Cr 135
Cr 135 Ammasso aperto | |
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Cr 135 | |
Dati osservativi (epoca J2000) | |
Costellazione | Poppa |
Ascensione retta | 07h 07m 48s[1] |
Declinazione | -37° 10′ :[1] |
Distanza | 840 a.l. (258 pc) |
Magnitudine apparente (V) | 2.1[1] |
Dimensione apparente (V) | 50' |
Velocità radiale | 15,35[1] km/s |
Caratteristiche fisiche | |
Tipo | Ammasso aperto |
Altre designazioni | |
Ammasso di Pi Puppis; ALR-GC C 0715-367; COCD 133[1] | |
Mappa di localizzazione | |
Categoria di ammassi aperti |
Cr 135 (noto anche come Ammasso di Pi Puppis, dal nome della sua stella più brillante) è un oggetto considerato alternativamente o un brillante ammasso aperto o un'associazione stellare,[2] visibile nella costellazione australe della Poppa. Si tratta di un oggetto poco noto, di cui si è analizzata la composizione e la velocità radiale solo a partire dagli anni novanta.[2]
Osservazione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di un ammasso piuttosto luminoso ma di debole concentrazione; si individua facilmente a sud del triangolo composto dalle brillanti stelle ε Canis Majoris, δ Canis Majoris e η Canis Majoris, con le quali forma un asterismo a forma di croce. Sebbene sia poco conosciuto, specialmente dall'emisfero boreale, si tratta di una delle associazioni più brillanti ed appariscenti della volta celeste. I mesi ideali per la sua osservazione vanno da dicembre a marzo; dall'emisfero nord si presenta basso sull'orizzonte meridionale dalle regioni temperate, mentre a latitudini molto settentrionali non è mai osservabile. Dall'emisfero australe si presenta invece allo zenit nei cieli delle città di Melbourne e di Auckland.[3][4]
In cieli particolarmente nitidi e con l'oggetto non troppo basso sull'orizzonte si possono identificare tutte le sue quattro componenti principali anche ad occhio nudo; sono disposte a formare una sorta di cono col vertice rivolto verso sud, rappresentato dalla stella π Puppis. Lo strumento ideale per la sua osservazione è un binocolo o al più un telescopio amatoriale con bassi ingrandimenti; con ingrandimenti eccessivi infatti si perde la visuale d'insieme; un binocolo 10x50 si rivela lo strumento più adatto, poiché rivela sia le componenti che il contrasto di colori fra la rossa π Puppis e le altre stelline più a nord, di colore azzurro.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]La sua caratteristica principale è data, come detto, da un gruppo di quattro stelle visibili anche ad occhio nudo disposte a formare un triangolo (o un cono) col vertice verso sud, la più brillante delle quali è la stella π Puppis; questa stella è una supergigante rosso-arancione posta apparentemente al di là dell'ammasso. Le componenti più vicine fra loro sono le tre stelle di quinta magnitudine, più altre disposte lungo il lato orientale, visibili con un binocolo o un piccolo telescopio; le tre stelle di quinta sono tutte variabili: la più interessante è la coppia delle componenti di NV Puppis: la primaria è una variabile del tipo Gamma Cassiopeiae, la secondaria è del tipo Beta Cephei. Questa stella forma con la stella NW Puppis, di magnitudine simile, una coppia molto più larga e risolvibile anche ad occhio nudo in cieli particolarmente tersi. La distanza dell'ammasso è stimata sugli 840 anni luce, mentre la velocità radiale è stimata sui 15,35 km/s.[1]
Nel corso degli anni novanta è stato eseguito uno studio sulla velocità radiale di oltre una sessantina di stelle attorno a quest'area di cielo; lo studio non è stato in grado di chiarire l'esistenza reale dell'ammasso (ossia se le componenti siano davvero fortemente legate fra loro), ma ha permesso di scoprire che sia le stelle di Cr 135 che quelle dei campi stellari di fondo mostrano un moto proprio molto simile. Pertanto, è plausibile che tutte le stelle visibili nel campo possano essere appartenute ad un'antica associazione stellare.[2] Secondo delle ricerche più recenti condotte col satellite Hipparcos, l'ammasso in realtà esisterebbe, sebbene le sue componenti si siano notevolmente disperse; anche la stella π Puppis, nonostante sia leggermente più lontana, sembrerebbe mostrare la stessa velocità radiale di altre stelle presenti nell'area, indice che anche questa sarebbe stata in origine un membro dell'ammasso.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 15 gennaio 2009.
- ^ a b c G. Amieux, Radial velocities in the region of CR 135, in Astronomical Society of the Pacific, 1993, ISSN 0004-6280. URL consultato il 28 novembre 2008.
- ^ Come si evince da: Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge University Press, ISBN 0-933346-90-5.
- ^ Una declinazione di 37°S equivale ad una distanza angolare dal polo sud celeste di 53°; il che equivale a dire che a sud del 53°S l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a nord del 53°N l'oggetto non sorge mai.
- ^ H. Baumgardt, The Nature of some doubtful Open Clusters as revealed by Hipparcos (ps), in Astronomy and Astrophysics, 1998. URL consultato il 6 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2012).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Libri
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) C. J. Lada, N. D. Kylafits, The Origin of Stars and Planetary Systems, Kluwer Academic Publishers, 1999, ISBN 0-7923-5909-7.
- A. De Blasi, Le stelle: nascita, evoluzione e morte, Bologna, CLUEB, 2002, ISBN 88-491-1832-5.
Pubblicazioni scientifiche
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) G. Amieux, Radial velocities in the region of CR 135, in Astronomical Society of the Pacific, 1993, ISSN 0004-6280.
- (EN) H. Baumgardt, The Nature of some doubtful Open Clusters as revealed by Hipparcos (ps), in Astronomy and Astrophysics, 1998. URL consultato il 6 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2012).
Carte celesti
[modifica | modifica wikitesto]- Toshimi Taki, Taki's 8.5 Magnitude Star Atlas, su geocities.jp, 2005. URL consultato il 7 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2018). - Atlante celeste liberamente scaricabile in formato PDF.
- Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
- Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0, 2ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Argomenti generici
[modifica | modifica wikitesto]Argomenti affini
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cr 135
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Cr 135, su visualdeepsky.org. URL consultato l'8 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2011).
- Puppis’ Best Open Clusters, su astrobuysell.com.
- Radial velocities in the region of CR 135, su adsabs.harvard.edu.
- Stelle della Poppa, su otticademaria.it. URL consultato il 26 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2005).