalizione 12.457.182 38,00 130 26.377 37,40 0 19.253 3,48 0 353.060 37,04 2 132 +19
Unione di Centro 1.866.356 5,69 3 N.D. N.D. 0 32.511 5,87 0 57,817 6,07 0 3 −18
La Sinistra l'Arcobaleno 1.053.258 3,21 0 N.D. N.D. 0 39.957 7,21 0 27.067 2,84 0 0 −38
La Destra - Fiamma Tricolore 686.926 2,09 0 N.D. N.D. 0 16.462 2,97 0 13.139 1,38 0 0
Partito Socialista 284.837 0,86 0 N.D. N.D. 0 369 0,07 0 28.149 2,95 0 0
Vallée d'Aoste N.D. N.D. 0 29.191 41,39 1 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 1 +1
Südtiroler Volkspartei N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 252.669 45,61 4 N.D. N.D. 0 4 +1
Movimento Associativo Italiani all'Estero N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 72.511 7,61 1 1
Altre liste 962.534 2,71 0 712 1,01 0 36.592 6,60 0 78.703 8,25 0 0 ±0
Totale 32.774.339 100,00 301 70.520 100,00 1 553.939 100,00 7 953.144 100,00 6 315

Italia (18 regioni)

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Partiti maggioritari nelle singole circoscrizioni elettorali.
Coalizioni (e candidati leader) maggioritarie nelle singole circoscrizioni elettorali.
Leader Lista Voti % Seggi Differenza (%) Aumento/Diminuzione
Silvio Berlusconi
Il Popolo della Libertà (PdL) 12.511.258 38,17 141 Diminuzione1,01 Aumento25
Lega Nord (LN)[108] 2.642.280 8,06 25 Aumento3,66 Aumento12
Movimento per l'Autonomia (MpA)[109] 355.361 1,08 2 Aumento1,08 Aumento2
Totale coalizione 15.508.899 47,31 168 Diminuzione2,88 Aumento15
Walter Veltroni
Partito Democratico (PD) 11.042.452 33,69 116 Aumento5,78 Aumento13
Italia dei Valori (IdV) 1.414.730 4,31 14 Aumento1,49 Aumento10
Totale coalizione 12.457.182 38,00 130 Diminuzione10,95 Diminuzione18
Pier Ferdinando Casini
Unione di Centro (UdC) 1.866.356 5,69 3 Diminuzione0,95 Diminuzione18
Fausto Bertinotti
La Sinistra l'Arcobaleno (SA) 1.053.258 3,21 0 Diminuzione8,12 Diminuzione38
Daniela Santanchè
La Destra - Fiamma Tricolore (LD-FT) 686.926 2,09 0 Aumento1,47 Stabile
Enrico Boselli
Partito Socialista (PS)[110] 284.837 0,86 0 Diminuzione1,94 -
Marco Ferrando
Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) 180.442 0,55 0 - -
Flavia D'Angeli
Sinistra Critica (SC) 136.679 0,41 0 - -
Stefano Montanari
Per il Bene Comune (PBC) 105.827 0,32 0 - -
Stefano De Luca
Partito Liberale Italiano (PLI)[111] 100.759 0,30 0 - -
Roberto Fiore
Forza Nuova (FN)[112] 85.564 0,26 0 - -
Bruno De Vita
Unione Democratica per i Consumatori (UDpC) 78.139 0,23 0 - -
Renzo Rabellino
Lista dei Grilli Parlanti[113] 49.535 0,15 0 - -
Giorgio Vido
Liga Veneta Repubblica (LVR)[114] 47.647 0,14 0 - -
Eva Rossi
Lega per l'Autonomia - Alleanza Lombarda (LAL)[115] 45.623 0,13 0 - -
Altri
Altre liste 132.319 0,22 0 - -
Totale[116] 32.774.339 100,00 301

Valle d'Aosta

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Candidato Lista Voti % Seggi
Antonio Fosson Vallée d'Aoste (VdA) 29.191 41,39 1
Carlo Perrin Autonomie Liberté Démocratie (ALD) 26.377 37,40 0
Anacleto Benin Il Popolo della Libertà (PdL) 12.167 17,25 0
Sergio Ferrero Lega Nord (LN) 2.081 2,95 0
Marinella Monza Azione Sociale (AS) 712 1,01 0
Totale[102] 70.528 100,00 1

Trentino-Alto Adige/Südtirol

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Lista Voti % Seggi
Il Popolo della Libertà (PdL) 156.126 28,18 3
Südtiroler Volkspartei - Insieme per le Autonomie (SVP-IpA)[117] 153.721 27,75 2
Südtiroler Volkspartei (SVP)[117][118] 98.948 17,86 2
La Sinistra l'Arcobaleno (SA) 39.957 7,21 0
Unione di Centro (UdC) 32.511 5,87 0
Die Freiheitlichen (DF) 24.772 4,47 0
Partito Democratico (PD)[119] 19.253 3,48 0
La Destra - Fiamma Tricolore (LD-FT) 16.462 2,97 0
Union für Südtirol (UfS) 11.820 2,13 0
Partito Socialista (PS) 369 0,07 0
Totale[102] 553.939 100,00 7
Lista Voti % Seggi
Il Popolo della Libertà (PdL) 322.698 33,86 3
Partito Democratico (PD) 314.703 33,02 2
Movimento Associativo Italiani all'Estero (MAIE)[103] 72.511 7,61 1
Associazioni Italiane in Sud America (AISA)[103] 60.794 6,38 0
Unione di Centro (UdC) 57.817 6,07 0
Italia dei Valori (IdV)[104] 38.357 4,02 0
Partito Socialista (PS)[105] 28.149 2,95 0
La Sinistra l'Arcobaleno (SA)[106] 27.067 2,84 0
La Destra - Fiamma Tricolore (LD-FT)[107] 13.139 1,38 0
L'Altra Sicilia (LAS)[104] 8.391 0,88 0
Sinistra Critica (SC)[104] 5.855 0,61 0
Consumatori Civici Italiani (CCI)[103] 3.663 0,38 0
Totale[102] 953.144 100,00 6

Affluenza alle urne

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  • Dati definitivi sull'affluenza alle ore 15,00 di lunedì 14 aprile. Le percentuali dei votanti sono state le seguenti: Camera dei Deputati: 80,456% (di cui 36 452 305 voti validi (77,073%) su 47 295 978 elettori aventi diritto), Senato della Repubblica 80,507% (di cui 32 771 227 voti validi (75,759%) su 43 257 208 elettori aventi diritto), Provinciali: 74,580%, Comunali: 78,116%.
  • Alle ore 22,00 di domenica 13 aprile le percentuali dei votanti sono state le seguenti: Camera dei Deputati 62,546%, Provinciali 57,067%, Comunali 60,640%.
  • Alle ore 19,00 di domenica 13 aprile le percentuali dei votanti sono state le seguenti: Camera dei Deputati 48,689%, Provinciali 43,424%, Comunali 46,669%.
  • Alle ore 12,00 di domenica 13 aprile le percentuali dei votanti sono state le seguenti: Camera dei Deputati 16,356%, Provinciali 14,286%, Comunali 15,564%.[120]

Analisi territoriale del voto

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Camera dei deputati, distribuzione del voto per comune
Distribuzione del voto di lista Distribuzione del voto di lista/coalizione
Partiti maggioritari nelle singole province per la Camera.
Coalizioni maggioritarie nelle singole regioni per il Senato.

Rispetto alle precedenti elezioni del 2006 ha avuto luogo una stragrande prevalenza del centro-destra sul centro sinistra nella quasi totalità delle regioni.[senza fonte][sembra una RO]

La coalizione di centro-destra di Silvio Berlusconi sfiorò alla Camera dei Deputati il 55% dei voti in Lombardia e Veneto, e ottenendone oltre il 50% in Campania e Sicilia. Ottimi risultati sono stati ottenuti anche in Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte e Puglia, dove la coalizione supera il 45% dei consensi. Da segnalare la prevalenza della Lega Nord, con oltre il 30% dei voti come partito principale nelle province lombarde di Bergamo e Sondrio, e in quelle venete di Treviso, Verona e Vicenza[121].

La coalizione di centro-sinistra di Walter Veltroni ottiene buoni risultati solo in Toscana, dove alla Camera dei Deputati supera il 50% delle preferenze, in Emilia Romagna, dove sfiora il 50%, e in Umbria e Marche, dove supera il 45%[121].

Conseguenze del voto

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I risultati elettorali hanno consegnato alle aule parlamentari una composizione di eletti che non vede rappresentanze dei partiti della sinistra tradizionale - socialisti e comunisti - per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana e dopo più di un secolo, se si esclude il ventennio di dittatura fascista.[122][123][124] Questo dato, anticipato già dalle prime proiezioni dopo l'inizio dello scrutinio, era inatteso in quanto i sondaggi pre-elettorali avevano fatto ritenere che almeno La Sinistra l'Arcobaleno riuscisse a superare la soglia di sbarramento alla Camera e potesse aspirare ad eleggere propri rappresentanti anche al Senato.[125] La pesante sconfitta subita dalla lista, che è stata votata da circa un quarto del proprio bacino elettorale, è stata addebitata dagli esperti di flussi elettorali principalmente ad un travaso di consensi in favore del Partito Democratico e in misura minore all'astensionismo.[126] Ciò ha determinato l'abbandono del progetto di costituzione di una formazione unitaria e in alcuni casi anche il ribaltamento dei rapporti di forza all'interno dei singoli partiti.[127].

Il processo di ridimensionamento drastico del bacino elettorale, con la conseguente perdita della rappresentanza parlamentare, in ogni caso, ha riguardato quasi tutti i partiti minori, fatti salvi quelli rappresentativi delle minoranze linguistiche e l'Unione di Centro.[128][129] I flussi[126] elettorali sembrano infatti aver premiato solo le due coalizioni maggiori che hanno ottenuto il voto di grandissima parte dell'elettorato. Il Popolo della Libertà, pur essendosi imposto come partito di maggioranza relativa, ha confermato la percentuale di consensi ottenuta nelle precedenti elezioni dalle forze che lo hanno composto, subendo invece un calo in termini di voti assoluti a causa della minor affluenza elettorale.[126] D'altra parte, il centrosinistra, considerato nel suo insieme, ha subito una netta diminuzione nelle preferenze elettorali.[130]

Nella coalizione vincente del centro-destra ha suscitato sorpresa la significativa crescita elettorale della Lega Nord che, pur non essendo presente in circa metà delle circoscrizioni, ha superato a livello nazionale l'8% dei voti,[131] quasi raddoppiando i consensi ottenuti alle elezioni politiche del 2006 ed imponendosi come primo partito in vaste aree del Veneto e della Lombardia, rafforzando la sua posizione comunque in tutto il nord Italia.[132] In termini di voti, per la Lega Nord si è trattato del miglior risultato di sempre dopo quello delle elezioni politiche del 1996; in termini di seggi, invece, l'affermazione elettorale ha reso i parlamentari leghisti per la prima volta determinanti per la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento, accrescendo anche in termini programmatici l'influenza del partito sull'esecutivo.[133] In particolare alcuni commentatori hanno evidenziato il legame che sembra esistere fra la crescita dei consensi per la Lega Nord soprattutto nelle zone dell'Italia Settentrionale a maggiore tradizione operaia, in concomitanza con l'indebolimento delle forze di sinistra.[134][135]

La nuova legislatura, infine, si segnala per un aumento della rappresentanza femminile[136] che comunque è rimasta ben lontana dalla soglia della parità, nonostante quelle per la XVI Legislatura siano state le seconde elezioni dopo la modifica della Costituzione che ha stabilito l'obbligo per la Repubblica Italiana di promuovere le pari opportunità fra i sessi, anche in ambito politico.

  1. ^ Dato relativo alla media delle affluenze in tutte le circoscrizioni esclusa quella Estero
  2. ^ a b c Ministero dell'interno, Archivio Storico delle Elezioni - Camera del 13 Aprile 2008, su elezionistorico.interno.it. URL consultato il 27 dicembre 2017.
  3. ^ a b c Il totale comprende la somma dei voti di tutte le circoscrizioni (Italia, Valle d'Aosta ed Estero)
  4. ^ a b c d e f Dato relativo alla sola circoscrizione Italia
  5. ^ a b c Ministero dell'interno, Archivio Storico delle Elezioni - Senato del 13 Aprile 2008, su elezionistorico.interno.it. URL consultato il 27 dicembre 2017.
  6. ^ a b c Il totale comprende la somma dei voti di tutte le circoscrizioni (Italia, Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige ed Estero)
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  10. ^ Ministero dell'Interno, affluenza alle urne (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2008). (URL consultato il 3/1/2009). Il sito riporta i dati aggiornati a tutte le sezioni, eccetto 27 sezioni estere.
  11. ^ Obbligo imposto dall'art. 57, comma 1 della Costituzione italiana.
  12. ^ Sciolte le Camere, si vota il 13 e 14 aprile. da Corriere.it, consultato il 07-02-2008
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  20. ^ Per silenzio elettorale si intende il divieto di tenere «comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico» e di affiggere nuovi «stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda». Così come prescritto dall'articolo 9 della Legge 4 aprile 1956, n. 212 – Norme per la disciplina della propaganda elettorale (archiviato dall'url originale il 22 maggio 2009)., link consultato il 10-02-2008
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  24. ^ Testo del comunicato del Quirinale in merito al decreto sull'election day., da Quirinale.it, consultato il 17-02-2008
  25. ^ Nel 2006 i dati riguardanti lo spoglio della circoscrizione estero arrivarono anche 48 ore dopo la chiusura delle operazioni di voto quando lo spoglio era pressoché completo per le circoscrizioni italiane
  26. ^ Le categorie furono in particolare: dipendenti delle amministrazioni statali in missione, ricercatori e docenti universitari all'estero per motivi di studio e ricerca, appartenenti alle forze armate in missione. In particolare il voto venne esercitato per le circoscrizioni di residenza e non per la circoscrizione estero, a differenza di quanto accaduto nel corso delle ultime elezioni. La normativa non fu estesa rispetto a quella votata nel 2006 ad altre categorie di cittadini temporaneamente all'estero come ad esempio agli studenti in Erasmus
  27. ^ Gli articolo 7 e 8 contenevano la copertura finanziaria e la data di entrata in vigore del decreto.
  28. ^ Le votazioni per le elezioni sia dei parlamentari della circoscrizione estero, sia di alcuni parlamentari eletti nelle circoscrizioni nazionali, votati da italiani temporaneamente all'estero, secondo quanto previsto dalle nuove disposizioni sul voto all'estero, erano prossime al termine, scadendo il termine per l'invio delle schede votate il giorno successivo.
  29. ^ Testo dell'ordinanza del Consiglio di Stato da wikisource
  30. ^ Testo dell'ordinanza (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2008). da Cortecostituzionale.it, URL consultato il 03-04-2008
  31. ^ Nella XV legislatura questo è successo, ad esempio, con la delibera della giunta del 13 dicembre. da Camera.it, url consultato il 04-03-2008.
  32. ^ Questo articolo del codice di procedura civile disciplina i ricorsi alla Corte di Cassazione in caso di conflitto di giurisdizione fra giudici, ovvero nel caso in cui due diversi giudici ritengano di essere competenti a giudicare sulla stessa questione, come in questo caso.
  33. ^ Testo della sentenza, da wikisource
  34. ^ Dc: ricorsi Avvocatura, Cassazione decide martedì. da Ansa.it, URL consultato il 03-04-08
  35. ^ L'articolo 61 della Costituzione infatti dice "Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni."
  36. ^ Modificata, da ultimo, dalla L. 20 marzo 2006, n. 121., in materia di "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 marzo 2006, n. 75, recante modificazioni alla composizione grafica delle schede per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica", consultato il 06-04-2008
  37. ^ Berlusconi: "Schede ingannevoli". Amato: "Sono come le hai volute tu", su repubblica.it, 5 aprile 2008.
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  39. ^ La legge elettorale vigente (Legge Calderoli) richiede l'indicazione di un leader della forza politica che si presenta alle elezioni.
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  43. ^ «L'IdV presenterà le sue liste alle elezioni ma è alla ricerca di un accordo con il Pd basato su punti programmatici. Lo ha annunciato il leader Di Pietro al termine dell'esecutivo del partito. "L'esecutivo – ha spiegato Di Pietro – ha deliberato all'unanimità che alle prossime elezioni l'Idv sarà presente con il proprio simbolo e con una propria lista, sia alla Camera che al Senato che alle amministrative". Ma "ha dato mandato anche di cercare un incontro con Veltroni per vedere se ci sono dei margini per un programma comune con il Pd"», da Televideo Rai, 08-02-2008 10:30.
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  72. ^ Bisogna tenere conto che alcuni simboli furono presentati esclusivamente per evitarne il deposito da parte di gruppi o associazioni che non ne detenevano la titolarità.
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  82. ^ Italia al voto il 13 e 14 aprile Napolitano: "Continui il dialogo". da Repubblica.it, URL consultato il 05-04-2008
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  84. ^ Il leader del PdL a sostegno delle sue affermazioni più volte, in rapida successione, prospettò e smentì l'interesse di vari gruppi economici.
  85. ^ Alitalia: Berlusconi rinnova appello a imprenditori italiani. da newscontrol.repubblica.it, URL consultato il 05-04-2008
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  87. ^ Alitalia: Giordano, Non solo francesi e intervento stato. da newscontrol.repubblica.it, URL consultato il 05-04-2008
  88. ^ A posteriori si seppe che questa posizione non sarebbe stata comunque praticabile, in quanto i principali concorrenti dell'Alitalia espressero più volte, nel corso del 2008, la loro contrarietà ad ulteriori aiuti di Stato alla compagnia di bandiera italiana, esprimendo una posizione sostenuta anche dall'Unione europea, come riportato ad esempio in questa lettera: Sei compagnie scrivono alla Ue - No agli aiuti di Stato per Alitalia - Economia, Repubblica.it.
  89. ^ Tutti i sondaggi politici elettorali sempre aggiornati!, in Termometro Politico. URL consultato il 27 marzo 2018.
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  91. ^ lista presente solo in Piemonte 1 e 2, Lombardia 1,2 e 3, Trentino-Alto Adige, Veneto 1 e 2, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche
  92. ^ Lista presente in Lazio 1 e 2, Abruzzo, Molise, Campania 1 e 2, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia 1 e 2, Sardegna
  93. ^ partecipa al riparto dei seggi come migliore lista al di sotto del 2% all'interno di una coalizione che ha raggiunto il 10%.
  94. ^ Lista presente solo in Trentino-Alto Adige
  95. ^ partecipa al riparto dei seggi in quanto rappresentante di una minoranza riconosciuta e avendo superato il 20% nella circoscrizione d'appartenenza.
  96. ^ Lista non presente in Trentino-Alto Adige
  97. ^ Lista non presente in Sicilia 2
  98. ^ Lista non presente in Piemonte, in Lombardia 1, in Trentino-Alto Adige, Campania 2 e Basilicata
  99. ^ Lista non presente in Lombardia 1 e in Campania 2
  100. ^ Lista presente solo in Piemonte 2, Lombardia 1, Veneto 1 e 2, Friuli-Venezia Giulia, Campania 1 e 2, Calabria e Sardegna
  101. ^ Ministero dell'Interno - archivio storico delle Elezioni.
  102. ^ a b c d e Ministero dell'Interno - archivio storico delle Elezioni.
  103. ^ a b c d e f Lista presente solo nella ripartizione America meridionale
  104. ^ a b c d e f g Lista presente solo nella ripartizione Europa
  105. ^ a b Lista non presente nella ripartizione America settentrionale
  106. ^ a b Lista presente solo nelle ripartizioni America Meridionale e Europa
  107. ^ a b Lista non presente nella ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide
  108. ^ lista presente solo in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche
  109. ^ Lista presente in Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna
  110. ^ Lista non presente in Basilicata
  111. ^ Lista non presente in Umbria
  112. ^ Lista non presente in Piemonte, in Toscana, in Liguria, nelle Marche e Basilicata
  113. ^ Lista presente solo in Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Campania, Calabria e Sardegna
  114. ^ Lista presente solo in Veneto
  115. ^ Lista presente solo in Lombardia
  116. ^ Ministero dell'Interno - Archivio Storico Elezioni.
  117. ^ a b La SVP si presenta in un'unica lista con Insieme per le autonomie in 4 collegi e con lista autonoma in 2 collegi
  118. ^ Voti:56.810 + 42.138
  119. ^ Voti:9.679 + 9.574
  120. ^ Ministero dell'Interno, su www1.interno.it. URL consultato il 14 aprile 2008.
  121. ^ a b Ministro dell'Interno - risultati elezioni.
  122. ^ La fine di un'epoca, un Parlamento senza comunisti né socialisti. da repubblica.it, URL consultato il 17-04-2008
  123. ^ L'antagonismo ex parlamentare. da repubblica.it, URL consultato il 17-04-2008
  124. ^ Il tracollo della Sinistra Arcobaleno Resta fuori da Camera e Senato. da repubblica.it, URL consultato il 17-04-2008
  125. ^ Salvate il soldato Fausto. da repubblica.it, URL consultato il 17-04-2008
  126. ^ a b c Sinistra Arcobaleno un voto su due al Pd. da repubblica.it, URL consultato il 17-04-2008
  127. ^ Rifondazione, è resa dei conti e Ferrero punta al ribaltone. da repubblica.it, URL consultato il 17-04-2008
  128. ^ E sulle ceneri dei partitini nasce la Terza Repubblica., da repubblica.it, URL consultato il 17-04-2008
  129. ^ La strana festa di Daniela "Sconfitta? No, un successo". da repubblica.it, URL consultato il 17-04-2008
  130. ^ Quei 7 punti persi dal centrosinistra. da repubblica.it, URL consultato il 17-04-2008
  131. ^ Ministero dell'Interno, Risultati delle elezioni politiche 2008, riepilogo nazionale Camera dei Deputati (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2008). e Senato della Repubblica (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2008).. URL consultato il 20-12-2008
  132. ^ Il Carroccio padrone del Nord in Veneto punte del 35 per cento. da repubblica.it, URL consultato il 17-04-2008
  133. ^ Oltre il 6%, la Lega di Bossi esulta "Ora le riforme che aspettiamo". da repubblica.it, url consultato il 17-04-2008
  134. ^ Il Nord del Senatur. da repubblica.it, URL consultato il 17-04-2008
  135. ^ Gli operai Fiom che votano a destra "Così protetti da tasse e criminalità". da repubblica.it, URL consultato il 18-04-2008
  136. ^ Elette in rosa, ancora non va Solo il Pd porta il 30% di donne. da repubblica.it, URL consultato il 17-04-2008

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