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Carlo Gargiolli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Carlo Gargiolli (Firenze, 24 gennaio 1840Padova, 9 agosto 1887) è stato un filologo italiano.

Figlio di Girolamo, letterato e consigliere di stato del Granducato di Toscana, si laureò nel 1861 in Filologia e Filosofia alla Scuola normale superiore di Pisa.[1]

Già dal 1857 Giosuè Carducci, che mantenne con Gargiolli una lunga amicizia, iniziò ad avvalersi del suo aiuto per raffronti e trascrizioni di materiali utili per le proprie pubblicazioni.[2]

Nel 1862 Gargiolli curò l'edizione dei Viaggi in Terra Santa di Leonardo Frescobaldi ed altri, edizione citata dall'Accademia della Crusca nel proprio Vocabolario.[3]

L'anno successivo lo studioso pubblicò le Rime e Lettere di Francesco Berni (Firenze, Barbèra), e le Poesie di Gasparo Gozzi (Firenze, Barbèra).[4]

Nel 1866 Gargiolli venne nominato apprendista nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze.[5]

La sua attività editoriale proseguì nel 1866 con la pubblicazione delle Vite di uomini d'arme e d'affari del sec. XVI narrate da contemporanei (Firenze, Barbèra), e l'anno seguente con la Vita di Antonio Giacomini e altri scritti minori di Jacopo Nardi (Firenze, Barbèra).[6]

In cerca di una situazione economica migliore, passò nel 1869 ad insegnare italiano al Liceo di Piacenza.

Nello stesso anno pubblicò anche Il libro segreto di Gregorio Dati (Bologna, Romagnoli).[7]

Pochi anni dopo Gargiolli tradusse, il libro di Marie Pape-Carpantier: Del metodo naturale nell'insegnamento primario (Piacenza, Giuseppe Tedeschi, 1873), che gli valse il successivo incarico di Provveditore agli studi per le province di Ancona e di Pesaro.[5]

Dopo la pubblicazione nel 1883 del Viaggio settentrionale di Francesco Negri (Bologna, Zanichelli), il Gargiolli ricevette l'incarico di dirigere la Biblioteca Casanatense di Roma.[8]

Per il temporaneo smarrimento di un prezioso codice (poi ritrovato fuori posto), lo studioso venne - nonostante l'accorato intervento di Carducci - rimosso dall'incarico, ed inviato come Provveditore agli studi a Padova, dove morì di lì a poco di crepacuore.[9]

  1. ^ Amedeo Benedetti, Carlo Gargiolli: sfortunato bibliotecario protetto da Carducci, in "Culture del Testo e del Documento", a. 11, n. 32, maggio-agosto 2010, p. 105.
  2. ^ Giosuè Carducci, lettera a Giuseppe Chiarini del 20 aprile 1857, in Epistolario, vol. I, Bologna, Zanichelli, 1944, p. 214.
  3. ^ Amedeo Benedetti, op. cit., p. 106.
  4. ^ Ibidem, p. 107.
  5. ^ a b Idem.
  6. ^ Ibidem, p. 108.
  7. ^ Ibidem, p. 109.
  8. ^ Ibidem, p. 114.
  9. ^ Ibidem, pp. 116-118.
  • Amedeo Benedetti, Carlo Gargiolli: sfortunato bibliotecario protetto da Carducci, in "Culture del Testo e del Documento", a. 11, n. 32, maggio-agosto 2010, pp. 103-118.

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