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Giacomo Balla

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
G. Balla, Autocaffè, 1929

Giacomo Balla (Torino, 18 luglio 1871Roma, 1º marzo 1958) è stato un pittore, scultore, scenografo e autore di "paroliberi" italiano. Fu un esponente di spicco del Futurismo firmando assieme agli altri futuristi italiani i manifesti che ne sancivano gli aspetti teorici.

Figlio unico di Lucia Giannotti, sarta, e di Giovanni, chimico industriale ed appassionato fotografo dilettante, resta orfano del padre a nove anni. La madre investe tutti i propri guadagni nell'educazione del figlio che fin da adolescente mostra interesse per l'arte: inizia a studiare il violino, ma abbandona presto la musica per dedicarsi alla pittura e al disegno. Dopo gli studi superiori si iscrive all'Accademia Albertina, dove studia prospettiva, anatomia e composizione geometrica, sotto l'insegnamento di Giacomo Grosso. A seguire frequenta le lezioni di psichiatria e di antropologia criminale di Cesare Lombroso. Si appassiona alla fotografia e frequenta lo studio del pittore e fotografo Oreste Bertieri.

Nel 1891 esordisce come pittore presso la Società promotrice di Belle Arti di Torino, ambiente frequentato dall'aristocrazia e dall'alta borghesia torinese; in questo contesto conosce Edmondo De Amicis e Pellizza da Volpedo.

Nel 1895 lascia Torino per stabilirsi con la madre a Roma dove rimarrà tutta la vita. Qui si avvicina alla nuova tecnica divisionista, diventandone promotore e trovando subito un buon seguito di allievi (tra loro Boccioni, Severini, Sironi). Nel 1904 in Campidoglio sposa Elisa Marcucci, anche lei sarta, conosciuta grazie all'amico Duilio Cambellotti. Dal matrimonio nascono due figlie, Luce Balla (Lucia) (1904-1994) ed Elica Balla (1914-1992).

Nel 1903 espone alla V Biennale di Venezia[1]; è la prima di successive partecipazioni postume[2].

La sua attività creativa è molto intensa nei primi anni dieci, ispirata dallo stile divisionista, ma a partire dal 1911 esprime nuovi interessi stilistici, entra in una nuova fase di ricerca pittorica tesa a rappresentare il dinamismo, il movimento; traccia su foglio o su tela linee di auto in corsa e altre figure in movimento.

Negli anni della prima guerra mondiale persegue l'idea di un'arte totale, definita Arte-azione futurista. Specialmente dopo il 1916, alla morte di Boccioni (a cui nel 1925 dedicherà l'opera Il pugno di Boccioni), è il protagonista indiscusso del movimento. Totalmente convertito al futurismo, vende tutte le proprie opere figurative all'asta e inizia a firmare le successive con lo pseudonimo FuturBalla.

Nel 1914 firma il manifesto futurista Le vêtement masculin futuriste a cui segue qualche mese dopo l'edizione italiana intitolata Il vestito antineutrale, pubblicazione corredata con figurini e modelli. È un invito ad adottare l'estetica futurista attraverso l'abbigliamento; teorizza e propone di sostituire il vecchio, cupo e soffocante abbigliamento maschile con uno più dinamico, più audace e variopinto, asimmetrico, che rompa con la tradizione e si adegui al concetto futurista di modernità e progresso; un abito che inoltre faccia riferimento alla guerra e renda l'uomo più aggressivo e festoso[3]. Sempre inseguendo l'estetica futurista, trasforma la propria abitazione decorando pareti e mobili in un tripudio di forme dai colori smaglianti[4].

Ancora nel 1914 realizza i fiori futuristi nel giardino di Casa Cuseni a Taormina; qui, insieme a Depero, è autore anche di molte decorazioni murali. Nel 1915, ancora con Depero, firma il manifesto Ricostruzione futurista dell'Universo dove teorizza come il dinamismo pittorico e il dinamismo plastico ben si collegano alle parole in libertà e all'arte dei rumori:

«Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l'universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente[5]»

Inizia a lavorare sull'onomatopea, a comporre tavole parolibere e a progettare scenografie[6] mettendo in evidenza i collegamenti tra l'immagine e la dimensione fonetico-rumorista[7]. Dal manifesto scaturiscono le idee del "giocattolo futurista", del "paesaggio artificiale", dell'"animale metallico", del "vestito trasformabile", del "concerto plastico-motorumorista nello spazio", della "réclame fono-monoplastica".

Nel 1917 progetta le scene per Feu d'artifice, balletto senza danzatori che va in scena al Teatro Costanzi di Roma, prodotto da i Ballets Russes di Diaghilev, con musiche di Igor' Fëdorovič Stravinskij. Nello stesso periodo crea arredi, mobili, suppellettili e partecipa alle sequenze del film Vita futurista (1916), presenziando con Marinetti alle riprese. Nell'ottobre del 1918 pubblica il Manifesto del colore, un'analisi del ruolo del colore nella pittura d'avanguardia[8].

Il periodo fascista

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Nel 1921 dipinge le pareti del Bal Tic Tac, locale di cabaret romano dove si suona Jazz; ambiente alla moda per tutti gli anni venti, poi decaduto e chiuso, è stato recentemente riscoperto durante la ristrutturazione di una palazzina sede della Banca d'Italia[9][10].

Nell'ambito della sua adesione al futurismo, che Balla porta avanti senza sosta, nel 1926 scolpisce una statuetta raffigurante Mussolini, con alla base la scritta: "Sono venuto a dare un governo all'Italia". L'opera sarà consegnata direttamente al duce. Negli anni trenta diventa l'artista del fascismo per eccellenza, apprezzatissimo dalla critica. Tra 1932 e 1935 realizza Marcia su Roma, dipinto realizzato sul retro di un'altra tela, "Velocità astratta" del 1913; l'opera mostra un richiamo a Il quarto stato di Pellizza da Volpedo.

In tarda età farà ritorno al figurativismo.

Nel 1937 scrive una lettera al giornale Perseo: quindicinale di vita italiana con la quale si dichiara ormai estraneo alle attività futuriste:

«Avevo dedicato con fede sincera tutte le mie energie alle ricerche rinnovatrici, ma a un certo punto mi sono trovato insieme a individui opportunisti e arrivisti dalle tendenze più affaristiche che artistiche; e nella convinzione che l'arte pura è nell'assoluto realismo, senza il quale si cade in forme decorative ornamentali, perciò ho ripreso la mia arte di prima: interpretazione della realtà nuda e sana»

Da questo momento Balla viene accantonato dalla cultura ufficiale, sino alla rivalutazione delle sue opere, e di quelle futuriste in genere, avvenuta nel dopoguerra.

Il secondo dopoguerra

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Nel 1949 alcune sue opere, tra cui il famoso dipinto "Dinamismo di un cane al guinzaglio" del 1912, vengono esposte al MoMa alla mostra: Twentieth-Century Italian Art[11].

Muore a Roma il 1º marzo 1958 all'età di 86 anni. Viene sepolto al Cimitero del Verano.

Nel 1959 due sue opere (Ragazza con il cerchio e Colpo di fucile) sono esposte alla mostra 50 anni d'arte a Milano. Dal divisionismo ad oggi, organizzata dalla Permanente[12].

Di lui hanno scritto alcuni storici dell'arte e artisti, fra questi:

«Fu Giacomo Balla, divenuto nostro maestro, che ci iniziò alla tecnica moderna del divisionismo senza tuttavia insegnarcene le regole fondamentali e scientifiche. Balla era un uomo di assoluta serietà, profondo, riflessivo e pittore nel più ampio senso della parola. [...] Fu una grande fortuna per noi di incontrare un tale uomo, la cui decisione decise forse di tutta la nostra carriera. L'atmosfera della pittura italiana era a quel momento la più fangosa e deleteria che si potesse immaginare; in un simile ambiente anche Raffaello sarebbe arrivato appena al quadro di genere!»

«Balla che sul tema del dinamismo meditava già da alcuni anni (il famoso Cane al guinzaglio è del 1912), va al di là di Boccioni: prescinde quasi totalmente dall'immagine visiva per dare l'immagine psicologica del moto. La sua ricerca è prevalentemente linguistica: mira a stabilire un codice di segni significanti velocità, dinamismo ecc. Sono concetti che interessano intensamente l'uomo moderno: concetti che vogliono essere espressi visivamente perché la percezione è più rapida della parola, e che non possono essere espressi tramite segni che implichino riferimenti alla natura, perché debbono esprimere qualcosa di non naturale, di realizzato mediante congegni meccanici.»

«La "solidificazione dell'Impressionismo" costituisce la base di sviluppo della pittura di Balla futurista: cioè il passaggio dalla suddivisione del pigmento colorato del divisionismo alla costruzione geometrica astratta - a sé stante - delle compenetrazioni iridescenti: n° 1, 2, 3 (1912). Questi studi, sembrano giganteschi fotogrammi captati nello spazio da un immaginario occhio catodico.»

Riconoscimenti

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  • Luna Park, Parigi (1899)
  • Letizia Pesaro Maurogonato (1901)
  • La famiglia Carelli (1901-1902)
  • Bambina con fiori (1902)
  • Fallimento (1902)
  • La fidanzata a Villa Borghese (1902)
  • La madre (1902 circa)
  • Ritratto di Nunzio Nasi (1902)
  • Ritratto di signora all'aperto (1903)
  • Grande serata nera al salone Margherita. Serata nera (1903-1904)
  • Polittico dei viventi: il contadino (1903-1905)
  • Polittico dei viventi: la pazza (1903-1905)
  • La giornata dell'operaio (lavorano, mangiano, ritornano) (1904)
  • Il dubbio (1907-1908)
  • Ritratto di Carlo Fontana, 1907
  • Lampada ad arco (1909 o 1911)
  • Villa Borghese - Parco dei daini (1910)
  • La mano del violinista (1912)
  • Dinamismo di un cane al guinzaglio (1912)
  • Ragazza che corre sul balcone (1912)
  • Compenetrazione iridescente n. 7 (1912)
  • Compenetrazione iridescente n. 13 (1912)
  • Velocità d'automobile (1912)
  • Linee andamentali + Successioni dinamiche (1913)
  • Movimenti rapidi: Sentieri in movimento + sequenze dinamiche (1913)
  • Volo di rondini (1913)
  • Velocità astratta (1913)
  • Velocità d'automobile (1913)
  • Velocità d'automobile + luce + rumore (1913)
  • Compenetrazione iridescente n. 4 (1913 circa)
  • Compenetrazione iridescente radiale (1913-1914)
  • Velocità astratta + rumore (1913-1914)
  • Forma rumore motociclista (1913-1914)
  • Mercurio passa davanti il Sole (1914)
  • Bozzetto di scena per macchina tipografica (1914)
  • Insidie di guerra (1915)
  • Sventolamento (1915)
  • Forme grido viva l'Italia (1915)
  • Bandiere all'altare della patria (1915)
  • Mimica sinottica: costume per la Donna Cielo (1915)
  • Linea di velocità + forma + rumore (1915)
  • Velo di vedova + paesaggio (Corazzata + Vedova + Vento) (1916)
  • Bozzetto di scena per il balletto "Feu d'artifice" di igor Stravinsky (1917)
  • Spazzolridente (1918)
  • Composizione futurista (1918)
  • Linee forza di paesaggio + giardino (1918)
  • Espansione di primavera (1918)
  • Verso la notte (1918), olio su tela
  • Linee spaziali + luce (1919 circa)
  • Siamo in quattro (beato chi li trova) (1920 circa)
  • Numeri innamorati (1920)
  • Autostato d'animo (1920)
  • Scienza contro oscurantismo (1920)
  • Pessimismo e ottimismo (1923)
  • Bozzetto per tre francobolli Anniversario della Marcia su Roma (1923)
  • Bozzetto di scena per balletto futurista (1925 circa)
  • Mio istante del 4 aprile 1928 ore 10 più due minuti (1928)
  • Idealfiamma (1929)
  • Pappagalli (1929)
  • Pappagalli e serpente (1929)
  • Pappagalli e scimmia (1929)
  • Pappagallo e scimmie (1929)
  • Illustrazioni del libro "Le ventisette cantate della rivoluzione" (Virgilio Fiorentino), ed. Pinciana 1930 (100 esemplari)
  • Marcia su Roma (verso di Velocità astratta) (1931-1933)
  • Espansione profumo (recto), Primo Carnera (verso) (1933)
  • "La fila per l'agnello" (1942)
  1. ^ Ritratto. Sala piemontese Quinta Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia (1903), su asac.labiennale.org. URL consultato l'8 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2022).
  2. ^ Giacomo Balla. Opere, su asac.labiennale.org. URL consultato l'8 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2020).
  3. ^ Storia del futurismo. 1914. Il vestito antineutrale, su arengario.it. URL consultato l'8 gennaio 2020.
  4. ^ Pablo Echaurren, Lo scandalo di casa Balla, su www.huffingtonpost.it. URL consultato il 12 gennaio 2020.
  5. ^ Ricostruzione futurista dell'universo, su arengario.it. URL consultato l'8 gennaio 2020.
  6. ^ Giacomo Balla, Ada Masoero e Maurizio Fagiolo dell'Arco, Giacomo Balla: futurismo in scena: bozzetti e altri materiali del Museo teatrale alla Scala, Museo teatrale alla Scala, 2001.
  7. ^ Giacomo Balla, Scritti futuristi, a cura di Giovanni Lista, collana Carte d'artisti, Milano, Abscondita srl, 2010.
  8. ^ Mostra del pittore futurista Balla - Manifesto del colore, su arengario.it. URL consultato il 10 gennaio 2020.
  9. ^ Bal Tic Tac (PDF), su bancaditalia.it. URL consultato il 14 gennaio 2020.
  10. ^ Nel 2017 sono state riscoperte le pareti dipinte da Balla nella sala ora di proprietà della Banca d'Italia; è in corso il restauro per una sua futura apertura al pubblico. Cfr.: Riappare a Roma il Bal Tic Tac di Balla, su ansa.it. URL consultato il 10 gennaio 2020.
  11. ^ (EN) Twentieth-century Italian art, su moma.org, 1949. URL consultato il 10 gennaio 2020.
  12. ^ Remo Taccani (a cura di), 50 anni d'arte a Milano. Dal divisionismo ad oggi, Vallardi, 1959, p. 15.
  13. ^ Gino Severini, Tutta la vita di un pittore, Garzanti, 1946.
  14. ^ Giulio Carlo Argan, L'arte moderna 1770 - 1970, Sansoni, 1970.
  15. ^ Enrico Prampolini, Prefazione, in Catalogo della Mostra "Futur. Balla 1912-20" alla Galleria d'Arte Contemporanea Lungarno delle Grazie, Firenze, 8 novembre 1952.

(Elenco parziale)

  • Anna Barricelli, Balla, Roma, De Luca, 1965.
  • Giovanni Lista, Balla, catalogue général de l'œuvre, I, Modène, Edizioni della Galleria Fonte d'Abisso, 1982.
  • Elica Balla, Con Balla, Multhipla, 1984.
  • Maurizio Fagiolo dell'Arco, Futur-Balla: la vita e le opere, Milano, Electa, 1992.
  • Gavioli Vanessa, Balla, collana I classici dell'arte-Il Novecento, Rizzoli/Corriere della Sera, 2004.
  • Giovanni Lista, Balla, la modernità futurista, Milano, Edizioni Skira, 2008.
  • Giovanni Lista, Giacomo Balla: futurismo e neofuturismo, Milano, Mudima, 2009.
  • Alessandro Masi e Tonino Sicoli, Zang Sud Sud: Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Gino Severini e il Futurismo meridionale, Edimond, 2009.

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