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Giorgio Bandini (pittore)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Giorgio Bandini (Siena, 17 aprile 1830Siena, 16 marzo 1899) è stato un pittore e restauratore italiano.

Non si hanno notizie prima del suo ingresso all'Istituto di Belle Arti di Siena dove studiò pittura con Alessandro Maffei. Fu allievo, a partire dal 1851, di Luigi Mussini che lasciò una profonda impronta nella sua formazione artistica. La sua attività si indirizzò principalmente nei confronti dell’affresco e del restauro di opere pittoriche antiche verso le quali sono raccolte testimonianze di una sua abilità non comune[1].

Viene ricordato per aver decorato il loggiato, iniziato dal Maffei, del Palazzo Borghesi-Bichi, in Via di Città[2] cui seguirono nel 1853 gli affreschi del Teatro dei Rinnovati[1], in parte lentamente ricostruito dopo il terremoto del 1798.

Fu peraltro autore anche dei bozzetti utilizzati per il rinnovo dei costumi delle contrade del Palio di Siena del 1878[3].

Disegno della bandiera della Contrada del Drago, 1889

Nel 1883 divenne docente di ornato presso l'Istituto di Belle Arti di Siena e successivamente anche di quella di Lucera. L'attività di Bandini si estese anche oltralpe a Nizza e a Londra, grazie soprattutto all'accuratezza del restauro. Operò anche alla sistemazione del Duomo di Orvieto tra il 1883 e il 1886, le cui pitture delle travi erano quasi scomparse, riuscendo a ripristinare le pitture originarie[1].

Eseguì vari restauri ed opere nei palazzi senesi come nella volta della Basilica di San Francesco e nel Palazzo del Capitano del Popolo a Siena[1], dove, probabilmente prima del 1879, elaborò una ricostruzione con arazzi disegnati, motivi geometrici e figure allegoriche in stile neo-giottesco. La sua opera fu richiesta anche nel restauro delle Loggia della Mercanzia[4]. Il purismo che Bandini aveva appreso dal maestro Mussini lo ritroviamo nelle decorazioni del Palazzo delle Papesse, dove lavorarono altri puristi come Gaetano Brunacci, Gaetano Marinelli, Alessandro Franchi[5].

Nei dintorni di Siena lavorò nel Castello di Belcaro, nel Castello di Brolio e nella Villa Chigi Saracini a Castelnuovo Berardenga. Inoltre, fu attivo a Roma presso Palazzo Chigi-Odescalchi e Basilica di Santa Margherita a Cortona[1].

Il suo lavoro fu costretto ad interrompersi nel 1894 in seguito ad una paralisi[1]. Bisogna ricordare anche il merito di Bandini, quale docente, poiché i drappelloni del Palio di Siena tra il 1895 e il 1908, dipinti da Pietro Loli Piccolomini e Carlo Merlini, furono entrambi suoi allievi, i quali inserirono per la prima volta nel disegno dello stendardo la rappresentazione di monumenti cittadini[6].

Dal 16 dicembre 2016 al 31 gennaio dell'anno seguente, in occasione dei duecento anni della Fondazione dell’Istituto d’Arte di Siena, si è tenuta la mostra, curata da Leonardo Scelfo, che ha voluto rendere omaggio da un lato agli artisti formatisi in quella accademia e dall'altro allo "scontro" tra il purismo di Luigi Mussini e gli artisti successivi che hanno tentato una via innovativa. Il titolo della mostra Innovazione e tradizione alle belle arti tra Otto e Novecento ha avuto luogo presso il Santa Maria della Scala. Tra gli artisti esposti, opere di: Giorgio Bandini, Guido Bianconi, Claudio Bulgarini, Amos Cassioli, Patrizio Fracassi, Alessandro Franchi, Primo Lavagnini, Cesare Maccari, Alessandro Maffei, Gaetano Marinelli, Luigi Mussini, Riccardo Panducci, Antonio Ridolfi, Arturo Viligiardi, Angelo Visconti[7].

  1. ^ a b c d e f Bianca Saletti Asor-Rosa, Bandini, Giorgio, in Treccani - Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 5, 1963. URL consultato il 4 marzo 2024.
  2. ^ Palazzo Monaldi poi Palazzo Borghesi-Bichi, in Catalogo generale dei Beni Culturali, 2015. URL consultato il 4 marzo 2024.
  3. ^ Bandiera, in Catalogo generale dei Beni Culturali, 2006. URL consultato il 4 marzo 2024.
  4. ^ Bandini Giorgio, in Istituto Matteucci - Dizionario degli Artisti. URL consultato il 4 marzo 2024.
  5. ^ Ester Vannini, La decorazione interna del Palazzo Piccolomini detto delle Papesse di Siena (PDF), in Università di Siena, settembre 2018, p. 2. URL consultato il 4 marzo 2024.
  6. ^ Laura Bonelli, Il XX secolo: dal liberty al dopoguerra, in Consorzio per la Tutela del Palio di Siena. URL consultato il 6 marzo 2024.
  7. ^ Innovazione e tradizione alle belle arti tra Otto e Novecento, in Exibart, dicembre 2016. URL consultato il 6 marzo 2024.

Collegamenti esterni

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