Diritto e Giustizia

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Diritto e Giustizia
(PL) Prawo i Sprawiedliwość
PresidenteJarosław Kaczyński
VicepresidenteMariusz Kamiński
Adam Lipiński
Antoni Macierewicz
Beata Szydło
PortavoceMarcin Mastralek
StatoPolonia (bandiera) Polonia
Sedeul. Nowogrodzka 84/86
02-018 Varsavia
AbbreviazionePiS
Fondazione13 giugno 2001; 23 anni fa
IdeologiaConservatorismo nazionale[1]
Illiberalismo[2][3]
Conservatorismo sociale[4][5][6]
Euroscetticismo[7][8][9]
Dirigismo[10][11][12][13][14]
Protezionismo[15][16][17]
Populismo di destra[18][19][20][21]
Anti-banderismo[22][23]
Anti-Germania[24][25][26]
Anti-Russia[27][28][29]
Atlantismo[30]
Statalismo[10][11][12]
Nazionalismo cattolico[31]
Nazionalismo polacco[32][33][34][35]
Anticomunismo
CollocazioneEstrema destra[36]
CoalizioneDestra Unita (dal 2014)
Partito europeoAlleanza dei Conservatori e dei Riformisti Europei
Gruppo parl. europeoGruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei
Seggi Sejm
165 / 460
(2023)
Seggi Senato
29 / 100
(2023)
[37]
Seggi Europarlamento
18 / 52
(2024)
Seggi
244 / 552
(2023)
[38]
Iscritti45 000 (2021)
Colori     Blu
     Bianco
     Rosso
Sito webwww.pis.org.pl

Diritto e Giustizia (in polacco Prawo i SprawiedliwośćPiS) è un partito politico polacco di estrema destra di ispirazione conservatrice clericale[39], nazionalista e illiberale.[2][3]

Il PiS è stato fondato nel marzo del 2001 dai gemelli Lech e Jarosław Kaczyński, dall'unione di una parte dell'Azione Elettorale Solidarność con il partito Accordo di Centro. A livello europeo fa parte del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei con a capo Giorgia Meloni. Mateusz Morawiecki, ex presidente del Consiglio dei ministri della Polonia, è esponenete di Diritto e Giustizia.

Dopo aver guadagnato il potere, PiS ha attirato critiche internazionali e numerose proteste interne, smantellando i controlli e gli equilibri liberaldemocratici. Molti politologi hanno catalogato il governo del partito come illiberale e autoritario.[40]

Lech Kaczyński, Presidente della Polonia dal 2005 al 2010
Jarosław Kaczyński, Primo ministro della Polonia dal 2005 al 2007

Diritto e Giustizia è stato fondato nel marzo del 2001 da Lech Kaczyński, già presidente della Corte Suprema di Controllo e già ministro della Giustizia, e dal suo gemello Jarosław Kaczyński, già capo della Cancelleria della Presidenza della Repubblica all'epoca di Lech Wałęsa. Il partito è formato dall'unione tra una parte dell'Azione Elettorale Solidarność e l'Accordo di Centro.

Alle elezioni parlamentari del 2001, il PiS ottenne il 9,5% dei voti e 44 su 460 deputati. Alle elezioni amministrative il partito si alleò formalmente con i liberalconservatori di Piattaforma Civica (Platforma Obywatelska, PO) anche se sostenne indirettamente alcuni candidati della Lega delle Famiglie Polacche, mentre il PO sostenne candidati dell'Unione Liberale e dell'Alleanza della Sinistra Democratica. Il PiS entrò a far parte di quattro governi regionali su sedici e Lech Kaczyński fu eletto sindaco di Varsavia.

Alle elezioni europee del 2004, il PiS aumentò i suoi consensi passando al 12,7% dei voti e ottenendo 7 seggi su 57. Il PiS, entrando per la prima volta al Parlamento europeo, decise di aderire al gruppo dell'Unione per l'Europa delle Nazioni, il gruppo politico europeo che raccoglie i partiti conservatori ed euroscettici. Alle elezioni parlamentari del 2005, il PiS, puntando su un programma decisamente conservatore, ha raddoppiato i consensi delle europee ed è giunto al 27% dei voti, divenendo il primo partito politico polacco e determinando la caduta del governo socialdemocratico.

Il PO ottenne anch'esso un buon risultato elettorale, tanto che sembrava scontato un governo composto dai due partiti, però la vittoria di Lech Kaczyński alle presidenziali del 2005, ai danni di Donald Tusk del PO, rese impossibile l'accordo e costrinse il PiS a dar vita ad un governo di minoranza, sostenuto esternamente dai due partiti di destra: la Lega delle Famiglie Polacche e l'Autodifesa della Repubblica Polacca. Il governo venne guidato dal fratello di Kaczyński, Jarosław. Il fatto suscitò vive polemiche, non tanto per l'inopportunità del fatto che due fratelli fossero contemporaneamente presidente della Polonia e primo ministro, ma perché i due fratelli durante la campagna elettorale avessero escluso il verificarsi di questa possibilità.

Alle elezioni parlamentari del 2007, anticipate per le divisioni nella maggioranza governativa, il PiS ottenne 166 seggi, 11 in più rispetto alle precedenti, ed il 32,1% con il 5,1% in più. Il risultato positivo dei conservatori, però, fu tutto a discapito degli alleati di Autodifesa della Repubblica Polacca e della Lega delle Famiglie Polacche, che crollarono rispettivamente all'1,5 ed all'1,3%, non superando così lo sbarramento del 4%. La maggioranza governativa uscente pertanto si ritrovò priva dei 100 seggi assicuratigli dai nazionalisti agrari e dai nazionalisti cattolici. Veri vincitori delle elezioni risultarono i liberali di PO, che con il 41% dei voti e 209 seggi divennero il primo partito e ottennero di poter guidare il paese, decidendo di allearsi con i centristi-agrari del Partito Popolare Polacco. Si creò così la coabitazione tra il presidente Lech Kaczyński conservatore ed il primo ministro Donald Tusk liberale[41].

Il 10 aprile 2010 avvenne l'incidente aereo presso la base aerea di Smolensk, dove perse la vita il presidente e futuro candidato Lech Kaczyński. Alle elezioni presidenziali del 2010 si presenta il fratello di Lech Kaczyński, Jarosław Kaczyński, che però perse al ballottaggio contro il liberale Bronisław Komorowski[42].

Alla fine del 2010 una piccola componente critica le posizioni troppo estremiste del partito e ne forma uno nuovo: La Polonia è la Più Importante. Alle elezioni parlamentari del 2011 il PiS è secondo a livello nazionale e si schiera all'opposizione del liberale Donald Tusk. Nel 2015 ritorna al governo vincendo sia le elezioni presidenziali del 2015, con Andrzej Duda, sia le elezioni parlamentari del 2015, dove conquista 235 seggi al Sejm e 61 seggi al Senato. Appartiene al PiS anche il primo ministro, l'antropologa Beata Szydło, sostituita nel 2017 da Mateusz Morawiecki.

Ideologia e posizioni

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Il PiS è un partito di destra nazional-conservatore, tradizionalista e illiberale. È fortemente contrario alla legalizzazione dell’aborto, all'eutanasia, alle unioni civili e ai matrimoni omosessuali. Insegue valori cristiani e reazionari, sostenendo che gli omosessuali (oltre ai migranti) siano il "nemico numero uno", fino ad arrivare a portare alla formazione nel Paese di “zone anti-LGBT”.[43][44][45][46]

Durante gli anni di governo ha inoltre ostacolato l’indipendenza della magistratura,[47][48] la libertà di stampa[49][50] e i diritti delle donne.[51]

Ha inoltre sostenuto e fatto approvare dal Parlamento, nel 2018, la penalizzazione dell’uso di espressioni che attribuiscono alla Polonia la responsabilità per l'Olocausto o per i crimini nazisti, come "campi di sterminio polacchi", e nel 2021, norme che hanno posto limiti temporali alla rivendicazione dei beni confiscati ai sopravvissuti alla Shoah e i discendenti delle vittime.[52][53] Per queste politiche la comunità ebraica ha accusato Diritto e Giustizia di perpetrare revisionismo storico ed Israele ha ritirato il proprio ambasciatore.[52]

In campo economico, il PiS è favorevole ad uno Stato sociale forte e all'intervento statale in economia nei settori strategici.[54]

In politica estera è atlantista[55] ma moderatamente euroscettico, contrario al federalismo europeo, nonché scettico verso la Russia e fautore della cooperazione tra i Paesi del Gruppo di Visegrád, uniti da numerose istanze comuni a livello politico-economico[56]. A livello europeo ha aderito in passato all'Alleanza per l'Europa delle Nazioni ed è stato uno dei fondatori dell'Alleanza dei Conservatori e dei Riformisti Europei.

Immagine Presidente Mandato
1 Lech Kaczyński
(1949–2010)
13 giugno 2001 – 18 gennaio 2003
2 Jarosław Kaczyński
(1949)
18 gennaio 2003 – in carica

Risultati elettorali

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Elezione Voti % Seggi Posizione
Parlamentari 2001 Sejm 1.236.787 9,50
44 / 460
Opposizione
Parlamentari 2005 Sejm 3.185.714 26,99
155 / 460
Maggioranza
Parlamentari 2007 Sejm 5.183.477 32,11
166 / 460
Opposizione
Parlamentari 2011 Sejm 4.295.016 29,89
157 / 460
Opposizione
Parlamentari 2015 Sejm 5.711.687 37,58
217 / 460
Maggioranza
Parlamentari 2019 Sejm 8.051.935 43,59
199 / 460
Maggioranza
Senato 8.110.193 44,56
48 / 100
Parlamentari 2023 Sejm In SP[57]
194 / 460
Maggioranza[58] Opposizione[59]
Senato In SP[57]
34 / 100
Elezione Candidato Voti % Esito
Presidenziali 2005 I turno Lech Kaczyński 4.947.927 33,10 ✔️ Eletta/o
II turno 8.257.468 54,04
Presidenziali 2010 I turno Jarosław Kaczyński 6.128.255 36,46 Non eletta/o (2º)
II turno 7.919.134 46,99
Presidenziali 2015 I turno Andrzej Duda 5.179.092 34,76 ✔️ Eletta/o
II turno 8.630.627 51,55
Presidenziali 2020 I turno 8.450.513 43,50
II turno 10.440.648 51,03
Elezione Voti % Seggi
Europee 2004 771.858 12,67
7 / 54
Europee 2009 2.017.607 27,40
15 / 50
Europee 2014 2.246.870 31,78
17 / 51
Europee 2019 6.192.780 45,38
23 / 51
  1. ^ Wolfram Nordsieck, Hungary, su Parties and Elections in Europe, 2018.
  2. ^ a b Trust in Europe’s illiberal governments grows, su ft.com. URL consultato il 10 gennaio 2021.
  3. ^ a b (EN) Peter Foster, A 'climate of fear': Hungary, inside a dying democracy propped up by the EU, in The Telegraph, 29 maggio 2019, ISSN 0307-1235 (WC · ACNP). URL consultato il 10 gennaio 2021.
  4. ^ Stephen White, Developments in Central and East European Politics, Macmillan, 2013, p. 35.
  5. ^ Edward Tiryakian, New Nationalisms of the Developed West: Toward Explanation, 2020.
    «In Hungary, Orbán and his social conservative Fidesz»
  6. ^ Elisabeth Bakke, 20 Years since the Fall of the Berlin Wall: Transitions, State Break-Up and Democratic Politics in Central Europe and Germany, BMV Verlag, 2011, p. 257.
  7. ^ (EN) Sofia Vasilopoulou, The Radical Right and Euroskepticism, in The Oxford Handbook of the Radical Right, Oxford University Press, 2018, ISBN 978-0-19-027455-9.
  8. ^ (EN) Simona Guerra, The Historical Roots of Euroscepticism in Poland, in Euroscepticisms: The Historical Roots of a Political Challenge, Brill, 2020, ISBN 978-90-04-42125-7.
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  13. ^ Poland’s government wants to take control of banking, su economist.com. Ospitato su The Economist.
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  23. ^ Ukrainian parliament condemns Polish law banning 'Bandera ideology', in Ukrinform, 6 febbraio 2018.
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  27. ^ Poland’s New Populism, in Foreign Policy, 5 ottobre 2018.
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  29. ^ Law and Justice banks on Smolensk conspiracy theories, in Euractiv, 13 aprile 2016.
  30. ^ Intervista a Jaroslaw Kaczynski: "La Polonia pronta a ospitare armi nucleari americane se gli Usa lo chiedono".
  31. ^ Family, faith, flag: the religious right and the battle for Poland's soul, in The Guardian, 5 ottobre 2019.
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  37. ^ 33 sono senatori iscritti al partito, mentre un altro appartiene al gruppo: Polonia Sovrana; insieme formano: "Destra unita".
  38. ^ Seggi provinciali
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  40. ^ Illiberal democracy: Authoritarianism or dictatorship: Both:
  41. ^ Gli eredi di Walesa scacciano i gemelli K - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 22 ottobre 2007.
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  43. ^ Redazione, Polonia: il manifesto contro «l'ideologia Lgbt» e l'educazione sessuale nelle scuole, su Open, 14 luglio 2019.
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  51. ^ La Polonia contro donne e gay? - Il Post, su ilpost.it.
  52. ^ a b Tra Israele e Polonia contrasti sulla memoria dell’Olocausto | Geopolitica, ATLANTE | Treccani, il portale del sapere, su treccani.it. URL consultato il 25 agosto 2021.
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  55. ^ La Polonia di Kaczynski tra la Chiesa e gli Stati Uniti, Gli Occhi della Guerra, 13 dicembre 2017
  56. ^ I dubbi dei Paesi Visegrad tra crescita economica e demografia, Gli Occhi della Guerra, 14 dicembre 2018
  57. ^ a b Destra unita
  58. ^ Morawiecki III
  59. ^ Tusk III

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