Fotopiano
Un fotopiano è un’immagine ottenuta dopo il fotoraddrizzamento (detto anche raddrizzamento fotogrammetrico). Si tratta di un’immagine che ha subito un trattamento, in scala e dal punto di vista geometrico, per poter diventare una proiezione ortogonale ed essere perciò misurabile.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Il fotopiano si ha quando l'elemento architettonico risulta sufficientemente piano. L'immagine fotografata può risultare, in scala, a condizione che:
- ci sia parallelismo tra la superficie fotografata e la superficie sensibile della camera fotografica;
- si abbia a disposizione, un'ottica di qualità, che cioè non provochi distorsioni;
- qualsiasi sporgenza, che immancabilmente in architettura esiste sulla superficie ripresa, risulti trascurabile rispetto alla distanza di ripresa, cioè la distanza tra la camera fotografica e la superficie stessa.
Nel caso della Cattedrale di Bari, si è dato per certo che la facciata della Cattedrale fosse verticale, mentre la verticalità della superficie sensibile era assicurata dalla livella di cui è dotata la camera. Inoltre nell'esempio riportato è stato possibile effettuare la ripresa da una finestra prospiciente la facciata, posta ad un'altezza tale da evitare l'inclinazione della camera. Purtroppo, nella maggioranza dei casi, questo non è possibile e si fa ricorso:
- alle camere metriche con ottica decentrata, cosa riscontrabile nella camera stereometrica WilD C120;
- a macchine fotografiche con obiettivo decentrabile;
- al banco ottico.
Fotomosaico
[modifica | modifica wikitesto]Non sempre la superficie da rilevare può essere ripresa in un solo fotogramma. Quasi sempre, per motivi ambientali, occorre fare più riprese ed i fotogrammi, stampati nella stessa scala, vengono uniti tramite sovrapposizione di zone comuni. Un fotomosaico è quindi un’immagine composta dall'unione di immagini piccole, proprio come un mosaico fatto di tessere.
Foto aerea
[modifica | modifica wikitesto]Di particolare utilità risulta il fotopiano in urbanistica, chiaramente quando si tratta su terreni pianeggianti. Unico accorgimento da non trascurare, per la stampa in scala, è il rilevamento topografico di almeno quattro punti, facilmente riconoscibili sulla fotografia. Questi punti rappresentati graficamente nella scala prescelta, dovranno coincidere con i corrispondenti della fotografia.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Antonio Daddabbo Il rilievo stereofotogrammetrico, Edizioni Levante, 1983, Bari, su levantebari.com.