Furruco
Il furruco (o furro) è uno strumento musicale della famiglia dei membranofoni a frizione e originario del Venezuela.
Furruco | |||||
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Informazioni generali | |||||
Origine | Venezuela | ||||
Classificazione | 231.13 Membranofoni a frizione | ||||
Uso | |||||
Musica dell'America Meridionale | |||||
Genealogia | |||||
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Si tratta di tamburo composto da una cassa solitamente cilindrica e di legno o di terracotta, rivestita da una membrana di cuoio di capra di 40 cm di diametro.[1][2][3] Al centro viene infilato un bastone riempito di cera, il quale, venendo mosso a mani nude o con un pezzo di stoffa, genera una vibrazione e un suono sordo.[1][4] Viene utilizzato per la gaita zuliana.[1][2]
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]L'origine del suo nome è incerta, ma probabilmente è una voce onomatopeica che richiama al suono prodotto dallo strumento.[3]
Un'altra ipotesi vuole che esso derivi da furo, il buco presente negli stampi con cui si eliminano i residui di acqua e melassa per la preparazione dei pan di zucchero.[5][6] Il termine allude pertanto al foro presente nella pelle del tamburo, il quale è passato a furuco e successivamente alla forma attuale.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (ES) Andrés González Camino, #DiccionarioUB maracucho: Desde "chinita" hasta "rabúo, su El Estímulo, 23 gennaio 2024. URL consultato il 24 aprile 2024.
- ^ a b (ES) Las mejores gaitas para llenar de alegría la Navidad, in El Nacional, 24 dicembre 2017. URL consultato il 24 aprile 2024.
- ^ a b (ES) Furruco | Diccionario histórico de la lengua española, su Real Academia Española, 15 febbraio 2019. URL consultato il 24 aprile 2024.
- ^ (EN) Kwame Anthony Appiah e Henry Louis Gates Jr. (a cura di), Enciclopedia Africana, 2ª ed., Oxford University Press, 2005, p. 500, ISBN 9780195170559.
- ^ a b (ES) Julio Calcano, El Castellano En Venezuela: Estudio Critico, Tipografía Universal, 1897, p. 507. URL consultato il 25 aprile 2024.
- ^ (ES) Furo, fura | Definición, su Diccionario de la lengua española, Real Academia Española. URL consultato il 25 aprile 2024.