Giustizierato

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Il termine giustizierato designava in epoca normanna, sveva e angioina ogni distretto amministrativo in cui era suddiviso il Regno di Sicilia, retto da un funzionario di nomina imperiale o reale, il giustiziere, che rappresentava l'autorità sovrana a livello locale.

A differenza delle moderne province, i giustizierati non avevano un vero e proprio capoluogo; i giustizieri erano infatti tenuti a recarsi di volta in volta nei vari centri abitati (demaniali o infeudati che fossero) per dirimere le controversie e assicurare la giustizia[1].

Giustizierati decretati da Ruggero II

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Intorno al 1140, più o meno contestualmente all'indizione delle Assise di Ariano, re Ruggero II applicò il sistema dei giustizierati all'intero territorio del suo regno. Si ignora però quali e quanti fossero i giustizierati rogeriani, anche se pare che almeno in qualche caso il ruolo di giustiziere fosse assegnato ai feudatari più potenti. I giustizierati non dovevano comunque avere una sede fissa e anche i loro confini dovevano essere (almeno in una prima fase) mal definiti.[2][3]

Giustizierati decretati da Federico II

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Gli undici distretti stabiliti da Federico II nell'agosto del 1231 (Costituzioni di Melfi), furono poi istituiti in tempi diversi; così, ad esempio, il giustizierato d'Abruzzo (Justitiaratus Aprutii) fu attivato soltanto nel 1233. Inoltre, almeno fino a tale anno la Terra di Bari e la Terra d'Otranto dovevano costituire un unico giustizierato di Puglia[4]. Secondo l'ubicazione geografica possono essere distinti in:

Giustizierati decretati da Carlo d'Angiò

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Il regno di Napoli

Il 5 ottobre 1273 Carlo I d'Angiò sancì col diploma di Alife la suddivisione dell'Abruzzo, considerato un distretto troppo esteso per essere ben amministrato e difeso, trovandosi all'estremo limite settentrionale del regno. Si preferì seguire un confine naturale, il corso del fiume Aterno-Pescara, determinando a nord il giustizierato d'Abruzzo ulteriore (Ultra flumine Piscaria) e a sud il giustizierato d'Abruzzo citeriore (Citra flumine Piscaria).

Nel 1282 con la guerra del Vespro, scaturita in seguito all'insurrezione siciliana (Vespri siciliani) e conclusa anni dopo con la pace di Caltabellotta (31 agosto 1302), la Sicilia si rese indipendente dalla parte continentale del regno (la capitale era già stata trasferita da Palermo a Napoli); di conseguenza, gli angioini persero la parte insulare del regno, i distretti siciliani.

Negli anni seguenti anche la Calabria fu smembrata in due giustizieriati separati (uno Ulteriore e l'altro Citeriore), usando come confine il fiume Neto (Nethum).

Lo stesso destino toccò al giustizierato di Principato, che pure fu scisso: nacquero così il Principato Ultra (a nord) e il Principato Citra (a sud), separati anche in questo caso da un confine naturale, nello specifico la catena dei monti Picentini.

La fine del sistema dei giustizierati

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In epoca aragonese, i giustizieri furono sostituiti da altri funzionari regi e, allo stesso tempo, i distretti territoriali del Regno di Napoli furono chiamati, più semplicemente, province.

Province napoletane (continente) e valli siciliani nel 1454, in raffronto ai moderni confini regionali
  1. ^ Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, Per la storia del Mezzogiorno medievale e moderno: studi in memoria di Jole Mazzoleni (PDF), a cura di Tommaso Pedio, 1998, p. 61, ISBN 9788871251356. URL consultato il 21 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2022).
  2. ^ Sandro Carocci, Giustizia signorile e potere regio nel regno normanno (PDF) (archiviato il 16 gennaio 2024).
  3. ^ Giustiziere, in Enciclopedia federiciana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
  4. ^ Filippo Maria Pagano, Istoria del regno di Napoli, vol. 2 Istoria del regno di Napoli, 1835, p. 289.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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