Giuseppe Giacomo Alvisi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giuseppe Giacomo Alvisi

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato27 maggio 1879 –
24 novembre 1892
Legislaturadalla XIII (nomina 16 marzo 1879) alla XVIII
Tipo nominaCategoria: 3
Incarichi parlamentari
  • Commissario di vigilanza al debito pubblico (21 novembre 1887–27 settembre 1892)
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato25 novembre 1866 –
2 novembre 1870

Durata mandato3 ottobre 1871 –
16 marzo 1879
LegislaturaIX, X, XI, XII, XIII
Gruppo
parlamentare
Sinistra
Collegio
  • IX, X, XIII: Feltre
  • XI, XII: Chioggia
Incarichi parlamentari
XIII legislatura
  • Membro della Commissione d'inchiesta sull'amministrazione del comune di Firenze (21 maggio 1878–16 marzo 1879)
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studio
  • Laurea in medicina
  • Diploma in paleografia
  • Laurea in giurisprudenza
Università
  • Università di Padova
  • Università di Pisa
Professione
  • Medico
  • Giornalista

Giuseppe Giacomo Alvisi (Rovigo, 28 marzo 1825Coiano, 24 novembre 1892) è stato un medico, giornalista e avvocato italiano.

targa sulla casa natale a Rovigo

Massone, fu iniziato il 24 settembre 1861 nella Loggia di Firenze La Concordia, fatto compagno l'11 novembre e maestro il 12 dicembre, rappresentò la loggia come delegato alla Costituente massonica di Torino del 27 dicembre dello stesso anno e poi a quella di Firenze del 15 settembre 1864, e il 24 giugno 1864 ne fu eletto Maestro venerabile. Dimissionario, fu fatto membro onorario il 10 marzo 1873.[1][2].

Il nome di Giuseppe Giacomo Alvisi è legato all'ispezione del 1889 alla Banca Romana, una delle sei banche con facoltà di emettere biglietti di banca nel Regno d'Italia ancora tre decenni dopo l'unità del Paese; con l'ispezione di Alvisi vennero riscontrate numerose irregolarità nella contabilità della banca.

Il 30 giugno 1891, il Governo di Rudinì I si oppose a che Alvisi riferisse in Senato i risultati dell'ispezione «in nome dei supremi interessi del paese e della patria».[3]

Prima della morte, Alvisi consegnò al senatore Leone Wollemborg copia della relazione sulla Banca Romana. La relazione fu poi consegnata da Wollemberg a Maffeo Pantaleoni, direttore del Giornale degli Economisti, che la consegnò al deputato radicale Napoleone Colajanni che il 20 dicembre 1892 denunciò l'insabbiamento dei risultati dell'ispezione. Venne ordinata una nuova inchiesta parlamentare che provocò lo scandalo della Banca Romana.[4][5][6]

  1. ^ Vittorio Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Roma, 2005, p. 10.
  2. ^ Fulvio Conti, Firenze massonica. Il libro matricola della Loggia Concordia (1861-1921), Firenze, 2012, p. 79 no. 27.
  3. ^ Sergio Romano, Crispi. Milano: Bompiani, 1986
  4. ^ Enzo Magri, I ladri di Roma: 1893 scandalo della Banca Romana: politici, giornalisti, eroi del Risorgimento all'assalto del denaro pubblico, Milano, 1993.
  5. ^ Storia d'Italia, DeAgostini, 1991, p. 239.
  6. ^ Adalberto Compostella (a cura di), Discorsi parlamentari di Giuseppe Giacomo Alvisi (1825-1892), Feltre, 2003.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN313412916 · SBN SBLV041243 · BNF (FRcb102309478 (data)