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Giuliano (usurpatore)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Antoniniano di Giuliano, celebrante le due province di Pannonia

Marco Aurelio Sabino Giuliano, noto come Giuliano di Pannonia (latino: Marcus Aurelius Sabinus Iulianus;[1]; ... – 285/286), è stato un usurpatore romano.

La sua storia non è ben chiara, e potrebbe essersi rivoltato contro l'imperatore romano Carino nel 283-285 o contro Massimiano nel 286; sono state avanzate ipotesi dell'esistenza di più usurpatori con nomi simili nell'arco di un decennio, ma almeno uno di loro è confermato dall'evidenza numismatica.

Usurpatore contro Carino (283-285)

Usurpatore in Italia o Pannonia

Giuliano era un corrector (governatore regionale) in Italia settentrionale nel 283/284,[2] e non un prefetto del pretorio come affermato da altre fonti.[3] Subito dopo che la notizia della morte dell'imperatore Caro[2] (nel 283) o di suo figlio l'imperatore Numeriano[3] (nel novembre 284), entrambi morti durante una campagna alla frontiera orientale, giunse nelle province occidentali, Giuliano si rivoltò in Pannonia: questa versione è compatibile con il ritrovamento di monete con il suo nome coniate a Siscia e recanti una legenda che celebra le province pannoniche.

L'imperatore Carino, fratello di Numeriano, marciò dalla Britannia per affrontare l'usurpatore, e lo incontrò sconfisse e uccise all'inizio del 285, in Italia[4] (probabilmente vicino Verona),[5] o in Illiria.[2]

Ipotesi moderne

Non tutti gli studiosi accettano questa versione dei fatti, e ipotizzano che due usurpazioni ebbero luogo: la prima ebbe come protagonista M. Aur. Iulianus, corrector in Italia, che si ribellò dopo la morte di Caro e controllò la Pannonia prima di essere sconfitto in Illiria; la seconda ribellione avrebbe visto un Sabino Giuliano, prefetto del pretorio, usurpare la porpora in Italia dopo la morte di Numeriano, ed essere sconfitto vicino Verona.[6]

Usurpatore in Africa

Un ulteriore usurpatore, chiamato semplicemente Giuliano, creò dei problemi rivoltandosi nella provincia d'Africa contro Carino, con il sostegno della tribù dei Quinquegentiani.[7]

Usurpatore contro Massimiano e Diocleziano

Si tramanda la rivolta di un terzo Giuliano, nel periodo che va dall'elevazione di Massimiano al rango di Augusto (1° marzo 286) alla nomina a Cesari di Costanzo Cloro e Galerio (1º marzo 293). La rivolta di questo Giuliano ebbe luogo in Italia, e terminò quando, durante un assedio, fu aperta una breccia nelle mura della città in cui era asserragliato: vistosi perduto, Giuliano si gettò tra le fiamme.[8]

Note

  1. ^ Il suo nome è ricostruito sulla base delle sue monete, dove il nome è riportato come M AVR IVLIANVS, e di diverse fonti letterarie: Aurelio Vittore, (Epitome, 38.6) e Zosimo (1.73; 1.3) danno Sabinus Iulianus; Aurelio Vittore usa Iulianus altrove (Liber, 39.10)
  2. ^ a b c Aurelio Vittore, Liber, 39.10.
  3. ^ a b Zosimo, i.73.1.
  4. ^ Zosimus, i.73.3.
  5. ^ Aurelio Vittore, Epitome, 38.6.
  6. ^ Morris.
  7. ^ Aurelio Vittore, Liber, 39.22.
  8. ^ Aurelio Vittore, Epitome, 39.3-4.

Bibliografia

Fonti primarie

  • Aurelio Vittore, Epitome de Caesaribus, 38.6, 39.3-4
  • Aurelio Vittore, Liber de Caesaribus, 39.10, 39.22
  • Zosimo , Historia Nova,

Fonti secondarie

Collegamenti esterni