Ecomostro

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Un ecomostro, nel linguaggio giornalistico italiano, è un edificio o un complesso di edifici considerati gravemente incompatibili con l'ambiente naturale circostante, prevalentemente riguardo all'impatto visivo.

Ecomostro è un termine coniato da Legambiente per definire l'Hotel Fuenti, situato sulla costa amalfitana, che è stato descritto come "l'edificio abusivo più famoso d'Italia". In seguito, il termine si è esteso ad altri edifici abusivi o non abusivi che danneggiano in modo irreparabile la bellezza del paesaggio, in tutta Italia. L'Hotel Fuenti è stato costruito nel 1971 su una preziosa scogliera di tufo, senza le necessarie autorizzazioni, in violazione dei vincoli ambientali e paesaggistici.[1]

Esempi di ecomostri in Italia

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Alcuni complessi architettonici che sono stati definiti "ecomostri" dalla stampa nazionale.

  1. ^ a b Hotel Fuenti: il primo ecomostro della storia, su linkiesta.it.
  2. ^ a b c Ecomostri in Italia: ecco la Classifica, su www.travel365.it. URL consultato il 9 luglio 2024.
  3. ^ Abbattuto dopo 50 anni l'ecomostro di Alimuri, su la Repubblica, 30 novembre 2014. URL consultato il 9 luglio 2024.
  4. ^ Salvare o abbattere le Vele di Scampia?, su fattoadarte.corriere.it. URL consultato il 3 maggio 2020.
  5. ^ Corviale, quel serpentone di cemento da buttare giù o da riqualificare - Corriere Roma, su roma.corriere.it. URL consultato il 3 maggio 2020.
  6. ^ Smart week, ecomostro Lavatrici di Prà diventa modello riqualificazione energetica, su ligurianotizie.it. URL consultato il 3 maggio 2020.
  7. ^ Loredana Ciarrocchi, Primo appuntamento con i “Luoghi da rivivere”, su Riviera Oggi, 24 aprile 2012.
  8. ^ La Corte europea condanna l'Italia per la confisca di Punta Perotti a Bari. Salvini: "Chiudiamola", su la Repubblica, 28 giugno 2018. URL consultato il 3 maggio 2020.
  9. ^ Pizzo Sella, la collina del disonore, su artribune.com, 23 maggio 2016. URL consultato il 9 luglio 2024.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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  • Focus.ambiente Elaborazione dal dossier Mare Nostrum 2001 di Legambiente