Acquedotto romano di Venafro
Acquedotto romano di Venafro | |
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Civiltà | Roma |
Epoca | II secolo a.C. |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Venafro, Colli a Volturno, Montaquila, Pozzilli |
Amministrazione | |
Responsabile | comune di Venafro, museo archeologico di Venafro |
Visitabile | sì |
L'acquedotto romano di Venafro è un acquedotto di epoca romana, risistemato in epoca augustea, ma già esistente in precedenza.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'acquedotto captava le acque dalla sorgente del fiume Volturno e le distribuiva lungo un percorso di circa 30 km alle ville del territorio e alla città di Venafro.
Architettura
[modifica | modifica wikitesto]Il condotto, che seguiva un percorso a mezza costa dei rilievi, con una pendenza costante dell'1%, era realizzato in opera cementizia con interno rivestito da intonaco (larghezza di 65 cm e altezza di 160 cm).
Nel Museo archeologico di Venafro si conserva un'epigrafe di epoca augustea, redatta tra il 17 e l'11 a.C. ("Tavola delle acque") con il regolamento d'uso delle acque captate[1][2].
Resti del condotto sono stati rinvenuti presso Colli a Volturno, Montaquila, nella frazione di Santa Maria Oliveto, sotto la chiesetta di Santa Lucia[3], e nel capoluogo comunale di Pozzilli