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Ipepi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 29 gen 2024 alle 18:15 di Amaunet (discussione | contributi) (Ipepi III)
Ipepi
Scarabeo recante il praenomen Aauserra. Boston, Museum of Fine Arts
Signore dell'Alto e del Basso Egitto
Capo di un paese straniero
In caricaca 1590 a.C. –
ca 1549 a.C.[1]
PredecessoreKhyan
SuccessoreKhamudi
Morteca 1549 a.C.
DinastiaXV dinastia egizia
FigliHerit, Ipepi
Religioneegizio-semitica

Ipepi (... – 1549 a.C. circa) è stato un faraone egizio della XV dinastia, che regnò durante la dominazione hyksos dell'Egitto con capitale Avaris. Sotto Ipepi I il Nord dell'Egitto riuscì a sconfiggere il Sud con capitale Tebe, a seguito dell'uccisione del re di Tebe Seqenenra Ta'o [2].

Biografia

Ipepi I, conosciuto anche con il nome Apophis I Aauserra, fu un sovrano ben conosciuto sia attraverso fonti letterarie che da fonti archeologiche ha creato non pochi problemi agli storici.

Le fonti archeologiche ci hanno fornito reperti recanti, apparentemente, il nome di ben tre sovrani hyksos che hanno usato come nomen Ipepi con prenomen diversi tanto da far ritenere, ad un certo punto l'esistenza di tre sovrani distinti. Dopo Apophis I e II, le fonti riportano Apophis III ultimo del ramo vassallo della XVI dinastia[3].

Attualmente si ritiene che, in accordo con la tradizione manetoniana e con il Canone Reale, che afferma essere stati sei i Capi di un paese straniero (heka waset da cui hyksos), che governarono l'Egitto[4], si tratti di un'unica figura che durante il regno, che si ritiene sia stato lungo (anche se non di più di 60 anni come afferma Giuseppe Flavio) abbia più volte cambiato nome per sottolineare particolari avvenimenti.

L'unica data che possediamo è il 33º anno, 4º mese di akhet di regno di Aauserra Ipepi, che compare come data di compilazione del Papiro di Rhind, importante testo matematico, copia di un precedente di provenienza tebana.

Il papiro di Rhind in cui compare un riferimento all'anno 33 del regno di Apofi

Proprio i rapporti di Ipepi con i sovrani della XVII dinastia sono un'altra delle questioni lungamente dibattute dagli storici. Mentre siamo ragionevolmente sicuri che nell'ultima parte del regno Ipepi dovette affrontare, con poca fortuna, i bellicosi principi tebani è probabile che in una prima fase i rapporti non fossero così tesi. Nella tomba-magazzino di Amenofi I è stato rinvenuto un vaso, conservato attraverso più generazioni, recante un'iscrizione della principessa Herit, sorella di Ipepi, circostanza che ha fatto ipotizzare un possibile matrimonio tra Herit ed un principe tebano.

La circostanza che non solo Herit ma anche le altre sorelle di Ipepi, che su un altro vaso -trovato nel sud di Iberia- si titola come:

«... il dio buono, Signore delle Due Terre, il cui potere viene dalle grandi vittorie, al quale nessun paese può rifiutare di sottomettersi, Il re dell'Alto e Basso Egitto Aauserra, figlio di Ra, Ipepi dotato di vita e la sorella del re Tjarudjet che viva per sempre...»

portino nomi egizi, come prettamente egizia sia la formula usata nell'iscrizione, fanno ritenere che Ipepi si sia sforzato di farsi accettare, come sovrano, anche dalla componente autoctona della società egizia.

L'inizio delle ostilità tra Tebe ed Ipepi riecheggia in una leggenda, rinvenuta frammentaria, che riporta come il re Ipepi di Avaris avesse mandato al Re Seqenenra Ta'o di Tebe l'ordine di far tacere gli ippopotami sacri in quanto disturbavano il sonno del sovrano.

Nella guerra che seguì Seqenenra Ta'o perse la vita ma gli hyksos, ed i loro alleati egiziani (probabilmente i principi della Nubia) furono cacciati dall'Alto Egitto.

«Ora avvenne che la terra d'Egitto fosse in dura afflizione e non c'era alcun sovrano che fosse re di quel tempo. Ed accadde che il re Seqenenra governasse la Città Meridionale (Tebe) mentre il capo Ipepi era ad Avaris e tutto il paese gli pagava i tributi per intero insieme a tutte le cose buone di Timuris (Egitto). Poi il re Ipepi elesse a suo dio Sutekh (Seth) e non servì altre divinità sulla terra se non Sutekh. Costruì un tempio di bella e durevole fattura di fianco al palazzo e si alzava ogni giorno per fare il sacrificio quotidiano a Sutekh, e i ministri di sua maestà portavano ghirlande di fiori precisamente come si fa nel tempio di Ra-Harakhti.»

La narrazione delle gesta egiziane è incisa su due grandi stele innalzate da Kamose, ultimo re della XVII dinastia, e figlio di Seqenenra, nel tempio di Amon a Karnak.

L'affermazione, contenuta nella narrazione precedente, di come i sovrani hyksos avessero eletto Seth a loro unica divinità è, con ogni probabilità, una mistificazione posteriore atta a metterli in cattiva luce. Effettivamente Seth, o Sutek, adorato nel Basso Egitto fin dall'Antico regno venne identificato, durante il periodo hyksos, con il Teshub mitannico ma la stessa titolatura di Ipepi, che si nomina figlio di Ra, nega che le altre divinità egizie fossero state ostracizzate.

Ipepi II

Ipepi II, conosciuto anche con il nome Apophis II Aaqenienra [5] fu un sovrano hyksos, probabile successore di Ipepi I dopo la guerra che quest'ultimo ebbe con il sovrano di Tebe, Kamose.

Purtroppo la cronologia dei sovrani presenta molte lacune [6] ma fu comunque considerato un legittimo sovrano egizio [7] della XV dinastia [8].

Il suo nome compare su una daga di Luxor. Fece ripristinare il Tempio di Bubasti e si impadronì, come molti predecessori, delle due sfingi di Amenemhat II che si fece portare a Tanis [9].

Usò a suo nome anche due statue di Smenkhara della XV dinastia [10].

Alcuni studiosi ipotizzano che Ipepi II Aaqenienra possa essere identificato con il sovrano Aaqen o Aken come da un elenco di alcuni sacerdoti menfiti. Ma altri ipotizzano soltanto i due sovrani [11].

Ipepi III

Ipepi III, conosciuto anche con il nome di Apophis III Nebkhpeshra risulta quasi sconosciuto perché non è stato ritrovato alcun documento con la titolatura completa e con lui termina il ramo della XVI dinastia hyksos.

Il suo nome compare solo su qualche monumento e su una daga ritrovata a Saqqara[12]. Ebbe probabilmente un regno brevissimo o addirittura non venne considerata legittima la sua successione [13].



Liste Reali

Lo stesso argomento in dettaglio: Liste reali egizie.
Giuseppe Flavio anni di regno Sesto Africano anni di regno Canone Reale anni di regno reperti archeologici altre
Aphophis 61 Apophis 61 perso (n°10.19) Nebkhepeshra Ipepi
Aakenenra Ipepi
Aauserra Ipepi
Aaquen, Aqen (?)

Titolatura

Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
 
sR4
t p
N17
N17
... s ḥtp t3wy ...sehoteptawy ... che rende felici le Due Terre (Egitto)
G16
nbty (nebti) Le due Signore
G8
ḥr nbw Horo d'oro
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
N5
nb
F23
nb ḫps rˁ Nebkhepeshra Signore del ... di Ra
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
ip
p
i p p (i) Ipepi


Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
 
sR4
t p
N17
N17
... s ḥtp t3wy ...sehoteptawy ... che rende felici le Due Terre (Egitto)
G16
nbty (nebti) Le due Signore
G8
ḥr nbw Horo d'oro
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
N5O29
D36
X7
n
n
ˁ3 ḳn n rˁ Aakenenra Spirito di Ra
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
iA2p
p
i p p (i) Ipepi


Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
 
sR4
t p
N17
N17
... s ḥtp t3wy ...sehoteptawy ... che rende felici le Due Terre (Egitto)
G16
nbty (nebti) Le due Signore
G8
ḥr nbw Horo d'oro
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
N5
O29
wsr
ˁ3 wsr rˁ Aauserra Grande è la sovranità di Ra
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
iA2p
p
i
i p p (i) Ipepi

In talune iscrizioni fu anche usata la forma:

S38X7
Y1
n
O6
t
D56t
N25
N5O29
D36
wsrs

hk3 n hw.t w՚r.t ՚3 wsr r՚ - Il governatore di Avaris, Aauserra

Datazioni alternative

Autore Anni di regno
Redford 1605 a.C. - 1555 a.C.
Dodson 1585 a.C. - 1545 a.C.
Ryholt 1581 a.C. - 1541 a.C.
Franke 1574 a.C. - 1534 a.C.

Note

  1. ^ Von Beckerath, p. 137
  2. ^ F. Arborio Mella, L'Egitto dei Faraoni, Mursia, Milano 1976-1987, p. 134
  3. ^ Nicolas Grimal, Storia dell'Antico Egitto, pag. 253
  4. ^ La recente scoperta dell'esistenza di Seker-her, sovrano non associabile a nessuno dei nomi riportati da Manetone, pur avendo messo in discussione il numero complessivo di governanti costituenti la XV dinastia non ha, almeno per ora, portato ad una revisione tale da non ritenere più Ipepi un'unica persona
  5. ^ Nicholas Grimal, Storia dell'Antico Egitto, pag. 252
  6. ^ Nicholas Grimal, Storia dell'Antico Egitto, pag. 252
  7. ^ Alan Gardiner, La civiltà egizia, pag. 146
  8. ^ Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, pag.212
  9. ^ Nicholas Grimal, Storia dell'Antico Egitto, pag. 252
  10. ^ Nicholas Grimal, Storia dell'Antico Egitto, pag. 252
  11. ^ Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, pag.213
  12. ^ Nicholas Grimal, Storia dell'Antico Egitto, pag. 253
  13. ^ Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, pag.212

Bibliografia

  • Jürgen von Beckerath, Chronologie des Pharaonischen Ägypten, Mainz am Rhein, Verlag Philipp von Zabern, 1997.
  • Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, Milano, Bompiani, 2003, pp. 179-181, ISBN 88-452-5531-X.
  • Alan Gardiner, La civiltà egizia, (Einaudi, Torino, 1997), Oxford University Press, 1961, ISBN 88-06-13913-4.
  • Nicolas Grimal, Storia dell'antico Egitto, 9ª ed., Roma-Bari, Biblioteca Storica Laterza, 2011, ISBN 978-88-420-5651-5.
  • W.C. Hayes, Egypt: from the death of Ammenemes III to Seqenenre II, in The Cambridge Ancient History vol 2 part 1: Early History of the Middle East and the Aegean Region c. 1800-1380 B.C., Cambridge, University Press, 1973 (2006), pp. 42-76, ISBN 0-521-08230-7.
  • T.G.H. James, Egypt: from the expulsion of the Hyksos to Amenophis I, in The Cambridge Ancient History vol 2 part 1: Early History of the Middle East and the Aegean Region c. 1800-1380 B.C., Cambridge, University Press, 1973 (2006), pp. 289-312, ISBN 0-521-08230-7.
  • Alfred Heuss et al., I Propilei vol 1, Verona, Mondadori, 1980.
  • Kim Ryholt - The Political Situation in Egypt during the Second Intermediate Period c.1800-1550 B.C.- Museum Tuscalanum Press, (1997) - ISBN 87-7289-421-0

Altri progetti

Collegamenti esterni

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