Coordinate: 35°18′47″N 69°30′55″E

Bazarak

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Bazarak
città
بازارک
Bazarak – Veduta
Bazarak – Veduta
Foto scattata dal mausoleo di Ahmed Shah Massoud a Bazarak.[1]
Localizzazione
StatoAfghanistan (bandiera) Afghanistan
ProvinciaPanjshir
DistrettoBazarak
Territorio
Coordinate35°18′47″N 69°30′55″E
Altitudine1 991 e 1 965 m s.l.m.
Abitanti24 723[2] (2015)
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+4:30
Cartografia
Mappa di localizzazione: Afghanistan
Bazarak
Bazarak

Bāzārak (in persiano بازارک‎) è una città dell'Afghanistan di 24 723 abitanti (2015).[2]. È il capoluogo della provincia del Panjshir e dell'omonimo distretto di Bazarak.

Bazarak si trova nella zona centro-nord-orientale del paese, nella valle del fiume Panjshir, lunga circa 120 chilometri, che si sviluppa lungo l'asse nordest-sudovest ed è situata nella zona della catena montuosa dell'Hindu Kush.[3] La città si trova circa 120 km di strada a nord-nordest della capitale Kabul,[4][5] a un'altitudine di circa 2000 metri.

Fu insieme a tutta la valle del Panjshir la roccaforte dei locali mujaheddin che negli anni 1980 combatterono l'invasione sovietica (1979-1989) guidati dall'eroe nazionale Ahmed Shah Massoud, nato in città. Bazarak fu occupata dagli invasori per alcuni periodi, durante i quali i mujaheddin ribelli continuarono la lotta dalle loro basi situate sulle montagne che sovrastano la valle.[4] Dopo il ritiro delle truppe sovietiche, ultimato nel 1989, la resistenza dei mujaheddin del Panjshir continuò contro il regime filo-sovietico di Mohammad Najibullah, che cadde nel 1992.[6] Dopo un periodo di lotte interne afghane, i talebani presero il controllo del paese nel 1996 e lanciarono diverse offensive contro il Panjshir, che furono anche questa volta respinte dai locali mujaheddin, organizzati con i combattenti di altre province nell'Alleanza del Nord fondata da Massoud.[7]

Il 9 settembre 2001 Massoud fu assassinato da emissari di Al Qaeda, due giorni prima degli attentati dell'11 settembre 2001 compiuti negli Stati Uniti. Il mese dopo, le forze armate statunitensi e della NATO diedero il via alla guerra in Afghanistan con la quale posero fine al potere dei talebani con l'appoggio dell'Alleanza del Nord. Si svilupparono quindi ribellioni in altre parti del paese contro l'invasione degli occidentali, che furono invece accolti come liberatori dall'unita popolazione del Panjshir; ebbe così inizio un periodo di rinascita, durante il quale fu rimessa in sesto l'agricoltura, costruite nuove case, ponti, strade, scuole, pozzi ecc. Furono inoltre installati diversi ripetitori e per la prima volta nell'isolata valle si poterono avere normali collegamenti radio e televisivi, e utilizzare i telefoni cellulari.[7]

Con l'accordo di Doha del 2020 tra i talebani e gli Stati Uniti ebbe inizio il ritiro delle forze armate di occupazione della NATO in Afghanistan.[8][9] L'esercito regolare afghano non oppose resistenza all'offensiva militare iniziata nel maggio 2021 con cui i talebani ripresero il controllo del paese. Il governo e il presidente Ashraf Ghani si diedero alla fuga e il 15 agosto 2021 i talebani entrarono trionfalmente nella capitale.[10] In quei giorni fu ultimata l'evacuazione delle forze NATO e la valle divenne nuovamente il luogo di raduno delle forze ostili ai talebani, riunite sotto la bandiera della Resistenza del Panjshir guidata da Ahmad Massoud, figlio del comandante Massoud, e Amrullah Saleh, che era vicepresidente di Ashraf Ghani.[11][12][13] Nei giorni successivi fallirono i negoziati tra la resistenza e i talebani, i quali il 2 settembre sferrarono il primo attacco nella valle.[14][15] Il 6 settembre, il nuovo regime di Kabul annunciò che nella notte era stata portata a termine l'occupazione della valle e furono diffusi filmati in cui si vedevano talebani innalzare la propria bandiera in un centro abitato, sostenendo che si trattasse di Bazarak. I membri della resistenza negarono che la provincia fosse tutta sotto il controllo talebano e annunciarono che erano pronti a continuare a combattere.[16][17][18]

  1. ^ (EN) AA. VV., Afghanistan Labor Policy, Laws and Regulations Handbook: Strategic Information and Regulations, International Business Publications, 2017, p. 239, ISBN 978-1-4387-8020-7.
  2. ^ a b (EN) The State of Afghan Cities Report 2015, volume 1, su unhabitat.org (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2015).
  3. ^ (EN) Afghanistan: The 'undefeated' Panjshir Valley - an hour from Kabul, su bbc.com.
  4. ^ a b (EN) Guerrillas survive biggest attack yet as Soviets roar into Panjshir Valley, su csmonitor.com.
  5. ^ Da Kabul a Bazarak, su goo.gl, Google Maps.
  6. ^ (EN) Profile: Afghanistan's 'Lion of Panjshir', Radio Free Europe, 5 settembre 2006. URL consultato il 22 novembre 2006.
  7. ^ a b (EN) John Ward Anderson, A Haven of Prosperity in Afghanistan: U.S. Building Effort Blooms in Panjshir, in Washington Post, 28 settembre 2007, p. 11. URL consultato il 9 ottobre 2007.
  8. ^ Afghanistan, storico accordo tra gli Usa e i talebani: le truppe americane via dal Paese entro 14 mesi, su tgcom24.mediaset.it.
  9. ^ Afghanistan, così il ritiro Usa si è trasformato in una disfatta per Biden (e non solo), su tg24.sky.it.
  10. ^ (EN) The Fall of Kabul: Beginning of Taliban 2.0, su The Financial Express, 16 agosto 2021.
  11. ^ “In migliaia con Massoud per sconfiggere i taleban”, su lastampa.it.
  12. ^ Panjshir: la valle inespugnabile che resiste ai talebani, su today.it.
  13. ^ Afghanistan, l'ex vice-presidente invita alla Resistenza contro i talebani, su ilgiorno.it. URL consultato l'8 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2021).
  14. ^ (EN) With Kabul airport closed, fearful Afghans rush for the border, su reuters.com, 30 agosto 2021. URL consultato il 1º settembre 2021.
  15. ^ (EN) Afghanistan resistance fighters clash with Taliban in Panjshir valley, su theguardian.com, 3 settembre 2021. URL consultato il 3 settembre 2021.
  16. ^ (EN) Afghanistan: Taliban claim to have taken control of Panjshir valley, su theguardian.com, 6 settembre 2021.
  17. ^ (EN) Civilians in Afghanistan’s Panjshir valley face humanitarian crisis as Taliban attack, su theguardian.com, 7 settembre 2021.
  18. ^ (EN) Panjshir, the last pocket of resistance, falls to Taliban, su aljazeera.com, 7 settembre 2021.
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