Jude Wanniski

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Jude Wanniski (Pottsville, 17 giugno 1936Morristown, 29 agosto 2005) è stato un giornalista ed economista statunitense.

Wanniski nacque a Pottsville (Pennsylvania), figlio di Constance, che lavorava per un'azienda contabile, e Michael Wanniski, un macellaio itinerante.[1][2] Suo padre era di origine polacca e la madre unꞌimmigrata scozzese.[3] Quando era ancora giovane la sua famiglia si trasferì a Brooklyn, dove suo padre divenne un rilegatore.[4] Suo nonno era un minatore di carbone e un convinto comunista che donò al nipote una copia de Il Capitale in occasione del conseguimento del suo diploma scolastico.[5]

Dopo il college, Wanniski lavorò come reporter ed editorialista in Alaska.[4] Dal 1961 al 1965 lavorò presso il The Las Vegas Review-Journal come redattore politico,[5] imparando da solo l'economia.[6]

In 1965, Wanniski si trasferì a Washington, per lavorare come editorialista per il National Observer, pubblicato da Dow Jones.[4]

Dal 1972 al 1978, Wanniski fu caporedattore del The Wall Street Journal. Egli se ne andò allorché fu scoperto presso una stazione ferroviaria del New Jersey a distribuire volantini che sostenevano una candidatura senatoriale repubblicana, un atto considerato una violazione dell'etica professionale.[4][7]

Nel 1978 Wanniski fondò la Polyconomics, un'azienda di previsioni economiche, dove lui e i suoi analisti consigliavano società, banche d'investimenti e altre.[5]

Egli iniziò anche a consigliare i politici sulla economia politica, il primo candidato Ronald Reagan e futuro presidente, Jack Kemp e Steve Forbes.[4] Egli contribuì al progetto di riduzione delle tasse durante il primo mandato di Ronald Reagan. Il suo ruolo formale di consigliere di Reagan dopo che aveva concesso un'intervista al Village Voice, che fu pubblicata con il titolo "The Battle for Reagan's Mind."[4] della

Alla fine degli anni 1990, Wanniski fece amicizia con il controverso leader della Nation of Islam, Louis Farrakhan affermando che: "Mia moglie Patricia e io abbiamo trascorso i quattro giorni del quarto weekend di luglio a Chicago, alla Conferenza Internazionale Islamica, ospiti della Nazione dell'Islam, insieme alla Leadership mondiale dei popoli islamici. Forse è stato l'evento più importante cui abbia assistito nella mia vita. … Ciò che rese questo evento-conferenza così importante fu che quando il weekend iniziò, Farrakhan era il capo spirituale di 200000 membri della Nazione islamica e certamente il più influente su 33 milioni di Afro-Americani. Alla sua conclusione, Farrakhan augurò buona fortuna a 1,2 miliardi di Musulmani sotto la sua leadership spirituale."[8][9]

Polyconomics come società cessò la sua attività il 30 giugno 2006, dieci mesi dopo il decesso di Wanniski, ma il nome (una combinazione di "politica" ed "economia") vive con il The Polyconomics Institute, dove si possono trovare le opere raccolte di Wanniski su Polyconomics, così come la corrispondenza con altri autori di economia politica e lezioni.[10]

Convinzioni economiche e politiche

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Wanniski invocò con insistenza la riduzione delle barriere nel commercio, l'eliminazione delle tasse sul capital gain e un ritorno al gold standard.[11]

Tasse più basse

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Wanniski fu molto attivo nel popolarizzare le idee di abbassare le tasse come dalla "curva di Laffer" ed era presente nel 1974 quando Arthur Laffer disegnò la curva sul famoso tovagliolo per Dick Cheney e Donald Rumsfeld.[4][12]

Una vista semplificata della teoria è che gli introiti delle tasse sarebbero zero se la percentuale delle tasse fosse 0% o 100% e da qualche parte tra 0% e 100% ci deve essere una percentuale che rende massimo il totale degli introiti. Il postulato di Laffer era che il coefficiente delle tasse che rende massimi gli introiti si trovava a un livello molto più basso del previsto, così basso da trovarsi sotto quello applicato realmente in quel momento.

Molti economisti sono scettici sulla validità di ciò nella pratica.[13] Wanniski suggerì, senza alcuna evidenza, che gli Stati Uniti si trovassero dal lato sbagliato della curva di Laffer.[14]

Le due teorie di Santa Claus

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Le "Due teorie di Santa Claus" sono una teoria politica e una strategia pubblicate da Wanniski nel 1976, che egli promosse all'interno del Partito Repubblicano degli Stati Uniti.[15][16] La teoria sostiene che in elezioni democratiche, se i Democratici fanno appello agli elettori proponendo programmi per aiutare la gente, allora i Repubblicani non possono ottenere un appello più ampio proponendo di spendere meno. Il primo "Santa Claus" del titolo della teoria si riferisce ai Democratici che promettono programmi per aiutare gli svantaggiati. Le due "Teorie di Santa Claus" raccomandano che i Repubblicani debbano assume il ruolo di un secondo Santa Claus non argomentando di tagliare la spesa ma offrendo l'opzione di tagliare le tasse.

Secondo Wanniski, la teoria è semplice. Nel 1976, egli scrisse che le due teorie Santa Claus suggeriscono che:

(EN)

«The Republicans should concentrate on tax-rate reduction. As they succeed in expanding incentives to produce, they will move the economy back to full employment and thereby reduce social pressures for public spending. Just as an increase in Government spending inevitably means taxes must be raised, a cut in tax rates—by expanding the private sector—will diminish the relative size of the public sector.»

(IT)

«I repubblicani dovrebbero concentrarsi sulla riduzione delle tasse. Se essi hanno successo nell'aumentare gli incentivi a produrre, essi sposteranno indietro l'economia fino al pieno impiego e quindi ridurranno le pressioni sociali per la spesa pubblica. Proprio perché un incremento nella spesa del Governo inevitabilmente implica un aumento delle tasse, un taglio nei coefficienti delle tasse – espandendo il settore privato – diminuirà la corrispondente dimensione del settore pubblico.»

Wanniski suggerì questa posizione, come Thom Hartmann ha chiarito, così che Democratici avrebbero dovuto "essere anti-Santas aumentando le tasse, o anti-Santas tagliando le spese. Entrambe avrebbero fatto loro perdere le elezioni."[17]

The Way the World Works

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Il libro di Wanniski del 1978, The Way the World Works (Come funziona il mondo), documentò la sua teoria che le votazioni della base del Senato degli Stati Uniti sulla ꞌꞌlegge Smoot–Hawleyꞌꞌ coincidevano giorno per giorno con il crollo di Wall Street del 1929[5], e che la Grande Depressione fu il risultato delle tariffe della Smoot-Hawley, piuttosto che qualsiasi difetto dell'economia classica.[4]

Wanniski è anche notevole per il suo giornalismo sulle pretese armi di distruzione di massa (WMD = ꞌꞌweapons of mass destructionꞌꞌ) in Iraq. Già nel 1997, Wanniski scrisse sul suo sito web sostenendo che dopo il novembre 1991, gli ispettori della UNSCOM non avevano mai trovato armi di distruzione di massa in Iraq, ma avevano trovato e distrutto tutti i programmi di WMD dell'Iraq con l'aiuto del regime di Saddam Hussein nei mesi successivi alla prima Guerra del Golfo.[18] Wanniski non solo riconobbe l'importanza in prospettiva della questione delle WMD dell'Iraq prima di altri giornalisti ma sostenne correttamente anche che l'Iraq non possedeva WMD e sostenne che gli USA non avrebbero mai permesso all'UNSCOM di smettere le ispezioni qualunque cosa avesse fatto l'Iraq.

Egli divenne in qualche modo una figura controversa nel movimento conservatore all'inizio del 2003, quando si oppose verbalmente all'imminente guerra USA contro l'Iraq. Il 27 ottobre 2004, egli denunciò pubblicamente George W. Bush, dicendo, "Mr. Bush è diventato un imperialista — uno le cui decisioni come comandante-in-capo hanno reso il mondo un luogo più pericoloso." Infine Wanniski appoggiò nel 2004 il candidato democratico- John Kerry, sebbene egli preferisse chiaramente la piattaforma repubblicana sui temi relativi alle tasse.[19]

L'ultima pubblicazione di Wanniski fu un articolo per l'antologia antibellica IHS Press del 2005, Neo-Conned!.

  1. ^ (EN) Constance Wanniski, in Daily Record, 8 febbraio 2006. URL consultato il 3 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2016).
  2. ^ (EN) Paid Notice: Deaths WANNISKI, JUDE T, in The New York Times, 31 agosto 2005.
  3. ^ (EN) Archived copy, su highbeam.com. URL consultato il 13 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2016).
  4. ^ a b c d e f g h (EN) Steven Miller, Jude Wanniski, 69, Provocative Crusader for Supply-Side Economics, in New York Sun, 31 agosto 2005.
  5. ^ a b c d (EN) Douglas Martin, Jude Wanniski, 69, Journalist Who Coined the Term 'Supply-Side Economics', in New York Times, 31 agosto 2005.
  6. ^ Robert D. Novak, Father of supply side: An advocate who changed the world, in CNN, 1º settembre , 2005.
  7. ^ (EN) Gregory Fossedal, Wanniski's last word, in United Press International (UPI), 2 settembre 2005 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2005).
  8. ^ (EN) HOW JUDE WANNISKI SPENT THE 4TH, in The Weekly Standard, 21 luglio 1997. URL consultato il 23 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2015).
  9. ^ (EN) Gary Younge, Gary Younge on Wanniski and Farrakhan's strange relationship, su theguardian.com, The Guardian, 14 marzo 2002. URL consultato il 23 novembre 2015.
  10. ^ (EN) Supply Side University, su polyconomics.com.
  11. ^ (EN) Jonathan Chait, Prophet Motive: Jude Wanniski, the GOP's odd man in, in The New Republic, 31 marzo 1997. URL consultato il 15 maggio 2018.
  12. ^ (EN) Napkin image (JPG), su polyconomics.com. URL consultato il 23 novembre 2015.
  13. ^ (EN) Gregory N. Mankiw, Principles of Economics, 29 settembre 2008, ISBN 978-0324589979.
  14. ^ (EN) Robert J. Shiller, Narrative Economics, Princeton, Princeton University Press, 2019, p. 45, DOI:10.1515/9780691189970, ISBN 978-0-691-18997-0.
    «Wanniski suggested, without any data, that we were on the inefficient side of the Laffer curve.»
  15. ^ (EN) Jude Wanniski, Taxes and a Two-Santa Theory, in National Observer, Marzo 6, 1976.
  16. ^ a b (EN) Jude Wanniski: Taxes and a Two-Santa Theory | Stan Collender's Capital Gains and Games, su capitalgainsandgames.com, 6 maggio 2010. URL consultato il 23 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2015).
  17. ^ (EN) Two Santa Clauses or How The Republican Party Has Conned America for Thirty Years | Common Dreams | Breaking News & Views for the Progressive Community, su commondreams.org, Common Dreams, 26 gennaio 2009. URL consultato il 23 novembre 2015.
  18. ^ (EN) Memos on the Margin-990413 Propaganda Wars #2, su polyconomics.com, 13 aprile 1999. URL consultato il 23 novembre 2015.
  19. ^ (EN) FYI-041028 Making Up My Mind, su polyconomics.com, 28 ottobre 2004. URL consultato il 23 novembre 2015.
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