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Gibberish

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Gibberish (qualche volta anche Jibberish: "Borbottio", "senza senso"), in italiano Grammelot, è un termine generico che in inglese indica il parlare usando suoni simili a parole, ma che non hanno alcun significato reale.

Una etimologia afferma che deriva dalla radice della parola irlandese gob o gab (bocca), che la stessa fonte asserisce essere la radice di jabber, gibber e gobble.[1] Il termine può derivare dalla parola "jabber" ("parlare di sciocchezze senza senso"), con il suffisso "-ish" per indicare una lingua; in alternativa, il termine "gibberish" potrebbe derivare dall'eclettico mix di inglese, spagnolo, ebraico, Hindi e arabo parlato nel territorio britannico di Gibilterra (dall'Arabo Gabal-Tariq, significante la Montagna di Tariq), che è incomprensibile ai non nativi.

Il termine è entrato per la prima volta nella lingua inglese nei primi anni del XVI secolo.[2] Un'altra teoria è che la parola derivi dal nome del famoso alchimista Islamico dell'VIII secolo Jabir ibn Hayyan, il cui nome è stato latinizzato in "Geber", così il termine "gibberish" è sorto come un riferimento al gergo tecnico incomprensibile spesso usato da Jabir e gli altri alchimisti che sono seguiti.[3]

Questa tecnica può essere utilizzata come un esercizio di recitazione.[4] Vedi Grammelot.

Con neuro-gibberish viene inteso l'inserimento di argomenti neurologici, anche non pertinenti in un discorso per conferirgli maggiore credibilità.[5]

  1. ^ Mackay, Charles A Glossary of Obscure Words and Phrases in the Writings of Shakespeare and His Contemporaries, pp. 183-184, S. Low, Marston, Searle, and Rivington, 1887
  2. ^ Glynnis Chantrell, The Oxford Dictionary of Word Histories, Oxford, Oxford University Press, 2002, p. 231, ISBN 0-19-863121-9.
  3. ^ Glenn T. Seaborg, Our heritage of the elements, in Metallurgical and Materials Transactions B, vol. 11, n. 1, Springer Boston, marzo 1980, pp. 5–19.
  4. ^ Improvisation for the theater: a handbook of teaching and directing techniques. Viola Spolin. 1999.
  5. ^ Fernandez-Duque, D., Evans, J., Christian, C., e Hodges, S. (2015). Le informazioni superflue sulle neuroscienze rendono più interessanti le spiegazioni dei fenomeni psicologici. Journal of Cognitive Neuroscience, 27 (5), 926-944.

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