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Evening Standard

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Evening Standard
Logo
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StatoRegno Unito (bandiera) Regno Unito
Linguainglese
Periodicitàquotidiano
Generestampa locale
Formatotabloid
Fondazione1827 e 1904
SedeLondra
EditoreEvening Standard Ltd.[1]
Diffusione cartacea897523 (2017-11)
DirettoreDylan Jones
ISSN2041-4404 (WC · ACNP)
Sito webwww.standard.co.uk/
 

Evening Standard, noto anche come The Standard,[1] è un quotidiano locale britannico distribuito gratuitamente a Londra e pubblicato dal lunedì al venerdì in formato tabloid.

Fondato come London Evening Standard e dal 2009 di proprietà dell'imprenditore russo Aleksandr Lebedev, è il quarto quotidiano britannico per diffusione dopo il Sun, il Daily Mail e il Daily Mirror[2].

Ragazze distribuiscono copie gratuite dello Standard

Lo Standard fu fondato a Londra il 21 maggio 1827 da Stanley Lees Giffard. Diventato un quotidiano nel 1857, l'Evening Standard (così venne ribattezzato) da quasi due secoli è il quotidiano simbolo dell'area londinese, ed è ormai considerato parte della cultura cittadina. Pur essendo un quotidiano locale, da sempre dà grande spazio alle notizie di carattere nazionale e internazionale, ed è considerato un punto di riferimento per quanto riguarda gli approfondimenti di arte e cultura.

Il quotidiano è andato incontro nel 2009, dopo l'acquisto da parte dell'uomo d'affari russo Alexander Lebedev (proprietario anche dell'Independent e azionista della Novaja Gazeta), ad alcune modifiche che lo hanno rivoluzionato. A partire dal titolo, rinominato London Evening Standard. Il cambiamento più notevole è stato tuttavia il passaggio alla free press, che ha incrementato notevolmente il numero di copie distribuite ma soprattutto lette. A lungo vicino al Partito Laburista e a Tony Blair, in occasione delle elezioni parlamentari del 2010 si è schierato a fianco di David Cameron e del Partito Conservatore.

Nel marzo 2018 il nuovo direttore George Osborne, subentrato da pochi mesi a Sarah Sands, riprogetta il giornale con l'eliminazione del termine "Londra" dal titolo come segnale dell'ambizione del quotidiano di avere una maggiore influenza nazionale e internazionale.[3] La testata è ridisegnata, il giornale introduce "segnalazioni" più colorate per le diverse sezioni come notizie, commenti e affari[3] e gli emoji per le rubriche del tempo.[4]

Nel giugno 2019 l'Evening Standard annuncia tagli di posti di lavoro.[5] Osborne, che ai tempi di Cameron è stato l'uomo forte della "campagna Remain" sconfitta al referendum, si dice convinto che Boris Johnson sia l'unico in grado di ricompattare il partito conservatore spaccato dall'era di Theresa May e dalla Brexit.[6]

  • 1827: Stanley Lees Giffard
  • 1846: Robert Knox
  • 1857: sconosciuto
  • 1860: Charles Williams
  • 1863: Thomas Hamber
  • 1871: WH Mudford
  • 1899: Byron Curtis
  • 1906: William Woodward
  • 1912: James A. Kilpatrick
  • 1914: DM Sutherland
  • 1916: Arthur Mann
  • 1920: D. Phillips
  • 1923: E. Raymond Thompson
  • 1928: George Gilliat
  • 1933: Percy Cudlipp
  • 1937: Reginald John Tanner Thompson
  • 1938: Frank Owen
  • 1942: Michael Foot
  • 1943: Sydney Elliott
  • 1945: Bert Gunn
  • 1952: Percy Elland
  • 1959: Charles Wintour
  • 1976: Simon Jenkins
  • 1978: Charles Wintour
  • 1980: Louis Kirby
  • 1986: John Leese
  • 1991: Paul Dacre
  • 1992: Stewart Steven
  • 1996: Max Hastings
  • 2002: Veronica Wadley
  • 2009: Geordie Greig
  • 2012: Sarah Sands
  • 2017: George Osborne
  1. ^ a b (EN) Term of Use, su The Standard, Evening Standard Ltd.. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  2. ^ (EN) UK national newspaper sales: Relatively strong performances from Sun and Mirror, su pressgazette.co.uk, 8 febbraio 2013.
  3. ^ a b (EN) Ian Burrell, George Osborne on his Evening Standard revamp and dropping London from its masthead, in The Drum, 12 marzo 2018. URL consultato il 27 marzo 2018.
  4. ^ (EN) Freddy Mayhew, Evening Standard redesign: Weather ‘poo’ emojis, no more ‘London’ in masthead and pink business pages, in PressGazette.co.uk, 12 marzo 2018. URL consultato il 27 marzo 2018.
  5. ^ https://www.pressgazette.co.uk/evening-standard-theatre-reviewers-axed-cost-cutting/
  6. ^ Gabriele Carrer, Ultimo ostacolo tra Boris Johnson e la Brexit, La Verità, 21 giugno 2019, p.15

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