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Charlot troppo galante

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Charlot troppo galante
Il corto completo
Titolo originaleHis Favorite Pastime
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1914
Durata16 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generecomico
RegiaGeorge Nichols
SceneggiaturaCraig Hutchinson
ProduttoreMack Sennett
Casa di produzioneKeystone Pictures Studio
Distribuzione in italianoStefano Pittaluga
FotografiaFrank D. Williams
MusicheAntonio Coppola
Interpreti e personaggi

Charlot troppo galante (trasmesso in televisione col titolo Charlot galante,[1] titolo originale His Favorite Pastime, o anche Charlie Is Thirsty, Charlie's Reckless Fling, The Reckless Fling o The Bonehead) è un cortometraggio muto del 1914 diretto da George Nichols. È l'unico in cui Charlie Chaplin recitò insieme a Peggy Pearce, con cui all'epoca aveva una relazione, ed è noto per essere il film di Chaplin prodotto dalla Keystone Pictures Studio con consistenti esempi di umorismo razzista.

Charlot, uscito ubriaco dal bar nel quale si rende protagonista di una rissa e mortifica un avventore più miserabile di lui (che invano gli chiede soldi per una bevuta) scolandosi platealmente la propria birra, incrocia una giovane donna nei pressi di un taxi che, in attesa che il proprio marito si liberi da una commissione, pare ricambiare il suo sguardo languido. La donna si allontana a bordo del taxi, dato il prolungarsi dell'impegno del consorte, ma Charlot la segue e non esita ad entrarle in casa e, tra varie acrobazie per mantenersi in equilibrio e un avance alla cuoca di colore, trova alla fine il modo di manifestarle le proprie intenzioni galanti. Quando il marito fa rientro a casa scoppia inevitabilmente una la rissa tra i due, al termine della quale Charlot viene buttato fuori dalla casa. Il vagabondo deve quindi rinunciare ai suoi propositi amorosi, e barcollando si allontana.

Il film fu completato il 19 febbraio 1914 e distribuito negli Stati Uniti dalla Mutual Film il 16 marzo.[2]

Il film contiene elementi di umorismo poi ritenuto razzista in quanto un attore bianco recitava truccato da afroamericano; nella Hollywood del 1914 erano ancora pochi gli attori afroamericani e perciò era usuale ricorrere a queste interpretazioni di ripiego.[2]

Distribuzione

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  1. ^ Ugo Buzzolan, La fiaba candida di Marcovaldo, in La Stampa, 9 maggio 1970, p. 7. URL consultato il 18 gennaio 2016.
  2. ^ a b Jeffrey Vance, Note sui film e sul restauro, in Cecilia Cenciarelli (a cura di), Charlie Chaplin. Le comiche Keystone, Bologna, Cineteca di Bologna, 2010, pp. 26-27, ISBN 9788895862590.

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