Giuliano (usurpatore)
Marco Aurelio Sabino Giuliano, noto come Giuliano di Pannonia (latino: Marcus Aurelius Sabinus Iulianus;[1]; ... – 285/286), è stato un usurpatore romano.
La sua storia non è ben chiara, e potrebbe essersi rivoltato contro l'imperatore romano Carino nel 283-285 o contro Massimiano nel 286; sono state avanzate ipotesi dell'esistenza di più usurpatori con nomi simili nell'arco di un decennio, ma almeno uno di loro è confermato dall'evidenza numismatica.
Usurpatore contro Carino (283-285)
Usurpatore in Italia o Pannonia
Giuliano era un corrector (governatore regionale) in Italia settentrionale nel 283/284,[2] e non un prefetto del pretorio come affermato da altre fonti.[3] Subito dopo che la notizia della morte dell'imperatore Caro[2] (nel 283) o di suo figlio l'imperatore Numeriano[3] (nel novembre 284), entrambi morti durante una campagna alla frontiera orientale, giunse nelle province occidentali, Giuliano si rivoltò in Pannonia: questa versione è compatibile con il ritrovamento di monete con il suo nome coniate a Siscia e recanti una legenda che celebra le province pannoniche.
L'imperatore Carino, fratello di Numeriano, marciò dalla Britannia per affrontare l'usurpatore, e lo incontrò sconfisse e uccise all'inizio del 285, in Italia[4] (probabilmente vicino Verona),[5] o in Illiria.[2]
Ipotesi moderne
Non tutti gli studiosi accettano questa versione dei fatti, e ipotizzano che due usurpazioni ebbero luogo: la prima ebbe come protagonista M. Aur. Iulianus, corrector in Italia, che si ribellò dopo la morte di Caro e controllò la Pannonia prima di essere sconfitto in Illiria; la seconda ribellione avrebbe visto un Sabino Giuliano, prefetto del pretorio, usurpare la porpora in Italia dopo la morte di Numeriano, ed essere sconfitto vicino Verona.[6]
Usurpatore in Africa
Un ulteriore usurpatore, chiamato semplicemente Giuliano, creò dei problemi rivoltandosi nella provincia d'Africa contro Carino, con il sostegno della tribù dei Quinquegentiani.[7]
Usurpatore contro Massimiano e Diocleziano
Si tramanda la rivolta di un terzo Giuliano, nel periodo che va dall'elevazione di Massimiano al rango di Augusto (1° marzo 286) alla nomina a Cesari di Costanzo Cloro e Galerio (1º marzo 293). La rivolta di questo Giuliano ebbe luogo in Italia, e terminò quando, durante un assedio, fu aperta una breccia nelle mura della città in cui era asserragliato: vistosi perduto, Giuliano si gettò tra le fiamme.[8]
Note
- ^ Il suo nome è ricostruito sulla base delle sue monete, dove il nome è riportato come M AVR IVLIANVS, e di diverse fonti letterarie: Aurelio Vittore, (Epitome, 38.6) e Zosimo (1.73; 1.3) danno Sabinus Iulianus; Aurelio Vittore usa Iulianus altrove (Liber, 39.10)
- ^ a b c Aurelio Vittore, Liber, 39.10.
- ^ a b Zosimo, i.73.1.
- ^ Zosimus, i.73.3.
- ^ Aurelio Vittore, Epitome, 38.6.
- ^ Morris.
- ^ Aurelio Vittore, Liber, 39.22.
- ^ Aurelio Vittore, Epitome, 39.3-4.
Bibliografia
Fonti primarie
- Aurelio Vittore, Epitome de Caesaribus, 38.6, 39.3-4
- Aurelio Vittore, Liber de Caesaribus, 39.10, 39.22
- Zosimo , Historia Nova,
Fonti secondarie
- Banchich, Thomas, e Michael DiMaio, "Iulianus (ca. 286-293 A.D.)", De Imperatoribus Romanis
- Leadbetter, William, "Carinus (283-285 A.D.)", De Imperatoribus Romanis
- Morris, John, Arnold Hugh Martin Jones e John Robert Martindale, The Prosopography of the Later Roman Empire, Cambridge University Press, 1992, ISBN 0-521-07233-6, p. 474