Spider Sabich

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Spider Sabich
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Altezza180 cm
Peso77 kg
Sci alpino
SpecialitàDiscesa libera, slalom gigante, slalom speciale, combinata
SquadraUniversity of Colorado[1][2]
Termine carriera1971
 

Vladimir Peter Sabich Jr. detto Spider (Sacramento, 10 gennaio 1945Aspen, 21 marzo 1976) è stato uno sciatore alpino statunitense.

Carriera sciistica

[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Sacramento e cresciuto a Kyburz, nei pressi del lago Tahoe[1][2], Sabich, sciatore polivalente con maggior propensione alle prove tecniche, debuttò in campo internazionale in occasione del Vail Trophy 1963 (Vail, 9-10 febbraio), dove si classificò 9º nella discesa libera, 6º nello slalom speciale e 5º nella combinata[3], e nel 1965 si piazzò 3º nello slalom speciale della Roch Cup (Aspen, 29-31 gennaio)[4].

In Coppa del Mondo esordì il 10 marzo 1967 a Franconia in discesa libera (21º)[5] e ottenne il primo piazzamento a punti il 26 marzo seguente giungendo 6º nello slalom speciale disputato a Jackson Hole; l'anno dopo prese parte ai X Giochi olimpici invernali di Grenoble 1968, sua unica presenza olimpica, classificandosi 14º nello slalom gigante e 5º nello slalom speciale, e ottenne la sua unica vittoria, nonché primo podio, in Coppa del Mondo: il 7 aprile nello slalom speciale di Heavenly Valley.

Il 21 dicembre 1969 colse a Lienz l'ultimo podio in Coppa del Mondo, sempre in slalom speciale (3º), e ai successivi Mondiali di Val Gardena 1970, sua ultima presenza iridata, non completò né lo slalom gigante né lo slalom speciale[6]; in Coppa del Mondo ottenne gli ultimi punti il 22 febbraio dello stesso anno a Jackson Hole in slalom speciale (9º), l'ultimo piazzamento il 5 gennaio 1971 a Berchtesgaden in slalom gigante (18º)[7] e prese per l'ultima volta il via il 10 gennaio seguente a Madonna di Campiglio in slalom speciale, senza completare la gara[8].

Altre attività

[modifica | modifica wikitesto]

Abbandonato l'agonismo in quello stesso 1971, partecipò al circuito professionistico nordamericano (Pro Tour), aggiudicandosi il titolo nel 1971 e nel 1972 e riscuotendo particolare successo grazie al bell'aspetto e al carattere estroverso; continuò a gareggiare nei circuiti professionistici fino alla morte avvenuta nel 1976 quando Sabich fu ucciso dall'amante, l'attrice e cantante francese Claudine Longet, con un colpo di pistola giudicato colposo dalla magistratura[1][2].

Coppa del Mondo

[modifica | modifica wikitesto]
  • Miglior piazzamento in classifica generale: 11º nel 1969
  • 4 podi (tutti in slalom speciale):
    • 1 vittoria
    • 1 secondo posto
    • 2 terzi posti

Coppa del Mondo - vittorie

[modifica | modifica wikitesto]
Data Località Paese Specialità
7 aprile 1968 Heavenly Valley Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti SL

Legenda:
SL = slalom speciale

Campionati statunitensi

[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ a b c (EN) William Bjornstad, Spider Sabich, in findagrave.com. URL consultato il 2 febbraio 2024.
    (EN) Greg Morrill, Who Shot Spider Sabich?, in retro-skiing.com, 31 gennaio 2013. URL consultato il 2 febbraio 2024.
    (EN) Spider Sabich, su olympedia.org. URL consultato il 2 febbraio 2024.
  2. ^ a b c d (EN) Spider Sabich, su skihall.com. URL consultato il 2 febbraio 2024.
  3. ^ (EN) 09-10.02.63.Vail (PDF), su alpineskiworld.net. URL consultato il 2 febbraio 2024.
  4. ^ (EN) 29-31.01.65. Aspen (PDF), su alpineskiworld.net. URL consultato il 2 febbraio 2024.
  5. ^ (EN) 10.03.67. Stowe (PDF), su alpineskiworld.net. URL consultato il 2 febbraio 2024.
  6. ^ (EN) 07-15.02.1970. Val Gardena, Italy, su alpineskiworld.net. URL consultato il 2 febbraio 2024.
  7. ^ (EN) 05.01.71. Berthesgaden (PDF), su alpineskiworld.net. URL consultato il 2 febbraio 2024.
  8. ^ (EN) 10.01.71. Madonna di Campiglio (PDF), su alpineskiworld.net. URL consultato il 2 febbraio 2024.
  9. ^ (EN) Sabich and Ann Black Capture National Downhill Ski Crowns, in The New York Times, New York, 22 febbraio 1969, p. 42. URL consultato il 6 marzo 2024.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]